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giovedì 12 dicembre 2013

Incentivi rinnovabili: arriva la rimodulazione con Destinazione Italia

Incentivi rinnovabili: arriva la rimodulazione con Destinazione Italia

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Il governo ha varato una serie di misure che permetteranno di tagliare le bollette dell’energia elettrica di 600 milioni di euro. Nelle intenzioni del premier Enrico Letta, che ha annunciato personalmente il provvedimento, si tratta di un modo per aiutare le famiglie, ma soprattutto le piccole e medie imprese.

Il pacchetto di interventi, contenuto nel decreto “Destinazione Italia”, sarà discusso nel prossimo consiglio dei ministri e prevede 250 milioni di copertura che dovrebbero provenire dagli incentivi alle fonti rinnovabili. L’attesa rimodulazione dei sussidi statali (ovvero la possibilità di spalmare gli incentivi su un periodo di tempo più lungo) dovrebbe permettere di ottenere quasi l’intera cifra.

Gli altri 350 milioni da eliminare dalla bolletta elettrica nazionale, invece, arriveranno da altri provvedimenti, a cominciare dalla revisione della tariffa bioraria, che ha perso convenienza con la crescita delle rinnovabili, grazie alle quali il costo diurno dell’energia è calato progressivamente.

I tagli residui saranno possibili grazie a una riduzione degli incentivi Cip6 alle centrali a petrolio che si riconvertono a gas, nonché alla cessione dei crediti del Gse (Gestore servizi elettrici) legati ai costi sostenuti per l’acquisto di energia elettrica rinnovabile.

 

 

giovedì 14 novembre 2013

Rinnovabili: dalle fonti pulite il 45% dell’energia mondiale nel 2035

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Le fonti di energia rinnovabile potrebbero arrivare a soddisfare circa il 40% del fabbisogno globale di energia nel 2035. Lo sostiene l’International Energy Agency (IEA) nell’edizione 2013 del World Energy Outlook (WEO-2013), precisando che per quella data la domanda energetica mondiale aumenterà di circa un terzo rispetto ai livelli odierni, soprattutto a causa delle accresciute richieste dei Paesi asiatici.
Per il peso delle rinnovabili aumenti, si legge nel WEO-2013, servirà un sistema accuratamente studiato di incentivi statali. Per sostenere il previsto livello di distribuzione delle fonti green, in particolare, i sussidi statali dovrebbero crescere dai 101 miliardi di dollari totali del 2012 a 220 miliardi nel 2035.

Nonostante la stima di crescita per le energie “pulite”, comunque, si prevede, le emissioni di CO2 legate all’energia aumenteranno del 20% entro il 2035, con il rischio di un aumento della temperatura media globale di 3,6 ° C, molto al di sopra del limite di 2 gradi fissato dalla comunità scientifica internazionale.

Al di là dell’incremento delle fonti rinnovabili, secondo la IEA nel 2035 i combustibili fossili copriranno ancora il 76% della domanda totale di energia (era l’82% del 2011) e, in particolare, il 57% di quella elettrica (contro il 68% del 2011). Spiega il direttore esecutivo dell’IEA, Maria van der Hoeven:

Grandi cambiamenti stanno emergendo nel mondo dell’energia, in tema di variazioni della domanda, sforzi di decarbonizzazione e scoperte tecnologiche. Abbiamo gli strumenti per affrontare tale cambiamento profondo del mercato.


Immediato il commento del WWF, secondo il quale il World Energy Outlook ribadisce la necessità di muoversi verso le energie rinnovabili per evitare ulteriori future emissioni di gas serra.

Per questo l’associazione ha chiesto ai Governi nazionali un segnale forte a favore di energie rinnovabili ed efficienza energetica, a cominciare dalla eliminazione degli incentivi per i combustibili fossili. Commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del Wwf Italia:

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, e la Aie è troppo ottimista circa le nuove fonti di energia come lo shale gas Abbiamo bisogno di lasciare più di due terzi di tutti i combustibili fossili esistenti nel sottosuolo per avere buone possibilità di evitare che il riscaldamento globale arrivi a livelli pericolosi.

martedì 8 ottobre 2013

Sistemi di accumulo, Scaroni (ENI): necessario migliorare tecnologia

 (Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)



Investire sulle batterie e sugli accumulatori per gli impianti a fonti rinnovabili è davvero necessario. È questa l’opinione in materia di sistemi di accumulo espressa dall’amministratore delegato di ENI Paolo Scaroni.

Secondo l’AD e il “vero problema” delle rinnovabili, che impedisce ad ENI di puntare su di loro, riguarda proprio la loro intermittenza e la capacità di stoccaggio dell’energia. A proposito dei mancati investimenti della sua azienda nel settore dell’energia pulita, lo stesso Scaroni ha poi aggiunto:

(Le rinnovabili) di cui disponiamo ora sono intermittenti, mentre occorre migliorare le tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

Il dibattito sui sistemi di accumulo si è riacceso nelle ultime settimane, dopo la precisazione del Gestore dei Servizi Energetici che non è possibile aggiungere una batteria a un impianto fotovoltaico incentivato in Conto Energia, pena la perdita degli incentivi.

In Germania, invece, il sistema di incentivazione dedicato proprio ai sistemi di accumulo ha permesso un vero e proprio boom di questa tecnologia e potrebbe rendere il fotovoltaico con sistemi di accumulo a batteria la tecnologia energetica preferita dai proprietari di immobili in Germania.

lunedì 7 ottobre 2013

Sistemi di accumulo: le tecnologie

(Fonte:GreenStyle.it-Sergio Ferraris)
 
 
 
 
Per capire al meglio quali siano le tecnologie relative all’accumulo, e quindi pregi e difetti in relazione alle applicazioni, è necessario analizzarle al meglio. Le funzionalità delle diverse applicazioni, infatti, si distinguono in due macrocategorie come quella delle prestazioni in potenza e quella delle prestazioni in energia. La prima è relativa allo scambio di potenze elevate nell’arco di tempi brevi e con tempi di risposta altrettanto brevi, mentre la seconda riguarda i sistemi in grado di restituire una potenza costante per alcune ore.

I sistemi in potenza si dividono a loro volta in due categorie, quelli per i servizi di rete che assicurano funzionalità quali risorse per risolvere le congestioni, l’inerzia sintetica, la regolazione primaria di frequenza, la regolazione secondaria e terziaria, il bilanciamento e la regolazione di tensione, mentre la categoria appartenente alla “power quality” assicura la qualità della tensione e la continuità del servizio. Più complessa la composizione delle categorie relativa ai sistemi in energia che consentono una gestione time shift, l’integrazione con le fonti rinnovabili e la sicurezza del sistema elettrico. Si tratta tipologie che danno vantaggi sia all’utenza sia alla rete, vantaggi che in quest’ultimo caso andrebbero riconosciuti, magari con incentivi mirati, ma si tratta di un discorso che non appartiene all’aspetto tecnologico.

Il time shift, consente l’arbitraggio del prezzo energia, l’aumento della quota di autoconsumo, la riduzione della potenza impegnata e la flessibilizzazione delle curva di carico. Si tratta di funzionalità interessanti sotto il profilo dell’evoluzione del sistema elettrico, poiché permettono una maggiore libertà energetica, consentendo una riduzione dei prezzi unita a una maggiore stabilità. Ma è nel rapporto con le fonti rinnovabili che l’accumulo si esprime il meglio ed è su questo campo, assieme a quello relativo alla mobilità sostenibile che puntano le aziende. La sua integrazione con le rinnovabili, infatti, consente la risoluzione delle congestioni di rete, una regolarità del profilo d’immissione in rete – il noto sbilanciamento che è uno dei principali problemi delle fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico, e che suscita non poche polemiche – e la regolazione del profilo di scambio dell’interfaccia alta/media tensione. Da non sottovalutare, infine, la sicurezza del sistema elettrico che i sistemi in energia consentono.

Sul fronte delle tecnologie specifiche dei sistemi d’accumulo abbiamo i sistemi elettrochimici, quelli meccanici, quelli elettrici, quelli chimici e quelli termici. Ai fini elettrici le più interessanti sono le prime tre, ma bisogna considerare il fatto che è sulle tecnologie elettrochimiche che si stanno concentrando gli sforzi sia delle industrie, sia dei ricercatori, per due motivi. Il primo è legato alle economie di scala già presenti visto che molte batterie sono già utilizzate negli usi più disparati, mentre il secondo è quello legato alla possibilità di definizione degli obiettivi di ricerca poiché si tratta di apparati sui quali c’è già stata ampia sperimentazione. Si tratta di batterie a elettrolita acquoso, ad alta temperatura, al litio e a circolazione di elettrolita. In alcuni casi queste tecnologie sono già mature per altri utilizzi come quelli legati all’automotive (avviamento), alla logistica interna ad attività come quelle manifatturiere.

Una delle caratteristiche più importanti in generale delle batterie è la durata legata ai cicli di carica/scarica fattore che determina la vita delle batterie stesse in relazione all’utilizzo. Si va dagli 800 cicli delle batterie al piombo (elettrolita acquoso) ai 10.000 delle batterie redox a circolazione di elettrolita al vanadio, passando per i 5.000 di quelle al litio. Bisogna considerare, inoltre, che la ricerca sui cicli di vita in futuro sarà influenzata dal mercato. Considerando un utilizzo per l’accumulo domestico e un ciclo di scarica e carica quotidiano si va dai circa due anni di durata degli accumulatori al piombo ai 13,6 (teorici) di quelli al Litio. Se si dovessero sviluppare forme di mobilità elettrica diffuse assisteremo a uno sviluppo, per esempio nel caso del Litio, che punterà più alla diminuzione dei prezzi e all’aumento della capacità, rispetto all’incremento del numero dei cicli di carica/scarica, poiché già ora abbiamo una durata che è equivalente al periodo di vita del mezzo. Per il momento, visto che gli utilizzi e i relativi mercati sono ancora agli arbori è difficile capire quale strada sarò scelta e quale abbandonata.

mercoledì 29 maggio 2013

Rinnovabili e risparmio energetico: la Cina al top

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
La Cina è il Paese in cui negli ultimi anni c’è stato il massimo sviluppo delle energie rinnovabili, nonché il risparmio energetico più significativo. Lo sostiene un rapporto intitolato “The sustainable energy for all global tracking framework” e realizzato dalla Banca Mondiale insieme all’Agenzia internazionale per l’energia e ad altre 13 agenzie.

Il report ha preso in esame una ventina di Paesi ad alto impatto, che insieme consumano l’80% dell’energia globale, inclusi naturalmente Cina e India. Il documento riferisce che nel 2010 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 18% del mix energetico globale, ma secondo il World Energy Council (WEC), che ha contribuito alla stesura del rapporto, questa percentuale dovrebbe per lo meno raddoppiare.

Un obiettivo ambizioso, almeno quanto quello di raddoppiare il grado di efficienza energetica mondiale entro il 2030 e il raggiungimento dell’accesso universale all’energia elettrica. Si tratta dei target fissati dalla campagna “Sustainable energy for all initiative” lanciata nel 2011 dalle Nazioni Unite.

Monitorare il grado di raggiungimento di questi traguardi è uno degli obiettivi del rapporto, che richiedono, secondo gli esperti che hanno lavorato alla sua stesura, “un pacchetto globale di misure politiche e fiscali, incentivi economici e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili”.

I governi del mondo, in altri termini, dovranno impegnarsi non poco se vorranno modificare il sistema energetico globale. Vivien Foster, responsabile del settore energia della Banca Mondiale, ha invitato tutti i paesi del mondo, gli investitori del settore privato e le organizzazioni internazionali ad aumentare gli investimenti nel settore energetico, precisando che per soddisfare gli obiettivi dell’Onu occorreranno almeno 600 miliardi di dollari l’anno fino al 2030 (attualmente, le stime parlano di 409 miliardi di dollari l’anno).

Più nel dettaglio, gli investimenti aggiuntivi dovrebbero essere così ripartiti: 174 miliardi per le energie rinnovabili, 45 per l’accesso all’energia elettrica, 394 miliardi di dollari per l’efficienza energetica e 4,4 per modernizzare le tecniche di cottura dei cibi, soprattutto nelle aree rurali.

venerdì 24 maggio 2013

Rinnovabili e shale gas: per Letta sono il futuro energetico dell’Italia

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
Le fonti rinnovabili rappresentano l’elemento centrale del futuro energetico dell’Italia. Ad affermarlo è stato il premier Enrico Letta in persona, che ha sottolineato l’importanza delle fonti pulite in occasione del Consiglio Europeo dedicato proprio ai temi dell’energia.

Secondo il presidente del Consiglio, puntare su sole, vento, geotermia etc non permetterebbe soltanto di promuovere la sostenibilità e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nazionale, ma anche di favorire un calo del prezzo dell’energia.

Ha dichiarato Enrico Letta a questo proposito:

La priorità assoluta in campo energetico per noi resta lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il filo rosso che lega tutti gli altri temi è il contenimento dei prezzi dell’energia, oltre che naturalmente il contributo della politica energetica alla competitività dell’intera economia, italiana ed europea.


Per riuscire nell’intento, ha aggiunto il primo ministro, occorrono però investimenti nel campo delle infrastrutture, che richiedono anche il sostegno dell’Unione Europea. A Bruxelles, inoltre, Letta chiede “realismo” nelle politiche climatiche per il dopo 2020, con una maggiore apertura verso le fonti energetiche prodotte sul territorio europeo.

Il riferimento, in particolare, è allo shale gas, che insieme alle rinnovabili rappresenta, secondo il presidente del Consiglio, una delle risorse su cui puntare maggiormente. Altrettanto importante lo strumento dell’efficienza energetica, per il quale l’Italia è già un paese leader e che dovrebbe essere affrontata, per Enrico Letta, con un approccio unitario insieme al tema delle rinnovabili e della riduzione delle emissioni.

Ha concluso infatti il premier:

Sarà da valutare con grandissima attenzione anche la proposta, avanzata di recente nel Libro verde della Commissione sul quadro delle politiche energetiche e climatiche del 2030, di fondere in un unico obiettivo le misure attinenti alla produzione di energia rinnovabile, alla riduzione dell’emissione di gas serra e all’incremento nell’efficienza energetica attualmente esplicitate nel triplice cosiddetto obiettivo 20-20-20.

mercoledì 22 maggio 2013

Rinnovabili, l’Europarlamento chiede obiettivi vincolanti al 2030

Rinnovabili, l’Europarlamento chiede obiettivi vincolanti al 2030

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
 
 Sì ad una strategia comunitaria di supporto alle rinnovabili e sì ad un obiettivo energetico verde vincolante per il dopo 2020. Questa la posizione dei deputati europei
 
 
Un sistema integrato di promozione delle fonti rinnovabili a livello comunitario, target di produzione verde obbligatori per il 203o, incentivi che supportino nuovi investimenti nelle eco-energie. Questo il sunto di quanto chiesto dal Parlamento europeo, riunito ieri in plenaria per votare la proposta del relatore Herbert Reul (PPE, DE).

La risoluzione, approvata 465 voti a favore, 177 contrari e 46 astensioni, chiede alla Commissione UE di assumersi un preciso impegno sul piano energetico green per il post 2020, stabilendo nuovi vincoli produttivi per gli Stati membri da raggiungere entro il 2030. “Questa risoluzione costituisce un punto di partenza per futuri dibattiti. Il supporto alle energie rinnovabili ha bisogno di essere visto da una prospettiva europea. Abbiamo bisogno di parlare delle modalità con cui definire la nostra politica climatica dopo il 2020”, ha spiegato Reul.

Secondo gli eurodeputati obiettivi e traguardi dovrebbero essere impostati fino al 2050, intensificando la quota di energie rinnovabili nel mix energetico complessivo rispetto alla attuale ipotesi di lavoro della Commissione europea (il 30% del totale). I deputati sostengono, inoltre, che sia essenziale spostare il dibattito su un sistema comunitario di sostegno per il post-2020 come parte di una strategia integrata di promozione delle eco-energie che tenga conto della grande varietà di meccanismi di promozione attualmente esistenti tra gli Stati membri, nonché delle differenze regionali e geografiche. In altre parole far muovere la macchina delle fonti pulite come un unico organismo piuttosto che con singole politiche incentivanti nazionali.

Altro punto fondamentale della risoluzione, lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri al fine di garantire che il mercato interno dell’energia funzioni al meglio mandando ai potenziali investitori i giusti segnali.

giovedì 16 maggio 2013

Rinnovabili, ecco come l’Europa può risparmiare 45 mld

Rinnovabili, ecco come l’Europa può risparmiare 45 mld

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
Per l’Europa è tempo di fare i conti e capire su quali voci risparmiare e su quali investire. Un aiuto al processo decisionale potrebbe arrivare dal nuovo rapporto redatto dalla Siemens in collaborazione con l’Università di Monaco, e dedicato all’analisi dei sistemi di produzione elettrica e delle infrastrutture di distribuzione. Secondo il documento, il cui risultati integrali sarà anno resi noti solo in occasione del World Energy Congress a ottobre 2013, uno degli aspetti fondamentali per ottimizzare l’attuale alimentazione elettrica è la scelta della location degli impianti, soprattutto se si tratta di impianti a fonti rinnovabili; costruendo infatti queste istallazioni verdi presso i siti che offrono i più alti rendimenti di energia elettrica, il risparmio ottenuto entro il 2030 ammonterebbe a 45 miliardi di euro.

In altre parole è tutta questione di geografia, come spiega Michael Süß, membro del Corporate Executive Committee di Siemens AG e CEO del Settore Energy di Siemens: “In Europa, i soli impianti fotovoltaici che verranno installati entro il 2030 contano circa 138 gigawatt totali di energia. Se questi impianti venissero eretti in luoghi molto soleggiati, si potrebbero risparmiare 39 gigawatt ad impianto – con la stessa resa di potenza. La scelta del sito produttivo è fondamentale per l’efficienza e l’economia dell’energia eolica”. L’obiettivo del report era quello di esaminare i sistemi di energia a livello globale e verificarne il loro tasso di utilizzo delle risorse, l’affidabilità dell’approvvigionamento, la sostenibilità e l’efficienza economica. Grazie a questa valutazione sono state evidenziate quattro leve principali per l’ottimizzazione dei sistemi energetici “che possono essere più o meno efficaci a seconda delle caratteristiche regionali delle reti elettriche e della centrale elettrica stessa”:
  1. Ottimizzazione locale degli impianti di fonti rinnovabili: ovvero sfruttamento complessivo delle potenzialità regionali di generazione di energia e ricerca dei migliori siti per gli impianti solari, gli impianti di stoccaggio di energia idroelettrica e per le stazioni eoliche, così come l’ampliamento delle reti
  2. Miglioramento dell’efficienza del sistema elettrico nel suo complesso: per esempio, l’efficienza media delle centrali elettriche a carbone in Europa raggiunge il 38%, mentre gli impianti più moderni possono raggiungere il 46% dell’efficienza. L’installazione di apparecchi elettrici più efficienti nelle industrie e nelle singole abitazioni significherebbe un ulteriore taglio delle emissioni di CO2 e dei costi
  3. Miglioramenti nelle centrali di energia mista: il passaggio dal carbone al gas nelle centrali elettriche ridurrebbe considerevolmente i volumi di anidride carbonica emessa dalla produzione di energia convenzionale. Questo comporterebbe un potenziale risparmio annuo di 365 milioni di tonnellate di CO2 in Europa, equivalente alla metà di tutte le emissioni della Germania
  4. Maggiore utilizzo dell’energia elettrica per i fabbisogni energetici: invece di generare energia localmente, bruciando petrolio e gas naturale per riscaldare gli edifici, l’energia potrebbe essere generata in modo più efficiente in centrali di grandi dimensioni, e gli impianti di riscaldamento elettrico ad alta efficienza potrebbero essere utilizzati in case isolate termicamente – almeno nelle regioni con una copertura su larga scala della rete elettrica.

martedì 7 maggio 2013

Riscaldamento e raffrescamento con fonti rinnovabili: un'agenda strategica per la ricerca e l'innovazione

Riscaldamento e raffrescamento con fonti rinnovabili: un'agenda strategica per la ricerca e l'innovazione

 (Fonte:Equalogia.it)






Quasi la metà dell'energia consumata nell'Unione Europea serve a riscaldare e raffrescare gli edifici e questo consumo viene coperto per la maggior parte da fonti fossili, generando una quota importante di emissioni inquinanti.
Ora l'Europa vuole puntare sulle rinnovabili anche per climatizzare gli ambienti e per avviare questo percorso la Conferenza Europea sul Riscaldamento e Raffrescamento da Fonti Rinnovabili ha prodotto un risultato che si preannuncia molto utile.
Una vera e propria Agenda, strategica per la ricerca e l'innovazione sui sistemi rinnovabili di riscaldamento e raffrescamento, in cui si identificano i progetti e le sperimentazioni da proporre per il prossimo programma quadro UE per la ricerca e l'innovazione "Horizon 2020".

L'Agenda è stata accolta con favore da Marie Donnelly, direttore della DG Energia (Nella foto), che l'ha definita una «pubblicazione eccellente» e «un importante strumento di sostegno» alla Commissione Europea per il lavoro di preparazione della prossima conferenza di settore che si terrà a maggio. La Donnelly ha inoltre rilevato «la necessità di un approccio olistico nel settore dell'energia e che il riscaldamento e il raffrescamento è una chiave strategica per il settore».

L'Agenda era uno degli obiettivi della Conferenza, organizzata dalla Piattaforma Tecnologica Europea per il Riscaldamento e il Raffreddamento da Fonti Rinnovabili (European Technology Platform on Renewable Heating & Cooling ETP RHC), in collaborazione con la Presidenza irlandese del Consiglio dell'Unione Europea e con il patrocinio della Commissione Europea; l'altro obiettivo era discutere sull'attuazione della roadmap.
Dai due giorni di confronto tra i maggiori esperti europei del settore e i rappresentanti dei ministeri dell'energia europei, della Commissione Europea, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia e di importanti centri di ricerca, è emerso un documento che delinea i focus delle attività di ricerca e sviluppo e gli investimenti necessari e detta, quindi, le linee guida sia alla Commissione Europea, sia ai singoli Stati per assegnare finanziamenti ai progetti sull'energia.

Gerhard Stryi-Hipp, Presidente della piattaforma ETP RHC ha sottolineato che «il volume totale delle risorse necessarie per attuare l'Agenda entro il 2020 è stimato in circa 4 miliardi di euro, di cui circa il 60% dovrebbe provenire dall'industria europea e il resto è auspicabile che venga messo in aggiunta dalla Commissione e dagli Stati membri».

All'elaborazione dell'Agenda strategica ha preso parte anche Wolfram Sparber, direttore dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC, in qualità di vice presidente della ETP-RCH, nominato in questo ruolo nel corso dell'incontro della piattaforma ETP RHC che si è svolto il 14 ottobre scorso a Bruxelles .

«Partecipare all'elaborazione di questa Agenda -ha dichiarato Sparber- ci ha permesso di conoscere le priorità a livello europeo e di allineare a queste la nostra attività e i progetti di cooperazione con le industrie locali. L'Agenda sottolinea per esempio la necessità di laboratori specifici per testare interi sistemi di riscaldamento e raffrescamento solare e i nuovi laboratori che stiamo pianificando al Parco tecnologico serviranno proprio a questo».



Gli esperti che hanno lavorato al documento sono partiti da un'analisi della situazione attuale e hanno stimato come e in quali tecnologie sia necessario investire per aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili e allo stesso tempo per rendere l'impiego di queste tecnologie conveniente sul mercato, sia per chi le produce sia per chi le commercializza.



Il documento considera il sistema di riscaldamento e raffrescamento degli edifici privati, gli impianti per l'industria, oltre alle reti di riscaldamento di interi quartieri cittadini.



In questi ambiti è stato valutato il potenziale della biomassa, della geotermia, dell'energia solare e dei sistemi di teleriscaldamento, accumulo termico e pompe di calore; il ricorso a queste fonti è, infatti, considerato un contributo strategico per ridurre notevolmente le emissioni di anidride carbonica e allo stesso tempo creare nuovi posti di lavoro e ridurre la dipendenza dall'importazione di fonti fossili.



L'Agenda analizza inoltre la destinazione dei fondi europei del settimo programma quadro per la ricerca, sottolineando il fatto circa il 69 % sono stati assegnati al nucleare, mentre solo per il 7% a progetti sui sistemi rinnovabili di riscaldamento e raffrescamento.



Proporzioni che non rispecchiano i consumi finali, dato che il riscaldamento e il raffrescamento assorbono il 47% dei consumi totali, contro il 21% dell'energia elettrica, che per di più viene fornita solo in piccola parte dall'energia nucleare.
«Questi dati - hanno spiegato Wolfram Sparber e Simon Pezzutto dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC- dimostrano come l'Unione stia supportando solo in parte settori che potrebbero dare un contributo decisivo nel raggiungere gli obiettivi di lungo periodo sul clima. Sono settori da cui ci si attende una netta crescita e ora l'Agenda indica in modo chiaro in quale direzione devono andare i finanziamenti per contribuire alla diffusione di queste tecnologie».

venerdì 12 aprile 2013

Nuove Smart ForTwo e ForFour elettriche in arrivo nel 2013


Nuove Smart ForTwo e ForFour elettriche in arrivo nel 2013

(Fonte:GreenStyle.it-Giuseppe Cutrone)


 
Come ampiamente prevedibile e come anticipato da più parti, la prossima generazione della Smart comprenderà una variante elettrica accanto alle versioni con alimentazione a benzina. La conferma è arrivata nella giornata di ieri direttamente dai vertici Mercedes, che hanno precisato come la propulsione elettrica sarà implementata sia nella Smart a due porte, la ForTwo che nella versione con carrozzeria a quattro porte, ovvero la ForFour.

Per quanto riguarda la Smart ForTwo elettrica di prossima generazione, il debutto ufficiale è fissato per il 2013. La microcar tedesca dovrebbe presentarsi rinnovata sotto molti aspetti, ma lasciando invariato l’aspetto sbarazzino e la tipica carrozzeria ultracompatta che le consente di districarsi abilmente nel traffico cittadino o di trovare parcheggio in spazi angusti in cui altri modelli non riescono nemmeno a inserire una parte della propria carrozzeria.

La Smart ForFour a zero emissioni dovrebbe invece arrivare in un periodo successivo al debutto della due porte, probabilmente entro il 2014. Per entrambe le versioni ci sarebbe comunque un motore elettrico in grado di erogare una potenza di 90 cavalli, consentendo alle vetture di offrire una velocità massima adeguata per un uso prevalentemente cittadino, mentre l’accelerazione potrebbe essere più che accettabile, soprattutto considerando le ridotte dimensioni e il peso contenuto che le caratterizza.

Smart conferma in questo modo di voler continuare a puntare sulla mobilità elettrica non solo con biciclette e scooter come quelli presentati nei mesi scorsi, ma anche e soprattutto con l’evoluzione della sua microcar, peraltro giunta alla sua terza generazione.

venerdì 28 dicembre 2012

Il Gse conteggia gli oneri delle fonti rinnovabili

Il Gse conteggia gli oneri delle fonti rinnovabili

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Il Gestore sei servizi energetci ha attivato sul proprio sito internet il contatore del “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici, definito all’art. 2 del D.M. 6/7/2012. Tale costo rappresenta una stima dell’onere annuo potenziale già impegnato, anche se non ancora interamente sostenuto, degli incentivi riconosciuti agli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici, in attuazione dei vari provvedimenti di incentivazione statali che si sono succeduti nel tempo. In particolare le tipologie degli incentivi considerati nel contatore sono le seguenti: incentivi previsti alle Fer dai precedenti provvedimenti di incentivazione: Tariffe CIP 6/92 (esclusivamente per la parte spettante alle fonti rinnovabili), Certificati Verdi, Tariffe Onnicomprensive e Conto Energia Solare Termodinamico; incentivi introdotti per le fonti rinnovabili dal recente D.M. 6/7/2012.

Sul sito internet del Gse sono pubblicate le tabelle di dettaglio degli oneri valutati per gli interventi ammessi ai diversi meccanismi di incentivazione, ripartiti per classi di potenza e per tipologia di impianto. Le modalità di calcolo utilizzate per le valutazioni degli oneri indicati nel contatore sono illustrate nell’apposito documento esplicativo. Al 30 novembre 2012 rientrano nel perimetro del contatore solamente impianti incentivati con il provvedimento CIP 6, con i Certificati Verdi e con le Tariffe Onnicomprensive. Il costo indicativo annuo, aggiornato al 30 novembre 2012, risulta pari a circa 3,4 miliardi di euro. Tale valore verrà aggiornato con cadenza mensile sul sito internet del Gse. Il “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui.