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mercoledì 26 marzo 2014

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avverrà solo nel caso in cui l’Europa invii segnali forti e chiari ai mercati. Lo ha dichiarato il Comitato economico e sociale europeo (EESC) in occasione delle dichiarazioni rilasciate ieri ricordando che la trasformazione dovrà includere la forte espansione della generazione di energia da fonti rinnovabili e la sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone. Tutto questo sarà possibile solo grazie al supporto di un quadro normativo e di strumenti di mercato ad hoc, incluse tasse ambientali.

Strumenti di mercato che mirano a fissare un prezzo per le attività inquinanti per l’ambiente, in conformità con il “principio chi inquina paga” rivela i veri costi di produzione e di consumo premiando l’efficiena energetica e delle risorse e i comportamenti sostenibili.

“Al momento, l’uso di strumenti basati sul mercato nell’UE non è sufficientemente consistente e coerente. Gli Stati membri dell’UE non sfruttano appieno le opportunità che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in grado di offrire in termini di innovazione e modernizzazione dell’industria europea e di aumento dell’occupazione”, afferma Martin Siecker, relatore del parere dell’EESC sul tema Market-based instruments towards a resource-efficient and low-carbon economy in the EU.

“I prezzi dell’energia sono diventati una questione delicata a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica e sono percepiti come un peso piuttosto che parte della soluzione alla crisi finanziaria. Ma questo è lontano dalla verità però: l’utilizzo di strumenti basati sul mercato per promuovere la transizione verso una efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio non solo creano un’economia più verde, ma saranno anche in grado di sostenere la ripresa economica”, ha concluso Lutz Ribbe, co-relatore del parere dell’EESC.
Oggi l’Europa importa più di 500 miliardi di euro di gas e petrolio, in parte da regioni politicamente instabili. La sostituzione di importazioni di combustibili con energia a basse emissioni di carbonio generati nell’UE aumenterebbe la capacità di ripresa dell’economia europea e contribuirebbe a mantenere in forze i mercati dell’Europa. La riforma fiscale ambientale dovrebbe diventare parte integrante e permanente del semestre europeo, centrando l’adozione di adeguati prezzi per il carbonio nell’UE, ad un livello concordato a livello globale mentre particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla promozione dell’efficienza energetica.

venerdì 24 gennaio 2014

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

Il semestre italiano all’Ue punta sulla riforma dell’Ets

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La riforma del mercato delle emissioni di carbonio (Ets) e la promozione dei carburanti “puliti” saranno al centro dell’attività del semestre italiano alla presidenza europea.

È quanto emerge dalla relazione programmatica 2014 della presidenza del Consiglio, in cui sono elencate le priorità che saranno affrontate a Bruxelles sotto la guida di Enrico Letta.

Nel documento è scritto che “senza un sistema Ets europeo solido gli Stati membri potrebbero essere indotti a orientarsi verso regolamentazioni alternative, frammentarie e più costose per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale”.

La relazione programmatica aggiunge che ''le incertezze dell'Ets dell'Ue compromettono significativamente la possibilità di collegarlo ai sistemi nascenti e di accrescere la liquidità del mercato. Al fine di ripristinare la fiducia nel mercato del carbonio è urgente una riforma strutturale dell'Ets dell'Ue''.
Il documento spiega anche che ''il governo sarà impegnato per favorire un'approvazione in seconda lettura delle proposte di modifica delle direttive sulla qualità della benzina e del combustibile diesel e sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili”.

venerdì 3 gennaio 2014

Ue: stop agli idrofluorocarburi

 Ue: stop agli idrofluorocarburi

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Gli idrofluorocarburi (Hfc), gas a effetto serra utilizzati nei sistemi di refrigerazione e di climatizzazione, saranno progressivamente eliminati all’interno dell’Unione Europea. Un compromesso fra i Governi e il Parlamento europeo è stato trovato lo scorso dicembre al termine di difficili negoziazioni durate diversi mesi.
L’accordo prevede una riduzione del 79% entro il 2030 nelle emissioni di questi gas, il cui potere di riscaldamento globale è in media 3.500 volte superiore a quello della CO2, il principale gas a effetto serra.
L’eliminazione dei Hfc è considerata una delle misure più rapide ed efficaci nella lotta contro il cambiamento climatico. La loro presenza nell’atmosfera è legata alle perdite negli apparecchi difettosi o giunti a fine vita e per i quali un corretto smaltimento non può essere garantito. Nei prossimi tre decenni è prevista una crescita di dieci volte delle emissioni di questi gas.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), l’eliminazione totale degli Hfc a livello mondiale potrebbe permettere di far diminuire la curva del riscaldamento di mezzo grado entro il 2050. Si tratta in totale di emissioni pari cento miliardi di tonnellate equivalenti di CO2, un valore dieci volte superiore a quelle considerate negli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

giovedì 28 novembre 2013

UE impone dazi sul vetro solare di provenienza cinese

UE impone dazi sul vetro solare di provenienza cinese

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
Riprende vigore la guerra commerciale tra Europa e Cina. L' Unione europea ha imposto dazi fino al 42,1% sul vetro solare importato dalla Cina con l'obiettivo di frenare la concorrenza dei produttori cinesi nei confronti di quelli del Vecchio Continente. Si tratta di tariffe indirizzate solamente al vetro utilizzato nella fabbricazione dei pannelli solari, che, però, a loro volta, sono al centro di due indagini per presunto anti-dumping da parte della Commission europea.

Nel 2012, gli esportatori cinesi di vetro solare hanno aumentato la propria quota di mercato UE (che, secondo la Commissione europea sul commercio, vale oggi circa 200 milioni di euro) al 28,8% , dal 6,2% del 2009. I dazi provvisorie vanno dal 17,1% al 42,1%, a seconda dell'esportatore. Ora sta ai singoli Governi dell'Unione europea scegliere se attivare o meno questi dazi per una durata di cinque anni, anche se l'entita definitiva di queste tariffe potrebbero cambiare ancora nei prossimi mesi.

martedì 19 novembre 2013

Costruire sostenibile, a rischio spreco 7 miliardi di euro dell’Ue

Costruire sostenibile, a rischio spreco 7 miliardi di euro dell’Ue

(Fonte:Edilportale.it-Paola Mammarella)



L’edilizia sostenibile può contare su 7 miliardi di euro, a patto che si riesca a mettere la riqualificazione degli edifici e l’innovazione al centro delle politiche dei prossimi anni. È questa la sintesi tracciata dal secondo rapporto congiunturale “Costruire il futuro, innovazione e sostenibilità nel settore edilizio” messo a punto da Legambiente e FilleaCgil e presentato ieri a Roma.
Costruire il futuro, innovazione e sostenibilità nel settore edilizio
Secondo il Rapporto, considerando le risorse della programmazione comunitaria 2014-2020 e i vincoli per la destinazione a interventi in materia di energia e clima e i cofinanziamenti, in Italia si possono mobilitare risorse pari a 7 miliardi di euro.

In questo modo, dagli incentivi per l'efficienza energetica e le ristrutturazioni verrebbero creati circa 600 mila posti di lavoro nel settore edile e un milione in tutta la filiera delle costruzioni.

A detta dell’associazione ambientalista e del sindacato, “sarebbe irresponsabile sprecare queste risorse perdendo l’occasione di riqualificare finalmente il patrimonio edilizio esistente con interventi per l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica, migliorando la qualità dell’abitare e dimezzando i consumi e le spese in bolletta per i cittadini”.

Perché la riqualificazione edilizia ed energetica faccia da volano della ripresa economica, il Rapporto spiega che dovrebbero essere coordinati gli interventi di riqualificazione delle aree urbane e metropolitane con la creazione di un Pon Città, cioè di un programma operativo nazionale finanziato dalla Commissione Europea con l'obiettivo di colmare il divario con le diverse realtà territoriali.,

Per migliorare la cabina di regia nazionale, associazione e sindacato sostengono che si dovrebbe superare la situazione attuale, caratterizzata da “una totale confusione di responsabilità rispetto a chi si debba occupare di efficienza energetica tra Ministero delle Infrastrutture, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell'Ambiente”.

Il rinnovamento è considerato necessario perché, come spiegato ieri durante la presentazione, “nessuno può seriamente sostenere che si possano recuperare quei livelli occupazionali ritornando semplicemente a fare quello che si faceva in Italia fino al 2008, ossia costruire nuove abitazioni al ritmo di 300mila all’anno, con oltretutto la beffa di non aver contribuito in alcun modo a dare risposta ai problemi di accesso alla casa e invece prodotto un rilevantissimo consumo di suolo”.

Per centrare gli obiettivi, secondo il rapporto di Legambiente e Fillea Cgil è necessario agire lungo tre linee direttrici:

Stabilire un criterio prestazionale per selezionare gli interventi di riqualificazione da finanziare e realizzare per cui potranno beneficiare delle risorse non interventi generici di riqualifica-zione ma solo quelli capaci di ridurre i consumi energetici certificati attraverso il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, evidenziando il salto di classe energetica realizzato.

Il Rapporto propone anche di escludere dal patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica in tutti i casi in cui è dimostrata la riduzione complessiva di spesa di gestione, di istituire un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati e di rendere obbligatorio il libretto di fabbricato per favorire la sicurezz antisismica.

Favorire gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio privato rendendo permanenti le detrazioni fiscali e allargandole al consolidamento antisismico degli edifici, ma anche reintroducendo gli incentivi per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici.

Innovare gli interventi urbani trovando il modo di intervenire sui condomini e introducendo un nuovo incentivo per promuovere interventi di retrofitting e messa in sicurezza di interi edifici.

Una necessità analoga è stata espressa da Legambiente e Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nel documento Efficienza energetica in edilizia: dalle promesse ai cantieri.

giovedì 7 novembre 2013

FER: Assorinnovabili a confronto con gli europarlamentari

FER: Assorinnovabili a confronto con gli europarlamentari

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Come favorire lo sviluppo delle rinnovabili sia rispetto ai target 2020 sia verso il 2030. Questo il tema dell’evento organizzato a Bruxelles da AssoRinnovabili nell’ambito del progetto europeo Keep on Track! di cui l’associazione è partner.
Alla tavola rotonda, in cui è emerso come l’Italia stia rispettando in pieno gli impegni presi con l’Europa in tema di energia rinnovabile, hanno partecipato il Presidente, Agostino Re Rebaudengo, le europarlamentari Amalia Sartori e Patrizia Toia, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’Industria, la Ricerca e l’Energia e Giulio Volpi della DG Energia della Commissione Europea. Il dibattito è stato introdotto da un approfondimento sulle sfide che le imprese del settore dovranno affrontare nei prossimi anni tenuto da Alessandro Marangoni, docente dell’Università Bocconi.

Molti gli spunti d’interesse. Come rimarcato in diversi interventi, l’Unione Europea deve avere una politica comune sul tema dell’energia a partire dalla creazione di un mercato unico. Il pacchetto 20-20-20 ne è un primo esempio di successo, che ha permesso una riduzione del costo delle tecnologie rinnovabili e una maggiore indipendenza energetica dell’Europa. “Riteniamo che i target per le rinnovabili e l’efficienza energetica – ha spiegato Re Rebaudengo – debbano essere sfidanti anche per il 2030, puntando su nuove tecnologie green e correggendo le imperfezioni negli schemi d’incentivazione, come la Commissione ha iniziato a fare con le guidelines emanate proprio poche ore prima del nostro evento.”

martedì 29 ottobre 2013

Rinnovabili: 13 ministri dell’ambiente chiedono all’UE più ambizione

Rinnovabili: 13 ministri dell’ambiente chiedono all’UE più ambizione

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I Ministri dell’ambiente e dell’energia di 13 paesi dell’Unione europea hanno unito le forze per chiedere al blocco di concordare norme di riduzione delle emissioni più ambiziose per il prossimo decennio. In un documento di 40 pagine pubblicato in occasione di una conferenza a Bruxelles, i tredici politici, insieme a diversi leader del mondo del business, spiegano perché Bruxelles dovrebbe riformare la struttura del proprio Emissions Trading System (ETS) e adottare per il 2030 importanti obiettivi energetici e climatici, prerequisito ritenuto essenziale per creare un’economia a basso tenore di carbonio e per stimolare gli investimenti.

Il gruppo dei ministri, battezzato Green Growth Group e in cui rientrano tra gli altro quelli di Germania, Francia e Italia, sta lavorando insieme al fine promuovere e perseguire un ambizioso programma dedicato alla crescita verde. “La posta in gioco è alta”, ha commentato durante la conferenza il segretario britannico all’energia e cambiamenti climatci Ed Davey. “Se non agiamo ora, potremmo davvero perdere questa corsa verso l’obiettivo del low carbon”. L’appello è indirizzato ai funzionari europei in questi giorni alle prese con la stesura del quadro strategico 2030 e la revisione del mercato del carbonio europeo dopo il clamoroso crollo dei prezzi delle quote di CO2. L’obiettivo della regione è quello di riuscir a conciliare le proprie ambizioni di leader nella lotta globale contro il cambiamento climatico con gli sforzi finalizzati alla ripresa dell’economia comunitaria.

mercoledì 16 ottobre 2013

Infrastrutture energetiche: UE stila elenco di 250 progetti

Infrastrutture energetiche: UE stila elenco di 250 progetti 

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Si tratta di un elenco di progetti preselezionati per beneficiare di un fondo complessivo di 5,8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020

La Commissione europea ha individuato ieri un elenco di circa 250 importanti progetti di infrastrutture energetiche transeuropee. Questi "progetti di interesse comune" potranno beneficiare di procedure di autorizzazione accelerate e agevolate per poter avere accesso a un fondo di finanziamenti pari a 5,85 miliardi di euro per il periodo 2014-20 . Questo li aiuterà a ottenere implementate velocemente e renderli più attraenti per gli investitori . Una volta completati, questi progetti aiuteranno gli Stati membri a integrare i propri mercati energetici, permettendo loro di diversificare le proprie fonti di energia e contribuendo a porre fine all'isolamento energetico di alcuni di essi. Queste nuove reti transnazionali potranno gestire meglio i flussi di energia prodotta con le fonti rinnovabili, contribuendo, di conseguenza alla riduzione delle emissioni di CO2 in tutto il Vecchio Continente.

"Dobbiamo fare in modo che i nostri fondi limitati siano usati con saggezza e che il denaro dell'UE vada dove può creare la maggior parte dei benefici per i consumatori - ha detto Commissario europeo per l'energia Günther Oettinger - con questo elenco di progetti di infrastrutture energetiche e con i conseguenti benefici, speriamo anche di attrarre più investitori". L'elenco comprende fino a 140 progetti nel settore della trasmissione e stoccaggio di energia elettrica e circa 100 progetti di trasporto di gas. La Commissione seguirà da vicino le operazioni di concessione delle autorizzazioni e delle procedure di agevolazione, nonchè la realizzazione dei progetti stessi. L'elenco dei progetti di interesse comune sarà aggiornato ogni due anni con l'obiettivo di integrarne di nuovi e rimuovere quelli obsoleti .

giovedì 10 ottobre 2013

Shale gas: UE renderà obbligatoria Valutazione Impatto Ambientale

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
 
Il Parlamento europeo ha approvato lo schema della nuova direttiva sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che riguarda anche il gas di scisto e dovrà entrare in vigore entro il 2016. Adesso il provvedimento dovrà essere oggetto di negoziati con Consiglio e Commissione UE, affidati al suo relatore Andrea Zanoni.

La proposta di Direttiva è stata accolta dall’europarlamento con 339 voti favorevoli e 293 contrari. Il documento prevede che la nuova VIA sia applicata a circa 200 tipologie di progetti pubblici e privati, dai ponti alle autostrade, dai porti alle discariche di rifiuti, fino agli allevamenti intensivi di pollame o suini. Si tratta della quarta modifica, la prima sostanziale, in materia di Valutazione di Impatto Ambientale in 28 anni di applicazione di questa procedura. Ha commentato Zanoni:

È un giorno storico per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini in Europa. Abbiamo sconfitto la lobby delle industrie che inquinano di più e approvato una direttiva sulla VIA che tutelerà più l’ambiente e i cittadini. Abbiamo compiuto un passo storico verso una maggiore tutela ambientale in Europa nel contesto della realizzazione delle grandi infrastrutture, che troppo spesso vengono realizzate con poco se non scarso rispetto dell’ambiente.

Il nuovo testo, in particolare, prevede un maggior coinvolgimento dei cittadini e introduce la VIA obbligatoria per il gas di scisto. A questo proposito la Direttiva include nell’allegato I (obbligatorietà di Valutazione d’Impatto Ambientale VIA), sia per quanto riguarda l’estrazione che l’esplorazione, i cosiddetti “idrocarburi non convenzionali”: shale gas, ma anche gas naturale da giacimenti di carbone.

Oltre al gas di scisto, lo schema di normativa estende l’obbligo di VIA alle demolizioni di precedenti strutture, alla realizzazione di parchi a tema (acquatici, parchi divertimento, delfinari ecc,), di campi da golf su terreni aridi e cave per estrazione dell’oro.

Tra le altre novità Strasburgo ha introdotto l’obbligo di indipendenza assoluta del committente rispetto all’autorità competente, un fatto al momento non sempre scontato, soprattutto quando il committente è un soggetto pubblico. Prevista inoltre la maggiore diffusione di informazioni sui rischi per la salute presso la popolazione coinvolta dal progetto interessato dalla VIA, oltre che alle eventuali ripercussioni sul paesaggio e sul patrimonio storico-artistico.

Eliminata, inoltre, la possibilità per i Paesi membri di concedere deroghe speciali a determinati progetti (le uniche eccezioni restano le opere motivate con ragioni di sicurezza pubblica). Previsti infine un maggiore coinvolgimento dei cittadini e sanzioni più dissuasive in caso di violazione delle norme in materia di VIA.

Ora il relatore inizierà i negoziati con le altre istituzioni europee. L’iter di approvazione della proposta di direttiva da parte dell’Europarlamento è stato rallentato dall’opposizione del blocco più conservatore dell’Aula, composto dalle destre e dai popolari.

venerdì 20 settembre 2013

Rinnovabili al 2030, l’industria Ue chiede a Bruxelles target vincolanti

Rinnovabili al 2030, l’industria Ue chiede a Bruxelles target vincolanti

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
Il 2020 si avvicina e con questa data si fa sempre più prossima la scadenza della strategia europea su energia e clima. Mentre l’esecutivo europeo è impegnato a discutere del quadro normativo che dovrà accompagnare i Ventotto fino al 2030, il settore delle rinnovabili europee fa squadra per mandare un messaggio unanime all’indirizzo dei decisori politici. EPIA, EWEA, ESTIF, insieme con altre 60 imprese e le associazioni di settore, hanno co-firmato una lettera aperta rivolta ai ministri europei dell’Energia, al commissario per l’Energia e al commissario per il Clima in cui si chiede che la nuova road map per il 2030 si basi su strumenti e obiettivi che si rafforzino reciprocamente.

Il nuovo quadro su clima ed energia attualmente in discussione – sottolineano le associazioni – dovrebbe riportare un obiettivo giuridicamente vincolante sulle energie rinnovabili e presentare un assetto normativo, per i prossimi anni, capace di contribuire a ridurre i costi attuali della de-carbonizzazione, contribuendo a proteggere l’ambiente e facilitando la creazione di nuovi posti di lavoro.

“La transizione verso un’economia sostenibile è una straordinaria occasione per rilanciare la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro, garantendo al contempo la tutela dell’ambiente”, si legge nella missiva. “Con il pacchetto ’20-20-20′, l’UE ha stabilito una chiara direzione per la sua politica energetica e climatica fino al 2020. Tuttavia, il 2030 è già alle porte. Considerati i lunghi cicli di investimento nel settore energetico e il fatto che le decisioni di investimento nei mercati liberalizzati dell’energia dell’UE dipendono fortemente l’affidabilità, è necessaria certezza del quadro normativo dei prossimi 17 anni”.

mercoledì 7 agosto 2013

Niente dazi UE nell’inchiesta antisussidi sul fotovoltaico cinese

Niente dazi UE nell’inchiesta antisussidi sul fotovoltaico cinese

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
 
La Commissione Europea non imporrà nuovi dazi provvisori su pannelli fotovoltaici, celle solari e wafer importati dalla Repubblica popolare cinese, nel quadro del procedimento anti-sovvenzioni avviato da Bruxelles lo scorso 8 novembre 2012. E’ quanto fa sapere oggi l’Esecutivo europeo confermando tuttavia che l’inchiesta sulle presunti sussidi concessi da Pechino alla propria industria del fotovoltaico continuerà ad essere condotta in parallelo con quella antidumping su cui si sono stati puntati i riflettori fino a ieri.

Questa seconda indagine si deve alla denuncia presentata il 26 settembre 2012 da UE ProSun, associazione che rappresenta oltre 20 aziende europee produttrici di pannelli solari e componentistica, che allora aveva presentato elementi sufficienti a dimostrare l’esistenza sia dei sussidi statali da parte del governo della Cina, che del pregiudizio subito dal mercato comunitario.
Prima di imporre misure punitive infatti, la Commissione si prenderà nove mesi di tempo al fine di giungere a conclusioni definitive entro le fine di quest’anno. Poiché il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione è stato rimosso nella fase preliminare, grazie alle misure antidumping provvisorie e gli impegni cinesi sui prezzi dei prodotti, l’Esecutivo Ue fa sapere che tale decisione non avrà alcun impatto sulla protezione dell’industria europea contro le pratiche commerciali sleali.

Una volta che la Commissione avrà completato le proprie analisi riguardante il caso antidumping e quello sulle sovvenzioni governative, i risultati saranno comunicati a tutte le parti interessate per dovuti i commenti. Dopo un approfondito esame delle osservazioni, Bruxelles pubblicherà i risultati definitivi in ​​entrambe le inchieste. Il termine per l’istituzione di dazi definitivi in ​​entrambi i casi è di 5 dicembre 2013.

lunedì 5 agosto 2013

Accordo Ue-Cina sui moduli in vigore da domani

 Accordo Ue-Cina sui moduli in vigore da domani

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
 
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale Europea la Decisione della Commissione Ue di accettare l'impegno offerto dalla Repubblica Popolare cinese per sedare la disputa commerciale tra Ue e produttori FV cinesi

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale Europea la Decisione della Commissione europea sul Commercio di accettare l'impegno offerto dalla Cina in relazione al procedimento antidumping relativo alle importazioni di moduli fotovoltaici in silicio cristallino e delle relative componenti essenziali (celle e wafer) originari o fabbricati innella Repubblica Popolare cinese. Pertanto, da domasni, martedì 6 agosto, entrerà ufficialmente in vigore l'accordo, che, nelle intenzioni del Commissario Ue Karel De Gucht, dovrebbe risolvere con successo la disputa commerciale sul dumping cinese nel settore del fotovoltaico. Nonostante i termini dell’accordo non siano stati resi espliciti dal testo dell Decisione della Commissione UE, secondo la stampa internazionale, il livello di prezzi minimi offerto dai cinesi, nonché il volume massimo delle esportazioni annuali, dovrebbero essere rispettivamente di 57 eurocents per i moduli e 7 GW per le quantità.Decisioni, che faranno discutere.

mercoledì 26 giugno 2013

UE, inaugurato Esti per sperimentare celle e pannelli solari

UE, inaugurato Esti per sperimentare celle e pannelli solari

(Fonte:InfoBuildEnergia.it)
 
 
 
 
Sono stati inaugurati nuovi i laboratori di ricerca presso presso l'European Solar Test Installation (ESTI) a supporto delle tecnologie solari nell'Unione europea.

I rinnovati laboratori permettono ad ESTI di valutare le prestazioni di nuovi e più avanzati dispositivi fotovoltaici (FV), effettuare ricerca prenormativa e fornire un aiuto a sviluppare nuovi standard internazionali nel settore. Il fotovoltaico riveste infatti un'importanza strategica nel settore delle energie rinnovabili competitive e offre un potenziale di riduzione dei costi e incremento di efficienza a lungo termine (dall'attuale 14% di efficienza delle celle FV ad oltre il 60%). ESTI è un laboratorio di riferimento impegnato nella verifica dei risultati tecnologici e nel facilitare i progetti Europei di Ricerca e Sviluppo in quest'area a tradursi in prodotti commerciali.

Un investimento di tre milioni di Euro in apparecchiature e tecnologie permetteranno ad ESTI di tenere il passo con il mercato del FV in rapida evoluzione e di renderlo in grado di rispondere alle future richieste legate alla standardizzazione.

Le nuove capacità includono, per esempio, la taratura della potenza per i film sottili, il FV a concentrazione o il FV organico, che contribuiranno allo sviluppo dell'innovazione delle tecnologie FV nell'UE. Più in dettaglio, queste nuove apparecchiature permettono la verifica, iniziale e a lungo termine, delle prestazioni di questi nuovi prototipi e prodotti fotovoltaici.

ESTI è un laboratorio di riferimento per la verifica della potenza ed energia generata da dispositivi fotovoltaici. Comprende installazioni al coperto ed in campo che permettono non solo la valutazione energetica ma anche studi sul tempo di vita e l'invecchiamento delle celle solari in condizioni reali di funzionamento.

Il suo ruolo è di diffondere un sistema di comparabilità delle misure sui dispositivi FV attraverso la produzione e la disseminazione di metodi validati, le misure di riferimento, i confronti inter laboratorio e la formazione. ESTI fornisce servizi di taratura gratuiti di dispositivi FV di riferimento per laboratori nazionali e anche tarature a pagamento per l'industria FV. In questo modo gli utenti possono riferire le loro misure di irradianza direttamente al Sistema Internazionale di misura (SI).

Su richiesta, ESTI può verificare tecnologie sviluppate nell'ambito dei progtecnologie solarietti Europei.

Assieme alle Istituzioni Nazionali e all'industri, ESTI svolge ricerche allo scopo di sviluppare nuovi e migliori standard per le prestazioni e l'affidabilità delle tecnologie innovative. Ha già ricoperto un ruolo importante nello sviluppo del corpo di norme oggi in vigore nel campo FV, aiutando così a sviluppare un mercato Europeo trasparente e competitivo nel fotovoltaico.

venerdì 26 aprile 2013

Si ferma il calo dei prezzi del fotovoltaico?

 Si ferma il calo dei prezzi del fotovoltaico?

 (Fonte:QualEnergia.it)




È al prima volta che succede negli ultimi quattro anni: da gennaio 2009 il prezzo dei moduli fotovoltaici era sceso senza soluzione di continuità, addirittura dimezzato nell'ultimo anno e mezzo. A marzo il prezzo medio di vendita dei moduli cinesi sul mercato europeo è cresciuto del 4%. La previsione, emerge dall'ultima edizione del iSuppli PV Module Price Tracker di IHS, è che l'aumento prosegua nei prossimi mesi. Entro fine maggio, secondo al società di consulenza, i prezzi saliranno del 5-6% rispetto a quelli rilevati a marzo, toccando gli 0,69 $/W, cioè 0,53 euro/W. Un aumento che tra l'altro riguarda i moduli FV di tutti i livelli di qualità provenienti dal gigante asiatico.

Le cause di questa inversione di tendenza, spiegano da IHS, sono diverse. Una è che inizia ad attenuarsi quella crisi da oversupply che portava i produttori a vendere sotto prezzo pur di restare vivi; si è cioè parzialmente corretto lo squilibrio rispetto all'offerta.

Un'altra è l'ombra delle possibili misure antidumping che l'UE potrebbe imporre sui prodotti cinesi. Nell'ambito del procedimento antidumping in corso dal 6 marzo l'Unione Europea ha imposto la registrazione obbligatoria di moduli, celle e wafer made in China e di conseguenza, spiegano gli analisti, mercati importanti come la Germania e la Gran Bretagna hanno sofferto una carenza di moduli. Molti fornitori cinesi stanno tagliando le spedizioni in Europa in attesa della decisone preliminare sulle misure antidumping che l'UE prenderà in via preliminare a giugno. Come sappiamo infatti misure antidumping provvisorie sul FV cinese potranno essere applicate già a partire da quel mese e altri dazi antisubsidies entro agosto (mentre le misure definitive potrebbero arrivare entro dicembre 2013) e questi provvedimenti avrebbero un effetto retroattivo sulle importazioni registrate a partire da marzo 2013.

A far salire il prezzo dei moduli cinesi poi c'è la crescente fame del mercato interno: sembra che l'annunciato taglio della tariffa feed-in cinese sarà meno consistente di quel che si pensava e ci si aspetta che Pechino riveda al rialzo per l'ennesima volta il suo obiettivo sul fotovoltaico. Tutti elementi che spingeranno verso l'alto il prezzo dei moduli cinesi in Europa, con un riflesso sul prezzo dei moduli a livello mondiale.

"Per anni, i produttori di moduli FV si sono misurati con condizioni di mercato che impedivano ogni profitto, caratterizzate da eccesso di offerta e prezzi in caduta libera – commenta Glenn Gu, senior analyst di IHS – ora con segnali chiari che lo squilibrio tra domanda e offerta si sta correggendo, i prezzi hanno smesso di scendere e iniziato a salire.”

Insomma, quello descritto da IHS è chiaramente un primo segnale di sollievo per l'industria del fotovoltaico. Anche se va detto che difficilmente una ripresa arriverà prima del 2014-2015. Se infatti la domanda nei mercati emergenti, Cina in testa, sta compensando la contrazione del mercato europeo (e italiano), la capacità produttiva resta ancora troppo alta: circa 45 GW rispetto ad una domanda che per il 2013 si prevede arrivi a 35 GW (è stata di 31,5 GW nel 2012). L'ultima stima di un'altra società di consulenza, NPD Solarbuzz, ad esempio, prevede ancora tempi duri per il 2013 con una riduzione del fatturato del 20%, dai 25,5 miliardi di dollari del 2012 a 20,5 miliardi, mentre ritiene possibile una ripresa per il 2015 fino ad arrivare a 32 miliardi all'anno al 2017.