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mercoledì 31 luglio 2013

Ecobonus 65%: detrazione IRPEF stabile dal 2014

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
 
 
Detrazione IRPEF al 65% stabile a partire dal 2014. L’Ecobonus fiscale sui lavori per il miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili verrà reso definitivo dal “decreto Ecobonus”, approvato dalla Camera con 480 voti a favore e 1 astenuto. Passa quindi l’emendamento presentato dal presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci (PD) e da Stefano Allasia (Lega).

L’Ecobonus al 65% sarà valido per tutti quegli interventi di innalzamento dell’efficienza energetica legati alla classe di consumo degli edifici, al miglioramento delle proprietà antisismiche e all’installazione di impianti depurativi delle acque in relazione alla possibile contaminazione da arsenico. A questi ambiti si aggiungono poi la sostituzione delle coperture in amianto ancora esistenti e l’efficienza idrica delle strutture.

Al fine di rendere stabile il provvedimento dovranno essere emanati specifici provvedimenti entro la fine dell’anno, quando scadranno le attuali proroghe previste per i provvedimenti di bonus fiscale per l’edilizia. Termine 31 dicembre 2013 quindi per mettere nero su bianco i termini d’applicazione dell’Ecobonus al 65%, che vedrà definite nella Legge di Stabilità 2014 le misure economiche garantite e le relative coperture finanziarie.

giovedì 11 luglio 2013

Intanto facciamoci l'impianto fotovoltaico con la detrazione fiscale

Intanto facciamoci l'impianto fotovoltaico con la detrazione fiscale

(Fonte:QualEnergia.it)


Leggende metropolitane raccontano che con la fine degli incentivi GSE non valga più la pena farsi un impiantino fotovoltaico sul proprio tetto. Chi ha sparso questa notizia è da sapere, ma possiamo dire che è infondata.

Come però molti sanno, in attesa che si sblocchino ulteriori possibilità e si sciolgano alcuni nodi normativi per lo sviluppo degli impianti per utenze aziendali (es. SEU o RIU, utilizzo di certificati bianchi, ecc.), per il fotovoltaico resta aperta la possibilità di realizzare impianti residenziali detraendo dalle tasse il 50% dei costi di realizzazione. Pensiamo a piccoli impianti fotovoltaici intorno ai 3 kWp, ma anche di più grossa taglia che beneficiano del regime di detrazioni previsto per tutti i “lavori di ristrutturazione e recupero edilizio” (un tempo del 36%, e che a questa aliquota torneranno, se non vi saranno modifiche legislative, dal 1° gennaio 2014).

I soggetti Irpef (persone fisiche) possono, dunque, utilizzare la detrazione fiscale anche per quegli impianti realizzati dal 26 giugno 2012 (se questi non hanno avuto accesso al conto energia) e per tutto il 2013. Ricordiamo che per gli immobili a prevalente uso abitativo va applicata al costo degli impianti l’Iva al 10% anziché del 21%. Nei prossimi giorni presenteremo delle analisi di tecnici del settore per valutare la convenienza di questa modalità di agevolazione abbinata allo “scambio sul posto”, considerando diversi parametri: taglie, differenti localizzazione, livelli di autoconsumo, finanziamento, ecc.

Possiamo anticipare che, al costo attuale di circa 6000-6.500 € al netto di Iva, un impianto da 3 kWp ha tempi di ritorno possono oscillare tra 8 e 11 anni, un periodo non così diverso se equiparato al beneficio dell’incentivo dell’ultimo conto energia, peraltro con il vantaggio di un iter burocratico meno pesante.

Il costo massimo che si può detrarre, in 10 anni, sarebbe pari a 96.000 euro, una cifra che renderebbe possibile, con i prezzi attuali, la detrazione fiscale anche per impianti con potenze fino a 50 kWp. In realtà la potenza FV massima per beneficiare della detrazione del 50% è di 20 kWp. L'Agenzia delle Entrate (risoluzione n. 22 del 2 aprile) ha specificato che l'impianto fotovoltaico deve essere direttamente al servizio dell’abitazione del contribuente, utilizzato, quindi, per fini domestici come ad esempio quelli di illuminazione o alimentazione di apparecchi elettrici. Così scrive: “La possibilità di fruire della detrazione in esame – si legge – è comunque esclusa quando la cessione dell’energia prodotta in eccesso configuri esercizio di attività commerciale, come nel caso, ad esempio, in cui l’impianto abbia potenza superiore a 20 kW ovvero, pur avendo potenza non superiore a 20 kW, non sia posto a servizio dell’abitazione (cfr. ris. n. 84/E del 2012, ris. n. 13/E del 2009, cir. n. 46/E del 2007)”.

Chi può richiedere la detrazione? Oltre ai proprietari degli immobili sui quali vengono realizzati gli impianti, anche gli inquilini o i comodatari. In particolare posso usufruirne:
il proprietario o il nudo proprietario
il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
l’inquilino o il comodatario
i soci di cooperative divise e indivise
i soci delle società semplici
gli imprenditori individuali, ma solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.

Ecco la procedura per richiedere la detrazione fiscale:
inviare all’Asl, quando previsto dalla normativa, l’apposito comunicazione inizio lavori;
pagare i lavori tramite bonifico bancario o postale in cui devono figurare: la causale specifica del pagamento, i dati del pagante e del ricevente (C.F o P.IVA);
indicare nella dichiarazione dei redditi, tra tutti quelli richiesti, i dati catastali dell’immobile su cui viene realizzato l’impianto fotovoltaico e altra documentazione indicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La richiesta di detrazione fa riferimento alla data in cui sono state effettuate le spese e, per usufruire del 50% di bonus, queste vanno pagate entro il 31 dicembre 2013. Dunque non è necessaria la connessione alla rete entro il 31 dicembre 2013.

Ovviamente gli impianti fotovoltaici connessi alla rete, oltre all’iter autorizzativo indicato dal Comune, devono seguire una procedura che consiste inizialmente in una domanda (online) di preventivo al distributore di zona, un iter seguito nella quasi totalità dei casi dall’azienda installatrice.

Nell’esempio classico di un impianto FV domestico da 3 kWp (per una produzione annuale di circa 3.900 kWh in Italia centrale) con un costo, poniamo, di 6.500 € (+10% Iva), si possono recuperare con la detrazione circa 358 € all’anno per 10 anni.

Per importi più significativi va sempre ricordato che per utilizzare le detrazioni fiscali è necessario avere un reddito sufficiente a coprire tali detrazioni. Infatti, se in un anno si dovranno pagare 1.000 euro di Irpef, ma si avrebbe il diritto di detrarre 1.300 euro, la differenza di 300 euro non può essere messa a credito, perdendo per questa differenza il beneficio della detrazione.

Al vantaggio economico della detrazione va aggiunto poi quello relativo allo “scambio sul posto”. Questa modalità permette di considerare la produzione del proprio impianto, a qualunque ora e giorno dell'anno, come un "valore-salvadanio" che va a compensare (se l'impianto FV con scambio sul posto è realizzato coerentemente con i consumi dell'abitazione) quanto si preleva normalmente dalla rete, andando ad abbattere i consumi energetici annuali e dunque i costi in bolletta. Poi, e questo è il tema caldo del momento, bisognerà pensare a nuovi strumenti, accumuli o inverter speciali, in grado di aumentare l’autoconsumo, e quindi il beneficio economico, non facendo cioè passare l’energia elettrica, generata dall’impianto, nella rete.

mercoledì 3 luglio 2013

Detrazioni: bonus 50% agli elettrodomestici, 65% alle pompe di calore

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
 
Gli elettrodomestici ad alta efficienza acquistati in concomitanza con le ristrutturazioni edilizie potranno godere della detrazione Irpef del 50%. Il Senato ha approvato l’emendamento che amplia gli incentivi, estendendoli a frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie in classe A+ o superiori (A per i forni).

Gli elettrodomestici efficienti, pertanto, potranno usufruire della detrazione del 50% della spesa sostenuta, così come già previsto per i mobili. Il tetto massimo della spesa detraibile è fissato in 10.000 euro (mobili compresi), aggiuntivi rispetto ai 96.000 previsti per la ristrutturazione generale, e l’agevolazione rimarrà in vigore fino alla fine del 2013.

Contrariamente a quanto anticipato nei giorni scorsi, il bonus non dovrebbe essere riservato solo agli apparecchi da incasso, ma a tutti gli elettrodomestici. Secondo Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Economico, si tratta di risorse che permetteranno di dare un sostegno importante al made in Italy.

Novità anche per quanto riguarda il bonus del 65% per gli interventi di efficientamento energetico. Un altro emendamento, infatti, prevede l’estensione dell’incentivo anche alle caldaie e agli impianti a pompe di calore.

Ha aggiunto Vicari:

Si tratta di un impegno notevole del governo in questa difficile congiuntura economica nell’investire per il rilancio e lo sviluppo. Questa misura contribuirà senza dubbio a finanziare tutta la filiera collegata alla produzione e installazione delle pompe di calore, producendo effetti positivi su tutto l’indotto.

martedì 4 giugno 2013

Riqualificazione energetica, come funzionerà la detrazione del 65%

Riqualificazione energetica, come funzionerà la detrazione del 65%

(Fonte:Edilportale.it-Rossella Calabrese)

 
 
 
 
In attesa che il Decreto-legge per le misure energetiche nell’edilizia venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ricapitoliamo le novità introdotte in tema di detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e le regole che invece restano invariate.

Come già detto, la detrazione fiscale delle spese per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici passa dal 55% al 65% e viene prorogata, con tempi differenti per privati e condomìni.

I privati potranno usufruire della detrazione del 65% dal 1° luglio 2013 al 31 dicembre 2013. I condomìni - per interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali, di cui agli articoli 1117 e 1117-bis del codice civile, o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio - avranno tempo dal 1° luglio 2013 al 30 giugno 2014.

La detrazione del 65% è ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Dalla detrazione del 65% sono escluse le spese per gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia e le spese per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Questi interventi sono agevolati dal Conto Termico.

Restano confermate le altre tipologie di interventi che accedono alla detrazione:
- interventi di riqualificazione globale su edifici esistenti (comma 344 della Finanziaria 2007);
- interventi sugli involucri degli edifici (strutture opache e infissi) - (comma 345);
- installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (comma 346);
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, con impianti dotati di caldaie a condensazione (comma 347).

Come pure restano confermati i tetti massimi degli importi da portare in detrazione (100.000 euro per la riqualificazione energetica globale, 60.000 euro per interventi sull’involucro e pannelli solari, 30.000 per le caldaie a condensazione). L’aumento da 55% a 65% della percentuale di detrazione fa, di conseguenza, scendere il limite massimo del costo complessivo dell’intervento.

Esempio: per i pannelli solari, con la detrazione del 55% e il limite di importo detraibile fissato a 60.000 euro, l’intervento (per sfruttare al massimo l’agevolazione) non deve superare i 109.090,90 euro. Con la nuova detrazione del 65%, fermo restando a 60.000 euro il tetto massimo dell’importo detraibile, il costo complessivo (sempre per sfruttare al massimo l’agevolazione) non dovrà superare i 92.307,69 euro (cifra della quale 60.000 euro è il 65%).

Nulla cambia per gli edifici interessati dall’agevolazione: possono accedervi i fabbricati esistenti di tutte le categorie catastali (anche rurali) compresi quelli strumentali.

Nessuna modifica nemmeno per i beneficiari del bonus: le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni; i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali); le associazioni tra professionisti; gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

È obbligatorio pagare tutto con bonifico bancario o postale, indicando: la causale del versamento; il codice fiscale del beneficiario della detrazione; il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico (professionista o impresa che ha effettuato i lavori).

Confermata anche la procedura per usufruire della detrazione. È necessario acquisire, in base all’intervento realizzato:
a. L’asseverazione di un tecnico abilitato;
b. L’attestato di certificazione o di qualificazione energetica, ove richiesto;
c. La scheda informativa relativa agli interventi realizzati.

Occorre poi trasmettere la documentazione all’ENEA, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, attraverso il sito internet www.acs.enea.it.

LE REAZIONI
L’esclusione dei sistemi a pompa di calore dalla nuova detrazione del 65% scontenta CoAer, l’Associazione Costruttori apparecchiature ed impianti per la climatizzazione e pompe di calore, federata Anima/Confindustria. Le pompe di calore - spiega la nota di CoAer - sono una tecnologia ad alta efficienza che utilizza anche fonti rinnovabili pluri-incentivata all’estero, ma è ad oggi esclusa dal 65% e “con un Conto Energia Termico di dubbia efficacia, sicuramente meno rimunerativo, e per il quale le nuove tariffe elettriche non saranno pronte prima di due anni”.

“Si tratta sicuramente di una svista” commenta incredulo Bruno Bellò, Presidente di CoAer. “Rischiamo di essere esclusi dal mercato per motivi che non comprendiamo: rappresentiamo solo il 2,5% del totale incentivi erogati nel 2011, facciamo efficienza energetica e usiamo fonti rinnovabili, perciò abbiamo le caratteristiche per accedere sia al 65% sia al Conto Energia Termico e come risultato diventiamo una tecnologia efficiente, che per decreto si ritrova ad essere non più competitiva rispetto alle altre tecnologie”.

Una anomalia che rischia di creare confusione tra gli utenti e perdita di posti di lavoro negli stabilimenti italiani. L’associazione CoAer chiede ai Ministri Zanonato e Orlando il reinserimento nello schema del 65%, lasciando all’utente la facoltà di scegliere quale incentivo utilizzare, il 65% o il Conto Termico, come ora è possibile per i pannelli solari termici.

lunedì 10 settembre 2012

Detrazione fiscale più conveniente del conto energia?

 FV, detrazione fiscale più conveniente del conto energia?


 (Fonte:QualEnergia.it-Giulio Meneghello)

Conviene un impianto FV senza il sostegno del conto energia, approfittando delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie? Se per impianti da 3 kW il conto energia resta, sebbene di poco, l'ipotesi migliore, con 20 kW abbandonare la tariffa GSE in favore della detrazione sembra un'ottima idea. Alcune ipotesi di investimento.

Realizzare un impianto fotovoltaico senza il sostegno del conto energia, ma approfittando invece delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, recentemente portate dal 36 al 50%, è un' idea che molti stanno accarezzando, complice l'incertezza su quanto dureranno gli incentivi del quinto conto – oggi siamo già a oltre 6,3 miliardi di spesa annua e sappiamo che raggiunta quota 6,7 termineranno – e i nuovi ostacoli burocratici introdotti per richiederli. Ma è un'ipotesi economicamente praticabile?

Qualenergia.it ha cercato di scoprirlo avvalendosi del prezioso supporto degli ingegneri di ATER, l'Associazione Tecnici Energie Rinnovabili, e ha scoperto che l'idea non è affatto peregrina: se per impianti molto piccoli (3 kWp) gli incentivi del conto energia restano più convenienti, anche se non di molto, per impianti leggermente più grandi (20 kWp) rinunciare al conto energia in favore delle detrazioni sembra essere un'ottima idea: su 25 anni si parla di quasi 30mila euro di guadagno in più. I grafici qui sotto (riferiti a un ipotetico impianto realizzato a Roma) lo mostrano chiaramente.

Come i lettori sapranno, da giugno 2012 e fino al 30 giugno 2013 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (da non confondersi con quelle del 55% per l'efficientamento energetico) sono state portate dal 36 al 50%. Per un ventaglio piuttosto esteso di lavori edilizi e a beneficio delle sole persone fisiche spetta così una detrazione Irpef del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, spalmata su 10 anni in rate omogenee (qui la guida dell'Agenzia delle entrate, pdf). Va da sé che – come ci spiegano gli esperti sentiti, anche se una conferma ufficiale dell'Agenzia delle Entrate ancora manca - nel ventaglio di lavori eleggibili per le detrazioni si può far rientrare anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico, pur non espressamente citata: tra i lavori detraibili sono inclusi infatti gli interventi per il risparmio energetico e, finora, impianti che producono energia rinnovabile - come per esempio le stufe a pellet o a legna e, in diversi casi, impianti fotovoltaici - sono sempre stati ammessi.

Se realizziamo un impianto fotovoltaico da 3 kW, ipotizzando di pagarlo 8.250 euro iva compresa, almeno fino al 30 giugno 2013, dunque, 4.125 euro ci verranno restituiti scalandoli dalle tasse in 10 anni con altrettante rate da 412,5 euro ciascuna. Per un 20 kW pagato 46.200 euro (iva compresa) con la detrazione ci verrebbero rimborsati 23.100 euro in 10 rate da 2.310 euro, ovviamente a patto di avere un reddito tale da dover pagare di Irpef una cifra maggiore della rata.
Insomma, l'ipotesi si fa interessante, anche perché permette di superare alcuni ostacoli burocratici. Rinunciando agli incentivi del quinto conto energia – che ricordiamo sono alternativi alle detrazioni – si può infatti godere dello scambio sul posto (nel nuovo conto energia sostituito dal sistema tariffa omnicomprensiva - premio per autoconsumo) e si bypassa completamente il GSE. In questo modo si evitano alcune possibili complicazioni con cui gli operatori si stanno scontrando al momento; per esempio la questione, ancora da chiarire, della certificazione energetica dell'edificio: con il nuovo conto energia è obbligatoria per accedere agli incentivi anche se in alcune situazioni – si pensi a un ricovero attrezzi, che comunque è considerato edificio – è molto difficile da ottenere.
Ma, soprattutto, percorrere la via della detrazione permette di evitare il registro cui sono obbligati a iscriversi tutti gli impianti sopra i 12 kW (a meno che non siano realizzati in sostituzione di tetti in amianto, integrati con caratteristiche innovative, a concentrazione o realizzati su proprietà della pubblica amministrazione, o che, se inferiori ai 20 kW, accettino incentivi decurtati del 20%). Il registro, come sappiamo, è una graduatoria che stabilisce l'accesso a un ammontare limitato di incentivi secondo determinati criteri di priorità. Il problema è che, specialmente per gli impianti che non hanno caratteristiche che li fanno salire in graduatoria – per esempio essere realizzati in sostituzione di eternit o abbinati a efficentamento energetico dell'edificio – arrivare agli incentivi tramite il registro potrebbe essere quasi impossibile dato che le risorse a disposizione sono già in parte allocate a progetti che hanno già ottenuto l'accesso.

Ecco dunque che la via della detrazione del 50% associata allo scambio sul posto diventa ancor più interessante, tanto più che può essere percorsa anche come ultima spiaggia: dato che la documentazione si presenta all'Agenzia delle Entrate a lavori finiti e senza particolari scadenze temporali (vedi guida, pdf) , volendo si può prima tentare la strada del registro e poi, se non si rientra in posizione utile, fare domanda per la detrazione.
Detto questo andiamo a vedere i risultati delle ipotesi di investimento, realizzate per Qualenergia.it dagli ingegneri di ATER - Fabio Alberani, Giampiero Crasti e Massimo Venturelli - che hanno messo a punto anche un software di simulazione scaricabile gratuitamente dal sito www.assotecnicirinnovabili.org.

Come dicevamo, la convenienza della strada detrazione e scambio sul posto per gli impianti piccolissimi non è di molto inferiore a quella che si avrebbe con il conto energia e già sui 20 kW la detrazione conviene rispetto al quinto conto energia.
Per un impianto da 3 kW a Roma (componenti made in Europe, che danno diritto al relativo premio sul conto energia e costo per kW ipotizzato in 2.500 euro + iva) vediamo che con il conto energia rientreremmo dell'investimento con un anno di anticipo rispetto che con la detrazione del 50% (9 anni anziché 10) e in 25 anni avremmo un guadagno netto di circa 14.700 € contro gli 11.700 dell'ipotesi 'detrazione' (vedi confronto dettagliato nelle simulazioni in calce).

Per un 20 kW (sempre a Roma, componenti made in Europe, costo per kW ipotizzato in 2.100 euro + iva), invece, la detrazione conviene nettamente: con il conto energia si rientrerebbe dell'investimento leggermente dopo (7 anni contro 8) e sui 25 anni si avrebbe un guadagno inferiore di quasi 30mila euro che non scegliendo la detrazione Irpef.

Insomma, per il fotovoltaico residenziale la strada delle detrazioni fiscali sembra invitante, anche se ancora inesplorata. Lo stesso call center dell'Agenzia dell'Entrate, come pure l'ufficio stampa, contattato da Qualenergia.it, sembra non sapere quasi nulla del connubio sgravi Irpef per le ristrutturazioni ed elettricità dal solare. Staremo a vedere se emergeranno ostacoli burocratici. Intanto vi lasciamo alle simulazioni dettagliate di impianti da 3 o da 20 kW a Milano, Roma e Palermo realizzati con conto energia o detrazioni e con capitale proprio o con finanziamento bancario. Buono studio.
 





Detrazione 55%, il Governo pensa alla proroga

Allo studio del Governo una riedizione della detrazione 55%

 
(Fonte: Edilportale.com-Rossella Calabrese)
 
Estendere nel tempo le detrazioni fiscali del 55%, differenziando la percentuale di spesa detraibile e/o la durata del rimborso in relazione all’effettivo beneficio dell’intervento, introducendo tetti di costo per tipo di intervento ed escludendo dalla detrazione gli impianti già incentivati con altri strumenti.

L’intenzione del Governo di riproporre la detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici è contenuta in una bozza della Strategia Energetica Nazionale circolata in queste ore; la versione definitiva del documento sarà presentata nei prossimi giorni dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, e sottoposta ad una consultazione pubblica.
Altra novità contenuta nel documento riguarda la pianificazione urbanistica: secondo il Governo, gli interventi di efficientamento degli edifici dovranno stimolare e sostenere un ripensamento delle modalità di pianificazione e gestione urbanistica della città, considerato che circa il 70% dell’energia è consumata in contesti urbani, in cui l’edificio diventa il nucleo di un progetto più ampio di riqualificazione del territorio.
In attuazione dei programmi dell’Unione Europa "Smart Cities - Città intelligenti", il Governo sta pensando di avviare azioni in materia di pianificazione energetica e di sviluppo sostenibile urbano, con l’obiettivo di attivare modelli di pianificazione innovativa dei servizi urbani e dei flussi energetici, di efficienza nelle reti, di mobilità e riqualificazione del tessuto edilizio e di partenariato pubblico-privato. Il tema è già oggi presente nell’Agenda Digitale e nel Piano Città istituito dal decreto Crescita.

La Strategia EnergeticaNazionale si incentra su quattro obiettivi principali:
1. ridurre significativamente il gap di costo dell’energia per i consumatori e le imprese, con
un allineamento ai prezzi e costi dell’energia europei;
2. migliorare la nostra sicurezza e ridurre la dipendenza di approvvigionamento dall’estero, soprattutto nel settore gas;
3. favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico;
4. superare gli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo ClimaEnergia 2020.

Per realizzare la Strategia, è previsto un investimenti di 180 miliardi di euro da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi).
Le azioni nel loro complesso consentiranno di ridurre a 15 miliardi di euro/anno, dagli attuali 62, la fattura energetica estera, con la riduzione dall’82 al 65% della dipendenza dall’estero e di ridurre del 19% le emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l’Italia, pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 1990.

Si prevede, inoltre, un 23% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi totali e oltre il 38% sui consumi elettrici (rispetto all’11% e al 23% rispettivamente del 2010) con una graduale riduzione dall’87 al 75% dei combustibili fossili. I consumi primari rispetto all’andamento inerziale al 2020 dovrebbe scendere del 24% (-4% rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di -20%, grazie alle azioni di efficienza energetica.