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mercoledì 12 marzo 2014

Fotovoltaico senza incentivi: Coordinamento FREE contro il GSE

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
 Il Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) contesta la richiesta pubblicata il 6 marzo scorso dal GSE sul proprio sito web. Per implementare il sistema di raccolta dati relativo agli impianti fotovoltaici privi di tariffe incentivanti, il Gestore chiede agli utenti di inserire, attraverso il portale informatico, dati relativi all’anagrafica del produttore, all’utenza associata all’impianto di produzione, all’ubicazione e ai dati tecnici dell’impianto, all’energia mensilmente immessa in rete e autoconsumata.

Una richiesta che il Coordinamento giudica impropria, perché le informazioni richieste sarebbero o già presenti o impossibili da reperire. Tanto da chiederne al GSE di sospenderne l’esecutività e aprire un tavolo di confronto con le associazioni di settore per trovare una soluzione applicabile ai titolari di piccoli impianti fotovoltaici.

Scrive l’associazione:

Gli impianti interessati alla raccolta statistica, pur essendo privi di incentivi, nella maggioranza dei casi operano in regime di scambio sul posto sulla base di una specifica convenzione, per cui le relative informazioni sono già in possesso del GSE.


Per coloro che non si avvalgono dello scambio sul posto, che comunque sono una piccola minoranza, le informazioni richieste dal Gestore sono già nella disponibilità di Terna, attraverso il sistema Gaudì.

La misure relative al valore di energia immessa in rete, inoltre, può essere ottenuto dal GSE direttamente dal distributore di rete, e vengono comunque già fornite nell’ambito dell’erogazione dei conguagli economici previsti dallo scambio sul posto. Per i piccoli impianti avviati dopo l’esaurimento delle tariffe incentivanti, però, il valore di energia prodotta non viene più misurato, per cui i dati sono irrecuperabili e quindi non è possibile calcolare l’energia autoconsumata.

Prosegue il Coordinamento FREE:

Ora, a due anni dalla pubblicazione delle normative cui fa riferimento, il GSE chiede retroattivamente per l’anno 2013 dati in parte già disponibili altrove, in parte irrecuperabili, lasciando ai cittadini solo 15 giorni per rispondere a un elenco particolareggiato di dati, che oltretutto non trova un puntuale riscontro nelle normative cui il GSE si riferisce.

martedì 27 agosto 2013

Nuove terre promesse per solare e rinnovabili: Australia e Cile

Nuove terre promesse per solare e rinnovabili: Australia e Cile

(Fonte:QualEnergia.it-Alessandro Codegoni)

 
 
 
In Italia ci sono oltre 550.000 impianti fotovoltaici, e il nostro paese è in proporzione quello al mondo ricava più elettricità dal sole. Ma c’è un paese dove la penetrazione di queste tecnologie è ben più alta, l’equivalente per noi dell’avere 2,3 milioni di impianti fotovoltaici sui tetti. E non è certo il primo paese al mondo a cui si pensa, parlando di energie rinnovabili. Si tratta dell’Australia, uno dei massimo esportatori al mondo di combustibili fossili, ma anche uno di quelli dove la grande abbondanza di sole, vento e spazi desertici, dà all’energia solare ed eolica le più promettenti chance di diventare competitive con le fonti energetiche tradizionali, tanto che l’Università di Melbourne, l’autunno scorso, ha presentato una sorta di road map per rendere del tutto sostenibile la produzione energetica australiana entro pochi decenni.

Ma pare che la società australiana stia già procedendo per conto suo in quella direzione. Un recente rapporto della Climate Commission del Parlamento australiano, intitolato The critical decade: Australia’s future – solar Energy, rivela che in Australia è in corso una “rivoluzione energetica silenziosa”, con l’11% della popolazione nazionale che già utilizza sistemi fotovoltaici per l’alimentazione elettrica delle proprie case. Gli impianti fotovoltaici australiani sono passati dal 2007 ad oggi da 8000 a oltre 1 milione, fornendo elettricità a 2,6 milioni di persone.

L’ultimo piano energetico nazionale prevedeva che gli attuali 2,4 GW del fotovoltaico australiano, sarebbe stati raggiunti nel 2030! Continuando così, dice la Commissione, al 2050 un terzo dell’elettricità australiana sarà di origine solare, ma forse non si continuerà così, nel senso che la marcia accelererà ancora: cominciano infatti ad essere progettati i primi grandi impianti di grandi dimensioni, con due centrali solari FV da 102 e 53 MW costruiti nel Nuovo Galles del Sud e il primo solare termodinamico, da 44 MW, nel Queensland. Per adesso oltre la metà degli impianti fotovoltaici è stato installato sui tetti di case rurali, ma ora si stanno diffondendo anche nei sobborghi delle città, e, via via che il costo diminuisce, rendendoli sempre più competitivi nonostante il basso costo dell’elettricità del paese, si prevede che conquisteranno anche le aree urbane.

Una delle critiche che finora più frequentemente vengono fatte al fotovoltaico come fonte energetica, è quella di non poter sopravvivere senza incentivi. Eppure c’è un paese al mondo dove c’è una vera e propria “corsa al sole”, per installare impianti fotovoltaici (e non solo), nonostante lo Stato non dia nessun aiuto, a parte concedere per questo uso le terre demaniali. Si tratta del Cile, un paese, bisogna dire, favorito dall’avere una delle zone più inondate di luce solare al mondo, l’aridissimo deserto di Atacama a nord, oltre che risorse geotermiche lungo le Ande e molto vento un po’ ovunque.

Inoltre nelle zone più remote di quel paese lunghissimo e montagnoso, ci sono imprese minerarie affamate di energia, che pagano molto bene quella prodotta localmente. Così il governo cileno ha appena annunciato di aver ricevuto domande per concessioni su 50.478 ettari di terreni, da destinare a 256 progetti Renc, cioè «risorse energetiche non convenzionali» (sole, vento e geotermia), di queste a fine 2012 ne erano state approvate 16, di cui 12 impianti fotovoltaici, per un totale di 795 MW di potenza.

Ma nel 2013 è in corso una nuova valanga di approvazioni, il Ministero del Patrimonio Nazionale ne ha concesse nei primi sette mesi del 2013 già altre 24 su 12.000 ettari, per un totale di quasi 1,5 GW, fra i quali 889 MW eolici e 604 MW solari. Fra questi ultimi progetti spiccano i 250 MW di impianti fotovoltaici che verranno realizzati da Enel Green Power, che in Cile costruirà anche impianti eolici e la prima centrale geotermica dell’America del Sud, e gli 1,1 miliardi che investirà l’americana Sky Solar per altri 300 MW di centrali solari nel nord del paese.

La strategia energetica del governo cileno per il 2012-2030 prevedeva circa 300 MW di impianti solari connessi alla rete, ma rischia di essere completamente travolta dalla mare di investimenti esteri, anche se buona parte di questi finiranno a impianti destinati non ad immettere in rete, ma a produrre per utenti locali, come miniere e fonderie, con accordi di vendita bilaterali. Le ideali condizioni di insolazione cilene, e il crollo dei prezzi degli impianti, pare infatti rendere già conveniente anche l’immissione dell’elettricità solare in rete, senza incentivi: la tedesca Saferay, per esempio, sta costruendo un impianto da 30 MW grid connected a La Huayca, che venderà dl’elettricità prodotta direttamente sul mercato spot, in competizione con le altre fonti. Grazie a queste condizioni favorevoli, secondo Bloomberg, 1 GW di potenza fotovoltaica dovrebbe entrare in produzione entro il 2015, con 116 MW già collegati alla rete entro il 2013, ma ci sono progetti in attesa di approvazione per almeno altri 3 GW.

mercoledì 24 luglio 2013

Se le rinnovabili unite in “centrale virtuale” contribuiscono all'equilibrio della rete

Se le rinnovabili unite in “centrale virtuale” contribuiscono all'equilibrio della rete

(Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)
 
 
 
 
 
A compensare l'intermittenza della produzione da rinnovabili garantendo l'equilibrio della rete possono essere le stesse fonti pulite. Impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a biomassa, agendo in forma aggregata coordinati da un controllo in remoto, possono fornire alla rete elettrica quei servizi di dispacciamento che garantiscono in ogni momento che l'energia immessa in rete sia pari a quella prelevata e permettono di evitare black-out e congestioni. Da noi si potrebbe fare, ma bisogna prima superare alcuni ostacoli di tipo normativo. In Germania invece già accade.

Lo fa ad esempio Next Kraftwerke, l'operatore che gestisce Next Pool, quella che loro definiscono una “centrale elettrica virtuale”, cioè (in un'accezione diversa da quella che il termine ha comunemente riferito al mercato elettrico) qualche centinaio di impianti di fotovoltaico, eolico, biomasse e biogas gestiti in maniera coordinata come se fossero un'unica centrale, dalla potenza cumulativa di 570 MW, capace di offrire, oltre che energia da vendere sul mercato, servizi di bilanciamento per la rete.

Tradizionalmente la fornitura di questi servizi - che, per semplificare, consistono nell'aumentare o diminuire rapidamente la produzione per garantire l'equilibrio della rete – è sempre stata riservata agli impianti convenzionali, gli unici con dimensioni e prestazioni tali da essere efficaci. Next Pool ha cambiato il gioco gestendo in maniera aggregata, come se fossero un'unica centrale, piccoli impianti flessibili come quelli a biomasse solide o a biogas. La “centrale virtuale” riesce così a fornire 119 MW di riserva che può entrare in gioco nel giro di un minuto e 53 MW di riserva secondaria che può essere fornita istantaneamente.

Oltre alla fornitura di servizi di bilanciamento, questa “centrale diffusa”, offre diversi vantaggi per gli impianti che vi prendono parte: coordinando biogas e biomasse con le previsioni della produzione da eolico e fotovoltaico, ad esempio si può decidere in anticipo di spegnere gli impianti programmabili, evitando così che sul mercato elettrico, per l'eccesso di offerta rispetto alla domanda, si raggiungano prezzi negativi.

Da non sottovalutare poi il servizio di trading che Next Kraftwerke offre sia agli impianti di Next Pool, per la vendita, che, per l'acquisto, ad una serie di grandi consumatori. Grazie alle capacità previsionali date dalla rete di impianti della “centrale virtuale”, come trader Next Kraftwerke consente ai parchi eolici e FV seguiti di piazzare l'energia prodotta alle condizioni più convenienti. Un aspetto che diventerà fondamentale quando si opererà in market parity (vedi qui).

Insomma in Germania si stanno aprendo prospettive nuove per le rinnovabili che operano in forma aggregata, come appunto l'opportunità di contribuire all'equilibrio della rete. E in Italia? Perchè questo accada al momento ci sono alcuni ostacoli da superare.

Innanzitutto c'è una difficoltà tecnica: “In Italia al momento la maggior parte degli impianti a rinnovabili non è dotata di dispositivi che ne consentano il controllo in remoto”, spiega a QualEnergia.it l'esperto di trading energetico Stefano Fiorenzani. “Poi, oltre a ricordare che in Germania tutto è più semplice essendoci di fatto un mercato unico e non dei mercati zonali come da noi, va detto che, con la legge tedesca sulle rinnovabili, l'EEG del 2012, gli impianti a rinnovabili tedeschi, se hanno determinati requisiti, possono decidere ogni mese se ricevere la tariffa feed-in oppure vendere l'energia sul mercato, godendo di un market premium. In questo contesto è forte l'incentivo ad adottare modelli di aggregazione che permettono non solo la partecipazione al mercato della riserva, ma anche la riduzione degli oneri di sbilanciamento.”

In Germania inoltre, fa notare l'analista, a differenza che in Italia, sul mercato elettrico i prezzi possono essere anche negativi cosa che non avviene in Italia: “Da noi non c'è l'incentivo a far funzionare in maniera coordinata impianti programmabili e non programmabili. Dato che comunque per l'energia immessa si riceverà più di zero, nessuno staccherà un impianto rinnovabile dalla produzione, tanto più che al momento non si pagano nemmeno i costi di sbilanciamento. Devono dunque esserci delle regole certe per la valorizzazione degli sbilanciamenti da unità a rinnovabili e i mercati infragiornalieri devono essere veramente tali: ad oggi in Italia gran parte delle sessioni terminano in d meno 1 (il giorno prima, ndr), mentre in Germania il mercato infragiornaliero è realmente tale, le sessioni terminano un quarto d'ora prima dei periodi. Chiaro che per le rinnovabili c'è molta meno incertezza nelle previsioni della produzione un quarto d'ora prima rispetto a un giorno prima”.

Altro problema da risolvere, commenta un altro analista, ormai di casa su queste pagine, Giuseppe Artizzu, è quello delle regole italiane che stabiliscono quali unità possono essere abilitate all'accesso al mercato del servizio di bilanciamento: “In Germania si sta realizzando l’accesso della generazione distribuita al mercato dei servizi, su base aggregata. Qualcosa che i nostri trader sarebbero tranquillamente in grado di fare e vorrebbero fare ma non possono perché la soglia 'di rilevanza' è 10MW. Cioè, i requisiti imposti dalle regole attuali di fatto tagliano fuori le rinnovabili dal mercato dei servizi. Non c’è nessuna scusa per non abbassare la soglia subito. Si tratta solo di mettere Terna in grado di monitorare in tempo reale la risposta degli impianti agli ordini di dispacciamento”.

giovedì 18 luglio 2013

Il piano energetico dell’Olanda? Energia solare a 2 mln di famiglie

Il piano energetico dell’Olanda? Energia solare a 2 mln di famiglie

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
I Paesi Bassi stanno definendo la nuova politica energetica interna. Il Governo è in piena fase di negoziati con organismi ambientali e associazioni di categoria sulla cosiddetta “Nationaal Energieakkoor“, il piano che dovrebbe traghettare l’Olanda verso un sistema energetico più sostenibile entro l’anno 2050. Ad assistere i funzionari politici nell’arduo compito di redigere il programma di sviluppo futuro c’è il Consiglio economico e sociale dei Paesi Bassi (SER), un organismo di consulenza politica economica e sociale dell’Olanda.

Il Ser ha proposto di inserire nel Piano l’obiettivo di realizzare 2 milioni di impianti fotovoltaici domestici entro il 2023, con la meta ultima di un sistema di produzione verde al 100% entro il 2050. Il SER ha anche proposto un fondo per l’efficienza energetica che consenta all’utente di beneficiare di misure di risparmio energetico, e di prendere in considerazione progetti volti a sostenere le imprese intenzionate a migliorare la propria efficienza energetica.

Proposte virtuose a parte, sul tavolo del Governo per ora c’è solo un target non troppo ambizioso che prevede il raggiungimento, a breve termine, del 14% della produzione energetica da fonti rinnovabili. In tal senso il Consiglio starebbe facendo pressioni perché si passasse un target di almeno il 16%. Per ottenere una tale percentuale si prevede l’implementazione fino a 7 GW di eolico on shore, un raddoppio della quota delle bio-energia e l’incremento dell’impiego degli impianti di riscaldamento e raffreddamento alimentati a rinnovabili. “La sfida è enorme, questo accordo riempirà quei 15 anni di vuoto normativo che hanno caratterizzato il settore delle energie rinnovabili, offrendo nuove opportunità e nuovi spazi per la crescita verde”, spiega Teun Bokhoven, presidente presidente della Sustainable Energy Dome, uno dei protagonisti dei negoziati. “Per il movimento sindacale, il movimento ambientalista e l’agricoltura, l’accordo è essenziale. Sono attesi più di 15.000 nuovi posti di lavoro”.

martedì 11 giugno 2013

Batterie addio, il fotovoltaico impara a stoccare l’energia

Batterie addio, il fotovoltaico impara a stoccare l’energia

(Fonte:Rinnovabili.it)


 
 
Un team di ingegneri dell’Università del Wisconsin ha messo a punto un rivoluzionario modulo solare in grado, contemporaneamente, di generare elettricità dalla luce del sole e di sequestrarla al suo interno

L’energia potenziale ottenibile dal sole potrebbe sembrare senza limiti durante una soleggiata giornata estiva, ma per essere veramente utile tutta l’elettricità prodotta deve essere usata o immagazzinata. Questo è essenzialmente il motivo per il quale, dietro a grandi impianti fotovoltaici, si nascondo solitamente altrettanto grandi (e ingombranti) dispositivi di stoccaggio.

Alla ricerca di una modalità più semplice e dalle dimensioni ridotte per memorizzare l’energia, un team di ingegneri elettronici dell’Università del Wisconsin a Madison ha messo a punto un rivoluzionario modulo solare in grado, contemporaneamente, di generare elettricità dalla luce del sole e di sequestrarla al suo interno.

Hongrui Jiang e i suoi studenti hanno sviluppato l’idea, pubblicata in Materiali Avanzati, a partire dal lavoro svolto dal National Institutes of Health (NIH) nella progettazione di una lente a contatto con auto-messa a fuoco capace di adattarsi agli occhi che soffrono di presbiopia. La squadra ha elaborato un design che bilancia l’energia raccolta, lo stoccaggio e l’utilizzo. ”Avevamo bisogno di un dispositivo multifunzionale e di piccole dimensioni, al fine di integrare il tutto nella struttura unica di una lente a contatto”, spiega Jiang.

Nell’innovativo design lo strato superiore di ogni cella fotovoltaica è costituito da un elettrodo convenzionale che “converte” i fotoni in entrata in elettroni. Durante questo processo, gli elettroni prendono due direzioni: la maggior parte fluisce fuori dal dispositivo per supportare il carico di potenza, mentre alcuni sono dirottati verso un polimero in fluoruro polivinilidene (PVDF) ricoperto di nanofili di ossido di zinco. Il PVDF possiede un’elevata costante dielettrica elevata, elemento necessario alle soluzioni di stoccaggio energetico. ”Quando non c’è il sole, l’energia immagazzinata torna attraverso i nanofili ad alimentare il carico”. Attualmente, il concept converte solo il 4 per cento della luce in entrata, tuttavia, Jiang e il suo si aspettano di poter migliorare notevolmente sia l’efficienza di conversione che la quantità di energia immagazzinabile.

sabato 23 marzo 2013

Incentivi fotovoltaico Germania, niente tagli retroattivi

Incentivi fotovoltaico Germania, niente tagli retroattivi

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
 
 
Nessun taglio agli incentivi già in essere per gli impianti fotovoltaici tedeschi, parola della cancelliera Angela Merkel. Il piano di riduzione dei costi dell’energia elettrica in Germania, su cui sta spingendo molto il ministro dell’Ambiente Peter Altmaier senza grossi risultati, continua a restare senza reali conseguenze.

L’ennesimo “energy summit” tra gli Stati federali e quello centrale ha portato a un nulla di fatto. O meglio: alla conferma che gli incentivi al fotovoltaico per ora non si toccano. Ha detto la Merkel:

Non ci saranno tagli nella nuova legge sugli incentivi per gli impianti già installati.

Pochissime parole, ma sufficienti a scongiurare il panico tra gli operatori, già non molto contenti per il piano Altmaier. Thorsten Albig, presidente dello Stato di Schleswig-Holstein, ha gradito molto le parole della Cancelliera, aggiungendo che non sono gli incentivi al sole e al vento a far salire la bolletta ma è l’intero sistema elettrico ad essere sbagliato.
Tutti quanti, nel frattempo, continuano a scommettere se la nuova legge sugli incentivi entrerà in vigore entro agosto, come vorrebbe Altmaier, o solo dopo le elezioni di fine settembre. Di sicuro ci sarà almeno un altro energy summit tra Governo centrale e Governi statali prima di entrambe le date: a maggio.

Secondo la Merkel questo periodo dovrebbe essere utilizzato per valutare bene il peso sulle bollette elettriche dei tedeschi sia degli incentivi alle rinnovabili che gli sconti fatti ai grandi clienti industriali energivori.

Tra le rinnovabili ad essere sotto osservazione sarà però più l’eolico che il fotovoltaico. Quest’ultima fonte, infatti, ha già visto scendere negli ultimi mesi gli incentivi e dovrebbe essere risparmiata dai futuri tagli.

venerdì 8 marzo 2013

India: in tre anni 50 mila posti di lavoro dalle rinnovabili

 India: in tre anni 50 mila posti di lavoro dalle rinnovabili

 (Fonte:ZeroEmission.it)



Lo comunica il Ministero per le energie rinnovabili (Ministry of New and Renewable Energy) del Governo indiano, che diffonde i numeri dei posti di lavoro diretti legati ai diversi tipi di impianto.
Le rinnovabili in India hanno fornito 500 mila posti di lavoro soltanto negli ultimi tre anni. Lo comunica il Ministero per le energie rinnovabili (Ministry of New and Renewable Energy), secondo il quale, l'installazione di impianti fotovoltaici tra 1 e 2 MW fornirebbe circa 40 posti di lavoro, con circa 15 posti di lavoro in più per ogni megawatt di potenza addizionale. Salendo in ordine di capacità, un impianto fotovoltaico da 20 MW sarebbe in grado di occupare circa 500 persone in modo diretto. Questi dati, molto incoraggianti, fanno il paio con gli ambiziosi progetti di crescita del settore, secondo cui entro il 2017,il fotovoltaico ricoprirà idealmente un'area di 45.000 mq, l'eolico aggiungerà agli attuali 18.551 MW di capacità interna, altri 15.000 MW. Tra gli obiettivi prioritari del Governo indiano, c'è anche di rendere Agra, la città dove sorge il famoso santuario del Taj Mahal, la prima città fotovoltaica del Paese, investendo oltre 100 milioni di dollari, per lo più privati.

mercoledì 21 novembre 2012

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/quinto-conto-energia-presto-verifiche-sugli-impianti-incentivati-13098.html#ixzz2CsteUe1s
(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)


Prenderanno presto il via le verifiche di conformità sugli impianti fotovoltaici incentivati attraverso le varie versioni del Conto Energia. Si è infatti conclusa la gara indetta dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per appaltare le operazioni di controllo, che saranno alla fine effettuate dall’organismo di certificazione ICIM in tutto il territorio nazionale.
Le verifiche riguarderanno impianti selezionati a campione in tutte le regioni e le province d’Italia. Dovranno essere controllate tutte le tipologie di impianti fotovoltaici, con particolare riguardo per quelli a uso domestico. L’operazione durerà complessivamente 4 anni e prevede un totale di 8.000 verifiche (circa 2.000 all’anno).
L’attività di controllo sarà articolata in due fasi distinte: a una prima verifica documentale, che dovrà accertare ad esempio la proprietà degli impianti e la conformità dei documenti con quanto dichiarato al GSE all’atto della richiesta degli incentivi, seguirà un sopralluogo sul posto, con tanto di realizzazione di un apposito dossier fotografico.
In questa fase, i tecnici di ICIM dovranno ad esempio verificare la corretta installazione degli impianti integrati, l’effettivo impiego di pannelli fotovoltaici made in Ue (per chi lo ha dichiarato) e la conformità alle altre dichiarazioni rese al GSE. In caso di non conformità, lo stesso Gestore dei Servizi Energetici potrà richiedere un rimborso diretto delle somme non dovute o prevedere una detrazione sugli incentivi degli anni successivi.

Soddisfazione per l’incarico ottenuto è stata espressa da Gaetano Trizio, amministratore delegato di ICIM:

Siamo estremamente soddisfatti dell’aggiudicazione di questa gara, frutto di un’attenta valutazione delle nostre specifiche competenze tecniche. Questo risultato rende merito a Icim per la conoscenza approfondita del settore del fotovoltaico e di tutte le energie rinnovabili, un’expertise che ne ha fatto uno dei soggetti di riferimento, a livello nazionale e internazionale, per le attività di due diligence e certificazione di tutti gli anelli della filiera, in un contesto di crescente globalizzazione che richiede la massima garanzia di trasparenza e qualità dell’applicazione delle politiche energetiche nazionali.

lunedì 19 novembre 2012

Grid parity? Senza autoconsumo, solo sotto ai 1000 euro a kW

Grid parity? Senza autoconsumo, solo sotto ai 1000 euro a kW

(Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)



Affinché nelle zone più assolate d'Italia si possa fare fotovoltaico senza incentivi i prezzi dovranno scendere sotto 1.000 euro a kW chiavi in mano, mentre sui grandi impianti, con irraggiamento a livelli siciliani e un autoconsumo consistente, la grid parity è praticamente raggiunta. È questa in estrema sintesi la risposta alla domanda che, con il quinto conto energia destinato a vita breve, nel mondo del fotovoltaico italiano molti si stanno facendo: quando e a quali condizioni sarà conveniente realizzare un impianto fotovoltaico senza contare sugli incentivi?

A fornirla uno studio che Intellienergia, spin-off dell'Università di Tor Vergata, guidata dall'ingegner Alessandro Caffarelli, ha condiviso con Qualenergia.it (in allegato una sintesi e la presentazione). Un lavoro che arriva a conclusioni meno ottimistiche rispetto a quanto siamo stati abituati a sentire: anche nelle zone più favorevoli della penisola per arrivare alla grid parity manca ancora un po' di strada, tanto più quanto minore è la quantità di energia autoconsumata. “In questo momento abbiamo tutti i nostri clienti fermi - alcuni anche private equity cinesi con impianti multimegawatt da realizzare in Sicilia - in attesa che il costo all-in €/kWp sfondi il muro dei 1.000÷1.100 €/kWp”, commenta Caffarelli. Questa cifra infatti, come anticipato, è, secondo lo studio il costo tutto compreso a cui bisogna scendere affinché un impianto da 1 MW realizzato in Sicilia e che immetta tutta l'energia in rete sia in grid parity.

Ma prima di andare a vedere i risultati, occorre chiarire cosa si intenda per grid parity. Per lo studio è raggiunta quando si verificano due condizioni: il costo di generazione dell’unità di energia elettrica (LCOE) inferiore al costo di acquisto dell'elettricità - cioè per clienti industriali sotto a 0,13 €/kWh – e l’IRR dell’investimento di almeno dell'8%.

Caffarelli e colleghi si sono chiesti quando ciò potrà accadere, considerando ad esempio impianti da 1 MW che operino in diverse condizioni di esposizione e irraggiamento e con profili di consumo differenti. In caso di esercizio zonale puro o ibrido (con percentuali di autoconsumo) in modalità di vendita indiretta, sotto forma di Ritiro Dedicato, è stato valutato anche il Prezzo Zonale (PZ) di vendita dell'energia della zona in cui si ipotizza venga realizzato l'impianto, che invece non influenza i conti in ipotesi di autoconsumo totale.

Tralasciando i dettagli delle simulazioni (che trovate spiegati nei documenti in allegato) andiamo a vedere i risultati. Non stupisce che i primi impianti in grid parity verranno realizzati in Sicilia: qui oltre all'ottimo irraggiamento c'è un Prezzo Zonale più elevato, anche se va sottolineato che nelle simulazioni Caffarelli e colleghi hanno avuto l'accortezza di tenere in considerazione che nei prossimi anni il PZ siciliano convergerà sempre di più con il Prezzo Unico Nazionale (PUN).

In siti e configurazioni impiantistiche che sviluppano 1.500 ore equivalenti (valori di irraggiamento che troviamo in varie zone della Sicilia), un impianto realizzato in modalità “zonale pura” ossia senza autoconsumo e con PZ=PUN=75 €/MW, si andare in grid parity (LCOE < 0,13 euro/kWh e IRR > 8%) se il costo dell'investimento è sotto ai 1.000 euro/kWp. Lo stesso impianto se abbinato però a una percentuale di autoconsumo significativa (circa il 40% rispetto alla producibilità attesa) è in grid parity già a 1.300 euro/kWp. In modalità di autoconsumo totale, sempre per siti con irraggiamento a 1.500 ore equivalenti, la grid parity si potrebbe raggiungere anche con costi di 1.700 euro/ kWp.

“Per classi di potenza impiantistica industriale e profili di consumo rilevanti - clienti produttori e contemporaneamente fortemente energivori – dunque la grid parity in Sicilia è praticamente già raggiunta – spiega a Qualenergia.it Caffarelli - non è invece ancora raggiungibile, per profili di autoconsumo nullo. Il 'chiavi in mano' a 950 €/kWp è infatti difficilmente realizzabile a meno che non entrino in gioco potenze multimegawatt da collegare in alta tensione, dunque oltre i 25 MW, e per clienti come i fondi d'investimento cinesi con accesso a materiali sotto costo e comunque con modalità contrattuali di vendita alternative al Ritiro Dedicato; ciò che sta accadendo in Spagna, dove vediamo i primi impianti realizzati senza contare su incentivi”.

Questo, ricordiamo, parlando della zona più fortunata del Paese in quanto a sole, cioè Sicilia e Meridione. Se andiamo a guardare i risultati delle simulazioni su siti con irraggiamenti minori vediamo che al Nord, prima di poter fare fotovoltaico senza incentivi, il costo del kWp dovrà scendere ancora di più: con un irraggiamento di 1.050 kWh/kWp come quello di Milano, ad esempio, anche con un autoconsumo pari al 52% della producibilità, si dovrebbe stare al di sotto dei 950 euro/kWp per avere un IRR maggiore dell'8%. Con la cessione totale si dovrebbe arrivare all'improponibile (almeno nel medio termine) 650 euro/kWp. Nelle regioni settentrionali solo se si consumasse sul posto o comunque dietro al contatore tutta l'energia prodotta si riuscirebbe a stare in grid parity con costi raggiungibili nei prossimi mesi di 1.200 euro/kWp.

Insomma, il fotovoltaico in Italia ha ancora bisogno di un po' di tempo e un po' di supporto prima di poter camminare sulle proprie gambe e quindi senza incentivi. Un sostegno che non sembra possa essere garantito dal V conto energia, ad accesso limitato per i grandi impianti e destinato a esaurirsi nel giro di qualche mese.

Come si potrebbe accompagnare il settore alla grid parity? “Un’ipotesi potrebbe essere l'introduzione di incentivi fiscali estesi anche alla persona giuridica – commenta Caffareli - al momento ancora da confermare anche per le persone fisiche (l'ex 36% portato al 50% fino al 30 giugno 2013, ndr). Un grosso catalizzatore di investimenti che migliorerebbe la redditività, poi, sarebbe poter godere del regime dello Scambio Sul Posto anche su impianti multimegawatt (mentre ora è applicabile solo sotto ai 200 kW, ndr). Altra misura che potrebbe fare molto è l'attesa regolazione normativa da parte dell’Autorità dei SEU (servizi efficienti di utenza) con l’introduzione del concetto dei consorzi locali Produttori-Consumatori e del consumo di prossimità, un concetto introdotto dall’associazione ATER che ha presentato una bozza di dinamica SEU all’Autorità per l'Energia. Ma se di queste proposte si sente spesso parlare tra le associazioni, non sembra che siano prioritarie per il Governo, tanto che nella Strategia Energetica Nazionale non ve n'è nemmeno un accenno”.

lunedì 1 ottobre 2012

Quinto Conto Energia: assegnati 50 milioni in meno

Quinto Conto Energia: primo registro non esaurito, assegnati 50 milioni in meno

(Fonte: Photon.it)
 
Sono 3.620 i progetti fotovoltaici di potenza superiore a 12 chilowatt accolti nell’apposito registro previsto dal quinto Conto Energia per una potenza complessiva di 966 megawatt e una spesa di 90 milioni, nonostante le risorse finanziarie inizialmente previste dal quinto Conto Energia per il registro fossero di 140 milioni di euro.

Il Gestore dei Servizi Energetici Spa (GSE) ha pubblicato sia la graduatoria dei progetti ammessi al registro (Elenco A) sia quella relativa agli impianti esclusi dalla graduatoria in quanto carenti dei requisiti necessari (Elenco B) e ha ricordato, tuttavia, che l’ammissione in graduatoria «non garantisce l’accesso agli incentivi che rimane subordinato alla verifica del rispetto degli altri requisiti previsti dal Decreto e dal quadro normativo di riferimento». Per quanto riguarda i progetti ammessi al registro, la potenza massima registrata è stata di 20 megawatt rispettivamente per due progetti da completare in Basilicata, mentre per gli impianti già entrati in esercizio, che totalizzano una potenza complessiva di 314 megawatt, quello più grande è stato connesso a Catania e ha una potenza di 9,9 megawatt. Per quanto riguarda i progetti esclusi dal registro, di cui una decina è già entrata in esercizio, la loro potenza complessiva si attesta intorno ai 21 megawatt. Non è escluso che alcuni impianti registrati nell’Elenco A possano essere doppi, dal momento che in alcuni casi il soggetto responsabile, l’ubicazione dell’impianto, la potenza e la data del conseguimento del titolo autorizzativo coincidono.
La spesa per il totale dei cinque programmi Conto Energia ha raggiunto 6.343 milioni di euro, alla quale vanno sommati i 21 milioni di euro già impegnati per i rimanenti "grandi impianti" del quarto Conto Energia in posizione utile ma non ancora in esercizio e i 90 milioni assegnati agli impianti del primo registro del quinto Conto Energia appena pubblicato, anche se ancora non tutti in esercizio. La spesa complessiva per gli incentivi al fotovoltaico italiano ha raggiunto, dunque, un totale di circa 6.454 milioni di euro e al raggiungimento del tetto da 6,7 miliardi di euro previsto dal quinto Conto Energia per la fine degli incentivi mancano circa 246 milioni di euro.

giovedì 20 settembre 2012

La Sicilia termodinamica.

L’era del solare termodinamico inizia dalla Sicilia

 
(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
Entro il 2015 sarà terminato in Sicilia, in provincia di Catania, il primo impianto di solare termodinamico puro in Italia. A differenza dell’ormai famoso impianto Archimede di Priolo Gargallo, nel siracusano, quello di Catania sarà un parco solare termodinamico senza alcun collegamento con una centrale termoelettrica a gas.

L’annuncio dell’avvio della costruzione del nuovo impianto è stato dato l’altro ieri a Palermo, nel corso di un convegno sull’energia distribuita e il termodinamico organizzato da Anest (l’Associazione italiana energia solare termodinamica) e dal Fred (il Forum regionale per l’energia distribuita).

Si tratta di un impianto Enel Green Power da 100 MW termici e 30 elettrici: il sole, concentrato dagli specchi parabolici su un tubo contenente sali fusi, riscalda il liquido vettore fino a 550 gradi centigradi. Questo calore serve a generare vapore che poi viene sfruttato per produrre energia elettrica con una normale turbina. Stiamo parlando, in pratica, dell’altro lato della medaglia solare: il primo lato, quello fino a oggi più sfruttato e conosciuto, è il fotovoltaico e il secondo è il termodinamico.

Con 100 MW termici e 30 elettrici, se la matematica non mente, l’efficienza di questa tecnologia è nettamente superiore a quella del fotovoltaico. Altra buona notizia: mentre il fotovoltaico è in grado di produrre energia per circa 1.500-1.800 ore l’anno, il termodinamico può arrivare fino a 3.800-4.000 ore grazie al serbatoio che accumula il calore e permette la produzione elettrica anche dopo il tramonto.

Infine, mentre il fotovoltaico ha una filiera quasi interamente straniera (con la nota disputa antidumping tra Ue e Cina), il termodinamico è praticamente 100% italiano. Per quale motivo, allora, questa tecnologia non ha ancora avuto uno sviluppo neanche paragonabile a quello del fotovoltaico?

Il motivo principale è che fino a poco tempo fa sono mancati gli incentivi. Con il nuovo Decreto Rinnovabili elettriche, criticato da più parti per aver stroncato e burocratizzato il supporto statale alla maggior parte delle fonti pulite, è stata introdotta una ricca tariffa per il termodinamico: 32 centesimi al kWh, più o meno come il vecchio terzo conto energia per il fotovoltaico, per gli impianti di grandi dimensioni.

Un altro motivo è che il termodinamico ha bisogno di molto sole e non è adatto alle regioni del nord Italia. L’ideale è il nord Africa, tanto che è proprio il termodinamico la tecnologia alla base del progetto Desertec, ma anche la Sicilia e il sud della Sardegna possono dare buoni frutti.

Ieri, durante la seconda giornata del convegno palermitano di Fred e Anest, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini (presente per una decina di minuti in videoconferenza) ha parlato apertamente di “dorsale del solare termodinamico” tra Sicilia e Africa. Di sicuro adesso ci sono i presupposti per lo sviluppo di questa tecnologia, vedremo se e come si svilupperà nei prossimi anni e se, soprattutto, riceverà lo stesso trattamento del fotovoltaico: prima elogiato e riccamente pagato con gli incentivi e poi, dalla notte al giorno, dimenticato e maltrattato dal Governo di turno. Se così fosse sarebbe l’ennesima occasione sprecata per l’Italia.

mercoledì 12 settembre 2012

Impianti fotovoltaici: da agosto 2013 gli installatori dovranno "qualificarsi"

 Impianti fotovoltaici: da agosto 2013 gli installatori dovranno "qualificarsi"

(Fonte: NewEnergia.it-Stefano Caproni)
 
Anche se è ancora presto, meglio parlare con largo anticipo, per evitare di trovarsi spiazzati, dei nuovi sistemi di qualificazione degli installatori per poter continuare le attività di installazione e di manutenzione straordinaria di caldaie, caminetti e stufe a biomassa, di sistemi solari fotovoltaici e termici sugli edifici, di sistemi geotermici a bassa entalpia e di pompe di calore. Lo prescrive il DL 28-2011 e ce lo ricorda anche il testo ufficiale del Quinto Conto Energia (comma 6 dell’art. 5 ovvero ai fini dell’accesso alle tariffe incentivanti, restano fermi i requisiti professionali degli installatori degli impianti fotovoltaici, di cui all’articolo 15 del decreto legislativo n. 28 del 2011).

Sino al 31 luglio 2013 la qualifica professionale è conseguita col possesso dei requisiti tecnico professionali di cui, in alternativa, alle lettere a), b) o c) del comma 1 dell’articolo 4 del decreto del Ministro dello sviluppo economico n. 37 del 2008 (che ha sostituito la Legge 46/90) , ovvero i requisiti che hanno già gli installatori che stanno realizzando impianti fotovoltaici o che stanno eseguendo attività come sopra descritte.

A decorrere dal 1° agosto 2013 invece, i requisiti tecnico professionali si intendono rispettati quando:
a) il titolo di formazione professionale è rilasciato nel rispetto delle modalità di cui ai commi 3 e 4 e dei criteri di cui all’allegato 4 (del DL 28-2011) e attesta la qualificazione degli installatori
b) il previo periodo di formazione è effettuato secondo le modalità individuate nell’allegato 4 del DL 28-2011

Gli installatori quindi dovranno seguire dei corsi di qualifica per poter continuare le attività. Entro il 31 dicembre 2012, le Regioni e le Province autonome, nel rispetto dell’allegato 4, attivano un programma di formazione per gli installatori di impianti a fonti rinnovabili o procedono al riconoscimento di fornitori di formazione, dandone comunicazione al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Allo scopo di favorire la coerenza con i criteri di cui all’allegato 4 e l’omogeneità a livello nazionale, ovvero nel caso in cui le Regioni e le Province autonome non provvedano entro il 31 dicembre 2012, l’ENEA mette a disposizione programmi di formazione per il rilascio dell’attestato di formazione. Le Regioni e le Province autonome possono altresì stipulare accordi con l’ENEA e con la scuola di specializzazione in discipline ambientali (come definito dall’ all’articolo 7, comma 4, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e successive modificazioni, per il supporto nello svolgimento delle attività).

martedì 11 settembre 2012

Quinto Conto Energia senza divieto di frazionamento impianto

Quinto Conto Energia senza divieto di frazionamento impianto


(Fonte: Photon .it)
 
Il Quinto Conto Energia "non prevede alcun divieto di frazionamento degli impianti fotovoltaici" - lo ha affermato Luca Di Carlo, a capo della Direzione Ingegneria della Divisione Operativa del Gestore dei Servizi Energetici Spa nel corso del question time offerto dallo stesso GSE nell'ambito del salone del fotovoltaico "PV Rome" allestito all'interno della fiera "Zeroemission Rome" svoltosi da mercoledì a venerdì nella capitale italiana.

Questo significa, per esempio, che per aggirare legalmente l'obbligo di registrazione per gli impianti di potenza superiore ai 12 chilowatt, si potranno affiancare più impianti minori a patto, ovviamente, di fornire un punto di immissione in rete per impianto e di sostenere le spese connesse al frazionamento, ivi inclusa la presentazione di singole domande per ogni impianto. Rispondendo alle numerose domande più o meno tecniche della platea, la squadra capitanata dal Direttore Operativo del GSE Gerardo Montanino, ha anche ribadito come il nuovo quinto Conto Energia abbia abolito la categoria degli "altri impianti" ai fini della tariffa incentivante con la conseguenza che la "salvaguardia" pensata per gli impianti progettati in quarto Conto Energia ma slittati al quinto non riguarderà le tipologie non più esplicitamente menzionate nel decreto. Tacendo sull'installato sinora registrato ai sensi del quinto Conto Energia e rimandando alla pubblicazione "nei prossimi giorni" di un nuovo Contatore Fotovoltaico sul sito del GSE che includa i dati su tutti e cinque i programmi incentivanti, Gerardo Montanino, pur sottolinenando che non spetta al Gestore decidere in merito, si è detto possibilista su un nuovo Conto Energia, affermando: "noi ne parleremo col ministero"

venerdì 7 settembre 2012

Nuova strategia energetica nazionale

Rinnovabili e efficienza nella nuova strategia energetica nazionale

(Fonte: ZeroEmission.it)
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha presentato a ZeroEmission Rome 2012 gli obiettivi e le priorità nella politica energetica. Dal settore fotovoltaico proposte concrete al Governo per favorire lo sviluppo.
"I nostri obiettivi sono ridurre il costo dell’energia per consumatori e imprese, migliorare l’indipendenza di approvvigionamento, favorire la crescita economica sostenibile, raggiungere e superare gli obiettivi ambientali europei. Per fare questo abbiamo quali priorità la promozione dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle energie rinnovabili e quello delle infrastrutture e del mercato elettrico". È quanto ha dichiarato Marcello Garozzo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, intervenuto oggi alla seconda giornata di ZeroEmission Rome 2102, la manifestazione dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading, in programma fino a venerdì 7 settembre alla Fiera di Roma.
"In particolare, per quanto riguarda il settore fotovoltaico, desidero sottolineare che il Quinto Conto Energia ha ancora da assegnare oltre 500 milioni di euro l’anno e, anche dopo, continueremo a incentivare i piccoli impianti, con particolare attenzione a quelli innovativi e integrati nell’edilizia. In Italia il fotovoltaico ha ancora un vasto margine di crescita e avrà un ruolo importante nel panorama energetico nazionale", ha concluso Garozzo.
In rappresentanza del settore fotovoltaico è intervenuto Valerio Natalizia, presidente di Gifi-Anie, associazione che raggruppa circa 200 aziende di tutta la filiera, che ha affermato: "Sono fermamente convinto che sia necessario concertare sin da ora una serie di misure normative e legislative utili per sostenere lo sviluppo del mercato anche negli anni a venire. È inutile e dannoso attaccare le istituzioni per gli errori fatti, come alcuni operatori del settore stanno facendo, quando vi sono le possibilità di lavorare su misure a costo zero per sostenere il mercato italiano del fotovoltaico in un’ottica di sviluppo moderato, ma costante nel tempo". Tra le proposte avanzate da Natalizia: la regolamentazione della vendita diretta dell'energia elettrica attraverso contratti tra soggetti privati; la semplificazione dei processi autorizzativi, che attualmente incidono per il 69% sul costo di sviluppo di un progetto fotovoltaico; un maggiore focus sull'autoconsumo per stimolare le tecnologie dell’accumulo; sgravi fiscali per assunzioni nelle imprese che operano nel settore e per le attività di ricerca e sviluppo; bonus fiscali sugli investimenti iniziali e sui redditi da vendita dell’energia.

giovedì 6 settembre 2012

Record in Germania: 4,9 GW Fotovoltaici in 7 mesi!

Germania, in 7 mesi quasi 4,9 GW fotovoltaici. E' record 

 
(Fonte:QualeEnergia.it)
 
A fine luglio sono stati installati 4,9 GW di fotovoltaico. Un nuovo record visto che, per lo stesso periodo, nel 2011 la potenza installata era stata di 2,28 GW e nel 2010 di 4,5 GW. A luglio installati 543 MW.
La Germania ha installato a luglio 543,22 nuovi megawatt fotovoltaici, quasi in linea con quanto realizzato nel luglio 2011 (572 MW). Lo ha comunicato l’agenzia federale Bundesnetzagentur che ha peraltro specificato che per l’anno in corso nel Paese sono stati installati 4,9 GW di fotovoltaico. Si tratta di un nuovo record visto che, per lo stesso periodo, nel 2011 la potenza installata era stata di 2,28 GW e nel 2010 di 4,5 GW.
Ricordiamo che a fine giugno il Governo tedesco aveva annunciato che l’attuale schema incentivante (a tariffa fissa prevista dal Renewable Energy Resources Act) terminerà allorché si arriverà in totale a una potenza di 52 GW. Al momento si stima che si sia giunti a una capacità di 29,7 GW.

lunedì 3 settembre 2012

Superati i 15 GW fotovoltaici installati!

In Italia, superati i 15 GW fotovoltaici installati

(Fonte: ZeroEmission.it)
Secondo il Gse, sono 426.272 gli impianti attivi sul territorio nazionale: in testa alla classifica della capacità, ancora una volta, la Puglia, mentre in quella del numero di impianti, la Lombardia.
In Italia, oltre 15 GW dagli impianti fotovoltaici. E' il contatore ufficiale del Gse a confermare il primato: 15.008 MW installati e 426.272 impianti, di cui 375 mila sotto i 20 kW. Uno sguardo alla classifica della capacità installata e scopriamo che, ancora una volta, è la Puglia ra possedere la "maglia rosa" con 2.350 MW, pari al 15,6% del totale, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. La Lombardia è però la Regione che guida la classifica secondo il numero di impianti, ben 61.806, pari al 14,5% del totale. A seguire, Veneto e, ancora una volta, Emilia Romagna. Le Marche, con 575 W (ben oltre la media italiana che si attesta a 246 W per abitante), è invece la Regione, con la più alta capacità pro capite, seguite da Puglia, Basilica e Molise. La Puglia, però, appare al vertice di un'altra classifica, quella della densità di superficie coperta dagli impianti FV (121 kW per kmq), seguita da Marche, Veneto e Lombardia.

Le Nuove Frontiere dell’Edilizia:Edifici Sostenibili.

Edifici Sostenibili ad Energia Quasi Zero: le Nuove Frontiere dell’Edilizia

(Fonte:GenitronSviluppo.com)
 L’innovazione di un sistema che permette di risparmiare tempo in cantiere e di rendere meno costosa la realizzazione dell’edificio, unita ad un isolamento termico di altissimo livello, che garantisce un notevole risparmio energetico: questi i vantaggi del sistema costruttivo Ecosism che saranno presentati, assieme ad altri temi relativi all’efficienza energetica, nel corso del convegno "Edifici sostenibili ad energia quasi zero: le nuove frontiere dell’edilizia" in programma il prossimo 20 settembre presso il Park Hotel Villa Fiorita a Monastier di Treviso.
Il convegno è organizzato da Profila per Ecosism, l’azienda padovana ideatrice di questo metodo costruttivo e USG, azienda udinese distributrice del prodotto. Sono previsti l’intervento di prestigiosi relatori quali il professor Tomaso Trombetti dell’Università di Bologna e del dott. Ing. Marco Piana, direttore tecnico dell’AIPE (Associazione Italiana polistirene espanso), che affronteranno con approccio scientifico gli aspetti dell’efficienza energetica, nonchè del dott. Marco Manganello, consulente dell’Ecosism, che presenterà nel dettaglio il sistema costruttivo. 
All’evento prenderanno parte anche le aziende FVG Energy, azienda leader nel settore del fotovoltaico ed Edilit, affermata ditta nell’ambito delle facciate ventilate. A conferire ulteriore prestigio all’evento la collaborazione di Ordini e collegi della Provincia di Treviso. Il convegno, a partecipazione gratuita, si rivolge ad architetti, ingegneri, geometri, periti, studenti nonché aziende edili e tecnici interessati alle tematiche del risparmio energetico e alle novità del settore.

Il rischio dellla legge "libera-trivelle" .

L'illusorio petrolio di Passera in un libro edito da Altraeconomia.

(Fonte: Qualenergia.it)
 Gli idrocarburi sembrano essere al centro del venturo Piano nazionale per l'Energia del governo Monti, anche se l'economia delle fonti fossili ha i giorni contati. C'è il rischio che si rispolveri la legge "libera-trivelle" in un Paese che, grazie a royalties e compensazioni minime, è già ora "un paradiso per petrolieri", spiega un libro di Altreconomia sul tema.
È atteso entro la fine del 2012 il Piano nazionale per l'Energia, serie di misure per il settore energetico italiano che si appresta a varare il governo Monti, definite "urgenti" e fortemente volute dal ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, oltre che orgogliosamente sponsorizzate dalla lobby petrolifera. Un disegno di legge ben preciso che, al fine di garantire l’innalzamento della produzione petrolifera italiana fino al 20% del fabbisogno nazionale, l’aumento del Prodotto interno lordo di mezzo punto e la riduzione di 6 miliardi della bolletta energetica, necessita della realizzazione di imponenti opere infrastrutturali come rigassificatori, gasdotti nazionali ed internazionali, centrali e megastoccaggi, fino ad arrivare a nuove trivellazioni alla ricerca di greggio, gas e gas non convenzionale (shale gas).
Obiettivi per cui andrebbe snellita la normativa vigente sulle autorizzazioni e abolito ogni vincolo e limite per la prospezione, la ricerca e coltivazione di idrocarburi nel sottofondo marino. Perché le attuali norme di tutela dell’ambiente -tra cui quelle che fissano a 12 miglia dalle coste il limite entro il quale non è possibile effettuare trivellazioni in mare- rappresentano un vincolo troppo rigoroso. Ecco quindi il rischio che venga rispolverata la legge "libera-trivelle", ipotesi che Altreconomia ha già anticipato nel libro-inchiesta di Pietro Dommarco "Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri" e nell'articolo "Il greggio italiano è un'illusione", pubblicato sul mensile ad aprile scorso.

Le mani dei petrolieri in Italia sono infatti libere di perforare la terra e i fondali marini -spiega Dommarco-, con royalties minime (cedendo cioè agli enti locali solo il 4% dei ricavati per le estrazioni in mare e il 10% per quelle sulla terraferma) e con l’avallo di leggi "tolleranti", che producono pochi vantaggi per il territorio e infiniti lutti per i lavoratori (preoccupante l'aumento di patologie tumorali: basti pensare, ad esempio, che nella zona di Priolo, in Sicilia, il 35% dei decessi avviene per tumore) e per l’ambiente.

Al 31 dicembre 2011 la produzione di greggio in Italia si è attestata su 5.283.866 tonnellate, quasi 40 milioni di barili. L’84% della produzione nazionale proviene dalla terraferma, il 16% dal mare. Il libro raccoglie oltre ai numeri anche le storie dei tanti "Texas italiani": dalla Val d’Agri in Basilicata a Sannazzaro de’ Burgondi in Pianura Padana, da Gela e Priolo in Sicilia a Porto Torres in Sardegna e Porto Marghera in Veneto. La regione più sfruttata è la Basilicata, seguita dalla Sicilia.
Tra i Paesi europei, invece, l'Italia è al quarto posto per produzione petrolifera. Considerando, poi, le "percentuali di compensazione ambientale" del nostro Paese a livello mondiale, sono tra le più basse al mondo: per questo oggi sono centinaia le concessioni e più di 1.000 i pozzi produttivi in Italia, tra terraferma e mare. Numeri che potrebbero aumentare se calcolassimo (e sfruttassimo) le riserve, tra le prime a livello europeo per potenzialità. Scenario, questo, in linea con la visione del ministro Passera, che già a fine marzo ha aperto le porte allo sfruttamento di "risorse italiane, giacimenti di gas e petrolio non ancora sviluppati".
La prefazione di "Trivelle d'Italia" è curata dal geologo e primo ricercatore del Cnr Mario Tozzi, che spiega perché l’economia fossile ha i giorni contati. Nel libro anche un’intervista alla professoressa Maria Rita D’Orsogna e un indentikit delle principali multinazionali petrolifere che lavorano in Italia."Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri", di Pietro Dommarco, scrittore e giornalista freelance, specializzato in tematiche ambientali. Collabora con il mensile Altreconomia.

mercoledì 1 giugno 2011

Quarto Conto Energia: in vigore i nuovi incentivi per il fotovoltaico


Nel DM 5 maggio 2011 le tariffe incentivanti applicabili agli impianti che entrano in esercizio dal 1° giugno 2011 al 31 dicembre 2016
- Entrano in vigore oggi 1° giugno le nuove tariffe incentivanti per il fotovoltaico definite dal quarto Conto Energia, il DM 5 maggio 2011.
Il decreto, infatti, si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio da oggi fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.

Per i ‘piccoli impianti’fotovoltaici (impianti fino a 1000 kW realizzati su edifici, impianti fino a 200 kW operanti in regime di scambio sul posto, impianti di potenza qualsiasi realizzati su edifici ed aree delle Amministrazioni pubbliche) non è previsto alcun tetto di spesa fino a fine 2012. Per i ‘grandi impianti’(tutti quelli diversi dai ‘piccoli’) sono previsti tetti di spesa semestrali fino al 2012. Vedi tabella

Per gli impianti grandi e piccoli, dal 2013 al 2016, il superamento dei tetti non limita l'accesso alle tariffe incentivanti, ma determina una riduzione aggiuntiva delle stesse per il periodo successivo. Dal 2013 è prevista l’introduzione del modello tedesco.

Chi può accedere agli incentivi
Possono beneficiare delle tariffe incentivanti persone fisiche, persone giuridiche, soggetti pubblici e condomini per impianti fotovoltaici di almeno 1 kW, conformi alle norme tecniche di cui all’allegato 1 e al Dlgs 28/2011, nuovi, collegati alla rete elettrica o a piccole reti isolate.

Le tariffe incentivanti in vigore dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016
La tariffa incentivante, differenziata per potenza dell’impianto e per periodo temporale secondo le tabelle di cui all’allegato 5, è riconosciuta per 20 anni dall’entrata in esercizio dell'impianto ed è costante in moneta corrente per tutto il periodo di incentivazione. Le tariffe sono differenziate per tipo di impianto e per classe di potenza. Sono favoriti gli impianti su edifici, e tra questi i più piccoli.

Dal primo semestre 2013, le tariffe assumono valore onnicomprensivo sull’energia immessa nel sistema elettrico. Sulla quota di energia autoconsumata è attribuita una tariffa specifica. Dal secondo semestre 2013 si applicheranno riduzioni programmate rispetto alle tariffe vigenti nel semestre precedente. Tutte le tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 1 a 5.

Tariffe diverse sono previste per gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative. Si tratta di impianti fotovoltaici tra 1 kW e 5 MW che utilizzano moduli non convenzionali e componenti speciali, sviluppati specificatamente per integrarsi e sostituire elementi architettonici. Tutte le tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 6 a 9.

Ultima tipologia è quella degli impianti a concentrazione, le cui tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 10 a 13.

Le regole per l’incentivazione dei grandi impianti
I grandi impianti che entrano in esercizio entro il 31 agosto 2011 accedono direttamente alle tariffe incentivanti, previa comunicazione al GSE dell’entrata in esercizio. Invece, i grandi impianti che entrano in esercizio dopo il 31 agosto 2011 e fino a tutto il 2012, per accedere alle tariffe incentivanti, devono essere iscritti nell’apposito registro informatico gestito dal GSE, in una posizione tale da rientrare nei limiti di costo definiti per ciascun periodo (leggi tutto).

Il GSE ha pubblicato le Regole tecniche per l’iscrizione dei grandi impianti fotovoltaici al registro (leggi tutto).


Le pratiche ex lege Salva-Alcoa
GIFI-ANIE ha ricevuto segnalazioni dalle sue aziende associate riguardanti il rigetto da parte del GSE di numerose pratiche di riconoscimento della tariffa incentivante relative alla Legge 129/2010, cosiddetta “Salva Alcoa”. Per questo motivo il Presidente di GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, ha scritto al Direttore operativo del GSE, Gerardo Montanino.

“Ci risulta - dichiara Natalizia nella lettera - che la maggioranza delle non approvazioni riguardano la mancanza e la non conformità di alcune attestazioni formali, ancorché importanti, ad integrazione di molteplici documenti che già comprovano l'effettiva e compiuta realizzazione dell'impianto. Riteniamo - continua Natalizia - che tali attestazioni non dovrebbero pregiudicare l'esito del processo. Pertanto abbiamo chiesto al GSE di prevedere la possibilità di integrare entro un tempo massimo le attestazioni mancanti, al fine di garantire il buon esito di progetti avviati anche più di un anno fa”.

“Ribadisco anche in questo contesto - conclude Natalizia - la fondamentale importanza del severo controllo, anche da parte del GSE, della completezza, veridicità e corrispondenza fra dichiarazioni pervenute ed effettivi impianti realizzati, nell’ottica di un contrasto alle pratiche illegali e alle dichiarazioni mendaci.”
(riproduzione riservata)
Entrano in vigore oggi 1° giugno le nuove tariffe incentivanti per il fotovoltaico definite dal quarto Conto Energia, il DM 5 maggio 2011.

Il decreto, infatti, si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio da oggi fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.

Per i ‘piccoli impianti’fotovoltaici (impianti fino a 1000 kW realizzati su edifici, impianti fino a 200 kW operanti in regime di scambio sul posto, impianti di potenza qualsiasi realizzati su edifici ed aree delle Amministrazioni pubbliche) non è previsto alcun tetto di spesa fino a fine 2012. Per i ‘grandi impianti’(tutti quelli diversi dai ‘piccoli’) sono previsti tetti di spesa semestrali fino al 2012. Vedi tabella

Per gli impianti grandi e piccoli, dal 2013 al 2016, il superamento dei tetti non limita l'accesso alle tariffe incentivanti, ma determina una riduzione aggiuntiva delle stesse per il periodo successivo. Dal 2013 è prevista l’introduzione del modello tedesco.

Chi può accedere agli incentivi
Possono beneficiare delle tariffe incentivanti persone fisiche, persone giuridiche, soggetti pubblici e condomini per impianti fotovoltaici di almeno 1 kW, conformi alle norme tecniche di cui all’allegato 1 e al Dlgs 28/2011, nuovi, collegati alla rete elettrica o a piccole reti isolate.

Le tariffe incentivanti in vigore dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016
La tariffa incentivante, differenziata per potenza dell’impianto e per periodo temporale secondo le tabelle di cui all’allegato 5, è riconosciuta per 20 anni dall’entrata in esercizio dell'impianto ed è costante in moneta corrente per tutto il periodo di incentivazione. Le tariffe sono differenziate per tipo di impianto e per classe di potenza. Sono favoriti gli impianti su edifici, e tra questi i più piccoli.

Dal primo semestre 2013, le tariffe assumono valore onnicomprensivo sull’energia immessa nel sistema elettrico. Sulla quota di energia autoconsumata è attribuita una tariffa specifica. Dal secondo semestre 2013 si applicheranno riduzioni programmate rispetto alle tariffe vigenti nel semestre precedente. Tutte le tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 1 a 5.

Tariffe diverse sono previste per gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative. Si tratta di impianti fotovoltaici tra 1 kW e 5 MW che utilizzano moduli non convenzionali e componenti speciali, sviluppati specificatamente per integrarsi e sostituire elementi architettonici. Tutte le tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 6 a 9.

Ultima tipologia è quella degli impianti a concentrazione, le cui tariffe applicabili dal 1° giugno 2011 alla fine del 2016, sono indicate nell’Allegato 5, Tabelle da 10 a 13.

Le regole per l’incentivazione dei grandi impianti
I grandi impianti che entrano in esercizio entro il 31 agosto 2011 accedono direttamente alle tariffe incentivanti, previa comunicazione al GSE dell’entrata in esercizio. Invece, i grandi impianti che entrano in esercizio dopo il 31 agosto 2011 e fino a tutto il 2012, per accedere alle tariffe incentivanti, devono essere iscritti nell’apposito registro informatico gestito dal GSE, in una posizione tale da rientrare nei limiti di costo definiti per ciascun periodo (leggi tutto).

Il GSE ha pubblicato le Regole tecniche per l’iscrizione dei grandi impianti fotovoltaici al registro (leggi tutto).


Le pratiche ex lege Salva-Alcoa
GIFI-ANIE ha ricevuto segnalazioni dalle sue aziende associate riguardanti il rigetto da parte del GSE di numerose pratiche di riconoscimento della tariffa incentivante relative alla Legge 129/2010, cosiddetta “Salva Alcoa”. Per questo motivo il Presidente di GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, ha scritto al Direttore operativo del GSE, Gerardo Montanino.

“Ci risulta - dichiara Natalizia nella lettera - che la maggioranza delle non approvazioni riguardano la mancanza e la non conformità di alcune attestazioni formali, ancorché importanti, ad integrazione di molteplici documenti che già comprovano l'effettiva e compiuta realizzazione dell'impianto. Riteniamo - continua Natalizia - che tali attestazioni non dovrebbero pregiudicare l'esito del processo. Pertanto abbiamo chiesto al GSE di prevedere la possibilità di integrare entro un tempo massimo le attestazioni mancanti, al fine di garantire il buon esito di progetti avviati anche più di un anno fa”.

“Ribadisco anche in questo contesto - conclude Natalizia - la fondamentale importanza del severo controllo, anche da parte del GSE, della completezza, veridicità e corrispondenza fra dichiarazioni pervenute ed effettivi impianti realizzati, nell’ottica di un contrasto alle pratiche illegali e alle dichiarazioni mendaci.”
 
Rossella Calabrese (edilportale.it)