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martedì 13 maggio 2014

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I tecnici hanno appena finito di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della Casa Bianca, realizzando un progetto del presidente Obama, che vuole essere di esempio per il popolo americano rendendo ecologica e tecnologicamente avanzata la sua dimora. Il proposito era stato annunciato già nel 2010, ma solo alla fine del 2013 è stato realizzato.
Anche se per motivi di sicurezza non è stato dichiarato il costo e il numero dei pannelli, si sa che produrranno 6,3 kW di energia elettrica sottoposti a luce diretta e che sono stati installati su supporti metallici assicurati al tetto mediante colla epossidica.

Obama vuole essere d’esempio per sensibilizzare le famiglie americane sull’importanza dell’indipendenza energetica dagli altri stati e la riduzione delle emissioni responsabili del riscaldamento globale.
La convenienza oltre che ambientale e politica è anche economica, infatti in soli 8 anni, due mandati presidenziali, i pannelli ripagheranno la spesa per l’acquisto e l’installazione.

“Essendo alla Casa Bianca, abbiamo alcuni problemi di sicurezza. Non è stato possibile coprire l’intero tetto, anche se dal punto di vista del risparmio energetico sarebbe conveniente” spiega James Doherty, usciere della Casa Bianca.

Nonostante l’impegno del presidente per lanciare un messaggio virtuoso, gli ecologisti americani trovano questo intervento tardivo, il gruppo ambientalista 350.org ha trovato il progetto significativo ma anche tristemente in ritardo.
Bill McKibben, scrittore, giornalista e attivista del gruppo, dichiara sarcasticamente: “Con questo ritmo risolveremo il problema del riscaldamento globale quando saremo già 30 metri sott’acqua”.

Barack Obama non è il primo ad aver scelto le energie rinnovabili per il palazzo presidenziale, Jimmy Carter spese 30 mila dollari per un impianto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua negli anni ’70 per gli uffici dell’aula ovest, ma l’impianto fu dismesso 7 anni dopo dal suo successore Ronald Reagan quando si trasferì alla Casa Bianca. George W. Bush installò pannelli solari su alcuni edifici secondari del palazzo e per ottenere acqua calda per la piscina.

lunedì 9 dicembre 2013

Rinnovabili, Obama: triplicare produzione USA entro 2020

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
Barack Obama ci tiene a passare alla storia come il Presidente degli Stati Uniti più attento all’ambiente e dopo tanti fallimenti sugli obiettivi degli anni scorsi, adesso ha deciso di imprimere un’accelerazione alla sua politica ambientale.

In questi giorni Obama ha infatti emanato un ordine esecutivo che obbliga tutte le amministrazioni governative (quindi dal Congresso alle sedi militari, fino all’ultimo ufficio pubblico di provincia) a triplicare il proprio utilizzo di energia rinnovabile entro il 2020.

Grazie a questa mossa Obama spera di raggiungere una copertura del fabbisogno energetico del governo del 20% con le fonti rinnovabili. Attualmente l’utilizzo non supera il 7%. Queste le parole del presidente durante il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione:

Per il bene dei nostri figli e del nostro futuro, dobbiamo fare di più. Se il Congresso non agirà presto per proteggere le generazioni future, lo farò io. Io dirigerò il mio Gabinetto per avviare tutte le azioni esecutive che possiamo intraprendere, ora e in futuro, per ridurre l’inquinamento, preparare le nostre comunità alle conseguenze del cambiamento climatico e accelerare il passaggio alle fonti di energia più sostenibili.

In molti avevano pensato che queste parole sarebbero cadute nel vuoto come spesso accaduto in passato, ma stavolta non sembra debba andare così. Secondo i dati dell’Associated Press, il Governo federale gestisce circa 500 mila edifici e 600 mila veicoli per circa 500 miliardi di dollari all’anno di costi di gestione. Portare il fabbisogno energetico di questa enorme macchina almeno al 20% coperto dalle rinnovabili comporterebbe un enorme risparmio in termini monetari e di emissioni.

Il primo passo per realizzare questo obiettivo sarà dotare tutti gli edifici pubblici di impianti energetici rinnovabili ed effettuare lavori che consentano a tali edifici di ottenere la certificazione REC, un nuovo standard americano che rappresenta il valore ambientale di un edificio. Il secondo sarà realizzare l’iniziativa denominata “Net Zero Energy”, la quale prevede che tutte le basi militari dislocate sul territorio nazionale si autoproducano energia e acqua oltre ad autogestire i rifiuti prodotti.

Ovviamente il percorso è pieno di ostacoli e la lobby dei combustibili fossili, la più potente al mondo, sta già dichiarando guerra alla proposta del Presidente degli Stati Uniti. Obama va comunque avanti e ha già stabilito il piano per i prossimi anni: entro il 2015 l’amministrazione pubblica dovrà raggiungere una copertura del proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili per il 10%; entro il 2017 deve arrivare al 15%, nel 2018 al 17,5%, e si spera che già entro il 2019, 2020 al massimo, si possa raggiungere la soglia del 20%.

mercoledì 26 giugno 2013

Clima, Obama: "La terra sta cambiando". Gli Stati Uniti "devono iniziare ad agire"

Clima, Obama: "La terra sta cambiando". Gli Stati Uniti "devono iniziare ad agire"

(Fonte:LaRepubblica.it)
 
 
 
 
WASHINGTON - Evitare di peggiorare l'effetto serra. Ridurre le emissioni di biossido di carbonio e puntare sulle energie rinnovabili. Il primo, atteso discorso sull'ambiente del secondo mandato di Obama doveva districare anche la controversa questione dell'oleodotto Keystone XL. Due fasi del maxi progetto sono già operative. Una terza - il trasporto dall'Oklahoma al golfo del Texas - è in costruzione, ma la quarta fase è ancora in attesa dell'approvazione del governo americano. Servirebbe a consentire la distribuzione del greggio estratto dalle sabbie bituminose dello Stato canadese da Hardisty, Alberta, estendendosi per 1.179 miglia (1.897 chilometri) fino a Steele City, in Nebraska. Ma gli ambientalisti sono in agitazione e protestano per le emissioni di gas serra che l'oleodotto causa. "Dovrà rispettare i parametri di sicurezza e non compromettere l'ambiente o non sarà approvato dal mio governo", ha detto Obama all'Università di Georgetown. "Il nostro interesse nazionale sarà garantito solo se questo progetto non aggraverà esageratamente il problema dell'inquinamento da anidride carbonica", ha spiegato.

Era la parte attesa del suo discorso. Si pensava che avrebbe annunciato l'approvazione del progetto. E invece Obama non ha fatto l'equilibrista. "Non possiamo continuare a trivellare ignorando il cambiamento climatico. È un problema non ignorabile. La strategia energetica giusta non può riguardare solo il petrolio", ha spiegato. "So delle controversie sull'oleodotto Keystone tra il Canada e il Texas - ha affermato - Molti si sono opposti. Voglio essere chiaro: permetterne la costruzione richiede che tutto sia fatto nell'interesse del Paese". "Gli interessi nazionali - ha continuato - saranno serviti se questo progetto non esaspererà gli effetti dell'inquinamento da carbonio. Gli effetti negativi non possono prevalere. Non ci possono essere ulteriori effetti negativi sul cambiamento climatico, quindi faremo una valutazione necessaria per capire se andare avanti con la costruzione".

Poi ha spiegato i punti principali del suo programma. Messo nell'angolo da una serie di scandali che ne hanno offuscato l'immagine progressista, il presidente ha tentato di recuperare terreno e rilanciato una battaglia su cui molti lo trovano in difetto, la lotta al cambiamento climatico. Ha rimarcato che "il 97% degli scienziati riconosce il surriscaldamento" e che "gli americani stanno già pagando il prezzo dell'inazione sul clima". "Dobbiamo agire" ha detto, annunciando una strategia nazionale di lotta alle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra. "Come presidente, come padre e come americano, sono qui per dirvi che dobbiamo agire".

"Dal 2006 nessun Paese al mondo ha ridotto l'inquinamento da gas serra come gli Stati Uniti. È un buon inizio. Ma la ragione per cui siamo qui è che c'è ancora molto da fare", ha detto. Gli Stati Uniti vogliono essere il Paese leader globale nella lotta al cambio climatico: "Non è né giusto, né sicuro - ha aggiunto - che le centrali elettriche emettano quantità illimitate di anidride carbonica nell'atmosfera. Dobbiamo fermarle". Realismo. Un periodo di transizione è necessario: "L'economia verde può essere il motore per i prossimi decenni e voglio che costruiamo quel futuro. È il nostro compito. Questo non vuol dire che improvvisamente smetteremo di produrre carburanti fossili, un periodo di transizione richiede tempo, ma chi dice che questo danneggerà i rifornimenti energetici, mente".

Obama ha dato il mandato all'Environmental Protection Agency, l'agenzia federale preposta alla difesa dell'ambiente, di compilare un piano che evidenzi il limite delle emissioni di biossido di carbonio degli Stati Uniti. L'agenzia ha avuto anche un termine: un anno da oggi. Entro giugno 2014, dovrà calcolare danni possibili e alternative valide per evitarli. Obama ha anche chiesto l'approvazione di una legge che limiti l'emissione di gas serra dagli impianti per la produzione di energia elettrica. Inoltre si è scagliato contro i repubblicani che si oppongono ai suoi piani, sostenendo che comprometteranno posti di lavoro. "Si sbagliano, come si sono già sbagliati", ha detto.

L'oleodotto di Keystone avrebbe garantito il trasporto di petrolio attraverso la nazione. "Nell'interesse nazionale", dicono i sostenitori che puntano il dito contro altri metodi, "camion, navi, treni non sono altrettanto sicuri". Una decisione definitiva, ha spiegato Cnn, dovrebbe arrivare in autunno, è da marzo che la situazione è in stallo.

Il presidente non si è soffermato troppo sulla questione. Ha lanciato la sua sfida. "Nel discorso sullo Stato dell'Unione ho chiesto al Congresso di trovare una soluzione che mettesse d'accordo i repubblicani e i democratici, ma sono ancora in attesa e voglio che tutti si impegnino. E' una sfida che deve ricevere attenzione adesso, non può aspettare. Per questo voglio mettere in atto una nuova strategia che tuteli dall'inquinamento e preveda un coordinamento globale. Si inizia con quello da biossido di carbonio, facendo un uso maggiore dell'energia pulita, sprecando meno energia per le attività economiche".

A Washington sotto un caldo soffocante, il presidente Usa ha ricordato che gli effetti del cambiamento climatico sul pianeta provocano enormi perdite di vite umane e anche economiche. Per questo vorrebbe una soluzione al problema basata sul mercato e raddoppiare la produzione di energia da fonti solari e da vento geotermico su terreni federali.

Il piano prevede anche 8 miliardi di dollari in garanzie governative per prestiti destinati a investimenti su tecnologie che impediscano che il biossido di carbonio prodotto dagli impianti energetici arrivi all'atmosfera e fissa come obiettivo la riduzione di almeno 3 miliardi di tonnellate metriche di carbonio accumulato entro il 2030 (ovvero più della metà dell'inquinamento annuale da carbone del settore energetico in Usa).

mercoledì 3 aprile 2013

Rinnovabili: Obama le finanzierà con 37 milioni di dollari

Rinnovabili: Obama le finanzierà con 37 milioni di dollari

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)

 
Dopo aver chiuso il proprio territorio al fotovoltaico cinese, tramite l’imposizione di dazi doganali fino al 250% del prezzo dei pannelli solari importati, gli Stati Uniti si preparano adesso a rilanciare la propria industria nazionale delle tecnologie verdi.

Il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha annunciato la “Clean Energy Manufacturing Initiative“. Si tratta di un programma di finanziamento governativo riservato all’industria nazionale delle rinnovabili che servirà a migliorare l’efficienza degli impianti produttivi abbassando i costi di produzione.

Ne beneficeranno i settori del fotovoltaico, dell’eolico, dei biocombustibili, del geotermico e delle batterie di accumulo.
In totale i fondi a disposizione ammontano a 37 milioni di dollari. Più di 23 milioni serviranno a finanziare programmi di ricerca innovativa sulla manifattura e lo sviluppo dei progetti. Altri 15 milioni verranno utilizzati per abbattere i costi del solare fotovoltaico e di quello a concentrazione con progetti a medio termine: entro pochi anni si aspettano già i primi risultati.

Nei prossimi mesi, inoltre, dietro richiesta esplicita del presidente Barack Obama il Dipartimento dell’Energia metterà in atto altre misure economiche a supporto di un nuovo istituto sull’innovazione nella manifattura.

Con gli aiuti pubblici, poi, verranno finanziati programmi di supporto e assistenza tecnica per le industrie, effettuate analisi targettizzate per valutare la posizione competitiva degli Stati Uniti rispetto agli altri paesi e per scegliere con criterio quali siano gli investimenti strategici a cui dare priorità.

Verrà inoltre lanciata un’iniziativa pubblico-privata per migliorare la competitività dell’industria americana delle rinnovabili: per esempio il Consiglio per la Competitività e il Dipartimento per l’Energia inizieranno a dialogare con piccole aziende, grandi industrie, istituti di ricerca e lavoratori per sviluppare la produttività del settore industriale delle rinnovabili.

venerdì 4 gennaio 2013

Usa: Obama proroga agevolazioni fiscali per le rinnovabili

Usa: Obama proroga agevolazioni fiscali per le rinnovabili

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
Il Governo americano proroga il Production Tax Credit, l'agevolazione fiscale,che incentiva i progetti nel settore eolico, delle biomasse della geotermia e dell’idroelettrico.
Il Governo del Presidente Usa Barack Obama approva la proroga per il Production Tax Credit, l'agevolazione fiscale,che incentiva i progetti nel settore eolico, delle biomasse della geotermia e dell’idroelettrico. Il termine era fissato per il 31 dicembre 2012, ma dopo settimane di dibattiti e negoziati con il Ministero dell'economia, si è deciso per la proroga, inserendo il Ptc nella nuova legge sul Fiscal cliff appena approvata. Non solo. Il sistema del Ptc, che prevede un credito d'imposta di 2,2 centesimi di dollao a kWh, è stato addirittura migliorato: da oggi, infatti, chi costruisce un impianto rinnovabile può richiedere l'incentivo fiscale a lavori iniziati e non soltanto ad allaccio avvenuto. Il Fiscal cliff prevede infine nuovi finanziamenti per gli impianti domestici da fonte rinnovabile: in pratica chi vuole installare impianti di piccola taglia, soprattutto solare fotovoltaico, potrà richiedere ancora per due anni il rimborso da parte dello stato di una percentuale importante dell'investimento iniziale.