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venerdì 19 aprile 2013

Clini: "Competizione tra fonti e nuove tariffe, i veri incentivi"

 Clini: "Competizione tra fonti e nuove tariffe, i veri incentivi"

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Il Ministro dell'ambiente uscente ha partecipato alla presentazione dell'Irex Annual Report nella sede del Gse, spiegando quali saranno, secondo lui, gli incentivi del futuro


A poco più di 70 milioni di euro dalla fatidica soglia dei 7 miliardi annui di incentivi, che decreterà la fine del Conto energia, il dibattito sul futuro del fotovoltaico e delle rinnovabili elettriche è acceso come non mai. Alla presentazione dell'Irex Annual Report 2013, che si è tenuta oggi nella sede del Gse, il Ministro dell'ambiente uscente Corrado Clini è intervenuto sull'argomento, dando quella che, secondo lui, sarà la vera soluzione alla chiusura degli incentivi alle rinnovabili: ''Intervenire sulle tariffe per incorporare i costi reali è il miglior modo per incentivare le fonti rinnovabili - ha dichiarato - dobbiamo intervenire anche sul prezzo dell'elettricità ed uscire dalla fase in cui le rinnovabili si fanno solo se in presenza di alti incentivi. Bisogna modificare il sistema in modo che possa spingere a una competizione vera e propria tra le diverse fonti''.

lunedì 18 marzo 2013

Trivellazioni, Greenpeace: "Clini mostri studi impatto ambientale"

 Trivellazioni, Greenpeace: "Clini mostri studi impatto ambientale"

(Fonte:ZeroEmission.it)


L'associazione contesta il ministro uscente dell'Ambiente e della difesa del Mare, che, a proposito di trivellazioni petrolifere off shore, "continua a sostenere che la normativa adottata dall'Italia è la più severa del mondo"

"Chiediamo al ministro Clini di rendere pubbliche sul sito web del Ministero gli Studi di Impatto Ambientale ormai autorizzati grazie alla "normativa più severa del mondo", perchè in quelli che Greenpeace ha intercettato in tempo erano presenti evidenti svarioni che a questo punto non possiamo escludere ci fossero anche nella documentazione delle richieste giá autorizzate". Così Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia, contesta il ministro uscente dell'Ambiente e della difesa del Mare, Corrado Clini che, a proposito di trivellazioni petrolifere off shore, "continua a sostenere che la normativa adottata dall'Italia è la più severa del mondo".

"La Regione Sicilia, così come le altre Regioni coinvolte, - continua Giannì - devono prendere visione con attenzione degli Studi di Impatto Ambientale su cui si basano le trivellazioni che tra poche settimane o mesi imperverseranno in Adriatico, nello Ionio e nel Canale di Sicilia".
"In molti Paesi, come Norvegia e Brasile, le disposizioni di sicurezza - ricorda Greenpeace - sono decisamente superiori a quelle richieste in Italia. Ad esempio, in Italia non è affatto obbligatoria la presenza di un controllo da remoto della valvola di chiusura della testa del pozzo". "Si tratta -conclude Greenpeace - dello strumento che le autoritá statunitensi avevano definito come inutilmente costoso, grazie alle pressioni della lobby petrolifera, e che avrebbe potuto evitare lo sversamento in mare di milioni di barili di petrolio dal pozzo della Deepwater Horizon".

lunedì 11 marzo 2013

Strategia Energetica Nazionale approvata: ambientalisti protestano

Strategia Energetica Nazionale approvata: ambientalisti protestano

(Fonte:GreenStyle.it-Guido Grassadonio)
 
 
 
La Strategia Energetica Nazionale è stata approvata. Ne ha dato notizia Clini venerdì scorso, affermando di aver provveduto a firmare, insieme al collega Corrado Passera, un decreto interministeriale che dà il via alla SEN. L’approvazione ha scatenato, come prevedibile, le reazioni indignate di tutte le associazioni ambientaliste, Greenpeace, Legambiente e WWF.

Greenpeace parla di un vero e proprio “colpo di mano” operato dall’attuale governo dimissionario riguardo alla SEN. L’associazione in questa battaglia si è unita al WWF Italia ed a Legambiente e la descrizione dei fatti è, assolutamente, impietosa. Riportiamo dal comunicato di Greenpeace:

Secondo le associazioni ambientaliste si tratterebbe di un atto illegittimo, adottato da un governo in carica solo per gli affari correnti, su una materia di programmazione strategica che tutto rappresenta fuorché “ordinaria amministrazione”. La SEN, infatti, è un documento che definisce lo sviluppo energetico dell’Italia da qui al 2020: un periodo troppo limitato per una strategia, ma sufficiente per ipotecare il futuro del Paese con il delineato impulso alla trasformazione in hub del gas e il via alle trivellazioni selvagge.

Inoltre, Greenpeace, Legambiente e WWF spiegano come le consultazioni avvenute sulla SEN riguardavano una bozza di legge. Al momento nessuno conosce bene il contenuto della versione definitiva che sarebbe stata approvata.

Si conoscono però le linee guida, le priorità date dal governo e le conseguenti critiche da parte delle tre associazioni. Il breve schema seguente, sempre tratto dal comunicato stampa Greenpeace, riassume ottimamente la situazione, chiarendo gli obiettivi della SEN targata Passera e Clini, riferita soltanto ai 7 anni che ci dividono dal 2020:
 
  1. incentivare e facilitare lo sfruttamento delle scarsissime risorse petrolifere del Paese, mettendo a rischio ambiente, paesaggio e salute pubblica per un ritorno economico esiguo;
  2. fingere che non esista la questione carbone – la fonte più dannosa per il clima e la salute umana – salvo continuare ad approvare nuovi progetti di centrali alimentate con quella fonte (come nel caso di Saline Joniche) o progetti di ampliamento di impianti già esistenti (come nel caso di Vado Ligure);
  3. definire obiettivi di sviluppo ambiziosi per le fonti rinnovabili, ma identificare al contempo strumenti del tutto inadeguati a consentire questa crescita;
  4. trasformare l’Italia in un grande hub del gas, senza chiarire i vantaggi per il paese vista l’assenza di politiche che superino gli impianti a carbone e a olio combustibile.

Infine, le tre associazioni ricordano due fallimenti cui l’attuale governo in carica è andato incontro e che avrebbero dovuto suggerire prudenza nelle sue ultime attività:
 
  1. Secondo i dati OCSE, nell’ultimo anno gli investimenti in Italia sulle rinnovabili sono calati del 51%. Impossibile non considerare per questo dato il governo come corresponsabile.
  2. La batosta elettorale presa da Monti alle ultime elezioni, che dovrebbe ridurre al minimo la legittimità politica del suo governo

Ma, evidentemente, i ministri Passera e Clini non condividono tale analisi dei fatti.

venerdì 8 marzo 2013

Ambiente, per Confindustria serve più semplificazione

Ambiente, per Confindustria serve più semplificazione

(Fonte:EdilPortale.it-Paola Mammarella)
 
 
 
Attuare la normativa ambientale in coerenza con le regole comunitarie, senza oneri aggiuntivi che rischiano di mettere a repentaglio lo sviluppo e la competitività, e uniformare la disciplina dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, sul territorio nazionale. È la richiesta del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e del presidente del Comitato tecnico per l'ambiente e l'internazionalizzazione del sistema associativo Edoardo Garrone.

Secondo Squinzi, bisognerebbe allineare le procedure italiane alle best practice europee e creare un quadro di regole certe e stabili nel tempo, in grado di tutelare sia l’ambiente sia il rilancio degli investimenti.

A detta di Edoardo Garrone, nell’attuazione della Direttiva 96/61/CE Ippc, Integrated pollution prevention and control, per la prevenzione e la e riduzione integrata dell'inquinamento, che in Italia è stata recepita dal D.lgs. 152/2006, ci sono criticità operative determinate della stratificazione delle competenze amministrative. Sul territorio nazionale, infatti, la situazione per il rilascio delle autorizzazioni ambientali non è omogenea, ma ha tempistiche e limiti diversi in base alla zona.

Visto che la Direttiva 2010/75/Ue sulle emissioni industriali deve ancora essere recepita, Confindustria chiede che il passaggio avvenga senza oneri aggiuntivi e che l'applicazione della disciplina Aia sia uniforme su tutto il territorio nazionale.

Alle sollecitazioni di Confindustria ha fatto seguito una lettera del Ministro dell’Ambiente uscente Corrado Clini. Nella sua nota Clini ha spiegato che è stato fatto molto nel senso della semplificazione, ma che c’è ancora molto da fare, come l’approvazione del Dl semplificazioni, rimasto bloccato in mezzo alla crisi di Governo e al rinnovo del Parlamento.

Come riferito da Clini, il Dl contiene una procedura chiara sulle modalità e sui tempi per le Aia, in modo tale da evitare il ripetersi della inaccettabile sequenza di conferenze di servizi interlocutorie che hanno lasciato aperte procedure per anni. L’iter della norma potrebbe riprendere dopo l’inizio dei lavori del nuovo Parlamento.

lunedì 4 marzo 2013

Efficienza energetica e sviluppo sostenibile, Clini scrive a Grillo

Efficienza energetica e sviluppo sostenibile, Clini scrive a Grillo

 (Fonte:EdilPortale.it-Paola Mammarella)
Completare l’agenda verde per la crescita sostenibile dell’Italia grazie ai nuovi eletti. È l’intento del Ministro dell’Ambiente uscente Corrado Clini, che ha inviato una lettera ai neoparlamentari del Movimento Cinque Stelle.
Le richieste di Clini
Nella lettera inviata al leader del Movimento Cinque Stelle, Clini ricorda che i parlamentari “dovranno esaminare e votare provvedimenti cruciali per il futuro sostenibile dell’Italia e per l’attuazione di regole europee impegnative per la riconversione “verde” dell’economia”.

Allo stesso tempo, sottolinea Clini, bisognerà completare le parti incompiute dell’agenda verde del governo Monti, come fiscalità ambientale, semplificazione delle procedure per le autorizzazioni ambientali, bonifica dei siti industriali dismessi, gestione integrata delle risorse idriche, piano nazionale per la messa in sicurezza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, incentivi per l’economia verde e trasformazione della struttura energetica nazionale secondo un sistema basato sulla combinazione di fonti rinnovabili ed efficienza .

Il programma del Movimento Cinque Stelle
Come si legge nel comunicato del Ministero, la proposta di collaborazione è stata inviata perché il “Movimento ha da sempre manifestato una grande attenzione per la protezione dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile”.

Tra i punti fondamentali del programma elettorale, nel capitolo sull’energia, ci sono infatti l’applicazione immediata della normativa sulla certificazione energetica, l’adozione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo dei consumi per il rilascio delle concessioni edilizie relative sia alle nuove costruzioni sia alle ristrutturazioni, la riduzione del 10% dei consumi negli edifici pubblici, l’adozione di norme per regolare il consumo energetico nei condomini, l’utilizzo più efficiente delle fonti fossili e la predisposizione di incentivi per l’uso delle energie rinnovabili.

A che punto siamo
Un sistema di tassazione premiante era stato predisposto del disegno di legge sulla delega fiscale, norma rimasta su un binario morto a causa della crisi del Governo uscente. Il testo proponeva la revisione della disciplina sulle accise in base al contenuto di carbonio. Una sorta di “carbon tax”, il cui gettito doveva essere destinato al finanziamento delle fonti rinnovabili.
Stralciata dal testo del ddl, la proposta era poi stata ripresentata sotto forma di emendamento, senza mai arrivare a compimento.

Ricordiamo che a ottobre è stata avviata una consultazione sulla Strategia energetica nazionale, che si prefigge la riduzione dei costi energetici, il pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale e una maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

Sulla base della consultazione, associazioni e imprese sono intervenute con proposte migliorative e integrative a sostegno dell’efficienza.

Data l’attenzione alla sostenibilità e al raggiungimento degli obiettivi europei, manifestata dal Governo dimissionario e in campagna elettorale, ci si attende che questi ed ulteriori argomenti siano posti nell’agenda del nuovo Esecutivo.

mercoledì 13 febbraio 2013

Energie rinnovabili ed efficienza energetica, scenari ed opportunità



Energie rinnovabili ed efficienza energetica, scenari ed opportunità

 (Fonte:InfoBuildEnergia.it)

L'Agenzia per l'Italia Digitale e la Fondazione Silvio Tronchetti Provera, alla presenza del Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, del presidente del Cnr, Luigi Nicolais e di Marco Tronchetti Provera, presidente della Fondazione hanno promosso il 12 febbraio, presso l'auditorium Pirelli il convegno "Energie rinnovabili ed efficienza energetica, scenari ed opportunità". Nell'occasione è stato presentato presentato il secondo Osservatorio per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica realizzato in base all'accordo tra Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Agenzia per l'innovazione.
 
L'Osservatorio, promosso in collaborazione con l'Università Bocconi, il Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Milano Bicocca testimonia l'impegno che da 12 anni la Fondazione ha per la ricerca scientifica.
I dati emersi dall'Osservatorio sono stati raccolti nel libro "Energie  rinnovabili ed efficienza energetica, scenari ed opportunità", a cura di Vittorio Chiesa, professore ordinario al Politecnico di Milano, Giancarlo Giudici, professore associato del Politecnico di Milano e Massimo Beccarello, professore associato dell'Università degli studi di Milano Bicocca che affronta i temi legati alle più rilevanti tecnologie nel settore delle energie rinnovabili (il fotovoltaico, l'idroelettrico, con una particolare attenzione al mini-hydro) e all'fficienza energetica.
Il vantaggio per il sistema Paese da una maggiore efficienza energetica, secondo quanto emerge dall'Osservatorio, potrebbe essere un vero e proprio volano per la crescita: un incremento di efficienza energetica del 23% determinerebbe nei prossimi 10 anni un aumento della domanda interna di oltre 1,3 miliardi di euro, con un contributo al tasso medio di crescita del Pil di circa lo 0,5%.
L'efficienza energetica, inoltre, potrebbe far risparmiare al Paese circa 2,5 miliardi all'anno di bolletta energetica e circa 500 milioni di euro di costi delle esternalità ambientali, offrendo nuove opportunità occupazionali nel settore della progettazione sostenibile, e nell'applicazione di tecnologie digitali e di rete alle famiglie, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni.
Queste ultime, in particolare, troverebbero nello sviluppo dell'efficienza energetica un'area di attività in cui gli investimenti verrebbero ampiamente ripagati dalla riduzione dei consumi (benefici sulla bilancia dei pagamenti), mentre il Paese registrerebbe una riduzione delle emissioni (benefici ambientali).
 
Per quanto riguarda, invece, il fotovoltaico, l'Osservatorio sottolinea che nel 2012 - dai dati elaborati sulla base del "Solar Energy Report 2012" studio del Politecnico di Milano che descrive ed analizza gli aspetti tecnologici, di mercato e le dinamiche della filiera che hanno interessato il settore fotovoltaico nel 2011 e nel 2012 - la capacità installata di impianti fotovoltaici nel mondo è stimata in crescita del 45% a 98 GW, rispetto ai 67,3 GW del 2011, mentre sarebbero stati installati "solo" nuovi 21 GW a livello mondiale, in calo rispetto ai 28 GW del 2011, per effetto principalmente del rallentamento del mercato tedesco e anche di quello italiano.
L'Europa resta comunque in testa per quanto riguarda il mercato mondiale del fotovoltaico e all'talia spetta il primato degli impianti fotovoltaici entrati in esercizio nel mondo, pari a 9,37 GW (il 44,6% di quota in Europa, oltre il 33,8% nel resto del mondo) contro i 7,4 GW relativi al mercato tedesco.
Un risultato considerevole per l'talia alla luce del fatto che nel 2007 nel nostro Paese si installavano appena 70 MW di fotovoltaico, mentre la Germania viaggiava già sopra quota 1 GW di nuovi impianti l'anno.
Gli esperti del settore e gli operatori -è emerso dall'sservatorio - si attendono un calo dei prezzi medi dei moduli fotovoltaici anche per il 2013, per effetto della sovracapacità produttiva a livello mondiale.
A livello di volume d'affari generato in Italia dal fotovoltaico, gli ultimi dati disponibili a fine 2011 mostrano un fatturato di 14,8 miliardi di euro, in contrazione rispetto all'nno precedente, per effetto di un volume minore di impianti installati e al significativo calo del prezzo chiavi in mano in tutti i principali segmenti di mercato.
 
Il comparto degli impianti residenziali e commerciali (che comprende gli impianti fino a 20 kW di potenza installata) ha fatto registrare il volume d'ffari più basso tra tutti i segmenti di mercato, con una riduzione rispetto al valore 2010 di oltre il 30%.
Una dinamica non dissimile si osserva nel comparto degli impianti industriali, che ha sperimentato la riduzione più consistente rispetto al volume d'affari del 2010 tra i vari segmenti di mercato, con una contrazione del 38%.
Questi impianti, così come quelli residenziali, hanno visto diminuire il loro peso sul volume d'affari complessivo a causa della crescente  attenzione che gli operatori ed investitori hanno riservato agli impianti di maggiore taglia: il segmento dei grandi impianti, con taglia compresa tra i 200 e i 1.000 kW, nel corso del 2011 ha generato un volume d'affari complessivo di 5,7 miliardi di euro, più del doppio di quello degli impianti residenziali ed industriali.
Nel settore idroelettrico, che in Italia rappresenta la principale fonte rinnovabile per produzione di energia elettrica, pari al 15% del totale, l'Osservatorio rileva che ci sono tutte le premesse per un ulteriore sviluppo degli investimenti.
Da quando c'è stata la liberalizzazione del mercato dell'energia, infatti, dalla fine degli anni '90 l'idroletterico ha conosciuto un nuovo sviluppo soprattutto nell'ambito dei cosiddetti "mini" impianti.
E i nuovi incentivi entrati in vigore con il decreto ministeriale del 6 luglio 2012 sono in grado di ricreare condizioni favorevoli per il micro e mini-idroelettrico.
 



mercoledì 9 gennaio 2013

Certificati bianchi: varato il decreto di rafforzamento

Certificati bianchi: varato il decreto di rafforzamento

(Fonte:ZeroEmission.it)

È stato varato il decreto di rafforzamento dei certificati bianchi, previsto dal decreto legislativo 28/2011 che stabilisce, in primo luogo, gli obiettivi nazionali di efficienza energetica e gli obblighi quantitativi che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione di energia elettrica e gas per gli anni 2013-2016. Il provvedimento, firmato dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, di concerto col ministro dell'Ambiente Corrado Clini e con l'intesa della Conferenza Unificata, è "una tappa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di risparmio energetico definiti per il 2016 dal Piano d'azione sull'efficienza energetica, e segna le basi per traguardare al 2020 il target di efficienza della Strategia energetica nazionale", si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo economico.

Gli obblighi fissati, associati ai risparmi di energia derivanti dagli interventi realizzati dall'avvio del meccanismo, "consentiranno una riduzione di energia primaria di circa 25 Mtep, nel quadriennio 2013-2016, e un contenimento delle emissioni di CO2 pari a 15 milioni di tonnellate l'anno", prosegue il Ministero. Il decreto, oltre a "contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica al 2020", servirá come "stimolo per l'applicazione di tecnologie sviluppate dall'industria nazionale che, in tema di efficienza energetica, occupa posizioni di rilievo nel panorama internazionale", conclude forse con un po' troppo ottimismo il Ministero.

mercoledì 2 gennaio 2013

Firmato il Conto energia termico

 Firmato il Conto energia termico

 (Fonte:ZeroEmission.it)



Firmato il decreto interministeriale sul Conto energia termico, il nuovo strumento pensato dai Ministeri dell'ambiente, dello sviluppo economico e delle politiche agricole, pensato per dare nuovo impulso alla produzione di energia rinnovabile termica e agli interventi di efficienza energetica per la pubblica amministrazione. "Il provvedimento - si legge in una nota ministeriale - tappa essenziale per raggiungere e superare gli obiettivi ambientali europei al 2020 e della nuova direttiva sull'efficienza energetica, si propone il duplice scopo di dare impulso alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (biomassa, pompe di calore, pannelli scalda-acqua, condizionamento a energia solare) e di accelerare i progetti di riqualificazione energetica degli edifici". Il testo sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale.

Il testo è stato "ritoccato" con le modifiche proposte dalle Regioni, che prevedono l’innalzamento a 1 MW della soglia di potenza per gli impianti, l' incentivazione non solo nel caso di sostituzione, ma anche di installazione ex novo di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento con generatori di calore alimentati da biomassa con potenza fino a 1 MW, l'incentivazione per le sole aziende agricole che svolgono attività agroforestale, esclusivamente nelle aree non metanizzate, per la sostituzione di generatori di calore alimentati a gpl con generatori di calore alimentati a biomassa e, infine, la possibilità di prevedere all’Allegato II, sezione 1.2 “Generatori di calore alimentati da biomassa ” che i certificati di manutenzione vengano inseriti nei Catasti informatizzati costituiti presso le Regioni (anziché conservati in formato cartaceo per cinque anni). L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, inoltre, entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta, dovrà istituire una speciale tariffa speciale per l'energia elettrica per le pompe di calore.

L'incentivazione si baserà su un contributo del 40%, che verrà erogato in due anni (cinque per gli interventi più onerosi), con una spesa complessiva di 700 milioni ogni anno, per gli interventi dedicati alle famiglie e di 200 milioni per la Pubblica Amministrazione. Nei primi due anni, è previsto un costo complessivo massimo di 900 milioni di euro, dei quali 200 milioni dedicati agli edifici pubblici e il restante alle costruzioni private. Per tutte le tecnologie, il nuovo decreto stabilisce dei precisi valori prestazionali minimi. Per gli impianti a biomassa o a PdC fino a 35 kWt e solari termici fino a 50 mq, l'ammontare annuo dell'incentivo è costante, calcolato a forfait ed erogato per due anni. Per gli impianti di potenza maggiore, l'ammontare annuo è costante, conteggiato a forfait ed erogato per cinque anni. L'incentivo potrà essere richiesto per gli interventi su edifici esistenti o unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale, èer gli impianti termici per il condizionamento invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria, elettrodomestici, motori e inverter. Tra le principali novità, la cumulabilità con le detrazioni del 55%, l'incentivazione ai sistemi di schermatura e/o ombreggiamento fissi o mobili, non trasportabili, in edifici esistenti e gli interventi di sostituzione (integrale o parziale) di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre con impianti utilizzanti generatori di calore a condensazione.

giovedì 8 novembre 2012

Conto Termico: incentivi

Conto Termico: Clini e Passera danno il via agli incentivi

(Fonte:GreenStyle.it-Matteo Campofiorito)

“Il Conto termico oggi fa un passo avanti definitivo”. Esordisce così Corrado Passera agli Stati Generali della Green Economy che si stanno tenendo a Rimini e a cui GreenStyle è presente da ieri. Non è solo sul palco il ministro Passera, ma è affiancato dal ministro dell’ambiente Corrado Clini. I ministri infatti hanno deciso di annunciare congiuntamente il Conto Termico per suggellare una intesa totale sul tema degli incentivi alle fonti rinnovabili e alla green economy.

Clini ha ribadito che i ministri dell’ambiente e dell’innovazione danno un esempio mai visto prima, trovando il modo di superare su tutto le discrepanze di visione. Passera ha sottolineato come il fatto di aver completato la Strategia Energetica Nazionale (SEN), il Quinto Conto Energia e adessso il Conto Termico dimostra una capacità inedita di lavorare insieme.

Il Conto Termico, a detta dei ministri, è stato inviato alla conferenza delle Regioni per essere visionato ed approvato. Un passaggio che secondo Clini avverrà in tempi molto rapidi, come rapida sarà anche la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche se nessuno dei due ministri si è sbilanciato su una data.

Gli incentivi ammonteranno a 700 milioni e saranno rivolti in particolare alle famiglie, per le amministrazioni pubbliche invece l’impegno di spesa sarà di 200 milioni.
Gli incentivi copriranno fino al 40% delle spese sostenute e verranno erogati in in 2 anni. Questo, a detta del Ministro Clini, consentirà investimenti nelle fonti termiche rinnovabili che ritornano in termini di payback in tempi brevi. La taglia degli impianti incentivati come detto è medio-piccola, taglie che incontrano la domanda secondo Passera, dunque saranno esclusi gli impianti industriali. Il massimo della potenza incentiva è di 500 Kw per una superficie massima di 700 metri quadri.

Passera ha dichiarato che:

Parliamo di investimenti per 3-4, 5.000 euro per le famiglie, un investimento con ritorno garantito che ci permetterà di superare obiettivi europei del 20-20-20. In linea anche con la tesi 46 delle proposte uscite dagli Stati Generali della Green Economy che prevedeva l’incentivazione delle famiglie con il Conto Termico.

Passera ha inoltre ventilato l’ipotesi, che a dire il vero circola da mesi, di rendere strutturale la detrazione del 55% per l’efficienza energetica dichiarando:

Faremo di tutto per renderla strutturale


Non resta dunque che attendere e augurarsi tempi brevi nell’iter che porterà al conto termico.

mercoledì 10 ottobre 2012

Clini e la promozione Green Economy

Clini: "500 mln per promuovere la green economy"

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 Il ministro dell’Ambiente, durante un convegno al Gse, segnala che nel decreto sviluppo è previsto lo stanziamento per incentivare l’occupazione. “Stiamo pensando a un road show per muovere gli investimenti a livello nazionale e di favorire quelli esteri”
 
Il Governo Monti punta a dare slancio alla green economy. Lo ha evidenziato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso di un convegno organizzato presso il Gse. “Ho saputo ieri sera che nel decreto sviluppo sono previsti 500 milioni per promuovere la green economy con effetti sull’occupazione”. Lo stesso ministro ha aggiunto che “su questo stiamo pensando a un road show per muovere gli investimenti a livello nazionale” oltre che di “favorire quelli esteri”. Clini ha ammesso che “In Italia è mancata una visione di sistema” ed è per questo che “stiamo lavorando per strutturare una proposta che integri le tecnologie green, il Made in Italy delle rinnovabili”.

Lo stesso responsabile del dicastero ambientale, in merito agli Stati Generali della Green Economy di cui si sono da poco concluse le prime otto Assemblee Programmatiche, aveva recentemente evidenziato che “La green economy è lo strumento più appropriato per la crescita sostenibile”.

lunedì 1 ottobre 2012

WWf:obiettivo Rinnovabili

WWF: “Obiettivo 2050, 100% rinnovabili"

 
(Fonte:InfoBuilding.it)
 
 
Il WWF Italia ha presentato al Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, il rapporto "Obiettivo 2050 - per una roadmap energetica al 2050" - realizzato da Ref-e (Economics engineering energy environment), che traccia il percorso ‘taglia-emissioni' che l'Italia dovrà seguire per i prossimi 40 anni, fino al 2050, formulato su misura per il nostro paese, come unica opportunità di crescita in chiave sostenibile. Nei prossimi giorni il WWF consegnerà il dossier al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e al Sottosegretario con delega all'Energia Claudio De Vincenti, per offrire al Governo, anche in occasione della nuova Strategia Energetica Nazionale, una soluzione concreta e una visione di lungo termine che permetta all'Italia di salvaguardare allo stesso tempo le prerogative delle politiche sui cambiamenti climatici e quelle legate al mondo del lavoro, restando coerente con gli obiettivi europei ‘20-20-20' del pacchetto clima ed energia, che stabiliscono per gli Stati dell'Eurozona il raggiungimento entro il 2020 del 20% di riduzione dei gas serra, risparmio energetico e rinnovabili.

Il lavoro presentato da REF-E illustra come il settore elettrico possa da solo annullare al 2050 le proprie emissioni climalteranti pur fornendo quasi la metà del fabbisogno energetico del nostro Paese. Questo grazie a tre pilastri: 1) l'efficienza energetica negli usi finali; 2) il trasferimento di parte della domanda energetica sui consumi elettrici; 3) il pieno soddisfacimento della domanda elettrica attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili.
Lo studio sottolinea come non sia la variabile tecnologica né quella economica a rappresentare la maggiore difficoltà, bensì quella relativa alle politiche su energia e cambiamenti climatici che sono state assolutamente discontinue e piene di contraddizioni.

Il piano proposto dal WWF individua tre capisaldi del percorso ‘salva-clima' che l'Italia dovrà intraprendere - seguendo l'esempio di Germania e Regno Unito - per attenersi alla tabella di marcia con cui l'Unione Europea mira a ridurre le proprie emissioni di gas serra dell'80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Puntare sull'efficienza energetica diminuendo i consumi del 40% al 2050 rispetto al 2010, introducendo un obiettivo vincolante di riduzione in termini assoluti (e non in termini relativi o indicativi come fino ad oggi previsto); dirottare la domanda di energia, soprattutto del comparto industria e trasporti, dalle fonti primarie non rinnovabili (combustibili fossili, nucleare ecc.) sul settore elettrico, incrementando il contributo di quest'ultimo dall'attuale 20% al 43% nel 2050 (il 30% in più rispetto al 2010); raggiungere il 100% di rinnovabili nel settore elettrico che, con una ‘iniezione' di energia pulita di 8TWh in più ogni anno, ridurrà del 97% le proprie emissioni di CO2 rispetto al 1990.

Tra gli strumenti proposti dal WWF, una ‘fiscalità taglia-emissioni' che regoli, per esempio, l'IMU sulla base della classe energetica della casa, il bollo dell'auto sulle emissioni inquinanti anzichè sui kW del veicolo e che sostituisca l'IVA sui prodotti con l'Imposta di Carbonio Emesso (ICE), ovvero la tassa sul loro contenuto di CO2 nelle varie fasi di processo.



"La Roadmap 2050 nasce dalla consapevolezza che la crisi climatica rischia di travolgere il Pianeta come lo conosciamo - ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - I rimandi alle responsabilità altrui non funzionano più, ognuno deve fare la propria parte. Siamo anche coscienti dei forti problemi di sicurezza energetica per l'Europa e per l'Italia in particolare".
"La Roadmap 2050 è anche una risposta all'uscita dalla crisi: ‘stranamente' nel dibattito in Italia non si dice mai che il solo settore fotovoltaico nel 2011 ha creato oltre 60mila posti di lavoro - ha aggiunto Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -. Partendo dagli obblighi dell'Unione Europea, con lo scenario 2050, abbiamo proposto per l'Italia alcuni passi aggiuntivi, come ad esempio la necessità di darsi anche propri obiettivi vincolanti, come i target per arrivare alla diminuzione di almeno il 40% dei consumi finali entro il 2050. Le bozze della nuova Strategia Energetica Nazionale in circolazione guardano al 2020, praticamente domani, e non operano scelte nette, avviando addirittura ‘trivellazioni selvagge'. Tra le scelte da fare oggi, quella di bandire le centrali più inquinanti, a cominciare da quelle a carbone; e un dibattito serio sulla riforma del mercato dell'energia che sospenda i sussidi alle centrali che bruciano combustibili fossili (il Capacity Payment introdotto nella Legge Sviluppo approvata ad Agosto), almeno fino a quando non si definisce il sistema di remunerazione nel suo complesso, adattandolo alle rinnovabili, in collegamento con la discussione a livello europeo, nonché tempi certi per i sistemi di accumulo".


Lo scenario energetico indicato dal WWF Italia fino al 2050, individua nel 2030 una tappa fondamentale, con target specifici, in grado di creare i presupposti per realizzare i risultati del 2050:
1. Efficienza energetica: entro il 2050 è prevista la riduzione dei consumi energetici del 40% rispetto a quelli del 2010 con due tappe intermedie: - 5% al 2020 e -16% al 2030, con una diminuzione dello 0,5% l'anno fino al 2020 e dell'1,2% nel periodo 2020 - 2030.

2. Incremento della quota elettrica nella domanda di energia. E' necessario un aumento della quota elettrica del bilancio energetico partendo dall'attuale 20% per arrivare, con un incremento annuo dello 0,7% , al 28% nel 2030 e al 43% nel 2050, il 30% in più rispetto al 2010. Trasporti, industria e abitazioni sono settori strategici d'intervento per l'aumento della quota di elettricità. Il WWF Italia prevede l'incremento di auto elettriche, per i privati, e della trazione elettrica nel settore merci, il ricorso ai biocombustibili, il decentramento dei servizi, una pianificazione urbanistica più efficiente. Per l'industria e le abitazioni invece la strategia ‘taglia-emissioni' del WWF indica nel 2050 l'aumento della quota di elettrico della domanda di calore al 35%, per i consumi domestici, e al 50% per quelli industriali.

3. 100% rinnovabili al 2050 nel settore elettrico. Partendo da una quota del 25% del 2010, pari a circa 77 TWh, si arriva a raggiungere, con un incremento medio di 8 TWh l'anno dal 2020, il 60% nel 2030 (pari a 219 TWh) fino al traguardo nel 2050 del 100%, per un totale di 400 TWh. Un'operazione che comporterebbe investimenti che vanno dai 7 ai 9 miliardi di euro l'anno nel periodo 2020-2050, corrispondenti allo 0,5% del PIL.
Le emissioni di CO2 del settore termoelettrico italiano diminuirebbero così nel 2030 del 50% rispetto a quelle attuali (- 60% rispetto al 1990) per un totale di 55 Mega tonnellate (Mt) e, nel 2050, del 97% rispetto ai livelli del 1990, ridotte cioè a circa 5 Mt legate agli interventi di riserva di centrali a gas. Un toccasana per il clima che potrebbe alimentare la‘rivoluzione green' da parte di cittadini e imprese: l'autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che con questi interventi raggiungerebbe i 68 TWh nel 2030, raddoppiando nel 2050 con 134TWh.

giovedì 20 settembre 2012

La Sicilia termodinamica.

L’era del solare termodinamico inizia dalla Sicilia

 
(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
Entro il 2015 sarà terminato in Sicilia, in provincia di Catania, il primo impianto di solare termodinamico puro in Italia. A differenza dell’ormai famoso impianto Archimede di Priolo Gargallo, nel siracusano, quello di Catania sarà un parco solare termodinamico senza alcun collegamento con una centrale termoelettrica a gas.

L’annuncio dell’avvio della costruzione del nuovo impianto è stato dato l’altro ieri a Palermo, nel corso di un convegno sull’energia distribuita e il termodinamico organizzato da Anest (l’Associazione italiana energia solare termodinamica) e dal Fred (il Forum regionale per l’energia distribuita).

Si tratta di un impianto Enel Green Power da 100 MW termici e 30 elettrici: il sole, concentrato dagli specchi parabolici su un tubo contenente sali fusi, riscalda il liquido vettore fino a 550 gradi centigradi. Questo calore serve a generare vapore che poi viene sfruttato per produrre energia elettrica con una normale turbina. Stiamo parlando, in pratica, dell’altro lato della medaglia solare: il primo lato, quello fino a oggi più sfruttato e conosciuto, è il fotovoltaico e il secondo è il termodinamico.

Con 100 MW termici e 30 elettrici, se la matematica non mente, l’efficienza di questa tecnologia è nettamente superiore a quella del fotovoltaico. Altra buona notizia: mentre il fotovoltaico è in grado di produrre energia per circa 1.500-1.800 ore l’anno, il termodinamico può arrivare fino a 3.800-4.000 ore grazie al serbatoio che accumula il calore e permette la produzione elettrica anche dopo il tramonto.

Infine, mentre il fotovoltaico ha una filiera quasi interamente straniera (con la nota disputa antidumping tra Ue e Cina), il termodinamico è praticamente 100% italiano. Per quale motivo, allora, questa tecnologia non ha ancora avuto uno sviluppo neanche paragonabile a quello del fotovoltaico?

Il motivo principale è che fino a poco tempo fa sono mancati gli incentivi. Con il nuovo Decreto Rinnovabili elettriche, criticato da più parti per aver stroncato e burocratizzato il supporto statale alla maggior parte delle fonti pulite, è stata introdotta una ricca tariffa per il termodinamico: 32 centesimi al kWh, più o meno come il vecchio terzo conto energia per il fotovoltaico, per gli impianti di grandi dimensioni.

Un altro motivo è che il termodinamico ha bisogno di molto sole e non è adatto alle regioni del nord Italia. L’ideale è il nord Africa, tanto che è proprio il termodinamico la tecnologia alla base del progetto Desertec, ma anche la Sicilia e il sud della Sardegna possono dare buoni frutti.

Ieri, durante la seconda giornata del convegno palermitano di Fred e Anest, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini (presente per una decina di minuti in videoconferenza) ha parlato apertamente di “dorsale del solare termodinamico” tra Sicilia e Africa. Di sicuro adesso ci sono i presupposti per lo sviluppo di questa tecnologia, vedremo se e come si svilupperà nei prossimi anni e se, soprattutto, riceverà lo stesso trattamento del fotovoltaico: prima elogiato e riccamente pagato con gli incentivi e poi, dalla notte al giorno, dimenticato e maltrattato dal Governo di turno. Se così fosse sarebbe l’ennesima occasione sprecata per l’Italia.