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mercoledì 15 gennaio 2014

Fotovoltaico anche la notte: nuova invenzione dagli USA

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)
 
 
 
 
Il più grande limite dell’energia solare è che il sole non resta in cielo 24 ore su 24. Grazie però all’avanzamento tecnologico odierno, anche questo ostacolo sta per essere superato. Il grande salto però potrebbe avvenire non grazie a invenzioni futuristiche, ma a un sistema che esiste da milioni di anni: la fotosintesi delle piante.

Simulando lo stesso processo dei vegetali infatti, i ricercatori della University of North Carolina (UNC) hanno creato celle solari in grado di produrre energia anche di notte. L’ispirazione è arrivata come detto dalle piante, in particolare dal processo che vede la conversione della luce solare in combustibile per le cellule.

L’invenzione si chiama cella fotoelettrosintetica colorante sensibilizzata e funziona in parte come una normale cella solare (riceve energia dal sole e la trasforma in energia), ma in parte viene utilizzata anche per creare una reazione chimica nell’acqua tra idrogeno e ossigeno. La reazione ha come prodotto finale la creazione di idrogeno al quale attingere a seconda delle necessità.

Ogni cellula è formata da due componenti: una molecola e nanoparticelle. La molecola assorbe la luce solare in entrata e avvia un processo di assorbimento degli elettroni dall’acqua. A questo punto entrano in gioco le nanoparticelle che prendono gli elettroni e li utilizzano per produrre idrogeno.

L’ossigeno contenuto nell’acqua evapora, mentre il combustibile rimane sul posto, legato all’energia solare. Grazie a questo processo, dicono dall’università americana, è possibile che il pannello solare continui a produrre energia anche di sera o con il cielo nuvoloso.

Le buone notizie però non finiscono qui. I ricercatori anticipano che lo stesso principio potrebbe essere utilizzato anche per creare energia utilizzando l’anidride carbonica, la quale verrebbe trasformata in combustibili a base di carbonio. L’effetto benefico sarebbe duplice perché, oltre a produrre energia pulita, ripulirebbe l’aria da uno dei principali gas serra.

Se per questa applicazione ci vorrà però del tempo, la prima realizzazione è molto vicina dato che diverse agenzie di tutto il mondo sono alla ricerca di un modo per ottenere energia solare 24 ore al giorno e potrebbero investire in questa invenzione.

venerdì 18 ottobre 2013

Pannelli solari per l’aria condizionata e il riscaldamento

 (Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)



I pannelli solari del futuro potrebbero essere sfruttati per creare aria condizionata. I ricercatori dell’Università Carlos III e della Politécnica di Madrid sono riusciti ad andare oltre il modo di concepire oggi l’energia solare. Nonostante si tratti di una tecnologia matura, oggi i pannelli vengono sfruttati solamente per riscaldare l’acqua o produrre elettricità. Mai però erano stati impiegati per creare aria fredda o calda.
L’idea venuta ai ricercatori spagnoli è di collegare a un impianto solare uno di cogenerazione a gas e un macchinario di assorbimento che riduce la quantità di energia utilizzata e le emissioni di CO2. Questo impianto di “trigenerazione” produrrebbe sia aria calda e fredda che elettricità. Un motore a gas genera energia elettrica. In inverno il calore residuo prodotto viene riciclato nel circuito di riscaldamento dell’aria. In estate invece il macchinario di assorbimento raffredda l’acqua e la utilizza per produrre aria fredda.

Nel dettaglio, mediamente l’impianto di trigenerazione è in grado di fornire 1,7 MW di energia elettrica, 1,3 MW di riscaldamento e 2 MW di aria condizionata. Inoltre ha un ampio raggio d’azione visto che la sua portata copre edifici della grandezza di 50 mila metri quadrati. Per collegare le varie stanze basta installare una rete di tubazioni che possano trasportare l’aria calda o fredda attraverso i muri.

Secondo Carmen Rodriguez Hidalgo, ricercatrice e co-autrice dello studio, un impianto del genere sarebbe capace di evitare l’immissione nell’atmosfera di una quantità di CO2 stimabile tra le 1.527 e le 1760 tonnellate. Inoltre la ricercatrice garantisce un ingente risparmio sulla bolletta energetica e persino un leggero aumento dei profitti annuali.

Trattandosi di una tecnologia nuova, per adesso rimane molto costosa, ma potrebbe trovare applicazioni nei grandi centri commerciali, nei grandi uffici o negli edifici pubblici come per esempio la stazione ferroviaria di Madrid. L’obiettivo finale è però, come per l’energia solare qualche decennio fa, sviluppare e diffondere questa tecnologia il più possibile in modo da abbassare i costi e renderla disponibile anche per le abitazioni private.

lunedì 9 settembre 2013

Perché le petromonarchie del Golfo puntano sull’energia solare in Medio Oriente

Perché le petromonarchie del Golfo puntano sull’energia solare in Medio Oriente

(Fonte:Ecqualogia.it)

 
 
La guerra siriana non è la solita guerra per il petrolio come quelle alle quali siamo abituati in Medio Oriente, i paesi dai quali meno ci si aspetterebbe il cambiamento, le monarchie petrolifere assolute del Golfo, che stanno armando e finanziando i ribelli islamici siriani, stanno però puntando decisamente sullo sviluppo di energie rinnovabili. Vediamo il perchè.

Nel 2012 l’Arabia Saudita ha annunciato investimenti per 109 miliardi dollari nell’energia solare che dovrebbe fornirle un terzo dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2032. A marzo, Abu Dhabi, uno dei 7 Emirati arabi uniti, ha inaugurato la più grande centrale solare del mondo, Shams 1 (nella foto). Il mega-impianto di Shams, che in Arabo vuol dire sole, è gestito dalla corporation statale delle energie rinnovabili Masdar e produrrà fino al 10% dell’energia fotovoltaica e di solare termico del mondo, rifornendo 20.000 abitazioni degli Emirati Arabi Uniti. Abu Dhabi si è dato l’obiettivo di produrre il 7% della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020 e la Masdar ha annunciato che investirà fino a 6 miliardi di dinari nelle energie alternative insieme alla Green Investment Bank britannica.

L’Arabia Saudita, il più grande produttore del mondo di petrolio, spera di raddoppiare la sua energia rinnovabile installata per raggiungere i 54 GW di energia rinnovabile (ma vuole costruire anche centrali nucleari per 17,6 GW) entro il 2032, e 41 GW saranno di fotovoltaico. Nella capitale saudita Riyadh c’è già il più esteso impianto solare del mondo: 36.300 m2 che forniscono acqua calda a circa 40.000 studenti della Princess Noura bint Abdulrahman University for Women.

Un altro importante progetto è il Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park di Dubai, che dovrebbe produrre 1 GW di fotovoltaico entro il 2030. Si tratta di un progetto da 3,2 miliardi dollari, in un parco da 48 Km2, che è stato progettato personalmente dallo sceicco Mohammed Bin Rashid Al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e governatore di Dubai.
Secondo un recente rapporto di HiIs, in Medio Oriente gli investimenti nell’energia solare sono destinati ad aumentare del 40% all’anno almeno fino al 2017, lo stesso tasso di sviluppo previsto per Sud America e Africa, mentre l’Europa e gli Usa, dove il boom del fotovoltaico c’è già stato, continueranno a crescere ad un ritmo del 5-10%. In tutto, nel 2014 la spesa globale per i pannelli solari aumenterà del 30%, a 3 miliardi di dollari.
Le startup mediorientali stanno cavalcando l’onda del boom solare, cercando di risolvere anche i problemi della regione, come con il progetto Kermosolar che punta a combattere la carenza d’acqua con sistemi di desalinizzazione e pompe per l’acqua solari, mentre Solarist spera di fornire impianti di desalinizzazione portatili a buon mercato.
Secondo uno studio di Standard & Poor’s l’interesse delle petromonarchie del Golfo per il solare è legato all’aumento dei costi del petrolio. Tra il 2004 ed il 2008 il valore delle imprese solari è aumentato ogni anno, raggiungendo i 3,1 miliardi dollari nel 2008, quando prezzi del petrolio raggiunsero il picco a luglio. Il Dipartimento dell’energia Usa è convinto che entro il 2050 il fotovoltaico fornirà il 27% dell’energia a questi Paesi e si aspetta che il costo di energia solare scenda del 75% tra il 2010 e il 2020.
Per le ricche monarchie petrolifere del Golfo investire nell’energia solare è una mossa intelligente: alimentando i loro Paesi con il sole potranno esportare più petrolio e gas verso gli altri Paesi assetati di energia fossile.
Il giornale saudita Arab News scrive che «L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono emersi come i più grandi mercati tra i paesi del Gcc (Gulf Cooperation Council) per la distribuzione di energia solare, che rappresentano la maggior parte dei progetti». In tutto i 6 Paesi del Gcc hanno in ballo progetti di impianti di energia solare per circa 155 miliardi dollari, che produrranno più di 84 GW di potenza quando saranno completati nel 2017.
I paesi del Golfo stanno discutendo delle principali sfide legate alla realizzazione di progetti energetici nel deserto al summit Gulf Sol 2013 in corso a Dubai e, presentando l’iniziativa, Derek Burston di Bowmedia ha definito «Fenomenale» la crescita del mercato fotovoltaico nei Gcc: «Nel corso degli anni, l’energia solare è stata riconosciuta come la più promettente fonte di energia rinnovabile ed i governi del Gcc hanno dimostrato la loro acutezza di passare dalle fonti energetiche tradizionali a queste alternative a basso costo e abbondanti. L’irradiazione diretta in molti Paesi del Medio Oriente supera 6 kWh per metro quadrato al giorno, costituendo un eccellente potenziale solare. Inoltre, la recente diminuzione dei costi delle tecnologie solari, uniti all’aumento della domanda di energia elettrica in queste nazioni in crescita, se accoppiato con le giuste politiche, potrebbe rendere la regione un polo di espansione del solare».
 
Secondo l’Emirates Solar Industries Association (Esia) i principali mercati Middle East and North Africa (Mena) ad adottare l’energia solare saranno Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Marocco e sottolinea che «Tutti questi paesi hanno fortissime ragioni economiche per adottare tecnologie solari, e nessuna di queste nazioni è stata colpita dai recenti disordini».
Marc Norman, direttore dell’Emirates Solar Industries Association, ha concluso: «Il passaggio all’economia dell’energia solare in Medio Oriente è sempre più convincente. Con i prezzi del petrolio in aumento e il crollo dei costi della tecnologia solare è il momento che i governi in Medio Oriente trasformino le parole in azioni»

martedì 3 settembre 2013

Dall’Australia arriva la scacchiera solare

Dall’Australia arriva la scacchiera solare

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
La tecnologia per lo sfruttamento dell’energia solare cambia ancora una volta forma. Grazie al lavoro svolto in seno all’Australian National University dall’ingegnere informatico Ross Edgard, i tradizionali moduli fotovoltaici lasciano il posto a un’insolita struttura tridimensionale che – promette il dottorando – ha la potenzialità di aumentare la produzione energetica solare, contendo i costi produttivi e di manutenzione. Il nuovo concept è composto da strati di pannelli sovrapposti su tre dimensioni a ricreare una sorta di scacchiera a doppia profondità. La tecnologia, ribattezzata DLOOP (acronimo di double-layer orthogonal-offset panel), è frutto di tre anni di studi presso i laboratori del Collegio di Ingegneria e Informatica dell’Ateneo australiano.
“Il vantaggio economico della tecnologia DLOOP è per un nove per cento basato sulle caratteristiche termiche, sulla meccanica del suolo e sui guadagni del ciclo di lavoro”, spiega Edgar. “Questo modello può essere realizzato in maniera più economica e più leggera grazie alla minore pressione esercitata dai venti sulla struttura”. Con l’assistenza del National Computational Infrastructure’s supercomputer l’ingegnere ha potuto calcolare e comprendere i limiti delle condizioni eoliche sul modello DLOOP, testando nella galleria del vento vari prototipi in scala. “Ora, nel mio terzo anno di ricerca, spero di passare ai problemi termici”, aggiunge lo scienziato.
Secondo le prime stime elaborate, la scacchiera solare dovrebbe produrre fino all’8% in più rispetto a una tradizionale unità fotovoltaica nelle ore di punta d’estate, grazie al ricircolo dell’aria nella struttura 3D. La speranza di Edgar è quella di produrre un modello DLOOP valido sul piano commerciale, che sia in grado di fornire, come requisito minimo per le abitazioni, 15-30 kWh d’elettricità al giorno.

venerdì 30 agosto 2013

Rinnovabili: l’Italia è il decimo mercato mondiale

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Grigis)
 
 
 
 
 
L’interesse tricolore verso le fonti rinnovabili è in costante crescita e anche il mercato sembra accorgersene. Secondo l’ultima classica elaborata dall’agenzia britannica Ernst & Young, lo Stivale si aggiudica la decima posizione fra i paesi più interessati all’impiego di energia solare, eolica o da altre fonti rinnovabili. Si tratta di un miglioramento di una posizione rispetto alla lista stilata un anno fa, che indica come il percorso della green energy sia un’investimento vincente per l’economia del nostro paese.

La classifica, chiamata Renewable Energy Country Attractiveness Index, analizza quando una nazione sia in grado di attrarre investimenti in energie rinnovabili sulla base di differenti fattori, dall’opportunità geografica alla presenza di normative specifiche di agevolazione. Con il suo decimo posto l’Italia ottiene un ottimo piazzamento, considerato come a superarla vi sia un nugolo di colossi economici difficili da battere. Lo Stivale è premiato innanzitutto per la convenienza morfologica del ricorso alle rinnovabili – la posizione geografica avvantaggia il ricorso al solare, soprattutto nelle zone del Sud Italia, così come lo stesso accade sulle coste per l’eolico classico e offshore – che per gli incentivi che negli ultimi anni spesso sono stati concessi per far crescere questo settore. Molto, però, deve essere ancora fatto.

Le prime tre posizioni del podio le conquistano Stati Uniti, Cina e Germania, a cui fa seguito il Regno Unito, cresciuto rispetto allo scorso anno grazie ad alcune politiche governative per sostenere l’energia pulita nei prossimi anni. Si ha quindi il piazzamento di Giappone, Australia, Canada, Francia, India e quindi dell’Italia.

Il Belpaese scalza dalla decima posizione il Belgio. Il tutto è dovuto alla crescita di energia rinnovabile da parte dei consumatori e a condizioni più favorevoli per i tassi di rendimento delle obbligazioni a lungo e a breve termine. Nella Top 20, infine, si posizionano buona parte delle nazioni europee come Spagna (13), Danimarca (14), Portogallo (17), Olanda (18) e Svezia (19), segno di come le politiche del Vecchio Continente in materia di implementazione delle fonti rinnovabili stia dando i primi buoni frutti.

mercoledì 24 luglio 2013

World Bank: per sconfiggere la povertà investire nel solare

World Bank: per sconfiggere la povertà investire nel solare

(Fonte:Rinnovabili.it)



L’istituto finanziario ha rilasciato un nuovo rapporto in cui chiede maggiori sforzi economici per sostenere la diffusione dell’energia fotovoltaica

 
Il settore energetico mondiale dovrebbe concentrare maggiori sforzi sulla diffusione dell’energia sostenibile ed in particolare l’energia solare. Questo la raccomandazione contenuta nel documento di indirizzo rilasciato dalla World Bank, di cui Rinnovabili.it aveva già offerto una prima analisi. Nelle 31 pagine del rapporto, intitolato “Verso un futuro sostenibile per tutti: Indicazioni per il Settore Energetico”, l’istituto finanziario posiziona la lente di ingrandimento sulle fonti rinnovabili e pulite come strumento chiave nel contribuire a ridurre la povertà energetica. Gli obiettivi principali riportati dalla relazione sono quelli riguardanti il rifornimento di “soluzioni finanziarie o garanzie” a sostegno della “maggior parte delle opzioni energetiche possibili per i più poveri” e la promozione della consapevolezza di come povertà e accesso all’energia siano due elementi strettamente correlati.
Il rapporto parte da un dato di fatto, la rapida diminuzione dei costi fotovoltaici che stanno rendendo l’energia solare competitiva con le fonti tradizionali. In questo contesto s’inserisce il nuovo impegno del gruppo della Banca Mondiale, che promette di adoperarsi per “minimizzare i costi finanziari e ambientali legati all’espansione di un sistema di approvvigionamento energetico affidabile”, pur riconoscendo che “ogni paese debba determinare da solo il proprio percorso per raggiungere i propri obiettivi energetici”. Inoltre la relazione sottolinea l’importanza di selezionare aree specifiche in cui la Banca Mondiale possa aiutare al meglio i paesi mobilitando soluzioni energetiche sostenibili che riducano la povertà. “E’ un insieme pragmatico di indicazioni per lo sviluppo energetico”, ha spiegato Rachel Kyte, Vice Presidente della Banca Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile. ”Dobbiamo fare in modo che ognuno possa raccogliere i benefici dell’energia moderna entro il 2030, e abbiamo bisogno di farlo in modo sostenibile”.

giovedì 18 luglio 2013

Il piano energetico dell’Olanda? Energia solare a 2 mln di famiglie

Il piano energetico dell’Olanda? Energia solare a 2 mln di famiglie

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
I Paesi Bassi stanno definendo la nuova politica energetica interna. Il Governo è in piena fase di negoziati con organismi ambientali e associazioni di categoria sulla cosiddetta “Nationaal Energieakkoor“, il piano che dovrebbe traghettare l’Olanda verso un sistema energetico più sostenibile entro l’anno 2050. Ad assistere i funzionari politici nell’arduo compito di redigere il programma di sviluppo futuro c’è il Consiglio economico e sociale dei Paesi Bassi (SER), un organismo di consulenza politica economica e sociale dell’Olanda.

Il Ser ha proposto di inserire nel Piano l’obiettivo di realizzare 2 milioni di impianti fotovoltaici domestici entro il 2023, con la meta ultima di un sistema di produzione verde al 100% entro il 2050. Il SER ha anche proposto un fondo per l’efficienza energetica che consenta all’utente di beneficiare di misure di risparmio energetico, e di prendere in considerazione progetti volti a sostenere le imprese intenzionate a migliorare la propria efficienza energetica.

Proposte virtuose a parte, sul tavolo del Governo per ora c’è solo un target non troppo ambizioso che prevede il raggiungimento, a breve termine, del 14% della produzione energetica da fonti rinnovabili. In tal senso il Consiglio starebbe facendo pressioni perché si passasse un target di almeno il 16%. Per ottenere una tale percentuale si prevede l’implementazione fino a 7 GW di eolico on shore, un raddoppio della quota delle bio-energia e l’incremento dell’impiego degli impianti di riscaldamento e raffreddamento alimentati a rinnovabili. “La sfida è enorme, questo accordo riempirà quei 15 anni di vuoto normativo che hanno caratterizzato il settore delle energie rinnovabili, offrendo nuove opportunità e nuovi spazi per la crescita verde”, spiega Teun Bokhoven, presidente presidente della Sustainable Energy Dome, uno dei protagonisti dei negoziati. “Per il movimento sindacale, il movimento ambientalista e l’agricoltura, l’accordo è essenziale. Sono attesi più di 15.000 nuovi posti di lavoro”.

martedì 9 luglio 2013

OnBeat: cuffie solari che ricaricano lo smartphone

(Fonte:GreenStyle.it-Giuseppe Cutrone)
 
 
 
 
Si chiamano OnBeat e sono delle cuffie musicali diverse da prodotti apparentemente simili che si trovano comunemente in commercio. La loro particolarità, infatti, è quella di essere dotati di pannelli solari capaci di ricavare energia quando sono esposti alla luce del Sole e di riutilizzarla per ricaricare lo smartphone, il tablet, un lettore multimediale o qualsiasi dispositivo mobile collegato.

Le cuffie solari OnBeat incorporano un pannello flessibile realizzato in grado di inviare l’energia recepita dalla luce esterna a due piccole batterie al litio incorporate negli auricolari. Una porta USB sulla cuffia consente quindi di collegare il dispositivo mobile, così che possa avvenire la ricarica di corrente aumentando l’autonomia di utilizzo dell’apparecchio.

Qualche dubbio permane riguardo la reale quantità di energia assicurata dalle cuffie, visto che le ridotte dimensioni del pannello solare e delle batterie non lasciano pensare a chissà quale apporto di corrente, ma resta il fatto che l’idea appare quanto meno interessante. In ogni caso, i dati ufficiali diffusi dai creatori delle cuffie OnBeat affermano che la superficie dotata di celle solari è pari a 55 centimetri cubi e che la capacità di carica è di circa 0,55 Watt.

Le batterie all’interno degli auricolari possono essere ricaricate anche tramite collegamento USB con un computer, mentre la strada relativa al loro arrivo sul mercato passa per la ricerca di fondi sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. L’obiettivo è quello di raccogliere poco meno di 300.000 dollari per poter avviare la produzione di OnBeat, con la possibilità che, una volta arrivati nei negozi, le cuffie possano avere un prezzo di partenza corrispondente a circa 80 euro.

giovedì 4 luglio 2013

Green economy, arte e creatività: è Rinascimento solare

Green economy, arte e creatività: è Rinascimento solare

 (Fonte:Ecqualogia.it)
 
 
 
Tutto il mondo si aspetta che la creatività italiana possa invertire la rotta di declino a cui il nostro paese sembra condannato, tutti si aspettano un “nuovo Rinascimento” e tutti sanno che questo dovrà essere green e sostenibile. Ma pochi hanno avuto esperienza di segnali che possano far presagire questo cambiamento e possano riportare ottimismo in un momento “cupo”.
Saper cogliere questi segnali positivi significa guidare verso la soluzione dei problemi coloro che sono troppo depressi o stanchi per vederli. Il fatto è che spesso alcune cose non si riescono a vedere proprio perché sono sotto i nostri occhi e non siamo più allenati a ripensare la quotidianità.
La grande paesaggista Lidia Soprani nelle sue lezioni universitarie raccontava ai ragazzi che il vero spirito creativo era colui che si rimetteva in discussione ogni giorno. Come esempio, esortava i ragazzi che prendevano la metropolitana a riflettere ogni giorno su come avrebbero migliorato la fermata della metropolitana in cui aspettavano il treno. E se fossero stati capaci di immaginare ogni giorno soluzioni diverse, prestando attenzione a dettagli nuovi, allora avrebbero potuto fregiarsi del titolo di “creativi”.

A Roma abbiamo colto uno di questi segnali. Si è da poco conclusa una mostra di sculture solari, ovvero collettori solari termici rivisitati dagli artisti Giovanni Santoro e Tiziana Castello. Dalla Calabria il primo, dalle Marche la seconda, questi artisti hanno presentato il loro originale modo di intendere la tecnologia solare. I nuovi collettori sono tubi curvilinei che si snodano nel cielo in forme fantasiose e originali mentre tutta la tecnologia è nascosta nel basamento di queste sculture.
La liberazione dalla schiavitù della linea retta è avvenuta in un gruppo creativo all’interno del movimento dell’Energitismo, dove tecnici e artisti cercano nuove vie per creare uno stile italiano nella sostenibilità che possa essere di supporto alle Pmi. Il Rinascimento, infatti, non era stato il frutto isolato di grandi artisti, ma è stato possibile dalla loro collaborazione con le botteghe, ossia con quelli che oggi sono chiamati artigiani o piccoli imprenditori.

E’ da questa collaborazione che nascono i capolavori che ancora oggi i turisti di tutto il mondo vengono a visitare e che hanno costituito l’immagine dell’Italia nel mondo. Ed è da questa collaborazione che dobbiamo ripartire se vogliamo che si ricreino forze positive in grado di superare le avversità di questo incredibile momento storico.

La testa solare immaginata da Giovanni Santoro (nella foto) entrerà sicuramente nella storia delle energie rinnovabili e segnerà un passaggio fondamentale nel modo di coniugare arte e tecnologia. Ma non entrerà solo sui libri italiani, sarà il segnale di una nuova vitalità delle imprese italiane e catturerà l’attenzione dei collezionisti d’arte del mondo. Questo è il nuovo Rinascimento, ora tocca agli altri milioni di artigiani fare la loro parte e ripensare la banalità della bruttezza.

lunedì 24 giugno 2013

Il solare termico sotto i colpi della crisi economica

Il solare termico sotto i colpi della crisi economica

(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
 
 
Potrebbe essere uno strumento molto utile per tagliare le bollette di famiglie e aziende, eppure la crisi fa sentire pesantemente il suo effetto anche sul solare termico. Nel 2012 le installazioni sono calate ancora, sia a livello europeo che in Italia. Se continuiamo così non arriveremo che al 55% del contributo previsto al 2020 dall'UE per questa tecnologia. In controtendenza il mercato dei grandi impianti, per processi industriali e teleriscaldamento, e quello di alcuni paesi in cui il solare continua a crescere sostenuto da politiche efficaci. In Italia le detrazioni del 65% assieme al conto termico dovrebbero dare un po' di ossigeno dalla seconda metà del 2013. A mostrarlo è l'ultimo report di Estif, l'associazione europea del solare termico (allegato in basso).

Nel 2012, vi si legge, in Europa le installazioni sono calate del 6,4% rispetto al 2011, la caduta di questi ultimi anni è ben riassunta dalla linea azzurra dal grafico qui in basso.



Nel nostro paese il calo è del 15,4%, persino superiore al disastroso -15,3% del 2011 sul 2010.



L'anno scorso nei 27 Paesi Ue più la Svizzera si sono installati nuovi impianti per 2.410 MWth, che hanno portato la capacità complessivamente in funzione a 28.345 Mwth. In Europa, si legge nel report, il solare termico è arrivato a produrre 20 Twhth. Anche in una congiuntura particolarmente difficile, dà lavoro a 32.000 persone a tempo pieno e nel 2012 ha registrato un fatturato di 2,4 miliardi di euro.

Da segnalare, come anticipato, che, se sono diminuite le installazioni nel settore domestico, c'è stata una crescita degli impianti di maggiori dimensioni (oltre 35 kWth) per usi commerciali e industriali e per il teleriscaldamento (oltre 350 kWth). In prima fila in questo settore la Danimarca che conta per il 65% dell'installato dei grandi impianti.

Tra i pochi mercati che hanno continuato a crescere Polonia, Ungheria e Belgio, a dimostrazione di quanto per questa fonte sia fondamentale avere buone politiche di sostegno. Nel grafico sotto l'andamento dei principali mercati.



La classifica delle installazioni 2012 (vedi grafico a lato) vede in testa la Germania, che pure ha visto un calo del 9,4%, con 805 Mwth, il 34% del totale europeo. Segue l'Italia con 231 MWth (10% del totale). Al terzo posto la Polonia, segue la Grecia, che nonostante la crisi che l'ha messa in ginocchio sul solare termico tiene, a pari merito con Francia, Grecia e Spagna. Nonostante il crollo del 2011 e del 2012, dunque, l'Italia resta il secondo mercato. "Considerata la stagnazione economica, le rigorose misure del Governo Monti e le incertezze sul futuro degli incentivi al solare, il calo del 15,4% è da considerarsi un risultato di tutto rispetto", rileva Estif. “I numeri ci dicono che il nostro mercato sta ancora soffrendo a causa della crisi economica che sta colpendo l'Europa e il nostro Paese. Abbiamo accolto con favore il fatto che il governo abbia incluso il solare termico nella proroga delle detrazioni fiscali alzate al 65%, ma per tornare a crescere è fondamentale che il conto termico diventi subito operativo e che si definiscano regole certe, snelle e standardizzate su iter autorizzativi, obbligo e qualificazione degli installatori” commenta a QualEnergia.it Valeria Verga, Segretaria generale di Assolterm.

Il solare termico nel nostro paese baciato dal sole infatti potrebbe dare molto di più: se si guardano i dati sull'installato pro-capite ci si rende conto che siamo quartultimi, superati di gran lunga da nazioni assai meno fortunate in quanto a irradiazione come Danimarca, Austria e Germania.

venerdì 21 giugno 2013

Energia solare dallo spazio, India e Usa vogliono fare sul serio

Energia solare dallo spazio, India e Usa vogliono fare sul serio

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
 
La National Space Society statunitense e il governo di Nuova Delhi lavoreranno insieme per creare un organismo internazionale che si dedichi allo sfruttamento dell’energia solare al fine di soddisfare il fabbisogno energetico mondiale.
È stato a lungo teorizzato che il modo migliore per sfruttare l‘energia solare sia quello di lanciare in orbita grandi sistemi fotovoltaici. Ora sulla scia dei progetti già presentati in questi anni dalle agenzie spaziali di alcuni Paesi, una nuova iniziativa comincia a concretizzarsi e a mostrare l’ambizione necessaria per trasformare l’utopia in realtà. Questa settimana, la statunitense National Space Society (NSS) ha annunciato un nuovo progetto internazionale che coinvolgerà l’India nel comune obiettivo di catturare l’energia solare dallo spazio e risolvere, potenzialmente, i bisogni energetici dell’umanità. “L’energia solare nello spazio potrebbe essere la chiave per pianeta Terra più vivibile contribuendo nel contempo anche mitigare i cambiamenti climatici”, hanno spiegato congiuntamente Abdul Kalam, un eminente scienziato ed ex presidente indiano, e Mark Hopkins, presidente del comitato esecutivo del NSS.

L’intenzione alla base del progetto è quella di creare un organismo internazionale che coinvolga, oltre a Stati Uniti ed India, anche altre nazioni come la Russia, la Cina e i Paesi dell’Unione Europea e che miri a implementare soluzioni solari spaziali, commercialmente valide, entro l’anno 2025. I tempi dell’iniziativa verranno dettati dallo studio che ha fatto da base al progetto e che prevede un programma di 5 anni ed un finanziamento iniziale di 10-30 milioni di dollari per sviluppare le tecnologie necessarie e un prototipo dimostrativo. Una seconda fase richiederà invece l’investimento di 10 miliardi di dollari, da spalmare su un periodo di 10 anni, per la formazione di un consorzio internazionale che si occupi di costruire un sistema solare su piccola scala.

giovedì 20 giugno 2013

A New York il cellulare si ricarica gratis con l’energia solare

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
Una vera pacchia per gli irriducibili del cellulare, oltre che un’assicurazione in caso di eventi meteorologici estremi: 25 stazioni di ricarica gratuite alimentate a energia solare. È l’ultima iniziativa del sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha individuato proprio nei raggi del sole una possibile risposta ai difetti infrastrutturali che hanno lasciato, lo scorso ottobre, 900.000 newyorchesi senza elettricità a causa dell’uragano Sandy.

Collocate in cinque distretti della Grande Mela, le stazioni di ricarica sono parte di un partenariato pubblico-privato con la compagnia telefonica American Telephone and Telegraph Incorporated (AT&T). Alimentati da pannelli solari, i “charge point” saranno attivi giorno e notte, a prescindere dalle condizioni meteorologiche.


Oltre ai cellulari, gli utenti potranno ricaricare smartphone, tablet e altri dispositivi anche se la città è priva di fornitura elettrica. In questo modo, Bloomberg spera di evitare che si ripetano situazioni come quella dei primi giorni dopo la tempesta Sandy, quando molti abitanti di New York percorsero chilometri per riuscire a ricaricare i propri dispositivi elettronici.

La prime stazioni a energia solare sono già in funzione a Union Square (Manhattan), Fort Greene Park (Brooklyn) e sull’Isola del Governatore. Entro la fine dell’estate, inoltre, dovrebbero diventare operativi gli altri punti di ricarica.

lunedì 17 giugno 2013

Siemens rinuncia definitivamente al solare

(Fonte:GreeStyle.it-Francesca Fiore)
 
 
 
 
Dopo aver cercato faticosamente un acquirente, Siemens ha deciso di chiudere il suo comparto solare. A seguito di perdite pari a 784 milioni di euro già dal 2011 provocata dalla concorrenza cinese, il gigante tedesco aveva messo in vendita le sue attività fotovoltaiche circa sette mesi fa. Oggi, infine, l’annuncio ufficiale, per bocca dell’Amministratore delegato Pietro Loescher, che ha spiegato come l’azienda intenda uscire gradualmente dal settore, a partire dal 2014, dopo aver portato a termine i progetti già avviati.

L’arresto della divisione solare dell’azienda interesserà circa 280 lavoratori, la gran parte dei quali lavora in Israele: nel 2009, infatti, l’azienda tedesca aveva acquisito, per 284 milioni di euro, Solel, gruppo israeliano specializzato nel solare termico, cercando di replicare il successo già avuto nel settore eolico. La divisione, ha spiegato Loescher, è in vendita già da ottobre, a causa dell’eccesso di offerta combinato con una graduale diminuzione della domanda:

È diventato evidente che, a causa della sempre più difficile situazione di mercato, non troveremo un investitore per questo business. Abbiamo sviluppato trattative con un certo numero di investitori ma, purtroppo, nessun accordo sarà raggiunto.

Malgrado i successi raggiunti dalle ricerche dell’azienda nel fotovoltaico a concentrazione e nel solare termico, le condizioni del mercato non permettono a Siemens di andare oltre: i costi causati dal crollo del settore fotovoltaico lo rendono per nulla competitivo. L’eccesso di produzione mondiale ha fatto crollare i prezzi: tre anni fa, secondo i dati di Bloomberg New Energy Finance, l’energia fotovoltaica costava il 10% in più del solare termico, mentre adesso costa meno della metà.

Oltre alla spietata concorrenza cinese, a causare problemi a Siemens sono state le attività commerciali in Africa, in particolare nel Maghreb: secondo Bloomberg, il fatto che fosse una divisione israeliana a condurre le operazioni, insieme alla presenza di tensioni politiche in vari paesi nordafricani, ha messo gli affari dell’azienda tedesca in condizioni particolarmente sfavorevoli.

La chiusura del settore potrebbe costare a Siemens oltre 10 milioni di euro, a cui si devono aggiungere le perdite operative, fino alla quota finale di un miliardo di euro. L’azienda tedesca ha annunciato di voler proseguire con i progetti nel settore eolico e idroelettrico, due comparti stabili per Siemens, oltre che nei comparti più “tradizionali”, ovvero termoelettrico e fonti fossili. Adesso, si attendono dettagli da parte dell’azienda tedesca, sulla situazione della divisione israeliano e sulla sorte dei 280 lavoratori.

giovedì 6 giugno 2013

Celle solari trasparenti per smartphone sempre accesi

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Grigis)
 
 
 
 
 
Si è parlato spesso di celle solari trasparenti, utili per la produzione di energia tramite l’installazione su finestre o sugli schermi degli smartphone. Un progetto di una società francese, però, ne rivoluziona la portata: saranno presto disponibili sul mercato dei pannelli trasparenti ultra-resistenti – e praticamente impercettibili se installati sui device portatili – per smartphone dalla durata in stand-by praticamente infinita.

È la francese Sun Partner ad aver ottimizzato la tecnologia delle celle solari trasparenti, con la realizzazione di un pannello dallo spessore di soli 300 micron, che può essere installato indifferentemente sopra o sotto il display del device – lamina touchscreen compresa – senza alcuna interferenza sulle funzionalità dello smartphone e la resa visiva di immagini e colori. Il costo del modulo – da 1 a 2 dollari a seconda delle configurazioni – è inoltre estremamente appetibile per le società produttrici di device portatili. Così ha dichiarato l’azienda:

Oggi, su uno smartphone, il consumo di energia può essere completamente compensato mentre il device non è in uso. E si può estendere la durata della batteria del 20%

Il funzionamento di questi nuovi pannelli – differenti rispetto a quelli già apparsi sul mercato per un aumento dell’efficienza dall’8 al 30% – è molto semplice. Inglobati sopra o sotto schermo e pannello touchscreen, catturano anche la quantità minima di luce e la traducono in un flusso continuo di ricarica. In questo modo, quando il device è in stand-by la batteria non viene inutilmente scaricata, mentre quando in uso si ha una riduzione del 20% dei consumi, che si traduce in un ulteriore 50% in più di tempo per le telefonate o la navigazione. In altre parole, Sun Partner punta alla creazione di dispositivi elettronici sempre accesi e mai connessi alla rete elettrica. La società starebbe inoltre già ottimizzando il suo prodotto per passare da una riduzione dei consumi dal 20 al 50%, per un utilizzo davvero illimitato di smartphone e tablet.

sabato 1 giugno 2013

Settore fotovoltaico: ripresa prevista entro il 2015

Settore fotovoltaico: ripresa prevista entro il 2015

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 Dopo due anni, di crisi l'industria solare si prepara al rimbalzo. Secondo Lux Research, le aziende che sapranno tenere duro vedranno presto nuove prospettive di crescita
 
La ripresa del settore fotovoltaico europeo è attesa entro i prossimi due anni. E' la previsione dell'istituto di analisi di mercato Lux Research, secondo cui l'industria solare è in grado di recuperare in fretta terreno, grazie al convergere di domanda e offerta. Le aziende più lungimiranti, secondo la ricerca pubblicata ieri, hanno saputo investire e stringere partnership in settori strategici come le tecnologie di distribuzione o quelle di bilanciamento. L'inversione di tendenza del settore sarà il risultato di molteplici fattori: l'uscita di scena delle compagnie che operano sui mercati internazionali in modo scarsamente competitivo, l'espansione di nuovi mercati come la Cina (che porterà alla crescita della domanda globale da 31 GW nel 2012 a 52 GW nel 2015), le grandi aziende multinazionali che torneranno ad affacciarsi sul mercato del fotovoltaico e il crollo del costo dell'energia da fonte solare in contemporanea con l'aumento dei prezzi dell'energia termica.

Il mercato è cambiato drasticamente nel corso di un breve lasso di tempo. Secondo Lux Research i grandi produttori sono aumentati, mentre le piccole imprese locali sono state costrette alla chiusura; nel frattempo, la riduzione degli incentivi in molti Paesi ha costretto gli sviluppatori ad adattarsi rapidamente a nuovi modelli di business e a trovare nuovi mercati. La rapida e incontrollata crescita del settore ha sicuramente messo in cattiva luce il comparto, ma la presenza crescente del solare nel futuro mix energetico è innegabile, come dimostra la decisione di molti importanti player dell'energia fossile di investire nell'energia elettrica dal sole. Resta da vedere se i leader aziendali riusciranno a stabilire partnership reciprocamente vantaggiose e a investire oggi per raccogliere i frutti della rinascita del fotovoltaico.

venerdì 24 maggio 2013

Google vuole sfruttare i venti d’alta quota

Google vuole sfruttare i venti d’alta quota

(Fonte:Rinnovabili.it)

Per produrre energia dai venti d’alta quota il progetto di Google punta ad un velivolo dotato di turbine

 
Google è sempre alla ricerca di nuove soluzioni energetiche e al momento sta sperimentando soluzioni per diminuire il proprio impatto ambientale e favorire la diffusione degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Stavolta la compagnia ha deciso di sviluppare dei dispositivi in grado di volare e catturare l’energia eolica d’alta quota per trasformarla in elettricità.

Il gigante di Mountain View ha infatti confermato che sta per divenire definitiva l’acquisizione della Makani Power, una società statunitense che si occupa dello sviluppo di dispositivi per lo sfruttamento dell’energia eolica d’alta quota. La società al momento sta testando un nuovo prodotto, un velivolo equipaggiato con turbine in grado di volare tra i 250 e i 600 metri di quota dove i venti sono generalmente più intensi con la prospettiva di produrre un dispositivo commercializzabile per la produzione di energia a basso costo. “Questo formalizza un’intesa lunga e produttiva tra le due aziende e l’intesa fornirà a Makani le risorse necessarie per accelerare il nostro lavoro e rendere il costo dell’energia eolica competitiva con i combustibili fossili” Makani detto in una dichiarazione sul suo sito web. “Siamo ansiosi di lavorare con i nostri nuovi colleghi di Google X per fare del vento una realtà economica.”

giovedì 23 maggio 2013

Dazi FV, Afase: "Impossibile prevederne l'impatto"

Dazi FV, Afase: "Impossibile prevederne l'impatto"

(Fonte:ZeroEmission.it)




Secondo l'Alleanza per l'energia solare accessibile, gli sviluppi sul mercato statunitense non sarebbero in grado di fornire un parametro per prevedere l'impatto dei dazi sul mercato europeo del fotovoltaico

 
Quale impatto avranno i dazi antidumping sul mercato europeo del fotovoltaico? Tra gli altri, è Afase, l'Alleanza per il dotovoltaico accessibile, a chiedersi quali potrebbero essere le ripercussioni dell'applicazione in Europa di dazi sui prodotti fotovoltaici fabbricati in cina. "EU ProSun ha a più riprese sostenuto che i dazi antidumping e/o compensativi (AD / CVD) non avranno effetti sulla catena del valore del fotovoltaico europeo a valle e a monte della produzione di prodotti solari - ha detto Afase in una nota - con riferimento agli Stati Uniti, EU ProSun afferma che il 2012 è stato un anno record per il numero di impianti fotovoltaici installati e che il numero di posti di lavoro nel settore americano del solare ha continuato ad aumentare, nonostante l'imposizione di AD/CVD".

"Tuttavia, questo ragionamento è viziato e altamente fuorviante poiché la gamma di prodotti interessata dai dazi statunitensi è diversa rispetto a quella oggetto delle indagini dell'Unione Europea e il mercato statunitense è difficilmente confrontabile con quello dell'Unione Europea". Nello specifico, la gamma di prodotti interessata dai dazi statunitensi sarebbe diversa rispetto a quella oggetto delle indagini dell'Unione Europea. "Mentre le indagini UE includono i wafer, le celle e i prodotti di origine cinese, i dazi statunitensi vengono applicati esclusivamente sulle celle di origine cinese, siano o meno integrate all'interno di moduli - ha aggiunto Afase - i moduli prodotti in Cina che utilizzano celle di origine non cinese non sono soggetti agli AD / CVD statunitensi. I moduli cinesi possono quindi continuare ad attraversare le dogane statunitensi senza essere soggetti agli AD / CVD. In altre parole, la Cina ha potuto acquistare le celle da altri Paesi e assemblarle quindi all'interno del propri confini, evitando così i dazi. Se le importazioni negli Stati Uniti di moduli prodotti in Cina utilizzando celle cinesi sono diminuite, mentre al contempo le installazioni di impianti negli Stati Uniti sono aumentate, ciò è dovuto proprio al fatto che la domanda è soddisfatta da moduli prodotti in Cina utilizzando celle di origine non cinese, oltre che da moduli prodotti fuori dalla Cina. Ciò significa che l'andamento negli Stati Uniti non è un metro significativo per poter valutare l'impatto dei dazi nell'Unione Europea".

"Paradossalmente, la parte ricorrente negli Stati Uniti, guidata da SolarWorld US, ha denunciato alle autorità statunitensi l'ingresso di prodotti sul mercato USA che avrebbero aggirato gli AD / CVD esistenti. EU ProSun non dovrebbe affermare in Europa che gli AD / CVD statunitensi non producono effetti sulla catena del valore del FV negli USA, mentre allo stesso tempo il suo principale esponente lamenta, negli Stati Uniti, che i dazi non hanno ottenuto gli effetti sperati".

Il mercato statunitense è profondamente diverso da quello europeo. "Ad esempio - ha continuato ancora l'associazione - mentre il mercato dei prodotti fotovoltaici a film sottile è molto ridotto nell'Unione Europea, tale mercato è molto rilevante negli Stati Uniti, dove questo prodotto domina il mercato degli impianti al suolo di grandi dimensioni. Non solo esistono pochi produttori cinesi di prodotti solari a film sottile, ma la domanda di impianti al suolo di grandi dimensioni negli Usa viene soddisfatta principalmente da produttori del solare non cinesi, e in primo luogo dall’azienda statunitense First Solar. Di conseguenza, un segmento molto consistente del mercato statunitense non subisce gli effetti degli AD / CVD sui prodotti cinesi. Nell'Unione Europea, al contrario, la domanda di impianti al suolo di grandi dimensioni viene soddisfatta principalmente da prodotti fotovoltaici in silicio cristallino, che sono oggetto delle indagini in corso. Il confronto con il mercato statunitense è quindi viziato e dovrebbe invece basarsi sulle caratteristiche proprie di ogni mercato. Finanziamenti pubblici, tipi di impianto (es. su tetti privati oppure impianti montati al suolo), costo dell'energia elettrica, operatori sul mercato del FV e la loro importanza relativa sono tutti fattori per cui Unione Europea e Stati Uniti si differenziano molto. Perciò, l'andamento del mercato statunitense non può costituire un metro di giudizio per valutare l'impatto dei dazi".

Il pericolo per il settore del solare europeo sarebbe quindi imminente. "I dazi in Europa non sono solo inefficienti, dato che la radice del problema per i produttori del solare è di natura strutturale, legata a elevate strutture dei costi e mancanza di economie di scala, ma essi sono contro l’Interesse dell’UE, comportando alti costi, in termini di posti di lavoro e di valore aggiunto lungo la catena del valore del fotovoltaico, e contraddicendo la politica dichiarata dell'Unione Europea, volta a stimolare la crescita delle energie rinnovabili - ha concluso Afase - l’effetto negativo dei dazi sulla catena del valore del FV dell'Unione Europea si riscontra anche nella dichiarazione di Sascha Möhring, AD di Möhring Energie GmbH: "Il mercato del fotovoltaico è già bloccato e la discussione di nuovi progetti è molto limitata. Questa situazione potrebbe solo peggiorare con l'imposizione di dazi. Inoltre, i dazi comprometterebbero pesantemente la transizione energetica".

lunedì 20 maggio 2013

Pannelli solari stampabili per tutti dall’Australia

(Fonte:GreenStyle.it- Marco Grigis)
 
 
 
 
 
I pannelli solari stampabili sono da qualche tempo diventati realtà. I ricercatori del Victorian Organic Solar Cell Consortium (VICOSC) in Australia — una collaborazione tra il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), l’Università di Melbourne, l’Università di Monash e alcune aziende – sono riusciti a stampare celle fotovoltaiche su speciali fogli A3. Si tratta di un prototipo che promette di rivoluzionare il modo con cui le persone si avvicineranno all’energia solare, rendendola alla portata di tutte le tasche.

Le celle stampate sono in grado di produrre 10-50 watt per metro quadrato e le loro applicazioni sono le più svariate: dall’alimentazione di piccoli device elettronici all’illuminazione domestica, alla copertura dei vetri dei grattacieli o delle lamine in alluminio per fornire energia aggiuntiva ai palazzi. Scott Watkins, esperto di materiali per il progetto, così spiega l’iniziativa:

Ci sono talmente tante cose che possiamo fare con delle celle di questa dimensione. Possiamo inserirle nei cartelloni pubblicitari, per alimentare le luci o altri elementi interattivi. Possiamo addirittura inserirle nella scocca dei laptop, per fornire alimentazione all’intera macchina.


Per giungere a un modello “stampabile”, i ricercatori del VICOSC hanno impiegato uno speciale inchiostro fotovoltaico e una futuristica stampante da 200.000 dollari. Il processo, così come gli stessi ricercatori spiegano, è volutamente semplice tanto quanto trasferire un’immagine su una maglietta. Ed è proprio l’accessibilità e la disponibilità a gran parte del pubblico a cui stanno puntando gli scienziati: l’obiettivo è quello di trasformare questo prototipo preliminare in un sistema che possa sfruttare tecnologie di stampa pre-esistenti, affinché siano disponibili a basso costo a larghe fette della popolazione. È sempre Watkins a spiegarlo:

Stiamo sviluppando il nostro processo così da essere in grado di sfruttare le tecnologie di stampa già esistenti, in modo che le barriere all’entrata per la produzione di queste celle solari stampabili siano le più basse possibili.

mercoledì 15 maggio 2013

Rinnovabili: in Italia oltre 4.500 impianti in funzione secondo il GSE

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato l’ultima edizione del bollettino sulla “Incentivazione delle fonti rinnovabili“. Il testo contiene prima di tutto i dati, aggiornati alla fine del 2012, relativi alle attività di qualificazione degli impianti a fonti rinnovabili, effettuate dallo stesso GSE.

Complessivamente, al 31 dicembre 2012, risultano qualificati e in esercizio 4.587 impianti IAFR (Impianti alimentati da fonti rinnovabili), per una potenza totale di 21.647 MW e una corrispondente energia incentivabile annua stimata pari a 36.057 Gwh. Il primato spetta alla fonte idroelettrica (1.762 impianti), seguita dal biogas (989 impianti) e dall’eolico (870). Al totale degli IAFR si aggiungono gli impianti di cogenerazione abbinata al teleriscaldamento, qualificati per il riconoscimento dei Certificati Verdi.

Nel bollettino è possibile consultare l’elenco degli impianti con relativa potenza e localizzazione. Il documento, inoltre, contiene informazioni sui controlli effettuati dal Gestore dei Servizi Energetici, che è il soggetto incaricato di verificare la sussistenza dei requisiti tecnici e documentali previsti per la qualifica e il rilascio degli incentivi.

Dal 1 gennaio 2001 al 31 dicembre 2012, in particolare, sono state eseguite 550 verifiche sugli impianti IAFR qualificati o che hanno richiesto la qualifica, con una media di 46 controlli all’anno. La maggior parte delle verifiche è stata effettuata a carico di impianti idroelettrici (246) ed eolici (69). Solo 2, invece, i controlli su altrettanti impianti a energia solare.

Per quanto riguarda invece i Certificati Verdi (CV) emessi dal GSE, secondo il documento ammontano a quasi 23 milioni i CV IAFR 2011, assegnati per lo più a impianti eolici (40%) e idroelettrici (30%). Sfiorano quota 17 milioni, invece, i CV IAFR 2012, anche in questo caso relatovi soprattutto a impianti eolici (52%) e idroelettrici (31%).

giovedì 9 maggio 2013

Solar Days, Legambiente: Governo torni a sostenere le rinnovabili

Solar Days, Legambiente: Governo torni a sostenere le rinnovabili

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
Anche quest’anno è tempo di Solar Days, la campagna europea di sensibilizzazione e informazione sull’energia solare che in Italia viene promossa e coordinata da Legambiente e Ambiente Italia. Fino al 19 maggio, saranno oltre 110 le iniziative in programma su tutto il territorio nazionale: info-days, laboratori, visite guidate nonché convegni ed eventi dedicati ai più piccoli per migliorare la conoscenza dell’energia solare da parte degli italiani.

Giunta alla sesta edizione, la campagna European Solar Days si svolge in contemporanea in diversi Paesi e punta a promuovere l’uso del solare termico e del fotovoltaico sul territorio del Vecchio Continente. Nell’edizione del 2012 sono stati oltre 500.000 i cittadini europei che hanno partecipato alle numerose iniziative: un numero destinato probabilmente ad aumentare quest’anno grazie all’adesione di 17 Paesi. Commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente:

Informare persone e famiglie sui vantaggi del solare è fondamentale, perché oggi è realmente possibile ridurre le bollette puntando su impianti solari termici e fotovoltaici e sul risparmio La forza del solare è una realtà sempre più evidente nel nostro Paese, con una produzione crescente, che supera in centinaia di Comuni i fabbisogni elettrici delle famiglie.

Non a caso, sottolinea l’associazione, gli impianti a energia solare sono presenti ormai in oltre il 95% dei Comuni italiani, con quasi 17.000 MW di potenza fotovoltaica installata. Numeri significativi, che grazie a iniziative come i Solar Days possono però migliorare ulteriormente.

In occasione della campagna europea, Legambiente chiede al neonato Governo Letta di dare subito un forte segnale di sostegno all’energia solare, chiarendo al più presto il destino di misure come gli incentivi del Quinto Conto Energia, che termineranno nelle prossime settimane, e delle detrazioni del 55% per il solare termico e gli interventi di risparmio energetico. Prosegue Zanchini:

Occorre intervenire quanto prima per dare certezze agli investimenti di famiglie e imprese, con incentivi simili a quelli della Germania, certi nel tempo e che si riducono progressivamente. E poi spingere l’innovazione, premiando tutti coloro che si rendono autonomi attraverso impianti rinnovabili ed efficienti e consentono la gestione di reti private e la vendita diretta dell’energia prodotta da impianti rinnovabili.