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martedì 28 maggio 2013

Grazie a ex-Ministro Passera, no risparmi in bolletta da 500 mln

Grazie a ex-Ministro Passera, no risparmi in bolletta da 500 mln

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Il 24 aprile, giorno in cui Letta accettava l'incarico di Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano, Corrado Passera firmava un atto che impediva ai cittadini italiani di risparmiare 500 milioni di euro destinati agli incentivi alle cosiddette "fonti assimilate"
 
Nuovo, generoso, regalo ai produttori di energia da fonte assimilabile, da parte dell'ex Ministro Passera. Si chiamano "fonti assimilate" e sono state inserite dal Cip6 tra le beneficiarie di incentivi statali insieme alle fonti rinnovabili, pur non avendo nulla di "sostenibile", né tantomeno di "rinnovabile". Gli impianti individuati come fonti assimilate ricevono incentivi calcolati sulla base del costo del carburante o del gas riparmiato grazie al loro funzionamento, un costo basato fino ad oggi sul prezzo di gas e petrolio nei mercati internazionali attraverso contratti "take or pay". Nel 2012, però, l'Aeeg ha disposto che, a partire da ottobre 2013, i parametri per la definizione dei prezzi del gas all’ingrosso sarebbero stati individuati basandosi sul prezzo più conveniente tra quelli nei mercati spot, una modifica che avrebbe permesso un risparmio in bolletta per i cittadini italiani di circa 500 milioni di euro. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo, in quanto questo risparmio in bolletta si sarebbe tradotto in un taglio degli incentivi per gli impianti a fonti assimilate.

Come era opportuno aspettarsi, quasi fuori tempo massimo, il 24 aprile, giorno in cui Enrico Letta accettava l'incarico di Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano, l'ancora per poco Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, firmava un atto che di fatto impediva di fare riferimento al prezzo più conveniente nei mercati spot, o per lo meno, lo rimandava di almeno un anno, facendo un nuovo regalo alle lobby delle fonti fossili, che, per i propri impianti "assmilabili" avrebbero continuato a percepire incentivi più alti. Le motivazioni? Oltre al fatto che i tagli agli incentivi ci sarebbero già stati a seguito di un decreto del novembre 2012 - che, però, prevedrebbe la possibilità di diverse deroghe - secondo il Ministero dello sviluppo economico, un taglio retroattivo agli incentivi sarebbe stato scorretto per gli operatori, in quanto le compagnie avevano già concluso gli accordi per l'acquisizione del combustibile. Attualmente, degli incentivi destinati ogni anno ad energie rinnovabili ed assimilate, meno del 30% andrebbe davvero alle imprese che producono energia in modo sostenibile, mentre circa il 70% sarebbe destinato ad inceneritori, impianti che utilizzano sottoprodotti delle raffinerie e affini, ovvero, le fonti assimilate.

mercoledì 9 gennaio 2013

Certificati bianchi: varato il decreto di rafforzamento

Certificati bianchi: varato il decreto di rafforzamento

(Fonte:ZeroEmission.it)

È stato varato il decreto di rafforzamento dei certificati bianchi, previsto dal decreto legislativo 28/2011 che stabilisce, in primo luogo, gli obiettivi nazionali di efficienza energetica e gli obblighi quantitativi che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione di energia elettrica e gas per gli anni 2013-2016. Il provvedimento, firmato dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, di concerto col ministro dell'Ambiente Corrado Clini e con l'intesa della Conferenza Unificata, è "una tappa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di risparmio energetico definiti per il 2016 dal Piano d'azione sull'efficienza energetica, e segna le basi per traguardare al 2020 il target di efficienza della Strategia energetica nazionale", si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo economico.

Gli obblighi fissati, associati ai risparmi di energia derivanti dagli interventi realizzati dall'avvio del meccanismo, "consentiranno una riduzione di energia primaria di circa 25 Mtep, nel quadriennio 2013-2016, e un contenimento delle emissioni di CO2 pari a 15 milioni di tonnellate l'anno", prosegue il Ministero. Il decreto, oltre a "contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica al 2020", servirá come "stimolo per l'applicazione di tecnologie sviluppate dall'industria nazionale che, in tema di efficienza energetica, occupa posizioni di rilievo nel panorama internazionale", conclude forse con un po' troppo ottimismo il Ministero.

giovedì 8 novembre 2012

Conto Termico: incentivi

Conto Termico: Clini e Passera danno il via agli incentivi

(Fonte:GreenStyle.it-Matteo Campofiorito)

“Il Conto termico oggi fa un passo avanti definitivo”. Esordisce così Corrado Passera agli Stati Generali della Green Economy che si stanno tenendo a Rimini e a cui GreenStyle è presente da ieri. Non è solo sul palco il ministro Passera, ma è affiancato dal ministro dell’ambiente Corrado Clini. I ministri infatti hanno deciso di annunciare congiuntamente il Conto Termico per suggellare una intesa totale sul tema degli incentivi alle fonti rinnovabili e alla green economy.

Clini ha ribadito che i ministri dell’ambiente e dell’innovazione danno un esempio mai visto prima, trovando il modo di superare su tutto le discrepanze di visione. Passera ha sottolineato come il fatto di aver completato la Strategia Energetica Nazionale (SEN), il Quinto Conto Energia e adessso il Conto Termico dimostra una capacità inedita di lavorare insieme.

Il Conto Termico, a detta dei ministri, è stato inviato alla conferenza delle Regioni per essere visionato ed approvato. Un passaggio che secondo Clini avverrà in tempi molto rapidi, come rapida sarà anche la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche se nessuno dei due ministri si è sbilanciato su una data.

Gli incentivi ammonteranno a 700 milioni e saranno rivolti in particolare alle famiglie, per le amministrazioni pubbliche invece l’impegno di spesa sarà di 200 milioni.
Gli incentivi copriranno fino al 40% delle spese sostenute e verranno erogati in in 2 anni. Questo, a detta del Ministro Clini, consentirà investimenti nelle fonti termiche rinnovabili che ritornano in termini di payback in tempi brevi. La taglia degli impianti incentivati come detto è medio-piccola, taglie che incontrano la domanda secondo Passera, dunque saranno esclusi gli impianti industriali. Il massimo della potenza incentiva è di 500 Kw per una superficie massima di 700 metri quadri.

Passera ha dichiarato che:

Parliamo di investimenti per 3-4, 5.000 euro per le famiglie, un investimento con ritorno garantito che ci permetterà di superare obiettivi europei del 20-20-20. In linea anche con la tesi 46 delle proposte uscite dagli Stati Generali della Green Economy che prevedeva l’incentivazione delle famiglie con il Conto Termico.

Passera ha inoltre ventilato l’ipotesi, che a dire il vero circola da mesi, di rendere strutturale la detrazione del 55% per l’efficienza energetica dichiarando:

Faremo di tutto per renderla strutturale


Non resta dunque che attendere e augurarsi tempi brevi nell’iter che porterà al conto termico.

martedì 16 ottobre 2012

Strategia Energetica Nazionale online.

Strategia Energetica Nazionale, ora è in consultazione on line

(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha illustrato al Consiglio dei ministri la nuova Strategia energetica nazionale. Il governo ora si propone di avviare un ampio dibattito pubblico e di confrontarsi apertamente su queste scelte con tutte le parti interessate. A tale proposito, è stata predisposta una consultazione on-line sul sito web del ministero attiva da oggi.

L'obiettivo è di giungere entro circa due mesi alla definizione di obiettivi, scelte di fondo e azioni prioritarie quanto più possibile condivisi, nell'interesse generale del Paese, per poi approvare il testo nel Consiglio dei ministri. La modernizzazione del settore energia rappresenta "un elemento cardine dell'Agenda per la crescita sostenibile del governo - spiega la nota del governo - a oltre vent'anni dall'ultimo Piano Energetico nazionale, questo documento di programmazione e indirizzo era molto atteso dal settore".

Le azioni proposte nella Strategia energetica che guarda al 2020 come principale orizzonte di riferimento - dice la comunicazione ministeriale - puntano a far sì che "l'energia non rappresenti più per il nostro Paese un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta al contempo di mantenere e migliorare i nostri già elevati standard ambientali e di sicurezza, grazie a investimenti consistenti attesi nel settore".

Sul nostro portale web abbiamo già commentato la prima bozza della SEN e tra le più forti critiche c'è quella del suo orizzonte temporale (2020), confermato dell'attuale versione, che tutti gli osservatori ritengono fin troppo vicino per un documento programmatico. Ma un atro dubbio riteniamo vada espresso: può un governo non eletto e con alcune funzioni limitate nel tempo e di intervento agire su un'azione così strutturale per il paese?

martedì 25 settembre 2012

Lettera-verità a Passera.

"Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!"


In un periodo cosi "nero", dove vige la fiera della menzogna, sembra quasi impossibile riuscire a carpire la verità. Ognuno cerca di celare le proprie mire dietro blandi ideali, ma c'è qualcuno che non ha paura di esprimere la propria opinione sui componenti "dei piani alti", sbandierando il proprio disappunto su quanto sta accadendo in Italia.
Maria Rita D'Orsogna, ricercatrice italiana emigrata in California ha scritto a Passera la lettera che tutti avremmo voluto scrivergli. In poche righe, la ricercatrice è riuscita ad esprimere il pensiero che ognuno di noi posside, soprattutto chi si impegna da anni a promuovere un'energia più sana in un Paese troppo vecchio stampo e "sporco". Possibile che un Paese come il nostro possa produrre idee tanto malsane? Possibile che un Paese come il nostro possa favorire la rovina ambientale?La risposta è illogica ma scontata. Vediamo meglio cosa dice.

Caro signor Passera,
stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l’Italia petrolizzata.
Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni ’60 per aggiustare l’Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche’ non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non e’ stato eletto da nessuno e non puo’ pensare di “risanare” l’Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.
Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall’Algeria, corridoio Sud dell’Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.
E la gente dove deve andare a vivere di grazia?Ci dica.
Dove e cosa vuole bucare?Ci dica.
I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d’Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell’Emilia? Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?
Ci dica.
Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l’esplosione di tumori come all’Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?
Vorrei tanto sapere dove vive lei.
Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche’ la sua regione – quella che ci dara’ questo 20% della produzione nazionale – e’ la piu’ povera d’Italia.
Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c’e’. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa’, amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.
Lo so che e’ facile far cassa sull’ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra’ domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l’Italia e’ corrotta. E’ facile, lo so.
Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non e’ etico, non e’ morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perche’ non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell’Italia.
E no, non e’ possibile trivellare in rispetto dell’ambiente. Non e’ successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.
Ma non vede cosa succede a Taranto?
Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia – all’italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l’idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita’ – la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?
E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?
E lei pensa che questo e’ il futuro?
Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.
Qui il limite trivelle e’ di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro “giornalista” Luca Iezzi. Ed e’ dal 1969 che non ce le mettiamo piu’ le trivelle in mare perche’ non e’ questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.
Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.
Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera’ nell’industria verde, si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l’uso degli incentivi.
Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell’ambiente e’?
E gli italiani cosa faranno?
Non lo so. So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira’ questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l’Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.

E' inutile fare finta di niente. La verità è troppo scomoda. Ci troviamo di fronte ad una decisione già presa che avrà un disastroso impatto ambientale... e non solo!Stà a noi continuare la nostra "battaglia" per diffondere le Rinnovabili, tutti insieme per dimostrare che è possibile avere un Italia meno dannosa. Come può far male un'energia che proviene dalla natura stessa? Non può.

martedì 11 settembre 2012

Scambio sul posto a 10 MW in arrivo dopo il Quinto Conto Energia?

Scambio sul posto a 10 MW in arrivo dopo il Quinto Conto Energia?

 (Fonte: GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
Ormai è chiaro che i famosi cinque semestri del Quinto Conto Energia sono solo sulla carta del decreto firmato da Corrado Passera: gli incentivi al fotovoltaico dureranno molto di meno e, se tutto va bene, per l’estate prossima saranno finiti. Quindi un paio di semestri, tre al massimo. E dopo? Dopo è tutto da definire ma qualcosa andrà fatto perché il fotovoltaico non è ancora in grid parity.
Lo è, ad esempio, in Spagna (che ha un’insolazione paragonabile alla Sicilia) ma per impianti enormi in cui si riesce a scendere parecchio con i costi grazie all’economia di scala. In Italia, invece, o ci inventiamo il Sesto Conto Energia o qualcos’altro. Come l’estensione dello scambio sul posto, il meccanismo che prevede la possibilità di consumare in un secondo tempo l’energia elettrica prodotta da un impianto.
Attualmente il limite di potenza dell’impianto per usufruire dello scambio sul posto è fissato a 200 kW, ma su un grosso capannone industriale c’è spazio per 1 MW o più. Una grande azienda, quindi, potrebbe avere interesse a costruire un impianto da diversi mega anche senza incentivi qualora abbia la possibilità di consumare di notte l’energia che ha prodotto in eccesso di giorno.
Dalle segherie alle aziende agricole con cella frigorifera accesa h24, sarebbero moltissime le aziende che potrebbero avere forti risparmi in bolletta con un sistema di scambio sul posto più generoso. Tanto che al Ministero dell’Ambiente ci hanno già pensato, come ha ammesso il dirigente Marcello Garozzo: l’idea è quella di portare lo scambio sul posto a 10 MW di potenza per favorire l’autoconsumo anche senza incentivi statali.
Ma non c’è da cantar vittoria troppo presto perché l’Autorità per l’Energia ha già fatto sapere che ci sono molte cose che non vanno (o che non gli piacciono): se non ricevi gli incentivi non paghi gli oneri di dispacciamento che lo Stato chiede per compensare i costi di sbilanciamento della rete elettrica. Il fotovoltaico, infatti, non è programmabile e bisogna adattare la produzione delle altre centrali elettriche per non mandare in tilt la rete.
Garantire a tutti lo scambio sul posto con potenze di diversi MW aprirebbe la strada a una nuova età dell’oro del fotovoltaico e aggiungerebbe altra potenza non programmabile alla nostra malandata rete, facendo salire i costi di gestione della stessa. Ecco, a questo punto, che tutti i nodi di una confusionaria gestione degli incentivi al fotovoltaico vengono al pettine.

lunedì 10 settembre 2012

Detrazione 55%, il Governo pensa alla proroga

Allo studio del Governo una riedizione della detrazione 55%

 
(Fonte: Edilportale.com-Rossella Calabrese)
 
Estendere nel tempo le detrazioni fiscali del 55%, differenziando la percentuale di spesa detraibile e/o la durata del rimborso in relazione all’effettivo beneficio dell’intervento, introducendo tetti di costo per tipo di intervento ed escludendo dalla detrazione gli impianti già incentivati con altri strumenti.

L’intenzione del Governo di riproporre la detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici è contenuta in una bozza della Strategia Energetica Nazionale circolata in queste ore; la versione definitiva del documento sarà presentata nei prossimi giorni dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, e sottoposta ad una consultazione pubblica.
Altra novità contenuta nel documento riguarda la pianificazione urbanistica: secondo il Governo, gli interventi di efficientamento degli edifici dovranno stimolare e sostenere un ripensamento delle modalità di pianificazione e gestione urbanistica della città, considerato che circa il 70% dell’energia è consumata in contesti urbani, in cui l’edificio diventa il nucleo di un progetto più ampio di riqualificazione del territorio.
In attuazione dei programmi dell’Unione Europa "Smart Cities - Città intelligenti", il Governo sta pensando di avviare azioni in materia di pianificazione energetica e di sviluppo sostenibile urbano, con l’obiettivo di attivare modelli di pianificazione innovativa dei servizi urbani e dei flussi energetici, di efficienza nelle reti, di mobilità e riqualificazione del tessuto edilizio e di partenariato pubblico-privato. Il tema è già oggi presente nell’Agenda Digitale e nel Piano Città istituito dal decreto Crescita.

La Strategia EnergeticaNazionale si incentra su quattro obiettivi principali:
1. ridurre significativamente il gap di costo dell’energia per i consumatori e le imprese, con
un allineamento ai prezzi e costi dell’energia europei;
2. migliorare la nostra sicurezza e ridurre la dipendenza di approvvigionamento dall’estero, soprattutto nel settore gas;
3. favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico;
4. superare gli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo ClimaEnergia 2020.

Per realizzare la Strategia, è previsto un investimenti di 180 miliardi di euro da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi).
Le azioni nel loro complesso consentiranno di ridurre a 15 miliardi di euro/anno, dagli attuali 62, la fattura energetica estera, con la riduzione dall’82 al 65% della dipendenza dall’estero e di ridurre del 19% le emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l’Italia, pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 1990.

Si prevede, inoltre, un 23% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi totali e oltre il 38% sui consumi elettrici (rispetto all’11% e al 23% rispettivamente del 2010) con una graduale riduzione dall’87 al 75% dei combustibili fossili. I consumi primari rispetto all’andamento inerziale al 2020 dovrebbe scendere del 24% (-4% rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di -20%, grazie alle azioni di efficienza energetica.

lunedì 3 settembre 2012

Il rischio dellla legge "libera-trivelle" .

L'illusorio petrolio di Passera in un libro edito da Altraeconomia.

(Fonte: Qualenergia.it)
 Gli idrocarburi sembrano essere al centro del venturo Piano nazionale per l'Energia del governo Monti, anche se l'economia delle fonti fossili ha i giorni contati. C'è il rischio che si rispolveri la legge "libera-trivelle" in un Paese che, grazie a royalties e compensazioni minime, è già ora "un paradiso per petrolieri", spiega un libro di Altreconomia sul tema.
È atteso entro la fine del 2012 il Piano nazionale per l'Energia, serie di misure per il settore energetico italiano che si appresta a varare il governo Monti, definite "urgenti" e fortemente volute dal ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, oltre che orgogliosamente sponsorizzate dalla lobby petrolifera. Un disegno di legge ben preciso che, al fine di garantire l’innalzamento della produzione petrolifera italiana fino al 20% del fabbisogno nazionale, l’aumento del Prodotto interno lordo di mezzo punto e la riduzione di 6 miliardi della bolletta energetica, necessita della realizzazione di imponenti opere infrastrutturali come rigassificatori, gasdotti nazionali ed internazionali, centrali e megastoccaggi, fino ad arrivare a nuove trivellazioni alla ricerca di greggio, gas e gas non convenzionale (shale gas).
Obiettivi per cui andrebbe snellita la normativa vigente sulle autorizzazioni e abolito ogni vincolo e limite per la prospezione, la ricerca e coltivazione di idrocarburi nel sottofondo marino. Perché le attuali norme di tutela dell’ambiente -tra cui quelle che fissano a 12 miglia dalle coste il limite entro il quale non è possibile effettuare trivellazioni in mare- rappresentano un vincolo troppo rigoroso. Ecco quindi il rischio che venga rispolverata la legge "libera-trivelle", ipotesi che Altreconomia ha già anticipato nel libro-inchiesta di Pietro Dommarco "Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri" e nell'articolo "Il greggio italiano è un'illusione", pubblicato sul mensile ad aprile scorso.

Le mani dei petrolieri in Italia sono infatti libere di perforare la terra e i fondali marini -spiega Dommarco-, con royalties minime (cedendo cioè agli enti locali solo il 4% dei ricavati per le estrazioni in mare e il 10% per quelle sulla terraferma) e con l’avallo di leggi "tolleranti", che producono pochi vantaggi per il territorio e infiniti lutti per i lavoratori (preoccupante l'aumento di patologie tumorali: basti pensare, ad esempio, che nella zona di Priolo, in Sicilia, il 35% dei decessi avviene per tumore) e per l’ambiente.

Al 31 dicembre 2011 la produzione di greggio in Italia si è attestata su 5.283.866 tonnellate, quasi 40 milioni di barili. L’84% della produzione nazionale proviene dalla terraferma, il 16% dal mare. Il libro raccoglie oltre ai numeri anche le storie dei tanti "Texas italiani": dalla Val d’Agri in Basilicata a Sannazzaro de’ Burgondi in Pianura Padana, da Gela e Priolo in Sicilia a Porto Torres in Sardegna e Porto Marghera in Veneto. La regione più sfruttata è la Basilicata, seguita dalla Sicilia.
Tra i Paesi europei, invece, l'Italia è al quarto posto per produzione petrolifera. Considerando, poi, le "percentuali di compensazione ambientale" del nostro Paese a livello mondiale, sono tra le più basse al mondo: per questo oggi sono centinaia le concessioni e più di 1.000 i pozzi produttivi in Italia, tra terraferma e mare. Numeri che potrebbero aumentare se calcolassimo (e sfruttassimo) le riserve, tra le prime a livello europeo per potenzialità. Scenario, questo, in linea con la visione del ministro Passera, che già a fine marzo ha aperto le porte allo sfruttamento di "risorse italiane, giacimenti di gas e petrolio non ancora sviluppati".
La prefazione di "Trivelle d'Italia" è curata dal geologo e primo ricercatore del Cnr Mario Tozzi, che spiega perché l’economia fossile ha i giorni contati. Nel libro anche un’intervista alla professoressa Maria Rita D’Orsogna e un indentikit delle principali multinazionali petrolifere che lavorano in Italia."Trivelle d’Italia. Perché il nostro Paese è un paradiso per petrolieri", di Pietro Dommarco, scrittore e giornalista freelance, specializzato in tematiche ambientali. Collabora con il mensile Altreconomia.