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lunedì 17 dicembre 2012

Green economy, efficienza energetica e rinnovabili per uscire dalla crisi

Green economy, efficienza energetica e rinnovabili per uscire dalla crisi

(Fonte:InfoBuilEnergia.it)


ENEA e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile hanno presentato a Roma il Rapporto "Green economy per uscire dalle due crisi" realizzato a supporto degli Stati generali della Green economy, che si sono tenuti recentemente in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini.

La Green economy punta su produzioni di beni e di servizi ad elevata qualità ecologica in grado di affrontare sia la crisi economico-finanziaria, sia quella climatica-ecologica, alimentando un nuovo sviluppo. La Green Economy promuove inoltre un'idea di benessere non legata alla crescita del consumismo, ma allo sviluppo di consumi più equi, sobri e consapevoli, e sollecita un uso efficiente dell'energia e delle risorse materiali, innovazioni di prodotto e di processo, nuove competenze e professionalità, con significative possibilità di aumento dell'occupazione. Anche il nostro Paese è ormai maturo per un mercato ecosostenibile e ha bisogno di attivare un percorso di rinnovamento attuando sinergie tra il mondo industriale, quello della ricerca e dell'innovazione tecnologica.
Per favorire lo sviluppo di una Green economy, occorre realizzare un quadro normativo stabile e coerente, all'interno del quale poter contare su competenze e professionalità, e la comunità scientifica, e l'ENEA in particolare, è pronta a supportare le esigenze che provengono dalle diverse realtà produttive mettendo a disposizione le necessarie competenze tecniche nel settore dell'energia, del trasferimento tecnologico e dell'ambiente.

Nel nostro paese, accanto ad un'industria manifatturiera di grandi tradizioni ed a produzioni agroalimentari di eccellenza, possiamo oggi vantare anche una crescita nel settore delle rinnovabili, dell'uso razionale dell'energia e del riciclo, grazie alla disponibilità di elevate capacità tecnologiche e professionali di alto livello. Siamo tuttavia un Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti ad importare gran parte dell'energia consumata. Per queste ragioni diventa prioritaria una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza e del risparmio energetico. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell'industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime.

La prima parte del Rapporto fornisce un contributo di analisi e di approfondimento della Green economy, sulla base delle elaborazioni dell'UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente), dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dell'Unione Europea e della Conferenza di Rio+20. Oltre all'analisi degli strumenti economici, viene posta una particolare attenzione al ruolo che riveste il patrimonio delle risorse culturali ed ambientali in Italia alla luce della Green economy.
Nella seconda parte il Rapporto sulla Green Economy passa in rassegna sei settori ritenuti strategici per una conversione ecologica dell' economia: ecoinnovazione, efficienza e risparmio energetico, fonti rinnovabili, usi efficienti delle risorse e riciclo dei rifiuti, filiere agricole di qualità ecologica e mobilità sostenibile. L'analisi di questi settori strategici, anche sulla base di confronti internazionali, evidenzia come una svolta economica in chiave green abbia rilevanti potenzialità di sviluppo proprio in Italia.

Ecco alcune delle indicazioni settore per settore.
Efficienza energetica: consumi ridotti del 33% nell' edilizia pubblica con eco-riqualificazioni
Intervenendo con misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 edifici scolastici e 70.000 di social housing è possibile un risparmio energetico al 2020 di un Mtep pari alla riduzione del 33% dei consumi negli edifici considerati, mentre un risparmio di alri 0,33Mtep l'anno sarebbe possibile intervenendo sul 3% degli edifici di edilizia privata. Per ottenere questi risultati sarà però necessario prevedere e rivedere il sistema delle incentivazioni e delle detrazioni. Proprio le detrazioni fiscali tre il 2007-2010 hanno prodotto investimenti di 12 mld di euro e più di 40.000 posti di lavoro salvati l'anno.
Rinnovabili: spetterà alla Lombardia trainare la produzione e a Sicilia e Marche i consumi
In Italia nel 2011 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il terzo settore di approvvigionamento energetico (dopo petrolio e gas) con oltre il 13% del consumo totale lordo facendo anche registrare l'incremento maggiore tra tutte le fonti, +7%. La crescita maggiore è del fotovoltaico cresciuto di oltre cinque volte e mezzo rispetto al 2010 e con 9,3 GW installati nel 2011 ha reso l'Italia il primo mercato al mondo del fotovoltaico. L' Italia risulta anche il terzo paese dell'Ue per occupati nelle rinnovabili (dopo Germania e Francia) con 108.150 occupati. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2020 è stato anche stabilito un "burden sharing" fra le regioni italiane: la regione che dovrà generare più energia rinnovabile è la Lombardia con 2.905 ktep, seguita da Piemonte e Toscana. Se si compie un'analisi dei consumi di rinnovabili, le regioni da cui si attende il maggior consumo sono Marche e Sicilia.
Ecoinnovazione: Italia al sedicesimo posto nell' Europa a 27 e sotto la media europe, ma trend positivo per lavoratori eco industrie. A pesare sul giudizio è il grave ritardo nello sviluppo dell'ecoinnovazione che in buona parte viene importata. Positive invece le certificazioni di sistemi di gestione ambientale, la produttività energetica, l'intensità delle emissioni di gas serra, lo sviluppo del lavoro nelle eco-industrie e la formzione.
Risorse e rifiuti. La produzione di rifiuti urbani in Italia cresce più del PIL e dei consumi. Il metodo di smaltimento preferito è la discarica circa il 49%. L' Italia ha un recupero di materiali del solo 33% , dato questo che indica che c'è un grande spazio per la green economy.
Filiere agricole di qualità: L' agricoltura biologica interessa più di un milione e 100 mila ettari e conta 48.509 aziende, il più alto numero di aziende biologiche in Europa. L' agricoltura italiana ha anche ridotto il consumo di fertilizzanti chimici e fitofarmaci diminuendo così la pressione sulla qualità dell' acqua.
Mobilità sostenibile: le città laboratorio di green transport. Dal punto di vista tecnologico auto ibrida, auto elettrica, biocarburanti, eco-driving, sistemi di gestione del traffico ecc potrebbero portare ad una riduzione delle emissioni di gas serra fino a 75 MT al 2030. Per il trasporto pubblico, la Cenerentola italiana, ci sono buone notizie al 2020 sono stati finanziati 105 nuovi Km di metropolitane e 50 di tramvie.

giovedì 20 settembre 2012

La Sicilia termodinamica.

L’era del solare termodinamico inizia dalla Sicilia

 
(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
Entro il 2015 sarà terminato in Sicilia, in provincia di Catania, il primo impianto di solare termodinamico puro in Italia. A differenza dell’ormai famoso impianto Archimede di Priolo Gargallo, nel siracusano, quello di Catania sarà un parco solare termodinamico senza alcun collegamento con una centrale termoelettrica a gas.

L’annuncio dell’avvio della costruzione del nuovo impianto è stato dato l’altro ieri a Palermo, nel corso di un convegno sull’energia distribuita e il termodinamico organizzato da Anest (l’Associazione italiana energia solare termodinamica) e dal Fred (il Forum regionale per l’energia distribuita).

Si tratta di un impianto Enel Green Power da 100 MW termici e 30 elettrici: il sole, concentrato dagli specchi parabolici su un tubo contenente sali fusi, riscalda il liquido vettore fino a 550 gradi centigradi. Questo calore serve a generare vapore che poi viene sfruttato per produrre energia elettrica con una normale turbina. Stiamo parlando, in pratica, dell’altro lato della medaglia solare: il primo lato, quello fino a oggi più sfruttato e conosciuto, è il fotovoltaico e il secondo è il termodinamico.

Con 100 MW termici e 30 elettrici, se la matematica non mente, l’efficienza di questa tecnologia è nettamente superiore a quella del fotovoltaico. Altra buona notizia: mentre il fotovoltaico è in grado di produrre energia per circa 1.500-1.800 ore l’anno, il termodinamico può arrivare fino a 3.800-4.000 ore grazie al serbatoio che accumula il calore e permette la produzione elettrica anche dopo il tramonto.

Infine, mentre il fotovoltaico ha una filiera quasi interamente straniera (con la nota disputa antidumping tra Ue e Cina), il termodinamico è praticamente 100% italiano. Per quale motivo, allora, questa tecnologia non ha ancora avuto uno sviluppo neanche paragonabile a quello del fotovoltaico?

Il motivo principale è che fino a poco tempo fa sono mancati gli incentivi. Con il nuovo Decreto Rinnovabili elettriche, criticato da più parti per aver stroncato e burocratizzato il supporto statale alla maggior parte delle fonti pulite, è stata introdotta una ricca tariffa per il termodinamico: 32 centesimi al kWh, più o meno come il vecchio terzo conto energia per il fotovoltaico, per gli impianti di grandi dimensioni.

Un altro motivo è che il termodinamico ha bisogno di molto sole e non è adatto alle regioni del nord Italia. L’ideale è il nord Africa, tanto che è proprio il termodinamico la tecnologia alla base del progetto Desertec, ma anche la Sicilia e il sud della Sardegna possono dare buoni frutti.

Ieri, durante la seconda giornata del convegno palermitano di Fred e Anest, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini (presente per una decina di minuti in videoconferenza) ha parlato apertamente di “dorsale del solare termodinamico” tra Sicilia e Africa. Di sicuro adesso ci sono i presupposti per lo sviluppo di questa tecnologia, vedremo se e come si svilupperà nei prossimi anni e se, soprattutto, riceverà lo stesso trattamento del fotovoltaico: prima elogiato e riccamente pagato con gli incentivi e poi, dalla notte al giorno, dimenticato e maltrattato dal Governo di turno. Se così fosse sarebbe l’ennesima occasione sprecata per l’Italia.