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giovedì 11 luglio 2013

Intanto facciamoci l'impianto fotovoltaico con la detrazione fiscale

Intanto facciamoci l'impianto fotovoltaico con la detrazione fiscale

(Fonte:QualEnergia.it)


Leggende metropolitane raccontano che con la fine degli incentivi GSE non valga più la pena farsi un impiantino fotovoltaico sul proprio tetto. Chi ha sparso questa notizia è da sapere, ma possiamo dire che è infondata.

Come però molti sanno, in attesa che si sblocchino ulteriori possibilità e si sciolgano alcuni nodi normativi per lo sviluppo degli impianti per utenze aziendali (es. SEU o RIU, utilizzo di certificati bianchi, ecc.), per il fotovoltaico resta aperta la possibilità di realizzare impianti residenziali detraendo dalle tasse il 50% dei costi di realizzazione. Pensiamo a piccoli impianti fotovoltaici intorno ai 3 kWp, ma anche di più grossa taglia che beneficiano del regime di detrazioni previsto per tutti i “lavori di ristrutturazione e recupero edilizio” (un tempo del 36%, e che a questa aliquota torneranno, se non vi saranno modifiche legislative, dal 1° gennaio 2014).

I soggetti Irpef (persone fisiche) possono, dunque, utilizzare la detrazione fiscale anche per quegli impianti realizzati dal 26 giugno 2012 (se questi non hanno avuto accesso al conto energia) e per tutto il 2013. Ricordiamo che per gli immobili a prevalente uso abitativo va applicata al costo degli impianti l’Iva al 10% anziché del 21%. Nei prossimi giorni presenteremo delle analisi di tecnici del settore per valutare la convenienza di questa modalità di agevolazione abbinata allo “scambio sul posto”, considerando diversi parametri: taglie, differenti localizzazione, livelli di autoconsumo, finanziamento, ecc.

Possiamo anticipare che, al costo attuale di circa 6000-6.500 € al netto di Iva, un impianto da 3 kWp ha tempi di ritorno possono oscillare tra 8 e 11 anni, un periodo non così diverso se equiparato al beneficio dell’incentivo dell’ultimo conto energia, peraltro con il vantaggio di un iter burocratico meno pesante.

Il costo massimo che si può detrarre, in 10 anni, sarebbe pari a 96.000 euro, una cifra che renderebbe possibile, con i prezzi attuali, la detrazione fiscale anche per impianti con potenze fino a 50 kWp. In realtà la potenza FV massima per beneficiare della detrazione del 50% è di 20 kWp. L'Agenzia delle Entrate (risoluzione n. 22 del 2 aprile) ha specificato che l'impianto fotovoltaico deve essere direttamente al servizio dell’abitazione del contribuente, utilizzato, quindi, per fini domestici come ad esempio quelli di illuminazione o alimentazione di apparecchi elettrici. Così scrive: “La possibilità di fruire della detrazione in esame – si legge – è comunque esclusa quando la cessione dell’energia prodotta in eccesso configuri esercizio di attività commerciale, come nel caso, ad esempio, in cui l’impianto abbia potenza superiore a 20 kW ovvero, pur avendo potenza non superiore a 20 kW, non sia posto a servizio dell’abitazione (cfr. ris. n. 84/E del 2012, ris. n. 13/E del 2009, cir. n. 46/E del 2007)”.

Chi può richiedere la detrazione? Oltre ai proprietari degli immobili sui quali vengono realizzati gli impianti, anche gli inquilini o i comodatari. In particolare posso usufruirne:
il proprietario o il nudo proprietario
il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
l’inquilino o il comodatario
i soci di cooperative divise e indivise
i soci delle società semplici
gli imprenditori individuali, ma solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.

Ecco la procedura per richiedere la detrazione fiscale:
inviare all’Asl, quando previsto dalla normativa, l’apposito comunicazione inizio lavori;
pagare i lavori tramite bonifico bancario o postale in cui devono figurare: la causale specifica del pagamento, i dati del pagante e del ricevente (C.F o P.IVA);
indicare nella dichiarazione dei redditi, tra tutti quelli richiesti, i dati catastali dell’immobile su cui viene realizzato l’impianto fotovoltaico e altra documentazione indicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La richiesta di detrazione fa riferimento alla data in cui sono state effettuate le spese e, per usufruire del 50% di bonus, queste vanno pagate entro il 31 dicembre 2013. Dunque non è necessaria la connessione alla rete entro il 31 dicembre 2013.

Ovviamente gli impianti fotovoltaici connessi alla rete, oltre all’iter autorizzativo indicato dal Comune, devono seguire una procedura che consiste inizialmente in una domanda (online) di preventivo al distributore di zona, un iter seguito nella quasi totalità dei casi dall’azienda installatrice.

Nell’esempio classico di un impianto FV domestico da 3 kWp (per una produzione annuale di circa 3.900 kWh in Italia centrale) con un costo, poniamo, di 6.500 € (+10% Iva), si possono recuperare con la detrazione circa 358 € all’anno per 10 anni.

Per importi più significativi va sempre ricordato che per utilizzare le detrazioni fiscali è necessario avere un reddito sufficiente a coprire tali detrazioni. Infatti, se in un anno si dovranno pagare 1.000 euro di Irpef, ma si avrebbe il diritto di detrarre 1.300 euro, la differenza di 300 euro non può essere messa a credito, perdendo per questa differenza il beneficio della detrazione.

Al vantaggio economico della detrazione va aggiunto poi quello relativo allo “scambio sul posto”. Questa modalità permette di considerare la produzione del proprio impianto, a qualunque ora e giorno dell'anno, come un "valore-salvadanio" che va a compensare (se l'impianto FV con scambio sul posto è realizzato coerentemente con i consumi dell'abitazione) quanto si preleva normalmente dalla rete, andando ad abbattere i consumi energetici annuali e dunque i costi in bolletta. Poi, e questo è il tema caldo del momento, bisognerà pensare a nuovi strumenti, accumuli o inverter speciali, in grado di aumentare l’autoconsumo, e quindi il beneficio economico, non facendo cioè passare l’energia elettrica, generata dall’impianto, nella rete.

martedì 26 febbraio 2013

Fotovoltaico: Italia già in grid parity secondo Deutsche Bank

Fotovoltaico: Italia già in grid parity secondo Deutsche Bank

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)

 
L’energia fotovoltaica sarà in grid parity già nel 2014 ma ci sono alcuni paesi, come l’Italia, dove i pannelli solari già oggi rendono anche senza gli incentivi statali. Parola di Deutsche Bank, che in un report fa il punto della situazione nei maggiori mercati del fotovoltaico: India, Regno Unito, Germania, Italia, Cina e Stati Uniti.

Secondo la banca tedesca l’Italia installerà nel 2013 circa 2 GW di potenza fotovoltaica e ci sarebbero già diversi sviluppatori che stanno ragionando sull’installazione di impianti non incentivati. E, secondo Deutsche Bank, questi impianti sarebbero in grado di ripagarsi senza l’aiuto dello Stato:

Prendendo in considerazione piccole imprese commerciali in grado di raggiungere il 50% o più di autoconsumo, il solare è competitivo con l’energia comprata dalla rete in gran parte d’Italia.
Il costo degli impianti attualmente è nel range dei 1.500-2.000 euro al kW di potenza e la telegestione è già attiva per gli impianti fino a 200 kW.
Nonostante la domanda di fotovoltaico non incentivato stia crescendo, la maggior parte della crescita riguarda ancora impianti di piccola scala (non grandi impianti a terra).

Deutsche Bank non specifica se nei conti siano o meno inserite le eventuali detrazioni fiscali per il fotovoltaico, alle quali in Italia si ha diritto se non si richiedono gli incentivi. Molto probabilmente, però, la banca prende in considerazione lo scambio sul posto.

Cioè la possibilità di disaccoppiare temporalmente la produzione e il consumo dell’energia elettrica, anch’essa non possibile in caso di incentivi, che dovrebbe far piangere con un occhio solo l’imminente fine del Quinto Conto Energia. Quello che Deutsche Bank afferma, invece, è che per avere una performance economica simile in Germania bisognerebbe avere almeno il 90% di autoconsumo.

Passando agli altri mercati, invece, la banca tedesca mette in luce come l’India potrebbe valere nel 2013 tra uno e due GW, stessa cifra per il Regno Unito. Il doppio la Germania, con 3-4 GW ipotizzati e molto di più la Cina, che dovrebbe installare tra i 7 e i 10 GW.

Molto interessante il mercato indiano, dove grazie all’alta irradiazione e agli altissimi costi dell’energia elettrica la grid parity sarebbe stata già raggiunta e molte aziende starebbero iniziando a pensare al fotovoltaico anche per questioni di stabilità e qualità della fornitura elettrica. I black out, infatti, in India sono un problema frequentissimo.

giovedì 20 settembre 2012

Detrazioni efficienza energetica

Detrazioni efficienza energetica, le proposte di Confindustria e sindacati

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)

 
 
Un documento congiunto per chiedere al Governo l’apertura di un tavolo di confronto sul tema dell’efficienza energetica. L’iniziativa è di Confindustria e di CGIL, CISL e UIL, evidentemente convinte che il risparmio energetico rappresenti non solo un imperativo per il sistema Paese, ma anche un’opportunità importante per le aziende italiane.
Secondo il documento, infatti, sono più di 400.000 le imprese attive proprio nel settore dell’efficienza energetica, per un totale, incluso l’indotto, di almeno 400.000 addetti ai lavori. Un vero e proprio patrimonio economico e occupazionale, che deve essere tutelato.

Scrivono gli industriali e i sindacati:


L’efficienza energetica rappresenta un’importante misura di rilancio delle rilevanti competenze manifatturiere italiane per le quali il nostro paese è leader internazionale: trasporti, illuminazione, edilizia residenziale, caldaie a condensazione, cogenerazione, elettrodomestici, tecnologie per il calore, elettromeccanica, motori e inverter.

Per salvaguardare questi settori produttivi, il documento chiede al Governo di attuare quanto prima il Piano straordinario per l’efficienza energetica previsto dalla normativa nazionale, di stabilizzare le misure di agevolazione fiscale per gli interventi di efficientamento e di coinvolgere nel processo anche le pubbliche amministrazioni.
Sul fronte delle detrazioni, in particolare, Confindustria, CGIL, CISL e UIL chiedono di prorogare almeno fino al 2020 il bonus Irpef del 55% per le riqualificazioni energetiche degli edifici, nonché lo sgravio del 20% per gli apparecchi ad alta efficienza, dagli elettrodomestici ai motori, dagli inverter ai dispositivi di illuminazione.

Secondo il documento congiunto, un provvedimento in questa direzione comporterebbe:


un aumento della produzione diretta e indiretta a livello nazionale di quasi 240 miliardi di euro, la creazione di oltre 1,6 milioni di posti di lavoro, con un incremento del PIL medio dello 0,6% annuo.

Ma non basta. Sindacati e imprenditori vorrebbero anche che lo Stato avviasse un generale processo di efficientamento della pubblica amministrazione, che non solo avrebbe un effetto di rilancio dell’economia di settore, ma permetterebbe anche di tagliare la bolletta pubblica per l’energia.

lunedì 10 settembre 2012

Detrazione fiscale più conveniente del conto energia?

 FV, detrazione fiscale più conveniente del conto energia?


 (Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)

Conviene un impianto FV senza il sostegno del conto energia, approfittando delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie? Se per impianti da 3 kW il conto energia resta, sebbene di poco, l'ipotesi migliore, con 20 kW abbandonare la tariffa GSE in favore della detrazione sembra un'ottima idea. Alcune ipotesi di investimento.

Realizzare un impianto fotovoltaico senza il sostegno del conto energia, ma approfittando invece delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, recentemente portate dal 36 al 50%, è un' idea che molti stanno accarezzando, complice l'incertezza su quanto dureranno gli incentivi del quinto conto – oggi siamo già a oltre 6,3 miliardi di spesa annua e sappiamo che raggiunta quota 6,7 termineranno – e i nuovi ostacoli burocratici introdotti per richiederli. Ma è un'ipotesi economicamente praticabile?

Qualenergia.it ha cercato di scoprirlo avvalendosi del prezioso supporto degli ingegneri di ATER, l'Associazione Tecnici Energie Rinnovabili, e ha scoperto che l'idea non è affatto peregrina: se per impianti molto piccoli (3 kWp) gli incentivi del conto energia restano più convenienti, anche se non di molto, per impianti leggermente più grandi (20 kWp) rinunciare al conto energia in favore delle detrazioni sembra essere un'ottima idea: su 25 anni si parla di quasi 30mila euro di guadagno in più. I grafici qui sotto (riferiti a un ipotetico impianto realizzato a Roma) lo mostrano chiaramente.

Come i lettori sapranno, da giugno 2012 e fino al 30 giugno 2013 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (da non confondersi con quelle del 55% per l'efficientamento energetico) sono state portate dal 36 al 50%. Per un ventaglio piuttosto esteso di lavori edilizi e a beneficio delle sole persone fisiche spetta così una detrazione Irpef del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, spalmata su 10 anni in rate omogenee (qui la guida dell'Agenzia delle entrate, pdf). Va da sé che – come ci spiegano gli esperti sentiti, anche se una conferma ufficiale dell'Agenzia delle Entrate ancora manca - nel ventaglio di lavori eleggibili per le detrazioni si può far rientrare anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico, pur non espressamente citata: tra i lavori detraibili sono inclusi infatti gli interventi per il risparmio energetico e, finora, impianti che producono energia rinnovabile - come per esempio le stufe a pellet o a legna e, in diversi casi, impianti fotovoltaici - sono sempre stati ammessi.

Se realizziamo un impianto fotovoltaico da 3 kW, ipotizzando di pagarlo 8.250 euro iva compresa, almeno fino al 30 giugno 2013, dunque, 4.125 euro ci verranno restituiti scalandoli dalle tasse in 10 anni con altrettante rate da 412,5 euro ciascuna. Per un 20 kW pagato 46.200 euro (iva compresa) con la detrazione ci verrebbero rimborsati 23.100 euro in 10 rate da 2.310 euro, ovviamente a patto di avere un reddito tale da dover pagare di Irpef una cifra maggiore della rata.
Insomma, l'ipotesi si fa interessante, anche perché permette di superare alcuni ostacoli burocratici. Rinunciando agli incentivi del quinto conto energia – che ricordiamo sono alternativi alle detrazioni – si può infatti godere dello scambio sul posto (nel nuovo conto energia sostituito dal sistema tariffa omnicomprensiva - premio per autoconsumo) e si bypassa completamente il GSE. In questo modo si evitano alcune possibili complicazioni con cui gli operatori si stanno scontrando al momento; per esempio la questione, ancora da chiarire, della certificazione energetica dell'edificio: con il nuovo conto energia è obbligatoria per accedere agli incentivi anche se in alcune situazioni – si pensi a un ricovero attrezzi, che comunque è considerato edificio – è molto difficile da ottenere.
Ma, soprattutto, percorrere la via della detrazione permette di evitare il registro cui sono obbligati a iscriversi tutti gli impianti sopra i 12 kW (a meno che non siano realizzati in sostituzione di tetti in amianto, integrati con caratteristiche innovative, a concentrazione o realizzati su proprietà della pubblica amministrazione, o che, se inferiori ai 20 kW, accettino incentivi decurtati del 20%). Il registro, come sappiamo, è una graduatoria che stabilisce l'accesso a un ammontare limitato di incentivi secondo determinati criteri di priorità. Il problema è che, specialmente per gli impianti che non hanno caratteristiche che li fanno salire in graduatoria – per esempio essere realizzati in sostituzione di eternit o abbinati a efficentamento energetico dell'edificio – arrivare agli incentivi tramite il registro potrebbe essere quasi impossibile dato che le risorse a disposizione sono già in parte allocate a progetti che hanno già ottenuto l'accesso.

Ecco dunque che la via della detrazione del 50% associata allo scambio sul posto diventa ancor più interessante, tanto più che può essere percorsa anche come ultima spiaggia: dato che la documentazione si presenta all'Agenzia delle Entrate a lavori finiti e senza particolari scadenze temporali (vedi guida, pdf) , volendo si può prima tentare la strada del registro e poi, se non si rientra in posizione utile, fare domanda per la detrazione.
Detto questo andiamo a vedere i risultati delle ipotesi di investimento, realizzate per Qualenergia.it dagli ingegneri di ATER - Fabio Alberani, Giampiero Crasti e Massimo Venturelli - che hanno messo a punto anche un software di simulazione scaricabile gratuitamente dal sito www.assotecnicirinnovabili.org.

Come dicevamo, la convenienza della strada detrazione e scambio sul posto per gli impianti piccolissimi non è di molto inferiore a quella che si avrebbe con il conto energia e già sui 20 kW la detrazione conviene rispetto al quinto conto energia.
Per un impianto da 3 kW a Roma (componenti made in Europe, che danno diritto al relativo premio sul conto energia e costo per kW ipotizzato in 2.500 euro + iva) vediamo che con il conto energia rientreremmo dell'investimento con un anno di anticipo rispetto che con la detrazione del 50% (9 anni anziché 10) e in 25 anni avremmo un guadagno netto di circa 14.700 € contro gli 11.700 dell'ipotesi 'detrazione' (vedi confronto dettagliato nelle simulazioni in calce).

Per un 20 kW (sempre a Roma, componenti made in Europe, costo per kW ipotizzato in 2.100 euro + iva), invece, la detrazione conviene nettamente: con il conto energia si rientrerebbe dell'investimento leggermente dopo (7 anni contro 8) e sui 25 anni si avrebbe un guadagno inferiore di quasi 30mila euro che non scegliendo la detrazione Irpef.

Insomma, per il fotovoltaico residenziale la strada delle detrazioni fiscali sembra invitante, anche se ancora inesplorata. Lo stesso call center dell'Agenzia dell'Entrate, come pure l'ufficio stampa, contattato da Qualenergia.it, sembra non sapere quasi nulla del connubio sgravi Irpef per le ristrutturazioni ed elettricità dal solare. Staremo a vedere se emergeranno ostacoli burocratici. Intanto vi lasciamo alle simulazioni dettagliate di impianti da 3 o da 20 kW a Milano, Roma e Palermo realizzati con conto energia o detrazioni e con capitale proprio o con finanziamento bancario. Buono studio.