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giovedì 28 febbraio 2013

Liguria: semplificazione urbanistica per i nuovi impianti di energie rinnovabili

Liguria: semplificazione urbanistica per i nuovi impianti di energie rinnovabili

(Fonte:InfoBuildEnergia.it)
 
 
La Regione Liguria accelera la semplificazione per le autorizzazioni energetiche rinnovabili. Nei prossimi mesi, comunque entro la fine dell'anno, la realizzazione di nuovi impianti con sarà più subordinata a una deroga al Ptcp- Piano territoriale di coordinamento paesistico regionale. Grazie a una proposta di variante approvata dalla giunta Burlando, presentata dall'assessore alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica Gabriele Cascino, la situazione sarà in pratica rovesciata: gli impianti energetici si potranno insediare in tutte le parti del territorio regionale, con esclusione dei centri storici, delle strutture urbane qualificate, nella aree con beni culturali e artistici e archeologici, chiese, monumenti e a forte impatto paesaggistico e in quelle a tutela ambientale. Il piano paesistico regionale, di fatto, non sarà più un impedimento per gli impianti energetici, fatti salvi, oltre ai casi indicati, eventuali vincoli comunali.
"L'obiettivo del disegno di legge è ridurre ulteriormente le limitazioni alla realizzazione degli impianti eolici, fotovoltaici e idroelettrici e dar un forte impulso alle energie rinnovabili per poter arrivare al 14,1% al 2020", ha spiegato Cascino.
Il testo della variante della giunta regionale sarà adesso inviato ai comuni che entro sessanta giorni potranno fare eventuali osservazioni, dopodiché la variante sarà adottata e approvata con una delibera e opererà in regima di salvaguardia fino alla definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale

lunedì 24 settembre 2012

Cittadini insieme per le Rinnovabili

L'impianto a fonti rinnovabili della comunità

 
(Fonte: QualEnergia.it-Leonardo Berlen)
 
 
Finanziare collettivamente un progetto di fonti rinnovabili è una delle nuove modalità di operare dei piccoli investitori in Germania. Nel 2006 nel paese c’erano solo 2 cooperative energetiche, mentre nel 2011 diventano 111, ma sarebbero oltre 500 se consideriamo anche quelle molto piccole nate solo per la realizzazione di impianti fotovoltaici di piccola e media taglia.

I cittadini decidono di mettersi insieme per finanziare una piccola centrale eolica, un impianto a biomassa o una centrale fotovoltaica con costi iniziali che altrimenti sarebbero troppo elevati per un singolo. E’ determinante il coinvolgimento dei cittadini nell’iter progettuale visto che può contribuire anche a superare l’ostracismo della popolazione nei confronti dell’impianto; nel caso in cui l’opposizione locale resti contraria al progetto, molto aspetti critici dell'iniziativa possono essere rivisti collegialmente.

Il processo può richiedere tempi anche lunghi e diversi incontri anche senza il coinvolgimento dell’azienda interessata all’installazione. Ma un progetto che va in porto alla fine può ripagarsi per i cittadini in diversi modi, non solo attraverso il ritorno economico che remunera il proprio iniziale impiego di denaro, ma anche fornendo la propria esperienza tecnica e il lavoro, di imprese del posto, con il coinvolgimento degli agricoltori o delle banche locali. Obiettivo è dunque anche creare posti di lavoro e flussi di reddito per la comunità che non sarebbero arrivati se il progetto o la centrale energetica fosse stata calata dall’alto.

Questo processo, non nuovo in realtà, ma ancora scarsamente applicato, è ben descritto da un breve documento o brochure (ora in pdf e in inglese) della BWE, l’associazione tedesca dell’eolico, che spiega negli aspetti economici e metodologici questo nuovo business che sta prendendo piede in Germania e come sia possibile replicarlo in diversi contesti.

Un esempio riportato dalla brochure è quello di Ingersheim nello Stato di Baden-Württemberg. Un gruppo di cittadini mettono su una sorta di cooperativa (Energie-genossenschaft Ingersheim und Umgebung eG) nel marzo 2010. Il loro obiettivo è di realizzare un’installazione di una grande turbina eolica da 2 MW (alta 138 metri e con un rotore di un diametro di 82), un progetto niente affatto di poco conto, spinto non solo da motivazioni economiche, ma anche ambientali.

Come in altri gruppi simili, il profitto dei singoli dipende dalla loro quota investita inizialmente nel progetto eolico. I soci della neonata cooperativa in questo caso riescono a non indebitarsi più di tanto, riuscendo quasi a coprire (80%) la somma totale dell’investimento, pari a 3,6 milioni di euro, con i propri fondi, evitando i rischi di una eccessiva esposizione con le banche.

All’inizio del progetto la quota minima per persona è di 2.500 €. Le quote, alla fine tutte vendute, sono pari a 22.920 e ciascuna ha un valore di 125 €. L’inaugurazione della turbina si è svolta ad aprile di quest’anno. Oggi i 360 soci, per il 75% di Ingersheim e dintorni, ricevono un dividendo annuale, per 15 anni, che consiste nel rimborso dell’investimento iniziale e un’integrazione aggiuntiva. La cooperativa ha poi aderito all’Associazione delle Cooperative che ora monitora e gestisce il progetto come fosse un gruppo esterno.

Il processo è stato tuttavia lungo (circa 2 anni) e complesso: la cooperativa di Ingersheim ha dovuto affrontare anche uno scontro sulla fattibilità del progetto con le istituzioni, ma con costanza e impegno e un notevole sostegno popolare è riuscita a portare a termine un impianto, non certo di piccola taglia, che produrrà energia pulita per 1200 famiglie nei prossimi 20 anni.

Il modello di impianti acquistati e gestiti da comunità locali si sta lentamente diffondendo anche nel Regno Unito e in Italia, anche se appensatito dall’incertezza e dala stabilità degli incentivi. Oltre ai numeorsi gruppi di acquisto solari, nel nostro paese un caso interessante che abbiamo già raccontato è quello di Prato allo Stelvio in Val Venosta dove gli abitanti, riuniti in una cooperativa, producono con un mix di fonti rinnovabili più dell'intero fabbisogno energetico sia elettrico che termico e riescono a pagare così il 30-35% in meno sulla bolletta elettrica e il 50% in meno sul riscaldamento. Un’altra esperienza italiana è quella di Retenergie, cooperativa ad azionariato popolare che ha già realizzato oltre un centinaio di impianti.

Le cooperative e i progetti comunitari rappresentano il percorso più sano per una democratizzazione dell'energia. Ma la sipnta dal basso non è che all’inizio.

mercoledì 19 settembre 2012

Quinto Conto Energia: chiuse le iscrizioni al registro dei grandi impianti.

Quinto Conto Energia, chiuso il registro dei "grandi" impianti

 
 (Fonte: GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
Il GSE (Gestore dei servizi energetici) ha chiuso, almeno per il momento, le iscrizioni al registro degli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 12 kW, previsto dal decreto sul Quinto Conto Energia. La finestra utile per presentare richiesta di inserimento nella graduatoria era stata aperta lo scorso 20 agosto.

Ora bisognerà aspettare 20 giorni, cioè l’8 ottobre, per conoscere, sempre attraverso il sito GSE, l’elenco dei "fortunati" che sono riusciti a entrare nel registro, e che pertanto potranno godere delle tariffe incentivanti del Quinto Conto Energia.
L’ammissione in graduatoria, infatti, è possibile solo fino al raggiungimento del limite di costo fissato dallo stesso Quinto Conto Energia in 140 milioni di euro, fatto salvo il raggiungimento della soglia di 6,7 miliardi per il costo annuo complessivo degli incentivi al fotovoltaico, che determinerà automaticamente la chiusura del Conto (al momento, il Contatore online presente sul sito GSE si sta avvicinando ai 6,4 miliardi, ndr).

Per chi è rimasto escluso, non resta che attendere le successive finestre utili per tentare l’iscrizione. I prossimi registri, infatti, saranno aperti dal GSE con cadenza semestrale e resteranno accessibili per 60 giorni. Le soglie di spesa saranno di 120 milioni di euro per il secondo elenco e di 80 milioni per quelli successivi. Sempre, s’intende, fino al raggiungimento dei 6,7 miliardi annui complessivi.

Sono esentati dall’iscrizione obbligatoria, oltre alle installazioni di potenza inferiore ai 12 kW, anche gli impianti fino a 50 kW associati alla rimozione di amianto, oppure quelli realizzati da pubbliche amministrazioni. È possibile ottenere una deroga anche rinunciando volontariamente al 20% della tariffa incentivante.

venerdì 7 settembre 2012

Nuova strategia energetica nazionale

Rinnovabili e efficienza nella nuova strategia energetica nazionale

(Fonte: ZeroEmission.it)
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha presentato a ZeroEmission Rome 2012 gli obiettivi e le priorità nella politica energetica. Dal settore fotovoltaico proposte concrete al Governo per favorire lo sviluppo.
"I nostri obiettivi sono ridurre il costo dell’energia per consumatori e imprese, migliorare l’indipendenza di approvvigionamento, favorire la crescita economica sostenibile, raggiungere e superare gli obiettivi ambientali europei. Per fare questo abbiamo quali priorità la promozione dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle energie rinnovabili e quello delle infrastrutture e del mercato elettrico". È quanto ha dichiarato Marcello Garozzo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, intervenuto oggi alla seconda giornata di ZeroEmission Rome 2102, la manifestazione dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading, in programma fino a venerdì 7 settembre alla Fiera di Roma.
"In particolare, per quanto riguarda il settore fotovoltaico, desidero sottolineare che il Quinto Conto Energia ha ancora da assegnare oltre 500 milioni di euro l’anno e, anche dopo, continueremo a incentivare i piccoli impianti, con particolare attenzione a quelli innovativi e integrati nell’edilizia. In Italia il fotovoltaico ha ancora un vasto margine di crescita e avrà un ruolo importante nel panorama energetico nazionale", ha concluso Garozzo.
In rappresentanza del settore fotovoltaico è intervenuto Valerio Natalizia, presidente di Gifi-Anie, associazione che raggruppa circa 200 aziende di tutta la filiera, che ha affermato: "Sono fermamente convinto che sia necessario concertare sin da ora una serie di misure normative e legislative utili per sostenere lo sviluppo del mercato anche negli anni a venire. È inutile e dannoso attaccare le istituzioni per gli errori fatti, come alcuni operatori del settore stanno facendo, quando vi sono le possibilità di lavorare su misure a costo zero per sostenere il mercato italiano del fotovoltaico in un’ottica di sviluppo moderato, ma costante nel tempo". Tra le proposte avanzate da Natalizia: la regolamentazione della vendita diretta dell'energia elettrica attraverso contratti tra soggetti privati; la semplificazione dei processi autorizzativi, che attualmente incidono per il 69% sul costo di sviluppo di un progetto fotovoltaico; un maggiore focus sull'autoconsumo per stimolare le tecnologie dell’accumulo; sgravi fiscali per assunzioni nelle imprese che operano nel settore e per le attività di ricerca e sviluppo; bonus fiscali sugli investimenti iniziali e sui redditi da vendita dell’energia.

mercoledì 5 settembre 2012

Quinto Conto Energia

Quinto Conto Energia, Comitato IFI: durerà meno di un anno.

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
Il fotovoltaico italiano non è ancora in grid parity e non può camminare sulle sue gambe, senza incentivi statali. Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato IFI lo ha detto oggi all’inaugurazione di ZeroEmission Rome, aggiungendo che il Quinto Conto Energia non durerà più di un anno, invece dei cinque semestri previsti dal decreto. La preoccupazione di Cremonesi, a questo punto, è che le industrie fotovoltaiche italiane vengano lasciate sole ad un passo dal traguardo:
Dal momento che il settore non si trova in una condizione di grid parity e non riuscirà a raggiungere la piena autonomia economico-produttiva nel periodo di un anno, c’è il rischio reale che tutto il settore si fermi una volta raggiunti i 6,7 miliardi di euro di spesa annui. In questi mesi lavoreremo per ricevere garanzie da tutti gli schieramenti politici candidati a formare il prossimo governo di intervenire in maniera costruttiva e stabile per protrarre il programma di incentivi fino al reale raggiungimento della grid parity.

Si teme, infatti, che una volta finiti gli incentivi il mercato si blocchi del tutto e che le aziende siano costrette a mandare a casa buona parte dei 120 mila lavoratori attivi nel settore, tra diretto e indotto:

Un settore che nel nostro Paese ha generato nel 2011 un volume d’affari pari ad alcune decine di miliardi di euro e che si è dovuto confrontare con un mercato in condizioni di turbativa, con un quadro normativo instabile e con un sistema creditizio che non ha dato fiducia all’industria e a tutta la filiera.
Uno scenario che ha generato, oltre ad un’oggettiva difficoltà nel garantire continuità d’impresa, anche un arresto negli investimenti in ricerca e innovazione, che invece rappresentano il valore da cui dovrebbe trarre origine il successo del Made in Italy nella produzione di energia solare. Per sostenere nuovamente gli investimenti in innovazione tecnologica proponiamo misure di intervento che prevedano crediti di imposta e l’istituzione di un Fondo di dotazione di capitale con tassi agevolati presso il Ministero dell’Ambiente o dello Sviluppo Economico a disposizione delle aziende che producono ricerca e innovazione.

Cremonesi, quindi, chiede che venga delineato uno scenario post incentivi e pre grid parity, che faccia da ponte tra il momento in cui i sussidi statali finiranno e quello in cui l’energia fotovoltaica avrà un prezzo paragonabile a quella prodotta dalle fonti fossili. Uno scenario che dovrebbe includere anche un bonus fiscale sugli utili delle aziende reinvestiti in impianti fotovoltaici con tecnologia italiana e prevedere una campagna di informazione finalizzata a spiegare agli italiani la reale composizione della loro bolletta elettrica. Spiega ancora Cremonesi:

Si tratta di introdurre un sistema che, tramite la detassazione dell’utile realizzato dai titolari di impianti ammessi ai conti energia precedenti, consenta a tali soggetti di ‘autofinanziare’ la realizzazione di nuovi impianti, impiegando il risparmio d’imposta di cui essi beneficiano nell’ambito della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, realizzati con componentistica e tecnologia nazionale.È necessario chiarire a tutti gli utenti che nella bolletta elettrica sono presenti almeno 3 miliardi di euro/anno di oneri impropri inerenti sconti per interruzioni per le imprese energivore, contributi per le energie da fonte fossile, aiuti per i trasporti su rete ferroviaria, dismissioni da centrali nucleari. Voci che dovrebbero essere trasferite in un capitolo di bilancio separato.

Primo parco eolico in Messico.

Enel: 76 milioni da IDB per primo parco eolico in Messico

(Fonte:ZeroEmission.it)
La Inter-American Development Bank ha approvato un prestito di 76 milioni di dollari alla società controllata da Enel Green Power SpA Impulsora Nacional de Electricidad S. de RL de CV, per la realizzazione del suo primo parco eolico in Messico. Il progetto sostiene gli sforzi di crescita da parte del Messico per sfruttare l'energia eolica nella regione di Oaxaca denominata "La Ventosa", uno delle migliori regioni al mondo per le risorse eoliche, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili per generare elettricità. Attualmente, il 75% dell'energia prodotta in Messico, circa 60 GWin totale , è derivata ​​da combustibili fossili. "Questo progetto contribuirà all'obiettivo del Messico di ridurre le proprie emissioni di gas serra del 50% entro il 2020," ha dichiarato Brian Blakely, leader del team di progetto presso il Dipartimento Finanza Strutturata e Corporate della IDB. Bii Nee Stipa II, è il quarto parco eolico ad essere finanziato dalla IDB a Oaxaca dal 2009, e dispone di 37 aerogeneratori, con una previsione di generazione netta annuale di 278 GWh. Il progetto, la cui costruzione è stata completata nel mese di giugno, prevede di ridurre le emissioni di carbonio di 172.265 tonnellate all'anno. Lo sviluppo dell'industria eolica di Oaxaca cominciò nel 1990, ma solo ora si avvicina al suo reale potenziale. Entro la fine del 2012, la cpacità eolica installata nello stato raggiungerà circa 1,5 GW. Con questo ultimo prestito, la IDB ha approvato più di 240 milioni di dollari di finanziamento per i parchi eolici a Oaxaca dal 2009.

martedì 4 settembre 2012

Il Fotovoltaico a film sottile.

Fotovoltaico a film sottile, IBM sviluppa modello ad alta efficienza

(Fonte: GreenStyle.it-Claudio Schirru)
 
Arriva il fotovoltaico a film sottile ad alta efficienza di IBM. Il colosso statunitense è al lavoro per realizzare un nuovo sistema che riesca non soltanto a raggiungere i livelli di redditività dei pannelli solari rigidi, ma che sappia anche ovviare al crescente problema della crisi di materie prime alla base della loro realizzazione.
Il fotovoltaico a film sottile ha da subito mostrato grandi possibilità di applicazione, grazie alla sua adattabilità anche all’impiego sulle pareti degli edifici e persino ai tessuti. Rispetto ai pannelli solari classici scontava fino ad ora un livello di efficienza medio ridotto, differenza che però sta progressivamente scomparendo. A frenare però lo slancio finale delle celle fotovoltaiche sottili la crescente scarsità dei materiali necessari alla produzione.
Ed è soprattutto qui che entra in gioco la nuova soluzione ideata da IBM in collaborazione con i partner Tokyo Ohka Kogyo, DelSolar e Solar Frontier. Tre dei metalli componenti i film fotovoltaici sottili CIGS (rame, gallio, indio e selenio) non si trovano direttamente puri in natura, ma sono frutto della lavorazione di altri minerali (lo zinco è ad esempio una delle principali fonti di indio). Il colosso della tecnologia sta sviluppando un sistema che permetta di utilizzare elementi maggiormente diffusi in natura.
Le nuove celle solari CZTS saranno realizzate con rame, zinco e stagno, direttamente disponibili e la cui estrazione è eventualmente incrementabile in funzione della crescente richiesta da parte del fotovoltaico a film sottile. Oltretutto i primi test su questa nuova tipologia di pannelli ha fornito ottime indicazioni in merito all’efficienza, con punte record dell’11,1%.
A vantaggio di queste nuove celle CZTS sarebbero anche i costi di realizzazione, ridotti grazie all’impiego di metalli più economici e con una tecnica che permetterebbe una produzione industriale più intensiva e meno onerosa. Un futuro che potrebbe essere caratterizzato in maniera crescente dal fotovoltaico a film sottile secondo i ricercatori IBM, che prevedono entro due anni la piena competitività dei loro moduli CZTS rispetto agli attuali CIGS.


sabato 1 settembre 2012

Il Fotovoltaico fa bene al territorio.

Cna: benefici dal fotovoltaico per cittadini e occupazione


(Fonte: ZeroEmission.it)
La Confederazione nazionale dell’artigianato, in occasione di ZeroEmission Rome segnala come "Il fotovoltaico, oltre ai benefici in termini di risparmi e ricavi futuri, genera importanti ricadute occupazionali sul territorio".
Il fotovoltaico fa bene al territorio, ai cittadini e all’occupazione. A sostenerlo è la Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) che in previsione dell'apertura di ZeroEmission Rome, che si terrà alla Fiera di Roma dal 5 al 7 settembre, ha fornito dati interessanti e alcune conclusioni su cui è bene riflettere. Innanzitutto, conti in tasca fatti appunto dalla Cna, il fotovoltaico è una spesa sempre più affrontabile e di sicuro ritorno: con una spesa iniziale di novemila euro con un rientro dall’investimento stimato in sei anni e un guadagno annuo di circa 1.500 euro: tanto quello che una famiglia può ricavare da un impianto fotovoltaico da 3kW grazie al regime agevolativo nazionale. Anche per un’impresa il conto è presto fatto: il rientro dell’investimento per un imprenditore che scegliesse di installare un impianto fotovoltaico da 40 kW è di sei anni e mezzo e il risparmio annuo sulla bolletta di oltre 4.000 euro. Inoltre, come rileva Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna di Roma, "Il fotovoltaico, oltre ai benefici in termini di risparmi e ricavi futuri, genera importanti ricadute occupazionali sul territorio", aggiunge Tagliavanti. Un impianto di 20 kW, ad esempio, costa 40mila euro e arriva a occupare in via diretta un progettista e tre elettricisti per l’installazione.

venerdì 25 novembre 2011

Revisione incentivi a Breve?


(FONTE: http://www.greenbiz.it)

Sarebbe opportuno mettere mano al meccanismo di incentivazione alle energie rinnovabili. A dirlo è stato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, rispondendo alle richiesta avanzate ieri dal settore del fotovoltaico italiano.

Il meccanismo degli incentivi sarà modificato e sarà “data una mano” al settore perché si possa sviluppare e consolidare, ridonando fiducia alle aziende italiane rendendole competitive sui mercati esteri, ha detto Clini. Entro l’anno, il modo di concedere incentivi sarà rivisto, quindi probabilmente il Conto Energia sarà nuovamente ritoccato, ha aggiunto il neo titolare del ministero dell'Ambiente.

Ieri le associazioni di categoria del settore fotovoltaico, Anie/Gifi e Assosolare, hanno infatti inviato una lettera aperta al nuovo governo. Obiettivo, quello di ottenere garanzie sull’attenzione riservata al comparto, nell’ottica di uno sviluppo duraturo delle rinnovabili. Intanto, il neoministro dell’Ambiente, Corrado Clini, annuncia una revisione del sistema di incentivi.

“Le principali associazioni di categoria del fotovoltaico, ANIE/GIFI e ASSOSOLARE, confidano di poter collaborare al più presto con il nuovo governo, con l’obiettivo di garantire lo sviluppo organico e duraturo delle fonti rinnovabili che, come noto, rappresentano uno dei principali cardini della crescita economica del Paese”. Inizia così la lettera aperta inviata al nuovo governo formato dal neopremier Mario Monti, nella quale si incoraggiano i nuovi dirigenti a tener conto delle rinnovabili e dell’efficienza energetica come obiettivi centrali della futura Strategia Energetica Nazionale. Tutto questo anche considerando dati come quello che svela il peso del fotovoltaico nel mix energetico nazionale, con “potenzialità che sono andate ben oltre le aspettative”. E per il 2011 – puntualizzano le associazioni al governo – si stima una produzione cumulata pari al 3% della produzione nazionale, con picchi in agosto (6%), e settembre ( 5%).

Ricordiano qui di seguito i punti individuati come prioritari per lo sviluppo del settore:

- Stabilità e chiarezza normativa, sia a livello nazionale che locale, per garantire certezza degli investimenti, sviluppo della filiera industriale e creazione di posti di lavoro;

- Semplificazione degli iter amministrativi, in una logica di omogeneizzazione tra le varie regioni;

- Adeguamento delle reti e degli impianti di produzione, favorendo lo sviluppo delle smart grid e dei sistemi di accumulo di energia al fine di agevolare la crescita delle rinnovabili non programmabili in tutto il territorio nazionale;

- Sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica, attraverso meccanismi che premino la ricerca interna alle aziende e gli investimenti in impianti e macchinari innovativi;

- Maggiore trasparenza sui numeri e una seria analisi dei costi e benefici delle energie rinnovabili, dal contributo al PIL (il fotovoltaico ha generato nel 2010 un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro), al gettito fiscale conseguente (stimabile per il 2010 a circa 3,9 miliardi di euro). Lo sviluppo del fotovoltaico varrà, al raggiungimento dell’obiettivo del IV Conto Energia (23 GW di impianti installati), circa 30 TWh di energia rinnovabile prodotta, pari al 10% dell'energia attualmente venduta sul mercato, con un costo evitato in termini di emissioni di CO2 pari a circa 350 milioni di euro l’anno per il sistema Paese.