martedì 24 giugno 2014

Solare a concentrazione: una risorsa per i paesi del Mediterraneo

(Fonte: GreenStyle.it-Francesca Fiore)


Energia solare a concentrazione: una tecnologia sulla quale puntare nei prossimi anni. Uno studio pubblicato su Nature Climate Change dimostra come il Concentrating Solar Power (CSP) possa sopperire a un fabbisogno energetico esteso, soprattutto in determinate zone del Mediterraneo.

Lo studio, condotto all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), spiega come un sistema CSP su vasta scala, in alcune aree del Mediterraneo, sarebbe in grado di fornire il 70-80% della domanda di energia elettrica.

Secondo i ricercatori, i sistemi attuali su vasta scala permettono di produrre una quota di energia pari a quella prodotta in impianti tradizionali, come gli impianti nucleari, e senza nessun costo aggiuntivo rispetto alle centrali a gas. La ricerca è la prima ad esaminare le potenzialità dei sistemi CSP in quattro regioni del bacino del Mediterraneo. Stefan Pfenninger, ricercatore presso l’Imperial College di Londra e a capo della ricerca IIASA, ha spiegato:

Questo tipo di sistemi sono in grado di soddisfare molto più del nostro fabbisogno di energia elettrica, a costi più contenuti di quelli attuali.
L’ostacolo principale ad un utilizzo dell’energia solare è l’instabilità della fonte e quindi il problema dell’accumulo: ma, a differenza dei sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV), con il solare a concentrazione è possibile bypassare il problema.

I sistemi CPV, ugualmente quotati quanto i CSP da Global Data, trasformano direttamente l’energia solare in energia elettrica, sfruttando l’effetto fotovoltaico: i CSP, invece, la trasformano in calore, più facile da immagazzinare rispetto all’elettricità.

L’energia solare, quindi, potrebbe essere immagazzinata sotto forma di calore e trasformata in elettricità solo quando necessario: tuttavia, l’instabilità della fonte resta un problema non da poco per questo tipo di tecnologia.

La soluzione suggerita dai ricercatori è quella di costruire una rete di sistemi solari a concentrazione su vasta scala, che possa ovviare ai problemi locali: per questo motivo, la ricerca rappresenta un primo studio di fattibilità, in particolare su due territori considerati potenzialmente i più adatti. Anthony Patt, co-autore della ricerca IIASA ha concluso:

Il nostro studio è il primo ad analizzare nel dettaglio la possibilità costruire un sistema energetico basato principalmente sul solare, che fornisca quotidianamente energia elettrica, in modo stabile ed affidabile. Secondo i risultati, questo sarebbe sicuramente possibile in due regioni del mondo come il bacino del Mediterraneo e il deserto del Kalahari in Sud Africa.

martedì 20 maggio 2014

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

Le rinnovabili stanno dando un lavoro a 6,5 mln di persone nel mondo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
Nel 2013, il settore delle rinnovabili ha offerto un impiego a circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo. A rivelarlo è l’Agenzia per le energie rinnovabili IRENA nel suo “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2014”. Il rapporto sottolinea l’importante ruolo che le green energy continuano a svolgere nella creazione di occupazione e sviluppo dell’economia globale.

 
La complessiva revisione annuale indica una crescita costante del numero di posti connessi al settore, che ha aggiunto in un solo anno 800mila nuovi green job. “Con 6,5 milioni di persone direttamente o indirettamente impiegate nelle rinnovabili, il comparto sta dimostrando di non essere più una nicchia, bensì d’essere divenuto un vero e proprio datore di lavoro a livello mondiale”, ha commentato Adnan Z. Amin, direttore generale di IRENA.
Il dato occupazione è stato plasmato da una serie di fattori: gli spostamenti regionali, i riallineamenti del settore, la crescente concorrenza e i progressi nelle tecnologie e nei processi di produzione 2013. I più grandi “datori di lavoro verde” a livello mondiale risultano essere, in ordine, la Cina, il Brasile, gli Stati Uniti, l’India, la Germania, la Spagna e il Bangladesh, mentre analizzando il comparto settore per settore, risultano maggiori possibilità di impiego nel fotovoltaico, quindi nei biocarburanti, eolico, biomasse e biogas. “Crescente domanda di solare fotovoltaico in Cina e in Giappone sta accrescendo l’occupazione nel settore dell’installazione e allentando alcune preoccupazioni in merito all’eccesso di offerta dei moduli”, spiega Rabia Ferroukhi, a capo della divisione, politica e finanza a IRENA e autore principale del rapporto. “Di conseguenza alcuni produttori cinesi stanno creando nuova capacità”. Nel settore eolico, la Cina e il Canada hanno fornito impulsi positivi, mentre le prospettive per gli Stati Uniti rimangono miste, offrendo al contrario grandi opportunità nel settore dei biocarburanti al pari del Brasile.

giovedì 15 maggio 2014

Pietre fotovoltaiche: a Capri arriva il muretto solare

(Fonte: GreenStyle.it-Marco Mancini)
 
 
Il solare si evolve: dal tradizionale pannello sul tetto alle tegole, fino ad arrivare ad applicazioni verticali, come le siepi e le pietre fotovoltaiche. A tal proposito, a Capri è stato inaugurato un prototipo di impianto solare stand alone che all’apparenza sembra un semplice muretto. Il progetto è curato da Enea e Marevivo e si avvale della tecnologia messa a punto dalla ditta vicentina Dyaqua, vincitrice nel 2010 del concorso “Sole, vento e mare – Energie rinnovabili e paesaggio”, volto a scovare nuove idee per integrare le rinnovabili nel paesaggio senza deturparlo.

Il famoso pino marittimo del Belvedere di Punta Tragara sarà illuminato nelle ore serali da fari a LED, grazie all’energia solare accumulata durante il giorno dalle pietre fotovoltaiche che compongono il muretto. Questo impianto è a basso impatto paesaggistico, dal momento che la speciale resina ideata da Dyaqua rende simili a delle pietre il generatore e le altre componenti. Come ha sottolineato la presidente di Marevivo Rosalba Giugni:

Avvolgere di luce questo pino, attraverso un semplice muretto che cattura l’energia solare, senza incidere sulle caratteristiche del paesaggio, è una grande emozione. Rappresenta un’ulteriore tappa dell’impegno che Marevivo porta avanti da anni nelle isole minori italiane, intese come laboratori di sostenibilità e dove è possibile attuare best practice anche per dare un’impronta diversa al mercato del turismo.
 
Da questo primo esperimento a Capri potrebbero nascere altri progetti simili, come illustra Carlo Tricoli di Enea:
 
La campagna sperimentale che condurremo sul prototipo presso il nostro Centro Ricerche di Portici permetterà di analizzare l’integrazione architettonica dei pannelli fotovoltaici sui manufatti tipici dell’area in cui verranno installati, ma anche di verificare l’efficienza dell’impianto.

Da questa attenta valutazione nasceranno interventi per migliorare l’applicazione e l’efficienza delle pietre fotovoltaiche, con l’obiettivo di favorirne la produzione e la diffusione su larga scala in luoghi di alto pregio paesaggistico.

martedì 13 maggio 2014

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

La Casa Bianca sceglie il fotovoltaico: Obama da il buon esempio

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
I tecnici hanno appena finito di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della Casa Bianca, realizzando un progetto del presidente Obama, che vuole essere di esempio per il popolo americano rendendo ecologica e tecnologicamente avanzata la sua dimora. Il proposito era stato annunciato già nel 2010, ma solo alla fine del 2013 è stato realizzato.
Anche se per motivi di sicurezza non è stato dichiarato il costo e il numero dei pannelli, si sa che produrranno 6,3 kW di energia elettrica sottoposti a luce diretta e che sono stati installati su supporti metallici assicurati al tetto mediante colla epossidica.

Obama vuole essere d’esempio per sensibilizzare le famiglie americane sull’importanza dell’indipendenza energetica dagli altri stati e la riduzione delle emissioni responsabili del riscaldamento globale.
La convenienza oltre che ambientale e politica è anche economica, infatti in soli 8 anni, due mandati presidenziali, i pannelli ripagheranno la spesa per l’acquisto e l’installazione.

“Essendo alla Casa Bianca, abbiamo alcuni problemi di sicurezza. Non è stato possibile coprire l’intero tetto, anche se dal punto di vista del risparmio energetico sarebbe conveniente” spiega James Doherty, usciere della Casa Bianca.

Nonostante l’impegno del presidente per lanciare un messaggio virtuoso, gli ecologisti americani trovano questo intervento tardivo, il gruppo ambientalista 350.org ha trovato il progetto significativo ma anche tristemente in ritardo.
Bill McKibben, scrittore, giornalista e attivista del gruppo, dichiara sarcasticamente: “Con questo ritmo risolveremo il problema del riscaldamento globale quando saremo già 30 metri sott’acqua”.

Barack Obama non è il primo ad aver scelto le energie rinnovabili per il palazzo presidenziale, Jimmy Carter spese 30 mila dollari per un impianto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua negli anni ’70 per gli uffici dell’aula ovest, ma l’impianto fu dismesso 7 anni dopo dal suo successore Ronald Reagan quando si trasferì alla Casa Bianca. George W. Bush installò pannelli solari su alcuni edifici secondari del palazzo e per ottenere acqua calda per la piscina.

lunedì 12 maggio 2014

Solare termodinamico: protocollo ANEST e Legambiente

Solare termodinamico: protocollo ANEST e Legambiente

 (Fonte:ZeroEmission.it)


ANEST, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, e Legambiente hanno firmato un protocollo di intesa per lo sviluppo di progetti di solare termodinamico integrati nel territorio italiano. Con questo accordo sarà possibile garantire agli attori locali che i progetti vengano portati avanti nel rispetto del territorio e assicurare alle imprese del settore un sostegno allo sviluppo dei progetti e al dialogo con i cittadini.

L'energia solare termodinamica (Concentrated Solar Power, CSP) rappresenta una tecnologia con importanti prospettive di sviluppo in Italia, perché può anche consentire lo storage termico e quindi di produrre energia elettrica anche in assenza del Sole e contribuire al controllo della produzione elettrica da immettere in rete (oggi uno dei temi di particolare rilevanza) e può dunque contribuire a una transizione energetica in Italia sempre più incentrata sulle fonti rinnovabili per la produzione elettrica e termica. Inoltre, tra le diverse tecnologie di CSP, l’Italia è detentrice di alcune innovative, prima fra tutte quella denominata a Sali Fusi, che nasce all’interno dell’Enea sulla spinta del Prof. Carlo Rubbia, e il solare termodinamico potrebbe coprire una quota relativa al settore della produzione di elettricità dell'obiettivo al 2020 (circa 300-400 MW) di significativa importanza per le ricadute in termini di ricerca applicata, oltre che occupazionali e di opportunità per il territorio se correttamente integrate nell’ambiente e nel paesaggio. Nasce in questo contesto il Protocollo d’intesa che ANEST e Legambiente hanno sottoscritto alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente on. Silvia Velo.
«Il nostro Paese nel campo dell’energia solare termodinamica ha delle potenzialità e delle eccellenze che vanno non solo valorizzate, ma anche promosse e incentivate – sottolinea il Sottosegretario all’Ambiente, l’on. Silvia Velo -. Per questo sono convinta che il protocollo sottoscritto da Anest e Legambiente rappresenti un’occasione di sviluppo per le imprese che aderiranno. Il nostro territorio consente una diffusione capillare della tecnologia CSP con interventi che, se eseguiti nel rispetto delle normative vigenti e nelle aree idonee, possono avere un basso impatto ambientale. Se le imprese sapranno investire in maniera intelligente attraverso impianti di solare termodinamico non solo ricaveranno profitti economici maggiori, ma anche l’ambiente ne trarrà uno straordinario beneficio». «La firma di questo accordo con Legambiente, che le imprese associate recepiranno su base volontaria – afferma Gianluigi Angelantoni, Presidente di ANEST – vuole essere un segnale forte per quei territori dove sono previsti nuovi progetti di impianti che utilizzano la tecnologia del solare termodinamico. Impianti a fonte rinnovabile, previsti dalla normativa nazionale, che possono trovare per la loro dimensione e innovazione opposizione locale. L’accordo con Legambiente significa per noi presentarci nei contesti interessati a fianco di una delle più importanti associazioni ambientaliste italiane, e auspichiamo che, accanto a un processo di informazione trasparente e capillare, questo possa essere una garanzia per i cittadini che vi abitano».
I punti salienti di questo accordo sono innanzitutto l’individuazione delle aree dove potranno sorgere i nuovi impianti: si escludono aree ambientalmente sensibili, come zone protette, zone umide, boschi, aree interessate da vincoli ambientali o paesaggistici. Ma anche aree agricole di pregio o territori interessati da insediamenti abitativi. Per la localizzazione dovranno essere condotti studi specifici che valutino l’uso dei terreni e l’impatto ambientale dei progetti, in particolare per quanto riguarda l’inserimento paesaggistico e i consumi idrici. I progetti dovranno prevedere misure compensative alle sottrazioni di territorio attraverso opere di riqualificazione ambientale e la realizzazione di cavidotti interrati per il collegamento alle rete elettrica, in maniera da limitare l’impatto ambientale. Infine, si dovranno avviare delle iniziative di informazione e comunicazione trasparente alla popolazione per far conoscere la nuova tecnologia, il progetto dell’impianto e i ritorni economico-sociali del futuro insediamento produttivo. A tale riguardo Legambiente e ANEST si impegnano a definire di comune accordo iniziative di comunicazione ai cittadini.

giovedì 8 maggio 2014

Incentivi fotovoltaico: Governo conferma rimodulazione al Solarexpo 2014

(Fonte:Matteo Campofiorito-GreenStyle.it)
 
 
 
“Le regole non si cambiano, ma se sono sbagliate per quanto dobbiamo tenercele?” Con questa domanda Claudio De Vincenti ha confermato, implicitamente, la tanto temuta rimodulazione degli incentivi per le rinnovabili e in particolare il fotovoltaico, la rinnovabile più amata dagli italiani.
Al Solarexpo 2014 di Milano, in occasione del convegno “Agenda energetica per il futuro del paese: decarbonizzazione dell’economia, competitività, manifatturiero avanzato”, il viceministro dello Sviluppo Economico è stato molto chiaro a riguardo. Dal discorso di De Vincenti sembrano dunque confermate le paure degli operatori del settore e di chi ha installato impianti rinnovabili: i cambiamenti ci saranno e non saranno indolore.
Secondo De Vincenti nell’energia abbiamo assistito a regole non buone e un governo responsabile deve porsi il problema del cambiamento per evitare distorsioni. Per il fotovoltaico e per le rinnovabili insomma è finita l’età dell’oro ma d’altra parte e si profila un futuro con una grid parity a portata di mano.
Gli obiettivi del Governo Renzi per il futuro sono sintetizzabili in una spinta ulteriore sull’efficienza energetica, il rendere strutturali le detrazioni fiscali, le smart grid, l’obbligo delle rinnovabili negli edifici di nuova costruzione.
Concorde alla visione di De Vincenti è stata un’altra importante partecipante al convegno, Silvia Velo sottosegretario di stato all’Ambiente e alla Tutela del Territorio. Per la Velo il settore fotovoltaico è ormai maturo e va sostenuto non più con incentivi ma con norme che agevolino chi installa un impianto. Le chiavi dello sviluppo futuro del settore saranno una decisa semplificazione delle autorizzazioni, l’introduzione dell’autorizzazione unica, oltre che una regolamentazione che favorisca lo scambio sul posto e l’accumulo, entrambe queste aree dovranno essere rese operative attraverso regolamenti e non leggi, rendendo il tutto molto più agile.

mercoledì 7 maggio 2014

Decreto Efficienza, gli ambientalisti chiedono target del 40%

Decreto Efficienza, gli ambientalisti chiedono target del 40%

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
“L’obiettivo dell’efficienza deve essere quello di riuscire a far calare i consumi di energia, mantenendo elevati livelli di servizi”. Lo hanno ribadito oggi Greenpeace e WWF alle Commissioni Attività produttive di Senato e Camera. le due associazioni ambientaliste sono state infatti audite sul recepimento della Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica (Atto Governo n. 90). Il documento presentato al Parlamento punta il dito sugli elementi più deboli del Decreto efficienza. Nonostante ad oggi il settore sia ampiamente riconosciuto come elemento chiave delle politiche energetiche ed abbia dimostrato di possedere grandi potenzialità a livello occupazionale, finora gli obiettivi quantitativi assegnatigli sono stati meramente indicativi.
Ecco perché Greenpeace e WWF sostengono che sia “necessario imporre a livello europeo un obiettivo legalmente vincolante del 40% di maggiore efficienza”. Così come è necessario non eliminare la progressività della tariffa elettrica. Il razionale di una tariffa progressiva, vale a dire il prezzo del kWh crescente col consumo è quello di aumentare l’attrattività economica degli utilizzi di tecnologie più efficienti, “premiando indirettamente scelte dei consumatori più lungimiranti e le imprese che producono apparecchiature più efficienti e innovative”, spiegano le due associazioni. “Lo strumento più consono è quello di specializzare opportunamente i certificati bianchi su queste tecnologie. Inoltre l’introduzione di tariffe particolari per promuovere specifiche tecnologie è imprecisa (il kWh diventa meno caro per tutti gli usi finali sotto quel contratto) ed incoerente con ogni teoria razionale delle tariffe”, concludono Greenpeace e WWF.

martedì 29 aprile 2014

ECOndominio trasforma lo spreco in efficienza

ECOndominio trasforma lo spreco in efficienza

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
Secondo le ultime stime, in Italia sono presenti oltre 740.000 condomìni centralizzati da riqualificare in cui circa il 50% della spesa per il riscaldamento viene sprecato per colpa di edifici obsoleti e impianti sovradimensionati ed energivori. Questi edifici rappresentano la seconda causa di inquinamento dell’aria in città, insieme al traffico. Per rispondere a queste urgenti esigenze della collettività ECOndominio® ha ideato la Campagna Istituzionale di Diagnosi Energetica Gratuita, rivolta proprio ai condominii centralizzati, e l’ha avviata, con il patrocinio delle Istituzioni Locali e la collaborazione di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari), nelle 7 regioni del Centro-Nord: Triveneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta.

L’obiettivo è offrire ai cittadini dapprima una informazione puntuale sul reale stato di salute dell’edificio-impianto condominiale e poi un preciso piano di intervento, studiato ad hoc e subito realizzabile dal condomìnio, (anche in mancanza di adeguate risorse economiche), grazie a un metodo esclusivo che fa sì che sia il risparmio energetico garantito, unito alle detrazioni fiscali (oggi del 65% per il condominio) a pagare l’intervento di efficientamento. La diagnosi energetica infatti è l’unico strumento in grado di identificare le cause degli sprechi e le criticità del sistema edificio/impianto e di individuare le soluzioni di efficientamento con il miglior rapporto costo/beneficio. Nell’ambito della Campagna Istituzionale di Diagnosi Energetica gratuita, la Diagnosi viene realizzata seguendo i dettami della norma UNI TS 11300 1-2-4 e viene portata fino in assemblea condominiale, a beneficio dei condòmini, da tecnici esperti che affiancano l’amministratore e in grado di illustrare, con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, non solo gli aspetti tecnici e normativi, ma anche le opportunità fiscali e gli strumenti finanziari oggi disponibili per il condominio.

Nell’ambito della Campagna, sono state realizzate oltre 1.500 diagnosi in altrettanti condominii centralizzati, distribuiti nelle 7 regioni del Centro-Nord. Il 32,5% è il risparmio energetico medio possibile diagnosticato (e garantibile con il contratto di rendimento energetico-EPC). Sono 119 i condomìni efficientati con contratto di rendimento energetico (EPC) che verranno monitorati nel tempo relativamente al risparmio energetico effettivo conseguito. Con questa formula contrattuale il condominio ha la garanzia del risultato, ossia di conseguire un determinato risultato di risparmio energetico (quello indicato dalla Diagnosi e dal pre-progetto) e, contestualmente, la certezza di non dover affrontare alcun costo di manutenzione straordinaria per i successivi 10 anni; infine, sempre grazie alla formula contrattuale, il condominio ottiene l’accesso a speciali formule di finanziamento che non richiedono la firma dei condomini o altre garanzie fidejussorie. Di conseguenza, l’intervento di efficientamento si paga da sé grazie al recupero dell’energia fino a quel momento sprecata (quantificata a monte e garantita a ciascun condomino, pena il risarcimento da parte delle aziende che hanno effettuato l’intervento) sommato alle detrazioni fiscali pari al 65% in vigore in Italia fino al 30 giugno 2015.

martedì 22 aprile 2014

Rinnovabili e riciclo per l’anima ambientalista di Apple

Rinnovabili e riciclo per l’anima ambientalista di Apple

(Fonte:Rinnovabili.it)


Tutti gli store Apple sono pronti ad abbracciare la nuova filosofia della sostenibilità.Nel tentativo dichiarato di dare maggior attenzione alla tutela ambientale, la società di Cupertino ha annunciato di voler offrire la possibilità a quanti possiedano un prodotto Apple, usato o rotto, di poterlo conferire gratuitamente nei negozi della celebre mela bianca, destinazione riciclo. Un progetto importante se si considera che l’azienda possiede ben 420 punti vendita e nel mondo e non tutti sono situati in paesi come l’Italia dove vige ormai da tempo la norma dell’uno-contro-uno per i rifiuti elettrici ed elettronici.

Il nuovo programma di riciclo sarà valido sia online (sul sito Apple) che direttamente negli Store dove gli utenti potranno anche ottenere in cambio un accredito direttamente sul proprio conto corrente, in caso di prodotti ancora in buono stato. L’iniziativa è stata presentata in concomitanza con il lancio del nuovo spazio “ambientalista” sul sito web della Apple http://www.apple.com/environment/, in cui la società rinnova anche un’importante promessa: quella di aumentare la propria dipendenza da fonti energetiche alternative, alimentando tutti i suoi negozi, uffici e data center con le rinnovabili.
“Ciò che l’azienda intende fare è usare tutta la sua innovazione ed esperienza per rendere il pianeta più sicuro e rendere l’ambiente migliore”, ha commentato Lisa Jackson, vice presidente per le iniziative ambientali di Apple. Come ricorda la società, che in occasione dell’Earth Day tingerà di verde il logo dei propri negozi, già oggi tutti e quattro i suoi data center - che si trovano in North Carolina, Oregon, Nevada e California – fanno affidamento elusivamente su biogas, energia solare, eolica ed idroelettrica, mentre sono circa 120 i punti vendita negli Stati Uniti ad essere alimentati completamente dalle green energy. La ciliegina sulla torta? Apple sta realizzando a Cupertino la sua nuova sede, una speciale “astronave ecofriendly” che è pronta a diventare il miglior edificio per uffici del mondo.

mercoledì 16 aprile 2014

Coordinamento FREE: in bozza decreto efficienza due articoli non pertinenti

Coordinamento FREE: in bozza decreto efficienza due articoli non pertinenti

(Fonte: ZeroEmission.it)
 
 
«Seguendo una prassi purtroppo consolidata, nella bozza del decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea sull’efficienza energetica, all’articolo 11 si introducono due commi che non solo nulla hanno a che vedere con l’oggetto del provvedimento, ma chiedono all'Autorità per l’energia di modificare radicalmente due cardini dell’attuale normativa che disciplina il mercato elettrico: il meccanismo con il quale si forma il prezzo all'ingrosso del kWh e la tariffa per i consumatori tutelati».

Questo il commento del Coordinamento FREE alla bozza di Decreto legislativo presentata dal governo per il recepimento della Direttiva Europea sull’efficienza energetica. «Non è accettabile che, in modo surrettizio, in una sede non pertinente, si cerchi una scorciatoia per affrontare questioni che, per la loro importanza, richiedono un confronto preliminare con tutte le parti interessate e con gli esperti della materia – prosegue il Coordinamento FREE -. Chiediamo pertanto alle commissioni parlamentari competenti di pronunciarsi per la cancellazione dei due commi per evidente estraneità alla materia oggetto del provvedimento».

Il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) è un’associazione che raccoglie attualmente, in qualità di Soci, 29 associazioni in toto o in parte attive in tali settori, oltre a un ampio ventaglio di enti e associazioni che hanno chiesto di aderire come aderenti (senza ruoli decisionali) ed è pertanto la più grande associazione del settore presente in Italia. Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle associazioni e degli enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le istituzioni.

lunedì 14 aprile 2014

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

Energia da onde e maree: l’accordo francese getta le basi dello sviluppo

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
 
E’ stato firmato un nuovo accordo con lo scopo di dare maggiore forza allo sviluppo di progetti per la generazione di energia da onde e maree. A siglare l’intesa, seguendo l’esempio delle 4 isole del canale di Francia con il Nord del paese, anche la regione della Bassa Normandia, intenzionata a dare voce alla crescita delle tecnologie emergenti.
I rappresentanti della Normandia occidentale e dei gruppi energetici rinnovabili delle isole Marine del Canale hanno quindi deciso di cooperare collaborando per affrontare i problemi comuni che potrebbero incontrare durante i tentativi di diffusione dei nuovi dispositivi di potenza marini. Con la firma, i gruppi si sono impegnati a condividere i risultati dei progetti e della ricerca ambientale in modo da ottenere un quadro informativo il più possibile completo e dettagliato che li porterà a redigere piani e progetti fattibili in siti identificati come idonei affrontando anche iniziative di miglioramento dei porti e delle infrastrutture di rete che dovranno supportare la distribuzione dell’energia generata.
“Notiamo ancora una volta… quanto lo sviluppo del settore marittimo delle energie rinnovabili si basi sulla nostra capacità di cooperare a livello internazionale, al fine di capitalizzare le esperienze di ciascuno per accelerare lo sviluppo di questa nuova industria, e per massimizzare i benefici locali” hanno dichiarato Laurent Beauvais, presidente della Regione Basse-Normandie, Jean-François Le Grand, presidente del Dipartimento Manica e André Rouxel, presidente della Communauté Urbaine de Cherbourg, in una dichiarazione congiunta. “Con questo accordo, creiamo le condizioni favorevoli per una collaborazione concreta ed efficace tra le Isole del Canale e i territori della Bassa-Normandia per gli anni a venire.”

mercoledì 9 aprile 2014

Greenpeace e WWF: Crocetta convochi il tavolo tecnico per fermare le trivelle in Sicilia

Greenpeace e WWF: Crocetta convochi il tavolo tecnico per fermare le trivelle in Sicilia

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Nei giorni scorsi, Greenpeace e WWF hanno protestato davanti al Palazzo della Regione Siciliana, avviando simbolicamente il “tavolo tecnico” contro le trivelle in mare promesso oramai un anno fa e mai avviato dal Presidente Crocetta e dall’Assessore all’Ambiente Lo Bello. Gli attivisti hanno esposto striscioni con i messaggi “No Trivelle nel Canale di Sicilia” e “Il mare di Sicilia non si tocca” e, allestendo in pochi minuti tavolo e sedie, hanno voluto dimostrare quanto poco ci voglia ad avviare una fase consultiva per tutelare il mare della Sicilia.
«Le estrazioni petrolifere nel Canale di Sicilia non solo mettono in pericolo l’ecosistema e la ricca biodiversità di quest’area, ma anche tutti quei settori dell’economia come la pesca e il turismo che dipendono dal mare» dichiarano Greenpeace e WWF. Da tempo Greenpeace e WWF si battono per impedire i numerosi progetti di trivellazione che minacciano il Canale di Sicilia; lo scorso febbraio hanno lanciato insieme una petizione sul sito di change.org rivolta al Presidente Crocetta perché mantenesse le sue promesse per un futuro senza trivelle e al momento oltre 36.000 persone hanno deciso di sottoscrivere l’appello, al quale però il Presidente non ha mai risposto.

Nel frattempo Edison e ENI stanno per essere autorizzati a trivellare fino a ventuno pozzi al largo di Pozzallo per l’estrazione di bitume con la piattaforma “Vega b”. Una follia che non genera occupazione (la piattaforma sarà automatizzata) e rischia di avviare la corsa all’oro nero nel Canale di Sicilia. Per fermare questa follia, Greenpeace e WWF hanno distribuito un documento che riassume compiti e obiettivi del tavolo tecnico: progetti legislativi, iniziative politico-istituzionali, collaborazioni scientifiche e progetti culturali. «Chiediamo un impegno forte a favore dell’ambiente e non degli interessi dei petrolieri, contro le perforazioni off-shore e a favore di provvedimenti efficaci per la tutela del Canale di Sicilia, una delle zone più ricche di biodiversità del Mediterraneo» concludono WWF e Greenpeace. Mentre Crocetta e il suo Assessore all’Ambiente, Lo Bello, promettevano un tavolo tecnico contro le trivelle, l’Assemblea Regionale approvava misure incentivanti le estrazioni petrolifere e Crocetta si schierava su questa linea, sostenendo di non poter “pensare di mettere norme che disincentivano l’attività economica, produttiva e imprenditoriale”. Greenpeace e WWF ritengono piuttosto che, come dimostrano i ripetuti incidenti al petrolchimico di Gela, niente come il petrolio e le trivelle disincentiva l’attività economica, produttiva e imprenditoriale in Sicilia. Il mare è il vero petrolio, l’oro blu, su cui la Regione aveva promesso di voler puntare.

lunedì 7 aprile 2014

Efficienza energetica: dal governo un fondo nazionale da 800 milioni

Efficienza energetica: dal governo un fondo nazionale da 800 milioni

(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
 
 
 
Una serie di misure per migliorare l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione centrale, nell’edilizia pubblica e privata, nei processi produttivi, nei sistemi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia oltre che nel settore residenziale. È questo il contenuto del decreto di recepimento della direttiva europea 2012/27 UE appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento, in particolare, punta a raggiungere l’obiettivo di riduzione dei consumi di energia al 2020 già indicato dalla Strategia energetica nazionale, che servirà ad aumentare l’efficienza complessiva su scala comunitaria del 20% entro lo stesso anno.

Le misure previste dal decreto sono:
  • interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della pubblica amministrazione;
  • la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica;
  • l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della PA, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi.

Ha commentato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti:

La sfida dell’efficienza energetica può rappresentare un volano per la ripartenza del Paese, perché innescherà lavoro e quindi sviluppo sia nel pubblico che nel privato nell’ambito della Green Economy. Otterremo così, in prospettiva, un rilevante risparmio sia ambientale, in termini di minori emissioni di gas serra e polveri sottili, che economico grazie al minore consumo di energia. – Se pensiamo che il consumo degli edifici pubblici è pari al 18% di quello generale dello Stato, si comprende come acquisisca assoluto rilievo già il solo obiettivo di “ambientalizzazione” del nostro patrimonio pubblico immobiliare.


L’obiettivo del Consiglio dei ministri è anche quello di rilanciare la crescita economica e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro fornendo nuovo slancio allo sviluppo di tecnologie per l’efficienza energetica.
Ha dichiarato Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico

Il Governo mette a disposizione quasi 800 milioni di euro dal 2014 al 2020 per promuovere l’efficienza energetica. Sono inoltre previste iniziative che mirano ad accrescere la consapevolezza dei consumi energetici tra le famiglie.

Ora l’iter di approvazione del provvedimento prevede l’acquisizione dei pareri delle competenti commissioni parlamentari.

lunedì 31 marzo 2014

Torna l’ora legale, tra risparmio e piccoli disturbi di salute

(Fonte: GreenStyle.it- Marco Grigis)
 
 
Alle 2 di questa notte le lancette dell’orologio balzeranno un’ora in avanti: torna l’ora legale e, nonostante si dormirà meno, i vantaggi in termini di risparmio energetico saranno davvero importanti. Questo perché la luce naturale del Sole sarà disponibile fino alla serata inoltrata, rendendo così parzialmente inutile il ricorso all’illuminazione artificiale. Ma quali sono i consumi e, non ultimo, come abituare il corpo in fretta al cambiamento?

I vantaggi dall’introduzione dell’ora legale sono molteplici, così come ricorda Terna in una nota. Nei prossimi 7 mesi – l’ora solare tornerà infatti a fine ottobre – si stima un risparmio pari a 556,7 milioni di kilowattora, pari al fabbisogno medio annuale di circa 220.000 famiglie. Considerato poi il costo medio di 16,6 centesimi per ogni kilowattora, si ipotizza per il 2014 un taglio di ben 92,6 milioni di euro dalla spesa energetica dei cittadini. Dal 2004 al 2013, inoltre, l’Italia ha salvato ben 6,6 miliardi di kilowattora complessivi, pari a 950 milioni di euro. Il maggior risparmio si registra alle estremità di questa finestra: ad aprile, quando si allunga la disponibilità della luce naturale, e in ottobre, quando le giornate iniziano a raggiungere il loro minimo. Questo perché si ritarda il ricorso all’illuminazione artificiale con le attività lavorative già in corso, mentre in estate l’effetto è più ridotto considerato come le ore di Sole siano normalmente già abbondanti.

L’arrivo dell’ora legale, però, potrebbe causare piccoli disturbi fra i più restii al cambiamento, sebbene gli esperti abbiano già spiegato come – almeno a livello di bioritmi – lo spostamento delle proprie abitudini non causi particolari problemi d’adattamento. Fra i sintomi transitori più lamentati i disturbi del sonno, facilmente risolvibili con un bagno caldo, 30 minuti di meditazione oppure con le sempre valide tisane calmanti, come camomilla, melissa, malva e passiflora. Oltre al riposo, potrebbero verificarsi piccoli fastidi legati all’alimentazione: con lo spostamento delle lancette un’ora in avanti, infatti, si potrebbe avvertire inappetenza dato l’anticipo dei pasti. La soluzione più facile è quella di abituare il corpo lentamente, anticipando di qualche minuto – l’ideale è 15 al giorno – l’orario di ogni pasto sin dalla colazione, fino a far combaciare il bioritmo con l’ora legale. Particolare attenzione infine ai bambini, che potrebbero apparire più nervosi del solito, e anche agli animali domestici. Sia il cane che il gatto hanno bisogno di qualche giorno d’adattamento, quindi si posticipi leggermente l’orario di pappa e passeggiata al parco così da non turbare il loro orologio biologico.

mercoledì 26 marzo 2014

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avverrà solo nel caso in cui l’Europa invii segnali forti e chiari ai mercati. Lo ha dichiarato il Comitato economico e sociale europeo (EESC) in occasione delle dichiarazioni rilasciate ieri ricordando che la trasformazione dovrà includere la forte espansione della generazione di energia da fonti rinnovabili e la sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone. Tutto questo sarà possibile solo grazie al supporto di un quadro normativo e di strumenti di mercato ad hoc, incluse tasse ambientali.

Strumenti di mercato che mirano a fissare un prezzo per le attività inquinanti per l’ambiente, in conformità con il “principio chi inquina paga” rivela i veri costi di produzione e di consumo premiando l’efficiena energetica e delle risorse e i comportamenti sostenibili.

“Al momento, l’uso di strumenti basati sul mercato nell’UE non è sufficientemente consistente e coerente. Gli Stati membri dell’UE non sfruttano appieno le opportunità che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in grado di offrire in termini di innovazione e modernizzazione dell’industria europea e di aumento dell’occupazione”, afferma Martin Siecker, relatore del parere dell’EESC sul tema Market-based instruments towards a resource-efficient and low-carbon economy in the EU.

“I prezzi dell’energia sono diventati una questione delicata a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica e sono percepiti come un peso piuttosto che parte della soluzione alla crisi finanziaria. Ma questo è lontano dalla verità però: l’utilizzo di strumenti basati sul mercato per promuovere la transizione verso una efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio non solo creano un’economia più verde, ma saranno anche in grado di sostenere la ripresa economica”, ha concluso Lutz Ribbe, co-relatore del parere dell’EESC.
Oggi l’Europa importa più di 500 miliardi di euro di gas e petrolio, in parte da regioni politicamente instabili. La sostituzione di importazioni di combustibili con energia a basse emissioni di carbonio generati nell’UE aumenterebbe la capacità di ripresa dell’economia europea e contribuirebbe a mantenere in forze i mercati dell’Europa. La riforma fiscale ambientale dovrebbe diventare parte integrante e permanente del semestre europeo, centrando l’adozione di adeguati prezzi per il carbonio nell’UE, ad un livello concordato a livello globale mentre particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla promozione dell’efficienza energetica.