Leggende
metropolitane raccontano che con la fine degli incentivi GSE non valga
più la pena farsi un impiantino fotovoltaico sul proprio tetto. Chi ha
sparso questa notizia è da sapere, ma possiamo dire che è infondata.

Come
però molti sanno, in attesa che si sblocchino ulteriori possibilità e
si sciolgano alcuni nodi normativi per lo sviluppo degli impianti per
utenze aziendali (es. SEU o RIU, utilizzo di certificati bianchi, ecc.),
per il fotovoltaico resta aperta la possibilità di realizzare impianti
residenziali detraendo dalle tasse il 50% dei costi di realizzazione.
Pensiamo a piccoli impianti fotovoltaici intorno ai 3 kWp, ma anche di
più grossa taglia che beneficiano del regime di detrazioni previsto per
tutti i “lavori di ristrutturazione e recupero edilizio” (un tempo del
36%, e che a questa aliquota torneranno, se non vi saranno modifiche
legislative, dal 1° gennaio 2014).
I soggetti Irpef
(persone fisiche) possono, dunque, utilizzare la detrazione fiscale
anche per quegli impianti realizzati dal 26 giugno 2012 (se questi non
hanno avuto accesso al conto energia) e per tutto il 2013. Ricordiamo
che per gli immobili a prevalente uso abitativo va applicata al costo
degli impianti l’Iva al 10% anziché del 21%. Nei prossimi giorni
presenteremo delle analisi di tecnici del settore per valutare la
convenienza di questa modalità di agevolazione abbinata allo “scambio
sul posto”, considerando diversi parametri: taglie, differenti
localizzazione, livelli di autoconsumo, finanziamento, ecc.
Possiamo
anticipare che, al costo attuale di circa 6000-6.500 € al netto di Iva,
un impianto da 3 kWp ha tempi di ritorno possono oscillare tra 8 e 11
anni, un periodo non così diverso se equiparato al beneficio
dell’incentivo dell’ultimo conto energia, peraltro con il vantaggio di
un iter burocratico meno pesante.
Il costo massimo che
si può detrarre, in 10 anni, sarebbe pari a 96.000 euro, una cifra che
renderebbe possibile, con i prezzi attuali, la detrazione fiscale anche
per impianti con potenze fino a 50 kWp. In realtà la potenza FV massima
per beneficiare della detrazione del 50% è di 20 kWp. L'Agenzia delle
Entrate (risoluzione n. 22 del 2 aprile) ha specificato che l'impianto
fotovoltaico deve essere direttamente al servizio dell’abitazione del
contribuente, utilizzato, quindi, per fini domestici come ad esempio
quelli di illuminazione o alimentazione di apparecchi elettrici. Così
scrive: “La possibilità di fruire della detrazione in esame – si legge –
è comunque esclusa quando la cessione dell’energia prodotta in eccesso
configuri esercizio di attività commerciale, come nel caso, ad esempio,
in cui l’impianto abbia potenza superiore a 20 kW ovvero, pur avendo
potenza non superiore a 20 kW, non sia posto a servizio dell’abitazione
(cfr. ris. n. 84/E del 2012, ris. n. 13/E del 2009, cir. n. 46/E del
2007)”.
Chi può richiedere la detrazione? Oltre ai
proprietari degli immobili sui quali vengono realizzati gli impianti,
anche gli inquilini o i comodatari. In particolare posso usufruirne:
il proprietario o il nudo proprietario
il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
l’inquilino o il comodatario
i soci di cooperative divise e indivise
i soci delle società semplici
gli imprenditori individuali, ma solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.
Ecco la procedura per richiedere la detrazione fiscale:
inviare all’Asl, quando previsto dalla normativa, l’apposito comunicazione inizio lavori;
pagare
i lavori tramite bonifico bancario o postale in cui devono figurare: la
causale specifica del pagamento, i dati del pagante e del ricevente
(C.F o P.IVA);
indicare nella dichiarazione dei redditi, tra tutti
quelli richiesti, i dati catastali dell’immobile su cui viene
realizzato l’impianto fotovoltaico e altra documentazione indicata sul
sito dell’Agenzia delle Entrate.
La richiesta di
detrazione fa riferimento alla data in cui sono state effettuate le
spese e, per usufruire del 50% di bonus, queste vanno pagate entro il 31
dicembre 2013. Dunque non è necessaria la connessione alla rete entro
il 31 dicembre 2013.
Ovviamente gli impianti
fotovoltaici connessi alla rete, oltre all’iter autorizzativo indicato
dal Comune, devono seguire una procedura che consiste inizialmente in
una domanda (online) di preventivo al distributore di zona, un iter
seguito nella quasi totalità dei casi dall’azienda installatrice.
Nell’esempio
classico di un impianto FV domestico da 3 kWp (per una produzione
annuale di circa 3.900 kWh in Italia centrale) con un costo, poniamo, di
6.500 € (+10% Iva), si possono recuperare con la detrazione circa 358 €
all’anno per 10 anni.
Per importi più significativi va
sempre ricordato che per utilizzare le detrazioni fiscali è necessario
avere un reddito sufficiente a coprire tali detrazioni. Infatti, se in
un anno si dovranno pagare 1.000 euro di Irpef, ma si avrebbe il diritto
di detrarre 1.300 euro, la differenza di 300 euro non può essere messa a
credito, perdendo per questa differenza il beneficio della detrazione.
Al
vantaggio economico della detrazione va aggiunto poi quello relativo
allo “scambio sul posto”. Questa modalità permette di considerare la
produzione del proprio impianto, a qualunque ora e giorno dell'anno,
come un "valore-salvadanio" che va a compensare (se l'impianto FV con
scambio sul posto è realizzato coerentemente con i consumi
dell'abitazione) quanto si preleva normalmente dalla rete, andando ad
abbattere i consumi energetici annuali e dunque i costi in bolletta.
Poi, e questo è il tema caldo del momento, bisognerà pensare a nuovi
strumenti, accumuli o inverter speciali, in grado di aumentare
l’autoconsumo, e quindi il beneficio economico, non facendo cioè passare
l’energia elettrica, generata dall’impianto, nella rete.