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lunedì 12 gennaio 2015

Fotovoltaico: grid parity entro il 2017 in quasi tutto il mondo

 (Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)



Il solare fotovoltaico raggiungerà la grid parity in gran parte del mondo entro il 2017. A sostenerlo è una recente analisi della Deutsche Bank. Vishal Shah, analista dell’istituto di credito tedesco, ha esaminato le prospettive del solare nel 2015 per determinare la sicurezza degli investimenti nel settore.
Secondo le previsioni della Deutsche Bank la grid parity per il fotovoltaico è sempre più vicina. Ci sono infatti tutte le condizioni affinché l’energia prodotta dal solare abbia lo stesso prezzo dell’energia generata dalle fonti fossili già entro i prossimi due anni. Tra i fattori determinanti per il raggiungimento della grid parity del fotovoltaico figurano l’aumento dei prezzi dell’elettricità generata dalle fonti convenzionali e i costi del solare in continuo calo.

Nei prossimi 4-5 anni si attende inoltre un ulteriore crollo dei prezzi dei moduli fotovoltaici che potrebbero ridursi di ben il 40%, abbassando notevolmente il costo finale dell’elettricità prodotta dal fotovoltaico.

In gran parte dei Paesi del mondo il solare diventerà estremamente competitivo. Se i costi dell’elettricità prodotta dai fossili dovessero aumentare al tasso del 3% l’anno, nell’80% dei Paesi del mondo il fotovoltaico raggiungerebbe infatti la grid parity senza grandi difficoltà. Come illustra Shah:

Crediamo che la tendenza sia piuttosto chiara: la grid parity senza sovvenzioni è già possibile e il solare è in crescita in tutto il mondo.


Oggi l’elettricità prodotta da impianti fotovoltaici installati sui tetti che non hanno ricevuto incentivi ha raggiunto un costo medio compreso tra 0,13 e 0,23 dollari al kWh. Questa cifra è nettamente inferiore al prezzo di vendita al dettaglio dell’energia elettrica registrato in molti mercati.

Secondo gli analisti, nei prossimi anni, il continuo incremento dell’efficienza dei pannelli e una maggiore competizione, uniti alla perdità di attrattività delle fonti fossili, renderanno l’energia solare sempre più economica.

Le reti intelligenti e i sistemi di stoccaggio più efficienti abbasseranno i costi legati alla distribuzione dell’energia solare. Il fotovoltaico diventerà una componente fondamentale del mercato energetico globale.

Negli USA la domanda nel 2016 sarà 5 volte maggiore, arrivando a 16 mila MW nel 2016. In Cina la richiesta sarà di 13 mila MW all’anno. Il crollo dei prezzi del petrolio non avrà un impatto rilevante sulla crescita del solare e sul raggiungimento della grid parity. Non a caso molte compagnie energetiche, come la E.ON, hanno deciso di abbandonare progressivamente i fossili a favore delle fonti rinnovabili.

venerdì 31 gennaio 2014

A Londra il più grande ponte fotovoltaico del mondo

A Londra il più grande ponte fotovoltaico del mondo

(Fonte:ZeroEmission.it)




Con 4.400 pannelli fotovoltaici collocati sul tetto della stazione di Blackfriars è considerato il più grande ponte solare mai realizzato. Si trova a Londra ed è un’opera imponente, in grado di fornire circa il 50% del fabbisogno energetico della stazione e di ridurre le sue emissioni di oltre 500 tonnellate l’anno.

I pannelli fotovoltaici, che a regime forniranno 1,103 MW di energia solare, sono stati installati su un ponte vittoriano del 1886, che è alla base del progetto della nuova stazione.

La scelta del ponte rappresenta un simbolico passaggio di testimone dall’epoca del vapore alla green economy.
La realizzazione di quello che è ora il più grande impianto solare della capitale inglese è rientrato nei lavori di rinnovamento della London Blackfairs Station, che ha assunto un volto nuovo, più moderno e, soprattutto, più eco-compatibile.

Tra le novità introdotte ci sono anche dei sistemi per migliorare il trasporto e rendere più efficiente il traffico dei passeggeri, con risparmi – di energia e denaro – molto.

mercoledì 5 giugno 2013

Eu ProSun: "Indagine rivela violazioni dalla Cina"

 Eu ProSun: "Indagine rivela violazioni dalla Cina"

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
La Commissione europea ha pubblicato oggi i risultati dell'indagine anti-dumping. Secondo Eu ProSun "I risultati sono chiari: i produttori Cinesi violano la legge sul commercio internazionale"
 
Secondo Eu ProSun, associazione europea che raccoglie molte aziende fotovoltaiche del Vecchio Continente, l'indagine pubblicata dallaCommissione europea, che ha portato all'applicazione dei dazi antidumping sui prodotti fotovoltaici cinesi, parla chiaro: "I produttori Cinesi violano la legge sul commercio internazionale vendendo sottocosto nel mercato europeo, causando gravi danni ai produttori locali - spiega Eu ProSun in una nota diramata questa mattina - pertanto la Commissione imporrà sei dazi anti-dumping provvisori compresi tra il 37 ed il 68% sulle importazioni solari dalla Cina soggette a dumping".

"Oggi è il primo passo più importante dopo tre anni di dumping cinese che ha causato la perdita di lavoro a migliaia di europei e la chiusura di 60 aziende europee delle quali 30 solo in Germania. Il risultato finale dell'indagine sarà l'adozione di misure efficaci sulle tariffe o una soluzione negoziata con la Cina. É fondamentale che la Cina blocchi il dumping. Non appena verrà interrotto il dumping illegale, il settore solare europeo potrà tornare ad essere pienamente competitivo - ha commentato Milan Nitzschke, Presidente di Eu ProSun - nei prossimi due mesi, la Cina deve fare proposte importanti, inclusa la cessazione definitiva del dumping distruttivo. In caso contrario, saranno applicate automaticamente le tariffe più alte".

Secondo Eu ProSun, il dazio europeo anti-dumping dovrebbe essere calcolato quasi al 100%, in quanto i produttori cinesi starebbero vendendo alla metà del prezzo reale di mercato. La Commissione ha imposto, a partire da agosto, dei dazi pari solo a meno del 50% dovuto al principio dei dazi più bassi dell'Ue. "Tale basso dazio significa che la Cina rallenterà leggermente, ma ciò è fondamentale perché consentirà al settore solare europeo di tornare in campo, e questa volta il gioco dovrà essere alla pari - ha commentato Nitzschke - gli argomenti delle lobby sostenute dai cinesi sono assurdi ed un insulto alle reali capacità tecnologiche europee. Dire che uno spostamento verso l'energia solare è possibile solo con beni soggetti a dumping equivale a dire che le prestazioni sportive sono possibili solo con il doping. Dumping significa frode e distrugge concorrenza e mercati. Con una quota di mercato di oltre l'80%, la Cina è oggi sempre più vicina ad un monopolio".

martedì 28 maggio 2013

Fotovoltaico: installatori italiani favorevoli ai dazi sui pannelli cinesi

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
 
La maggioranza degli installatori italiani di pannelli fotovoltaici approva il procedimento giudiziario della Commissione Europea contro il dumping cinese e sarebbe d’accordo anche sull’introduzione di eventuali dazi compensativi. Il dato emerge da un sondaggio condotto nel mese di marzo dal servizio d’informazione tedesco Europressedienst.

Nel dettaglio, il 76,3 % degli intervistati italiani ritiene legittimo il procedimento avviato dall’Ue, mentre il 78,5 % degli installatori concorda anche con la possibile introduzione di dazi anti-dumping. Il dato è superiore rispetto alla media europea, con solo il 65 % del campione che giudica legittime le tariffe protettive.

Se la Commissione optasse per i dazi, circa un decimo degli installatori cercherebbe di vendere un minor numero di moduli fotovoltaici cinesi, mentre il 4,3 % proverebbe a ridurre altre voci di costo per contenere il prezzo finale dei prodotti. Il 5,4 % degli installatori, purtroppo, si dice pronto a prendere in considerazione anche il licenziamento del personale e, in caso di misure protettive, il 7,5 % sarebbe addirittura costretto a chiudere l’azienda.

Il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane) ha accolto senza sorpresa il risultato del sondaggio, sottolineando che l’indagine è stata condotta su operatori che stanno operando nel mercato delle installazioni già da diversi anni e in paesi che rappresentano oltre il 75% dell’installato mondiale. Secondo l’associazione, in altri termini, gli operatori interpellati apprezzano da tempo la qualità dei prodotti made in Europe e non “dipendono”, per così dire, dai materiali di fabbricazione cinese.

Commenta il Comitato:

In realtà nel corso di questi anni la manifattura europea ha saputo farsi apprezzare dagli operatori non solo per la qualità intrinseca del prodotto ma anche per quei cosiddetti intangibili dati dal crescente rapporto di fiducia con le manifatture comunitarie, l’affidabilità dei prodotti, la disponibilità e la qualità dei servizi, la tempestività di intervento in caso di risoluzione di problematiche. Tutti valori che rappresentano il vero asset della manifattura europea rispetto a quella cinese.

giovedì 9 maggio 2013

L'Europa si difende dall'invasione dei pannelli solari cinesi: via libera a dazi medi del 47% sulle importazioni

L'Europa si difende dall'invasione dei pannelli solari cinesi: via libera a dazi medi del 47% sulle importazioni

(Fonte:IlSole24Ore-Gabriele Meoni)
La Commissione europea ha deciso: per difendersi dall'invasione di pannelli solari made in China imporrà dazi medi del 47% sulle importazioni di questi prodotti. L'annuncio formale avverrà più tardi, probabilmente alla vigilia del 6 giugno, data di scadenza della procedura, ma ormai la decisione è presa. Nei prossimi giorni Bruxelles consulterà i 27 Stati membri della Ue, il cui parere tuttavia non sarà vincolante.

Sulla scia degli Stati Uniti
Avanti tutta, quindi. L'Europa segue gli Stati Uniti, che si sono mossi prima e ormai hanno imposto dazi definitivi sui pannelli solari cinesi che arrivano in certi casi al 250 per cento. L'esperienza americana è istruttiva: nel 2012 le importazioni Usa dalla Cina sono calate del 50% e nel primo trimestre di quest'anno addirittura dell'87 per cento mentre i prezzi sono saliti di poco. Alzare le difese dunque è servito.


Accusa di dumping
L'Europa accusa la Cina di dumping, cioè di vendita dei suoi prodotti all'estero a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno. «La capacità produttiva dell'industria cinese del solare - dice Milan Nitzschke, presidente di Eu Prosun, associazione dell'industria europea del settore, a margine del Global Solar Summit in corso alla Fiera di Milano - equivale a 30 volte le dimensioni del mercato interno e a due volte la domanda mondiale. In pochi anni la quota della Cina nella Ue è passata da zero all'80 per cento. In Europa stiamo perdendo il fiore all'occhiello dell'industria mondiale del settore. Se la Commissione non interviene rapidamente in pochi anni la Ue non avrà più un'industria dei pannelli solari». La Cina nel 2012 aveva una capacità installata di 4,5 gigawatt di pannelli, seconda nel mondo solo alla Germania: quest'anno conta di raddoppiarla a 10 gigawatt, staccando nettamente anche l'Italia , ferma a 3,4. Intanto gli Usa, protetti dai dazi, contano di passare nel 2013 da 3,3 a 5 gigawatt.

Disputa da record
L'indagine di Bruxelles è scattata lo scorso settembre dopo il ricorso presentato da un gruppo di aziende tedesche e italiane guidata da Solarworld, quello che fino a poco tempo fa era un colosso globale e che ora sta negoziando con i creditori una ristrutturazione del suo debito. La posta in gioco è molto alta: l'import Ue da Pechino ammonta a qualcosa come 22 miliardi. È la più grande disputa commerciale mai avviata dall'Unione Europea: non a caso la scelta è stata molta sofferta e le pressioni cinesi si sono fatte sentire. «Se la Ue alza i dazi sui nostri prodotti - spiega Guangbin Sun, segretario generale per l'energia solare della Camera di commercio cinese - infligge un duro colpo al mercato europeo delle rinnovabili. I prezzi saliranno, i consumatori europei saranno danneggiati e l'obiettivo di portare al 20% entro il 2020 la quota di energia verde sarà irraggiungibile».

A dicembre la decisione finale
Bruxelles evidentemente non la pensa così. In questi otto mesi di indagine ha avuto conferma di pratiche di dumping e di sussidi (fonti industriali parlano di prezzi inferiori del 30-50% ai costi di produzione delle aziende cinesi) e il processo è andato avanti. Dal 6 giugno dunque scatteranno dazi provvisori compresi tra il 35 e il 67% del valore dei prodotti. A quel punto Ue e Cina avranno tempo fino a dicembre per trovare un'intesa. In caso contrario a fine anno entreranno in vigore i dazi definitivi, che in genere hanno una durata di cinque anni, rinnovabili.

Divisioni interne
La vicenda ha anche scatenato pesanti polemiche all'interno della filiera europea. Afase, l'associazione che raccoglie 460 imprese dei servizi (importatori, società di ingegneria, installatori e così via) è contraria ai dazi. Pochi mesi fa ha diffuso uno studio secondo cui queste tariffe farebbero perdere migliaia di posti di lavoro in Europa e porterebbero a un crollo del mercato. «Meglio avere un grande mercato non sussidiato - spiega Paulette van der Schueren, potravoce di Afase - piuttosto che un piccolo mercato tenuto artificialmente in vita dai sussidi governativi. I pannelli solari non sono più una tecnologia di alto livello, sono quasi una commodity. È inutile che l'Europa insista per difenderla. Meglio puntare sui servizi». L'industria ha replicato seccamente: «È un rapporto ridicolo - attacca Nitzschke - con cifre senza fondamento. La riduzione dei sussidi europei ai prezzi ha indubbiamente dato un colpo durissimo al settore, ma l'industria può sopravvivere. A patto che venga difesa dal dumping cinese».

martedì 2 aprile 2013

Una macchina fotografica solare e a manovella

Una macchina fotografica solare e a manovella

(Fonte:greenStyle.it-Marco Grigis)




Una macchina fotografica digitale che si avvale della luce del sole e dell’energia cinetica per funzionare. Sono queste le singolari caratteristiche di Sun & Cloud, una fotocamera consumer che dimostra come la tecnologia oggi non debba per forza essere dannosa per l’ambiente.

Dal design certamente singolare – una sorta di cubo bianco o nero – la fotocamera è uno strumento ottimo per il consumatore domestico, nonché per insegnare ai bambini il rispetto della natura associandolo al divertimento. Il dispositivo presenta sulla superficie superiore un piccolo pannello fotovoltaico, in grado di ricaricarne completamente la batteria. In alternativa, si può sfruttare l’energia cinetica tramite una manovella posta a lato, con il gusto un po’ retrò di alcune vecchissime cineprese. Per i più pantofolai, infine, rimane la normale connessione USB per la ricarica classica.

La Sun & Cloud, venduta a un prezzo di circa 199 dollari, non è solamente una fotocamera digitale orientata alla natura. Il device presenta infatti funzioni di grido ultimamente molto in voga, come la possibilità di sfruttare 15 filtri in stile Instagram e tre ottiche personalizzate, quest’ultime per scatti normali, macro o ritratti. Purtroppo il sensore è solamente di 3 megapixel, ma i produttori ne assicurano comunque un’ottima capacità di ripresa. All’occorrenza, può girare anche video in qualità standard completi di sonoro.

Così come sottolinea la redazione di TreeHugger, è molto difficile che una simile fotocamera possa rimpiazzare le tradizionali compatte o le ottiche montate sugli smartphone moderni, anche perché ormai tutti raggiungono i 5 megapixel con una media di 8, ma è sicuramente un ottimo compromesso per gli amanti della sperimentazione, dell’apprendimento, dei viaggi e soprattutto della natura. Quante volte capita in vacanza, infatti, di rimanere senza carica e di non poter immortalare un panorama mozzafiato o uno splendido tramonto. Farlo con la consapevolezza di non aver pesato sull’ambiente e sul consumo di energia, però, sarà ancora più emozionante. Di seguito, le dichiarazioni dei creatori:

«Sulla parte superiori della fotocamera vi è un pannello solare capace di generare automaticamente energia per la ricarica. In aggiunta, il dispositivo può essere anche caricato manualmente con l’energia cinetica di una manovella, oppure via USB. Di conseguenza, la macchina fotografica può essere utilizzata in ogni luogo. Non fatevi tradire dal look minimalista di una scatola rettangolare, la Sun And Cloud è capace di realizzare qualsiasi tipo di immagine o filmato.»

mercoledì 6 marzo 2013

Pannelli solari come antenne per un altissimo rendimento

Pannelli solari come antenne per un altissimo rendimento

(Fonte:QualEnergia.it-Alessandro Codegoni)
 
 
 
Che ne direste se vi proponessero un pannello solare, con un rendimento di conversione della luce del 70% in grado di funzionare, sia pure a potenza ridotta, persino di notte? Sicuramente pensereste a uno scherzo, oppure a una truffa. Eppure esiste un settore della ricerca che sta studiando un modo, al tempo stesso rivoluzionario e concettualmente banale, per produrre elettricità solare con quei rendimenti, utilizzandone tutte le lunghezze d’onda, compresi gli infrarossi che la Terra emette di notte, e non solo le bande ristrette sfruttate dal silicio e dagli altri semiconduttori. Non è fantascienza, dagli Stati Uniti è appena giunta notizia di un passo avanti decisivo compiuto verso la realizzazione di questi dispositivi di cui si parla comunque da oltre un decennio.

La spiegazione più semplice di come questo sistema dovrebbe funzionare, la si ha alzando un po’ gli occhi e guardando i tetti delle case punteggiati di antenne. Un’antenna non è altro che un conduttore metallico, di opportune forme e dimensioni, in grado di captare un’onda elettromagnetica, trasformandola in corrente elettrica. Le antenne che vediamo intorno a noi, funzionano con onde radio che vanno da un millimetro a qualche metro di ampiezza, e visto che gli elementi captanti di una antenna devono avere le stesse dimensioni dell’onda che “catturano”, sono oggetti metallici ben visibili, facili da costruire. Le onde inducono nell’antenna una corrente elettrica di potenza proporzionale a quella dell’energia contenuta nell’onda (nel caso di quelle radio, piuttosto bassa), e alternata alla stessa frequenza di oscillazione dell’onda, che nel caso delle onde radio oscilla fra qualche migliaio e qualche miliardo di volte al secondo (hertz). Per renderla utilizzabile, la corrente va prima trasformata in continua tramite diodi, e poi amplificata per poterne estrarre le informazioni, digitali o analogiche, audio o video, che contiene.

Ma anche la luce solare è composta di onde elettromagnetiche, identiche a quelle radio, se non che sono milioni di volte più piccole (e molto più energetiche): la luce rossa, per esempio, ha una lunghezza d’onda di circa 650 milionesimi di millimetro (nanometri) e una frequenza di oscillazione di 430.000 miliardi di hertz. Finora i pannelli solari hanno funzionato utilizzando la proprietà di alcuni elementi o composti di emettere un elettrone, quando colpiti da un fotone di una ben precisa lunghezza d’onda. Ma nulla vieta, in principio, di costruire antenne che sfruttino le onde luminose (che sono l’altra faccia dei fotoni), esattamente come sfruttiamo le onde radio, estraendone gran parte dell’energia.

I problemi, come si può ben capire, sono solo pratici, ma di tale complessità che fino a pochi anni fa non si poteva neanche immaginare di risolvere: antenne per la luce dovrebbero essere di dimensioni nanometriche, e bisognerebbe costruire diodi in grado di raddrizzare corrente alternata a centinaia di migliaia di miliardi di hertz. Eppure i progressi delle nanotecnologie stanno consentendo esattamente questo risultato.

Nanoantenne costituite da allineamenti di minuscoli segmenti di conduttori sono già state realizzate con le tecniche litografiche che si impiegano per costruire i semiconduttori. Ma il vero nodo da risolvere è quello di come rendere utilizzabile la corrente che raccolgono. Il professore di ingegneria chimica Brian Willis, dell’Università del Connecticut, ha annunciato di aver messo a punto una tecnica costruttiva, in grado di realizzare nanoantenne per la luce, in grado di raddrizzare anche la corrente che raccolgono, trasformandola in continua: le ha chiamate rectenne.

Nella rectenna progettata da Willis, la corrente passa dall’antenna al circuito, distanti 1-2 nanometri fra loro, attraverso un elemento triangolare. Gli elettroni attraversano lo spazio isolante fra la punta del triangolo e l’elettrodo tramite ”effetto tunnel”, un fenomeno quantistico, e non possono più tornare indietro, perché nei pochi nanosecondi che passano prima che la corrente si inverta, l’elettrone si è allontanato abbastanza dalla punta del triangolo, da non poter più superare l’unico punto di attraversamento (vedi immagine). L’antenna così raccoglie, in teoria, fino a un 70% dell’energia di ogni onda luminosa, e converte automaticamente l’elettricità alternata in continua.

Le attuali tecniche di litografia, però, se possono costruire gli elementi dell’antenna, non sono in grado di realizzare un gap più piccolo di 10 nanometri, troppo grande per ottenere l’effetto tunnel. Allora il gruppo di Willis ha messo a punto un sistema, chiamato ALD, che depone strati di atomi di rame, uno alla volta, in grado di costruire gli elementi triangolari necessari, avvicinando così antenna e circuito fino a 1,5 nanometri. Hanno così costruito, con i contributi di una società privata molto lungimirante, un primo esemplare di rectenna, calibrata per gli infrarossi, e sono ora in corso i primi test per verificarne l’efficienza.

In teoria, una serie di rectenne, impilate una sull’altra e dotate di elementi di diverse dimensioni, per catturare le varie lunghezze d’onda, sarebbe in grado di catturare tutte le radiazioni solari più energetiche, dagli UV fino agli infrarossi, con una efficienza molto più alta di quella degli attuali pannelli al silicio e persino di quelli multi giunzione a concentrazione (circa il 45%), utilizzando materiali comuni, come il rame o l’alluminio.Tutto sta a vedere se i test delle prime rectenne di Willis saranno soddisfacenti e se il procedimento ALD potrà essere industrializzato. Se queste due condizioni si realizzeranno, entro qualche anno potremmo addirittura avere pannelli solari che producono elettricità giorno e notte (sfruttando gli infrarossi che le superfici scaldate dal sole riemettono di notte: una minuscola frazione della potenza della luce solare, ma buttali via…), utilizzando una superficie di metà o meno di quelli attuali, per ottenere le stesse potenze.

martedì 5 marzo 2013

Pannelli fotovoltaici: Cobat gestirà smaltimento e riciclo

Pannelli fotovoltaici: Cobat gestirà smaltimento e riciclo

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
 
A inizio di questo mese il GSE ha aggiornato l’elenco dei consorzi idonei alla raccolta e al riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita. Nel nuovo elenco figura anche il COBAT, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo Batterie usate, che ora è ufficialmente abilitato allo smaltimento di questa forma particolare di RAEE.

L’obbligo di smaltimento a fine vita dei pannelli fotovoltaici è importantissimo per chi acquista un impianto: se i moduli utilizzati non sono coperti da questa garanzia il titolare non potrà accedere agli incentivi al fotovoltaico del Quinto Conto Energia.

Da questo punto di vista è importante anche la rete di punti di raccolta: oggi nessuno ci pensa, ma tra una ventina d’anni si dovrà smontare l’intero impianto e consegnarlo a un consorzio abilitato ed è bene che il consorzio abbia punti di raccolta vicini ai clienti. Al momento COBAT può contare su 90 punti di raccolta e di impianti di trattamento e di recupero adeguati consorziati. Il che garantisce anche la tracciabilità del pannello, una volta smontato dal tetto. La certificazione del COBAT come idoneo allo smaltimento è il punto d’arrivo di uno sforzo iniziato due anni fa, come spiega Giancarlo Morandi, presidente del consorzio:


Sin dal 2011 il Consorzio ha voluto strutturare in maniera tempestiva un sistema di gestione dei moduli fotovoltaici giunti a fine vita, anticipando la normativa: in questo modo è nata la prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei moduli esausti.

Il raggiungimento di quest’obiettivo permetterà al nostro Consorzio multifiliera, che già conta un centinaio di produttori iscritti per il fotovoltaico, d’integrare l’ampia offerta di servizi ambientali nati per rispondere alle esigenze dei cittadini, delle Amministrazioni e delle imprese.

In effetti già da diversi mesi COBAT è stato scelto dal Comitato IFI come consorzio di riferimento per lo smaltimento del fotovoltaico. L’accordo IFI-COBAT è persino precedente, e di parecchio, all’approvazione della normativa sull’obbligo di riciclo.

Una normativa che è arrivata con troppo ritardo, secondo IFI, permettendo a chi non era in regola di “tirare avanti” ancora per un po’. Recentemente anche Yingli Solar, primo produttore al mondo di fotovoltaico, ha scelto il COBAT per il riciclo dei suoi pannelli.

sabato 19 gennaio 2013

Energia fotovoltaica più economica di quella prodotta col diesel

Energia fotovoltaica più economica di quella prodotta col diesel

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)

Secondo l’International Renewable Energy Agency (Irena) il costo del KWh elettrico prodotto dai pannelli fotovoltaici è già inferiore a quello del KWh prodotto dai generatori diesel a gasolio. E questo sia se consideriamo il fotovoltaico di piccola scala, sia quello industriale su grandi superfici. Questo rende il solare fotovoltaico competitivo dove non c’è accesso alla rete elettrica e bisogna produrre in loco l’energia consumata.

I dati sono raccolti nel report “Renewable Power Generation Costs in 2012″ e mostrano come altre fonti rinnovabili siano già oggi competitive rispetto alle classiche grandi centrali elettriche alimentate a combustibili fossili. Eolico onshore, alcune biomasse, il piccolo idroelettrico e il geotermoelettrico, infatti, hanno oggi costi di produzione nella fascia 5-15 centesimi di dollaro al KWh tipica dei grandi impianti termoelettrici.

L’idroelettrico di grandi dimensioni, invece, è addirittura più economico restando sotto la soglia dei 5 centesimi. Verso i 16-18 centesimi al KWh troviamo la fonte rinnovabile più vicina alla grid parity: l’eolico offshore.

Questi risultati sono basati su analisi nuove e originali dei costi degli 8000 impianti di generazione rinnovabile presi in considerazione. Il report mette in luce come i costi di produzione dell’energia pulita siano talmente tanto in calo da stravolgere i tradizionali canoni economici su cui abbiamo fino a oggi basato il nostro sistema energetico.

Rispetto alle centrali a olio combustibile (cioè petrolio quasi per nulla raffinato), le rinnovabili sono già più economiche. A volte anche significativamente più economiche. Per gli impianti non collegati in rete, come detto, sono già lo standard economico di riferimento.

martedì 27 novembre 2012

L’INTA chiede misure anti dumping urgenti per FV cinese


Fotovoltaico cinese, l’INTA chiede misure anti dumping urgenti

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)




La Commissione per il commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo ha criticato la lentezza della Commissione europea nella scelta di misure per contrastare la concorrenza sleale dei produttori cinesi di pannelli fotovoltaici e altre componenti per l’energia solare.

Secondo l’INTA, infatti, la crisi del fotovoltaico che ha investito il mercato europeo e il conseguente clima negativo che si respira da diversi mesi richiedono un intervento urgente da parte delle istituzioni comunitarie, che qualche tempo fa hanno annunciato l’avvio di una indagine ufficiale sulle presunte scorrettezze del governo cinese.

In realtà, la situazione si presenta quanto mai complessa e di difficile gestione: se da un lato la Commissione per il commercio internazionale preme perché le iniziative anti dumping vengano prese al più presto, un recente sondaggio condotto da Research EuPD ha rivelato che la maggioranza degli addetti europei del fotovoltaico non condividerebbe l’introduzione di dazi doganali o altre misure compensative.

Quanto alla Cina, le autorità di Pechino non sembrano intenzionate a stare a guardare. In risposta all’indagine avviata dall’Ue, infatti, il ministero cinese del Commercio ha già annunciato imminenti contromisure, sostenendo che siano in realtà gli Stati membri a sovvenzionare illegalmente i propri produttori di fotovoltaico.

mercoledì 21 novembre 2012

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Quinto Conto Energia: presto verifiche sugli impianti incentivati

Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/quinto-conto-energia-presto-verifiche-sugli-impianti-incentivati-13098.html#ixzz2CsteUe1s
(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)


Prenderanno presto il via le verifiche di conformità sugli impianti fotovoltaici incentivati attraverso le varie versioni del Conto Energia. Si è infatti conclusa la gara indetta dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per appaltare le operazioni di controllo, che saranno alla fine effettuate dall’organismo di certificazione ICIM in tutto il territorio nazionale.
Le verifiche riguarderanno impianti selezionati a campione in tutte le regioni e le province d’Italia. Dovranno essere controllate tutte le tipologie di impianti fotovoltaici, con particolare riguardo per quelli a uso domestico. L’operazione durerà complessivamente 4 anni e prevede un totale di 8.000 verifiche (circa 2.000 all’anno).
L’attività di controllo sarà articolata in due fasi distinte: a una prima verifica documentale, che dovrà accertare ad esempio la proprietà degli impianti e la conformità dei documenti con quanto dichiarato al GSE all’atto della richiesta degli incentivi, seguirà un sopralluogo sul posto, con tanto di realizzazione di un apposito dossier fotografico.
In questa fase, i tecnici di ICIM dovranno ad esempio verificare la corretta installazione degli impianti integrati, l’effettivo impiego di pannelli fotovoltaici made in Ue (per chi lo ha dichiarato) e la conformità alle altre dichiarazioni rese al GSE. In caso di non conformità, lo stesso Gestore dei Servizi Energetici potrà richiedere un rimborso diretto delle somme non dovute o prevedere una detrazione sugli incentivi degli anni successivi.

Soddisfazione per l’incarico ottenuto è stata espressa da Gaetano Trizio, amministratore delegato di ICIM:

Siamo estremamente soddisfatti dell’aggiudicazione di questa gara, frutto di un’attenta valutazione delle nostre specifiche competenze tecniche. Questo risultato rende merito a Icim per la conoscenza approfondita del settore del fotovoltaico e di tutte le energie rinnovabili, un’expertise che ne ha fatto uno dei soggetti di riferimento, a livello nazionale e internazionale, per le attività di due diligence e certificazione di tutti gli anelli della filiera, in un contesto di crescente globalizzazione che richiede la massima garanzia di trasparenza e qualità dell’applicazione delle politiche energetiche nazionali.