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lunedì 14 aprile 2014

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
E’ stato firmato un nuovo accordo con lo scopo di dare maggiore forza allo sviluppo di progetti per la generazione di energia da onde e maree. A siglare l’intesa, seguendo l’esempio delle 4 isole del canale di Francia con il Nord del paese, anche la regione della Bassa Normandia, intenzionata a dare voce alla crescita delle tecnologie emergenti.
I rappresentanti della Normandia occidentale e dei gruppi energetici rinnovabili delle isole Marine del Canale hanno quindi deciso di cooperare collaborando per affrontare i problemi comuni che potrebbero incontrare durante i tentativi di diffusione dei nuovi dispositivi di potenza marini. Con la firma, i gruppi si sono impegnati a condividere i risultati dei progetti e della ricerca ambientale in modo da ottenere un quadro informativo il più possibile completo e dettagliato che li porterà a redigere piani e progetti fattibili in siti identificati come idonei affrontando anche iniziative di miglioramento dei porti e delle infrastrutture di rete che dovranno supportare la distribuzione dell’energia generata.
“Notiamo ancora una volta… quanto lo sviluppo del settore marittimo delle energie rinnovabili si basi sulla nostra capacità di cooperare a livello internazionale, al fine di capitalizzare le esperienze di ciascuno per accelerare lo sviluppo di questa nuova industria, e per massimizzare i benefici locali” hanno dichiarato Laurent Beauvais, presidente della Regione Basse-Normandie, Jean-François Le Grand, presidente del Dipartimento Manica e André Rouxel, presidente della Communauté Urbaine de Cherbourg, in una dichiarazione congiunta. “Con questo accordo, creiamo le condizioni favorevoli per una collaborazione concreta ed efficace tra le Isole del Canale e i territori della Bassa-Normandia per gli anni a venire.”

mercoledì 19 febbraio 2014

Celle solari più efficienti osservando le molecole foto sintetiche

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)

 
Osservare il comportamento delle singole molecole, durante il processo di raccolta e assorbimento della luce dei vari organismi biologici, potrebbe migliorare notevolmente la progettazione delle celle solari. A dirlo sono i ricercatori dell’American Institute of Physics, che hanno studiato diverse proteine antenna contenute in organismi foto sintetici.

Un complesso antenna è un insieme di proteine, la cui funzione è quella di aumentare l’area di un foto sistema in grado di intercettare fotoni e trasferire l’energia da questi al sistema. I ricercatori americani hanno utilizzato la ABEL trap di Cohen, tecnologia in grado di intrappolare le molecole: in questo modo hanno potuto osservare degli stati dei complessi molecolari atti a raccogliere la luce mai rilevati prima, che si manifestano a diversi gradi di raffreddamento.

Hsiang-Yu Yang, ricercatore del team, ha spiegato:

Grazie a questo approccio, siamo in grado di osservare meglio la capacità di un organismo molecolare di assorbire più luce in una situazione di scarsità e, al contrario, la capacità di moderarne l’assorbimento in condizioni di eccesso.

Il comportamento delle proteine antenna è in grado di rilevare come gli organismi riescano a mettere in atto comportamenti di “foto protezione”: lo studio, i cui dettagli saranno rilevati al 58esimo Annual Biophysical Society Meeting, potrebbe permettere un salto di qualità ai processi di costruzione delle moduli fotovoltaici.

Analizzando la transizione tra questi stati in una proteina antenna, stiamo cercando di capire il modo in cui l’organismo si protegge dai danni degli eccesso di luce: qualcosa di fondamentale per aumentare l’efficienza dell’assorbimento.

lunedì 9 dicembre 2013

Rinnovabili, Obama: triplicare produzione USA entro 2020

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
Barack Obama ci tiene a passare alla storia come il Presidente degli Stati Uniti più attento all’ambiente e dopo tanti fallimenti sugli obiettivi degli anni scorsi, adesso ha deciso di imprimere un’accelerazione alla sua politica ambientale.

In questi giorni Obama ha infatti emanato un ordine esecutivo che obbliga tutte le amministrazioni governative (quindi dal Congresso alle sedi militari, fino all’ultimo ufficio pubblico di provincia) a triplicare il proprio utilizzo di energia rinnovabile entro il 2020.

Grazie a questa mossa Obama spera di raggiungere una copertura del fabbisogno energetico del governo del 20% con le fonti rinnovabili. Attualmente l’utilizzo non supera il 7%. Queste le parole del presidente durante il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione:

Per il bene dei nostri figli e del nostro futuro, dobbiamo fare di più. Se il Congresso non agirà presto per proteggere le generazioni future, lo farò io. Io dirigerò il mio Gabinetto per avviare tutte le azioni esecutive che possiamo intraprendere, ora e in futuro, per ridurre l’inquinamento, preparare le nostre comunità alle conseguenze del cambiamento climatico e accelerare il passaggio alle fonti di energia più sostenibili.

In molti avevano pensato che queste parole sarebbero cadute nel vuoto come spesso accaduto in passato, ma stavolta non sembra debba andare così. Secondo i dati dell’Associated Press, il Governo federale gestisce circa 500 mila edifici e 600 mila veicoli per circa 500 miliardi di dollari all’anno di costi di gestione. Portare il fabbisogno energetico di questa enorme macchina almeno al 20% coperto dalle rinnovabili comporterebbe un enorme risparmio in termini monetari e di emissioni.

Il primo passo per realizzare questo obiettivo sarà dotare tutti gli edifici pubblici di impianti energetici rinnovabili ed effettuare lavori che consentano a tali edifici di ottenere la certificazione REC, un nuovo standard americano che rappresenta il valore ambientale di un edificio. Il secondo sarà realizzare l’iniziativa denominata “Net Zero Energy”, la quale prevede che tutte le basi militari dislocate sul territorio nazionale si autoproducano energia e acqua oltre ad autogestire i rifiuti prodotti.

Ovviamente il percorso è pieno di ostacoli e la lobby dei combustibili fossili, la più potente al mondo, sta già dichiarando guerra alla proposta del Presidente degli Stati Uniti. Obama va comunque avanti e ha già stabilito il piano per i prossimi anni: entro il 2015 l’amministrazione pubblica dovrà raggiungere una copertura del proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili per il 10%; entro il 2017 deve arrivare al 15%, nel 2018 al 17,5%, e si spera che già entro il 2019, 2020 al massimo, si possa raggiungere la soglia del 20%.

lunedì 2 dicembre 2013

Pannelli solari sulla Luna alimenteranno la Terra

Pannelli solari sulla Luna alimenteranno la Terra

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)
 
 
 
La necessità di trovare fonti alternative di energia, specie dopo il disastro nucleare di Fukushima, ha spinto i Giapponesi a proporre idee altamente creative, a volte anche al limite della follia. Fra queste c’è quella proposta dalla Shimizu Corporation: utilizzare la Luna come un enorme impianto solare.

L’idea non è nuova, ma era stata già lanciata nel 2010 dalla Shimizu: un anello lunare fatto di pannelli solari, che coprirebbe il 100% del fabbisogno energetico terrestre con 13 mila TW di energia continua.

Forti delle dichiarazioni dei capi della Nasa, che hanno annunciato un ritorno sulla Luna ai fini della ricerca spaziale, i leader della Shimizu Corporation hanno riproposto il progetto, dichiarando di aver acquisito nuovi sostenitori negli ultimi anni. La società giapponese ha spiegato:

Il passaggio dall’uso parsimonioso di risorse limitate all’uso illimitato di energia pulita, è il sogno di tutta l’umanità. Il nostro concetto di Anello lunare può tradurre questo sogno in realtà, grazie alle idee innovative che lo guidano e alle attuali tecnologie spaziali avanzate.


L’Anello lunare avvolgerebbe il nostro satellite in un fascio di pannelli solari largo 20 chilometri e lungo 11 mila chilometri: grazie a microonde e raggi laser, l’energia proveniente dalla luce del Sole potrebbe essere spedita direttamente sulla Terra. L’installazione dei pannelli dovrebbe avvenire tramite robot altamente sofisticati, che la stessa Shimizu si incaricherebbe di ideare e costruire:

L’energia solare è l’ultima fonte di energia verde che porta propseità alla natura e alle nostre vite, ed è praticamente inesauribile. L’Anello lunare che proponiamo converrebbe non solo all’umanità, ma a tutto il pianeta.

Oggi come nel 2010, l’idea giapponese sembra tanto affascinante quanto irrealizzabile: a 41 anni dall’ultimo sbarco lunare, la ricerca nello spazio è quasi morta. Il bisogno incessante di energie alternative per le nostre attività sulla Terra potrebbe però anche risvegliare l’antica curiosità dell’uomo per i viaggi nell’universo.

giovedì 14 novembre 2013

Rinnovabili: dalle fonti pulite il 45% dell’energia mondiale nel 2035

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Le fonti di energia rinnovabile potrebbero arrivare a soddisfare circa il 40% del fabbisogno globale di energia nel 2035. Lo sostiene l’International Energy Agency (IEA) nell’edizione 2013 del World Energy Outlook (WEO-2013), precisando che per quella data la domanda energetica mondiale aumenterà di circa un terzo rispetto ai livelli odierni, soprattutto a causa delle accresciute richieste dei Paesi asiatici.
Per il peso delle rinnovabili aumenti, si legge nel WEO-2013, servirà un sistema accuratamente studiato di incentivi statali. Per sostenere il previsto livello di distribuzione delle fonti green, in particolare, i sussidi statali dovrebbero crescere dai 101 miliardi di dollari totali del 2012 a 220 miliardi nel 2035.

Nonostante la stima di crescita per le energie “pulite”, comunque, si prevede, le emissioni di CO2 legate all’energia aumenteranno del 20% entro il 2035, con il rischio di un aumento della temperatura media globale di 3,6 ° C, molto al di sopra del limite di 2 gradi fissato dalla comunità scientifica internazionale.

Al di là dell’incremento delle fonti rinnovabili, secondo la IEA nel 2035 i combustibili fossili copriranno ancora il 76% della domanda totale di energia (era l’82% del 2011) e, in particolare, il 57% di quella elettrica (contro il 68% del 2011). Spiega il direttore esecutivo dell’IEA, Maria van der Hoeven:

Grandi cambiamenti stanno emergendo nel mondo dell’energia, in tema di variazioni della domanda, sforzi di decarbonizzazione e scoperte tecnologiche. Abbiamo gli strumenti per affrontare tale cambiamento profondo del mercato.


Immediato il commento del WWF, secondo il quale il World Energy Outlook ribadisce la necessità di muoversi verso le energie rinnovabili per evitare ulteriori future emissioni di gas serra.

Per questo l’associazione ha chiesto ai Governi nazionali un segnale forte a favore di energie rinnovabili ed efficienza energetica, a cominciare dalla eliminazione degli incentivi per i combustibili fossili. Commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del Wwf Italia:

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, e la Aie è troppo ottimista circa le nuove fonti di energia come lo shale gas Abbiamo bisogno di lasciare più di due terzi di tutti i combustibili fossili esistenti nel sottosuolo per avere buone possibilità di evitare che il riscaldamento globale arrivi a livelli pericolosi.

martedì 15 ottobre 2013

Energie rinnovabili: boom di brevetti, battute fonti fossili

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)
 
 
Produrre e utilizzare energia rinnovabile non è più un’avventura imprenditoriale, come qualche anno fa, ma una necessità. A dirlo è una recente ricerca del MIT, che analizza l’andamento dei brevetti energetici degli ultimi anni. In una sola generazione, l’espansione dell’energia pulita è riuscita a eclissare i combustibili fossili: lo dimostra il numero di brevetti registrati prevalentemente negli USA, in Cina e in Giappone.

Secondo il report del MIT, negli Stati Uniti, dal 2009 in poi il numero dei brevetti annuali per rinnovabili supera i 1000, a fronte dei 300 registrati negli anni precedenti al 2000: allo stesso tempo, il numero dei brevetti per tecnologie basate su carbone, gas o petrolio è salito a 300, contro i 100 degli anni precedenti.

Secondo gli analisti, a livello mondiale il numero di brevetti basati sull’energia eolica è aumentato del 19% ogni anno, mentre i brevetti bastati sul solare sono aumentati del 13% tra il 2004 e il 2009. Jessika Trancik, professoressa al MIT e co-autrice della ricerca, ha spiegato:

È un’ottima notizia che dimostra come ci sia molto slancio in questo settore, grazia ai finanziamenti per la ricerca e alla crescente domanda di mercato.


Non solo Stati Uniti però: sono Giappone e Cina ad avere le migliori previsioni in materia di tecnologie rinnovabili brevettate o da brevettare. Il Giappone ha il record di brevetti solari, mentre la Cina, negli ultimi anni, sta registrando più brevetti di qualsiasi altro Paese al mondo. Joel Makower, direttore esecutivo di GreenBiz.com, ha dichiarato:


Ci sono possibilità quasi illimitate di innovazione e questo lo vediamo attraverso la quantità e la varietà dei brevetti: le tecnologie solari in particolare continueranno a migliorare, fino a darci la possibilità di indossarle inserendole nei tessuti.

Makower spiega come la domanda che arriva da grandi hub come Google e Apple ha dato una spinta eccezionale al settore, dal momento che queste grandi aziende non possono più migliorare la loro efficienza se non passando attraverso i data base alimentati da fonti alternative.

In questo scenario gli Stati Uniti non vogliono perdere il primato degli anni passati sui brevetti. Secondo quanto riportato dalla Casa Bianca l’elettricità prodotta grazie a sole e vento è raddoppiata negli ultimi 4 anni: inoltre, Obama ha recentemente chiesto un ulteriore raddoppio entro il 2020.

lunedì 7 ottobre 2013

Sistemi di accumulo: le tecnologie

(Fonte:GreenStyle.it-Sergio Ferraris)
 
 
 
 
Per capire al meglio quali siano le tecnologie relative all’accumulo, e quindi pregi e difetti in relazione alle applicazioni, è necessario analizzarle al meglio. Le funzionalità delle diverse applicazioni, infatti, si distinguono in due macrocategorie come quella delle prestazioni in potenza e quella delle prestazioni in energia. La prima è relativa allo scambio di potenze elevate nell’arco di tempi brevi e con tempi di risposta altrettanto brevi, mentre la seconda riguarda i sistemi in grado di restituire una potenza costante per alcune ore.

I sistemi in potenza si dividono a loro volta in due categorie, quelli per i servizi di rete che assicurano funzionalità quali risorse per risolvere le congestioni, l’inerzia sintetica, la regolazione primaria di frequenza, la regolazione secondaria e terziaria, il bilanciamento e la regolazione di tensione, mentre la categoria appartenente alla “power quality” assicura la qualità della tensione e la continuità del servizio. Più complessa la composizione delle categorie relativa ai sistemi in energia che consentono una gestione time shift, l’integrazione con le fonti rinnovabili e la sicurezza del sistema elettrico. Si tratta tipologie che danno vantaggi sia all’utenza sia alla rete, vantaggi che in quest’ultimo caso andrebbero riconosciuti, magari con incentivi mirati, ma si tratta di un discorso che non appartiene all’aspetto tecnologico.

Il time shift, consente l’arbitraggio del prezzo energia, l’aumento della quota di autoconsumo, la riduzione della potenza impegnata e la flessibilizzazione delle curva di carico. Si tratta di funzionalità interessanti sotto il profilo dell’evoluzione del sistema elettrico, poiché permettono una maggiore libertà energetica, consentendo una riduzione dei prezzi unita a una maggiore stabilità. Ma è nel rapporto con le fonti rinnovabili che l’accumulo si esprime il meglio ed è su questo campo, assieme a quello relativo alla mobilità sostenibile che puntano le aziende. La sua integrazione con le rinnovabili, infatti, consente la risoluzione delle congestioni di rete, una regolarità del profilo d’immissione in rete – il noto sbilanciamento che è uno dei principali problemi delle fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico, e che suscita non poche polemiche – e la regolazione del profilo di scambio dell’interfaccia alta/media tensione. Da non sottovalutare, infine, la sicurezza del sistema elettrico che i sistemi in energia consentono.

Sul fronte delle tecnologie specifiche dei sistemi d’accumulo abbiamo i sistemi elettrochimici, quelli meccanici, quelli elettrici, quelli chimici e quelli termici. Ai fini elettrici le più interessanti sono le prime tre, ma bisogna considerare il fatto che è sulle tecnologie elettrochimiche che si stanno concentrando gli sforzi sia delle industrie, sia dei ricercatori, per due motivi. Il primo è legato alle economie di scala già presenti visto che molte batterie sono già utilizzate negli usi più disparati, mentre il secondo è quello legato alla possibilità di definizione degli obiettivi di ricerca poiché si tratta di apparati sui quali c’è già stata ampia sperimentazione. Si tratta di batterie a elettrolita acquoso, ad alta temperatura, al litio e a circolazione di elettrolita. In alcuni casi queste tecnologie sono già mature per altri utilizzi come quelli legati all’automotive (avviamento), alla logistica interna ad attività come quelle manifatturiere.

Una delle caratteristiche più importanti in generale delle batterie è la durata legata ai cicli di carica/scarica fattore che determina la vita delle batterie stesse in relazione all’utilizzo. Si va dagli 800 cicli delle batterie al piombo (elettrolita acquoso) ai 10.000 delle batterie redox a circolazione di elettrolita al vanadio, passando per i 5.000 di quelle al litio. Bisogna considerare, inoltre, che la ricerca sui cicli di vita in futuro sarà influenzata dal mercato. Considerando un utilizzo per l’accumulo domestico e un ciclo di scarica e carica quotidiano si va dai circa due anni di durata degli accumulatori al piombo ai 13,6 (teorici) di quelli al Litio. Se si dovessero sviluppare forme di mobilità elettrica diffuse assisteremo a uno sviluppo, per esempio nel caso del Litio, che punterà più alla diminuzione dei prezzi e all’aumento della capacità, rispetto all’incremento del numero dei cicli di carica/scarica, poiché già ora abbiamo una durata che è equivalente al periodo di vita del mezzo. Per il momento, visto che gli utilizzi e i relativi mercati sono ancora agli arbori è difficile capire quale strada sarò scelta e quale abbandonata.

venerdì 30 agosto 2013

Rinnovabili: l’Italia è il decimo mercato mondiale

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Grigis)
 
 
 
 
 
L’interesse tricolore verso le fonti rinnovabili è in costante crescita e anche il mercato sembra accorgersene. Secondo l’ultima classica elaborata dall’agenzia britannica Ernst & Young, lo Stivale si aggiudica la decima posizione fra i paesi più interessati all’impiego di energia solare, eolica o da altre fonti rinnovabili. Si tratta di un miglioramento di una posizione rispetto alla lista stilata un anno fa, che indica come il percorso della green energy sia un’investimento vincente per l’economia del nostro paese.

La classifica, chiamata Renewable Energy Country Attractiveness Index, analizza quando una nazione sia in grado di attrarre investimenti in energie rinnovabili sulla base di differenti fattori, dall’opportunità geografica alla presenza di normative specifiche di agevolazione. Con il suo decimo posto l’Italia ottiene un ottimo piazzamento, considerato come a superarla vi sia un nugolo di colossi economici difficili da battere. Lo Stivale è premiato innanzitutto per la convenienza morfologica del ricorso alle rinnovabili – la posizione geografica avvantaggia il ricorso al solare, soprattutto nelle zone del Sud Italia, così come lo stesso accade sulle coste per l’eolico classico e offshore – che per gli incentivi che negli ultimi anni spesso sono stati concessi per far crescere questo settore. Molto, però, deve essere ancora fatto.

Le prime tre posizioni del podio le conquistano Stati Uniti, Cina e Germania, a cui fa seguito il Regno Unito, cresciuto rispetto allo scorso anno grazie ad alcune politiche governative per sostenere l’energia pulita nei prossimi anni. Si ha quindi il piazzamento di Giappone, Australia, Canada, Francia, India e quindi dell’Italia.

Il Belpaese scalza dalla decima posizione il Belgio. Il tutto è dovuto alla crescita di energia rinnovabile da parte dei consumatori e a condizioni più favorevoli per i tassi di rendimento delle obbligazioni a lungo e a breve termine. Nella Top 20, infine, si posizionano buona parte delle nazioni europee come Spagna (13), Danimarca (14), Portogallo (17), Olanda (18) e Svezia (19), segno di come le politiche del Vecchio Continente in materia di implementazione delle fonti rinnovabili stia dando i primi buoni frutti.

giovedì 29 agosto 2013

Fotovoltaico in Germania: circa 50% in meno di installato nel 2013

Fotovoltaico in Germania: circa 50% in meno di installato nel 2013

(Fonte:QualEnergia.it)

 
 
 
Scenderà da 7,6 a 4 GW la potenza fotovoltaica installata in Germania nel 2013. Lo annuncia il Ministro dell’Ambiente tedesco Peter Altmaier, durante la ‘4th Handelsblatt Annual Conference’, tenutasi dal 26 al 28 agosto scorso a Berlino. Dopo tre anni di stabilità, in cui la Repubblica Federale ha mantenuto un range di connessioni tra i 7,4 e i 7,6 GW, nelle proiezioni future inizia ad intravedersi il riflesso delle scelte del governo Merkel, con la graduale diminuzione degli incentivi, che mensilmente continueranno a scendere dell’1,8% anche a settembre e a ottobre. Ricordiamo che raggiunta la soglia dei 52 GW, prevista al più tardi per l’inizio del 2018, l’erogazione di incentivi al fotovoltaico verrà interrotta.

Non è certo questo il primo indicatore della battuta d’arresto della crescita del fotovoltaico tedesco. Anche l’industria manifatturiera, infatti, già da diversi mesi dava segni di cedimento con le dichiarazioni di insolvenza di Q-cells, ASOLA e Conergy.

“Dopo le elezioni tedesche, sarà necessaria una nuova legge che regolamenti le energie rinnovabili, quella attuale non è aggiornata”, afferma Günter Oettinger, Commissario europeo per l’energia, durante la conferenza di Berlino. Secondo quanto riportato dalla compagnia tedesca di informazione internazionale Deutsche Welle, Oettinger auspicherebbe una nuova EEG (Erneuerbare Energien-Gesetz), la legge tedesca sulle rinnovabili, che indirizzi gli incentivi di fotovoltaico, eolico e biomasse al potenziamento delle infrastrutture, alle nuove tecnologie di accumulo e solo successivamente all’incremento della potenza installata. Il Commissario europeo riterrebbe inoltre fondamentale garantire, con leggi uniformi nei 28 Stati membri, un mercato europeo unitario dell’energia. I partiti all’opposizione del governo vigente ritengono che questo possa ridursi al mero tentativo di eliminare definitivamente la EEG. Per ora l’unica certezza è che il peso nell'energia solare della Germania verrà sensibilmente ridimensionato a livello mondiale.

In base ai dati riportati dall’EPIA nel Global Market Outlook for Photovoltaics 2013-2017, negli ultimi tredici anni la Germania si era confermata ben sette volte come paese con il numero più alto di connessioni FV alla rete, detenendo nel 2012 il 44% della potenza di energia solare in Europa, seguita dal 20% dell’Italia.



Il forte rallentamento della crescita del fotovoltaico tedesco, in linea con l’intento del Governo di tenere sotto controllo la produzione di energia solare nel paese, non disattende le previsioni degli analisti. EuPD Research, infatti, già da febbraio 2013 prevedeva per la Germania un totale installato di 3,9 GW. Il concretizzarsi a livello mondiale di questa ipotesi cederebbe il primato alla Cina che, se nel 2012 aveva già installato 5 GW, si pone come obiettivo al 2013 un'ulteriore potenza installata di 10 GW. Nello scenario proposto dall’EPIA, European Photovoltaic Industry Association, in una prospettiva al 2017, il mercato europeo si stabilizzerà nel 2013 intorno ai 16-17 GW, per poi tornare lentamente ai 25-28 GW/anno nei prossimi cinque anni. Se si confermassero queste cifre, il mercato mondiale annuale potrebbe superare 84 GW nel 2017, anche se solo un terzo di questa potenza sarebbe in Europa.



La potenza FV in Germania nel 2012 rappresentava in Europa il 65% degli impianti a terra, il 32% del settore industriale e il 49% del settore commerciale. Come detto, nei prossimi anni a garantire la crescita del mercato globale del fotovoltaico saranno invece per i due terzi i paesi extraeuropei emergenti. Un riassestamento dell’asse energetico, dapprima eurocentrico, che ora si orienterà verso Cina, Australia, India e Israele che già dal 2010 hanno inaugurato la stagione solare; a questi paesi si aggiungeranno Messico, Sud Africa e Cile che probabilmente sbocceranno entro i prossimi cinque anni.

mercoledì 28 agosto 2013

Arbor House: la casa ecologica che fa bene alla salute

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Grigis)
 
 
 
 
L’edilizia sostenibile prende sempre più piede e in quel di New York è già realtà. Dopo l’inaugurazione avvenuta lo scorso febbraio, l’Arbor House è ora pronta ad accogliere 124 famiglie nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute degli inquilini. Un progetto innovativo che ha riscosso un successo inimmaginabile, il primo passo per costruzioni sempre più amiche dell’ambiente e per nulla pericolose per l’uomo.

La struttura sorge nel Bronx e la scelta di questo quartiere è tutt’altro che casuale: l’Arbor House, infatti, vuole essere il simbolo della rinascita di una zona purtroppo famosa in tutto il globo per le difficili condizioni di vita a cui sono costretti gli abitanti. La struttura, che si estende su una superficie di oltre 11.000 metri quadrati, vede il ricorso a materiali di riciclo e a chilometro zero, oltre all’implementazione di tutti gli standard più moderni per lo sfruttamento dell’energia rinnovabile, a partire dal solare. Un edificio all’avanguardia che non è però pensato per i grandi portafogli: i 124 appartamenti sono stati consegnati a famiglie dal ceto medio, privilegiando inquilini con problemi di salute quali obesità, diabete e disfunzioni cardiache.

Sì, perché l’obiettivo dello straordinario palazzo non è solo quello di ridurre l’inquinamento, ma anche di invitare le persone a uno stile di vita più sano. Così è disincentivato l’utilizzo degli ascensori, affinché gli inquilini facciano più movimento, e sul tetto è montata una serra in grado di provvedere ai bisogni di frutta e verdura di tutti gli abitanti e, anzi, di produrre anche un surplus che verrà consegnato ai bisognosi e alle associazioni no profit del quartiere. La terrazza verde, inoltre, abbatte il tasso di CO2 proveniente dalle quotidiane routine dei suoi abitanti, rendendo l’Arbor House prossima all’impatto zero.

Non è però tutto: con il crescente verificarsi di patologie respiratorie dovute allo smog dei grandi centri cittadini, per l’Arbor House si è deciso di far ricorso a vernici speciali e anallergiche, oltre a una speciale hall con un sistema di filtraggio e circolazione forzata dell’aria fresca. Un toccasana per chi da anni è costretto all’uso di mascherine, spray e farmaci antistaminici per garantire una corretta funzionalità polmonare.

giovedì 25 luglio 2013

Rinnovabili: aumenta del 19% il contributo green in Uk

Rinnovabili: aumenta del 19% il contributo green in Uk

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
 
 
Aumenta il contributo delle rinnovabili in Uk, che producono sempre di più anche grazie alla crescita vertiginosa del contributo dell’eolico che fa avvicina re il paese al raggiungimento degli obiettivi energetici imposti dall’Europa. Aumenta la produzione di energia da fonti rinnovabili nel Regno Unito. Il nuovo mix ha potuto contare sul contributo delle energie alternative, aumentato del 19%, anche se i dati rilasciati oggi dal governo dimostrano che è cresciuto anche il consumo di carbone.
Il documento presentato dal DUKES britannico ha confermato che l’aumento della produzione di energia da fonti green ha avuto un impatto dell’11,3% sull’intera produzione elettrica del paese, un ottimo risultato che conferma il boom delle energie alternative in corso nel paese.

I dati hanno confermato anche che le energie rinnovabili hanno rappresentato il 4,1 per cento del consumo totale di energia l’anno scorso, contro il 3,8 per cento dell’anno precedente.

Un portavoce del Dipartimento di Energia e Cambiamenti Climatici (DECC) appresi i dati contenuti nel rapporto ha dichiarato che la performance è stata “molto incoraggiante”, aggiungendo che con i nuovi incentivi il governo prevede di offrire una nuova ondata di investimenti e quindi il Regno Unito resta sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo UE di generare il 15 per cento dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2015.

Un grande contributo all’incremento della produzione a basse emissioni è arrivato dal settore eolico: gli impianti offshore sono cresciuti del 46% mentre l’eolico su terra ha aumentato la propria presenza del 17%. “Questi dati confermano le tendenze recenti abbiamo visto che mostrano le energie rinnovabili, e in particolare il vento, stanno giocando un ruolo sempre più importante nella nostra produzione di elettricità”, ha detto Maf Smith, vice amministratore delegato di RenewableUK ricordando la recente inaugurazione del parco eolico offshore più grande del mondo, il London Array.

Assosolare e Aper si uniscono: nasce AssoRinnovabili

Assosolare e Aper si uniscono: nasce AssoRinnovabili

 (Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)
 
 
 
La notizia è ora ufficiale: Aper e Assosolare hanno concluso la fusione, dando vita a AssoRinnovabili. Dopo la delibera del 2 luglio scorso, in cui i soci di Assosolare hanno approvato all’unanimità la decisione di passare ad Aper, è di oggi la notizia della fine delle operazioni e del cambio di nome della società in AssoRinnovabili.

Non solo il nome, ma anche lo statuto di Assosolare è stato modificato, per permettere una riorganizzazione più efficiente del nuovo soggetto: Giovanni Simoni, presidente di Assosolare, diventa vicepresidente della neonata società, mentre alla guida ci sarà Agostino Re Rebaudengo, che ha commentato così:

Siamo certi che questo importante passaggio contribuirà a sostenere meglio le prossime azioni per l’introduzione di un’adeguata disciplina sugli sbilanciamenti, per la regolamentazione dei Sistemi Efficienti d’Utenza e, in genere, per promuovere gli interessi di un settore che è ormai diventato un pilastro del Paese.

Da Assosolare, 6 soci su 60 sono entrati negli organi associativi del nuovo soggetto, che dovrà affrontare le sfide legate ai mutamenti del sistema energetico. Plauso anche dal vicepresidente, Simoni, che ha spiegato:

Era giunto il momento di mescolarci con le altre filiere rinnovabili. Nessuna filiera può pensare di affrontare in autonomia le sfide che ci attendono nei prossimi anni in termini di integrazione nelle reti e di sviluppo di nuove tecnologie smart come gli accumuli, il controllo e la gestione delle utenze.

martedì 16 luglio 2013

Conto termico: via al portale per accesso diretto a incentivi

Conto termico: via al portale per accesso diretto a incentivi 

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Da ieri è possibile presentare le richieste di accesso diretto agli incentivi del Conto termico, utilizzando l'apposita Scheda-domanda pubblicata sul sito internet del Gse
 
Il Gestore dei servizi energetici comunica che a partire da ieri, martedì 15 luglio, è possibile presentare le richieste di accesso diretto agli incentivi del Conto energia termico, utilizzando l'apposita Scheda–domanda pubblicata sul sito internet del Gse, seguendo le modalità indicate nelle Regole Applicative del D.M. 28 dicembre 2012. La richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento; nel caso in cui l’intervento sia stato concluso nel periodo intercorrente tra il 3 gennaio 2013 e la data odierna, il termine di 60 giorni decorre da oggi, 15 luglio 2013. Le richieste dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica mediante l’applicazione informatica Portaltermico disponibile collegandosi all'Area Clienti del Gse.

lunedì 15 luglio 2013

Da Intesa Sanpaolo 650 milioni per ambiente ed energie rinnovabili

Da Intesa Sanpaolo 650 milioni per ambiente ed energie rinnovabili

(Fonte:InfobuildEnergia.it)
 
 
 
 
La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito sei nuovi accordi per finanziamenti a medio-lungo termine, destinati a imprese italiane, per un importo complessivo pari a 661 milioni di euro, dedicati in particolare a sei settori di intervento, oltre ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (PMI), parte delle linee saranno messe a disposizione per investimenti delle aziende attive nel comparto delle energie rinnovabili.

In particolare gli accordi sottoscritti riguardano:

Energie rinnovabili (100 milioni di euro)

Tramite Mediocredito Italiano e Leasint, entrambe società del gruppo Intesa Sanpaolo, la BEI mette a disposizione 100 milioni di euro per il finanziamento di progetti nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica localizzati in Italia. Si tratta di uno dei pilastri dell’attività di prestito della Banca europea per gli investimenti, e rappresenta un rafforzamento degli accordi di settore già siglati con Intesa Sanpaolo nell’ultimo triennio.

Efficientamento energetico scuole Provincia di Milano (65 milioni di euro)

Di recente è stata anche perfezionata da BEI e Intesa Sanpaolo con la Provincia di Milano una linea di credito destinata al finanziamento di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici. Nel dettaglio, la linea di credito permetterà di finanziare i soggetti privati qualificabili come energy service companies (le cosiddette ESCO) che si aggiudicheranno i lotti lavori messi a gara dalla Provincia e riguardanti interventi di efficientamento energetico nelle scuole e negli edifici di proprietà dei comuni della Provincia di Milano (inclusa la città di Milano) e dei comuni della provincia di Monza e Brianza.

Ambiente (60 milioni di euro)

Linea di credito destinata al finanziamento di progetti di piccole e medie dimensioni per la “protezione ambientale” e per le “comunità sostenibili” (inclusa la rinnovazione urbana), promossi da enti locali ed altri enti di diritto pubblico o di diritto privato. Il prestito potrà essere utilizzato anche per il finanziamento di investimenti in capitale umano (nel settore della sanità e dell’istruzione), nel settore dell’energia o di altri progetti infrastrutturali situati nelle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013 nell'ambito dell'obiettivo "convergenza”.

Piccole e medie imprese (400 milioni di euro) i progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni di euro con durata massima di 15 anni. Gli interventi sono destinati a aziende attive in tutti i settori produttivi: agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi e potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Sono esclusi i progetti di puro investimento finanziario/immobiliare.

Prestiti agli studenti universitari (20 milioni di euro)

Parma social housing (16 milioni di euro) Si tratta di un prestito, destinato alla concessione di un finanziamento ad un Fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati, che ha in corso di realizzazione la costruzione di 408 unità abitative di edilizia residenziale sociale situate nel Comune di Parma.

martedì 9 luglio 2013

Energia, le rinnovabili supereranno il gas. Seconda fonte elettrica dopo il carbone

Energia, le rinnovabili supereranno il gas. Seconda fonte elettrica dopo il carbone 

 (Fonte:LaRepubblica.it-Antonio Cianciullo)
 
 
 
 
Maria van der Hoeven, direttrice dell’Iea (International Energy Agency), è arrivata a Roma con un messaggio molto chiaro che esporrà questa mattina in un incontro alla Farnesina: entro il 2016 a livello globale le rinnovabili supereranno il gas e doppieranno il nucleare diventando la seconda fonte elettrica dopo il carbone. E lo scenario non cambia guardando un po’ più avanti o un po’ più indietro. Nel 2012 l’elettricità prodotta dalle rinnovabili è stata superiore a quella consumata in Cina. Nel 2018 l’energia pulita aumenterà del 40% arrivando a coprire quasi un quarto del totale della produzione elettrica.
Non basta. Il rapporto appena reso pubblico dall’Iea (Medium-Term Renewable Energy Market Report) precisa che all’interno di questo 25% la quota delle nuove rinnovabili (quelle più innovative, escludendo l’idroelettrico tradizionale) continua a crescere: dal 2% del 2006 è passata al 4% del 2008 e arriverà all’8% nel 2018.

Maria van der Hoeven entra anche nel merito della polemica sulle misure di sostegno al modello low carbon spiegando che si può fare molto con poco a patto di non cambiare idea ogni 6 mesi mettendo in difficoltà le imprese: “Molte rinnovabili non hanno più bisogno di alti incentivi. Ma hanno ancora bisogno di politiche di lungo termine che consentano la formazione di un mercato affidabile e di una cornice di regole compatibile con gli obiettivi sociali”. E anche il poco necessario può essere a costo zero a patto di non regalare soldi a chi inquina: “A livello globale i sussidi ai combustibili fossili restano 6 volte più alti degli incentivi alle rinnovabili”.

Sapersi inserire con successo nelle filiere energetiche emergenti sarà determinate per le economie dei paesi di antica industrializzazione perché la pressione dei paesi di recente sviluppo è sempre più forte: sbagliare significare rischiare di essere tagliati fuori da un settore strategico. Due terzi della crescita delle rinnovabili nei prossimi 5 anni saranno concentrati nell’area non Ocse. Ma la crescita procede ancora tutto campo e lascia la gara aperta.

Dai dati IEA risulta che idroelettrico, geotermia e impianti di biomasse di grande taglia sono già competitivi nei luoghi in cui queste risorse abbondano. L’eolico tiene testa ai nuovi impianti a carbone o a gas in molto mercati e in particolare in paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda, la Turchia, e in alcune aree del Cile e del Messico. Il fotovoltaico risulta vincente, se si compara il costo del consumo sul posto ai prezzi dell’energia distribuita in rete, in Spagna, Italia, Germania del Sud, California del Sud, Australia e Danimarca.

Nel capitolo di approfondimento sul nostro Paese, il rapporto precisa che le rinnovabili hanno fornito nel 2012 il 31% della produzione elettrica lorda: con sole e vento che si aggiudicano oltre un terzo di questa quota (6% fotovoltaico e 4,5% eolico). Ma, avverte la Iea, lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è legato alla scioglimento di due nodi. Il primo è la rete di trasmissione, che deve essere fluidificata in particolare per collegare meglio Nord e Sud e permettere il migliore sfruttamento del potenziale eolico. Il secondo è il superamento delle difficoltà che frenano il consumo sul posto del fotovoltaico: “L’autoconsumo sarà un fattore chiave per la distribuzione nel medio termine”.

lunedì 8 luglio 2013

Fotovoltaico: toccherà 45 GW entro il 2014 secondo Deutsche Bank

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)
Buone notizie per il mercato fotovoltaico: dopo le previsioni negative pubblicate da molte agenzie, è Deutsche Bank a risollevare il morale dei produttori. L’istituto di credito tedesco ha rivisto gli outlook pubblicati, sottolineando come il mercato globale del fotovoltaico potrebbe arrivare a 38-40 GW entro quest’anno, toccando quota 45 GW entro il 2014.

Gli analisti di Deutsche Bank sono intervenuti a San Francisco, durante l’ormai celebre conferenza Intersolar, spiegando come la massiccia domanda proveniente da “mercati sostenibili”, come quello cinese, giapponese indiano e sudamericano, possa portare alla stabilizzazione della domanda.

Si ribaltano le previsioni negative fin qui annunciate: le analisi di Deutsche Bank vanno oltre quella già pubblicata da NPD Solarbuzz, che prevede per il 2013 il “livello record di 35,1 GW“.

Secondo Michael Barker, analista di NDP Solarbuzz, il mercato sta continuando a fare affidamento su quattro paesi chiave, Germania, USA, Cina e Giappone, che hanno rappresentato fin ora oltre il 60% della domanda mondiale di energia solare. Cina e Giappone, in particolare, dal 10% della domanda coperta tre anni fa, arriveranno a rappresentare il 45% della domanda globale entro il 2013. Barker ha spiegato:

Nel 2013, il numero di progetti fotovoltaici su larga scala completato esclusivamente nei due paesi determinerà il livello di crescita annuale del settore, e chiarirà di quanto la domanda globale possa superare il limite dei 35 GW.

Secondo Deutsche Bank anche la situazione sul fronte approvvigionamenti potrebbe migliorare: i prezzi scenderanno anche e soprattutto a causa della crisi che i produttori di secondo e terzo livello stanno vivendo in Cina. Inoltre, ha spiegato l’analista, è importante arrivare alla stabilità delle politiche locali:

Ci aspettiamo che l’umore degli investitori migliori una volta che gli sbalzi della politica si siano esauriti: vi è evidenza incontestabile fra questi fattori e una maggiore sostenibilità nella crescita del mercato.

giovedì 27 giugno 2013

Produzione rinnovabili 2016: più del gas, il doppio del nucleare

Produzione rinnovabili 2016: più del gas, il doppio del nucleare

(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
 
 
 
Le rinnovabili sono le fonti che stanno crescendo più rapidamente e nei prossimi anni la crescita accelererà: entro il 2016, a livello mondiale, la produzione elettrica delle fonti pulite supererà quella del gas e sarà il doppio di quella del nucleare. Le rinnovabili saranno così seconde solo al carbone. A prevederlo è l'ultimo Medium-Term Renewable Energy Market Report della International Energy Agency uscito ieri (executive summary e slide allegati in basso).

Grazie ai costi in calo e al forte sviluppo anche nei mercati emergenti, almeno dal punto di vista dell'aumento dell'energia verde, siamo così sulla giusta traiettoria per contenere il riscaldamento globale entro i 2 °C: la crescita prevista infatti è in linea con lo scenario Energy Technology Perspectives 2012 disegnato dalla stessa IEA. Ma non bisogna sedersi sugli allori: tagli agli incentivi e incertezza normativa potrebbero rallentare lo sviluppo, avverte l'Agenzia.

Da qui al 2018, si legge nel report, la produzione elettrica da rinnovabili crescerà del 40%, il 6% all'anno, passando da 4.860 TWh a 6.850 Twh e dal 20 al 25% della domanda mondiale. La potenza installata salirà 1.580 GW del 2012 a 2.350 GW nel 2018:



La crescita prevista per i 5 anni a venire è dunque del 50% più grande di quella vissuta nel periodo 2006-2012 (grafico sotto) La IEA rivede al rialzo anche la previsione del Medium-Term Renewable Energy Market Report dell'anno scorso: le rinnovabili al 2017 produrranno 90 TWh in più di quanto si ipotizzava 12 mesi fa.



In aumento, anche se con tassi minori rispetto all'elettricità rinnovabile, l'uso dei biocarburanti nei trasporti: +25% dal 2012 al 2018 e dal 3,4 al 3,9% della domanda globale di carburante per trasporto. Cresceranno del 24% nello stesso periodo le rinnovabili termiche (biomasse tradizionali escluse) che arriveranno a soddisfare il 10% della domanda di calore mondiale, dall'8% attuale.

Se l'idroelettrico continua a fare la parte del leone nella produzione elettrica, ad aumentare più rapidamente saranno le fonti “nuove”. Le rinnovabili idro escluso raddoppieranno infatti la loro quota sulla produzione mondiale, passando dal 4% del 2012 all'8% nel 2018. Una tendenza che vediamo già nei dati del 2012, quando l'aumento anno su anno della produzione delle rinnovabili idroelettrico escluso è stata il doppio di quella delle rinnovabili indoelettrico incluso: 16% contro 8,2%. Lo sviluppo delle fonti pulite sarà poi sempre più diversificato geograficamente: i paesi non OECD conteranno per due terzi della crescita prevista. In Europa invece lo sviluppo rallenterà (vedi grafico) ma comunque le nuove installazioni da rinnovabili peseranno per il 60% del totale e saranno il triplo di quelle a gas.



A spingere la crescita sarà il calo dei prezzi. Se geotermia e idroelettrico, come sappiamo, sono già competitive rispetto alle fonti fossili e al nucleare, anche sole e vento in certi mercati già ora possono reggere il confronto senza incentivi. L'eolico a terra ad esempio in alcune situazioni ha raggiunto costi del kWh (LCOE) che lo rendono più economico delle nuove centrali a fonti fossili: sta già succedendo in Brasile, Australia, Turchia e Nuova Zelanda, mentre in altri mercati come Sud Africa, Cile e Messico ci siamo quasi. Il fotovoltaico invece è già l'opzione energetica più conveniente nei paesi produttori di petrolio, se si considera l'opportunità di vendere il greggio così risparmiato. La grid parity, cioè la convenienza a prodursi l'elettricità con il FV rispetto ad acquistarla dalla rete, poi, riporta la IEA, è già raggiunta in Spagna, Italia, Germania meridionale, California e Danimarca.



Le prospettive, insomma, sono buone ma le energie pulite, seppur sempre più competitive, restano vulnerabili all'incertezza normativa. Come ricorda la direttrice esecutiva della IEA Maria van der Hoeven: “Diverse fonti rinnovabili non hanno più bisogno di incentivi. Ma hanno ancora bisogno di politiche a lungo termine che permettano di avere un mercato stabile e prevedibile e una cornice normativa compatibile con gli obiettivi della società. Mentre i sussidi alle fonti fossili rimangono 6 volte quelli delle rinnovabili”.

Abi: più rinnovabili ed efficienza per la ripresa

 Abi: più rinnovabili ed efficienza per la ripresa

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La terza edizione del Forum dell'Associazione bancaria italiana ha avuto come titolo “Green energy 2013 – Energia, ambiente, credito. Lo sviluppo del Green nel terziario” e ha affrontato i temi legati alla green economy per il rilancio dell'economia italiana


Più investimenti nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica per rimettere in moto l'economia italiana. E' stato il tema della terza edizione del Forum Abi (Associazione banciaria italiana), intitolato “Green energy 2013 – Energia, ambiente, credito. Lo sviluppo del Green nel terziario” in collaborazione con Abi Energia, Competence center Abi Lab su energia e ambiente.

Secondo quanto emerso nel corso del forum, il settore della green economy rappresenterà un notevole volano di investimenti per la crescita anche nel prossimo futuro; gli investimenti stimati al 2020 per le rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica ammontano a circa 110-130 miliardi di euro. In questo scenario e in un quadro di regole certe, il settore bancario è pronto a fare la propria parte svolgendo un duplice ruolo: da un lato, soggetti finanziatori di nuovi impianti e della relativa filiera di produzione; dall’altro, soggetti utilizzatori di energia, impegnati a garantire la continuità dei servizi offerti. Infatti, l’indagine condotta dall’Osservatorio rinnovabili – coordinato da ABI e ABI Energia – i cui risultati sono inseriti nel rapporto “Le banche e la green economy”, mostra che nel periodo 2007- 2012 le principali banche operanti in tale comparto, e partecipanti alla rilevazione, hanno assunto impegni di finanziamento per circa 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 miliardi di euro negli ultimi due anni. Nel medesimo rapporto viene anche evidenziato il ruolo delle banche nello sviluppo di una Green Economy non solamente dal punto di vista dell’attività di finanziamento ma anche attraverso l’implementazione di progetti green al proprio interno, sia in termini di ottimizzazione dei processi che di investimenti realizzati presso il parco immobiliare gestito.

Le sole segnalazioni giunte dalle banche partecipanti alla rilevazione su interventi di efficienza energetica realizzati dal 2008 al 2012 hanno sviluppato un risparmio di energia elettrica complessivo superiore a 2 mln di kWh. Il settore delle rinnovabili resta di grande interesse per il mondo bancario, considerandone i volumi di sviluppo: dal 2009 al 2011 si è assistito a una crescita straordinaria di tale mercato, che è continuata anche nel 2012. Secondo le stime diffuse dal Gse a marzo 2013 (su dati Terna/Gse), nel 2012 gli impianti alimentati con fonti rinnovabili hanno raggiunto una potenza efficiente lorda pari a 47.092 Mw e una produzione lorda complessiva di oltre 92.000 GWh (con un incremento di oltre 10.000 Gwh rispetto al 2011).

mercoledì 26 giugno 2013

Orlando: rinnovabili settore strategico per l’Italia

Orlando: rinnovabili settore strategico per l’Italia

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
Il ministro dell’Ambiente ha dichiarato di voler creare le condizioni per lo sviluppo delle rinnovabili, attraverso un quadro di regole uniformi e stabili nel tempo e mettendo in stand-by le centrali più inquinanti

“La ricerca di un nuovo equilibrio nelle relazioni fra economia, società, ambiente e istituzioni non può essere più considerato il tema di poche anime belle di visionari, di una minoranza allarmata e militante di ambientalisti. L’Ambiente deve essere una priorità economica e sociale dell’azione di questo esecutivo”. Ad affermarlo è stato il ministro Andrea Orlando, durante l’audizione di ieri pomeriggio alla Commissione Ambiente del Senato.

Tra le priorità descritte dall’Onorevole, le energie rinnovabili rappresentano un obiettivo strategico che l’Italia deve continuare a perseguire: se da un lato il sistema di incentivi è risultato troppo accelerato e talvolta distorto, dall’altro l’Italia non può permettersi di “fermare un settore strategico per il futuro, come sta purtroppo già accadendo, con il rischio di perdere ulteriori posti di lavoro”.

La parole d’ordine, allora, dovrà essere da oggi in poi “generazione distribuita”, intesa come capacità di autoproduzione energetica, sorretta da una rete di distribuzione intelligente (smart grid). Ma per raggiungere tale ambizioso obiettivo sarà necessario da un lato mettere in stand-by le centrali più inquinanti per dare una maggiore continuità alle rinnovabili e dall’altro creare le condizioni per uno sviluppo delle energie alternative senza incentivi. Ciò si traduce in una semplificazione burocratica, in un quadro di regole uniformi sul territorio nazionale e stabile nel tempo, in misure che promuovano sistemi efficienti di utenza e di accumulo.

“La tutela e la valorizzazione dell’ambiente, la riconversione verso uno sviluppo sostenibile, l’alta qualità della vita come obiettivo primario della politica, sono proprio le sfide del futuro della nostra Repubblica”, conclude il ministro. “L’Italia delle bellezze, anche naturali e paesistiche, l’Italia del viver bene, deve vincere sull’Italia arretrata delle brutture e delle ingiustizie sociali”.

Internazionalizzazione aziende: Aper guarda al Marocco

Internazionalizzazione aziende: Aper guarda al Marocco 

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
L'Associazione dei produttori di energia rinnovabile lancia un nuovo ciclo di incontri dedicati alle opportunità di investimento in Marocco per le aziende italiane

 
Opportunità di investimento all'estero per le imprese italiane nel campo delle rinnovabili. Aper (Associazione produttori dei energia rinnovabile) lancia un nuovo ciclo di incontri dedicati all'internazionalizzazione delle aziende del nostro Paese, il cui primo appuntamento sarà focalizzato sul Marocco: si terrà giovedì 11 luglio a Milano nella sala Convegni della sede Aper, in via Pergolesi, 27. L’evento è organizzato in partnership con l’istituto milanese Althesys, il cui supporto scientifico ed esperienza forniranno ai partecipanti gli elementi chiave per valutare la possibilità di avviare nuovi investimenti nei mercati internazionali.

Il percorso formativo si aprirà con un intervento a cura diell'economista Alessandro Marangoni dedicato al quadro regolamentare, alle potenzialità di mercato ed agli economics delle rinnovabili in Marocco. Seguirà un intervento dell’Associazione RES4Med che offrirà una panoramica del ruolo delle FER nel Mediterraneo, mentre Enel Green Power porterà la sua esperienza di operatore che ha già effettuato investimenti in loco. Concluderà l’incontro A. El Hafidi, direttore del Dipartimento “Energia Elettrica e Fonti Rinnovabili” al Ministero dell’Energia marocchino, che illustrerà i programmi del Governo per lo sviluppo delle FER. Nei prossimi mesi completeranno il ciclo gli approfondimenti su Romania e Turchia.