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mercoledì 26 marzo 2014

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avverrà solo nel caso in cui l’Europa invii segnali forti e chiari ai mercati. Lo ha dichiarato il Comitato economico e sociale europeo (EESC) in occasione delle dichiarazioni rilasciate ieri ricordando che la trasformazione dovrà includere la forte espansione della generazione di energia da fonti rinnovabili e la sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone. Tutto questo sarà possibile solo grazie al supporto di un quadro normativo e di strumenti di mercato ad hoc, incluse tasse ambientali.

Strumenti di mercato che mirano a fissare un prezzo per le attività inquinanti per l’ambiente, in conformità con il “principio chi inquina paga” rivela i veri costi di produzione e di consumo premiando l’efficiena energetica e delle risorse e i comportamenti sostenibili.

“Al momento, l’uso di strumenti basati sul mercato nell’UE non è sufficientemente consistente e coerente. Gli Stati membri dell’UE non sfruttano appieno le opportunità che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in grado di offrire in termini di innovazione e modernizzazione dell’industria europea e di aumento dell’occupazione”, afferma Martin Siecker, relatore del parere dell’EESC sul tema Market-based instruments towards a resource-efficient and low-carbon economy in the EU.

“I prezzi dell’energia sono diventati una questione delicata a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica e sono percepiti come un peso piuttosto che parte della soluzione alla crisi finanziaria. Ma questo è lontano dalla verità però: l’utilizzo di strumenti basati sul mercato per promuovere la transizione verso una efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio non solo creano un’economia più verde, ma saranno anche in grado di sostenere la ripresa economica”, ha concluso Lutz Ribbe, co-relatore del parere dell’EESC.
Oggi l’Europa importa più di 500 miliardi di euro di gas e petrolio, in parte da regioni politicamente instabili. La sostituzione di importazioni di combustibili con energia a basse emissioni di carbonio generati nell’UE aumenterebbe la capacità di ripresa dell’economia europea e contribuirebbe a mantenere in forze i mercati dell’Europa. La riforma fiscale ambientale dovrebbe diventare parte integrante e permanente del semestre europeo, centrando l’adozione di adeguati prezzi per il carbonio nell’UE, ad un livello concordato a livello globale mentre particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla promozione dell’efficienza energetica.

giovedì 14 novembre 2013

Rinnovabili: dalle fonti pulite il 45% dell’energia mondiale nel 2035

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Le fonti di energia rinnovabile potrebbero arrivare a soddisfare circa il 40% del fabbisogno globale di energia nel 2035. Lo sostiene l’International Energy Agency (IEA) nell’edizione 2013 del World Energy Outlook (WEO-2013), precisando che per quella data la domanda energetica mondiale aumenterà di circa un terzo rispetto ai livelli odierni, soprattutto a causa delle accresciute richieste dei Paesi asiatici.
Per il peso delle rinnovabili aumenti, si legge nel WEO-2013, servirà un sistema accuratamente studiato di incentivi statali. Per sostenere il previsto livello di distribuzione delle fonti green, in particolare, i sussidi statali dovrebbero crescere dai 101 miliardi di dollari totali del 2012 a 220 miliardi nel 2035.

Nonostante la stima di crescita per le energie “pulite”, comunque, si prevede, le emissioni di CO2 legate all’energia aumenteranno del 20% entro il 2035, con il rischio di un aumento della temperatura media globale di 3,6 ° C, molto al di sopra del limite di 2 gradi fissato dalla comunità scientifica internazionale.

Al di là dell’incremento delle fonti rinnovabili, secondo la IEA nel 2035 i combustibili fossili copriranno ancora il 76% della domanda totale di energia (era l’82% del 2011) e, in particolare, il 57% di quella elettrica (contro il 68% del 2011). Spiega il direttore esecutivo dell’IEA, Maria van der Hoeven:

Grandi cambiamenti stanno emergendo nel mondo dell’energia, in tema di variazioni della domanda, sforzi di decarbonizzazione e scoperte tecnologiche. Abbiamo gli strumenti per affrontare tale cambiamento profondo del mercato.


Immediato il commento del WWF, secondo il quale il World Energy Outlook ribadisce la necessità di muoversi verso le energie rinnovabili per evitare ulteriori future emissioni di gas serra.

Per questo l’associazione ha chiesto ai Governi nazionali un segnale forte a favore di energie rinnovabili ed efficienza energetica, a cominciare dalla eliminazione degli incentivi per i combustibili fossili. Commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del Wwf Italia:

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, e la Aie è troppo ottimista circa le nuove fonti di energia come lo shale gas Abbiamo bisogno di lasciare più di due terzi di tutti i combustibili fossili esistenti nel sottosuolo per avere buone possibilità di evitare che il riscaldamento globale arrivi a livelli pericolosi.

martedì 11 giugno 2013

Emissioni di CO2 in aumento nel 2012, crescita record in Cina

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
 
 
 
Torna a crescere le emissioni di CO2 nel 2012. Questo è quanto diffuso nel rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (International Energy Agency o IEA), che registra l’andamento difforme tra le prestazioni di Paesi come la Cina, ancora il maggiore emettitore globale, e i ridimensionamenti ottenuti da Stati Uniti ed Europa.

Aumento globale di CO2 che secondo l’Agenzia Internazionale tocca quota +1,4%, equivalente a circa 31,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Nel suo “World Energy Ouylook” la IEA spiega come la responsabilità del 60% delle emissioni mondiali sia da imputare a Paesi non appartenenti all’OCSE, tra cui spicca per il suo contributo la Cina. Un contributo che tuttavia risulta inferiore rispetto agli anni passati, frutto del massiccio ricorso alle rinnovabili e di cambio nella gestione energetica nazionale.

Il bilancio IEA per l’andamento della produzione di CO2 negli Stati Uniti sembra invece del tutto positivo, con un abbassamento delle emissioni di circa 200 milioni di tonnellate. Una prestazione che riporta i dati USA indietro di quasi vent’anni e che sarebbe frutto del progressivo passaggio dell’economia statunitense dalla dipendenza dal carbone a quella dal gas.


L’Europa presenta invece una situazione molto particolare per quanto riguarda le emissioni di CO2 e la gestione energetica. Malgrado alcuni Stati abbiano incrementato l’utilizzo di carbone per alimentare le proprie centrali energetiche, sfruttandone la diffusione a basso costo, le emissioni europee si sono ridotte nel 2012 di 50 milioni di tonnellate. Il merito in questo caso va all’aumento diffuso del ricorso alle fonti rinnovabili, ai tetti imposti alle aziende e infine alla contrazione energetica imposta dalla crisi economica.

giovedì 15 novembre 2012

Eolico potrebbe coprire 12% elettricità entro 2020

Eolico potrebbe coprire 12% elettricità entro 2020

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
 
L’eolico garantirà il 12% del fabbisogno energetico entro il 2020. L’indicazione arriva dalla quarta edizione del Global Wind Energy Outlook (Gweo), dove si ipotizza per l’energia del vento un futuro decisamente roseo. Pale e rotori garantirebbero, se rispettate le previsioni, un apporto cinque volte quello attuale, oltre ad offrire opportunità di lavoro per almeno 1,4 milioni di persone.
Durante l’incontro promosso ieri da Greenpeace International e da Global Wind Energy Council a Pechino è emerso anche come la prevista crescita del settore eolico offrirebbe la possibilità di ridurre le emissioni di CO2 di almeno 1,5 miliardi di tonnellate.

A rendere particolarmente attrattiva questa tecnologia è anche la sua capacità di produrre energia senza consumare acqua, come accade solo con il fotovoltaico, garantendo quindi un risparmio anche per un bene destinato a diventare sempre più prezioso nei prossimi decenni. Una caratteristica che può fare dell’eolico una delle soluzioni rinnovabili di punta del futuro secondo Steve Sawyer, segretario generale del Global Wind Energy Council:

È chiaro che l’energia eolica giocherà un ruolo importante nel nostro futuro energetico. Ma perché l’eolico possa raggiungere il suo pieno potenziale, i governi devono agire rapidamente per affrontare la crisi climatica, finché siamo ancora tempo

Eolico che ha ottenuto già dati importanti nel 2011, quando si è attestato sui 240 GW installati. Nel 2012 le indicazioni preliminari riferiscono di altri 40 GW circa di potenza, con un potenziale previsto per il 2020 dall’IEA di 587 GW. Più contenute le previsioni presentate al GWEO, circa 759 GW di potenza totale. Dati che indicano la necessità di puntare in maniera più convinta sull’eolico secondo Sven Teske, esperto di energia di Greenpeace:

L’ingrediente più importante per il successo duraturo del settore eolico è una stabile politica a lungo termine. Scelta, questa, che lancerebbe un segnale chiaro agli investitori sulla visione dei governi riguardo al potenziale e alle dimensioni di questa tecnologia.

Il Global Wind Energy Outlook dimostra che, con un giusto sostegno politico, l’industria potrebbe impiegare 2,1 milioni di persone entro il 2020, triplicando il mercato annuale dell’eolico rispetto a oggi.