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martedì 20 maggio 2014

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
Nel 2013, il settore delle rinnovabili ha offerto un impiego a circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo. A rivelarlo è l’Agenzia per le energie rinnovabili IRENA nel suo “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2014”. Il rapporto sottolinea l’importante ruolo che le green energy continuano a svolgere nella creazione di occupazione e sviluppo dell’economia globale.

 
La complessiva revisione annuale indica una crescita costante del numero di posti connessi al settore, che ha aggiunto in un solo anno 800mila nuovi green job. “Con 6,5 milioni di persone direttamente o indirettamente impiegate nelle rinnovabili, il comparto sta dimostrando di non essere più una nicchia, bensì d’essere divenuto un vero e proprio datore di lavoro a livello mondiale”, ha commentato Adnan Z. Amin, direttore generale di IRENA.
Il dato occupazione è stato plasmato da una serie di fattori: gli spostamenti regionali, i riallineamenti del settore, la crescente concorrenza e i progressi nelle tecnologie e nei processi di produzione 2013. I più grandi “datori di lavoro verde” a livello mondiale risultano essere, in ordine, la Cina, il Brasile, gli Stati Uniti, l’India, la Germania, la Spagna e il Bangladesh, mentre analizzando il comparto settore per settore, risultano maggiori possibilità di impiego nel fotovoltaico, quindi nei biocarburanti, eolico, biomasse e biogas. “Crescente domanda di solare fotovoltaico in Cina e in Giappone sta accrescendo l’occupazione nel settore dell’installazione e allentando alcune preoccupazioni in merito all’eccesso di offerta dei moduli”, spiega Rabia Ferroukhi, a capo della divisione, politica e finanza a IRENA e autore principale del rapporto. “Di conseguenza alcuni produttori cinesi stanno creando nuova capacità”. Nel settore eolico, la Cina e il Canada hanno fornito impulsi positivi, mentre le prospettive per gli Stati Uniti rimangono miste, offrendo al contrario grandi opportunità nel settore dei biocarburanti al pari del Brasile.

martedì 13 maggio 2014

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I tecnici hanno appena finito di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della Casa Bianca, realizzando un progetto del presidente Obama, che vuole essere di esempio per il popolo americano rendendo ecologica e tecnologicamente avanzata la sua dimora. Il proposito era stato annunciato già nel 2010, ma solo alla fine del 2013 è stato realizzato.
Anche se per motivi di sicurezza non è stato dichiarato il costo e il numero dei pannelli, si sa che produrranno 6,3 kW di energia elettrica sottoposti a luce diretta e che sono stati installati su supporti metallici assicurati al tetto mediante colla epossidica.

Obama vuole essere d’esempio per sensibilizzare le famiglie americane sull’importanza dell’indipendenza energetica dagli altri stati e la riduzione delle emissioni responsabili del riscaldamento globale.
La convenienza oltre che ambientale e politica è anche economica, infatti in soli 8 anni, due mandati presidenziali, i pannelli ripagheranno la spesa per l’acquisto e l’installazione.

“Essendo alla Casa Bianca, abbiamo alcuni problemi di sicurezza. Non è stato possibile coprire l’intero tetto, anche se dal punto di vista del risparmio energetico sarebbe conveniente” spiega James Doherty, usciere della Casa Bianca.

Nonostante l’impegno del presidente per lanciare un messaggio virtuoso, gli ecologisti americani trovano questo intervento tardivo, il gruppo ambientalista 350.org ha trovato il progetto significativo ma anche tristemente in ritardo.
Bill McKibben, scrittore, giornalista e attivista del gruppo, dichiara sarcasticamente: “Con questo ritmo risolveremo il problema del riscaldamento globale quando saremo già 30 metri sott’acqua”.

Barack Obama non è il primo ad aver scelto le energie rinnovabili per il palazzo presidenziale, Jimmy Carter spese 30 mila dollari per un impianto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua negli anni ’70 per gli uffici dell’aula ovest, ma l’impianto fu dismesso 7 anni dopo dal suo successore Ronald Reagan quando si trasferì alla Casa Bianca. George W. Bush installò pannelli solari su alcuni edifici secondari del palazzo e per ottenere acqua calda per la piscina.

martedì 22 aprile 2014

Rinnovabili e riciclo per l’anima ambientalista di Apple

Rinnovabili e riciclo per l’anima ambientalista di Apple

(Fonte:Rinnovabili.it)


Tutti gli store Apple sono pronti ad abbracciare la nuova filosofia della sostenibilità.Nel tentativo dichiarato di dare maggior attenzione alla tutela ambientale, la società di Cupertino ha annunciato di voler offrire la possibilità a quanti possiedano un prodotto Apple, usato o rotto, di poterlo conferire gratuitamente nei negozi della celebre mela bianca, destinazione riciclo. Un progetto importante se si considera che l’azienda possiede ben 420 punti vendita e nel mondo e non tutti sono situati in paesi come l’Italia dove vige ormai da tempo la norma dell’uno-contro-uno per i rifiuti elettrici ed elettronici.

Il nuovo programma di riciclo sarà valido sia online (sul sito Apple) che direttamente negli Store dove gli utenti potranno anche ottenere in cambio un accredito direttamente sul proprio conto corrente, in caso di prodotti ancora in buono stato. L’iniziativa è stata presentata in concomitanza con il lancio del nuovo spazio “ambientalista” sul sito web della Apple http://www.apple.com/environment/, in cui la società rinnova anche un’importante promessa: quella di aumentare la propria dipendenza da fonti energetiche alternative, alimentando tutti i suoi negozi, uffici e data center con le rinnovabili.
“Ciò che l’azienda intende fare è usare tutta la sua innovazione ed esperienza per rendere il pianeta più sicuro e rendere l’ambiente migliore”, ha commentato Lisa Jackson, vice presidente per le iniziative ambientali di Apple. Come ricorda la società, che in occasione dell’Earth Day tingerà di verde il logo dei propri negozi, già oggi tutti e quattro i suoi data center - che si trovano in North Carolina, Oregon, Nevada e California – fanno affidamento elusivamente su biogas, energia solare, eolica ed idroelettrica, mentre sono circa 120 i punti vendita negli Stati Uniti ad essere alimentati completamente dalle green energy. La ciliegina sulla torta? Apple sta realizzando a Cupertino la sua nuova sede, una speciale “astronave ecofriendly” che è pronta a diventare il miglior edificio per uffici del mondo.

mercoledì 16 aprile 2014

Coordinamento FREE: in bozza decreto efficienza due articoli non pertinenti

Coordinamento FREE: in bozza decreto efficienza due articoli non pertinenti

(Fonte: ZeroEmission.it)
 
 
«Seguendo una prassi purtroppo consolidata, nella bozza del decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea sull’efficienza energetica, all’articolo 11 si introducono due commi che non solo nulla hanno a che vedere con l’oggetto del provvedimento, ma chiedono all'Autorità per l’energia di modificare radicalmente due cardini dell’attuale normativa che disciplina il mercato elettrico: il meccanismo con il quale si forma il prezzo all'ingrosso del kWh e la tariffa per i consumatori tutelati».

Questo il commento del Coordinamento FREE alla bozza di Decreto legislativo presentata dal governo per il recepimento della Direttiva Europea sull’efficienza energetica. «Non è accettabile che, in modo surrettizio, in una sede non pertinente, si cerchi una scorciatoia per affrontare questioni che, per la loro importanza, richiedono un confronto preliminare con tutte le parti interessate e con gli esperti della materia – prosegue il Coordinamento FREE -. Chiediamo pertanto alle commissioni parlamentari competenti di pronunciarsi per la cancellazione dei due commi per evidente estraneità alla materia oggetto del provvedimento».

Il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) è un’associazione che raccoglie attualmente, in qualità di Soci, 29 associazioni in toto o in parte attive in tali settori, oltre a un ampio ventaglio di enti e associazioni che hanno chiesto di aderire come aderenti (senza ruoli decisionali) ed è pertanto la più grande associazione del settore presente in Italia. Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle associazioni e degli enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le istituzioni.

mercoledì 26 marzo 2014

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avverrà solo nel caso in cui l’Europa invii segnali forti e chiari ai mercati. Lo ha dichiarato il Comitato economico e sociale europeo (EESC) in occasione delle dichiarazioni rilasciate ieri ricordando che la trasformazione dovrà includere la forte espansione della generazione di energia da fonti rinnovabili e la sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone. Tutto questo sarà possibile solo grazie al supporto di un quadro normativo e di strumenti di mercato ad hoc, incluse tasse ambientali.

Strumenti di mercato che mirano a fissare un prezzo per le attività inquinanti per l’ambiente, in conformità con il “principio chi inquina paga” rivela i veri costi di produzione e di consumo premiando l’efficiena energetica e delle risorse e i comportamenti sostenibili.

“Al momento, l’uso di strumenti basati sul mercato nell’UE non è sufficientemente consistente e coerente. Gli Stati membri dell’UE non sfruttano appieno le opportunità che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in grado di offrire in termini di innovazione e modernizzazione dell’industria europea e di aumento dell’occupazione”, afferma Martin Siecker, relatore del parere dell’EESC sul tema Market-based instruments towards a resource-efficient and low-carbon economy in the EU.

“I prezzi dell’energia sono diventati una questione delicata a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica e sono percepiti come un peso piuttosto che parte della soluzione alla crisi finanziaria. Ma questo è lontano dalla verità però: l’utilizzo di strumenti basati sul mercato per promuovere la transizione verso una efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio non solo creano un’economia più verde, ma saranno anche in grado di sostenere la ripresa economica”, ha concluso Lutz Ribbe, co-relatore del parere dell’EESC.
Oggi l’Europa importa più di 500 miliardi di euro di gas e petrolio, in parte da regioni politicamente instabili. La sostituzione di importazioni di combustibili con energia a basse emissioni di carbonio generati nell’UE aumenterebbe la capacità di ripresa dell’economia europea e contribuirebbe a mantenere in forze i mercati dell’Europa. La riforma fiscale ambientale dovrebbe diventare parte integrante e permanente del semestre europeo, centrando l’adozione di adeguati prezzi per il carbonio nell’UE, ad un livello concordato a livello globale mentre particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla promozione dell’efficienza energetica.

martedì 11 marzo 2014

Green Italia: pieno sostegno al sindaco di Roma Ignazio Marino

Green Italia: pieno sostegno al sindaco di Roma Ignazio Marino

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
“Da cosa nascono gli attacchi concentrici contro Ignazio Marino, che governa la capitale da poco più di sei mesi? Non certo dal buco di bilancio, graziosa eredità di Alemanno che per due anni ha continuato a spendere centinaia di milioni che in base ad un decreto del governo Monti del 2011 non arrivavano più. No, Marino è sotto attacco per tutt'altro, e lo dimostra proprio la vicenda del decreto ‘salva-Roma’, caduto per il fuoco amico di chi nel centrosinistra vorrebbe costringere il sindaco a vendere l’Acea ai soci privati, Caltagirone in testa”. È quanto scrivono nel loro blog su “Huffington Post” Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esponenti di “Green Italia”. “Questo del ‘salva-Roma’ – si legge ancora nel blog di Della Seta e Ferrante - non è l'unico caso che vede Marino in aperto contrasto con i ‘poteri forti’ romani abituati da decenni a contrattare con le amministrazioni di turno ogni scelta pubblica che interferisca con le loro convenienze private. Ha chiuso la discarica di Malagrotta, di fatto esaurita da tempo ma ancora in funzione, mettendo fine prima ancora che intervenisse la magistratura a quarant'anni di monopolio della gestione dei rifiuti in capo a Cerroni. Ha cancellato le delibere varate da Alemanno che derogando dalle previsioni del piano regolatore avrebbero riversato un'ennesima colata di cemento su centinaia di ettari agricoli dell'agro romano e regalato immense plusvalenze ai padroni della rendita fondiaria, primo fra tutti il ‘solito’ Caltagirone. E ancora, Marino ha avviato la chiusura al traffico privato di via dei Fori Imperiali: scelta preannunciata a parole dai tempi del sindaco Petroselli ma mai attuata, svolta simbolica nella direzione di una città non più come oggi ostaggio di un rapporto tra auto e abitanti (un'auto ogni romano adulto) senza eguali in Europa e anche per questo priva di un decente sistema di trasporti pubblici. Questo le vere ‘colpe’ di Ignazio Marino, insieme a uno stile amministrativo che ha tolto spazio e potere a capi-corrente e capi-bastone vari”.

martedì 25 febbraio 2014

Rinnovabili e dissesto idrogeologico, Renzi: importanti per il Paese

Rinnovabili e dissesto idrogeologico, Renzi: importanti per il Paese

 
(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
Energie rinnovabili e dissesto idrogeologico non saranno di serie B per il Governo Renzi. Ad affermarlo lo stesso Presidente del Consiglio incaricato in occasione del discorso “a braccio” sostenuto ieri al Senato, durante il quale ha aperto alla presentazione di un piano industriale che comprenda due dei settori chiave della green economy.

Matteo Renzi nel suo discorso sembra voler fugare i dubbi emersi dopo la candidatura a ministro dell’Ambiente di Gian Luca Galletti, uomo politico di lungo corso, ma dalla poca familiarità con incarichi relativi al dicastero che andrà a occupare dopo il presumibilmente scontato via libera della Camera al Governo:

Nel piano per il lavoro che presenteremo a marzo ci sarà una sorta di piano industriale per i singoli settori: sulle energie alternative, intese non semplicemente come il sussidio o l’intervento su un singolo settore, ma come il bisogno di andare a inventarsi nuovi posti di lavoro; sulla chimica verde, sull’innovazione tecnologica applicata alla ricerca, sugli investimenti veri e profondi che si possono fare contro il dissesto idrogeologico in un Paese in cui abbiamo soldi bloccati e fermi, anche per responsabilità delle pubbliche amministrazioni, che gridano vendetta, non soltanto per ciò che stanno vivendo in queste ore il modenese o l’area di Olbia, ma anche per come in questi anni abbiamo dovuto vivere e con il fiatone certe emergenze che potevano essere affrontate in modo molto più semplice.


Necessaria una svolta reale su temi come energie rinnovabili e dissesto idrogeologico che non sono di secondo piano, prosegue Renzi, atteso però nei prossimi mesi alla prova dei fatti:

Davvero abbiamo ancora soldi fermi sulle casse di laminazione ed espansione, quando il mondo che sta cambiando rende così semplice intervenire in questa situazione? Davvero in alcune realtà del Paese ancora non sappiamo chi ha il potere di intervento sugli argini, per l’eccesso di funzioni tra le Regioni, le Province, i Comuni, le autorità d’ambito? Davvero pensiamo che questi siano temi di serie B, di cui non parlare perchè dobbiamo confrontarci soltanto parlando tra di noi delle nostre realtà quotidiane? Come facciamo a non prendere atto che anche su questo tema c’è bisogno di una svolta reale?

mercoledì 19 febbraio 2014

Celle solari più efficienti osservando le molecole foto sintetiche

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)

 
Osservare il comportamento delle singole molecole, durante il processo di raccolta e assorbimento della luce dei vari organismi biologici, potrebbe migliorare notevolmente la progettazione delle celle solari. A dirlo sono i ricercatori dell’American Institute of Physics, che hanno studiato diverse proteine antenna contenute in organismi foto sintetici.

Un complesso antenna è un insieme di proteine, la cui funzione è quella di aumentare l’area di un foto sistema in grado di intercettare fotoni e trasferire l’energia da questi al sistema. I ricercatori americani hanno utilizzato la ABEL trap di Cohen, tecnologia in grado di intrappolare le molecole: in questo modo hanno potuto osservare degli stati dei complessi molecolari atti a raccogliere la luce mai rilevati prima, che si manifestano a diversi gradi di raffreddamento.

Hsiang-Yu Yang, ricercatore del team, ha spiegato:

Grazie a questo approccio, siamo in grado di osservare meglio la capacità di un organismo molecolare di assorbire più luce in una situazione di scarsità e, al contrario, la capacità di moderarne l’assorbimento in condizioni di eccesso.

Il comportamento delle proteine antenna è in grado di rilevare come gli organismi riescano a mettere in atto comportamenti di “foto protezione”: lo studio, i cui dettagli saranno rilevati al 58esimo Annual Biophysical Society Meeting, potrebbe permettere un salto di qualità ai processi di costruzione delle moduli fotovoltaici.

Analizzando la transizione tra questi stati in una proteina antenna, stiamo cercando di capire il modo in cui l’organismo si protegge dai danni degli eccesso di luce: qualcosa di fondamentale per aumentare l’efficienza dell’assorbimento.

venerdì 7 febbraio 2014

Rinnovabili, efficienza energetica e CO2: i nuovi target dell’Europa per il 2030

(Fonte: GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
L’Europa rivede i suoi obiettivi ambientali per l’anno 2030, e questa volta prende un impegno importante. Dopo la proposta di qualche settimana fa che era sembrata un po’ troppo “morbida”, ieri il Parlamento Europeo ha votato un nuovo piano in linea con i target ambiziosi già quasi raggiunti per il 2020. Si tratta del nuovo piano che prevede obiettivi sulle rinnovabili, sul taglio delle emissioni e sull’efficienza energetica che ogni Stato membro dovrà raggiungere entro il 2030.

Se il piano accettato e sottoscritto per il 2020 fu ribattezzato “20-20-20″, quello per il 2030 si può chiamare “30-40-40″. Esso prevede infatti tre obiettivi vincolanti:
  1. 30% del fabbisogno energetico nazionale coperto dalle energie rinnovabili;
  2. 40% di taglio dei gas serra rispetto al 1990;
  3. 40% di miglioramento dell’efficienza energetica.

L’incremento degli obiettivi è in linea con le richieste degli scienziati e della maggior parte delle associazioni ambientaliste, ed è quasi inaspettato dato che non più tardi di un mese fa era stato chiesto che l’obiettivo per le rinnovabili fosse portato al 27%, mentre per l’efficienza energetica non erano state fatte nemmeno proposte. Solo l’obiettivo del taglio delle emissioni del 40% è rimasto immutato.
Questa decisione è molto importante e pesante sia a livello comunitario che sullo scacchiere internazionale. All’interno dei confini europei evita, una volta per tutte, che ogni Stato membro decida in autonomia. Con la vecchia proposta infatti il rischio era che ogni nazione decidesse i propri limiti, i quali sarebbero potuti essere troppo bassi per essere rilevanti. E c’era anche il rischio che qualcuno non si ponesse affatto dei limiti. A livello internazionale invece si tratta di un importante messaggio inviato ai Paesi recalcitranti come Usa, Cina, Giappone e Australia che si opponevano al taglio delle emissioni e agli obiettivi sulle rinnovabili.
Il Parlamento europeo ha dimostrato ancora una volta di essere la più lungimirante delle istituzioni dell’Unione. Ha resistito alle lobby. Questo risultato illuminato è un duro colpo per la commissione europea e la sua infima proposta per il 2030 del mese scorso. I capi di Stato devono prestare attenzione al Parlamento.

ha dichiarato Stephane Bourgeois della European Wind Energy Association (EWEA). La votazione definitiva si terrà il mese prossimo. Nel caso in cui passasse questa proposta, si avrebbero diversi effetti a catena. Il primo, come detto, è che tutti i Paesi europei si dovranno adeguare perché i parametri sono vincolanti. Ma ci saranno anche ottimi effetti sull’economia perché verranno favorite le imprese a basse emissioni, e si creeranno così circa 570 mila nuovi posti di lavoro (stima EWEA). Inoltre gli Stati europei risparmierebbero 500 miliardi di euro per le mancante importazioni dei combustibili fossili. Alcune associazioni, come il WWF, avrebbero preferito obiettivi ancora più elevati (la loro proposta era di tagliare del 50% le emissioni e fissare al 40% l’obiettivo per le rinnovabili), ma in fin dei conti si possono dire soddisfatte del risultato raggiunto.

venerdì 24 gennaio 2014

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La riforma del mercato delle emissioni di carbonio (Ets) e la promozione dei carburanti “puliti” saranno al centro dell’attività del semestre italiano alla presidenza europea.

È quanto emerge dalla relazione programmatica 2014 della presidenza del Consiglio, in cui sono elencate le priorità che saranno affrontate a Bruxelles sotto la guida di Enrico Letta.

Nel documento è scritto che “senza un sistema Ets europeo solido gli Stati membri potrebbero essere indotti a orientarsi verso regolamentazioni alternative, frammentarie e più costose per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale”.

La relazione programmatica aggiunge che ''le incertezze dell'Ets dell'Ue compromettono significativamente la possibilità di collegarlo ai sistemi nascenti e di accrescere la liquidità del mercato. Al fine di ripristinare la fiducia nel mercato del carbonio è urgente una riforma strutturale dell'Ets dell'Ue''.
Il documento spiega anche che ''il governo sarà impegnato per favorire un'approvazione in seconda lettura delle proposte di modifica delle direttive sulla qualità della benzina e del combustibile diesel e sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili”.

venerdì 10 gennaio 2014

Energia elettrica: cresce produzione da rinnovabili, in calo i consumi

(Silvana Santo)
 
 
 
Cresce la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Lo testimoniano i primi dati provvisori diffusi da Terna su consumi e produzione di elettricità nel 2013. Rispetto all’anno precedente, in particolare, mostrano un segno positivo la produzione idroelettrica (+21,4%), fotovoltaica (+18,9%), eolica (+11,6%) e geotermica (+1,0%); in calo invece la fonte termoelettrica (-12,0%).

In flessione, invece, il consumo nazionale di energia elettrica, che lo scorso anno ha segnato una flessione del 3,4% rispetto al 2012 (in totale, dell’energia richiesta in Italia nel 2013 è stata pari a 317,1 miliardi di kilowattora), che a sua volta aveva chiuso con un calo dell’1,9% sul 2011. Si tratta, sottolinea Terna, del calo più consistente da inizio secolo dopo quello del 2009, quando, per effetto della crisi economica, il calo sull’anno precedente fu pari al 5,7%.

Una flessione che ha interessato tutto il territorio nazionale, con punte in Sardegna (-16,4%) e nella macroarea del Nord-Ovest (-7,8%) che include Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. In calo anche la produzione di elettricità made in Italy, con il valore netto (277,4 miliardi di kWh) in diminuzione del 3,6% rispetto al 2012.

La produzione nazionale ha soddisfatto l’86,7% del fabbisogno di elettricità del 2013, mentre la quota restante (13,3%) è stata coperta con il saldo dell’energia scambiata con l’estero. quanto al contributo percentuale delle singole fonti, il 56,8% della produzione italiana, nonostante il calo, resta appannaggio del termoelettrico, il 16,5% della fonte idroelettrica, 1,7% geotermica, 4,7% eolica e 7,0% fotovoltaica).

Per quanto riguarda infine il mese di dicembre 2013, la quantità; di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 26,1 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 2,2% rispetto a dicembre dello scorso anno.

giovedì 2 gennaio 2014

Wwf: nel 2014 puntare sulla riconversione ecologica dell’economia

Wwf: nel 2014 puntare sulla riconversione ecologica dell’economia

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
Maggiori risorse per l’ambiente, più impegno su tematiche quali clima ed energia, consumo del suolo, green economy, contrasto allo spreco alimentare e valorizzazione del “capitale naturale”. E’ questo il quadro che emerge dall’Eco-barometro del Wwf, che come di consueto ha fatto un bilancio di fine anno e stabilito le priorità per i prossimi dodici mesi.

Secondo il Wwf è arrivato il momento di puntare con decisione a una riconversione ecologica dell’economia, che può rappresentare un momento di svolta per il nostro Paese. Per fare questo, però, è indispensabile stanziare risorse adeguate, a differenza di quanto fatto finora, lanciare un nuovo Piano energetico e una roadmap per la de carbonizzazione.

Non solo: l’associazione ambientalista sottolinea come si debbano varare urgentemente interventi per promuovere i cosiddetti green job e attuare al più presto la Strategia nazionale della biodiversità. Qualche apprezzamento arriva - nella lotta al dissesto geologico - all’approvazione del governo del ddl sul contenimento del consumo del suolo e alla task-force del Ministero dell’Ambiente per la lotta allo spreco alimentare. Ma molto altro resta ancora da fare.

lunedì 23 dicembre 2013

AssoRinnovabili: "Taglio 40% ai ricavi piccoli produttori"

AssoRinnovabili: "Taglio 40% ai ricavi piccoli produttori"

 (Fonte:zeroEmission.it)
 
 
 
In Italia, 60.000 impianti rinnovabili a rischio. La denuncia arriva da AssoRinnovabili, a seguito di quanto previsto all'interno del DL Sviluppo del Governo e del Del. 618/2013/R/EFR dell’Autorità per l’Energia. Questi due decreti, secondo l'associazione, avrebbero "cancellato il regime dei prezzi minimi garantiti per i piccoli impianti di potenza inferiore a 1 MW, con un impatto devastante sugli operatori. Dai primi calcoli, infatti, si stimano riduzioni dei ricavi in alcuni casi fino al 40% che metteranno in ginocchio quasi 60.000 impianti, privando lo Stato delle loro entrate fiscali e "rottamando", di fatto, una parte importante del parco rinnovabili italiano. Del tutto trascurabili, infine, i vantaggi per i consumatori: le famiglie avrebbero una riduzione della bolletta annua dello 0,17%, le piccole imprese dello 0,26%".

"Invece di trovare soluzioni per ridurre la spesa pubblica, il Governo colpisce i pionieri della generazione distribuita - ha detto Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - proprio ora che si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa dell’economia, si mette in crisi il settore che con 130.000 occupati ha avuto un ruolo anticiclico estremamente significativo negli ultimi anni. AssoRinnovabili chiede con forza che il Parlamento possa intervenire ed eliminare, in sede di conversione, la misura e che l’Autorità possa rivedere al più presto le sue valutazioni, delle quali l’Associazione aveva dimostrato l’erroneità già durante la fase di consultazione degli operatori".

mercoledì 11 dicembre 2013

Free: istanze pro-rinnovabili a gruppo SEL alla Camera

Free: istanze pro-rinnovabili a gruppo SEL alla Camera


(Fonte:ZeroEmission.it)

 
Una delegazione del Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) ha incontrato il Presidente del gruppo parlamentare alla Camera di Sel, Gennaro Migliore. Durante l’incontro sono stati discussi i principali temi sul tappeto relativi all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. In particolare, anche su sollecitazione dell’on. Migliore, sono state illustrate le proposte del Coordinamento Free per il superamento dell’attuale situazione di sovraccapacità produttiva e per la promozione delle generazione diffusa con fonti rinnovabili e piccola cogenerazione.

A tal fine sono stati sottolineate la improponibilità dell’emendamento alla legge di stabilità sul capacity payment, l’urgenza di attuare finalmente il Seu, l’importanza di allargare l’area della defiscalizzazione (ad. es. per la sostituzione dell’amianto con impianti fotovoltaici) e di creare agevolazioni per gli investimenti nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili (fondo di garanzia, crediti a tasso agevolato). Si è infine convenuto sull’utilità di avviare un rapporto di collaborazione stabile, a partire da un prossimo incontro con l’intero gruppo parlamentare Sel alla Camera.

lunedì 9 dicembre 2013

Rinnovabili, Obama: triplicare produzione USA entro 2020

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
Barack Obama ci tiene a passare alla storia come il Presidente degli Stati Uniti più attento all’ambiente e dopo tanti fallimenti sugli obiettivi degli anni scorsi, adesso ha deciso di imprimere un’accelerazione alla sua politica ambientale.

In questi giorni Obama ha infatti emanato un ordine esecutivo che obbliga tutte le amministrazioni governative (quindi dal Congresso alle sedi militari, fino all’ultimo ufficio pubblico di provincia) a triplicare il proprio utilizzo di energia rinnovabile entro il 2020.

Grazie a questa mossa Obama spera di raggiungere una copertura del fabbisogno energetico del governo del 20% con le fonti rinnovabili. Attualmente l’utilizzo non supera il 7%. Queste le parole del presidente durante il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione:

Per il bene dei nostri figli e del nostro futuro, dobbiamo fare di più. Se il Congresso non agirà presto per proteggere le generazioni future, lo farò io. Io dirigerò il mio Gabinetto per avviare tutte le azioni esecutive che possiamo intraprendere, ora e in futuro, per ridurre l’inquinamento, preparare le nostre comunità alle conseguenze del cambiamento climatico e accelerare il passaggio alle fonti di energia più sostenibili.

In molti avevano pensato che queste parole sarebbero cadute nel vuoto come spesso accaduto in passato, ma stavolta non sembra debba andare così. Secondo i dati dell’Associated Press, il Governo federale gestisce circa 500 mila edifici e 600 mila veicoli per circa 500 miliardi di dollari all’anno di costi di gestione. Portare il fabbisogno energetico di questa enorme macchina almeno al 20% coperto dalle rinnovabili comporterebbe un enorme risparmio in termini monetari e di emissioni.

Il primo passo per realizzare questo obiettivo sarà dotare tutti gli edifici pubblici di impianti energetici rinnovabili ed effettuare lavori che consentano a tali edifici di ottenere la certificazione REC, un nuovo standard americano che rappresenta il valore ambientale di un edificio. Il secondo sarà realizzare l’iniziativa denominata “Net Zero Energy”, la quale prevede che tutte le basi militari dislocate sul territorio nazionale si autoproducano energia e acqua oltre ad autogestire i rifiuti prodotti.

Ovviamente il percorso è pieno di ostacoli e la lobby dei combustibili fossili, la più potente al mondo, sta già dichiarando guerra alla proposta del Presidente degli Stati Uniti. Obama va comunque avanti e ha già stabilito il piano per i prossimi anni: entro il 2015 l’amministrazione pubblica dovrà raggiungere una copertura del proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili per il 10%; entro il 2017 deve arrivare al 15%, nel 2018 al 17,5%, e si spera che già entro il 2019, 2020 al massimo, si possa raggiungere la soglia del 20%.

venerdì 6 dicembre 2013

Da Realacci emendamento contro "anti-rinnovabili"

 Da Realacci emendamento contro "anti-rinnovabili"

 (Fonte:ZeroEmission.it)




Il presidente della commissione Ambiente alla Camera dei Deputati Ermete Realacci ha presentato un emendamento contro il comma 99 della Legge di Stabilità, che introdurrebbe una sorta di capacity payment per le centrali termoelettriche con il contributo anche delle fonti rinnovabili incluse, per un presunto mantenimento in sicurezza del sistema elettrico. "Ho presentato in commissione Ambiente alla Camera - ha detto Realacci - un emendamento soppressivo del cosiddetto ammazza-rinnovabili. Si tratta di un comma che difende interessi del passato anziché guardare al futuro dell'energia, che è nel risparmio energetico, nell'efficienza, nella ricerca e nelle fonti rinnovabili".

mercoledì 4 dicembre 2013

Conto Termico: aggiornate Regole Applicative per gli incentivi

Conto Termico: aggiornate Regole Applicative per gli incentivi

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
Il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha aggiornato, nella sezione dedicata al Conto Termico del proprio portale web, le “Regole Applicative del D.M. 28 dicembre 2012” afferenti all’incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e degli interventi di piccole dimensioni.

L’aggiornamento ha riguardato principalmente il contratto tra Soggetto Responsabile dell’intervento e GSE, in conformità al contratto tipo di cui alla deliberazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas 25 luglio 2013 338/2013/R/efr; la documentazione contabile attestante i costi sostenuti ai fini dell’ammissione agli incentivi; il contratto di rendimento energetico (energy performance contract – EPC) che l’Amministrazione pubblica, che intenda avvalersi di una ESCO, deve sottoscrivere; il contratto di prestazione/servizio energetico (rendimento energetico o di servizio energia, anche Plus) che il soggetto privato, che intenda avvalersi di una ESCO, deve sottoscrivere.

Sono stati inoltre integrati alcuni allegati:

Allegato 3 “Fac-simile richiesta concessione degli incentivi (accesso diretto)”
Allegato 10 “Fac-simile contratto”
Allegato 11 “Modello autorizzazione del proprietario (accesso diretto)
Allegato 12 “Sintesi della documentazione per la richiesta dell’incentivo (accesso diretto)”
Allegato 13 “Modello dichiarazione di rispondenza del contratto ai requisiti del contratto di servizio energia o di servizio energia Plus/contratto di rendimento energetico (EPC) e delle spese sostenute (accesso diretto/a preventivo)”
Allegato 14 “Modello di dichiarazione delle spese sostenute in presenza di una convenzione servizio energia con Consip o con centrale di acquisti regionale (accesso a preventivo)”
Allegato 15 “Modello di asseverazione dell’intervento”

martedì 26 novembre 2013

Legge Stabilità, spunta l'emendamento ammazza rinnovabili

Legge Stabilità, spunta l'emendamento ammazza rinnovabili





(Fonte:Repubblica.it-Valerio Gualerzi)

 
 
Dalle parole ai fatti. La lunga campagna contro le rinnovabili montata negli ultimi mesi da settori del governo, dalla maggioranza e dalle lobby delle fonti tradizionali, ha trovato infine uno sbocco concreto sotto forma di un doppio emendamento alla legge di Stabilità. Due modifiche al testo originario approvate in Commissione Bilancio del Senato che di fatto dispongono di tagliare retroattivamente gli incentivi stabiliti per le fonti verdi (fotovoltaico su tutte) distribuendo queste risorse economiche alle centrali aliementate a carburanti fossili.

Se per lunghi anni il ritornello contro l'energia del sole e del vento ha puntato sulla loro scarsa capacità, ora il problema è diventato che producono troppa elettricità (il 27% nel 2012, con il solo fotovoltaico a quota 19mila GWh su un totale di 92mila) e soprattutto la producono a prezzi stracciati, mandando in crisi gli impianti tradizionali, in particolare quelli a gas, diventati sempre meno reddittizi. "Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio", lamentava già qualche anno fa il presidente dell'Enel Paolo Andrea Colombo.

Fare a meno di questi ultimi non è però (ancora) possibile e pertanto - è il ragionamento - è necessario che vengano sostenute finanziariamente in quanto garantiscono alla rete elettrica una fondamentale capacità di sopperire rapidamente ai capricci del sole e del vento, fonti la cui produzione non è programmabile. Un indennizzo che in gergo tecnico viene chiamato "capacity payment" e che un emendamento approvato a Palazzo Madama, per l'esattezza il 6.300, introduce così: "L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con effetto dal 2014, definisce le modalità d'integrazione del corrispettivo di cui all'articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379, senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell'energia elettrica".

Fin qui nulla di scandaloso, visto che gli stessi produttori di rinnovabili riconscono, in una certa misura, l'importanza del "capacity payment". Il vero problema arriva con un subemendamento, il 6.3000/4, che stabilisce a chi tocca farsi carico di questo costo aggiuntivo. "All'emendamento 6.3000, dopo le parole: 'dell'energia elettrica' aggiungere le seguenti: 'anche disponendo un'adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico'", afferma il nuovo testo.

"Le piccole larghe intese con l'emendamento degli alfaniani appoggiato dal ministro Zanonato hanno partorito un mostro giuridico intervenendo retroattivamente sugli incentivi alle rinnovabili per salvare il termoelettrico. La strada per alleggerire le bollette elettriche di famiglie e imprese dovrebbe essere quella di toglier tutti incentivi impropri alle fossili e invece questo governo va in direzione contraria al futuro", commenta l'esponente di Green Italia Francesco Ferrante.

lunedì 25 novembre 2013

Investimenti nelle rinnovabili, a misurali sarà il Climatoscope Index

Investimenti nelle rinnovabili, a misurali sarà il Climatoscope Index

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
E’ stato battezzato Climatescope Index, ed è il nuovo indice finanziario globale ideato dal Fondo multilaterale (MIF) per misurare e classificare gli investimenti nelle rinnovabili a livello mondiale. Realizzato grazie al lavoro degli analisti di Bloomberg New Energy Finance, il Climatescope Index nasce con l’obiettivo di incoraggiare i governi del Sud del Mondo a riformare le normative più obsolete ed a rilanciare gli investimenti del settore privato, fornendo informazioni chiare ed affidabili. Nel dettaglio l’indice si occuperà di esaminare le politiche governative e il livello degli investimenti nell’energia pulita in 55 paesi di Africa, Asia e America Latina. “La crescita economica e i posti di lavoro che vengono con essa offrono il miglior percorso per uscire dalla povertà. Eppure, in molti paesi in via di sviluppo la mancanza di sicurezza energetica agisce come un freno alla crescita”, spiega Justine Greening, Segretario per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito. “Gli investitori hanno parlato chiaro: hanno il capitale, ma hanno bisogno di informazioni affidabili per decidere dove e come investire. Questo indice fornirà queste risposte, contribuendo a guidare gli investimenti in nuove aree e garantire così un approvvigionamento energetico stabile per milioni di poveri a livello mondiale”.

“Siamo lieti di continuare ed espandere l’importante lavoro che abbiamo iniziato con la MIF di due anni fa“, ha aggiunto Michael Liebreich, CEO di Bloomberg New Energy Finance. “Grazie al sostegno supplementare del Regno Unito e degli Stati Uniti, aumenteremo l’attività in altre nazioni in via di sviluppo dove gli investitori vogliono mettere capitali, ma mancano informazioni per prendere decisioni importanti. Questo progetto contribuirà a colmare un gap di conoscenza che ha rallentato fino ad oggi gli investimenti privati”.

Rinnovabili: IKEA acquista parco eolico da 46 MW

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
 
Qualche anno fa IKEA promise di diventare 100% rinnovabile. All’epoca sembrava una promessa impossibile da mantenere, ma oggi i progressi sono stati tanti e l’obiettivo è sempre più vicino. Proprio in questa settimana il colosso svedese del mobile ha chiuso un accordo per l’acquisto di un intero parco eolico in Alberta, Canada. La produzione di energia pulita garantita da questo parco è di 46 MW (161 gigawatt ora all’anno) e corrispondono al fabbisogno di circa 13.500 abitazioni.

Con questo accordo la divisione canadese di IKEA si può dire soddisfatta per aver raggiunto l’obiettivo posto dall’azienda. La produzione energetica del parco eolico è infatti di circa il doppio rispetto a quanto serve ai negozi IKEA dell’intero territorio canadese per funzionare correttamente.

In teoria sarebbe in grado di soddisfare le richieste di ben 32 negozi della catena. Come ha spiegato Kerri Molinaro, presidente di IKEA Canada, nella conferenza di annuncio dell’acquisizione:

Siamo in grado di supportare la transizione verso un futuro a basse emissioni, ridurre la nostra energia e i costi di gestione e trasmettere tali benefici ai nostri clienti, continuando a offrire mobili per la casa di alta qualità a prezzi bassi.


Grazie a questo parco, adesso IKEA è diventata l’azienda che ha investito di più in Canada nel settore delle rinnovabili e a breve questa politica potrebbe anche passare il confine.

In Florida infatti la politica energetica si sposta per ovvi motivi sul Sole, tanto che l’azienda ha annunciato l’installazione del più grande impianto fotovoltaico su tetto dello Stato, ovvero una distesa di 4.620 pannelli sullo store di Miami. In questo caso l’energia prodotta sarebbe sufficiente a garantire l’autonomia a 169 case e taglierebbe oltre 1.200 tonnellate di emissioni di CO2, equivalenti a quelle di 256 automobili.

La politica green è comunque il futuro anche per gli altri negozi della catena. Negli Stati Uniti sono in fase di progettazione impianti solari sui tetti nel 90% degli edifici appartenenti a IKEA e anche in Europa non si scherza, tanto che nel Regno Unito sono addirittura in vendita, all’interno del negozio, proprio i pannelli solari a prezzi popolari.