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venerdì 4 ottobre 2013

Fotovoltaico cinese: governo taglia IVA e arriva nuovo indice ambientale

(Fonte:GreenStyle.it-Guido Grassadonio)

 
 
 
La Cina continua a puntare sul fotovoltaico, mirando all’eccellenza su tutti i piani: ecologico, tecnico ed economico. Di questi giorni sono due notizie importanti. La prima riguarda uno sgravio fiscale importante deciso dal governo nei confronti dei produttori di celle fotovoltaiche.

Fino al 2015 la riduzione sarà del 50%, una cifra evidentemente importante, che riguarderà una tassa simile alla nostra IVA. Tutto ciò sottolinea il momento congiunturale particolare che il settore sta vivendo e si riallaccia alla tendenza cinese di competere soprattutto contraendo i prezzi. Pratiche spesso definite, senza mezzi termini, come dumping da parte della concorrenza occidentale, ma che sono sicuramente tra le cause principali del successo mondiale del solare Made in China.

La secondo notizia riguarda più da vicino le questioni ecologiche: l’Istituto nazionale di Standardizzazione con la preziosa collaborazione del WWF locale sta ultimando la definizione di un nuovo indice di Valutazione della Produzione Pulita dell’Industria Fotovoltaica. Questo sta accadendo su precisa richiesta di vari Enti politici centrali, fra cui spicca il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione che ha fatto sapere:

L’istituzione di questo sistema stabilirà un nuovo standard per la produzione pulita nel settore fotovoltaico cinese e comporterà l’attuazione di misure di sostegno dettate dal Consiglio di Stato in materia di tutela ambientale. Con il sostegno del WWF, la sua eccellente reputazione e l’esperienza nella tutela dell’ambiente, il sistema sarà più convincente e aumenterà il riconoscimento di prodotti fotovoltaici cinesi sul mercato internazionale.

Insomma, la Cina è probabilmente stanca di essere additata come Paese inquinante e irresponsabile e sta iniziando ad affrontare politicamente il problema, partendo anche da una delle sue forze: la produzione di pannelli fotovoltaici. Il WWF, allora, svolge il ruolo di “marchio” di fiducia, in nome della credibilità internazionale che detiene. È evidente, comunque, come questa operazione puzzi di green washing lontano un miglio, ma sarà il tempo a dirci se questi sospetti potranno rivelarsi in qualche modo fondati.

venerdì 28 giugno 2013

FV, Corte Giustizia Ue: "Niente partita Iva se si vende e energia"

FV, Corte Giustizia Ue: "Niente partita Iva se si vende e energia"

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Vendere anche una buona parte dell'energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico su tetto, nonostante sia remunerativo, non necessita di apertura della partita Iva per ui proprietario, ma rientra nel regime delle detrazioni fiscali

Vendere gran parte dell'energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico su tetto è sicuramente remunerativo, ma non necessita dell'apertura della partita Iva. Lo ha deciso la Corte di Giustizia Europea nel procedimento tra il Governo austriaco e un privato connazionale, che, dopo aver venduto in rete una buona parte dell'energia prodotta neò corso dell'anno dal proprio impianto domestico era stato obbligato dalle autorità ad aprire una propria partita Iva. La Corte europea ha quindi deciso che, sebbene la vendita di energia autoprodotta sia da considerarsi una forma di attività economica, non è sottoposta agli stessi obblighi di chi vende energia come business primario. e gode delle detrazioni fiscali previste dalla normativa austriaca.

lunedì 24 giugno 2013

Corte Ue: "Possibile detrarre Iva per impianti FV residenziali"

Corte Ue: "Possibile detrarre Iva per impianti FV residenziali"

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
La Corte di giustizia dell'Unione europea rileva che lo sfruttamento di un impianto fotovoltaico costituisce un’«attività economica» se avviene al fine di ricavarne introiti con carattere di stabilità


La Corte di Giustizia europea, con sentenza del 20 giugno, dichiara possibile la detrazione dell'Iva pagata durante l'installazione di un impianto fotovoltaico residenziale, se, in assenza di sistemi di stoccaggio, l'impianto stesso può essere considerato "attività remunerativa". La Corte rileva che lo sfruttamento di un impianto fotovoltaico costituisce un’attività economica se avviene al fine di ricavarne introiti aventi carattere di stabilità. "La nozione di introiti - si legge nella nota diramata dalla stessa Corte - dev’essere intesa nel senso di una remunerazione percepita come contropartita dell’attività esercitata. Ne risulta che, per considerare che lo sfruttamento di un bene avvenga al fine di ricavarne introiti, è irrilevante che tale sfruttamento sia o meno finalizzato a generare profitti". Se l’impianto installato su casa produce energia elettrica che viene immessa nella rete a fronte di una remunerazione, il proprietario sfrutta l’impianto al fine di ricavarne introiti. Inoltre, dato che le cessioni di energia elettrica in rete sono effettuate in base a un contratto a tempo indeterminato, tali introiti hanno carattere di stabilità. E’ irrilevante al riguardo che la quantità di energia elettrica prodotta dall’impianto sia sempre inferiore alla quantità di energia elettrica consumata dal gestore per le proprie esigenze domestiche.

"La Corte ricorda - continua la nota - che secondo la logica del sistema dell’Iva, il soggetto passivo può detrarre l’Iva cha ha gravato a monte sui beni o sui servizi da lui impiegati per le sue operazioni soggette ad imposta. La detrazione delle imposte a monte è connessa alla riscossione delle imposte a valle. Nella misura in cui beni o servizi sono impiegati ai fini di operazioni imponibili a valle, la detrazione dell’imposta che ha gravato su di essi a monte è necessaria per evitare una doppia imposizione. La qualità di soggetto passivo presuppone in particolare che la persona interessata eserciti un’attività economica".