Visualizzazione post con etichetta fotovoltaico energia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fotovoltaico energia. Mostra tutti i post

lunedì 17 settembre 2012

Il Quinto conto energia fotovoltaico durerà?

Quinto conto energia fotovoltaico: quanto durerà?

 
 (Fonte: QualEnergia.it-Giulio Meneghello)
 
 
Il contatore del GSE è ormai aggiornato per il quarto conto energia e ha iniziato la conta della spesa per il quinto: mancano circa 350-370 milioni alla fine degli incentivi. Quanto dureranno?
 
Superati ampiamente i 15 giorni dall'entrata in vigore del quinto conto energia, il contatore GSE degli incentivi al fotovoltaico si è finalmente fermato. Oggi segna 6.328.978.486 euro, di cui circa 380mila sono stati assegnati con il nuovo conto entrato in vigore dal 27 agosto. Mancano dunque circa 370 milioni alla fatidica soglia dei 6,7 miliardi che, a 30 giorni dal suo superamento, segnerà la fine del quinto conto energia e – per quel che se ne sa ora – del sostegno al fotovoltaico. Oggi si può dunque tentare di rispondere alla domanda che tutto il settore si sta facendo: quanto durerà il quinto conto energia fotovoltaico?

Una domanda difficile, per la quale Qualenergia.it ha raccolto stime diverse, ma tutte con un margine di incertezza. Molto dipenderà infatti da quanto in fretta si consumeranno i circa 370 milioni rimasti, cifra dalla quale andrebbero sottratti anche i 21 milioni riservati agli impianti iscritti nel registro del quarto conto in posizione utile e non ancora in esercizio, anche se è probabile - come spiega l'analista di eLeMeNS Joel Zunato - che una parte di questi non entri mai in esercizio.
"È veramente difficile fare una stima sulla durata degli incentivi, perché non abbiamo ancora potuto analizzare la velocità di utilizzo del budget del quinto conto energia", spiega a Qualenergia.it Valerio Natalizia, predidente del GIFI. La sua stima è che il conto energia non vada oltre marzo-aprile 2013. Invece secondo il nostro direttore scientifico, Gianni Silvestrini, il quinto conto, contando la finestra di 30 giorni dal superamento del 6,7 miliardi, finirà entro maggio-giugno. Anche Giovanni Simoni, presidente di Assosolare, vede vita breve per gli incentivi: "Le opinioni dei nostri soci, sentiti sull'argomento – scrive - variano tra i sei mesi e un anno. Personalmente credo che non ci sarà un secondo registro." Per Marco Pigni di Aper il quinto conto finirà "tra maggio e agosto 2013."

La stima più pessimista ce la fornisce il professor Arturo Lorenzoni: contando che i 140 milioni del registro grandi impianti, il cui termine per l'iscrizione scade domani, saranno molto probabilmente già assegnati, il docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Padova non crede che il quinto conto energia vedrà l'anno nuovo.
Una previsione che non trova d'accordo Joel Zunato di eLeMeNS. Era già scontato che i 140 milioni riservati al primo registro grandi impianti venissero esauriti, in parte assegnati a progetti già finiti che erano rimasti esclusi dai registri del quarto conto e che dunque, per via del regime transitorio, hanno la precedenza nella nuova graduatoria, ci spiega. Ma, affinché il quinto conto muoia entro fine anno, dovrebbe realizzarsi l'eventualità, secondo lui improbabile, che gli impianti esonerati dal registro consumino nei prossimi mesi i circa 230 milioni rimasti, se si sottraggono i 140 del primo registro.

Le stime di eLeMeNS sulle installazioni degli impianti fuori registro (quelli sotto ai 12 kW o sotto ai 50 se realizzati in sostituzione dell'eternit, oltre a quelli di categorie speciali che hanno un loro budget riservato di 50 milioni per categoria, cioè gli integrati con caratteristiche innovative, quelli a concentrazione e quelli della pubblica amministrazione) sono invece diverse: per il primo semestre gli analisti stimano una spesa di 60 milioni per i piccoli impianti, 15 per quelli integrati innovativi e 20-25 per quelli della pubblica amministrazione.
"Il secondo semestre partirà – rassicura dunque Zunato - anche se con una disponibilità dimezzata per quel che riguarda gli impianti a registro, dato che dai 120 milioni del secondo registro dovranno essere sottratti i circa 60 milioni consumati dai piccoli impianti. Credo però che i 350-360 milioni a disposizione finiranno in quel semestre e difficilmente si arriverà al terzo. La prospettiva che do io è dunque di un anno."

Il Quinto Conto Energia? Degno di una barzelletta!

Fotovoltaico: il Quinto Conto Energia è degno di una rubrica sulla settimana enigmistica


(Fonte:NewsEnergia-Stefano Caproni)

 Gli addetti del settore fotovoltaico ormai navigano a vista, con un Quinto Conto Energia nato già morto, un po’ zoppo e degno di una rubrica sulla settimana enigmistica. Se aggiungiamo il fatto che un conto energia di 30 pagine ha partorito regole applicative per oltre 100 pagine, che il call center del GSE risponde alle stesse domande con versioni completamente diverse ad ogni mail, e che nelle conferenze (o question time che dir si voglia) spuntano nuove informazioni che dalla lettura del decreto e delle regole non trasparivano, la frittata è fatta.
Oltre a questo pare evidente, visti i tempi biblici per risposte e chiarimenti, che alcune informazioni ce le daranno forse a conto energia già finito.Siamo tutti preoccupati dall’avanzare incessante del contatore fotovoltaico che alla soglia dei 6 miliardi e 700 milioni di euro segnerà la fine del regime di sostegno al fotovoltaico italiano, ma crediamo che al rallentamento di questi giorni ne seguirà uno ancora più accentuato, visto che su molte cose ci sono dubbi tali da fermare ogni proposta di investimento.
Chi di voi ha il coraggio di far affrontare ad un cliente la spesa per un integrato innovativo quando ancora non abbiamo capito se la soglia dei 50 milioni di euro è cumulativa (come del resto dice il decreto e come confermano le regole applicative con la definizione di "costo cumulativo annuo") o è riferita al solo 5° Conto Energia come si sente dire in giro nelle varie "question time"? Ma non doveva essere il decreto delle semplificazioni ? Avanti di questo passo riusciremo a fare solo impianti da 3kW su edifici nuovi e certificati energeticamente, in questo caso ci sarebbe spazio per circa 300.000 impianti. Il nostro consiglio? Non limitatevi a leggere il decreto e le regole applicative, potrebbe non essere sufficiente.

sabato 15 settembre 2012

Clinton e Il Fotovoltaico

Fotovoltaico USA, per Clinton necessita di comunicazione più efficace

(Fonte: GreenStyle.it-Peppe Croce)


L’industria del fotovoltaico ha un grosso problema: la comunicazione. Non stiamo parlando di quella europea, e italiana in particolare, che pure sono riuscite a rimanere vittima di una polemica creata ad arte sugli incentivi statali con una ingenuità che ha dell’incredibile, ma dell’industria fotovoltaica americana. E a tirare le orecchie ai rappresentanti della green economy a stelle e strisce è uno che di comunicazione ha dimostrato di capirne parecchio: l’ex presidente Bill Clinton.
L’esponende Democratico, ieri al Solar Power International tradeshow in Florida, ha lodato l’industria del fotovoltaico per quanto realizzato in pochi anni, ma non ha potuto esimersi dal criticarla per come non ha saputo comunicare agli americani i suoi risultati:
Voi siete i veri pionieri e imprenditori dell’America. Potete essere fieri di voi stessi e tirare fuori i risultati. Il problema è che la maggior parte degli americani che non si trova in questa sala non lo sa.
Come dargli torto: 100 mila nuovi lavori creati in una manciata di anni, un tasso di crescita annuale dell’8% durante una terribile recessione, abbattimento dei prezzi industriali e incremento dell’efficienza e, nonostante tutto ciò, l’industria fotovoltaica americana è criticata in casa per i sussidi statali che riceve. Ma è lo stesso Clinton a mettere i puntini sulle i:
Per ogni dollaro investito in energia pulita, noi continuiamo a pagare 22 dollari in sussidi al petrolio, al carbone e al nucleare.

Per Clinton la comunicazione, quella buona e fatta bene, è necessaria anche a contrastare i miliardi di dollari investiti nell’energia tradizionale e nelle attività di lobbying ad essa collegata. Tanto che l’ex presidente cita ad esempio per l’America Paesi come la Germania, la Danimarca e la Svezia che sono oggi leader nel mondo per efficienza energetica e green economy. Senza comunicazione, ha concluso Clinton, gli USA falliranno e perderanno la loro competitività internazionale nel settore.

lunedì 10 settembre 2012

Detrazione fiscale più conveniente del conto energia?

 FV, detrazione fiscale più conveniente del conto energia?


 (Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)

Conviene un impianto FV senza il sostegno del conto energia, approfittando delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie? Se per impianti da 3 kW il conto energia resta, sebbene di poco, l'ipotesi migliore, con 20 kW abbandonare la tariffa GSE in favore della detrazione sembra un'ottima idea. Alcune ipotesi di investimento.

Realizzare un impianto fotovoltaico senza il sostegno del conto energia, ma approfittando invece delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, recentemente portate dal 36 al 50%, è un' idea che molti stanno accarezzando, complice l'incertezza su quanto dureranno gli incentivi del quinto conto – oggi siamo già a oltre 6,3 miliardi di spesa annua e sappiamo che raggiunta quota 6,7 termineranno – e i nuovi ostacoli burocratici introdotti per richiederli. Ma è un'ipotesi economicamente praticabile?

Qualenergia.it ha cercato di scoprirlo avvalendosi del prezioso supporto degli ingegneri di ATER, l'Associazione Tecnici Energie Rinnovabili, e ha scoperto che l'idea non è affatto peregrina: se per impianti molto piccoli (3 kWp) gli incentivi del conto energia restano più convenienti, anche se non di molto, per impianti leggermente più grandi (20 kWp) rinunciare al conto energia in favore delle detrazioni sembra essere un'ottima idea: su 25 anni si parla di quasi 30mila euro di guadagno in più. I grafici qui sotto (riferiti a un ipotetico impianto realizzato a Roma) lo mostrano chiaramente.

Come i lettori sapranno, da giugno 2012 e fino al 30 giugno 2013 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (da non confondersi con quelle del 55% per l'efficientamento energetico) sono state portate dal 36 al 50%. Per un ventaglio piuttosto esteso di lavori edilizi e a beneficio delle sole persone fisiche spetta così una detrazione Irpef del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, spalmata su 10 anni in rate omogenee (qui la guida dell'Agenzia delle entrate, pdf). Va da sé che – come ci spiegano gli esperti sentiti, anche se una conferma ufficiale dell'Agenzia delle Entrate ancora manca - nel ventaglio di lavori eleggibili per le detrazioni si può far rientrare anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico, pur non espressamente citata: tra i lavori detraibili sono inclusi infatti gli interventi per il risparmio energetico e, finora, impianti che producono energia rinnovabile - come per esempio le stufe a pellet o a legna e, in diversi casi, impianti fotovoltaici - sono sempre stati ammessi.

Se realizziamo un impianto fotovoltaico da 3 kW, ipotizzando di pagarlo 8.250 euro iva compresa, almeno fino al 30 giugno 2013, dunque, 4.125 euro ci verranno restituiti scalandoli dalle tasse in 10 anni con altrettante rate da 412,5 euro ciascuna. Per un 20 kW pagato 46.200 euro (iva compresa) con la detrazione ci verrebbero rimborsati 23.100 euro in 10 rate da 2.310 euro, ovviamente a patto di avere un reddito tale da dover pagare di Irpef una cifra maggiore della rata.
Insomma, l'ipotesi si fa interessante, anche perché permette di superare alcuni ostacoli burocratici. Rinunciando agli incentivi del quinto conto energia – che ricordiamo sono alternativi alle detrazioni – si può infatti godere dello scambio sul posto (nel nuovo conto energia sostituito dal sistema tariffa omnicomprensiva - premio per autoconsumo) e si bypassa completamente il GSE. In questo modo si evitano alcune possibili complicazioni con cui gli operatori si stanno scontrando al momento; per esempio la questione, ancora da chiarire, della certificazione energetica dell'edificio: con il nuovo conto energia è obbligatoria per accedere agli incentivi anche se in alcune situazioni – si pensi a un ricovero attrezzi, che comunque è considerato edificio – è molto difficile da ottenere.
Ma, soprattutto, percorrere la via della detrazione permette di evitare il registro cui sono obbligati a iscriversi tutti gli impianti sopra i 12 kW (a meno che non siano realizzati in sostituzione di tetti in amianto, integrati con caratteristiche innovative, a concentrazione o realizzati su proprietà della pubblica amministrazione, o che, se inferiori ai 20 kW, accettino incentivi decurtati del 20%). Il registro, come sappiamo, è una graduatoria che stabilisce l'accesso a un ammontare limitato di incentivi secondo determinati criteri di priorità. Il problema è che, specialmente per gli impianti che non hanno caratteristiche che li fanno salire in graduatoria – per esempio essere realizzati in sostituzione di eternit o abbinati a efficentamento energetico dell'edificio – arrivare agli incentivi tramite il registro potrebbe essere quasi impossibile dato che le risorse a disposizione sono già in parte allocate a progetti che hanno già ottenuto l'accesso.

Ecco dunque che la via della detrazione del 50% associata allo scambio sul posto diventa ancor più interessante, tanto più che può essere percorsa anche come ultima spiaggia: dato che la documentazione si presenta all'Agenzia delle Entrate a lavori finiti e senza particolari scadenze temporali (vedi guida, pdf) , volendo si può prima tentare la strada del registro e poi, se non si rientra in posizione utile, fare domanda per la detrazione.
Detto questo andiamo a vedere i risultati delle ipotesi di investimento, realizzate per Qualenergia.it dagli ingegneri di ATER - Fabio Alberani, Giampiero Crasti e Massimo Venturelli - che hanno messo a punto anche un software di simulazione scaricabile gratuitamente dal sito www.assotecnicirinnovabili.org.

Come dicevamo, la convenienza della strada detrazione e scambio sul posto per gli impianti piccolissimi non è di molto inferiore a quella che si avrebbe con il conto energia e già sui 20 kW la detrazione conviene rispetto al quinto conto energia.
Per un impianto da 3 kW a Roma (componenti made in Europe, che danno diritto al relativo premio sul conto energia e costo per kW ipotizzato in 2.500 euro + iva) vediamo che con il conto energia rientreremmo dell'investimento con un anno di anticipo rispetto che con la detrazione del 50% (9 anni anziché 10) e in 25 anni avremmo un guadagno netto di circa 14.700 € contro gli 11.700 dell'ipotesi 'detrazione' (vedi confronto dettagliato nelle simulazioni in calce).

Per un 20 kW (sempre a Roma, componenti made in Europe, costo per kW ipotizzato in 2.100 euro + iva), invece, la detrazione conviene nettamente: con il conto energia si rientrerebbe dell'investimento leggermente dopo (7 anni contro 8) e sui 25 anni si avrebbe un guadagno inferiore di quasi 30mila euro che non scegliendo la detrazione Irpef.

Insomma, per il fotovoltaico residenziale la strada delle detrazioni fiscali sembra invitante, anche se ancora inesplorata. Lo stesso call center dell'Agenzia dell'Entrate, come pure l'ufficio stampa, contattato da Qualenergia.it, sembra non sapere quasi nulla del connubio sgravi Irpef per le ristrutturazioni ed elettricità dal solare. Staremo a vedere se emergeranno ostacoli burocratici. Intanto vi lasciamo alle simulazioni dettagliate di impianti da 3 o da 20 kW a Milano, Roma e Palermo realizzati con conto energia o detrazioni e con capitale proprio o con finanziamento bancario. Buono studio.
 





Conto Energia, senza obbligo di Registro gli impianti della P.A.

Conto Energia, senza obbligo di Registro gli impianti della P.A.

(Fonte: Edilportale.com-Rossella Calabrese)
 
Gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici pubblici non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al Registro ma accedono direttamente alle tariffe incentivanti del quinto Conto Energia.
È uno dei chiarimenti forniti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in risposta ai quesiti ricevuti in merito alla procedura di iscrizione al Registro.

Impianti realizzati su edifici pubblici
Non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al Registro e accedono direttamente alle tariffe incentivanti previste dal DM 5 maggio 2011 - ha spiegato il GSE - gli impianti realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche, di cui all’art. 1 comma 2 del Dlgs 165/2001, a condizione che:
- l’edificio o l’area ove sono ubicati gli impianti siano di proprietà delle pubbliche amministrazioni già alla data di entrata in esercizio dell’impianto e per tutta la durata del periodo di incentivazione;
- gli impianti entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2012.

Cause di esclusione dalla graduatoria
Un secondo chiarimento riguarda le cause di esclusione dalla graduatoria. La graduatoria degli impianti rientranti nel limite di costo è formata applicando i criteri di priorità previsti dal DM 5 luglio 2012, utilizzando i dati e le informazioni di cui alle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rese ai sensi del DPR 445/2000, della cui correttezza e veridicità il dichiarante assume piena ed esclusiva responsabilità. Come previsto dal DM, il mancato inserimento dei documenti previsti ai fini dell’iscrizione comporta l’esclusione dalla graduatoria.

Al fine di sensibilizzare gli operatori al caricamento corretto dei dati e dei documenti necessari, il GSE segnala le cause più frequenti di possibile esclusione dalla graduatoria riscontrate nei precedenti registri:
- mancata allegazione del documento di identità del sottoscrittore della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in corso di validità;
- assenza della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- mancata sottoscrizione della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- presenza di modifiche, integrazioni e/o alterazioni apportate manualmente alla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- incertezza sul contenuto o sulla provenienza della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà o del documento di identità del sottoscrittore della dichiarazione, per difetto di elementi essenziali o per presenza di parti non leggibili.

Infine, il GSE ricorda che l’applicazione informatica consente di verificare i documenti inseriti e, se necessario, di annullare la richiesta di iscrizione al Registro già inviata e di ripresentarne una nuova, purché tali operazioni avvengano durante il periodo di apertura del Registro.
Il GSE ha poi predisposto un documento nel quale vengono forniti agli operatori alcuni chiarimenti da tenere in considerazione per l’ammissione alle tariffe incentivanti, relativi alla definizione di edificio energeticamente certificabile e alle certificazioni/attestazioni richieste per i moduli e gli inverter ai sensi del quinto Conto Energia.
Sono "energeticamente certificabili":
1. gli edifici provvisti di un impianto termico destinato ad una adeguata climatizzazione invernale, così come definito nel Dlgs 192/2005 e s.m.i.;
2. gli edifici le cui altezze minime interne e le superfici utili dei locali rispettano i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia (DM 5 luglio 1975 e s.m.i.).

In caso di installazione di impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative su edifici di nuova costruzione, tali edifici devono rispettare i requisiti energetici previsti dalla normativa vigente in materia. In caso di installazione di un impianto fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative su un edificio esistente, in sostituzione di elementi edilizi preesistenti, l’intervento si configura come un intervento di ristrutturazione così come definito al comma 4, art. 4 del DPR 59/2009 e pertanto devono essere rispettati i requisiti energetici previsti dalla normativa vigente in materia.

Per quanto riguarda la certificazione/attestazione dei moduli fotovoltaici e dei gruppi di conversione (inverter), il documento elenca la documentazione che deve essere prodotta per attestare il rispetto dei requisiti previsti.

venerdì 7 settembre 2012

Anche l'Europa verso i dazi sui pannelli solari cinesi?

Fotovoltaico: anche l'Europa verso i dazi sui pannelli solari cinesi?

(Fonte: GreenMe.it-Francesca Mancuso)
 
Fotovoltaico e proibizionismo. Mentre gli USA continuano con i dazi sui prodotti cinesi, in Europa il dibattito arriva in Commissione Europea. L'inchiesta sulle presunte pratiche commerciali sleali da parte dei produttori cinesi di moduli è stata avviata dall'Ue. A chiedere l'aiuto delle autorità comunitarie, lo scorso luglio, era stata l'associazione Eu ProSun, che aveva raccolto le perplessità di un gran numero di aziende europee, 20 compagnie che rappresentano la maggioranza della produzione industriale solare dell’Ue.
L'accusa? La Cina, secondo l'associazione, non solo starebbe palesemente esportando sottocosto prodotti solari economici nel territorio dell’Ue, ma il governo avrebbe anche ammesso prontamente di sovvenzionare i suoi produttori solari per le esportazioni. Motivi, questi, che avrebbero spinto l'Ue a puntare la sua lente d'ingradimento sulla vicenda.
Milan Nitzschke, Presidente di EU ProSun, ha accolto con favore la decisione dell'Ue di recepire le proteste dei produttori europei di moduli fotovoltaici: "La Commissione Europea ha compiuto oggi un grande passo verso la salvaguardia del settore delle tecnologie sostenibili e di una base produttiva più ampia in Europa. Le compagnie cinesi stanno esportando prodotti solari sottocosto in Europa, con un margine di dumping compreso tra il 60% e l’80% che le porta a registrare perdite importanti pur senza finire in bancarotta perché finanziate dallo Stato. Queste pratiche sleali di concorrenza hanno condotto più di 20 importanti produttori europei di energia solare al fallimento nel corso del 2012" accusa.

"Se la Cina è in grado di portare alla scomparsa l'industria fotovoltaica europea dove la manodopera incide per circa il 10% dei costi di produzione, allora è ipotizzabile pensare che quasi tutti i settori manifatturieri europei siano a rischio" continua Nitzschke. "EU ProSun invita la Commissione Europea a imporre dazi antidumping per riportare il prima possibile a livelli di uguaglianza la concorrenza con la Cina. Se l’Unione Europea agisce rapidamente, abbiamo una probabilità di mantenere una base di produzione solare sostenibile in Europa a vantaggio dei posti di lavoro, della crescita, dell’innovazione e del pianeta".

Sulla questione si era espresso ieri anche il Presidente del Comitato Ifi, Alessandro Cremonesi, che dalla manifestazione ZeroEmission 2012, aveva parlato di "un mercato in condizioni di turbativa". Secondo il Comitato Ifi, che raccoglie oltre l’80% dei produttori italiani di celle e moduli fotovoltaici, è l’opportunità per conoscere la realtà dei fatti: "Nel 2011 il mercato delle installazioni fotovoltaiche in Italia ha primeggiato a livello globale con oltre 9 GW di potenza generata. Di questi solo 500 Mw sono stati originati dall’industria italiana che si è trovata paradossalmente a operare sotto il 50% della propria capacità produttiva, con aziende che si sono trovate nella condizione di dichiarare lo stato di insolvenza, fermare le attività e chiamare la cassa integrazione. Tutto questo per non essere riusciti a competere sul mercato rispetto ad un prezzo di dumping praticato dalle aziende cinesi. Se le responsabilità saranno appurate, come confidiamo, sarà necessario ricorrere a meccanismi che riportino in equilibrio il mercato".

Ma non tutti sarebbero favorevoli all'avvio di una sorta di protezionismo da parte dell'Ue, con i dazi antidumping, per tutelare la produzione dei paesi membri. Canadian Solar (uno dei principali produttori al mondo di moduli solari con siti produttivi in Canada e Cina) ha fatto sapere che la denuncia sulle esportazioni sottocosto presentata alla Commissione Europea è infondata: "Non esportiamo sottocosto. Quale società con una presenza globale, continueremo a dimostrare la nostra aderenza alle pratiche commerciali internazionali. Inoltre, in quanto azienda quotata sul listino NASDAQ, siamo totalmente trasparenti nei confronti dei costi di produzione e del costo di capitale", dichiara Gregory E. Spanoudakis, Presidente delle Operazioni Europee di Canadian Solar. "Ci auguriamo che la Commissione Europea riconosca che le misure protezionistiche non rappresentano né l'interesse dell'industria solare europea, né quello dell'Unione Europea stessa. La maggior parte delle aziende che opera in questo mercato ne uscirebbe sconfitta a causa di un'iniziativa guidata solo da pochi che perseguono interessi individuali", aggiunge Spanoudakis.

È dello stesso avviso anche l'Alleanza per un’Energia Solare Accessibile (AFASE), secondo cui una guerra commerciale metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro nell’industria europea del solare. "Il libero scambio è stato uno dei fattori che ha consentito all’industria fotovoltaica europea di svilupparsi rapidamente. In un momento in cui i governi europei stanno riducendo gli incentivi per l’energia solare, eventuali barriere commerciali potrebbero far aumentare i costi e danneggiare irrimediabilmente la competitività di questa fonte di energia" ha spiegato Thorsten Preugschas, CEO dell’azienda tedesca Soventix ed affiliato ad AFASE. "Di conseguenza, chiediamo alla Commissione Europea di considerare i gravi danni che eventuali dazi causerebbero all’intera industria europea del solare".

I cinesi, chiamati in causa, si difendono: "Collaboreremo da vicino con la Commissione Europea al fine di dimostrare che le condizioni per l'imposizione di tariffe punitive non sono soddisfacenti. Al di là di affermazioni fuorvianti, rimaniamo concentrati su una produzione competitiva, su prodotti di alta qualità frutto dei nostri investimenti in ricerca e sviluppo" ha detto Mr. Liansheng Miao, CEO di Yingli Green Energy.

“L'industria del solare si basa su una catena del valore globale e complessa, e sarebbe quindi influenzata in maniera sostanziale e negativa dalle misure protezionistiche. Non ci sarebbero vincitori ma piuttosto danni incommensurabili e la perdita del nostro obiettivo fondamentale di rendere il solare una fonte di energia vantaggiosa e a accessibile tutti. In aggiunta, tali azioni farebbero ritardare in modo significativo la nascita di un mercato sostenibile dell'energia solare senza il sostegno del governo”, ha detto Darren Thompson, Managing Director, Yingli Green Energy Europe GmbH.

Nuova strategia energetica nazionale

Rinnovabili e efficienza nella nuova strategia energetica nazionale

(Fonte: ZeroEmission.it)
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha presentato a ZeroEmission Rome 2012 gli obiettivi e le priorità nella politica energetica. Dal settore fotovoltaico proposte concrete al Governo per favorire lo sviluppo.
"I nostri obiettivi sono ridurre il costo dell’energia per consumatori e imprese, migliorare l’indipendenza di approvvigionamento, favorire la crescita economica sostenibile, raggiungere e superare gli obiettivi ambientali europei. Per fare questo abbiamo quali priorità la promozione dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle energie rinnovabili e quello delle infrastrutture e del mercato elettrico". È quanto ha dichiarato Marcello Garozzo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, intervenuto oggi alla seconda giornata di ZeroEmission Rome 2102, la manifestazione dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading, in programma fino a venerdì 7 settembre alla Fiera di Roma.
"In particolare, per quanto riguarda il settore fotovoltaico, desidero sottolineare che il Quinto Conto Energia ha ancora da assegnare oltre 500 milioni di euro l’anno e, anche dopo, continueremo a incentivare i piccoli impianti, con particolare attenzione a quelli innovativi e integrati nell’edilizia. In Italia il fotovoltaico ha ancora un vasto margine di crescita e avrà un ruolo importante nel panorama energetico nazionale", ha concluso Garozzo.
In rappresentanza del settore fotovoltaico è intervenuto Valerio Natalizia, presidente di Gifi-Anie, associazione che raggruppa circa 200 aziende di tutta la filiera, che ha affermato: "Sono fermamente convinto che sia necessario concertare sin da ora una serie di misure normative e legislative utili per sostenere lo sviluppo del mercato anche negli anni a venire. È inutile e dannoso attaccare le istituzioni per gli errori fatti, come alcuni operatori del settore stanno facendo, quando vi sono le possibilità di lavorare su misure a costo zero per sostenere il mercato italiano del fotovoltaico in un’ottica di sviluppo moderato, ma costante nel tempo". Tra le proposte avanzate da Natalizia: la regolamentazione della vendita diretta dell'energia elettrica attraverso contratti tra soggetti privati; la semplificazione dei processi autorizzativi, che attualmente incidono per il 69% sul costo di sviluppo di un progetto fotovoltaico; un maggiore focus sull'autoconsumo per stimolare le tecnologie dell’accumulo; sgravi fiscali per assunzioni nelle imprese che operano nel settore e per le attività di ricerca e sviluppo; bonus fiscali sugli investimenti iniziali e sui redditi da vendita dell’energia.

giovedì 6 settembre 2012

Scambio sul posto fino a 10 MW e incentivi per piccoli impianti.

Scambio sul posto fino a 10 MW e incentivi post-V Conto Energia per piccoli impianti?

(Fonte: Photon-online.it)
05.09.2012: «L’intenzione è quella di alzare a 10 megawatt la soglia per lo scambio sul posto» così Marcello Garozzo della segreteria tecnica del sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Tullio Fanelli, ha presentato quello che ha definito un «processo in corso» in seno al dicastero per superare l’attuale soglia dei 200 chilowatt: «Abbiamo già presentato un emendamento in questo senso, che è stato respinto, ma torneremo a presentarlo» ha spiegato nel corso della giornata inaugurale del salone «PV Rome» .

«Non si tratta di un auspicio» ha precisato Garozzo che ha anche rivelato che è allo studio la possibilità di concedere incentivi anche oltre la durata del quinto Conto Energia, seppur limitatamente ai piccoli impianti residenziali architettonicamente integrati e innovativi. Scettico in merito all’ampliamento a 10 megawatt dello scambio sul posto il responsabile dell’unità «Fonti Rinnovabili» dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), Andrea Galliani, che ha sottolineato come il semplice innalzamento del limite, legato alle possibilità di essere esonerati dai costi di trasmissione e dispacciamento comporterebbe la suddivisione di tali costi tra un numero sempre minore di utenti finali di elettricità. In pratica, ha sintetizzato Galliani, si andrebbe a penalizzare «l’utente finale che non può installarsi un impianto fotovoltaico sul tetto».

Record in Germania: 4,9 GW Fotovoltaici in 7 mesi!

Germania, in 7 mesi quasi 4,9 GW fotovoltaici. E' record 

 
(Fonte:QualeEnergia.it)
 
A fine luglio sono stati installati 4,9 GW di fotovoltaico. Un nuovo record visto che, per lo stesso periodo, nel 2011 la potenza installata era stata di 2,28 GW e nel 2010 di 4,5 GW. A luglio installati 543 MW.
La Germania ha installato a luglio 543,22 nuovi megawatt fotovoltaici, quasi in linea con quanto realizzato nel luglio 2011 (572 MW). Lo ha comunicato l’agenzia federale Bundesnetzagentur che ha peraltro specificato che per l’anno in corso nel Paese sono stati installati 4,9 GW di fotovoltaico. Si tratta di un nuovo record visto che, per lo stesso periodo, nel 2011 la potenza installata era stata di 2,28 GW e nel 2010 di 4,5 GW.
Ricordiamo che a fine giugno il Governo tedesco aveva annunciato che l’attuale schema incentivante (a tariffa fissa prevista dal Renewable Energy Resources Act) terminerà allorché si arriverà in totale a una potenza di 52 GW. Al momento si stima che si sia giunti a una capacità di 29,7 GW.

mercoledì 5 settembre 2012

Quinto Conto Energia

Quinto Conto Energia, Comitato IFI: durerà meno di un anno.

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
Il fotovoltaico italiano non è ancora in grid parity e non può camminare sulle sue gambe, senza incentivi statali. Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato IFI lo ha detto oggi all’inaugurazione di ZeroEmission Rome, aggiungendo che il Quinto Conto Energia non durerà più di un anno, invece dei cinque semestri previsti dal decreto. La preoccupazione di Cremonesi, a questo punto, è che le industrie fotovoltaiche italiane vengano lasciate sole ad un passo dal traguardo:
Dal momento che il settore non si trova in una condizione di grid parity e non riuscirà a raggiungere la piena autonomia economico-produttiva nel periodo di un anno, c’è il rischio reale che tutto il settore si fermi una volta raggiunti i 6,7 miliardi di euro di spesa annui. In questi mesi lavoreremo per ricevere garanzie da tutti gli schieramenti politici candidati a formare il prossimo governo di intervenire in maniera costruttiva e stabile per protrarre il programma di incentivi fino al reale raggiungimento della grid parity.

Si teme, infatti, che una volta finiti gli incentivi il mercato si blocchi del tutto e che le aziende siano costrette a mandare a casa buona parte dei 120 mila lavoratori attivi nel settore, tra diretto e indotto:

Un settore che nel nostro Paese ha generato nel 2011 un volume d’affari pari ad alcune decine di miliardi di euro e che si è dovuto confrontare con un mercato in condizioni di turbativa, con un quadro normativo instabile e con un sistema creditizio che non ha dato fiducia all’industria e a tutta la filiera.
Uno scenario che ha generato, oltre ad un’oggettiva difficoltà nel garantire continuità d’impresa, anche un arresto negli investimenti in ricerca e innovazione, che invece rappresentano il valore da cui dovrebbe trarre origine il successo del Made in Italy nella produzione di energia solare. Per sostenere nuovamente gli investimenti in innovazione tecnologica proponiamo misure di intervento che prevedano crediti di imposta e l’istituzione di un Fondo di dotazione di capitale con tassi agevolati presso il Ministero dell’Ambiente o dello Sviluppo Economico a disposizione delle aziende che producono ricerca e innovazione.

Cremonesi, quindi, chiede che venga delineato uno scenario post incentivi e pre grid parity, che faccia da ponte tra il momento in cui i sussidi statali finiranno e quello in cui l’energia fotovoltaica avrà un prezzo paragonabile a quella prodotta dalle fonti fossili. Uno scenario che dovrebbe includere anche un bonus fiscale sugli utili delle aziende reinvestiti in impianti fotovoltaici con tecnologia italiana e prevedere una campagna di informazione finalizzata a spiegare agli italiani la reale composizione della loro bolletta elettrica. Spiega ancora Cremonesi:

Si tratta di introdurre un sistema che, tramite la detassazione dell’utile realizzato dai titolari di impianti ammessi ai conti energia precedenti, consenta a tali soggetti di ‘autofinanziare’ la realizzazione di nuovi impianti, impiegando il risparmio d’imposta di cui essi beneficiano nell’ambito della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, realizzati con componentistica e tecnologia nazionale.È necessario chiarire a tutti gli utenti che nella bolletta elettrica sono presenti almeno 3 miliardi di euro/anno di oneri impropri inerenti sconti per interruzioni per le imprese energivore, contributi per le energie da fonte fossile, aiuti per i trasporti su rete ferroviaria, dismissioni da centrali nucleari. Voci che dovrebbero essere trasferite in un capitolo di bilancio separato.

martedì 4 settembre 2012

Il Fotovoltaico a film sottile.

Fotovoltaico a film sottile, IBM sviluppa modello ad alta efficienza

(Fonte: GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
Arriva il fotovoltaico a film sottile ad alta efficienza di IBM. Il colosso statunitense è al lavoro per realizzare un nuovo sistema che riesca non soltanto a raggiungere i livelli di redditività dei pannelli solari rigidi, ma che sappia anche ovviare al crescente problema della crisi di materie prime alla base della loro realizzazione.
Il fotovoltaico a film sottile ha da subito mostrato grandi possibilità di applicazione, grazie alla sua adattabilità anche all’impiego sulle pareti degli edifici e persino ai tessuti. Rispetto ai pannelli solari classici scontava fino ad ora un livello di efficienza medio ridotto, differenza che però sta progressivamente scomparendo. A frenare però lo slancio finale delle celle fotovoltaiche sottili la crescente scarsità dei materiali necessari alla produzione.
Ed è soprattutto qui che entra in gioco la nuova soluzione ideata da IBM in collaborazione con i partner Tokyo Ohka Kogyo, DelSolar e Solar Frontier. Tre dei metalli componenti i film fotovoltaici sottili CIGS (rame, gallio, indio e selenio) non si trovano direttamente puri in natura, ma sono frutto della lavorazione di altri minerali (lo zinco è ad esempio una delle principali fonti di indio). Il colosso della tecnologia sta sviluppando un sistema che permetta di utilizzare elementi maggiormente diffusi in natura.
Le nuove celle solari CZTS saranno realizzate con rame, zinco e stagno, direttamente disponibili e la cui estrazione è eventualmente incrementabile in funzione della crescente richiesta da parte del fotovoltaico a film sottile. Oltretutto i primi test su questa nuova tipologia di pannelli ha fornito ottime indicazioni in merito all’efficienza, con punte record dell’11,1%.
A vantaggio di queste nuove celle CZTS sarebbero anche i costi di realizzazione, ridotti grazie all’impiego di metalli più economici e con una tecnica che permetterebbe una produzione industriale più intensiva e meno onerosa. Un futuro che potrebbe essere caratterizzato in maniera crescente dal fotovoltaico a film sottile secondo i ricercatori IBM, che prevedono entro due anni la piena competitività dei loro moduli CZTS rispetto agli attuali CIGS.


Il futuro Energy Center di Torino.

Energy Center: centro di eccellenza dell'innovazione energetico-ambientale

(Fonte: Infobuildenergia.it)
 
Energy Center è il nuovo centro di competenza nel campo dell'innovazione energetica-ambientale che si inserisce in un programma di riqualificazione e riconversione dell'area ex Westinghouse di Torino. Il progetto di realizzazione vede la collaborazione fra la Città di Torino, il Politecnico di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT.
L'Energy Center si occuperà di ricerca applicata, testing di tecnologie, trasferimento tecnologico, consulenza ad enti pubblici e privati, promozione delle iniziative di settore e stimolo all'interesse verso le tematiche energetiche, ponendosi come un soggetto di livello europeo di riconosciuta competenza e autorevolezza nel proprio ambito nonché come un punto di riferimento per le filiere di settore italiane, per il settore pubblico e per il mondo della ricerca scientifica.
Realizzato con un investimento di circa 19 milioni di euro, di cui 14 finanziati dalla Regione ricorrendo a fondi europei e 4 dalla Compagnia di San Paolo, il nuovo centro vuole essere una sfida in uno dei settori ritenuti sempre più fondamentali da tutti i Paesi occidentali e una realizzazione concreta della strategia "Torino Smart City". Nei 20.000 metri quadrati dell'area coinvolta (il primo lotto dei lavori che si dovrà concludere entro il 2014 e riguarda 5.000 mq) si farà ricerca applicata, testaggio e dimostrazione di prototipi di "promising technolgies" grazie a spazi che verranno costruiti con grande versatilità, incubazione temporanea per imprese innovative.
La struttura dell'Energy Center è concepita come "dimostratore tecnologico di eco-edificio" in grado di fungere sia da esemplare edilizio innovativo dal punto di vista del risparmio energetico che da vero e proprio edificio dimostratore-sperimentale (si prevede, per esempio, l'uso delle facciate e degli spazi esterni dell'edificio stesso per il testing di tecnologie). La concezione degli spazi interni sarà flessibile e adattabile ad esigenze che possono mutare nel tempo.
Il progetto è stato definito in un protocollo d'intesa tra Regione Piemonte e Comune di Torino previsto dal bando per il "finanziamento di interventi di riqualificazione di aree dismesse", nell'ambito del Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il futuro Energy Center si presenterà come una vera e propria struttura-laboratorio al servizio delle imprese e del territorio, in cui sviluppare e testare tecnologie e soluzioni applicative innovative in ambito energetico, mediante la collaborazione e l'interazione tra Politecnico di Torino, parchi scientifici e tecnologici, attori del sistema pubblico e privato e sarà concepito esso stesso come un dimostratore di "eco-edificio". Il complesso fungerà inoltre come luogo fisico di incubazione - per lo più temporanea durante la fase di ricerca, testaggio e dimostrazione - di imprese innovative, in stretta relazione con l'incubatore del Politecnico di Torino I3P.
"La Regione - ha sostenuto il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota - ritiene che il progetto presentato dalla Città di Torino rappresenti una struttura di eccellenza, non solo a livello regionale ma europeo, nel campo energetico-ambientale. Occupandosi di studio e ricerca applicata favorirà le sinergie tra i diversi attori pubblici e privati che operano nel settore della green economy. Sarà un luogo di riferimento per il Piemonte, sia per le amministrazioni pubbliche, sia per le imprese che operano nel settore, per progettare anche la qualità futura dell'ambiente e di un adeguato sviluppo in termini di sostenibilità nel settore energetico".

Fiera di Roma ed Energie Rinnovabili.

Green re-generation: a ZeroEmission Rome, Zero Waste

 (Fonte: ZeroEmission.it)
ZeroWaste, la nuova sessione congressuale dedicata a raccolta, trattamento, smaltimento, riutilizzo e valorizzazione dei rifiuti, biogas e cogenerazione, sarà una delle grandi novità di ZeroEmission Rome 2012, la grande kermesse dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading, in programma dal 5 al 7 settembre alla Fiera di Roma. La conferenza sarà un’opportunità per affrontare le tematiche relative a riciclo, compostaggio, smaltimento, trattamento e valorizzazione energetica dei rifiuti; all'energia da sostanze vegetali, scarti organici da rifiuti urbani, forestali e dell’industria agroalimentare e zootecnica e a cogenerazione e trigenerazione a biodiesel, olio vegetale, biogas, biomasse, cogenerazione industriale, residenziale, tecnologie per l’efficienza energetica.

In Italia, l'attività di raccolta e riciclo dei rifiuti produce benefici pari a circa 1,6 miliardi di euro. In particolare nel biogas, con 500 impianti per una potenza complessiva superiore ai 550 MWe e una produzione annua complessiva di 2,891 TWh, il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa dopo la Germania e il Regno Unito. Le aspettative di crescita indicano una potenza complessiva installata di quasi 800 MW a fine 2012. Anche la cogenerazione è un settore in crescita: tra il 2004 e il 2010, infatti, in Italia si è registrato un forte incremento (circa 3.000 MW) della potenza complessiva. ZeroWaste sarà quindi un’occasione per gli operatori di questo settore per approfondire gli aspetti tecnici, normativi e di mercato. Nel 2013 diventerà anche un’area tematica, nell’ambito della quale presentare tecnologie, prodotti, impianti e soluzioni a un pubblico qualificato e internazionale. ZeroWaste arricchisce ulteriormente il programma di ZeroEmission Rome 2012, che con numerose altre novità completa la sua offerta e punta a incrementare ulteriormente il successo.

lunedì 3 settembre 2012

Superati i 15 GW fotovoltaici installati!

In Italia, superati i 15 GW fotovoltaici installati

(Fonte: ZeroEmission.it)
Secondo il Gse, sono 426.272 gli impianti attivi sul territorio nazionale: in testa alla classifica della capacità, ancora una volta, la Puglia, mentre in quella del numero di impianti, la Lombardia.
In Italia, oltre 15 GW dagli impianti fotovoltaici. E' il contatore ufficiale del Gse a confermare il primato: 15.008 MW installati e 426.272 impianti, di cui 375 mila sotto i 20 kW. Uno sguardo alla classifica della capacità installata e scopriamo che, ancora una volta, è la Puglia ra possedere la "maglia rosa" con 2.350 MW, pari al 15,6% del totale, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. La Lombardia è però la Regione che guida la classifica secondo il numero di impianti, ben 61.806, pari al 14,5% del totale. A seguire, Veneto e, ancora una volta, Emilia Romagna. Le Marche, con 575 W (ben oltre la media italiana che si attesta a 246 W per abitante), è invece la Regione, con la più alta capacità pro capite, seguite da Puglia, Basilica e Molise. La Puglia, però, appare al vertice di un'altra classifica, quella della densità di superficie coperta dagli impianti FV (121 kW per kmq), seguita da Marche, Veneto e Lombardia.

Le Nuove Frontiere dell’Edilizia:Edifici Sostenibili.

Edifici Sostenibili ad Energia Quasi Zero: le Nuove Frontiere dell’Edilizia

(Fonte:GenitronSviluppo.com)
 L’innovazione di un sistema che permette di risparmiare tempo in cantiere e di rendere meno costosa la realizzazione dell’edificio, unita ad un isolamento termico di altissimo livello, che garantisce un notevole risparmio energetico: questi i vantaggi del sistema costruttivo Ecosism che saranno presentati, assieme ad altri temi relativi all’efficienza energetica, nel corso del convegno "Edifici sostenibili ad energia quasi zero: le nuove frontiere dell’edilizia" in programma il prossimo 20 settembre presso il Park Hotel Villa Fiorita a Monastier di Treviso.
Il convegno è organizzato da Profila per Ecosism, l’azienda padovana ideatrice di questo metodo costruttivo e USG, azienda udinese distributrice del prodotto. Sono previsti l’intervento di prestigiosi relatori quali il professor Tomaso Trombetti dell’Università di Bologna e del dott. Ing. Marco Piana, direttore tecnico dell’AIPE (Associazione Italiana polistirene espanso), che affronteranno con approccio scientifico gli aspetti dell’efficienza energetica, nonchè del dott. Marco Manganello, consulente dell’Ecosism, che presenterà nel dettaglio il sistema costruttivo. 
All’evento prenderanno parte anche le aziende FVG Energy, azienda leader nel settore del fotovoltaico ed Edilit, affermata ditta nell’ambito delle facciate ventilate. A conferire ulteriore prestigio all’evento la collaborazione di Ordini e collegi della Provincia di Treviso. Il convegno, a partecipazione gratuita, si rivolge ad architetti, ingegneri, geometri, periti, studenti nonché aziende edili e tecnici interessati alle tematiche del risparmio energetico e alle novità del settore.

Il rischio dellla legge "libera-trivelle" .

L'illusorio petrolio di Passera in un libro edito da Altraeconomia.

(Fonte: Qualenergia.it)
 Gli idrocarburi sembrano essere al centro del venturo Piano nazionale per l'Energia del governo Monti, anche se l'economia delle fonti fossili ha i giorni contati. C'è il rischio che si rispolveri la legge "libera-trivelle" in un Paese che, grazie a royalties e compensazioni minime, è già ora "un paradiso per petrolieri", spiega un libro di Altreconomia sul tema.
È atteso entro la fine del 2012 il Piano nazionale per l'Energia, serie di misure per il settore energetico italiano che si appresta a varare il governo Monti, definite "urgenti" e fortemente volute dal ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, oltre che orgogliosamente sponsorizzate dalla lobby petrolifera. Un disegno di legge ben preciso che, al fine di garantire l’innalzamento della produzione petrolifera italiana fino al 20% del fabbisogno nazionale, l’aumento del Prodotto interno lordo di mezzo punto e la riduzione di 6 miliardi della bolletta energetica, necessita della realizzazione di imponenti opere infrastrutturali come rigassificatori, gasdotti nazionali ed internazionali, centrali e megastoccaggi, fino ad arrivare a nuove trivellazioni alla ricerca di greggio, gas e gas non convenzionale (shale gas).
Obiettivi per cui andrebbe snellita la normativa vigente sulle autorizzazioni e abolito ogni vincolo e limite per la prospezione, la ricerca e coltivazione di idrocarburi nel sottofondo marino. Perché le attuali norme di tutela dell’ambiente -tra cui quelle che fissano a 12 miglia dalle coste il limite entro il quale non è possibile effettuare trivellazioni in mare- rappresentano un vincolo troppo rigoroso. Ecco quindi il rischio che venga rispolverata la legge "libera-trivelle", ipotesi che Altreconomia ha già anticipato nel libro-inchiesta di Pietro Dommarco "Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri" e nell'articolo "Il greggio italiano è un'illusione", pubblicato sul mensile ad aprile scorso.

Le mani dei petrolieri in Italia sono infatti libere di perforare la terra e i fondali marini -spiega Dommarco-, con royalties minime (cedendo cioè agli enti locali solo il 4% dei ricavati per le estrazioni in mare e il 10% per quelle sulla terraferma) e con l’avallo di leggi "tolleranti", che producono pochi vantaggi per il territorio e infiniti lutti per i lavoratori (preoccupante l'aumento di patologie tumorali: basti pensare, ad esempio, che nella zona di Priolo, in Sicilia, il 35% dei decessi avviene per tumore) e per l’ambiente.

Al 31 dicembre 2011 la produzione di greggio in Italia si è attestata su 5.283.866 tonnellate, quasi 40 milioni di barili. L’84% della produzione nazionale proviene dalla terraferma, il 16% dal mare. Il libro raccoglie oltre ai numeri anche le storie dei tanti "Texas italiani": dalla Val d’Agri in Basilicata a Sannazzaro de’ Burgondi in Pianura Padana, da Gela e Priolo in Sicilia a Porto Torres in Sardegna e Porto Marghera in Veneto. La regione più sfruttata è la Basilicata, seguita dalla Sicilia.
Tra i Paesi europei, invece, l'Italia è al quarto posto per produzione petrolifera. Considerando, poi, le "percentuali di compensazione ambientale" del nostro Paese a livello mondiale, sono tra le più basse al mondo: per questo oggi sono centinaia le concessioni e più di 1.000 i pozzi produttivi in Italia, tra terraferma e mare. Numeri che potrebbero aumentare se calcolassimo (e sfruttassimo) le riserve, tra le prime a livello europeo per potenzialità. Scenario, questo, in linea con la visione del ministro Passera, che già a fine marzo ha aperto le porte allo sfruttamento di "risorse italiane, giacimenti di gas e petrolio non ancora sviluppati".
La prefazione di "Trivelle d'Italia" è curata dal geologo e primo ricercatore del Cnr Mario Tozzi, che spiega perché l’economia fossile ha i giorni contati. Nel libro anche un’intervista alla professoressa Maria Rita D’Orsogna e un indentikit delle principali multinazionali petrolifere che lavorano in Italia."Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri", di Pietro Dommarco, scrittore e giornalista freelance, specializzato in tematiche ambientali. Collabora con il mensile Altreconomia.

mercoledì 27 aprile 2011

Quarto Conto Energia: domani la Conferenza Stato-Regioni esaminerà il testo

In attesa della Conferenza Stato-Regioni prevista per domani, non smettono di moltiplicarsi i commenti alla bozza del Quarto Conto Energia proposta dal governo. Cresce la preoccupazione per la sorte degli incentivi alle energie pulite, anche perché i margini di trattativa non saranno ampi. Torna a parlare la Fiper, ricordando l’importanza delle biomasse, mentre le Regioni si preparano al peggio.


Ormai siamo agli sgoccioli. Entro il 30 aprile il decreto che andrà a regolare il meccanismo di finanziamenti statali alle rinnovabili sarà varato e integrerà quanto previsto dal decreto Romani, approvato a marzo. Il 31 maggio, come vuole proprio il decreto legislativo n.28 del 3 marzo 2011, il Terzo Conto Energia sarà bloccato; al suo posto, entrerà in vigore la serie di norme previste per il periodo transitorio, che, secondo le notizie circolate finora, si protrarrebbe fino al prossimo 31 dicembre. Dal giorno seguente, invece, prenderà effettivamente il via il nuovo Conto Energia, con le relative riduzioni degli incentivi.
In attesa del nuovo incontro tra governo e rappresentanti delle Regioni, un’altra influente realtà del comparto esprime il proprio parere sul futuro assetto delle energie pulite. Torna, infatti, a parlare la Fiper (Federazione italiana produttori di energia da rinnovabili) e lo fa attraverso una lettera aperta firmata dal presidente Walter Righini, indirizzata ai ministri del governo e a vari esponenti di Regioni, Province e Comuni italiani, nella quale “esprime l’opportunità che i sistemi incentivanti alle fonti rinnovabili siano esaminati e determinati nel complesso dello scenario esistente attualmente in Italia, riconoscendo in particolare l’importanza dovuta anche alla produzione di energia termica”.

Sono le biomasse, dunque, a dover essere prese maggiormente in considerazione, secondo la Fiper. “Si rappresenta inoltre l’importante ricaduta economica ed occupazionale in ambito locale e nazionale che la promozione di una politica volta al recupero ed utilizzo delle biomasse può generare a differenza di altre soggette pressoché alla quasi totale importazione dall’estero della relativa componentistica”, si legge nella lettera , che si conclude con l’invito a confezionare un sistema di incentivi proporzionato al peso che dovranno avere le varie fonti rinnovabili nel panorama energetico del prossimo futuro.
Anna Tita Gallo
http://www.greenbiz.it/