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mercoledì 5 marzo 2014

Un green new deal per l'Italia

Un green new deal per l'Italia

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
È stato presentato all’ENEA il Rapporto sulla Green Economy 2013: “Un Green New Deal per l’Italia”, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’ENEA, e giunto alla sua seconda edizione.

La prima parte del Rapporto affronta il panorama internazionale, partendo da un excursus storico-economico che, dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri, e fornisce un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall’UNEP e dall’OCSE, le prospettive per l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili. "Anche il Rapporto 2014 , dedicato al Green New Deal - ha dichiarato Edo Ronchi Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - ha fornito analisi e studi a supporto degli Stati Generali della green economy italiana. Durante una delle recessioni forse più lunghe e difficili degli ultimi decenni, investire per innovare, differenziare e convertire prodotti e processi produttivi in chiave sempre più green potrebbe essere una strada per rilanciare il nostro sviluppo. Un forte impulso in questa direzione può venire da concrete iniziative che possono partire , o essere rafforzate, dalle nostre città." La seconda parte del Rapporto, focalizzandosi sulla realtà italiana, analizza proprio il nuovo ruolo che le città possono avere come volano per uno sviluppo sostenibile. In Italia il 68 per cento della popolazione vive in un ambiente urbano, dove si produce in media il 75 per cento dei rifiuti, e le abitazioni consumano dal 30 e al 60 % in più di energia rispetto alla media UE.
Tale concentrazione abitativa accresce i problemi ambientali, come l’inarrestabile cementificazione con insediamenti distribuiti in maniera frammentata e disordinata sul territorio, e che continua ad occupare aree libere, spesso agricole, al ritmo di 343 metri quadrati all’anno per ciascun italiano. Un Green New Deal che parte dalle città può costituire un quadro di riferimento unitario per interventi coordinati ed integrati a livello sociale, ambientale ed economico. I settori principali per tale approccio, trattati nel Rapporto sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica, la riduzione del consumo di materiali ed il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, i rapporti tra l’ambiente urbano e quello agricolo, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la riqualificazione delle aree degradate e l’impiego di tecniche e tecnologie tipiche dell’ICT. Il Rapporto si avvale della prefazione di Simon Upton, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’ OCSE, e di Tim Jackson, docente di Sviluppo sostenibile presso l’Università del Surrey.

giovedì 25 luglio 2013

Rinnovabili: aumenta del 19% il contributo green in Uk

Rinnovabili: aumenta del 19% il contributo green in Uk

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
 
 
Aumenta il contributo delle rinnovabili in Uk, che producono sempre di più anche grazie alla crescita vertiginosa del contributo dell’eolico che fa avvicina re il paese al raggiungimento degli obiettivi energetici imposti dall’Europa. Aumenta la produzione di energia da fonti rinnovabili nel Regno Unito. Il nuovo mix ha potuto contare sul contributo delle energie alternative, aumentato del 19%, anche se i dati rilasciati oggi dal governo dimostrano che è cresciuto anche il consumo di carbone.
Il documento presentato dal DUKES britannico ha confermato che l’aumento della produzione di energia da fonti green ha avuto un impatto dell’11,3% sull’intera produzione elettrica del paese, un ottimo risultato che conferma il boom delle energie alternative in corso nel paese.

I dati hanno confermato anche che le energie rinnovabili hanno rappresentato il 4,1 per cento del consumo totale di energia l’anno scorso, contro il 3,8 per cento dell’anno precedente.

Un portavoce del Dipartimento di Energia e Cambiamenti Climatici (DECC) appresi i dati contenuti nel rapporto ha dichiarato che la performance è stata “molto incoraggiante”, aggiungendo che con i nuovi incentivi il governo prevede di offrire una nuova ondata di investimenti e quindi il Regno Unito resta sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo UE di generare il 15 per cento dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2015.

Un grande contributo all’incremento della produzione a basse emissioni è arrivato dal settore eolico: gli impianti offshore sono cresciuti del 46% mentre l’eolico su terra ha aumentato la propria presenza del 17%. “Questi dati confermano le tendenze recenti abbiamo visto che mostrano le energie rinnovabili, e in particolare il vento, stanno giocando un ruolo sempre più importante nella nostra produzione di elettricità”, ha detto Maf Smith, vice amministratore delegato di RenewableUK ricordando la recente inaugurazione del parco eolico offshore più grande del mondo, il London Array.

lunedì 15 luglio 2013

Ecotricity: la nuova tariffa elettrica è 100% green

Ecotricity: la nuova tariffa elettrica è 100% green

(Fonte:Rinnovabili.it)
Ecotricity, azienda che sta trasformando la mobilità del Regno Unito ha deciso di dare una connotazione ancora più green ai propri progetti. Meritevole di aver istallato centinaia di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici con lo scopo di dar vita a vere e proprie autostrade elettrificate la società stavolta modifica l’offerta e al posto di due tariffe da offrire ai propri clienti ne mette sul mercato una solamente battezzata “Green Electricity” ma davvero vantaggiosa. I consumatori che sceglieranno di abbonarsi da oggi in poi potranno infatti aver garantito il consumo esclusivo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

“Questo è il modo in cui il settore energetico deve andare – ci sono ancora una serie illimitata di tariffe presenti sul mercato, mentre Ecotricity sempre avuto solo due tariffe, ma non c’è niente di più semplice di una sola possibilità”, ha detto il fondatore di Ecotricity Dale Vince in un comunicato. ”L’elettricità verde porterà semplicità e e trasparenza a tutti i nostri clienti – tutti saranno sullo stesso piano.”

Inizialmente i clienti di Ecotricity potevano usufruire della tariffa più economica “New Energy”, che garantiva il 60% dell’energia verde e di una tariffa 100%, più costosa, conosciuta come ”New Energy Plus”. Da adesso però tutti i clienti potranno usufruire della nuova tariffa 100% green “Green Electricity” al costo della precedente tariffa economica con una parte degli importi che vengono investiti per la produzione di nuova energia da fonte rinnovabile mentre i vecchi abbonati della tariffa economica saranno passati alla più vantaggiosa senza variazioni di prezzo.

“Non è la percentuale di energia verde in una tariffa ad essere importante, ma è come tale tariffa aiuti a costruire più impianti per la produzione di energia verde in Gran Bretagna, dove si produce solo il 11 per cento della nostra energia elettrica da fonti rinnovabili. Se davvero vogliamo affrontare gli alti costi della bolletta energetica e arginare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, avremmo bisogno di molto più di questo” ha concluso Vince.

giovedì 27 giugno 2013

Abi: più rinnovabili ed efficienza per la ripresa

 Abi: più rinnovabili ed efficienza per la ripresa

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La terza edizione del Forum dell'Associazione bancaria italiana ha avuto come titolo “Green energy 2013 – Energia, ambiente, credito. Lo sviluppo del Green nel terziario” e ha affrontato i temi legati alla green economy per il rilancio dell'economia italiana


Più investimenti nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica per rimettere in moto l'economia italiana. E' stato il tema della terza edizione del Forum Abi (Associazione banciaria italiana), intitolato “Green energy 2013 – Energia, ambiente, credito. Lo sviluppo del Green nel terziario” in collaborazione con Abi Energia, Competence center Abi Lab su energia e ambiente.

Secondo quanto emerso nel corso del forum, il settore della green economy rappresenterà un notevole volano di investimenti per la crescita anche nel prossimo futuro; gli investimenti stimati al 2020 per le rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica ammontano a circa 110-130 miliardi di euro. In questo scenario e in un quadro di regole certe, il settore bancario è pronto a fare la propria parte svolgendo un duplice ruolo: da un lato, soggetti finanziatori di nuovi impianti e della relativa filiera di produzione; dall’altro, soggetti utilizzatori di energia, impegnati a garantire la continuità dei servizi offerti. Infatti, l’indagine condotta dall’Osservatorio rinnovabili – coordinato da ABI e ABI Energia – i cui risultati sono inseriti nel rapporto “Le banche e la green economy”, mostra che nel periodo 2007- 2012 le principali banche operanti in tale comparto, e partecipanti alla rilevazione, hanno assunto impegni di finanziamento per circa 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 miliardi di euro negli ultimi due anni. Nel medesimo rapporto viene anche evidenziato il ruolo delle banche nello sviluppo di una Green Economy non solamente dal punto di vista dell’attività di finanziamento ma anche attraverso l’implementazione di progetti green al proprio interno, sia in termini di ottimizzazione dei processi che di investimenti realizzati presso il parco immobiliare gestito.

Le sole segnalazioni giunte dalle banche partecipanti alla rilevazione su interventi di efficienza energetica realizzati dal 2008 al 2012 hanno sviluppato un risparmio di energia elettrica complessivo superiore a 2 mln di kWh. Il settore delle rinnovabili resta di grande interesse per il mondo bancario, considerandone i volumi di sviluppo: dal 2009 al 2011 si è assistito a una crescita straordinaria di tale mercato, che è continuata anche nel 2012. Secondo le stime diffuse dal Gse a marzo 2013 (su dati Terna/Gse), nel 2012 gli impianti alimentati con fonti rinnovabili hanno raggiunto una potenza efficiente lorda pari a 47.092 Mw e una produzione lorda complessiva di oltre 92.000 GWh (con un incremento di oltre 10.000 Gwh rispetto al 2011).

venerdì 26 aprile 2013

Tecnologia pulita: Google la più verde secondo Greenpeace

Tecnologia pulita: Google la più verde secondo Greenpeace

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
 
Salvare la Terra grazie alle iniziative verdi delle società tecnologiche. Greenpeace ne è più che mai convinta e lo dimostra diffondendo l’ultimo rapporto del “Cool IT Challenge”. La sfida green delle aziende impegnate nel settore “Information Technology” è giunta alla sua sesta classifica, stilata in base alle 21 aziende maggiori dell’area tecnologica mondiale.

Le aziende sono state valutate da Greenpeace sulla base delle promesse mantenute, non soltanto per le intenzioni dichiarate. Questo spiega il motivo dell’ottimo primo posto di Google così come giustifica l’assenza di un gigante mondiale come Facebook: entrambe le multinazionali hanno assicurato nelle scorse settimane piani “verdi” per aumentare il loro impegno verso il clima, ma al momento della compilazione della classifica solo la prima ha davvero avviato significative politiche per arginare i cambiamenti climatici.

Primo piazzamento come detto per Google, con la Cisco che si posiziona subito dopo ed Ericsson che completa il podio. Subito dietro si trova Fujitsu (4°) mentre un terzetto occupata il quinto posto: Sprint, Wipro e HP. A completare la lista delle migliori dieci troviamo a pari merito Alcatel-Lucents e Vodafone seguite da Softbank.

Sviluppo verde delle società IT rallentato secondo Greenpeace dai monopoli energetici che da anni dominano alcuni importanti Paesi come gli USA (Duke Energy) e il Giappone (TEPCO). Buone notizie però arriverebbero anche su questo fronte, con Google che avrebbe convinto il monopolista statunitense a compiere un primo passo verso il rinnovamento (per ora limitato all’incremento di energia da fonti rinnovabili nel North Carolina). A sostenere la società del famoso motore di ricerca potrebbero essere presto anche altre società incluse nella classifica, tra queste AT&T, Cisco, IBM e Wipro, tutte attive in quello Stato.

Queste società potrebbero nei prossimi mesi anche scendere in campo contro il tentativo di rilanciare negli USA le politiche a sostegno dei combustibili fossili, di cui l’American Legislative Council Exchange (ALEC) rappresenta la minaccia maggiore. L’impegno dovrà però essere immediato, ricorda Greenpeace, o rischia di arrivare troppo tardi.