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lunedì 24 giugno 2013

Il solare termico sotto i colpi della crisi economica

Il solare termico sotto i colpi della crisi economica

(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
 
 
Potrebbe essere uno strumento molto utile per tagliare le bollette di famiglie e aziende, eppure la crisi fa sentire pesantemente il suo effetto anche sul solare termico. Nel 2012 le installazioni sono calate ancora, sia a livello europeo che in Italia. Se continuiamo così non arriveremo che al 55% del contributo previsto al 2020 dall'UE per questa tecnologia. In controtendenza il mercato dei grandi impianti, per processi industriali e teleriscaldamento, e quello di alcuni paesi in cui il solare continua a crescere sostenuto da politiche efficaci. In Italia le detrazioni del 65% assieme al conto termico dovrebbero dare un po' di ossigeno dalla seconda metà del 2013. A mostrarlo è l'ultimo report di Estif, l'associazione europea del solare termico (allegato in basso).

Nel 2012, vi si legge, in Europa le installazioni sono calate del 6,4% rispetto al 2011, la caduta di questi ultimi anni è ben riassunta dalla linea azzurra dal grafico qui in basso.



Nel nostro paese il calo è del 15,4%, persino superiore al disastroso -15,3% del 2011 sul 2010.



L'anno scorso nei 27 Paesi Ue più la Svizzera si sono installati nuovi impianti per 2.410 MWth, che hanno portato la capacità complessivamente in funzione a 28.345 Mwth. In Europa, si legge nel report, il solare termico è arrivato a produrre 20 Twhth. Anche in una congiuntura particolarmente difficile, dà lavoro a 32.000 persone a tempo pieno e nel 2012 ha registrato un fatturato di 2,4 miliardi di euro.

Da segnalare, come anticipato, che, se sono diminuite le installazioni nel settore domestico, c'è stata una crescita degli impianti di maggiori dimensioni (oltre 35 kWth) per usi commerciali e industriali e per il teleriscaldamento (oltre 350 kWth). In prima fila in questo settore la Danimarca che conta per il 65% dell'installato dei grandi impianti.

Tra i pochi mercati che hanno continuato a crescere Polonia, Ungheria e Belgio, a dimostrazione di quanto per questa fonte sia fondamentale avere buone politiche di sostegno. Nel grafico sotto l'andamento dei principali mercati.



La classifica delle installazioni 2012 (vedi grafico a lato) vede in testa la Germania, che pure ha visto un calo del 9,4%, con 805 Mwth, il 34% del totale europeo. Segue l'Italia con 231 MWth (10% del totale). Al terzo posto la Polonia, segue la Grecia, che nonostante la crisi che l'ha messa in ginocchio sul solare termico tiene, a pari merito con Francia, Grecia e Spagna. Nonostante il crollo del 2011 e del 2012, dunque, l'Italia resta il secondo mercato. "Considerata la stagnazione economica, le rigorose misure del Governo Monti e le incertezze sul futuro degli incentivi al solare, il calo del 15,4% è da considerarsi un risultato di tutto rispetto", rileva Estif. “I numeri ci dicono che il nostro mercato sta ancora soffrendo a causa della crisi economica che sta colpendo l'Europa e il nostro Paese. Abbiamo accolto con favore il fatto che il governo abbia incluso il solare termico nella proroga delle detrazioni fiscali alzate al 65%, ma per tornare a crescere è fondamentale che il conto termico diventi subito operativo e che si definiscano regole certe, snelle e standardizzate su iter autorizzativi, obbligo e qualificazione degli installatori” commenta a QualEnergia.it Valeria Verga, Segretaria generale di Assolterm.

Il solare termico nel nostro paese baciato dal sole infatti potrebbe dare molto di più: se si guardano i dati sull'installato pro-capite ci si rende conto che siamo quartultimi, superati di gran lunga da nazioni assai meno fortunate in quanto a irradiazione come Danimarca, Austria e Germania.

giovedì 9 maggio 2013

Solar Days, Legambiente: Governo torni a sostenere le rinnovabili

Solar Days, Legambiente: Governo torni a sostenere le rinnovabili

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
Anche quest’anno è tempo di Solar Days, la campagna europea di sensibilizzazione e informazione sull’energia solare che in Italia viene promossa e coordinata da Legambiente e Ambiente Italia. Fino al 19 maggio, saranno oltre 110 le iniziative in programma su tutto il territorio nazionale: info-days, laboratori, visite guidate nonché convegni ed eventi dedicati ai più piccoli per migliorare la conoscenza dell’energia solare da parte degli italiani.

Giunta alla sesta edizione, la campagna European Solar Days si svolge in contemporanea in diversi Paesi e punta a promuovere l’uso del solare termico e del fotovoltaico sul territorio del Vecchio Continente. Nell’edizione del 2012 sono stati oltre 500.000 i cittadini europei che hanno partecipato alle numerose iniziative: un numero destinato probabilmente ad aumentare quest’anno grazie all’adesione di 17 Paesi. Commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente:

Informare persone e famiglie sui vantaggi del solare è fondamentale, perché oggi è realmente possibile ridurre le bollette puntando su impianti solari termici e fotovoltaici e sul risparmio La forza del solare è una realtà sempre più evidente nel nostro Paese, con una produzione crescente, che supera in centinaia di Comuni i fabbisogni elettrici delle famiglie.

Non a caso, sottolinea l’associazione, gli impianti a energia solare sono presenti ormai in oltre il 95% dei Comuni italiani, con quasi 17.000 MW di potenza fotovoltaica installata. Numeri significativi, che grazie a iniziative come i Solar Days possono però migliorare ulteriormente.

In occasione della campagna europea, Legambiente chiede al neonato Governo Letta di dare subito un forte segnale di sostegno all’energia solare, chiarendo al più presto il destino di misure come gli incentivi del Quinto Conto Energia, che termineranno nelle prossime settimane, e delle detrazioni del 55% per il solare termico e gli interventi di risparmio energetico. Prosegue Zanchini:

Occorre intervenire quanto prima per dare certezze agli investimenti di famiglie e imprese, con incentivi simili a quelli della Germania, certi nel tempo e che si riducono progressivamente. E poi spingere l’innovazione, premiando tutti coloro che si rendono autonomi attraverso impianti rinnovabili ed efficienti e consentono la gestione di reti private e la vendita diretta dell’energia prodotta da impianti rinnovabili.

giovedì 21 marzo 2013

Solare termico, c’è tanto potenziale oltre gli scaldacqua

Solare termico, c’è tanto potenziale oltre gli scaldacqua

(Fonte:QualEnergia.it-Leonardo Berlen)
 
 
 
 
Entro il 2050 il 20% dell’energia usata per produrre calore industriale a bassa temperatura, cioè al di sotto dei 120°, potrebbe essere fornito dal solare termico. Così indicava la roadmap delle tecnologie per il riscaldamento e il raffrescamento solare della IEA. Un’ipotesi confermata anche nel recente workshop organizzato a Bruxelles il 15 marzo dal Solar Thermal Technology Panel della RHC-Platform, la piattaforma tecnologica europea su Renewable Heating and Cooling che ha visto la presenza di esperti europei del settore industriale, della ricerca, delle associazioni di categoria e delle istituzioni. Nello specifico lo studio IEA stimava una potenza di collettori solari al 2050 per sistemi a bassa temperatura per i processi industriali pari a circa 3.200 GW termici, in grado di produrre 7,2 EJ di calore solare (vedi grafico in basso), appunto il 20% del fabbisogno a metà secolo per questa applicazione.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati i principali sviluppi sulla tecnologia dei collettori e progetti per l’integrazione dei sistemi solari termici nei processi di essiccazione, pastorizzazione e sterilizzazione, tipici esempi di processi industriali che richiedono calore a basse temperature. Inoltre, sono stati presentati alcuni casi studio per applicazioni e settori dal notevole potenziale per il solare termico: produzione della birra, trasformazione degli alimenti e attrezzature per la pulizia nei mezzi di trasporto.

“La roadmap della IEA ha stimato che il potenziale il solare per i processi industriali su scala mondiale al 2050 potrebbe essere pari al solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e al solare termico per il riscaldamento messi assieme”, ha detto Werner Weiss, direttore del Solar Heating and Cooling Programme della International Energy Agency (IEA) e membro della RHC-Platform.

Il ruolo di questa applicazione del solare potrebbe andare anche molto oltre i target definiti dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili. Ma oggi è già ragguardevole anche un altro fattore: l’incremento delle esportazioni europee di tecnologie per il calore di processo. Esempi del loro utilizzo sono presenti anche nei più grandi impianti esistenti al mondo. Uno, già in esercizio, è in Arabia Saudita con una potenza di 25 MW termici; l’altro, in costruzione, è in Cile per una potenza di 26 MW termici.

Il presidente della RHC-Platform, Gerhard Stryi-Hipp, ha polemicamente spiegato nel corso del workshop di Bruxelles, che, sebbene calore e raffrescamento rappresentino nell’Unione Europea il 47% della domanda di energia, le risorse comunitarie (Programma Quadro 7 - Energia) destinate ai fondi per la ricerca e sviluppo nel settore sono appena l’8% del totale. Un richiamo affinché sia l’Europa che gli Stati Membri possano attingere a questo enorme potenziale e considerare il solare come una strada molto economica per soddisfare sia parte di questa domanda che per tagliare le emissioni di gas serra.



Tornando alla roadmap IEA (vedi grafico in alto) va evidenziato come le previsioni per il 2050 indichino che il solare termico potrebbe generare annualmente 16,5 EJ (4.583 TWh termici o 394 Mtep) di calore per il riscaldamento, più del 16% del totale degli usi finali di calore a bassa temperatura e 1,5 EJ di energia per il raffrescamento solare, circa il 17% del totale di energia utilizzata a questo scopo sempre al 2050. Il documento, pubblicato lo scorso luglio, è stato elaborato allo scopo di guidare l’analisi e il mercato su questi possibili sviluppi, oltre che per proporre una azione più coordinata tra ricercatori, industrie, governi e istituzioni finanziarie.

lunedì 25 febbraio 2013

Solare termico: meglio il nuovo conto energia termico o le detrazioni fiscali?

Solare termico: meglio il nuovo conto energia termico o le detrazioni fiscali?

(Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 gennaio, dal 2 febbraio il nuovo conto energia termico è entrato in vigore a tutti gli effetti. Chi vuole installare un impianto solare termico sul tetto di casa, dunque, almeno fino al 30 giugno, si trova a dover scegliere tra tre diversi incentivi: le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie “semplici”, recentemente portate dal 36 al 50% e che dal 1° luglio torneranno al 36%, quelle del 55% per gli interventi di efficienza energetica, che pure (salvo novità) a luglio verranno abbassate al 36% e, appunto, il nuovo conto termico. Qual è il più conveniente? Abbiamo fatto delle simulazioni, giungendo ad una conclusione: se le detrazioni fiscali sono più generose come importo incentivato, il nuovo conto termico, che dà meno soldi ma immediatamente, è molto più attraente e consente tempi molto più rapidi di rientro dell'investimento.

Come sappiamo, infatti, il nuovo conto energia per le rinnovabili termiche, che premia anche caldaie a biomassa e pompe di calore (oltre ad altri interventi di efficienza energetica, ma solo per la pubblica amministrazione), per gli impianti di solare termico sotto ai 50 metri quadri garantisce 170 euro a mq di superficie dei collettori. Diversamente dalle detrazioni fiscali (che vedono l'importo cui si ha diritto detratto dall'Irpef in 10 rate uguali in altrettanti anni), il nuovo meccanismo incentivante fa avere il contributo in due anni e non come detrazione, ma versandolo direttamente in conto corrente.

Come ciò si traduca economicamente per chi vuole installare un impianto di solare termico si vede nelle nostre simulazioni (in fondo tutti i dettagli). Per costruirle abbiamo considerato un impianto a circolazione naturale, la tipologia più diffusa ed economica, a due collettori, con superficie lorda di 4,7 mq: abbastanza per soddisfare (coprendone il 70%) il fabbisogno di acqua calda sanitaria di una famiglia di 3-4 persone, 3.000 kWh termici. Sondando il mercato, abbiamo stimato un prezzo al cliente di 2.500 euro (ovviamente solo indicativo, dato che opere di cantiere e sicurezza possono influire non poco) al quale va aggiunto un costo (sempre indicativo) per le pratiche burocratiche di 120 euro per l'accesso alle detrazioni del 55% e di 250 euro per le pratiche del conto termico (la cui procedura è ancora in fase di definizione da parte del GSE), mentre le detrazioni del 50% non comportano particolari spese amministrative.

Abbiamo ipotizzato che l'impianto sia localizzato al Centro Italia: “se ci spostassimo al Nord, dove c'è un po' meno irraggiamento, e dove predomina il sistema a circolazione forzata, più performante, il ragionamento non cambierebbe molto. Al Sud invece i risultati sarebbero ancora più interessanti perché raggiungibili con un investimento relativamente più basso, ad esempio, realizzando un sistema con un solo collettore, un po' più economico”, ci spiega Stefano Casandrini responsabile rinnovabili di Assotermica, una delle associazioni che più ha spinto negli ultimi due-tre anni per ottenere il nuovo conto e che ci ha aiutato realizzando le simulazioni.

Ma veniamo ai risultati. Basta poco per capire che le detrazioni fiscali, che coprono rispettivamente il 50 e il 55% dell'importo fanno ottenere maggiori benefici economici in termini assoluti: nella nostra ipotesi con il 50% o il 55% ci tornerebbero, sebbene su10 anni, rispettivamente 1.250 o 1.440 euro. Il nuovo conto termico invece darebbe diritto a un incentivo di soli 780 euro: molto meno del 40% dell'investimento che avrebbe dovuto coprire secondo le intenzioni e le dichiarazioni ministeriali, precisamente il 31%.

Insomma, allora meglio approfittare delle vecchie detrazioni, finché ci sono? Niente affatto. Il nuovo conto infatti sbaraglia i due incentivi concorrenti grazie a due punti di forza che lo rendono molto più attraente. Il primo è che i soldi arrivano in soli due anni, cosa che, come si vede dalle simulazioni, accorcia nettamente i tempi di rientro dell'investimento; il secondo è che si tratta di un contributo versato direttamente in conto corrente e non semplicemente di una detrazione Irpef distribuita in 10 anni come avviene.

“In questo modo si rimuove una grossa barriera all'accesso all'incentivo“, sottolinea Casandrini. “Va tenuto conto che molti hanno già importi in detrazione per altri interventi di efficienza energetica realizzati con le detrazioni in questi ultimi anni e che, tanto più in questo periodo di crisi, molti non hanno redditi che comportano tassazioni sufficienti per la detrazione”, gli fa eco Sergio D'Alessandris, presidente di Assolterm.

Insomma, meno soldi ma subito e cash: la ricetta del nuovo conto sembra interessante. E le nostre simulazioni – fatte ipotizzando che l'impianto solare vada ad integrare diversi sistemi di riscaldamento dell'acqua calda sanitaria, si veda sotto - lo mostrano chiaramente: ad esempio, affiancando il solare termico ad un boiler elettrico con il conto termico, rientreremmo dell'investimento in 3 anni e per i successivi anni di vita dell'impianto (in genere 20 anni circa) avremo un risparmio di oltre 400 euro l'anno. Con le detrazioni del 50%, come pure quelle del 55%, invece, non ci ripagheremmo l'investimento prima del quinto anno dall'installazione (clicca sul grafico per ingrandire).



Il nuovo conto energia in quanto a tempi di rientro dell'investimento batte entrambe le detrazioni fiscali attualmente disponibili, spalmate su 10 anni, ma non solo: è meglio anche delle vecchie detrazioni del 55% che restituivano l'importo in 5 anni e che nell'ipotesi citata farebbero rientrare dell'investimento in 4 anni. Visto che le detrazioni del 55% su 5 anni erano l'incentivo che aveva fatto decollare il mercato del solare termico, poi in calo da quando si è passati a 10 anni, possiamo proprio dire che il nuovo incentivo promette bene.

giovedì 13 dicembre 2012

Afase: "Protezionismo nel FV danneggia le Pmi"

 Afase: "Protezionismo nel FV danneggia le Pmi"

 (Fonte:ZeroEmission.it)


Giancarlo Tecchio, dell'Alleanza per l'energia solare accessibile e CEO di Pr.En.Al: "La filiera è fatta di imprese che si occupano anche di materie prime e macchinari, di istallazione, progettazione, manutenzione. A valle ci sono le piccole e medie imprese italiane".

Le tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea sui regimi di dumping non devono essere rappresentate esclusivamente come una disputa che riguarda i produttori, non è questo il caso". E' Giancarlo Tecchio, sostenitore dell'Alleanza per l'energia solare accessibile - Afase e CEO di Pr.En.Al., azienda di progettazione e istallazione di impianti di energia rinnovabile, a prendere la parola questa volta, a seguito delle recenti polemiche con il Comitato Industrie fotovoltaiche Italiane, IFI, sulla questione del procedimento anti-dumping presso la Commissione europea. "La filiera del fotovoltaico - ha spiegato - è fatta di imprese che si occupano anche di produzione di materie prime e di macchinari, di istallazione, progettazione, manutenzione. La parte a valle della filiera, specialmente in Italia, consiste di molte migliaia di piccole e medie imprese che sarebbero danneggiate enormemente dall'adozione di misure protezionistiche. Misure che non solo causerebbero un aumento dei prezzi dei prodotti solari - mettendo le piccole società fuori dal mercato - ma che comprometterebbero anche il processo di affermazione del fotovoltaico come fonte energetica affidabile e conveniente".

"È essenziale che la decisione finale sui dazi sia presa alla luce di tutti gli interessi in gioco - aggiunge Tecchio - questa è la ragione per cui intervengo in nome di Afase, per dare rappresentanza agli interessi della parte più vasta dell'industria solare europea, e mi appello a tutte le parti interessate affinché partecipino a un dibattito chiaro e informato sull'inutilità delle misure protezionistiche".

giovedì 6 dicembre 2012

Conto Energia Termico.Gli incentivi partano al più presto

Conto Energia Termico, Assolterm: gli incentivi partano al più presto

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

Molti elementi di positività è qualche aspetto critico da rivedere. Questo, in sintesi, il giudizio di Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico) sul Conto Energia Termico presentato dal governo qualche settimana fa. L’associazione ha sollecitato per anni l’introduzione di un meccanismo di incentivazione simile a quello esistente per il fotovoltaico, per cui ha accolto con soddisfazione la novità.

Il primo aspetto positivo, secondo Assolterm, riguarda l’ampliamento, rispetto alla detrazione fiscale del 55% in vigore attualmente, del numero e della tipologia di soggetti che potranno approfittare degli incentivi, almeno per quanto riguarda il solare termico.

Precisa l’associazione:

In generale, ma a maggior ragione in un momento così difficile per le nostre aziende, inoltre, è positivo il fatto che il periodo di diritto all’incentivo sia sufficientemente breve (2 anni per impianti sotto i 50 m2 e 5 anni per impianti da 50 a 700 m2 di superficie), permettendo così ai fruitori di acquisire l’incentivo in tempi rapidi.

Quanto agli aspetti da migliorare, secondo Assolterm è necessario prima di tutto un incremento delle risorse economiche a disposizione per gli incentivi, attualmente fissate in 900 milioni di euro l’anno, dei quali 700 per i privati e 200 per le pubbliche amministrazioni.

Aggiunge la nota di Assolterm:

La spesa complessiva annua di 900 milioni di euro prevista per l’incentivazione di tutte le rinnovabili termiche e per le misure di efficienza energetica non può certo essere considerata adeguata, soprattutto se si considera quanto sostenuto nella SEN con riferimento all’importanza di puntare sulle rinnovabili termiche come “elemento fondamentale della strategia italiana di raggiungimento degli obiettivi 20-20-20″, e se confrontata con i fondi destinati alle rinnovabili elettriche.

Preoccupa anche la scelta del governo di non legare l’entità dell’incentivo alla produttività dell’impianto. Un approccio che, secondo l’associazione del solare termico, tradisce lo spirito del Decreto 28 del marzo 2011 (il cosiddetto Decreto Romani sulle rinnovabili, ndr) che prevedeva appunto che l’incentivo fosse “commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili“.

Assolterm, inoltre, chiede che venga incrementato l’incentivo riconosciuto agli impianti a circolazione forzata, che hanno, secondo gli esperti dell’associazione, un costo superiore a quello previsto dalle simulazioni fatte dai Ministeri competenti. Fondamentale, infine, che la pubblicazione e l’entrata in vigore del Conto Energia Termico non vengano ritardate e che i nuovi incentivi partano il prima possibile.

lunedì 29 ottobre 2012

Conto Energia Termico: decreto in arrivo

Conto Energia Termico: emanazione decreto in arrivo

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
Il Conto Energia Termico per le rinnovabili che producono calore e non energia elettrica “è in arrivo”. è quanto scrive Milano Finanza affermando che il decreto è ormai pronto e la sua emanazione sarebbe alle porte. Il quotidiano non cita fonti, ma considera il Conto Energia Termico ormai cosa fatta:

È in arrivo il conto energia per le fonti rinnovabili termiche. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il dicastero dello Sviluppo sarebbe pronto a emanare il decreto ministeriale che stabilirà gli incentivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni

MF, inoltre, offre anche qualche dettaglio in più su come verranno spalmati gli incentivi. Innanzitutto ammonteranno a 8 miliardi, che verranno recuperati da una accisa sulla bolletta del gas. Poi verranno privilegiati gli impianti di dimensioni minori: per la biomassa sotto i 35 kW termici e per il solare termico sotto i 50 metri quadrati di superficie l’incentivo dovrebbe essere distribuito in due anni, cioè quasi “tutto e subito”.

Gli impianti più grossi verranno incentivati in cinque anni. In ogni caso si tratta di una cifra forfettaria e un limite di potenza incentivabile pari a 500 kW termici per le pompe di calore e per la biomassa e 700 metri quadrati per il solare termico. A questo si aggiunge una specifica attenzione al risparmio energetico, sulla quale però il quotidiano milanese non fornisce ulteriori dettagli.
Il Conto Energia Termico, se sarà come MF lo descrive, dovrebbe quindi sostituire le attuali detrazioni fiscali per il risparmio energetico e verrebbe pagato esclusivamente tramite un ricarico sulle bollette del gas. Il che non mancherà di aprire una nuova polemica.
Mentre i cinque Conti Energia per il fotovoltaico, che produce elettricità, sono stati pagati da tutti in bolletta elettrica, cioè da tutti visto che nessuno vive senza energia elettrica, gli incentivi statali al calore potrebbero essere pagati da chi non ne usufruirà mai. Una buona fetta di quegli 8 miliardi, infatti, andrà a incentivare le biomasse, il geotermico a bassa temperatura e il solare termico che spesso e volentieri è abbinato ai primi due.
Con la bolletta del gas, quindi, si pagano i concorrenti del gas. Il tutto nel paese europeo dove il gas costa di più e che, nella sua nuova Strategia Energetica Nazionale, ha promesso di aumentare le estrazioni nazionali di metano e si è candidato a diventare l’hub sud europeo del gas. Per far scendere i prezzi delle bollette del riscaldamento. Qui qualcosa non quadra…