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giovedì 8 maggio 2014

Incentivi fotovoltaico: Governo conferma rimodulazione al Solarexpo 2014

(Fonte:Matteo Campofiorito-GreenStyle.it)
 
 
 
“Le regole non si cambiano, ma se sono sbagliate per quanto dobbiamo tenercele?” Con questa domanda Claudio De Vincenti ha confermato, implicitamente, la tanto temuta rimodulazione degli incentivi per le rinnovabili e in particolare il fotovoltaico, la rinnovabile più amata dagli italiani.
Al Solarexpo 2014 di Milano, in occasione del convegno “Agenda energetica per il futuro del paese: decarbonizzazione dell’economia, competitività, manifatturiero avanzato”, il viceministro dello Sviluppo Economico è stato molto chiaro a riguardo. Dal discorso di De Vincenti sembrano dunque confermate le paure degli operatori del settore e di chi ha installato impianti rinnovabili: i cambiamenti ci saranno e non saranno indolore.
Secondo De Vincenti nell’energia abbiamo assistito a regole non buone e un governo responsabile deve porsi il problema del cambiamento per evitare distorsioni. Per il fotovoltaico e per le rinnovabili insomma è finita l’età dell’oro ma d’altra parte e si profila un futuro con una grid parity a portata di mano.
Gli obiettivi del Governo Renzi per il futuro sono sintetizzabili in una spinta ulteriore sull’efficienza energetica, il rendere strutturali le detrazioni fiscali, le smart grid, l’obbligo delle rinnovabili negli edifici di nuova costruzione.
Concorde alla visione di De Vincenti è stata un’altra importante partecipante al convegno, Silvia Velo sottosegretario di stato all’Ambiente e alla Tutela del Territorio. Per la Velo il settore fotovoltaico è ormai maturo e va sostenuto non più con incentivi ma con norme che agevolino chi installa un impianto. Le chiavi dello sviluppo futuro del settore saranno una decisa semplificazione delle autorizzazioni, l’introduzione dell’autorizzazione unica, oltre che una regolamentazione che favorisca lo scambio sul posto e l’accumulo, entrambe queste aree dovranno essere rese operative attraverso regolamenti e non leggi, rendendo il tutto molto più agile.

mercoledì 7 maggio 2014

Decreto Efficienza, gli ambientalisti chiedono target del 40%

Decreto Efficienza, gli ambientalisti chiedono target del 40%

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
“L’obiettivo dell’efficienza deve essere quello di riuscire a far calare i consumi di energia, mantenendo elevati livelli di servizi”. Lo hanno ribadito oggi Greenpeace e WWF alle Commissioni Attività produttive di Senato e Camera. le due associazioni ambientaliste sono state infatti audite sul recepimento della Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica (Atto Governo n. 90). Il documento presentato al Parlamento punta il dito sugli elementi più deboli del Decreto efficienza. Nonostante ad oggi il settore sia ampiamente riconosciuto come elemento chiave delle politiche energetiche ed abbia dimostrato di possedere grandi potenzialità a livello occupazionale, finora gli obiettivi quantitativi assegnatigli sono stati meramente indicativi.
Ecco perché Greenpeace e WWF sostengono che sia “necessario imporre a livello europeo un obiettivo legalmente vincolante del 40% di maggiore efficienza”. Così come è necessario non eliminare la progressività della tariffa elettrica. Il razionale di una tariffa progressiva, vale a dire il prezzo del kWh crescente col consumo è quello di aumentare l’attrattività economica degli utilizzi di tecnologie più efficienti, “premiando indirettamente scelte dei consumatori più lungimiranti e le imprese che producono apparecchiature più efficienti e innovative”, spiegano le due associazioni. “Lo strumento più consono è quello di specializzare opportunamente i certificati bianchi su queste tecnologie. Inoltre l’introduzione di tariffe particolari per promuovere specifiche tecnologie è imprecisa (il kWh diventa meno caro per tutti gli usi finali sotto quel contratto) ed incoerente con ogni teoria razionale delle tariffe”, concludono Greenpeace e WWF.

lunedì 14 aprile 2014

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
E’ stato firmato un nuovo accordo con lo scopo di dare maggiore forza allo sviluppo di progetti per la generazione di energia da onde e maree. A siglare l’intesa, seguendo l’esempio delle 4 isole del canale di Francia con il Nord del paese, anche la regione della Bassa Normandia, intenzionata a dare voce alla crescita delle tecnologie emergenti.
I rappresentanti della Normandia occidentale e dei gruppi energetici rinnovabili delle isole Marine del Canale hanno quindi deciso di cooperare collaborando per affrontare i problemi comuni che potrebbero incontrare durante i tentativi di diffusione dei nuovi dispositivi di potenza marini. Con la firma, i gruppi si sono impegnati a condividere i risultati dei progetti e della ricerca ambientale in modo da ottenere un quadro informativo il più possibile completo e dettagliato che li porterà a redigere piani e progetti fattibili in siti identificati come idonei affrontando anche iniziative di miglioramento dei porti e delle infrastrutture di rete che dovranno supportare la distribuzione dell’energia generata.
“Notiamo ancora una volta… quanto lo sviluppo del settore marittimo delle energie rinnovabili si basi sulla nostra capacità di cooperare a livello internazionale, al fine di capitalizzare le esperienze di ciascuno per accelerare lo sviluppo di questa nuova industria, e per massimizzare i benefici locali” hanno dichiarato Laurent Beauvais, presidente della Regione Basse-Normandie, Jean-François Le Grand, presidente del Dipartimento Manica e André Rouxel, presidente della Communauté Urbaine de Cherbourg, in una dichiarazione congiunta. “Con questo accordo, creiamo le condizioni favorevoli per una collaborazione concreta ed efficace tra le Isole del Canale e i territori della Bassa-Normandia per gli anni a venire.”

lunedì 7 aprile 2014

Efficienza energetica: dal governo un fondo nazionale da 800 milioni

Efficienza energetica: dal governo un fondo nazionale da 800 milioni

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
Una serie di misure per migliorare l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione centrale, nell’edilizia pubblica e privata, nei processi produttivi, nei sistemi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia oltre che nel settore residenziale. È questo il contenuto del decreto di recepimento della direttiva europea 2012/27 UE appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento, in particolare, punta a raggiungere l’obiettivo di riduzione dei consumi di energia al 2020 già indicato dalla Strategia energetica nazionale, che servirà ad aumentare l’efficienza complessiva su scala comunitaria del 20% entro lo stesso anno.

Le misure previste dal decreto sono:
  • interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della pubblica amministrazione;
  • la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica;
  • l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della PA, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi.

Ha commentato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti:

La sfida dell’efficienza energetica può rappresentare un volano per la ripartenza del Paese, perché innescherà lavoro e quindi sviluppo sia nel pubblico che nel privato nell’ambito della Green Economy. Otterremo così, in prospettiva, un rilevante risparmio sia ambientale, in termini di minori emissioni di gas serra e polveri sottili, che economico grazie al minore consumo di energia. – Se pensiamo che il consumo degli edifici pubblici è pari al 18% di quello generale dello Stato, si comprende come acquisisca assoluto rilievo già il solo obiettivo di “ambientalizzazione” del nostro patrimonio pubblico immobiliare.


L’obiettivo del Consiglio dei ministri è anche quello di rilanciare la crescita economica e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro fornendo nuovo slancio allo sviluppo di tecnologie per l’efficienza energetica.
Ha dichiarato Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico

Il Governo mette a disposizione quasi 800 milioni di euro dal 2014 al 2020 per promuovere l’efficienza energetica. Sono inoltre previste iniziative che mirano ad accrescere la consapevolezza dei consumi energetici tra le famiglie.

Ora l’iter di approvazione del provvedimento prevede l’acquisizione dei pareri delle competenti commissioni parlamentari.

venerdì 24 gennaio 2014

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La riforma del mercato delle emissioni di carbonio (Ets) e la promozione dei carburanti “puliti” saranno al centro dell’attività del semestre italiano alla presidenza europea.

È quanto emerge dalla relazione programmatica 2014 della presidenza del Consiglio, in cui sono elencate le priorità che saranno affrontate a Bruxelles sotto la guida di Enrico Letta.

Nel documento è scritto che “senza un sistema Ets europeo solido gli Stati membri potrebbero essere indotti a orientarsi verso regolamentazioni alternative, frammentarie e più costose per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale”.

La relazione programmatica aggiunge che ''le incertezze dell'Ets dell'Ue compromettono significativamente la possibilità di collegarlo ai sistemi nascenti e di accrescere la liquidità del mercato. Al fine di ripristinare la fiducia nel mercato del carbonio è urgente una riforma strutturale dell'Ets dell'Ue''.
Il documento spiega anche che ''il governo sarà impegnato per favorire un'approvazione in seconda lettura delle proposte di modifica delle direttive sulla qualità della benzina e del combustibile diesel e sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili”.

lunedì 23 dicembre 2013

AssoRinnovabili: "Taglio 40% ai ricavi piccoli produttori"

AssoRinnovabili: "Taglio 40% ai ricavi piccoli produttori"

 (Fonte:zeroEmission.it)
 
 
 
In Italia, 60.000 impianti rinnovabili a rischio. La denuncia arriva da AssoRinnovabili, a seguito di quanto previsto all'interno del DL Sviluppo del Governo e del Del. 618/2013/R/EFR dell’Autorità per l’Energia. Questi due decreti, secondo l'associazione, avrebbero "cancellato il regime dei prezzi minimi garantiti per i piccoli impianti di potenza inferiore a 1 MW, con un impatto devastante sugli operatori. Dai primi calcoli, infatti, si stimano riduzioni dei ricavi in alcuni casi fino al 40% che metteranno in ginocchio quasi 60.000 impianti, privando lo Stato delle loro entrate fiscali e "rottamando", di fatto, una parte importante del parco rinnovabili italiano. Del tutto trascurabili, infine, i vantaggi per i consumatori: le famiglie avrebbero una riduzione della bolletta annua dello 0,17%, le piccole imprese dello 0,26%".

"Invece di trovare soluzioni per ridurre la spesa pubblica, il Governo colpisce i pionieri della generazione distribuita - ha detto Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - proprio ora che si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa dell’economia, si mette in crisi il settore che con 130.000 occupati ha avuto un ruolo anticiclico estremamente significativo negli ultimi anni. AssoRinnovabili chiede con forza che il Parlamento possa intervenire ed eliminare, in sede di conversione, la misura e che l’Autorità possa rivedere al più presto le sue valutazioni, delle quali l’Associazione aveva dimostrato l’erroneità già durante la fase di consultazione degli operatori".

mercoledì 18 dicembre 2013

Anev: con "spalma incentivi" obiettivi SEN più lontani

Anev: con "spalma incentivi" obiettivi SEN più lontani

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
"Non si riuscirà a perseguire gli obiettivi di una Strategia energetica nazionale seria con provvedimenti come lo spalma incentivi previsto dal Decreto Destinazione Italia”, è questa in sintesi la posizione di Anev, Associazione Nazionale Energia del Vento, presentata alla X Commissione della Camera nel corso di un’audizione formale ieri, martedì 17 dicembre.

Anev ha ribadito: "Questa previsione sulla carta volontaria, di fatto si rivela un obbligo perché la non adesione comporterebbe l’impossibilità per l’operatore di effettuare qualsiasi tipo di intervento per dieci anni. Inoltre per il produttori di energia rinnovabile lo spalmare gli incentivi su un tempo maggiore di sette anni rispetto a quello residuo, comporterebbe un aggravio di costi e di oneri per rinegoziare con le banche il finanziamento, che renderebbe ancor più penalizzante la previsione. Inoltre secondo i calcoli fatti, questa previsione ostacolerebbe nei fatti il raggiungimento degli obiettivi di riduzione di costi in bolletta posto come prioritario dalla SEN, infatti allungando il periodo e riconoscendo un adeguato corrispettivo, a fronte di una riduzione marginale immediata, non si farebbe altro che ipotecare le bollette future degli utenti con un approccio che rimanda il problema alle generazioni future che non può essere condiviso".

"È necessario invece - continua Anev in una nota - introdurre provvedimenti duraturi nel tempo e maggiormente risolutivi, senza gravare ulteriormente sugli operatori del settore eolico e senza ipotecare il futuro dei consumatori, come avverrebbe con lo “spalma incentivi”. Inoltre tale provvedimento si aggiungerebbe, rendendolo insopportabile, al carico di tasse introdotte negli ultimi anni (Imu e Robin Tax) oltre ai tagli retroattivi degli incentivi già effettuati (22% in meno di incentivi sui Certificati Verdi) e ai penalizzanti meccanismi introdotti con le aste e i registri (meno 40% dell’incentivo), che già hanno dimostrato la loro inapplicabilità al sistema italiano. Gli effetti negativi di questo provvedimento non sarebbero limitati ai soli produttori di energia rinnovabile, ma si estenderebbero all’intero sistema Paese, che vedrebbe un’ulteriore perdita di credibilità verso gli investitori nazionali e internazionali, oltre alla perdita di occupazione e posti di lavoro".

"Strada molto più corretta sarebbe invece quella di ridurre il costo dell’energia elettrica provvedendo alla definizione di nuovi strumenti di sostegno che superino l’idea di incentivo e passino invece per il tramite di una individuazione di un mix di sgravi fiscali e incentivi in conto capitale, e alla cartolarizzazione dei crediti per gli impianti esistenti per la transizione dal vecchio al nuovo meccanismo - ha concluso l'associazione - con questo sistema si azzererebbe in pochi anni l’onere della componente A3 della bolletta, senza colpire gli imprenditori del settore e garantendo la continuità del sistema industriale eolico nazionale.

lunedì 16 dicembre 2013

Consiglio dei Ministri approva Ddl su consumo del suolo

Consiglio dei Ministri approva Ddl su consumo del suolo

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
Venerdì 13 dicembre, il Consiglio del Ministri ha approvato il testo del Ddl contro il Consumo del suolo. "Si tratta - ha sottolineato il Ministro dell'ambiente Andrea Orlando - di una inversione di tendenza rispetto al fatto che spesso in questi anni le varie contraddizioni presenti si sono riversate sul consumo indiscriminato del suolo. Si potrà costruire solo se si riutilizza e questo - ha aggiunto - in un Paese in cui si è costruito a prescindere delle esigenze è un paletto importantissimo". Orlando ha rimarcato come "questi mesi passati per la definizione del testo del provvedimento hanno consentito un lavoro di confronto con le regioni che è un presupposto per questo passo in avanti".

Per Orlando "ora si tratta di sviluppare ulteriormente questo ragionamento, consentendo con ulteriori interventi sia di carattere amministrativo che normativo, con l' utilizzo di fondi strutturali, di incentivare il riuso e il recupero del patrimonio edilizio civile e industriale. Questa norma si lega anche idealmente alle bonifiche. L' altra cosa che dovremo vedere è come sostenere la manutenzione del territorio attraverso l'agricoltura, un elemento che quando viene meno provoca i danni che abbiamo purtroppo visto in queste settimane. Abbiamo definito un' inversione di tendenza rispetto a una stagione nella quale molte delle contraddizioni si sono scaricate sul suolo, sul suo consumo e sul suo utilizzo indiscriminato. Credo che adesso si può anche guardare in modo diverso a un rapporto con i diversi decisori sul fronte urbanistico", ha concluso il ministro dell' Ambiente.

Soddisfatta anche Legambiente. “L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Ddl sul consumo di suolo è una buona notizia. Speriamo questa sia la volte buona e che Governo e Parlamento decidano di lavorare insieme e speditamente per raggiungere l’obiettivo di una rapida conversione in Legge dello Stato. Ci auguriamo anche che la si smetta con atteggiamenti schizofrenici, per cui mentre si approva un testo contro il consumo di suolo, contemporaneamente nella legge di bilancio si avallano nuove speculazioni attraverso l’emendamento stadi alla legge di stabilità o la proroga per l’utilizzo da parte dei Comuni degli oneri di urbanizzazione per le spese ordinarie come approvato a giugno”. Così il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha commentato la notizia dell’approvazione del Ddl sul consumo di suolo da parte del CdM.

“Affinché l’obiettivo europeo del consumo di suolo zero al 2050 possa essere perseguito – cha aggiunto Cogliati Dezza - chiediamo a Governo e Parlamento di avviare una procedura rapida che sia regolata da una precisa tempistica che stabilisca obiettivi precisi e improrogabili a più breve termine. Non possiamo infatti puntare concretamente al risultato finale nel 2050 senza prevedere percentuali precise di riduzione del consumo di suolo tra cinque, dieci e venti anni”.

giovedì 12 dicembre 2013

Incentivi rinnovabili: arriva la rimodulazione con Destinazione Italia

Incentivi rinnovabili: arriva la rimodulazione con Destinazione Italia

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Il governo ha varato una serie di misure che permetteranno di tagliare le bollette dell’energia elettrica di 600 milioni di euro. Nelle intenzioni del premier Enrico Letta, che ha annunciato personalmente il provvedimento, si tratta di un modo per aiutare le famiglie, ma soprattutto le piccole e medie imprese.

Il pacchetto di interventi, contenuto nel decreto “Destinazione Italia”, sarà discusso nel prossimo consiglio dei ministri e prevede 250 milioni di copertura che dovrebbero provenire dagli incentivi alle fonti rinnovabili. L’attesa rimodulazione dei sussidi statali (ovvero la possibilità di spalmare gli incentivi su un periodo di tempo più lungo) dovrebbe permettere di ottenere quasi l’intera cifra.

Gli altri 350 milioni da eliminare dalla bolletta elettrica nazionale, invece, arriveranno da altri provvedimenti, a cominciare dalla revisione della tariffa bioraria, che ha perso convenienza con la crescita delle rinnovabili, grazie alle quali il costo diurno dell’energia è calato progressivamente.

I tagli residui saranno possibili grazie a una riduzione degli incentivi Cip6 alle centrali a petrolio che si riconvertono a gas, nonché alla cessione dei crediti del Gse (Gestore servizi elettrici) legati ai costi sostenuti per l’acquisto di energia elettrica rinnovabile.

 

 

lunedì 2 dicembre 2013

Incentivi in bolletta: gli italiani non li conoscono

 Incentivi in bolletta: gli italiani non li conoscono

 (Fonte:ZeroEmission.it)



Secondo un'indagine realizzata dal centro di ricerca dell'Università Bocconi su un campione di 1.500 cittadini, la maggior parte dei cittadini ignora la Componente A3 e non sa nemmeno che una parte di questi incentivi non vanno alle rinnovabili.
 
Gli italiani parlano tanto di incentivi alle rinnovabili, ma, a quanto pare, ne sanno poco o nulla. E' quanto emerge da un'indagine realizzata dallo Iefe (centro di ricerca dell'Università Bocconi) su un campione di 1.500 cittadini sulla Componente A3 della bolletta elettrica, che regola gli incentivi alle energie rinnovabili. Anche in questo caso, l'Italia sembra essere un Paese diviso in due: solo il 47% degli intervistati conosce la Componente A3, soprattutto adulti e persone "over 50". Scarsa la conoscienza degli incentivi da parte dei giovani, probabilmente perchè non pagano le bollette energetiche, vivendo, per lo più, insieme ai genitori.

La ricerca conferma però la natura "giovane e innovativa" delle fonti rinnovabili: quando si parla di popolarità degli incentivi alle fonti pulite, è tra i giovani che si riscontra il maggior successo (oltre il 60%). In pochi, poi, ne stimano la reale entità - solo il 10% - e l'utilizzo che ne viene fatto per incentivare lo sviluppo delle rinnovabili: in molti, infatti, ignorano l'entità reale dei fondi alle cosiddette "fonti assimilate" e CIP6, ovvero fonti che nulla hanno a che vedere con le rinnovabili e che rappresentano un mercato che vale circa 890 milioni di euro. Lo stesso mondo delle rinnovabili ha dichiarato in diverse occasioni la propria contrarietà all'incentivazione di queste fonti, che andrebbero ad aggiungersi ai 12 miliardi di euro che Legambiente stima possa essere il peso dei sussidi alle fonti fossili nel nostro Paese. Sussidi che sono i reali responsabili (insieme ad accise e a scarsa concorrenza tra gli operatori) del costo alto delle bollette energetiche italiane.

venerdì 29 novembre 2013

In arrivo €200 mln dall’UE per finanziare Smart City e Community

In arrivo €200 mln dall’UE per finanziare Smart City e Community

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
Grande impegno da parte della Commissione Europea nei prossimi due anni, per promuovere progetti destinati allo sviluppo delle Smart City e Smart Community.

Grazie ai 200 milioni di euro messi a bilancio come parte integrante del programma Horizon 2020, sarà possibile perseguire i numerosi obiettivi individuati come primari per lo sviluppo delle Smart City, incentivando l’impiego delle energie rinnovabili, migliorando la qualità e l’efficienza degli edifici, puntando a trasporti più puliti e ad una gestione sostenibile della città volta a ridurre i consumi, gli sprechi e l’inquinamento.

La conferma è arrivata ieri in occasione dell’incontro “European Innovation Partnership (EIP) on Smart Cities and Communities: Leading the Way in Making Europe’s Cities Smarter“, un appuntamento estremamente importante che riunisce sotto lo stesso tetto i principali rappresentati delle amministrazioni cittadine, delle industrie, delle organizzazioni no-profit e degli enti di ricerca, sviluppando soluzioni pubblico-private solitamente dei ricercatori, per individuare le soluzioni più innovative per affrontare le sfide globali connesse al cambiamento climatico ed all’aumento esponenziale della popolazione.

Entro la primavera del prossimo anno la Commissione Europea presenterà un nuovo “Invitation for Smart City and Community Commitments” per incentivare le comunità urbane europee a realizzare progetti integrati destinati alle città intelligenti, secondo le linee guida “Smart Cities Strategic Implementation Plan“.

giovedì 28 novembre 2013

Inquinamento: Cina adotta sistema di scambio delle emissioni di CO2

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)

 
 
 
Il governo cinese si oppone sempre a qualsiasi limite all’inquinamento stabilito dai trattati internazionali, ma questo non vuol dire che approvi l’aria irrespirabile delle sue città. Il popolo non ce la fa più a vivere in città super affollate e inquinate, in cui la cappa di smog non permette né di respirare né addirittura di vedere dall’altra parte della strada. Così adesso qualcosa si sta muovendo. L’ultimo provvedimento preso, in ordine di tempo, riguarda la città di Pechino ed è l’adozione del sistema dello scambio di emissioni.

Si tratta del cosiddetto “carbon trading scheme” teorizzato qualche anno fa, ma che nessun Paese vuole adottare a livello nazionale perché molto limitante per le proprie aziende. Il sistema viene applicato attualmente solo in determinati settori e prevede l’acquisto del diritto a inquinare da parte delle industrie che, per la loro attività, sono costrette a emettere ogni anno tonnellate di CO2.

Finora il sistema era stato adottato in Cina solo dalle città di Shenzhen e Shanghai, e così Pechino diventa la terza città cinese a provarlo.

Il sistema cinese è però particolare. Esso si basa sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per unità di PIL che è stata stabilita entro il 2020 nel 40-45% rispetto all’anno 2005. Lo scambio sarà ospitato dal CBEEX (China Beijing Environment Exchange), una specie di Borsa dove al posto delle azioni vengono scambiati diritti a inquinare. In totale circoleranno 40 mila permessi al costo di 50 yuan l’uno, corrispondenti a circa 6 euro ciascuno.

La principale acquirente è la compagnia statale Sinopec Corp., che si occupa di petrolio e gas e che ha già acquistato il 50% dei permessi circolanti facendo lievitare del 2% il prezzo degli altri. L’amministrazione cittadina si augura che con questa tecnica possa mantenere basse le emissioni delle centrali energetiche.

Tutte le centrali energetiche, tranne quelle a carbone. Incredibilmente queste industrie, che secondo i dati di Greenpeace sono responsabili del 60% delle morti premature del Paese, riceveranno permessi a inquinare per un totale del 99,9% della quota di emissioni del periodo 2009-2012 e li riceveranno ogni anno fino al 2015, quando la quota scenderà al 99,5%. Gli altri produttori riceveranno quote inferiori e se vorranno inquinare di più dovranno comprare nuovi permessi.

Come sempre a farne le spese non sono i grandi colossi, ma i poveri commercianti. Per combattere l’inquinamento infatti l’amministrazione di Pechino ha costretto gli oltre 500 cuochi ambulanti dotati di barbecue a chiudere bottega perché emettevano troppo. Decisamente l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 25% entro il 2017 non si potrà avere spegnendo qualche fornello e concedendo alle grandi industrie di continuare a inquinare come prima.

martedì 26 novembre 2013

Legge Stabilità, spunta l'emendamento ammazza rinnovabili

Legge Stabilità, spunta l'emendamento ammazza rinnovabili





(Fonte:Repubblica.it-Valerio Gualerzi)

 
 
Dalle parole ai fatti. La lunga campagna contro le rinnovabili montata negli ultimi mesi da settori del governo, dalla maggioranza e dalle lobby delle fonti tradizionali, ha trovato infine uno sbocco concreto sotto forma di un doppio emendamento alla legge di Stabilità. Due modifiche al testo originario approvate in Commissione Bilancio del Senato che di fatto dispongono di tagliare retroattivamente gli incentivi stabiliti per le fonti verdi (fotovoltaico su tutte) distribuendo queste risorse economiche alle centrali aliementate a carburanti fossili.

Se per lunghi anni il ritornello contro l'energia del sole e del vento ha puntato sulla loro scarsa capacità, ora il problema è diventato che producono troppa elettricità (il 27% nel 2012, con il solo fotovoltaico a quota 19mila GWh su un totale di 92mila) e soprattutto la producono a prezzi stracciati, mandando in crisi gli impianti tradizionali, in particolare quelli a gas, diventati sempre meno reddittizi. "Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio", lamentava già qualche anno fa il presidente dell'Enel Paolo Andrea Colombo.

Fare a meno di questi ultimi non è però (ancora) possibile e pertanto - è il ragionamento - è necessario che vengano sostenute finanziariamente in quanto garantiscono alla rete elettrica una fondamentale capacità di sopperire rapidamente ai capricci del sole e del vento, fonti la cui produzione non è programmabile. Un indennizzo che in gergo tecnico viene chiamato "capacity payment" e che un emendamento approvato a Palazzo Madama, per l'esattezza il 6.300, introduce così: "L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con effetto dal 2014, definisce le modalità d'integrazione del corrispettivo di cui all'articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379, senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell'energia elettrica".

Fin qui nulla di scandaloso, visto che gli stessi produttori di rinnovabili riconscono, in una certa misura, l'importanza del "capacity payment". Il vero problema arriva con un subemendamento, il 6.3000/4, che stabilisce a chi tocca farsi carico di questo costo aggiuntivo. "All'emendamento 6.3000, dopo le parole: 'dell'energia elettrica' aggiungere le seguenti: 'anche disponendo un'adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico'", afferma il nuovo testo.

"Le piccole larghe intese con l'emendamento degli alfaniani appoggiato dal ministro Zanonato hanno partorito un mostro giuridico intervenendo retroattivamente sugli incentivi alle rinnovabili per salvare il termoelettrico. La strada per alleggerire le bollette elettriche di famiglie e imprese dovrebbe essere quella di toglier tutti incentivi impropri alle fossili e invece questo governo va in direzione contraria al futuro", commenta l'esponente di Green Italia Francesco Ferrante.

mercoledì 20 novembre 2013

Sardegna, Realacci: "Governo stanzi più fondi per difesa suolo"

Sardegna, Realacci: "Governo stanzi più fondi per difesa suolo"

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
“Vicini alla Sardegna, alla popolazione così duramente colpita dal maltempo e alle famiglie delle vittime. Fortemente necessario lo stato di emergenza, ma al Paese serve anche un decisivo cambio di rotta sulla via della prevenzione". Così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ha commentato l’ondata di maltempo che ha tragicamente colpito la Sardegna. "Il ripetersi di eventi climatici estremi con sempre maggiore frequenza e il dramma di queste ore, che ha visto cadere oltre 400 millimetri di acqua in poche ore, confermano proprio nei giorni in cui è in corso la Conferenza Onu sul Clima di Varsavia non solo la necessità di contrastare i mutamenti climatici, ma l’assoluta priorità della messa in sicurezza del nostro territorio nazionale. E’ inaccettabile pertanto che per il prossimo anno la Legge di Stabilità preveda un finanziamento di soli 30 milioni di euro per la difesa del suolo - ha detto - ben altro quanto richiesto dalla Commissione Ambiente e Territorio della Camera, con una risoluzione approvata all’unanimità di cui sono primo firmatario e che impegna il governo il Governo a stanziare subito 500 milioni annui per la difesa del suolo, e a rivedere il Patto di Stabilità interno per consentire agli Enti Locali che hanno risorse di investirle in interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico. Serve inoltre un sistema di Protezione Civile e allerta meteo che protegga in modo più efficace i nostri cittadini”.

“In un Paese come l’Italia – ha concluso Realacci - dove negli ultimi cinquanta anni frane, terremoti e alluvioni hanno provocato secondo dati di Protezione Civile e CNR migliaia di vittime e danni per un costo stimato da Cresme e Ance, per il periodo 1944/2012, in oltre 240 miliardi di euro, e in cui come ricorda Legambiente nell’82% dei comuni sono presenti zone a elevata esposizione al rischio idrogeologico, serve passare dalle parole ai fatti e mettere finalmente in atto serie politiche di difesa del suolo. Un piano nazionale di prevenzione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio è la vera ‘grande opera’ che serve al Paese per tutelare il nostro fragile suolo, garantire maggiore sicurezza ai cittadini, non piangere altre vittime innocenti e attivare migliaia di cantieri, con ricadute importanti anche sull’occupazionale”.

mercoledì 13 novembre 2013

Legge stabilità: nel collegato novità per le rinnovabili

Legge stabilità: nel collegato novità per le rinnovabili

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
La Legge di Stabilità 2014 si arricchisce di una nuova appendice che rintrodurrebbe quella rimodulazione del sistema incentivante per le eco energie già proposta nel Fare Bis.
Rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili di nuovo in vista. Il provvedimento proposto nel DL Fare bis torna alla ribalta, stavolta nel nuovo collegato alla legge di Stabilità 2014. La bozza del ddl consegnata al Consiglio dei Ministri, e oggi in mano al Senato, contiene importanti misure che riguardano le eco-energie e che vanno ad aggiungersi a quelle presentate in materia di ambiente e green economy nel precedente collegato.

Ritorna la proposta di spalmare gli incentivi su un arco temporale maggiore rispetto a quello attuale ma abbassando nel contempo le tariffe, con l’obiettivo dichiarato di diminuire gli oneri delle rinnovabili sulla bolletta elettrica. Secondo le indiscrezioni circolate in queste ore i titolari degli impianti avrebbero la possibilità di optare, in alternativa al mantenimento dei sussidi previgenti, a una riduzione dell’incentivo accoppiata a un aumento fino a 7 anni del periodo di diritto.

“Ipotizzando che si ricorra al mercato finanziario per 2 miliardi l’anno – è riportato nella relazione illustrativa – si potrebbe ottenere una riduzione del peso degli oneri sulle tariffe del 15-20% negli stessi anni”. L’entità della riduzione dovrebbe dipendere dal periodo residuo spettante, dal tipo di fonte rinnovabile e dall’istituto incentivante.

lunedì 4 novembre 2013

Se la crisi favorisce la mobilità alternativa

Se la crisi favorisce la mobilità alternativa

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
La passione degli italiani per le quattro ruote contraddistingue da sempre il Belpaese. L’appeal rimane forte anche in tempi di crisi come quelli odierni, ma l’interesse assume diverse sfumature rispetto a quelle che hanno caratterizzato gli anni passati. Secondo i dati presentato giovedì dal IV Osservatorio Deloitte sull’Auto Elettrica a Milano, la mobilità nazionale sta lentamente mutando; la contingente crisi economica sta decisamente cambiando le preferenze e le abitudini di trasporto e di spesa degli italiani, nonostante l’auto privata rimanga per oltre il 60% degli intervistati il mezzo di trasporto preferito. Se da una parte l’85% del campione intervistato ha dichiarato di aver guidato meno nell’ultimo periodo a causa dell’ elevato prezzo del carburante, dall’altra c’è chi per risparmiare sui costi del carburante (50%) ha affermato che acquisterebbe un’autovettura con propulsione alternativa.


I consensi maggiori ovviamente vanno al GPL la forma d’alimentazione diversa dalla benzina più conosciuta (54%); seguono i veicoli a batteria (46%), quelli ibridi (40%) e infine i mezzi dotati di cella a combustibile (31%). A rafforzare il nuovo trend di consensi nei confronti della mobilità sostenibile c’è anche la testimonianza del 21% del campione che si vede alla guida di un “veicolo alternativo” entro 5 anni. “In effetti osservando i dati di vendita del 2013 ad oggi si registra un aumento importante delle immatricolazioni di veicoli ad alimentazione alternativa”, spiegano gli intervistatori. “Da gennaio i veicoli a metano sono aumentati del 30%, mentre la presenza delle auto ibride sul territorio nazionale è cresciuta addirittura del 141%. Per quanto riguarda invece i veicoli elettrici le auto vendute sono state 588 (+64% rispetto alle vendite registrate nello stesso periodo del 2012)”.

venerdì 18 ottobre 2013

Gse: Sperandini nuovo direttore divisione operativa

 Gse: Sperandini nuovo direttore divisione operativa

 (Fonte:zeroEmission.it)


Il Consiglio di Amministrazione del Gestore dei Servizi Energetici – Gse SpA ha deliberato l’assunzione di Francesco Sperandini quale direttore della Divisione Operativa della società. Sperandini succederà a Gerardo Montanino, che ha raggiunto l’età pensionabile, alla guida della Divisione che, come approvato dal CdA del 27 settembre scorso, avrà la responsabilità delle direzioni: Previsione e Gestione Energia; Ingegneria; Contratti; Efficienza e Energia Termica. Francesco Sperandini, 51 anni, ha svolto la sua carriera professionale prevalentemente in Acea dove e’ stato presidente di Acea Distribuzione e direttore area Reti del gruppo. E’ stato inoltre Amministratore Delegato di Marco Polo, joint venture costituita dalle società del Comune di Roma (Acea ed Ama) e dalla società del Ministero dell’Economia (EUR SpA) per la gestione completa e integrata del
facility management.

Il Consiglio di Amministrazione del Gse, insieme al Presidente e Amministratore Delegato Nando Pasquali, ha espresso i più vivi ringraziamenti e riconoscimenti per la dedizione, la professionalità, la fedeltà e la grande umanità che hanno contraddistinto l’operato dell’Ingegner Montanino in tutti questi anni dedicati all’azienda.

mercoledì 16 ottobre 2013

La Legge di Stabilità proroga al 2014 le detrazioni del 65% e 50%

La Legge di Stabilità proroga al 2014 le detrazioni del 65% e 50%

(Fonte:EdilPortale.it-Paola Mammarella)
 
 
 
Proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2014, dell’ecobonus del 65% per gli interventi di efficientamento energetico e delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, sostegno alle infrastrutture, nuova Service Tax e dismissione degli immobili pubblici. Sono alcuni dei pilastri su cui poggia la Legge di Stabilità, approvata dal Consiglio dei Ministri in tarda serata.

La legge prevede interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel 2014. Tra queste voci di spesa, un miliardo sarà destinato agli incentivi fiscali per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, ristrutturazione e per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, che per il prossimo anno sono stati prorogati ai livelli attuali, cioè al 65% e al 50%, per poi decrescere progressivamente a partire dal 2015.

Altri 0,5 miliardi serviranno al pagamento dei debiti commerciali in conto capitale, 0,3 miliardi per la ricostruzione dell’Aquila e 0,3 mld per la manutenzione straordinaria della rete autostradale.

Alle infrastrutture andranno inoltre 0,7 miliardi per la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria e gli interventi per la velocizzazione del corridoio adriatico da parte di RFI, 0,24 miliardi ad ANAS per il completamento asse autostradale Salerno - Reggio Calabria e 0,2 miliardi per il completamento dei lavori del Mose.

Parte delle risorse necessarie a coprire queste spese saranno reperite grazie alla dismissione degli immobili pubblici e alla riduzione delle agevolazioni fiscali, da definire entro gennaio 2014.

La Legge di Stabilità riordina inoltre il sistema di tassazione locale. Al posto di l’IMU e TARES si istituisce una tassa sui servizi municipali il cui gettito andrà interamente ai Comuni. Come spiegato dal Governo in conferenza stampa, la nuova Service Tax avrà due gambe: una serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti ed è in base ai metri quadrati o alla quantità di rifiuti e la versa chi occupa l’immobile, l’altra è la tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni, è calcolata sui metri quadrati o sul valore catastale ed è pagata dai proprietari.

lunedì 14 ottobre 2013

Coordinamento Free: "Non incentivi, ma detrazioni"

 Coordinamento Free: "Non incentivi, ma detrazioni"

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Il portavoce GB Zorzoli: "Proponiamo un percorso che, se fatto proprio da Governo e Parlamento, alla fine ridurrà di circa 1 miliardo di euro l’onere sulle bollette elettriche"

 
 
“Ieri in occasione dell’audizione della Decima Commissione del Senato non siamo andati a chiedere ulteriori incentivi per le rinnovabili, ma a proporre un percorso che, se fatto proprio da Governo e Parlamento, alla fine ridurrà di circa 1 miliardo di euro l’onere sulle bollette elettriche. Questo, principalmente mediante detrazioni fiscali, studiate in modo che la ricchezza prodotta dai nuovi impianti restituisca fiscalmente allo Stato i mancati introiti per la defiscalizzazione” . E' il parere di Gb Zorzoli, portavoce del Coordinamento Free, Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, che raggruppa 24 associazioni del settore.

Nel documento che Free ha illustrato, si racchiudono le proposte per ridurre il costo delle bollette elettriche: riduzione degli incentivi in cambio di interventi di detrazioni fiscali nella costruzione di nuovi impianti ad onere nullo per il bilancio pubblico; modifica del sistema di tariffa bioraria; la fine anticipata del regime Cip 6; la fine dei sussidi agli impianti ad olio combustibile; una rimodulazione degli aiuti alle imprese energivore; una revisione degli oneri fiscali che consenta di diminuire il costo per i consumatori.

mercoledì 2 ottobre 2013

Green economy, rifiuti, suolo: Orlando chiede 900 milioni di euro

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
 
Serviranno 900 milioni di euro al Ministero dell’Ambiente per adempiere ai suoi doveri. A renderlo noto è lo stesso ministro Andrea Orlando, che ha confermato come il suo dicastero abbia individuato tale somma sulla base di priorità quali ad esempio il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo e la risoluzione della procedura d’infrazione UE legata all’emergenza rifiuti campana.

Dello stanziamento chiesto dal Ministero dell’Ambiente in relazione alla Legge di Stabilità 2014 si specifica come 500 milioni di euro saranno destinati alla messa in sicurezza del suolo, 120 mln per l’emergenza rifiuti in Campania, 100 per la gestione e tutela delle risorse idriche nazionali, 80 per bonificare l’area della “Terra dei Fuochi” e 60 per la bonifica delle discariche abusive.

Ulteriori 35 milioni serviranno a finanziare il Fondo Qualità dell’Aria mentre ulteriori 8 per iniziative in relazione a Expo 2015, al semeste di Presidenza Europea e alla tutela della biodiversità. Un’assegnazione quella chiesta da Orlando al ministro dell’Economia Saccomanni che dovrebbe anche segnare un punto di svolta rispetto ai tagli subiti dal Ministero dell’Ambiente negli ultimi anni.

Tra le richieste anche lo sblocco delle risorse derivate dai risarcimenti per danni ambientali oltre alla riorganizzazione delle commissioni responsabili della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e della Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Importante secondo quanto riferito dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando anche il ruolo che potranno giocare le associazioni ambientaliste negli sviluppi delle trattative:

Nulla è cristallizzato in norme e quindi che il confronto con le associazioni è importante. Nella peggiore delle ipotesi consegneremo a un eventuale nuovo governo queste indicazioni di priorità e l’elaborazione normativa. In caso, spero, di prosieguo del lavoro, questa non è una proposta normativa pronta, ma una piattaforma di confronto.