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lunedì 12 gennaio 2015

Fotovoltaico: grid parity entro il 2017 in quasi tutto il mondo

 (Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)



Il solare fotovoltaico raggiungerà la grid parity in gran parte del mondo entro il 2017. A sostenerlo è una recente analisi della Deutsche Bank. Vishal Shah, analista dell’istituto di credito tedesco, ha esaminato le prospettive del solare nel 2015 per determinare la sicurezza degli investimenti nel settore.
Secondo le previsioni della Deutsche Bank la grid parity per il fotovoltaico è sempre più vicina. Ci sono infatti tutte le condizioni affinché l’energia prodotta dal solare abbia lo stesso prezzo dell’energia generata dalle fonti fossili già entro i prossimi due anni. Tra i fattori determinanti per il raggiungimento della grid parity del fotovoltaico figurano l’aumento dei prezzi dell’elettricità generata dalle fonti convenzionali e i costi del solare in continuo calo.

Nei prossimi 4-5 anni si attende inoltre un ulteriore crollo dei prezzi dei moduli fotovoltaici che potrebbero ridursi di ben il 40%, abbassando notevolmente il costo finale dell’elettricità prodotta dal fotovoltaico.

In gran parte dei Paesi del mondo il solare diventerà estremamente competitivo. Se i costi dell’elettricità prodotta dai fossili dovessero aumentare al tasso del 3% l’anno, nell’80% dei Paesi del mondo il fotovoltaico raggiungerebbe infatti la grid parity senza grandi difficoltà. Come illustra Shah:

Crediamo che la tendenza sia piuttosto chiara: la grid parity senza sovvenzioni è già possibile e il solare è in crescita in tutto il mondo.


Oggi l’elettricità prodotta da impianti fotovoltaici installati sui tetti che non hanno ricevuto incentivi ha raggiunto un costo medio compreso tra 0,13 e 0,23 dollari al kWh. Questa cifra è nettamente inferiore al prezzo di vendita al dettaglio dell’energia elettrica registrato in molti mercati.

Secondo gli analisti, nei prossimi anni, il continuo incremento dell’efficienza dei pannelli e una maggiore competizione, uniti alla perdità di attrattività delle fonti fossili, renderanno l’energia solare sempre più economica.

Le reti intelligenti e i sistemi di stoccaggio più efficienti abbasseranno i costi legati alla distribuzione dell’energia solare. Il fotovoltaico diventerà una componente fondamentale del mercato energetico globale.

Negli USA la domanda nel 2016 sarà 5 volte maggiore, arrivando a 16 mila MW nel 2016. In Cina la richiesta sarà di 13 mila MW all’anno. Il crollo dei prezzi del petrolio non avrà un impatto rilevante sulla crescita del solare e sul raggiungimento della grid parity. Non a caso molte compagnie energetiche, come la E.ON, hanno deciso di abbandonare progressivamente i fossili a favore delle fonti rinnovabili.

giovedì 8 gennaio 2015

Fotovoltaico: crescita del 63% all’anno a New York

Fotovoltaico: crescita del 63% all’anno a New York

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)



Complici i costi sempre più bassi il fotovoltaico negli Stati Uniti sta conoscendo una crescita record negli ultimi anni. In particolare in California, stato da cui è partita la rivoluzione verde americana.

Nelle città californiane il solare è ormai una delle fonti di energia più diffuse. Le ricadute occupazionali del settore fotovoltaico sono state enormi. Negli ultimi anni in California il comparto solare ha creato ben 15 mila nuovi posti di lavoro. Il fotovoltaico cresce però a ritmi vertiginosi anche nello stato di New York.

Secondo gli ultimi dati disponibili, dal 2010 al 2013 il fotovoltaico a New York è cresciuto di ben il 63% all’anno. A rivelarlo è stato un recente report dal titolo “Star Power: The Growing Role of Solar Energy in New York” (trad. L’energia di una stella: il crescente ruolo dell’energia solare a New York). Percentuali di crescita così alte solitamente si registrano una tantum, mai per diversi anni di seguito.

Non è raro trovare tassi di incremento elevati in singole annate, a causa di incentivi particolarmente favorevoli o di un boom temporaneo dettato da un brusco abbassamento dei prezzi di mercato.

Secondo le previsioni più rosee degli analisti del settore lo Stato di New York, che certo non è uno dei meno energivori, potrebbe essere alimentato al 100% dall’elettricità prodotta dal solare. Potenzialmente, l’energia generata dai pannelli fotovoltaici installati nello stato potrebbe coprire 11 volte il fabbisogno energetico totale.

Se il fotovoltaico dovesse continuare a crescere a un tasso del 63% l’anno, New York taglierebbe un traguardo molto importante per uno Stato americano: generare circa il 20% dell’elettricità totale grazie al solare entro il 2025. I vantaggi sarebbero evidenti sia sotto il profilo economico che dell’impatto ambientale.

Una transizione energetica simile ridurrebbe la richiesta di energia elettrica dalle centrali a carbone, energivore e altamente inquinanti. Una misura che a livello di riduzione delle emissioni di CO2 avrebbe un effetto equiparabile a quello di 3 milioni di auto a benzina in meno sulle strade.

martedì 24 giugno 2014

Solare a concentrazione: una risorsa per i paesi del Mediterraneo

(Fonte: GreenStyle.it-Francesca Fiore)


Energia solare a concentrazione: una tecnologia sulla quale puntare nei prossimi anni. Uno studio pubblicato su Nature Climate Change dimostra come il Concentrating Solar Power (CSP) possa sopperire a un fabbisogno energetico esteso, soprattutto in determinate zone del Mediterraneo.

Lo studio, condotto all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), spiega come un sistema CSP su vasta scala, in alcune aree del Mediterraneo, sarebbe in grado di fornire il 70-80% della domanda di energia elettrica.

Secondo i ricercatori, i sistemi attuali su vasta scala permettono di produrre una quota di energia pari a quella prodotta in impianti tradizionali, come gli impianti nucleari, e senza nessun costo aggiuntivo rispetto alle centrali a gas. La ricerca è la prima ad esaminare le potenzialità dei sistemi CSP in quattro regioni del bacino del Mediterraneo. Stefan Pfenninger, ricercatore presso l’Imperial College di Londra e a capo della ricerca IIASA, ha spiegato:

Questo tipo di sistemi sono in grado di soddisfare molto più del nostro fabbisogno di energia elettrica, a costi più contenuti di quelli attuali.
L’ostacolo principale ad un utilizzo dell’energia solare è l’instabilità della fonte e quindi il problema dell’accumulo: ma, a differenza dei sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV), con il solare a concentrazione è possibile bypassare il problema.

I sistemi CPV, ugualmente quotati quanto i CSP da Global Data, trasformano direttamente l’energia solare in energia elettrica, sfruttando l’effetto fotovoltaico: i CSP, invece, la trasformano in calore, più facile da immagazzinare rispetto all’elettricità.

L’energia solare, quindi, potrebbe essere immagazzinata sotto forma di calore e trasformata in elettricità solo quando necessario: tuttavia, l’instabilità della fonte resta un problema non da poco per questo tipo di tecnologia.

La soluzione suggerita dai ricercatori è quella di costruire una rete di sistemi solari a concentrazione su vasta scala, che possa ovviare ai problemi locali: per questo motivo, la ricerca rappresenta un primo studio di fattibilità, in particolare su due territori considerati potenzialmente i più adatti. Anthony Patt, co-autore della ricerca IIASA ha concluso:

Il nostro studio è il primo ad analizzare nel dettaglio la possibilità costruire un sistema energetico basato principalmente sul solare, che fornisca quotidianamente energia elettrica, in modo stabile ed affidabile. Secondo i risultati, questo sarebbe sicuramente possibile in due regioni del mondo come il bacino del Mediterraneo e il deserto del Kalahari in Sud Africa.

martedì 20 maggio 2014

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
Nel 2013, il settore delle rinnovabili ha offerto un impiego a circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo. A rivelarlo è l’Agenzia per le energie rinnovabili IRENA nel suo “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2014”. Il rapporto sottolinea l’importante ruolo che le green energy continuano a svolgere nella creazione di occupazione e sviluppo dell’economia globale.

 
La complessiva revisione annuale indica una crescita costante del numero di posti connessi al settore, che ha aggiunto in un solo anno 800mila nuovi green job. “Con 6,5 milioni di persone direttamente o indirettamente impiegate nelle rinnovabili, il comparto sta dimostrando di non essere più una nicchia, bensì d’essere divenuto un vero e proprio datore di lavoro a livello mondiale”, ha commentato Adnan Z. Amin, direttore generale di IRENA.
Il dato occupazione è stato plasmato da una serie di fattori: gli spostamenti regionali, i riallineamenti del settore, la crescente concorrenza e i progressi nelle tecnologie e nei processi di produzione 2013. I più grandi “datori di lavoro verde” a livello mondiale risultano essere, in ordine, la Cina, il Brasile, gli Stati Uniti, l’India, la Germania, la Spagna e il Bangladesh, mentre analizzando il comparto settore per settore, risultano maggiori possibilità di impiego nel fotovoltaico, quindi nei biocarburanti, eolico, biomasse e biogas. “Crescente domanda di solare fotovoltaico in Cina e in Giappone sta accrescendo l’occupazione nel settore dell’installazione e allentando alcune preoccupazioni in merito all’eccesso di offerta dei moduli”, spiega Rabia Ferroukhi, a capo della divisione, politica e finanza a IRENA e autore principale del rapporto. “Di conseguenza alcuni produttori cinesi stanno creando nuova capacità”. Nel settore eolico, la Cina e il Canada hanno fornito impulsi positivi, mentre le prospettive per gli Stati Uniti rimangono miste, offrendo al contrario grandi opportunità nel settore dei biocarburanti al pari del Brasile.

martedì 13 maggio 2014

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I tecnici hanno appena finito di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della Casa Bianca, realizzando un progetto del presidente Obama, che vuole essere di esempio per il popolo americano rendendo ecologica e tecnologicamente avanzata la sua dimora. Il proposito era stato annunciato già nel 2010, ma solo alla fine del 2013 è stato realizzato.
Anche se per motivi di sicurezza non è stato dichiarato il costo e il numero dei pannelli, si sa che produrranno 6,3 kW di energia elettrica sottoposti a luce diretta e che sono stati installati su supporti metallici assicurati al tetto mediante colla epossidica.

Obama vuole essere d’esempio per sensibilizzare le famiglie americane sull’importanza dell’indipendenza energetica dagli altri stati e la riduzione delle emissioni responsabili del riscaldamento globale.
La convenienza oltre che ambientale e politica è anche economica, infatti in soli 8 anni, due mandati presidenziali, i pannelli ripagheranno la spesa per l’acquisto e l’installazione.

“Essendo alla Casa Bianca, abbiamo alcuni problemi di sicurezza. Non è stato possibile coprire l’intero tetto, anche se dal punto di vista del risparmio energetico sarebbe conveniente” spiega James Doherty, usciere della Casa Bianca.

Nonostante l’impegno del presidente per lanciare un messaggio virtuoso, gli ecologisti americani trovano questo intervento tardivo, il gruppo ambientalista 350.org ha trovato il progetto significativo ma anche tristemente in ritardo.
Bill McKibben, scrittore, giornalista e attivista del gruppo, dichiara sarcasticamente: “Con questo ritmo risolveremo il problema del riscaldamento globale quando saremo già 30 metri sott’acqua”.

Barack Obama non è il primo ad aver scelto le energie rinnovabili per il palazzo presidenziale, Jimmy Carter spese 30 mila dollari per un impianto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua negli anni ’70 per gli uffici dell’aula ovest, ma l’impianto fu dismesso 7 anni dopo dal suo successore Ronald Reagan quando si trasferì alla Casa Bianca. George W. Bush installò pannelli solari su alcuni edifici secondari del palazzo e per ottenere acqua calda per la piscina.

giovedì 8 maggio 2014

Incentivi fotovoltaico: Governo conferma rimodulazione al Solarexpo 2014

(Fonte:Matteo Campofiorito-GreenStyle.it)
 
 
 
“Le regole non si cambiano, ma se sono sbagliate per quanto dobbiamo tenercele?” Con questa domanda Claudio De Vincenti ha confermato, implicitamente, la tanto temuta rimodulazione degli incentivi per le rinnovabili e in particolare il fotovoltaico, la rinnovabile più amata dagli italiani.
Al Solarexpo 2014 di Milano, in occasione del convegno “Agenda energetica per il futuro del paese: decarbonizzazione dell’economia, competitività, manifatturiero avanzato”, il viceministro dello Sviluppo Economico è stato molto chiaro a riguardo. Dal discorso di De Vincenti sembrano dunque confermate le paure degli operatori del settore e di chi ha installato impianti rinnovabili: i cambiamenti ci saranno e non saranno indolore.
Secondo De Vincenti nell’energia abbiamo assistito a regole non buone e un governo responsabile deve porsi il problema del cambiamento per evitare distorsioni. Per il fotovoltaico e per le rinnovabili insomma è finita l’età dell’oro ma d’altra parte e si profila un futuro con una grid parity a portata di mano.
Gli obiettivi del Governo Renzi per il futuro sono sintetizzabili in una spinta ulteriore sull’efficienza energetica, il rendere strutturali le detrazioni fiscali, le smart grid, l’obbligo delle rinnovabili negli edifici di nuova costruzione.
Concorde alla visione di De Vincenti è stata un’altra importante partecipante al convegno, Silvia Velo sottosegretario di stato all’Ambiente e alla Tutela del Territorio. Per la Velo il settore fotovoltaico è ormai maturo e va sostenuto non più con incentivi ma con norme che agevolino chi installa un impianto. Le chiavi dello sviluppo futuro del settore saranno una decisa semplificazione delle autorizzazioni, l’introduzione dell’autorizzazione unica, oltre che una regolamentazione che favorisca lo scambio sul posto e l’accumulo, entrambe queste aree dovranno essere rese operative attraverso regolamenti e non leggi, rendendo il tutto molto più agile.

venerdì 31 gennaio 2014

A Londra il più grande ponte fotovoltaico del mondo

A Londra il più grande ponte fotovoltaico del mondo

(Fonte:ZeroEmission.it)




Con 4.400 pannelli fotovoltaici collocati sul tetto della stazione di Blackfriars è considerato il più grande ponte solare mai realizzato. Si trova a Londra ed è un’opera imponente, in grado di fornire circa il 50% del fabbisogno energetico della stazione e di ridurre le sue emissioni di oltre 500 tonnellate l’anno.

I pannelli fotovoltaici, che a regime forniranno 1,103 MW di energia solare, sono stati installati su un ponte vittoriano del 1886, che è alla base del progetto della nuova stazione.

La scelta del ponte rappresenta un simbolico passaggio di testimone dall’epoca del vapore alla green economy.
La realizzazione di quello che è ora il più grande impianto solare della capitale inglese è rientrato nei lavori di rinnovamento della London Blackfairs Station, che ha assunto un volto nuovo, più moderno e, soprattutto, più eco-compatibile.

Tra le novità introdotte ci sono anche dei sistemi per migliorare il trasporto e rendere più efficiente il traffico dei passeggeri, con risparmi – di energia e denaro – molto.

martedì 21 gennaio 2014

Fotovoltaico: efficienza celle oltre l’80% con i nanotubi di carbonio

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
 
I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) stanno cercando di aumentare l’efficienza delle celle solari attraverso uno strato di nanotubi di carbonio che consente di sfruttare lunghezze d’onda dello spettro solare che di solito non vengono assorbite.

Le celle fotovoltaiche convenzionali, infatti, non interagiscono con l’intero spettro della luce solare, cosa che, secondo gli scienziati, limita il rendimento massimo teorico di questo tipo di celle solari al 33,7%. Al di là dei limiti teorici, le celle standard più efficienti attualmente disponibili in commercio convertono in energia elettrica circa il 22% di luce solare.

La tecnologia dei nanotubi può essere utilizzata per superare questi limiti, o almeno così sostiene Evelyn Wang, professore associato di Ingegneria Meccanica al MIT. Secondo Wang, con questa tecnologia la quantità di energia alla luce del sole che è convertita in energia elettrica potrebbe idealmente raggiungere l’80%.

Il calore ha un ruolo chiave in questo processo, descritto sulla rivista Nature Nanotechnology. Nei loro studi, infatti, gli scienziati del MIT hanno combinato dei nanotubi di carbonio (cilindri cavi con pareti di spessore monoatomico) con dei cristalli fotonici, in modo da realizzare un sistema assorbitore-emettitore a doppio strato.

Quando i nanotubi assorbono la luce solare, la temperatura del dispositivo sale fino a 962 gradi Celsius. A questo punto, i cristalli riscaldati emettono luce che la cella fotovoltaica è in grado di trasformare in energia elettrica.

mercoledì 15 gennaio 2014

Fotovoltaico anche la notte: nuova invenzione dagli USA

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)
 
 
 
 
Il più grande limite dell’energia solare è che il sole non resta in cielo 24 ore su 24. Grazie però all’avanzamento tecnologico odierno, anche questo ostacolo sta per essere superato. Il grande salto però potrebbe avvenire non grazie a invenzioni futuristiche, ma a un sistema che esiste da milioni di anni: la fotosintesi delle piante.

Simulando lo stesso processo dei vegetali infatti, i ricercatori della University of North Carolina (UNC) hanno creato celle solari in grado di produrre energia anche di notte. L’ispirazione è arrivata come detto dalle piante, in particolare dal processo che vede la conversione della luce solare in combustibile per le cellule.

L’invenzione si chiama cella fotoelettrosintetica colorante sensibilizzata e funziona in parte come una normale cella solare (riceve energia dal sole e la trasforma in energia), ma in parte viene utilizzata anche per creare una reazione chimica nell’acqua tra idrogeno e ossigeno. La reazione ha come prodotto finale la creazione di idrogeno al quale attingere a seconda delle necessità.

Ogni cellula è formata da due componenti: una molecola e nanoparticelle. La molecola assorbe la luce solare in entrata e avvia un processo di assorbimento degli elettroni dall’acqua. A questo punto entrano in gioco le nanoparticelle che prendono gli elettroni e li utilizzano per produrre idrogeno.

L’ossigeno contenuto nell’acqua evapora, mentre il combustibile rimane sul posto, legato all’energia solare. Grazie a questo processo, dicono dall’università americana, è possibile che il pannello solare continui a produrre energia anche di sera o con il cielo nuvoloso.

Le buone notizie però non finiscono qui. I ricercatori anticipano che lo stesso principio potrebbe essere utilizzato anche per creare energia utilizzando l’anidride carbonica, la quale verrebbe trasformata in combustibili a base di carbonio. L’effetto benefico sarebbe duplice perché, oltre a produrre energia pulita, ripulirebbe l’aria da uno dei principali gas serra.

Se per questa applicazione ci vorrà però del tempo, la prima realizzazione è molto vicina dato che diverse agenzie di tutto il mondo sono alla ricerca di un modo per ottenere energia solare 24 ore al giorno e potrebbero investire in questa invenzione.

mercoledì 8 gennaio 2014

Fotovoltaico: efficienza al 30% per le celle solari organiche

(Fonte:GreenStyle-Silvana Santo)

 
 
Gli scienziati dell’Accademia Cinese delle Scienze e della North Carolina State University hanno trovato un sistema per aumentare l’efficienza delle celle solari organiche fino al 30%, riducendo ulteriormente il costo dell’energia solare. Lo sostiene uno studio pubblicato su Advanced Materials.

I ricercatori, in particolare, sono riusciti a cambiare la struttura molecolare dei materiali utilizzati nella produzione di celle solari organiche, facendo in modo che l’efficienza superi quella delle tradizionali celle al silicio.

La chiave per la svolta è un polimero noto come PBT-OP e creato ad hoc dagli scienziati. Si tratta di un materiale composto da due monomeri già disponibili in commercio e da un terzo monomero di nuova concezione, facilmente sintetizzabile in laboratorio. Spiegano i chimici coinvolti nella ricerca:

Abbiamo trovato un modo semplice per modificare chimicamente la struttura elettronica e migliorare l’efficienza della cella solare, catturando una frazione maggiore di energia della luce, senza cambiare la capacità del materiale di assorbire, creare e trasportare energia.

La scoperta dovrebbe consentire una maggiore diversificazione nella tecnologia per la produzione di energia solare. La ricerca è stata finanziata dal Dipartimento americano di Energia (Office of Science, Basic Energy Science) e dal Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese.

martedì 3 dicembre 2013

Produttori europei FV accolgono con favore i dazi antidumping

Produttori europei FV accolgono con favore i dazi antidumping

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Da subito e fino alla fine del 2015 l’UE imporrà dazi del 47,7% di media ai produttori cinesi che non hanno aderito all'accordo commerciale tra Europa e Cina. Il presidente di EU ProSun, Milan Nitzschke, dichiara a tal proposito: “Finalmente l’UE si è decisa a mettere in pratica delle misure contro il dumping cinese. I nuovi dazi del 48% circa compensano, anche se solo in parte, gli investimenti che lo stato cinese impiega per respingere i produttori europei o non cinesi dal mercato del solare. Si tratta di una battaglia tra economia pianificata ed economia di mercato. Senza questi dazi le aziende che si muovono nell’ambito di un’economia di mercato sarebbero completamente alla mercé dell’economia di stato cinese. I dazi attuali rappresentano un primo raggio di sole per le imprese europee, che possono così sperare di rientrare sul mercato con i loro prodotti di elevata qualità”.

EU ProSun giudica tuttavia in modo critico i prezzi minimi stabiliti per le importazioni cinesi. “I prezzi minimi concordati con la Cina continuano a essere troppo bassi. Restano ancora inferiori ai costi reali della produzione di moduli solari in quel paese" ha affermato ancora Nitzschke. In un accordo bilaterale la Commissione Europa e le imprese cinesi hanno stabilito che i moduli solari venduti al prezzo di 56 centesimi di euro per watt restano liberi dai dazi. Contro tale accordo le imprese europee del solare hanno presentato ricorso presso il Tribunale dell’Unione europea. Nitzschke ha affermato a riguardo: “Ci aspettiamo che il Tribunale dell’Unione europea prima o poi dichiari nullo il regolamento relativo al prezzo minimo. A quel punto i dazi saranno validi per tutte le importazioni solari cinesi. Solo in tal caso il mercato solare europeo sarà libero: libero da sovvenzioni statali alle esportazioni e libero dal dumping”.

martedì 26 novembre 2013

Fotovoltaico: gli USA diventeranno il terzo mercato mondiale nel 2014

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
Il mercato statunitense del fotovoltaico diventerà il terzo del pianeta, dietro Cina e Giappone, nel corso del prossimo anno, con una previsione di nuove installazioni per 43 GW di potenza. A sostenerlo è l’ultimo rapporto pubblicato da NPD Solarbuzz.

La crescita, in particolare, sarà del 7% nel giro di 12 mesi e a guidarla sarà soprattutto l’aumentata richiesta delle installazioni di potenza inferiore ai 30 MW (finora il mercato fotovoltaico degli Stati Uniti è stato dominato da progetti di 100 MW e oltre). Chiarisce Michael Barker, analista di NPD Solarbuzz:

I progetti fotovoltaici di dimensioni superiori a 20 MW continuano comunque a dominare il mercato USA, in termini di capacità installata, ma progetti di tutte le dimensioni sono diventati sempre più praticabili, soprattutto a causa del calo dei prezzi degli impianti che si è registrato lo scorso anno.


Molti dei progetti, secondo la società di analisi, saranno completati relativamente in fretta perché nel 2017 è previsto il calo del credito di imposta in vigore negli Stati Uniti per incentivare il fotovoltaico. Tra questi spiccano i dieci più grandi progetti fotovoltaici in corso di realizzazione negli States: oltre 5 GW di capacità solare da installare complessivamente entro i prossimi tre anni.

giovedì 21 novembre 2013

Fotovoltaico, costi in calo nel 2014: 20 centesimi per watt

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)
 
 
 
 
I costi dei wafer di polisilicio per gli impianti fotovoltaici continueranno a scendere, toccando all’inizio del 2014 la quota minima dei 20 centesimi di dollaro per Watt: è la previsione che NDP Solarbuzz fa nella suo ultimo studio, il Polysilicon and Wafer Supply Chain Quarterly report. Ottime notizie per il settore, che da anni soffre dei pesanti costi di produzione, non ripagati dai prezzi di vendita sul mercato.

Rispetto al 2008, anno in cui il costo dei wafer si attestava sui 60 centesimi, il costo totale delle produzioni è sceso di un terzo: secondo NDP Solarbuzz l’eccesso di offerta e il basso prezzo di vendita dei wafer hanno costretto la maggior parte dei produttori a comprimere ulteriormente i costi.

Sono molte le strategie attuate in questi anni dalle aziende: dall’aumento della produttività al trasferimento degli impianti in Paesi in cui i prezzi dell’energia elettrica sono più bassi, passando per la costruzione di centrali elettriche In-House.

Una delle novità più interessanti, secondo gli analisti di NDP Solarbuzz, sono gli impianti a tecnologia FBR, fluidized bead reactor (reattori a letto fluido), verso cui si stanno orientando la gran parte dei produttori, compreso il processo Siemens. Secondo i principali produttori, i costi del silicio con il processo Siemens potrebbero arrivare sotto la soglia dei 14 dollari al chilo e i costi del silicio prodotto con tecnologie FBR a meno di 10 dollari al chilo, nel giro di pochi anni.

Inoltre, ha spiegato il vicepresidente di NPD Solarbuzz, Charles Annis:

Anche le dimensioni dei lingotti di polisilicio sono state aumentate, per ridurre i costi: in questo modo si riduce anche la produzione di liquame. I produttori hanno migliorato le attività di riciclo degli scarti, usano seghe diamantate per i wafer monocristallini e hanno aumentato la qualità del processo di cristallizzazione

Le principali voci che pesano sulla produzione dei wafer sono il costo della materia prima, il silicio, e i costi della manifattura: in media, negli ultimi 5 anni, queste due voci sono scese del 16% annuo. L’aumento della domanda previsto dagli analisti, dovrebbe permettere ai produttori di rientrare nei costi fissi.

Secondo le precedenti analisi di NDP Solarbuzz, infatti, la capacità totale del mercato fotovoltaico dovrebbe toccare, entro il 2014, una quota fra i 45 GW e i 50 GW: se così dovesse essere, gli impianti dei sette maggiori produttori di polisilicio che rientrano nella lista tier 1 – GCL, Hemlock, OCI, REC Silicon, SunEdison, Tokuyama e Wacker- dovrebbero tornare tutti alla produzione piena.

mercoledì 13 novembre 2013

Legge stabilità: nel collegato novità per le rinnovabili

Legge stabilità: nel collegato novità per le rinnovabili

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
La Legge di Stabilità 2014 si arricchisce di una nuova appendice che rintrodurrebbe quella rimodulazione del sistema incentivante per le eco energie già proposta nel Fare Bis.
Rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili di nuovo in vista. Il provvedimento proposto nel DL Fare bis torna alla ribalta, stavolta nel nuovo collegato alla legge di Stabilità 2014. La bozza del ddl consegnata al Consiglio dei Ministri, e oggi in mano al Senato, contiene importanti misure che riguardano le eco-energie e che vanno ad aggiungersi a quelle presentate in materia di ambiente e green economy nel precedente collegato.

Ritorna la proposta di spalmare gli incentivi su un arco temporale maggiore rispetto a quello attuale ma abbassando nel contempo le tariffe, con l’obiettivo dichiarato di diminuire gli oneri delle rinnovabili sulla bolletta elettrica. Secondo le indiscrezioni circolate in queste ore i titolari degli impianti avrebbero la possibilità di optare, in alternativa al mantenimento dei sussidi previgenti, a una riduzione dell’incentivo accoppiata a un aumento fino a 7 anni del periodo di diritto.

“Ipotizzando che si ricorra al mercato finanziario per 2 miliardi l’anno – è riportato nella relazione illustrativa – si potrebbe ottenere una riduzione del peso degli oneri sulle tariffe del 15-20% negli stessi anni”. L’entità della riduzione dovrebbe dipendere dal periodo residuo spettante, dal tipo di fonte rinnovabile e dall’istituto incentivante.

martedì 12 novembre 2013

Dopo lo stallo, il mercato FV europeo è pronto al rimbalzo

Dopo lo stallo, il mercato FV europeo è pronto al rimbalzo

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Secondo NPD Solarbuzz, la "rinascita" del settore in Europa nel 2014 sarà guidata da quattro Paesi: Gran Bretagna, Germania, Italia e Francia
Il mercato europeo del solare fotovoltaico è pronto a recuperare nel corso del quarto trimestre del 2013, dopo una flessione di 18 mesi che ha ridefinito il ruolo dell'Europa nel Panorama mondiale. La domanda trimestrale europea si attesterà invece intorno ai 2,5 GW nel corso del primo semestre 2014, con una previsione di crescita moderata nel secondo semestre. Questi i risultati dello studio più recente effettuato dalla società di ricerche NPD Solarbuzz sui mercati mondiali del fotovoltaico, secondo cui, Germania, Regno Unito , Italia e Francia dovrebbero guidare la ripresa nel corso del prossimo anno, con quasi 8 GW di nuove installazioni, ovvero il 75% della capacità solare fotovoltaica che verrà installata in Europa in tutto il 2014.

"A seguito di consecutivi ribassi trimestrali a partire dall'inizio del 2012, la domanda solare fotovoltaico europea potrebbe stabilizzarsi nel corso ddel 2014 - ha detto Susanne von Aichberger, analista di NPD Solarbuzz - la crisi del settore europeo del solare fotovoltaico ha ormai toccato il fondo, con la volatilità della domanda trimestrale del passato presto sostituita da dinamiche più stabili". La crisi europea di quest'anno è stata causata principalmente dal calo drammatico della domanda FV in Germania e in Italia, che è stata aggravata dall'incertezza introdotta dalla disputa commerciale tra Europa e Cina. Entro la fine del 2013 sono inoltre previsti cali ulteriori in Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna, ma la gravità della recessione europea nel 2013 è stata ammorbidita da una forte crescita nel Regno Unito in Romania e in Austria.

venerdì 8 novembre 2013

Fotovoltaico: inaugurato impianto più grande del Giappone

(Fonte: GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
È stato inaugurato a Kagoshima, nel Giappone meridionale, il più grande impianto fotovoltaico nipponico, 70 MW e un alto rendimento garantito da 140 inverter centralizzati Sunny Central 500CP-JP e 1260 Sunny String-Monitor prodotti da SMA. Commenta Pierre-Pascal Urbon, CEO dell’azienda:

La messa in servizio del più grande impianto fotovoltaico del Giappone con tecnologia SMA sottolinea l’ eccellente posizionamento dell’azienda in questo importante mercato. Grazie alla nostra rete di vendita e assistenza locale nonché alle soluzioni specifiche pensate per il mercato giapponese, siamo nelle posizione ideale per beneficiare dell’elevata crescita prevista in questo Paese, uno dei mercati del futuro. Già quest’anno il Giappone è destinato a superare la Germania e ad attestarsi così come principale mercato fotovoltaico a livello globale.

All’inizio dello scorso anno SMA ha aperto una società locale con base a Tokyo per la vendita e l’assistenza tecnica. Nei mesi successivi, inoltre, l’azienda ha ottenuto, prima tra i marchi stranieri, la certificazione JET (Japan Electrical Safety & Environment Technology Laboratories) per gli inverter Sunny Boy e Sunny Tripower 10000TLEE-JP, pronti quindi per essere venduti nel mercato nipponico.
Quanto agli inverter centralizzati in grandi impianti fotovoltaici di tipo industriale, la normativa giapponese non prevede una certificazione JET, ma i testi effettuati hanno garantito l’assenza di criticità su quelli installati a Kagoshima.

L’azienda, pertanto, garantisce che l’impianto sarà in grado di sopportare le avverse condizioni meteorologiche tipiche del Giappone meridionale, come correnti d’aria ad elevato contenuto salino e forti tifoni.

giovedì 17 ottobre 2013

Inverter fotovoltaico: prezzi in calo secondo IHS

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
La società di ricerche di mercato IHS ha abbassato le sue previsioni di entrate per il mercato degli inverter fotovoltaici nel 2013. Il fatturato globale secondo le stime aggiornate dovrebbe calare del 9%, raggiungendo la cifra di 6,4 miliardi di dollari (7,1 miliardi in meno rispetto al 2012).

Lo scenario previsto precedentemente da IHS prevedeva invece un calo del 5%. Spiega Cormac Gilligan, analista IHS esperto di fotovoltaico:

Nel corso degli ultimi anni, i produttori di moduli solari hanno sopportato molta più pressione sui prezzi rispetto ai fornitori di inverter. Tuttavia, i prezzi dei moduli ora hanno raggiunto un punto di flesso e stanno cominciando a salire, e questo sta avendo gravi conseguenze per i fornitori di inverter.

A contribuire al calo dei prezzi in particolare sarebbe stata la concorrenza nei mercati maturi, ma in declino, come quello tedesco e italiano. Solo per queste due piazze, spiega IHS, si prevede un calo di oltre il 50% nel 2013, pari a 5.7G W, rispetto agli 11,5G W nel 2012.

In totale, le entrate per il mercato europeo degli inverter fotovoltaici calerà nel 2013 del 50% rispetto al 2011, ma il numero di fornitori risulta sostanzialmente invariato. Questo si tradurrà, sottolineano gli esperti, in un aumento della concorrenza e nella necessità di aggredire nuovi mercati emergenti, come il Sud Africa e la Thailandia.

mercoledì 9 ottobre 2013

Dal Gse il rapporto "Regolazione regionale generazione elettrica da Fer"

Dal Gse il rapporto "Regolazione regionale generazione elettrica da Fer"

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
E' online il quadro aggiornato al 30 giugno degli interventi compiuti dalle Regioni per attuare, modificare o integrare le norme nazionali in materia di autorizzazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

 
Il Gestore dei servizi energetici (Gse) pubblica il rapporto “Regolazione regionale della generazione elettrica da fonti rinnovabili” come da D.Lgs. 28/2011 (art.14). Nel documento viene presentato, in chiave comparativa, il quadro aggiornato al 30 giugno 2013 degli interventi compiuti dalle Regioni per attuare, modificare o integrare le norme nazionali in materia di autorizzazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il rapporto considera i regimi autorizzativi specifici, le procedure di valutazione ambientale connesse, i procedimenti amministrativi per la concessione di acque superficiali e di risorse geotermiche; un complesso di funzioni amministrative quasi tutte conferite alle Regioni e, in molti casi, da queste delegate alle Province.

Viene esaminato, inoltre, l’esercizio della facoltà attribuita alle Regioni di individuare aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Il rapporto sarà periodicamente aggiornato. Nella sezione del sito “Autorizzazioni” sono disponibili le informazioni sui regimi autorizzativi vigenti a livello regionale, nella sezione “Cerca la normativa” è, invece, accessibile la normativa regionale e nazionale.

venerdì 4 ottobre 2013

Fotovoltaico cinese: governo taglia IVA e arriva nuovo indice ambientale

(Fonte:GreenStyle.it-Guido Grassadonio)

 
 
 
La Cina continua a puntare sul fotovoltaico, mirando all’eccellenza su tutti i piani: ecologico, tecnico ed economico. Di questi giorni sono due notizie importanti. La prima riguarda uno sgravio fiscale importante deciso dal governo nei confronti dei produttori di celle fotovoltaiche.

Fino al 2015 la riduzione sarà del 50%, una cifra evidentemente importante, che riguarderà una tassa simile alla nostra IVA. Tutto ciò sottolinea il momento congiunturale particolare che il settore sta vivendo e si riallaccia alla tendenza cinese di competere soprattutto contraendo i prezzi. Pratiche spesso definite, senza mezzi termini, come dumping da parte della concorrenza occidentale, ma che sono sicuramente tra le cause principali del successo mondiale del solare Made in China.

La secondo notizia riguarda più da vicino le questioni ecologiche: l’Istituto nazionale di Standardizzazione con la preziosa collaborazione del WWF locale sta ultimando la definizione di un nuovo indice di Valutazione della Produzione Pulita dell’Industria Fotovoltaica. Questo sta accadendo su precisa richiesta di vari Enti politici centrali, fra cui spicca il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione che ha fatto sapere:

L’istituzione di questo sistema stabilirà un nuovo standard per la produzione pulita nel settore fotovoltaico cinese e comporterà l’attuazione di misure di sostegno dettate dal Consiglio di Stato in materia di tutela ambientale. Con il sostegno del WWF, la sua eccellente reputazione e l’esperienza nella tutela dell’ambiente, il sistema sarà più convincente e aumenterà il riconoscimento di prodotti fotovoltaici cinesi sul mercato internazionale.

Insomma, la Cina è probabilmente stanca di essere additata come Paese inquinante e irresponsabile e sta iniziando ad affrontare politicamente il problema, partendo anche da una delle sue forze: la produzione di pannelli fotovoltaici. Il WWF, allora, svolge il ruolo di “marchio” di fiducia, in nome della credibilità internazionale che detiene. È evidente, comunque, come questa operazione puzzi di green washing lontano un miglio, ma sarà il tempo a dirci se questi sospetti potranno rivelarsi in qualche modo fondati.

giovedì 3 ottobre 2013

Pyppy, il fotovoltaico da balcone: è un buon affare?

Pyppy, il fotovoltaico da balcone: è un buon affare?

(Fonte:Ecqualogia.it)
 
 
 
 
Abbiamo indagato su questo oggetto, scoprendo che, se può essere utile e pratico, non ci si devono fare troppe illusioni dal punto di vista economico. A dispetto di quanto si legge su articoli e comunicati, il contributo che può dare nel ridurre la bolletta è decisamente basso, specie se rapportato a prezzo d'acquisto e di manutenzione.
Avere il fotovoltaico senza le complicazioni burocratiche del fotovoltaico. L'idea è di quelle che attirano, dato che l'installazione di un impianto FV in alcuni casi è resa quasi impossibile dalla burocrazia - vedi aree sottoposte a vincolo paesaggistici o certe situazioni presenti nei condomini - e che, quando invece va bene, si spendono in “carte” centinaia di euro e passano a volte anche mesi di attesa.

Chiaro allora che l'attenzione di molti sia stata attirata da un nuovo prodotto di cui si è parlato diffusamente anche sulla stampa: “Pyppy, il fotovoltaico da balcone”, un modulo fotovoltaico di dimensioni ridotte, dotato di ruote per agevolarne gli spostamenti, dal design gradevole e in grado di alimentare direttamente gli elettrodomestici.
Siamo andati a indagare meglio questo oggettino, scoprendo che, a dispetto di quel che si legge su articoli e comunicati, è meglio non farsi troppe illusioni: l'aiuto che può dare nel ridurre la bolletta è decisamente basso, specie se rapportato al prezzo d'acquisto e di manutenzione.

Il modello da 2.400 watt (ne esiste anche uno da 1.200 W) costa 1.450 euro, IVA compresa, al lordo della detrazione fiscale del 50% cui dovrebbe avere diritto, e che farebbe così rientrare 725 euro in 10 rate annuali da 72,5 euro. A questa cifra bisogna poi aggiungere una spesa di circa 135 euro (IVA esclusa) per sostituire la batteria, ogni 3 anni circa.
Pyppy è costituito da un modulo monocristallino da 100 Wp, un inverter, un regolatore di carica, due accumuli, due ventole per consentire il passaggio di aria all’interno dello chassis e un termostato che interviene per quanto riguarda le temperature interne. E' modulare, per cui, volendo, ci si può collegare un secondo pannello. Permette di alimentare gli elettrodomestici attaccandoli direttamente al kit, oppure di collegare il kit stesso alla rete elettrica di casa. L'energia accumulata può così essere utilizzata per alimentare tutti i dispositivi in bassa tensione, come lampade o frigoriferi, ma anche le apparecchiature a 230V grazie all'inverter incorporato.

Il kit lavora in accumulo: si può lasciare in carica e adoperare la sera. Con l'energia che accumula in una giornata - è l'esempio che fa la ditta produttrice, Ri-ambientando, una piccola cooperativa del torinese - si può far funzionare un pc portatile per 2 ore, 8 lampadine fluorescenti da 12 W per 2 ore, una TV LCD da 42” per due ore e un aspirapolvere per mezz'ora.

Le vendite, spiega a QualEnergia.it il padre di Pyppy, Antonio Fischetto, stanno andando bene, con una sessantina di pezzi venduti negli ultimi mesi, ed è in arrivo una nuova versione, che diventa sedia e che ha il modulo rimovibile, in modo da poterlo appendere, ad esempio, fuori dalla ringhiera del terrazzo.

Insomma, Pyppy piace e si capisce perché: senza burocrazia soddisfa il desiderio di avere a casa un impianto fotovoltaico e – anche se peso e ingombro non sono trascurabili – è un ottimo gruppo elettrogeno portatile.

Il discorso però cambia se lo si compra con l'illusione di fare un affare che taglierà la bolletta. Sembra infatti difficile che Pyppy riesca a fare quanto promette il produttore, cioè “tagliare la bolletta in media del 40%”. Non ci convince nemmeno il dato sulla producibilità che ci fornisce al telefono Fischetto: che parla di “circa 490 kWh l'anno”, un dato che ci sembra esagerato e che l'ideatore di Pyppy giustifica con “l'aumento delle producibilità del 30% ottenuto grazie al regolatore di carica MPPT”.

“Anche ipotizzando un'irradiazione da Sud Italia, mettiamo 1.300 kWk/kW, un modulo da 100 W non può produrre più di 130 kWh l'anno, nemmeno se utilizza le migliori tecnologie per ottimizzare la produzione. Il dato di 490 kWh mi sembra assolutamente inverosimile, tanto più che bisogna scontare le perdite che si hanno nell'accumulare e poi riutilizzare l'energia, pari a circa il 5-8%”, spiega a QualEnergia.it, Massimo Venturelli, esperto di sistemi fotovoltaici.

Dunque, secondo i nostri calcoli, il risparmio che Pyppy ci può dare è verosimilmente al massimo di circa 30 euro l'anno. Anche tenendo conto delle detrazioni fiscali del 50% ed escludendo la spesa per la sostituzione periodica delle batterie (come detto circa 135 euro più IVA da sborsare circa ogni 3 anni), l'investimento non si ripagherebbe in meno di 24 anni. Per contro, un impianto fotovoltaico allacciato alla rete ai prezzi attuali si ripaga in 7-8 anni.
“Il prodotto è molto interessante e offre diversi vantaggi, primo fra tutti quello di evitare la burocrazia, ma dal punto di vista economico è difficile pensare che possa configurare risparmi equivalenti in bolletta a un conveniente rientro economico”, commenta Venturelli. “E' piuttosto un prodotto tagliato per attività dove non è facilmente disponibile energia elettrica, utile per campeggiatori, venditori ambulanti, chioschi, stazioni operative mobili, ecc. più che un sistema da tenere in balcone. Al limite forse utile in casa per alimentare qualche carico in caso di emergenza come pc, telefoni, apricancelli o altri congegni di emergenza. In questo senso va valorizzato il prodotto per non creare la facile illusione di un tangibile risparmio in bolletta familiare”, suggerisce Giampiero Crasti, altro ingegnere esperto di fotovoltaico.

Anche lo stesso Fischetto d'altra parte, se da un lato rilascia interviste in cui parla di “risparmi in bolletta anche del 50%”, dall'altro mette le mani avanti, spiegandoci che “non è certo economica la motivazione principale che muove i nostri acquirenti”. Insomma il fotovoltaico da balcone è forse una buona idea per l'ambiente, o per la comodità di avere l'elettricità in giardino, ma non fate l'acquisto pensando di risparmiare o di sostituire un impianto fotovoltaico vero e proprio.