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martedì 13 maggio 2014

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I tecnici hanno appena finito di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della Casa Bianca, realizzando un progetto del presidente Obama, che vuole essere di esempio per il popolo americano rendendo ecologica e tecnologicamente avanzata la sua dimora. Il proposito era stato annunciato già nel 2010, ma solo alla fine del 2013 è stato realizzato.
Anche se per motivi di sicurezza non è stato dichiarato il costo e il numero dei pannelli, si sa che produrranno 6,3 kW di energia elettrica sottoposti a luce diretta e che sono stati installati su supporti metallici assicurati al tetto mediante colla epossidica.

Obama vuole essere d’esempio per sensibilizzare le famiglie americane sull’importanza dell’indipendenza energetica dagli altri stati e la riduzione delle emissioni responsabili del riscaldamento globale.
La convenienza oltre che ambientale e politica è anche economica, infatti in soli 8 anni, due mandati presidenziali, i pannelli ripagheranno la spesa per l’acquisto e l’installazione.

“Essendo alla Casa Bianca, abbiamo alcuni problemi di sicurezza. Non è stato possibile coprire l’intero tetto, anche se dal punto di vista del risparmio energetico sarebbe conveniente” spiega James Doherty, usciere della Casa Bianca.

Nonostante l’impegno del presidente per lanciare un messaggio virtuoso, gli ecologisti americani trovano questo intervento tardivo, il gruppo ambientalista 350.org ha trovato il progetto significativo ma anche tristemente in ritardo.
Bill McKibben, scrittore, giornalista e attivista del gruppo, dichiara sarcasticamente: “Con questo ritmo risolveremo il problema del riscaldamento globale quando saremo già 30 metri sott’acqua”.

Barack Obama non è il primo ad aver scelto le energie rinnovabili per il palazzo presidenziale, Jimmy Carter spese 30 mila dollari per un impianto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua negli anni ’70 per gli uffici dell’aula ovest, ma l’impianto fu dismesso 7 anni dopo dal suo successore Ronald Reagan quando si trasferì alla Casa Bianca. George W. Bush installò pannelli solari su alcuni edifici secondari del palazzo e per ottenere acqua calda per la piscina.

lunedì 31 marzo 2014

Torna l’ora legale, tra risparmio e piccoli disturbi di salute

(Fonte: GreenStyle.it- Marco Grigis)
 
 
Alle 2 di questa notte le lancette dell’orologio balzeranno un’ora in avanti: torna l’ora legale e, nonostante si dormirà meno, i vantaggi in termini di risparmio energetico saranno davvero importanti. Questo perché la luce naturale del Sole sarà disponibile fino alla serata inoltrata, rendendo così parzialmente inutile il ricorso all’illuminazione artificiale. Ma quali sono i consumi e, non ultimo, come abituare il corpo in fretta al cambiamento?

I vantaggi dall’introduzione dell’ora legale sono molteplici, così come ricorda Terna in una nota. Nei prossimi 7 mesi – l’ora solare tornerà infatti a fine ottobre – si stima un risparmio pari a 556,7 milioni di kilowattora, pari al fabbisogno medio annuale di circa 220.000 famiglie. Considerato poi il costo medio di 16,6 centesimi per ogni kilowattora, si ipotizza per il 2014 un taglio di ben 92,6 milioni di euro dalla spesa energetica dei cittadini. Dal 2004 al 2013, inoltre, l’Italia ha salvato ben 6,6 miliardi di kilowattora complessivi, pari a 950 milioni di euro. Il maggior risparmio si registra alle estremità di questa finestra: ad aprile, quando si allunga la disponibilità della luce naturale, e in ottobre, quando le giornate iniziano a raggiungere il loro minimo. Questo perché si ritarda il ricorso all’illuminazione artificiale con le attività lavorative già in corso, mentre in estate l’effetto è più ridotto considerato come le ore di Sole siano normalmente già abbondanti.

L’arrivo dell’ora legale, però, potrebbe causare piccoli disturbi fra i più restii al cambiamento, sebbene gli esperti abbiano già spiegato come – almeno a livello di bioritmi – lo spostamento delle proprie abitudini non causi particolari problemi d’adattamento. Fra i sintomi transitori più lamentati i disturbi del sonno, facilmente risolvibili con un bagno caldo, 30 minuti di meditazione oppure con le sempre valide tisane calmanti, come camomilla, melissa, malva e passiflora. Oltre al riposo, potrebbero verificarsi piccoli fastidi legati all’alimentazione: con lo spostamento delle lancette un’ora in avanti, infatti, si potrebbe avvertire inappetenza dato l’anticipo dei pasti. La soluzione più facile è quella di abituare il corpo lentamente, anticipando di qualche minuto – l’ideale è 15 al giorno – l’orario di ogni pasto sin dalla colazione, fino a far combaciare il bioritmo con l’ora legale. Particolare attenzione infine ai bambini, che potrebbero apparire più nervosi del solito, e anche agli animali domestici. Sia il cane che il gatto hanno bisogno di qualche giorno d’adattamento, quindi si posticipi leggermente l’orario di pappa e passeggiata al parco così da non turbare il loro orologio biologico.

sabato 14 settembre 2013

Clima, energia e crisi: la posta in gioco sull'obiettivo Ue 2030

Clima, energia e crisi: la posta in gioco sull'obiettivo Ue 2030

(Fonte:QualEnergia.it-Mauro Albrizio e Francesco Ferrante)
 
 
 
 
I prossimi mesi saranno cruciali per la definizione del futuro quadro strategico europeo post-2020 su clima ed energia. I governi nazionali sono chiamati a fare le prime scelte sulla base del Libro Verde della Commissione, che traccia le possibili politiche comunitarie al 2030, in preparazione delle proposte legislative previste entro la fine dell’anno e delle decisioni da prendere al Consiglio europeo del prossimo marzo 2014.

In Europa la strada è tracciata: l’urgenza dei cambiamenti climatici in corso esige la necessità di obiettivi europei ambiziosi, coerenti e legalmente vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas-serra, per la crescita delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. L’Unione europea, secondo recenti studi, entro il 2030 deve raggiungere almeno il 55% di riduzione delle emissioni per contribuire a evitare la crisi climatica. E per una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio, l'Europa entro il 2030 deve nello stesso tempo raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%.

Obiettivi che il nostro governo dovrebbe sostenere con forza perché peraltro qui si gioca anche la possibile competition a livello globale. Il quadro di riferimento per il 2030 deve riflettere l’urgente bisogno di una forte azione contro i mutamenti climatici in corso. Come evidenziano persino i recenti rapporti della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, le nostre economie saranno fortemente colpite se saranno adottate politiche climatiche ed energetiche insufficienti a fronteggiare i cambiamenti climatici in corso, e invece potranno avere rilevanti benefici da politiche che imbocchino con decisione ed efficacia la strada dell’innovazione e del low carbon.

Per questo occorre un approccio coerente e ambizioso che richiede obiettivi legalmente vincolanti sia per la riduzione delle emissioni di gas-serra, che per le rinnovabili e l’efficienza energetica. Il solo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra non è sufficiente a stimolare i necessari investimenti per le rinnovabili e l’efficienza energetica. Qui si gioca una partita fondamentale e sarebbe davvero importante che per una volta nel Governo italiano prevalesse la linea più responsabile e avanzata rappresentata dal Ministero dell’Ambiente e non, come purtroppo troppo spesso accade, quella del Ministero dello Sviluppo Economico condizionata da quella parte di industria più arretrata e refrattaria all’innovazione.

Per raggiungere gli obiettivi climatici europei è infatti indispensabile una forte trasformazione del sistema energetico con una significativa aumento dell’efficienza e una forte espansione delle fonti rinnovabili. Il livello di ambizione degli obiettivi climatici ed energetici deve essere coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas-serra di almeno il 95% al 2050, con una condivisione degli impegni di riduzione a livello nazionale fondata sulle possibilità dei singoli Stati membri. Per questo sarebbe indispensabile un ruolo attivo dell’Italia per assicurare che l’obiettivo di efficienza energetica, insieme a quelli per la riduzione delle emissioni e per le rinnovabili, sia legalmente vincolante.

Il processo verso un’economia europea a basse emissioni di carbonio può creare nuove opportunità economiche dal punto di vista dell’occupazione, dell’innovazione e dello sviluppo di tecnologie pulite.

L’Europa ha il più grande deficit commerciale al mondo per quanto riguarda l’energia. Lo scorso anno ammontava a ben 423 miliardi di euro. Secondo recenti analisi è possibile ridurre al 2030 il consumo di combustibili fossili di 550 Mtep. Solo con il risparmio energetico si può ridurre il deficit di ben 239 miliardi di euro entro il 2030.

Un contributo importante può venire anche dal settore delle rinnovabili. Grazie al raggiungimento dell’attuale obiettivo legalmente vincolante del 20% si prevede un incremento netto del PIL europeo dello 0.25% al 2020 e dello 0.45% passando al 45% al 2030. Con un impatto occupazionale rilevante. Dagli attuali 1.2 milioni di occupati si passa a 2.7 milioni nel 2020 e 4.4 milioni nel 2030.

Insomma, come abbiamo detto tante volte, politiche efficaci contro i cambiamenti climatici, di sostegno alle rinnovabili e all’efficienza non solo comporterebbero una riduzione delle emissioni e una maggior tutela dell’ambiente e della salute, ma sarebbero anche la via migliore per affrontare la crisi economica.

giovedì 29 agosto 2013

Rivoluzione lampadine dal primo settembre

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Grigis)

Dal primo settembre il mondo delle lampadine si rivoluziona. Entra infatti in vigore il nuovo regolamento europeo N. 874/2012, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che impone una nuova etichettatura per i prodotti dell’illuminazione, per una migliore informazione fornita al consumatore e un maggiore impegno nel rispetto dell’ambiente.

La nuova etichetta per le lampadine, che potrà essere stampata sia in versione a colori che monocromo, indicherà il nome e il marchio del produttore, l’identificazione del prodotto, la classe energetica e il consumo ponderato di energia. L’ormai nota classificazione si rinnova introducendo una scala da A+++ (altamente efficiente) a E (scarsamente efficiente). La graduatoria verrà stabilita tramite l’analisi del consumo energetico in watt rapportata alla misurazione della luce emessa in lumen. Il consumo ponderato, invece, è calcolato su base annua con una casistica di riferimento espressa in kWh/1000h. Il nuovo sistema di catalogazione, inoltre, viene ora esteso anche a tutti quei prodotti esclusi dalla precedente normativa, come le lampade direzionali, le alogene a bassa tensione e le LED di ultima generazione.

Per aiutare i consumatori a districarsi nel nuovo universo delle lampadine, l’Associazione nazionale produttori illuminazione e Confindustria Anie hanno previsto l’introduzione di un sito web – LampadinaGiusta.it – con guide e informazioni al corretto acquisto. Così spiega Aristide Stucchi, presidente Assil:

Per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di emissioni di gas serra nell’atmosfera, previsti dal pacchetto clima-energia adottato dalla Commissione Europea, l’industria dell’illuminazione in questi anni ha considerevolmente investito in innovazione tecnologica. [...] Grazie ai miglioramenti in termini di efficienza energetica garantiti dalle nuove tecnologie delle sorgenti luminose, il nostro settore ha portato il proprio importante contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.


In definitiva, tra pochissimi giorni sarà molto più semplice scegliere il tipo di illuminazione casalinga che meno pesa sull’ambiente e sui consumi energetici, così come risulterà più agevole calcolare l’impatto sulla bolletta elettrica della lampadina nel lungo periodo. Un’occasione importante, allora, per sostituire tanti punti luce di vecchia generazione ancora presenti nelle case, in funzione da anni e di cui ci si dimentica la necessità di sostituzione.

mercoledì 24 luglio 2013

Risparmio energetico: due bandi da 75 mln per il Lazio

Risparmio energetico: due bandi da 75 mln per il Lazio

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
La Regione lancia due nuovi bandi per imprese e enti locali per lo sviluppo di rinnovabili e la diffusione dell'efficienza energetica.
La Regione è al lavoro per la diffusione dell'efficienza energetica e per lo sviluppo delle energie rinnovabili con due bandi per le imprese e gi enti locali per un totale di 75 milioni di euro. Nello specifico, sono stati stanziati 50 milioni di euro per le piccole e medie imprese, che potranno ottenere finanziamenti per adeguare gli impianti e realizzare strutture che favoriscano il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili. I finanziamenti potranno coprire fino al 100% delle spese ammissibili, per interventi a partire da un minimo di 100mila fino a un massimo di 5 milioni di euro. Scadenza: il 30 giugno 2014

Altri 25 milioni di euro saranno poi stanziati per un secondo bando rivolto agli enti pubblici proprietari di immobili sul territorio. Anche in questo caso saranno finanziati progetti che puntino al risparmio energetico e all'utilizzo di energie rinnovabili. Potranno accedere a questo tutti i Comuni e le Province del Lazio, i Consorzi di Bonifica, gli enti gestori di aree naturali protette regionali, le Ipab e le Ater. Scadenza: il 30 settembre 2013. "A ottobre terremo gli stati generali per lo sviluppo sostenibile – ha spiegato il presidente, Nicola Zingaretti - una due giorni di incontri e progetti in cui presenteremo l'Agenda verde del Lazio. Per una grande sfida: utilizzare la programmazione dei fondi Ue 2014-2020 per un nuovo modello di sviluppo che 
dovrà partire dalla green economy per trasformare la nostra Regione”.

venerdì 28 giugno 2013

Obbligo di APE per vendite e nuove locazioni all’esame del Senato

Obbligo di APE per vendite e nuove locazioni all’esame del Senato

(Fonte: Edilportale.it-Rossella Calabrese)



Prosegue l’esame in Senato del ddl di conversione del DL 63/2013 che recepisce la Direttiva 2010/31/UE sul rendimento energetico degli edifici e proroga le detrazioni fiscali del 50% e del 65% per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica.

Relativamente alle norme per il rendimento energetico degli edifici, la Commissione Ambiente subordina il suo parere favorevole ad una condizione: “prevedere un termine a decorrere dal quale entra in vigore l’obbligo di dotare gli immobili esistenti, oggetto di compravendita o di nuovi contratti di locazione, dell’attestato di prestazione energetica (APE)”.

L’articolo 6 del DL 63/2013, prevede che, in caso di vendita o di nuova locazione, ove l’edificio non ne sia già dotato, il proprietario è tenuto a produrre l’APE e che, nei contratti di vendita o nei nuovi contratti di locazione sia inserita apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore danno atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione sulla prestazione energetica dell’edificio, compreso l’APE. Un obbligo che scatta da subito, dunque.

Finora, la normativa italiana non era stata così perentoria nel fissare l’obbligo di produrre l’attestato di certificazione/prestazione energetica, tanto da essere condannata dalla Corte di Giustizia europea. Il DL 63/2013 dovrebbe evitare nuove procedure di infrazione, semprechè non si decida di rinviare l’obbligo di produrre l’APE.
Per quanto riguarda, invece, le norme che prorogano le detrazioni del 50% e del 65% per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, la Commissione auspica innanzitutto che siano rese permanenti e siano estese agli interventi di messa in sicurezza degli edifici.

Chiede poi che vengano inclusi tra gli interventi destinatari dei bonus fiscali anche i sistemi ad alta efficienza, tra cui la cogenerazione ad alto rendimento, i sistemi di domotica e le reti energetiche private intelligenti, elettriche e termiche, i sistemi di controllo attivo, i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio finalizzati al risparmio energetico, le diagnosi e gli audit energetici, le colonnine di ricarica veicoli elettrici.

La Commissione propone, inoltre, di recepire alla lettera la previsione normativa della Direttiva in ordine all’adozione di sistemi alternativi, tra cui la cogenerazione, per singoli edifici, per gruppi di edifici analoghi o per tipologie comuni di edifici nella stessa area e, per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento e rinfrescamento collettivi, per tutti gli edifici collegati all'impianto nella stessa area. Questo - spiega la Commissione - sarebbe strategico per l’attuazione del Piano Casa, degli interventi di ristrutturazione urbanistica e del Piano per le Città.

Infine, la Commissione chiede di riammettere agli incentivi le pompe di calore, ma prevedendone l’utilizzo incentivato nell’ambito della produzione efficiente di energia, ad esempio attraverso unità/impianti di microcogenerazione e piccola cogenerazione negli edifici che garantiscono la produzione efficiente di energia anche attraverso le pompe di calore. Questa tipologia di impianti, ricordiamo, è stata esclusa dal bonus del 65% perchè già incentivata dal Conto Termico.

lunedì 17 giugno 2013

Autogrill sostenibile: da Benetton punto ristoro amico dell’ambiente

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
 
 
Realizzare un autogrill “green” è possibile secondo Gilberto Benetton. La dimostrazione è da pochi giorni sotto gli occhi di tutti, da quando è stata presentata la nuova struttura “Villoresi est” realizzata lungo l’autostrada Milano-Laghi.

Caratteristiche principali del nuovo autogrill, presentato dal presidente della società omonima Benetton, il tetto captante, che consente un risparmio energetico in termini di riscaldamento e condizionamento pari al 45%. La nuova struttura prevede anche un sistema di raccolta delle acque di falda che permetterà una riduzione annua delle risorse idriche consumate di oltre 22mila metri cubi.

Attenzione per l’ambiente che si esprime anche attraverso il ricorso, per quanto riguarda l’interno dell’edificio centrale, a legna PEFC (con certificazione di provenienza da boschi gestiti con criteri di sostenibilità) e materiali eco-compatibili.

A questi si aggiungono le altre dotazioni per quanto riguarda l’area esterna alla struttura principale, dove saranno presenti colonnine per la ricarica veloce delle auto elettriche. Un progetto che ha preso il via nel 2007 con la fase di progettazione e che ha visto un investimento complessivo da parte del gruppo Benetton di circa 15 milioni di euro.

venerdì 31 maggio 2013

Detrazione 55% efficienza prorogata dal Consiglio dei Ministri

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
 
 
 
 
Detrazione al 55% sull’efficienza energetica prorogata. Il Consiglio dei Ministri ha messo nero su bianco le ipotesi di rinnovo avanzate nei giorni scorsi da più esponenti dell’esecutivo, ultimo in ordine cronologico il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Deluse le associazioni che chiedevano la stabilizzazione definitiva per il provvedimento.

Come anticipato dallo stesso Zanonato, la detrazione sull’efficienza energetica viene prorogata fino al 31 dicembre 2013, così come il bonus fiscale al 50% per le ristrutturazioni edilizie. Confermato anche quanto anticipato dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, che apriva all’estensione del provvedimento anche alle modiche per l’adeguamento degli immobili al rispetto dei parametri antisismici.

Secondo quanto trapelato i benefici della detrazione al 50% saranno garantiti alle ristrutturazioni solo se riguardanti almeno il 25% dell’immobile, mentre per quanto riguarda l’efficienza energetica si parla di un ritocco della percentuale di bonus fiscale fino al 65% (valido se verrà adeguato almeno il 25% del cosiddetto “involucro” dello stabile). Un incremento tuttavia inferiore alle attese, con la bozza entrata in Consiglio dei Ministri che prevedeva un’asticella al 75%.

Ulteriori dettagli verrano forniti nelle prossime ore, tra i quali si attendono le conferme a quanto affermato nei giorni scorsi dal ministro Lupi, che apriva alla possibilità di estendere i bonus fiscali per l’efficienza energetica anche agli arredamenti “fondamentali”, come le cucine.

lunedì 13 maggio 2013

"Italiani attenti a risparmio energetico, ma poco informati"

"Italiani attenti a risparmio energetico, ma poco informati"

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
È quanto emerge da un’indagine Ispo, commissionata da Anie Confindustria, sulla sensibilità ambientale. Il Presidente Gemme: "L'innovazione corre, adeguare il mercato informando i cittadini sulle offerte e sul ritorno a breve degli investimenti"
 
 
Grande apertura nei confronti dell’efficienza energetica e di uno stile di vita sostenibile, ma conoscenza limitata delle soluzioni tecnologiche da adottare per perseguirli. Questo, in estrema sintesi, il dato che emerge dalla presentazione odierna dell’indagine sulle famiglie italiane commissionata da Anie Confindustria all’istituto demoscopico Ispo. In particolare, gli intervistati si sono mostrati da un lato sempre più sensibili al costo dell’energia, che percepiscono in costante crescita, dall’altro disponibili a modificare le proprie abitudini per ridurre gli sprechi di energia e abbatterne i costi.

Pur con questi segnali di apertura, le famiglie dimostrano ancora una conoscenza piuttosto contenuta o distorta del mercato, che ai loro occhi pare concentrarsi solo su alcune delle soluzioni per l’efficienza energetica oggi disponibili: quelle legate all’impiego dell’energia da fonti rinnovabili (specialmente solare e eolico) e quelle legate al mercato degli elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, climatizzatori). Su altre soluzioni, come quelle di domotica, si registra un interesse elevato, specie nei casi in cui il consumatore, attraverso degli esempi concreti, comprende come adattare tali impianti al proprio ambiente domestico. Una comunicazione basata sulla varietà e l’utilità delle soluzioni di efficienza energetica oggi disponibili sarebbe dunque un elemento valorizzante sul quale si potrà giocare la futura competitività dell’offerta di mercato.

La quasi totalità degli intervistati ha la percezione che negli ultimi 12 mesi le bollette siano aumentate: il 79% ha percepito una variazione al rialzo della bolletta del gas, mentre l’81% ha percepito un aumento del costo dell’elettricità. Le dichiarazioni degli intervistati denotano anche un’elevata consapevolezza sull’importanza del contributo personale al risparmio energetico: per l’87% del campione ogni persona può contribuire con il proprio comportamento ad evitare sprechi di energia, realizzando un risparmio energetico consistente.

Proprio in nome del risparmio energetico, la maggioranza mette in pratica quotidianamente comportamenti “virtuosi” per risparmiare energia in casa: in particolare l’80% del campione dichiara di utilizzare sempre lampadine a risparmio energetico, il 76% di provvedere con regolarità alla pulizia e manutenzione della caldaia, il 71% di usare lavatrici o lavastoviglie a temperature basse, il 67% di contenere i consumi di acqua calda e il 66% di mantenere d’inverno la temperatura entro i 20 gradi. Molti affiancano ad uno stile di vita sostenibile anche l’acquisto di prodotti efficienti dal punto di vista energetico, specie elettrodomestici (72%) o climatizzatori a minor consumo (46%).

Il tema dell’efficienza energetica si accompagna spesso, per le famiglie italiane, al tema delle rinnovabili. Le fonti di energia più conosciute risultano essere il solare (il 78% afferma di sapere bene di cosa si tratta) e l’eolico (ben nota al 73% del panel), mentre solo una minoranza dichiara di conoscere bene l’energia idroelettrica (45%), la geotermia (28%), le biomasse (28%) e l’energia prodotta da onde e maree (24%).

Un intervistato su due (49%) dichiara di conoscere bene la normativa sulla Dichiarazione di Conformità degli impianti elettrici domestici, necessaria per rendere gli impianti di casa sicuri ed efficienti, mentre quasi 1 su 4 (23%) ammette che l’impianto elettrico della propria casa non soddisfa nessuno dei requisiti di sicurezza richiesti (tra i quali l’interruttore salvavita, la messa a terra, l’installazione a regola d’arte da parte di personale qualificato, un’età non superiore ai 15 anni e il controllo periodico del funzionamento). Sempre per quanto concerne la Dichiarazione di Conformità, gli intervistati ne ricavano una percezione ‘a doppio taglio’. Se da una parte la stragrande maggioranza (82%) ritiene la sua presenza un’opportunità in un mondo in cui la riduzione dei consumi e degli sprechi è sempre più importante, oltre che una buona occasione per migliorare il valore dell’intero immobile (81%), è anche vero che per il 60% del campione tale Dichiarazione non fa altro che aumentare inutilmente la documentazione richiesta negli atti di compravendita immobiliare. Seppure al riguardo della domotica, intesa come soluzione per rendere efficiente dal punto di vista energetico la propria casa, gli intervistati tradiscono una conoscenza piuttosto ridotta (ben il 71% del campione non ha mai sentito parlare della normativa che introduce il livello ‘domotico’ degli impianti elettrici), le percezioni degli intervistati su di essa sono in prevalenza positive.

Gli italiani stanno acquisendo via via maggiore consapevolezza dei benefici che possono derivare dall’uso della domotica nella vita quotidiana. In particolare, ben il 77% degli intervistati ritiene che la domotica possa essere considerato un aiuto gli anziani o i disabili. Il 74% del campione riconosce poi alla domotica la possibilità di rendere più sicura la propria abitazione. Per il 69% la domotica rappresenta propriamente il futuro e ritiene che sempre più persone vi faranno ricorso. Il 67% degli intervistati coglie tra i benefici riconoscibili dei sistemi domotici il fatto di consentire di risparmiare energia e quindi di ridurre sprechi e consumi. Per il 60% del campione la domotica è comoda ed aiuta a risparmiare tempo, di questi il 32% la considera una tecnologia fruibile e facile da utilizzare.

Di fronte a degli esempi concreti sull’uso della domotica in ambiente domestico, la maggioranza degli intervistati esprime interesse. Entrando più nel dettaglio, gli intervistati esprimono curiosità in particolare per quei sistemi di allarme che segnalano perdite d’acqua o fughe di gas (l’85% del campione li giudica interessanti), per i dispositivi che gestiscono il consumo energetico, spegnendo in modo autonomo gli elettrodomestici che rischiano di far saltare la corrente (79%), per quei sistemi in grado di riattivare l’impianto elettrico saltato (80%), per il sistema che consente la gestione della termoregolazione differenziando gli ambienti in base al reale utilizzo degli spazi (70%), per i dispositivi in grado di gestire varie funzioni quando si è fuori casa (68%). Infine, per il 61% degli intervistati è interessante poter gestire con un unico gesto più comandi in contemporanea

“L’innovazione in campo energetico è da diversi anni una realtà consolidata sui mercati che, tra l’altro, vedono la nostra industria nazionale in prima linea e particolarmente competitiva – ha dichiarato Paolo Perino, Vice Presidente di Federcostruzioni – Recenti ricerche attestano che adottando soluzioni più avanzate i benefici ascrivibili alle tecnologie Anie, valutati al 2016, si tradurrebbero in circa 41 Mt di CO2 non emessi in atmosfera (con risparmi pari a 7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), un effetto paragonabile all’eliminazione di quasi 10 milioni di automobili dalle strade italiane”

“L’efficienza energetica, l’interconnessione, la sicurezza – ha commentato Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie – sono parole di cui spesso si abusa, ma che nel caso del comparto Anie rappresentano il futuro prossimo. Gli italiani da un lato si sono dimostrati aperti verso la cultura della sostenibilità che le tecnologie possono apportare, dall’altro disponibili a investire, nonostante la crisi, laddove il ritorno economico avvenga in tempi contenuti, tra i 3 e i 5 anni. Questo significa che dal punto di vista culturale c’è molto terreno su cui lavorare. Anie, “la casa delle tecnologie”, continua il suo impegno anche su questo fronte”

giovedì 11 aprile 2013

Come risparmiare illuminazione pubblica, alcuni progetti

Come risparmiare illuminazione pubblica, alcuni progetti

(Fonte:TuttoGreen.it)
 
 
 
Pensare in ottica green significa anche cercare di ottimizzare i consumi riducendo gli sprechi che riguardano l‘ambito pubblico (e privato) , come nel caso dell’illuminazione. E non basta fare proprie le buone pratiche di risparmio energetico ma si devono estendere anche alla pubblica amministrazione.

 
Prendiamo il caso dell‘illuminazione delle strade. Per rischiarare le strade delle nostre città i Comuni devono spendere parecchio del loro già magro bilancio.
I costi? La stessa ENEA in un rapporto datato settembre 2011 che s’inseriva nel nell’ambito del progetto ’Lumière: efficienza energetica nell’illuminazione pubblica’, già stimava la spesa delle città italiane per l’illuminazione dei lampioni stradali in 103,3 euro per ciascun punto luce e 817,7 euro per kW, con una spesa media di circa 19 euro annuali per abitante.

Di fatto, si tratta secondo molti di uscite che possono essere contratte con un risparmio notevole a beneficio di tutti i cittadini.

Già abbiamo parlato di progetti che mirano a diffondere l’idea che l’illuminazione notturna non sia così fondamentale né per la sicurezza del luogo né dei suoi abitanti
Alcune Amministrazioni in Italia hanno provato a mettere in pratica progetti finalizzati a ridurre gli sprechi in questo campo.

Ne è un esempio l’esperienza di Prato, dove il Comune è stato di grado di tagliare circa del 34% i consumi di energia elettrica utilizzando lampade ad alta efficienza ed installando sistemi per ridurre il flusso di luce durante le ore con minore traffico (ad esempio la notte).

Altri buoni esempi provengono dalla Puglia: a Barletta sono stati installati apparecchi regolabili telegestiti all’interno di due strade del centro cittadino con un conseguente taglio dei consumi superiore al 32 % su base settimanale.

Anche a Bari si sta tentando di perseguire la strada del risparmio energetico grazie all’installazione di lampioni a luminosità variabile per facilitare la riduzione dei consumi.
 
Il Comune di San Giovanni in Marigliano in provincia di Rimini ha invece investito su apparecchi luminosi più efficienti e meno dispersivi contando su una rapida ammortizzazione dei costi in pochi anni.
Insomma, la strada è aperta. Ora si tatta di capire se sarà più efficace spegnere le luci delle nostre strade, oggi anche troppo illuminate da insegne e pubblicità, o puntare su sistemi intelligenti a basso costo per gestire i lampioni.

mercoledì 10 aprile 2013

Milano, 245 milioni per il risparmio energetico negli edifici pubblici

Milano, 245 milioni per il risparmio energetico negli edifici pubblici

(Fonte:Edilportale.it-Giovanni Carbone)
 
 
Con una delibera della Giunta Comunale, Milano attua un piano per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici.

Il piano prevede un investimento di 222 milioni da parte del Comune per un risparmio annuo pari al 6% della spesa energetica, conseguente alla trasformazione degli impianti termici degli edifici comunali alimentati a gasolio e a metano, in impianti a gas naturale.

Il Comune affiderà il servizio energia alla società Rti Cofely Spa che, per sette anni, gestirà la fornitura di combustibile, la manutenzione degli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’adeguamento normativo, la diagnosi energetica, gli interventi di riqualificazione, la certificazione energetica e l’attività di misurazione e controllo.

La delibera prevede, inoltre, l’affidamento ad A2A (società di servizio energetico) di 29 edifici comunali (oltre 700 mila metri cubi) da allacciare al teleriscaldamento, per un risparmio di spesa sul canone di circa 160 mila euro; oltre ad alcune scuole della città, tra gli edifici teleriscaldati figurano Palazzo Reale, l’Anagrafe di via Larga e piazza Beccaria.

Quest’ultimo progetto prevede un investimento di 23,6 milioni in sette anni ed un consistente calo delle emissioni inquinanti annuali: -93% di SO2 (biossido di zolfo), -78% di PM10, -34% di CO2 (anidride carbonica) e -28% di NOx (ossidi totali di azoto).

“Prosegue concretamente l’impegno dell’Amministrazione - ha dichiarato l’assessore comunale all’energia, Pierfrancesco Maran - per portare Milano a essere sempre più una città sostenibile con un piano di efficientamento che cresce e si struttura”.

“Per questo - ha proseguito Maran - stiamo continuando a investire sull’ampliamento della rete di teleriscaldamento e sulla trasformazione degli impianti più vecchi, per dare alla città un’aria più pulita e per raggiungere risultati importanti nella lotta all’inquinamento atmosferico”.

“Il nostro impegno - ha dichiarato l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Carmela Rozza- è di portare avanti lo sviluppo del teleriscaldamento; la collaborazione con A2A sarà sempre più forte, per assicurare alla città un miglioramento delle condizioni ambientali che solo le emissioni zero possono garantire”.

sabato 30 marzo 2013

Ora legale, risparmio energetico per 90 milioni di euro

Ora legale, risparmio energetico per 90 milioni di euro

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
L’ora legale chiave per il risparmio energetico. Nei prossimi mesi, fino all’ultimo fine settimana di ottobre, lo spostamento in avanti delle lancette dell’orologio frutterà una nette riduzione dei consumi legati all’energia. A renderlo note è Terna, che ha stimato per il 2013 la flessione dei kilowattora impiegati in 543,8 milioni. Una quota che potrebbe soddisfare le necessità energetiche annue medie di circa 180.000 famiglie.

Convertendo l’energia non utilizzata in costi, il risparmio energetico assicurato dall’ora legale farebbe risparmiare secondo Terna circa 90 milioni di euro. Aprile e ottobre i mesi in cui maggiore si mostra la convenienza del riscorso a questo metodo. Durante il mese prossimo venturo si evitano consumi per 125,8 milioni di kWh, circa il 23,1% dell’intero ammontare dell’energia risparmiata. Ottime anche le stime per il decimo mese dell’anno, per il quale si prevede un risparmio di 157,4 milioni di kilowattora.

Aprile fa segnare il secondo maggior risparmio durante l’ora legale grazie alle sue giornate, che seppur primaverili risultano ancora piuttosto corte in quanto a ore di luce solare. I sessanta minuti in avanti previsti consentono di posticipare l’accensione delle luci domestiche e dei luoghi di lavoro, in maniera analoga a quanto accade in autunno durante il mese di ottobre.
Terna tiene infine a specificare come, nonostante i consumi in alcuni periodi estivi tendano a salire, ciò non neghi gli effetti dell’ora legale. È in realtà dovuto al naturale innalzamento delle temperature estive, che comportano maggiori costi legati all’accensione dei condizionatori d’aria.

giovedì 28 marzo 2013

Rendimento energetico edifici: livelli alti a prezzi accessibili

Rendimento energetico edifici: livelli alti a prezzi accessibili

(Fonte:Edilportale.it-Paola Mammarella)
La Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (2010/31/UE) impone agli Stati membri di introdurre requisiti minimi di rendimento energetico nella costruzione degli edifici e degli elementi e sistemi tecnici per l’edilizia, e di fissare questi requisiti sulla base di una metodologia dei livelli ottimali in funzione dei costi.

Il Buildings Performance Institute Europe (BPIE) ha messo a punto una metodologia che introduce - per la prima volta - tra i prerequisiti quello di prendere in considerazione i costi di esercizio globali degli edifici, in base ai quali modellare le loro future esigenze di rendimento energetico. Con questo metodo, la valutazione del fabbisogno energetico degli edifici non sarà più legata soltanto ai costi di investimento, ma terrà conto della loro gestione, manutenzione e smaltimento; di conseguenza i costi per il risparmio energetico saranno più coerenti e sostenibili.

La metodologia per il calcolo dei livelli ottimali di rendimento energetico minimo per edifici ed elementi edilizi - ricorda il BPIE - è stata stabilita con il Regolamento 244/2012 per il calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi, mentre ulteriori indicazioni sulle modalità di attuazione della metodologia a livello nazionale sono state fornite con delle Linee Guida pubblicate dalla Commissione europea nel mese di aprile 2012.

Tuttavia - spiega il BPIE - sia il Regolamento comunitario che le Linee Guida danno agli Stati membri un grado molto elevato di flessibilità, per quanto riguarda la selezione dei dati di input per il calcolo, la selezione di riferimento edifici, costi energetici, ecc.

Nella convinzione che gli Stati membri trarrebbero beneficio da ulteriori indicazioni sul rapporto tra livelli ottimali e costi e su come utilizzare la metodologia relativa agli Edifici a Energia Quasi Zero (EEQZ), il BPIE intende fornire degli esempi pratici su come implementare in modo efficace una metodologia dei livelli ottimali in funzione dei costi, a livello nazionale. L’obiettivo principale è quello di valutare le implicazioni dei diversi parametri critici, nonché di condividere le buone pratiche tra i paesi dell’UE.

Nel documento vengono illustrati tre casi di studio, con il supporto di consulenti provenienti da Austria (e-Sieben), Germania (IWU) e Polonia (BuildDesk), concentrandosi sul rapporto tra livelli ottimali e costi per edifici multi-familiari e/o unifamiliari. I casi di studio dimostrano che è possibile definire livelli di rendimento energetico degli edifici, ambiziosi ma a prezzi accessibili, e che la transizione verso Edifici a Energia Quasi Zero è possibile.

martedì 19 marzo 2013

Detrazione 55%, ecco perchè ha perso terreno rispetto alla detrazione 50%

Detrazione 55%, ecco perchè ha perso terreno rispetto alla detrazione 50%

(Fonte:Ediltecnico.it)
 
 
 
Hanno subìto una forte diminuzione gli interventi di risparmio energetico che ricevono una detrazione del 55%. Come sappiamo, per gli interventi generici di recupero edilizio, la detrazione 36% è stata portata al 50% ed è stato questo il “colpo di grazia” per il 55%.

Il Dl Sviluppo (n. 83/2012) ha innalzato dal 36% al 50% la detrazione fiscale per la ristrutturazione e da quel momento (giugno 2012) il 55% è risultato certamente meno competitivo, perché, anche se permette di scontare il 5% in più, il percorso per ottenere il rimborso è molto più complicato: serve l’invio della pratica all’Enea, da accompagnare, per esempio, a schede prestazionali o certificazioni energetiche, non immediate da ottenere.
La detrazione 55% è anche poco efficace, così come è strutturata: come dice Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente al Sole 24 Ore di ieri, “riconosciamo l’incentivo a tutti i tipi di intervento e non misuriamo il risparmio ottenuto”. In questo modo si sprecano risorse pubbliche.
Per chi abita in condominio, infine, il 55% risulta addirittura inapplicabile: non è possibile mettere d’accordo tutti, anche perché ogni condomino ha una capacità fiscale differente. A proposito di questo, il 20 marzo, Legambiente presenterà una proposta di legge per ridurre i consumi nei condomini.

Ecco i dati. Nel 2011 le domande per il 55% erano 396.000. Nel 2012 dovrebbero essersi bloccate a 220.000 (44% in meno rispetto al 2011). Le prime stime arrivano dal rapporto Onre, che ci dice, appunto, che i risultati del 55% nel 2012 sono molto più bassi rispetto alle cifre che il Rapporto stesso ha preso in considerazione come le cifre indicative che ci permetterebbero di dire di aver centrato l’obiettivo del pacchetto 20-20-20 nell’edilizia residenziale entro il 2020. 3,4 i miliardi spesi per isolare nel 2012, contro i 4,4 spesi nel 2011. La cifrautile a raggiungere gli obeittivi nel 2020 è calcolata dall’Onre in 6,5 miliardi all’anno.

Alcuni interventi sono però scomparsi del tutto: non fagocitati dal più semplici 50%, non sono proprio stati fatti: in tutto sono state disperse circa 166.000 domande.
La conclusione cui giunge Lorenzo Bellicini, Direttore del Cresme, che ha condotto studi approfonditi sul rapporto 55% e 36-50%, è amara e ovvia, ma realistica: la diminuzione delle persone che hanno usufruito del bonus 55% non è solo causato dall’arrivo della detrazione 50%, ma “è l’effetto della crisi ed è la dimostrazione che persino gli incentivi alla riqualificazione non riescono più a tenere vivo il mercato” (sempre Sole 24 Ore, 18 marzo 2013).

Anche Uncsaal, associazione serramentisti in legno e alluminio, conferma che la crisi del 55% è reale e va oltre la concorrenza che si è venuta a creare con il 36% diventato 50%. Il settore dei serramenti nel 2012 ha decrementato le vendite del 14%. Va un pò meglio solo per la fascia alta, soprattutto legno e alluminio. Spiega inoltre Pietro Gimelli, direttore di Uncsaal, al Sole 24 Ore: “Per centrare l’obiettivo del 55% bisogna sceglere infissi ad altissime prestazioni, quindi più cari; con il 50% non sono richieste soglie e si può puntare anche sulla fascia media più economica”. L’Uncsaal presenterà a breve l’ultimo rapporto sulle vendite.

lunedì 4 marzo 2013

Efficienza energetica e sviluppo sostenibile, Clini scrive a Grillo

Efficienza energetica e sviluppo sostenibile, Clini scrive a Grillo

 (Fonte:EdilPortale.it-Paola Mammarella)
Completare l’agenda verde per la crescita sostenibile dell’Italia grazie ai nuovi eletti. È l’intento del Ministro dell’Ambiente uscente Corrado Clini, che ha inviato una lettera ai neoparlamentari del Movimento Cinque Stelle.
Le richieste di Clini
Nella lettera inviata al leader del Movimento Cinque Stelle, Clini ricorda che i parlamentari “dovranno esaminare e votare provvedimenti cruciali per il futuro sostenibile dell’Italia e per l’attuazione di regole europee impegnative per la riconversione “verde” dell’economia”.

Allo stesso tempo, sottolinea Clini, bisognerà completare le parti incompiute dell’agenda verde del governo Monti, come fiscalità ambientale, semplificazione delle procedure per le autorizzazioni ambientali, bonifica dei siti industriali dismessi, gestione integrata delle risorse idriche, piano nazionale per la messa in sicurezza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, incentivi per l’economia verde e trasformazione della struttura energetica nazionale secondo un sistema basato sulla combinazione di fonti rinnovabili ed efficienza .

Il programma del Movimento Cinque Stelle
Come si legge nel comunicato del Ministero, la proposta di collaborazione è stata inviata perché il “Movimento ha da sempre manifestato una grande attenzione per la protezione dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile”.

Tra i punti fondamentali del programma elettorale, nel capitolo sull’energia, ci sono infatti l’applicazione immediata della normativa sulla certificazione energetica, l’adozione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo dei consumi per il rilascio delle concessioni edilizie relative sia alle nuove costruzioni sia alle ristrutturazioni, la riduzione del 10% dei consumi negli edifici pubblici, l’adozione di norme per regolare il consumo energetico nei condomini, l’utilizzo più efficiente delle fonti fossili e la predisposizione di incentivi per l’uso delle energie rinnovabili.

A che punto siamo
Un sistema di tassazione premiante era stato predisposto del disegno di legge sulla delega fiscale, norma rimasta su un binario morto a causa della crisi del Governo uscente. Il testo proponeva la revisione della disciplina sulle accise in base al contenuto di carbonio. Una sorta di “carbon tax”, il cui gettito doveva essere destinato al finanziamento delle fonti rinnovabili.
Stralciata dal testo del ddl, la proposta era poi stata ripresentata sotto forma di emendamento, senza mai arrivare a compimento.

Ricordiamo che a ottobre è stata avviata una consultazione sulla Strategia energetica nazionale, che si prefigge la riduzione dei costi energetici, il pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale e una maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

Sulla base della consultazione, associazioni e imprese sono intervenute con proposte migliorative e integrative a sostegno dell’efficienza.

Data l’attenzione alla sostenibilità e al raggiungimento degli obiettivi europei, manifestata dal Governo dimissionario e in campagna elettorale, ci si attende che questi ed ulteriori argomenti siano posti nell’agenda del nuovo Esecutivo.

martedì 19 febbraio 2013

Efficienza energetica: la Cina intensifica gli sforzi

Efficienza energetica: la Cina intensifica gli sforzi

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
La Cina intensificherà gli sforzi per promuovere il risparmio energetico sui motori a combustione interna, usati per auto, mezzi di trasporto o caldaie, con l'obiettivo di ridurre i consumi di carburante e le emissioni di gas serra. Il programma rientra nelle linee guida emesse dal Consiglio di Stato che prevedono la riduzione del tasso di consumo dal 6% al 10% entro il 2015, rispetto ai livelli del 2010. Ampliando l'utilizzo di prodotti a risparmio energetico, la Cina mira a risparmiare 20 milioni di tonnellate di carburante, ridurre le emissioni di anidride carbonica di 62 milioni di tonnellate e ridurre le emissioni di ossidi di azoto del 10% nel corso del periodo. Il risparmio energetico nei motori a combustione interna toccherà il 60% del totale dei motori in uso entro il 2015, stando ai dati diffusi nelle linee guida emesse dal Consiglio dei Ministri della Cina, secondo il quale questi motori non soddisfano gli standard internazionali.

Per portare avanti questo programma, la Cina accelererá la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, promuoverá l'applicazione di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di questi motori e creerá un sistema standard per la regolazione del settore dei motori a combustione. La decisione di Pechino è arrivata nell'ambito di una piú estesa attenzione del colosso asiatico per un modello di crescita piú sostenibile, dopo anni di vorticoso sviluppo che ha pesato sul consumo delle risorse e sull'ambiente del Paese.

mercoledì 7 novembre 2012

Stati Generali della Green Economy

Stati Generali della Green Economy, il messaggio di Napolitano

(Fonte: GreenStyle.it-Silvana Santo)

Settanta proposte green per uscire dalla crisi economica e ambientale che affligge l’Italia. È il contenuto del “Programma di sviluppo di una green economy” elaborato dagli Stati generali della green economy, attualmente riuniti a Rimini in occasione di Ecomondo 2012. Sono 39 le associazioni di imprese attive nell’ambito dell’economia verde italiana che, in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il ministero dell’Ambiente hanno elaborato le 70 proposte green.

Otto le aree tematiche in cui sono organizzati gli interventi consigliati:
Misure generali per una green economy: accesso al credito per le imprese verdi, consapevolezza dei cittadini, acquisti verdi, etc.
Sviluppo dell’ecoinnovazione: promozione della ricerca, partenariati tra imprese e università, etc.
Sviluppo dell’ecoefficienza, del riciclo e della rinnovabilità dei materiali: riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclo, etc.
Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico: miglioramento degli standard minimi di legge per l’edilizia, immobili a “energia quasi zero”, efficienza dell’illuminazione pubblica, etc.
Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili: semplificazione burocratica, superamento del sistema degli incentivi, promozione delle rinnovabili termiche, etc.
Tutela e valorizzazione dei servizi degli ecosistemi: valorizzazione delle città e delle aree protette, bonifiche, etc.
Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica: promozione del biologico, informazione dei consumatori, tutela del suolo agricolo e forestale, etc.
Sviluppo di una mobilità sostenibile: trasporto pubblico, telelavoro, biocarburanti.

Il rapporto degli Stati generali della green economy riassume inoltre il quadro di riferimento internazionale, a partire dalle elaborazioni dell’UNEP, dell’OCSE e dell’Unione Europea fino alla Conferenza di Rio+20, con lo scopo di inquadrare le proposte in una base riconosciuta da importanti istituzioni internazionali. Spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile:

L’Italia è un Paese dove è necessario un maggior sviluppo di un’eco-innovazione made in Italy che darebbe una forte spinta a incrementare il cambiamento e a combattere la rassegnazione al declino, è un paese che paga una bolletta energetica salata e che importa gran parte dell’energia che consuma, dispone di un’industria manifatturiera che avrebbe vantaggio da un forte sviluppo dell’industria del riciclo, potrebbe sviluppare importanti filiere agricole di qualità ecologica.

 
Ronchi, il ministero dell’Ambiente e gli Stati generali della green economy hanno ricevuto un telegramma da parte del presidente della Repubblica, in cui Napolitano esprime apprezzamento per il lavoro svolto:
 
L’Italia può e deve, senza ulteriori esitazioni, colmare ritardi rispetto agli standard europei e darsi più validi presidi nella difesa dell’ambiente e della biodiversità, nella gestione sostenibile delle risorse naturali, nella valorizzazione del paesaggio e del territorio, nella generale adesione a comportamenti più sobri e rispettosi dell’ecosistema.

mercoledì 19 settembre 2012

Nuove Direttive del Parlamento Ue

Parlamento Ue, nuove direttive sul risparmio energetico

 (Fonte:ZeroEmission.it)
La sessione plenaria di settembre del Parlamento europeo ha registrato l’adozione di nuove regole per risparmiare energia: via a una nuova direttiva, da recepire dagli Stati membri e attenzione particolare agli edifici pubblici.
Il risparmio energetico è sotto i riflettori del Parlamento europeo. Durante la sessione plenaria di settembre dell’europarlamento, a Strasburgo, tra i tanti temi green affrontanti il più sentito è stato proprio quello legato all’adozione di nuove regole per risparmiare energia. Dopo un anno di trattative tra i diversi organismi europei, è stato dato il via libera ad una nuova direttiva specifica , che dovrà essere recepita entro 18 mesi, dagli Stati membri. Tante le novità introdotte. Un primo pacchetto di norme è dedicato agli edifici pubblici: ai vari Paesi viene richiesto di rinnovare annualmente il 3% delle pavimentazioni di tutti gli immobili occupati dalle istituzioni dei governi centrali. Attualmente si fa riferimento agli stabili con una superficie calpestabile di più di 500 mq ma, da luglio 2015, il vincolo riguarderà quelli dai 250 mq in su. Una seconda parte del testo è, invece, dedicata alle imprese energetiche di pubblica utilità, che saranno tenute a rispettare, nel periodo 2014-2020, un obiettivo annuale di risparmio almeno dell’1,5% sul totale dell’energia venduta, sulla base della media dei consumi dei 3 anni precedenti all`entrata in vigore della Direttiva.