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giovedì 4 ottobre 2012

Conto Energia: rischio con la Tremonti ambiente?

Conto energia, tariffe a rischio con la 'Tremonti ambiente'?

 
(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
Un chiarimento ministeriale, ancora non reso pubblico, sancirebbe la non cumulabilità delle tariffe del conto energia fotovoltaico con la detassazione introdotta con la cosidetta Tremonti ambiente, ossia la legge 388/2000 agli art. 6, commi da 13 a 19. Sarebbe un dietrofront clamoroso rispetto alle ultime notizie normative che stabilivano la cumulabilità a patto che la detassazione non superasse il 20% del costo dell'investimento. Se così fosse, per molti investimenti già fatti sarebbe un disastro. Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di Raffaele Villa, responsabile dipartimento fiscale di Watson Farley Williams.

Il Ministero dello Sviluppo Economico in un chiarimento del 27 settembre, non reso pubblico, afferma che le tariffe del III, IV e V Conto Energia non possano cumularsi con la detassazione ambientale.
Alla luce dei, seppur scarni, interventi degli ultimi giorni della dottrina, in particolare di Assonime con la videoconferenza del 25 settembre, che parevano dare oramai per scontata la cumulabilità "limitata" e che potrebbero avere indotto i contribuenti a decidere di avvalersi della cd. Tremonti ambiente, la posizione del MiSE, se venisse ufficializzata, avrebbe effetti devastanti su quasi tutte le tariffe incentivanti già concesse.

Secondo il MiSE solamente la tariffa incentivante di cui al II Conto Energia sarebbe cumulabile con la Tremonti ambiente, laddove peraltro quest'ultima agevolazione non eccedesse il 20% del costo dell'investimento. E ciò in quanto, secondo il MiSE, l'art. 19 del d.m. 5 luglio 2012 (V Conto Energia) avrebbe portata interpretativa solamente rispetto all'art. 9, comma 1, del d.m. 19 febbraio 2007, che appunto regola la tariffa incentivante del II Conto Energia.

Con riguardo al III, IV e V Conto Energia, il MiSE, seguendo un percorso logico interpretativo non irragionevole ma eccessivamente formalistico, giunge a negare tout court la cumulabilità delle tariffe incentivanti con la detassazione ambientale.
In particolare, con riferimento al III Conto Energia, la tariffa non sarebbe cumulabile in quanto la detassazione ambientale non solo non sarebbe presente tra le agevolazioni elencate "tassativamente" dall'art. 5, comma 1, del d.m. 6 agosto 2010 (III Conto Energia), ma non si qualificherebbe nemmeno quale incentivo pubblico erogato previo bando ai sensi del comma 4 del medesimo articolo.
Con riguardo alle tariffe del IV e del V Conto Energia, le stesse non sarebbero attualmente cumulabili ai sensi rispettivamente dell'art. 5 del d.m. 5 maggio 2011 (IV Conto Energia) e dell'art. 12 del d.m. 5 luglio 2012 (V Conto Energia), in quanto le citate disposizioni non contemplano il beneficio de quo tra quelli cumulabili.
Tuttavia, sempre secondo il MiSE, entrambe le dette norme, attraverso il loro rinvio all'art. 26, comma 3, del d.lgs. del 3 marzo 2011, prevedono che dal 2013 sia possibile cumulare, pare senza limitazioni, la detassazione dal reddito d'impresa per l'acquisto di macchinari e apparecchiature con le relative tariffe incentivanti. Quest'ultima opportunità dovrà tenere in debito conto l'abrogazione della Tremonti ambiente a far data dal 26 giugno 2012, disposta dall'art. 23, commi 7 e 11 del decreto crescita.
Alla luce di quanto precede è più che mai auspicabile un intervento del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con l'Agenzia delle Entrate, al fine di chiarire ufficialmente non solo i termini e le condizioni della cumulabilità della Tremonti ambiente con le tariffe incentivanti, ma anche talune questioni emerse negli ultimi giorni con riguardo alla procedura e al calcolo della detassazione ambientale.
*Raffaele Villa, responsabile dipartimento fiscale di Watson Farley Williams.

venerdì 28 settembre 2012

Il fotovoltaico dopo il conto energia

Il fotovoltaico dopo il conto energia: cosa c’è da sapere sulle agevolazioni fiscali previste

(Fonte:NewsEnergia.it-Stefano Caproni)
E’ già ora di cominciare a pensare al dopo conto energia, sia perchè le più ottimistiche previsioni dicono che la durata non sarà superiore a qualche mese, sia perchè forse è giunto il momento di abbandonare un decreto pieno di lacune e di incertezze, che non permette di fare la minima programmazione, con chiarimenti e regole interpretabili e piene di ostacoli e “trappole”. Ne abbiamo già parlato, un decreto di poche pagine non può avere 130 pagine di regole applicative. Abbiamo fatto una chiacchierata con un consulente che ci ha chiarito alcuni aspetti molto interessanti, tra i quali la tanto discussa detrazione del 36% (ora 50%) che ancora in parecchi ritengono incompatibile, anche perchè non è proprio alla luce del sole.

Iniziamo dalla Risoluzione ministeriale 207/E del 20.5.2008, la quale stabilisce che non è possibile cumulare la tariffa incentivante prevista per gli impianti fotovoltaici con la detrazione del 55%. Il 55% però può essere utilizzato per altri interventi realizzati sull’edificio contemporaneamente all’installazione dei pannelli fotovoltaici. Ad esempio se oltre ai pannelli vengono realizzati altri interventi di riqualificazione energetica che permettono di conseguire un indice di prestazione energetica inferiore di almeno il 20%, su questi altri interventi (ad esempio l’isolamento del tetto dell’edificio) si può beneficiare del 55%. In questi casi però è bene tenere nettamente distinte le fatture per i pannelli fotovoltaici (no 55%) dalle altre fatture per la riqualificazione energetica (si 55%) in modo da non fare confusione, dato che quasi sempre l’agenzia delle entrate, nel controllare le dichiarazioni, chiede la documentazione negli anni successivi.

Il 55% può essere utilizzato sia da persone fisiche/privati, sia da imprese individuali, società di qualsiasi tipo (società di persone, società di capitali), sia da enti pubblici e privati, sia da studi professionali. L’impresa individuale o la società, rispetto ai privati, ha la possibilità di dedurre l’ammortamento dell’impianto fotovoltaico. In alternativa, se l’impianto viene fatto in leasing, si possono dedurre i canoni di leasing. Di conseguenza, anche se non hanno il beneficio del 55%, hanno comunque un risparmio di imposta grazie all’ammortamento o alla deducibilità dei canoni. I privati, invece, non ne usufruiscono.

Nell’agevolazione del 36% (ora 50%) rientrano invece interventi di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione dell’edificio, di risanamento o restauro conservativo. Rientrano anche interventi di bonifica dell’amianto (anche se eseguiti senza una ristrutturazione o una manutenzione straordinaria). Rientrano anche gli interventi che permettono di conseguire risparmi energetici. La la circolare ministeriale del 24 febbraio 1998 n. 57 è stata una delle prime che ha commentato il 36% e (salvo alcuni dettagli, come il numero delle rate, l’importo massimo di spesa, la % di detrazione) è ancora pienamente valida. Lì si richiamano ad un certo punto gli interventi che consentono un risparmio energetico richiamati dal decreto del 15 febbraio 1992.

Nel decreto 15 febbraio 1992, art. 1 è specificato chiaramente l’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Di conseguenza gli impianti fotovoltaici rientrano nell’agevolazione 36% (ora 50%), anche senza interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, ecc. Il decreto 19 febbraio 2007 prevede però all’art. 9 comma 4 che le tariffe incentivanti non sono applicabili agli impianti fotovoltaici per i quali si è usufruito dell’agevolazione prevista dall’art. 2 della L. 289/2002. Questo articolo richiama il 36%.
In sintesi il 36% (ora 50%) è sicuramente utilizzabile per gli impianti fotovoltaici anche senza altri tipi di interventi (manutenzione straordinaria, ristrutturazione, ecc.). E’ però incompatibile con la tariffa incentivante. Ha il grosso pregio di non richiedere condizioni o livelli di efficienza energetica come è invece previsto dal 55% e inoltre ha il pregio di non prevedere comunicazioni all’enea o documentazione complessa da presentare all’agenzia delle entrate.
Occorre ovviamente informarsi sempre in Comune se l’intervento di installazione dei pannelli fotovoltaici richiede una qualche comunicazione (DIA, Scia, comunicazione di inizio lavori), se non occorre presentare la documentazione, ai fini fiscali è sufficiente preparare un’autocertificazione (va firmata e solo conservata, senza inviarla all’agenzia) in cui si attesta la data di inizio lavori e che l’intervento rientra tra quelli agevolabili. Potrà essere richiesta dall’agenzia delle entrate in caso di controllo. L’unico difetto è dato dal fatto che il 36% (ora 50%) è utilizzabile solamente dai privati (no imprese o società).
Tenuto conto delle possibilità sopra descritte, l’addio al Conto Energia non sarà così doloroso.

martedì 18 settembre 2012

I chiarimenti del GSE sul Conto Energia

Conto Energia, certificazioni energetiche, moduli e inverter: i chiarimenti del GSE

(Fonte:NewsEnergia-Stefano Caproni)
 
 
Il quinto conto energia, che secondo le richieste delle associazioni avrebbe dovuto semplificare le procedure di accesso agli incentivi, ha invece introdotto alcune novità davvero difficili da interpretare, o meglio decreto e regole applicative danno tante indicazioni, ma poi moltissimi casi reali non trovano riscontro. E’ il caso in particolare delle certificazioni energetiche, e delle complicazioni che introducono. Il GSE ha pubblicato un chiarimento che comunque toglie dubbi solo su una questione. Ovvero che un edificio privo di impianto di riscaldamento non può accedere agli incentivi.

Il 6 settembre infatti, il GSE in relazione ai numerosi quesiti pervenuti sulla definizione di edificio energeticamente certificabile e sulle certificazioni/attestazioni richieste per i moduli e gli inverter ai sensi del D.M. 5 luglio 2012, ha predisposto un documento nel quale vengono forniti agli operatori alcuni chiarimenti da tenere in considerazione per l’ammissione alle tariffe incentivanti.

In merito alla definizione di edificio (di cui al D.P.R. 412/93) “energeticamente certificabile” il GSE precisa che gli edifici devono essere provvisti di un impianto termico destinato ad una adeguata climatizzazione invernale, così come definito nel D. lgs. 192/05 e s.m.i. e che le altezze minime interne e le superfici utili dei locali devono rispettare i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia (Decreto Ministero Sanità 5 luglio 1975 e s.m.i.).

Questa precisazione taglia le gambe a molti fabbricati (ad esempio i fabbricati rurali) che quindi non potranno accedere alle tariffe su edifici e a tutti i benefici collegati, ovvero l’installazione di impianti integrati innovativi, la tariffa premio per lo smaltimento dell’amianto, etc. Inoltre nel recente “question time” sul tema del Quinto Conto Energia tenuto nell’ambito della manifestazione Zero Emission Rome, alcune domande hanno ricevuto una risposta molto negativa. Ad esempio alla domanda se un impianto installato in una pertinenza staccata (ad esempio un garage) dall’edificio (villetta) dotato di certificazione energetica può accedere agli incentivi per impianto su edificio, la risposta è stata NO

Onestamente non capiamo perchè una pertinenza di un edificio certificato, che non ha bisogno di impianto di riscaldamento, non possa ospitare un impianto a servizio di un utenza di fatto situata in un fabbricato energeticamente certificato. Il garage è di fatto un locale dell’edificio, non ha riscaldamento ma compare nella certificazione energetica, e fa parte quindi dell’edificio certificato. Secondo noi è assurdo, a maggior ragione se l’impianto è a servizio dell’abitazione.

Ma non capiamo nemmeno perchè si debba rimanere in attesa di chiarimenti a voce o approfondimenti perchè 30 pagine di decreto e oltre 100 pagine di regole applicative non riescono a fornire le sufficienti specifiche. Pensiamo sarebbe stato sufficiente fare qualche esempio, anche perchè non sarebbe stato difficile fare ipotesi sulle varie casistiche che sarebbero potute capitare.

Nello stesso documento il GSE fornisce anche indicazioni sui certificati di moduli fotovoltaici e inverter, sui quali rimandiamo alla lettura del documento che in questo caso è abbastanza chiaro.

lunedì 17 settembre 2012

Il Quinto Conto Energia? Degno di una barzelletta!

Fotovoltaico: il Quinto Conto Energia è degno di una rubrica sulla settimana enigmistica


(Fonte:NewsEnergia-Stefano Caproni)

 Gli addetti del settore fotovoltaico ormai navigano a vista, con un Quinto Conto Energia nato già morto, un po’ zoppo e degno di una rubrica sulla settimana enigmistica. Se aggiungiamo il fatto che un conto energia di 30 pagine ha partorito regole applicative per oltre 100 pagine, che il call center del GSE risponde alle stesse domande con versioni completamente diverse ad ogni mail, e che nelle conferenze (o question time che dir si voglia) spuntano nuove informazioni che dalla lettura del decreto e delle regole non trasparivano, la frittata è fatta.
Oltre a questo pare evidente, visti i tempi biblici per risposte e chiarimenti, che alcune informazioni ce le daranno forse a conto energia già finito.Siamo tutti preoccupati dall’avanzare incessante del contatore fotovoltaico che alla soglia dei 6 miliardi e 700 milioni di euro segnerà la fine del regime di sostegno al fotovoltaico italiano, ma crediamo che al rallentamento di questi giorni ne seguirà uno ancora più accentuato, visto che su molte cose ci sono dubbi tali da fermare ogni proposta di investimento.
Chi di voi ha il coraggio di far affrontare ad un cliente la spesa per un integrato innovativo quando ancora non abbiamo capito se la soglia dei 50 milioni di euro è cumulativa (come del resto dice il decreto e come confermano le regole applicative con la definizione di "costo cumulativo annuo") o è riferita al solo 5° Conto Energia come si sente dire in giro nelle varie "question time"? Ma non doveva essere il decreto delle semplificazioni ? Avanti di questo passo riusciremo a fare solo impianti da 3kW su edifici nuovi e certificati energeticamente, in questo caso ci sarebbe spazio per circa 300.000 impianti. Il nostro consiglio? Non limitatevi a leggere il decreto e le regole applicative, potrebbe non essere sufficiente.

martedì 11 settembre 2012

Comunicato: il 5 Conto Energià è già morto


Comunicato: il 5 Conto Energià è già morto


Autori: MSA (Movimento per lo Sviluppo Energie Alternative) e ATER ( Associazione Tecnici Energie Rinnovabili)

Inoltriamo a tutti i nostri lettori del Blog Enerstore.it un comunicato che ci sentiamo di voler condividere. Non un semplice sfogo ma un nuovo punto di partenza per poterci opporre con forza a quanto, troppo spesso, ci viene imposto.

Il V C.E. è nato morto. Forse durerà poco più di un mese e sarà un terno al lotto per chi ha progetti avviati.. cioè tutti. Gli operatori del fotovoltaico non capiscono l'utilità e la logica di avere impegnato per mesi Ministeri, politici e tecnici in un progetto dalla durata paradossale. Tutto questo a spese dei cittadini. Bozze, incontri,conferenze Stato Regioni, programmi informatici (GSE), riunioni .. per arrivare a cosa ??? Le aziende del settore (sia produttrici che installatrici) sono in enormi difficoltà, molte stanno chiudendo. E' impossibile riuscire a lavorare senza avere nessuna possibilità di programmazione e dovendosi adeguare a leggi, delibere e regolamentazioni che cambiano di giorno in giorno in un diabolico crescendo di cavilli e astrusità. Qualcuno ha deciso che il fotovoltaico andasse stoppato ma non sono accettabili le modalità, in assoluta controtendenza con le comuni regole di mercato e con l'assoluta mancanza di rispetto di qualsiasi tipo di business plan che ogni azienda dovrebbe poter intraprendere se non a lungo almeno a medio termine. In un momento così difficile per l'intera economia del nostro Paese risulta incomprensibile l'atteggiamento del Governo nei confronti di un settore in cui di lavoro ce ne sarebbe tantissimo e risulta altrettanto incomprensibile ed inaccettabile il silenzio assoluto dei media.
Soprattutto non può essere accettato l'atteggiamento schizofrenico dei ministri interessati che a parole dicono una cosa ma poi con i comportamenti scelgono la strada opposta.
Dicono di voler semplificare tutte le procedure (Semplifica Italia) e poi appesantiscono la burocrazia con richieste di ulteriori certificazioni e procedure rispetto a quelle esistenti, tant'è che è stato conteggiato che per portare un impianto domestico da 3 kW al riconoscimento dell'incentivo sono necessari almeno 30 documenti e sono coinvolti, nel caso più semplice, 4 enti diversi.
Dicono che il fotovoltaico è insostenibile, è costoso e pesa troppo nelle bollette per cui bisogna stoppare gli incentivi; e poi rimborsano i proprietari delle centrali termoelettriche dei loro mancati introiti causati dalla minor richiesta energetica con un provvedimento unico in Europa: il Capacity Payment. Hanno dato gli incentivi al gas, al petrolio e al carbone!
Dicono che bisogna tutelare l'ambiente, il paesaggio, la natura e per questo bisogna stoppare gli impianti fotovoltaici ed eolici sui terreni agricoli e poi semplificano le procedure per le trivellazioni petrolifere offshore. Le piattaforme petrolifere si, l'eolico offshore no.
Non serve snocciolare altre cifre, altre statistiche o altri elementi di convincimento. E' già stato fatto e detto tutto ed è stato totalmente ignorato. Come sono stati totalmente ignorati.. due moniti dell'Unione Europea....

lunedì 10 settembre 2012

Conto Energia, senza obbligo di Registro gli impianti della P.A.

Conto Energia, senza obbligo di Registro gli impianti della P.A.

(Fonte: Edilportale.com-Rossella Calabrese)
 
Gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici pubblici non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al Registro ma accedono direttamente alle tariffe incentivanti del quinto Conto Energia.
È uno dei chiarimenti forniti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in risposta ai quesiti ricevuti in merito alla procedura di iscrizione al Registro.

Impianti realizzati su edifici pubblici
Non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al Registro e accedono direttamente alle tariffe incentivanti previste dal DM 5 maggio 2011 - ha spiegato il GSE - gli impianti realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche, di cui all’art. 1 comma 2 del Dlgs 165/2001, a condizione che:
- l’edificio o l’area ove sono ubicati gli impianti siano di proprietà delle pubbliche amministrazioni già alla data di entrata in esercizio dell’impianto e per tutta la durata del periodo di incentivazione;
- gli impianti entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2012.

Cause di esclusione dalla graduatoria
Un secondo chiarimento riguarda le cause di esclusione dalla graduatoria. La graduatoria degli impianti rientranti nel limite di costo è formata applicando i criteri di priorità previsti dal DM 5 luglio 2012, utilizzando i dati e le informazioni di cui alle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rese ai sensi del DPR 445/2000, della cui correttezza e veridicità il dichiarante assume piena ed esclusiva responsabilità. Come previsto dal DM, il mancato inserimento dei documenti previsti ai fini dell’iscrizione comporta l’esclusione dalla graduatoria.

Al fine di sensibilizzare gli operatori al caricamento corretto dei dati e dei documenti necessari, il GSE segnala le cause più frequenti di possibile esclusione dalla graduatoria riscontrate nei precedenti registri:
- mancata allegazione del documento di identità del sottoscrittore della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in corso di validità;
- assenza della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- mancata sottoscrizione della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- presenza di modifiche, integrazioni e/o alterazioni apportate manualmente alla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- incertezza sul contenuto o sulla provenienza della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà o del documento di identità del sottoscrittore della dichiarazione, per difetto di elementi essenziali o per presenza di parti non leggibili.

Infine, il GSE ricorda che l’applicazione informatica consente di verificare i documenti inseriti e, se necessario, di annullare la richiesta di iscrizione al Registro già inviata e di ripresentarne una nuova, purché tali operazioni avvengano durante il periodo di apertura del Registro.
Il GSE ha poi predisposto un documento nel quale vengono forniti agli operatori alcuni chiarimenti da tenere in considerazione per l’ammissione alle tariffe incentivanti, relativi alla definizione di edificio energeticamente certificabile e alle certificazioni/attestazioni richieste per i moduli e gli inverter ai sensi del quinto Conto Energia.
Sono "energeticamente certificabili":
1. gli edifici provvisti di un impianto termico destinato ad una adeguata climatizzazione invernale, così come definito nel Dlgs 192/2005 e s.m.i.;
2. gli edifici le cui altezze minime interne e le superfici utili dei locali rispettano i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia (DM 5 luglio 1975 e s.m.i.).

In caso di installazione di impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative su edifici di nuova costruzione, tali edifici devono rispettare i requisiti energetici previsti dalla normativa vigente in materia. In caso di installazione di un impianto fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative su un edificio esistente, in sostituzione di elementi edilizi preesistenti, l’intervento si configura come un intervento di ristrutturazione così come definito al comma 4, art. 4 del DPR 59/2009 e pertanto devono essere rispettati i requisiti energetici previsti dalla normativa vigente in materia.

Per quanto riguarda la certificazione/attestazione dei moduli fotovoltaici e dei gruppi di conversione (inverter), il documento elenca la documentazione che deve essere prodotta per attestare il rispetto dei requisiti previsti.

giovedì 6 settembre 2012

Scambio sul posto fino a 10 MW e incentivi per piccoli impianti.

Scambio sul posto fino a 10 MW e incentivi post-V Conto Energia per piccoli impianti?

(Fonte: Photon-online.it)
05.09.2012: «L’intenzione è quella di alzare a 10 megawatt la soglia per lo scambio sul posto» così Marcello Garozzo della segreteria tecnica del sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Tullio Fanelli, ha presentato quello che ha definito un «processo in corso» in seno al dicastero per superare l’attuale soglia dei 200 chilowatt: «Abbiamo già presentato un emendamento in questo senso, che è stato respinto, ma torneremo a presentarlo» ha spiegato nel corso della giornata inaugurale del salone «PV Rome» .

«Non si tratta di un auspicio» ha precisato Garozzo che ha anche rivelato che è allo studio la possibilità di concedere incentivi anche oltre la durata del quinto Conto Energia, seppur limitatamente ai piccoli impianti residenziali architettonicamente integrati e innovativi. Scettico in merito all’ampliamento a 10 megawatt dello scambio sul posto il responsabile dell’unità «Fonti Rinnovabili» dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), Andrea Galliani, che ha sottolineato come il semplice innalzamento del limite, legato alle possibilità di essere esonerati dai costi di trasmissione e dispacciamento comporterebbe la suddivisione di tali costi tra un numero sempre minore di utenti finali di elettricità. In pratica, ha sintetizzato Galliani, si andrebbe a penalizzare «l’utente finale che non può installarsi un impianto fotovoltaico sul tetto».

mercoledì 5 settembre 2012

Quinto Conto Energia

Quinto Conto Energia, Comitato IFI: durerà meno di un anno.

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
Il fotovoltaico italiano non è ancora in grid parity e non può camminare sulle sue gambe, senza incentivi statali. Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato IFI lo ha detto oggi all’inaugurazione di ZeroEmission Rome, aggiungendo che il Quinto Conto Energia non durerà più di un anno, invece dei cinque semestri previsti dal decreto. La preoccupazione di Cremonesi, a questo punto, è che le industrie fotovoltaiche italiane vengano lasciate sole ad un passo dal traguardo:
Dal momento che il settore non si trova in una condizione di grid parity e non riuscirà a raggiungere la piena autonomia economico-produttiva nel periodo di un anno, c’è il rischio reale che tutto il settore si fermi una volta raggiunti i 6,7 miliardi di euro di spesa annui. In questi mesi lavoreremo per ricevere garanzie da tutti gli schieramenti politici candidati a formare il prossimo governo di intervenire in maniera costruttiva e stabile per protrarre il programma di incentivi fino al reale raggiungimento della grid parity.

Si teme, infatti, che una volta finiti gli incentivi il mercato si blocchi del tutto e che le aziende siano costrette a mandare a casa buona parte dei 120 mila lavoratori attivi nel settore, tra diretto e indotto:

Un settore che nel nostro Paese ha generato nel 2011 un volume d’affari pari ad alcune decine di miliardi di euro e che si è dovuto confrontare con un mercato in condizioni di turbativa, con un quadro normativo instabile e con un sistema creditizio che non ha dato fiducia all’industria e a tutta la filiera.
Uno scenario che ha generato, oltre ad un’oggettiva difficoltà nel garantire continuità d’impresa, anche un arresto negli investimenti in ricerca e innovazione, che invece rappresentano il valore da cui dovrebbe trarre origine il successo del Made in Italy nella produzione di energia solare. Per sostenere nuovamente gli investimenti in innovazione tecnologica proponiamo misure di intervento che prevedano crediti di imposta e l’istituzione di un Fondo di dotazione di capitale con tassi agevolati presso il Ministero dell’Ambiente o dello Sviluppo Economico a disposizione delle aziende che producono ricerca e innovazione.

Cremonesi, quindi, chiede che venga delineato uno scenario post incentivi e pre grid parity, che faccia da ponte tra il momento in cui i sussidi statali finiranno e quello in cui l’energia fotovoltaica avrà un prezzo paragonabile a quella prodotta dalle fonti fossili. Uno scenario che dovrebbe includere anche un bonus fiscale sugli utili delle aziende reinvestiti in impianti fotovoltaici con tecnologia italiana e prevedere una campagna di informazione finalizzata a spiegare agli italiani la reale composizione della loro bolletta elettrica. Spiega ancora Cremonesi:

Si tratta di introdurre un sistema che, tramite la detassazione dell’utile realizzato dai titolari di impianti ammessi ai conti energia precedenti, consenta a tali soggetti di ‘autofinanziare’ la realizzazione di nuovi impianti, impiegando il risparmio d’imposta di cui essi beneficiano nell’ambito della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, realizzati con componentistica e tecnologia nazionale.È necessario chiarire a tutti gli utenti che nella bolletta elettrica sono presenti almeno 3 miliardi di euro/anno di oneri impropri inerenti sconti per interruzioni per le imprese energivore, contributi per le energie da fonte fossile, aiuti per i trasporti su rete ferroviaria, dismissioni da centrali nucleari. Voci che dovrebbero essere trasferite in un capitolo di bilancio separato.

venerdì 25 novembre 2011

Revisione incentivi a Breve?


(FONTE: http://www.greenbiz.it)

Sarebbe opportuno mettere mano al meccanismo di incentivazione alle energie rinnovabili. A dirlo è stato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, rispondendo alle richiesta avanzate ieri dal settore del fotovoltaico italiano.

Il meccanismo degli incentivi sarà modificato e sarà “data una mano” al settore perché si possa sviluppare e consolidare, ridonando fiducia alle aziende italiane rendendole competitive sui mercati esteri, ha detto Clini. Entro l’anno, il modo di concedere incentivi sarà rivisto, quindi probabilmente il Conto Energia sarà nuovamente ritoccato, ha aggiunto il neo titolare del ministero dell'Ambiente.

Ieri le associazioni di categoria del settore fotovoltaico, Anie/Gifi e Assosolare, hanno infatti inviato una lettera aperta al nuovo governo. Obiettivo, quello di ottenere garanzie sull’attenzione riservata al comparto, nell’ottica di uno sviluppo duraturo delle rinnovabili. Intanto, il neoministro dell’Ambiente, Corrado Clini, annuncia una revisione del sistema di incentivi.

“Le principali associazioni di categoria del fotovoltaico, ANIE/GIFI e ASSOSOLARE, confidano di poter collaborare al più presto con il nuovo governo, con l’obiettivo di garantire lo sviluppo organico e duraturo delle fonti rinnovabili che, come noto, rappresentano uno dei principali cardini della crescita economica del Paese”. Inizia così la lettera aperta inviata al nuovo governo formato dal neopremier Mario Monti, nella quale si incoraggiano i nuovi dirigenti a tener conto delle rinnovabili e dell’efficienza energetica come obiettivi centrali della futura Strategia Energetica Nazionale. Tutto questo anche considerando dati come quello che svela il peso del fotovoltaico nel mix energetico nazionale, con “potenzialità che sono andate ben oltre le aspettative”. E per il 2011 – puntualizzano le associazioni al governo – si stima una produzione cumulata pari al 3% della produzione nazionale, con picchi in agosto (6%), e settembre ( 5%).

Ricordiano qui di seguito i punti individuati come prioritari per lo sviluppo del settore:

- Stabilità e chiarezza normativa, sia a livello nazionale che locale, per garantire certezza degli investimenti, sviluppo della filiera industriale e creazione di posti di lavoro;

- Semplificazione degli iter amministrativi, in una logica di omogeneizzazione tra le varie regioni;

- Adeguamento delle reti e degli impianti di produzione, favorendo lo sviluppo delle smart grid e dei sistemi di accumulo di energia al fine di agevolare la crescita delle rinnovabili non programmabili in tutto il territorio nazionale;

- Sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica, attraverso meccanismi che premino la ricerca interna alle aziende e gli investimenti in impianti e macchinari innovativi;

- Maggiore trasparenza sui numeri e una seria analisi dei costi e benefici delle energie rinnovabili, dal contributo al PIL (il fotovoltaico ha generato nel 2010 un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro), al gettito fiscale conseguente (stimabile per il 2010 a circa 3,9 miliardi di euro). Lo sviluppo del fotovoltaico varrà, al raggiungimento dell’obiettivo del IV Conto Energia (23 GW di impianti installati), circa 30 TWh di energia rinnovabile prodotta, pari al 10% dell'energia attualmente venduta sul mercato, con un costo evitato in termini di emissioni di CO2 pari a circa 350 milioni di euro l’anno per il sistema Paese.