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venerdì 20 settembre 2013

Rinnovabili più convenienti del carbone negli USA

(Fonte:GreenStyle.it-Marco Mancini)
 
 
 
Le energie rinnovabili sono più economiche del carbone e delle altre fonti fossili, se si prendono in considerazione tutti i costi e non solo quelli più visibili. Anche se produrre un watt da una turbina o da un pannello costa attualmente di più rispetto ai metodi tradizionali, tenendo conto dell’impatto sulla salute e sul clima, alla fine dei conti le fonti rinnovabili risultano meno dispendiose per il bilancio pubblico.

Questo semplice calcolo, troppo spesso sottovalutato, è stato effettuato dal Dott. Laurie Johnson, impegnato nel programma Clean Air presso il Natural Resources Defense Council degli Stati Uniti. L’analisi tiene conto anche dei costi nascosti delle fonti fossili, oneri che pesano sulla spesa pubblica. Più precisamente sono i costi sanitari e ambientali, legati alla combustione dei fossili, a essere azzerati quando si passa alle rinnovabili.

Bruciare il carbone è un modo molto costoso per produrre elettricità. Ci sono modi più efficienti e sostenibili per ottenere energia.


spiega il dott. Johnson, che ha condotto la ricerca insieme ai colleghi della Judge Business School, University of Cambridge e NRDC’s Center for Market Innovation. Mentre un’azienda privata sostiene dei costi per produrre energia dalle diverse fonti, lo Stato ne affronta altri che riguardano le conseguenze di questa produzione. Basti pensare alle spese per curare il cancro causato dalle emissioni delle centrali a carbone, o quelli per rimborsare gli agricoltori a fronte di una forte perdita di raccolto causata dalla siccità collegata al riscaldamento globale. Solo nel 2012 i danni da mutamenti climatici negli USA sono stati stimati in 140 miliardi di dollari.

Troppo spesso, quando uno Stato decide di istituire dei sussidi per la produzione energetica, non tiene conto di questi fattori. Ma analizzando questi costi si scopre che, sulla bilancia economica, il carbone, il petrolio e persino il gas pesano molto di più del sole o del vento. Il dibattito è molto acceso negli Stati Uniti dove il presidente Obama vuol porre dei limiti alla capacità di inquinamento delle centrali elettriche. Questa scelta è stata criticata dai suoi oppositori perché farebbe aumentare i costi. In realtà, considerando questo nuovo punto di vista, li ridurrebbe.

venerdì 21 giugno 2013

Angela Merkel promette tagli agli incentivi se rieletta

Angela Merkel promette tagli agli incentivi se rieletta

 (Fonte:Zeroemission.it)
 
 
 
 
Il cancelliere tedesco promette una riduzione dei 24 miliardi di incentivi alle fonti rinnovabili, soprattutto per il fotovoltaico, in quanto "maturo per affrontare le sfide del mercato energetico"
 
Angela Merkel si impegna a frenare il generoso sostegno alle energie rinnovabili se rieletta alle prossime elezioni di settembre. La politica tedesca degli ultimi anni, volta a ridurre il peso dei carburanti fossili e ad aumentare quello delle fonti rinnovabili, ha portato a un vero e proprio boom dell'energia pulita, con conseguenze e ricadute positive per tutto il Paese. Tuttavia, come accade in Italia, molti cittadini tedeschi, a seguito, spesso di scarsa informazione se non addirittura di vera e propria "disinformazione" pensano che gli alti costi della bolletta energetica siano da attribuire principalmente a questi incentivi. Per questo, Angela Merkel, nelle operazioni di propaganda legate allasua ricandidatura a Cancelliere, si è impegnata a ridimensionare i 24 miliardi dollari stanziati ogni anno per i sussidi alle rinnovabili, in quanto convinta che il settore sia ormai abbastanza maturo per sopportare il costo degli aggiornamenti di rete.

Sotto le politiche energetiche di supporto alle rinnovabili, l'energia solare fotovoltaica ha registrato molti record di generazione, il più recente, il 6 giugno, quando il FV da solo ha coperto il 39% di tutta la domanda di energia elettrica della Germania, raggiungendo 23,4 GWh, superando il precedente record di 22,68 GW nel mese di aprile 2013. Inoltre, la quota delle fonti energetiche rinnovabili nella produzione di energia elettrica in Germania è cresciuta notevolmente nel corso degli ultimi anni. Secondo i dati diffusi da Eurostat, l'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili in Germania è staa di oltre il 20% di quella consumata nel 2011.

martedì 18 giugno 2013

Auto elettriche, gli obiettivi della Germania

Auto elettriche, gli obiettivi della Germania

(Fonte:TuttoGreen.it)




La Germania punta tutto sulla mobilità sostenibile: il Governo si pone un obiettivo non da poco entro il 2020. Per tale data, infatti, Angela Merkel ha dichiarato di puntare alla presenza di un milione di veicoli elettrici nel Paese.

Un progetto ambizioso, che necessiterà di incentivi e interventi volti a favorire una simile diffusione: se è vero che le auto elettriche stanno prendendo piede nel mercato globale, è vero anche che in Germania non stanno al momento riscuotendo lo sperato successo, con la presenza di soli 7.000 veicoli.

Per raggiungere un risultato del genere e trasformare le auto elettriche in uno dei principali mezzi della mobilità urbana ed extraurbana, è necessario l’intervento dello Stato: in questo senso il cancelliere tedesco ha le idee chiare e ha sottolineato i primi passi già compiuti in questa direzione nel corso della Conferenza Internazionale sull’Eletromobilità recentemente svoltasi a Berlino.

Il Governo tedesco ha investito finora 1,5 miliardi di euro per finanziare la ricerca nel campo della mobilità elettrica, introducendo incentivi come l’esenzione dal bollo di circolazione per i primi 10 anni su ogni veicolo elettrico.

La direzione intrapresa dalla Germania si inserisce in un più ampio e coerente quadro di svolta, nel quale la direzione sembra essere quella del progressivo abbandono delle fonti energetiche fossili in favore di quelle rinnovabili. Tuttavia, per quanto riguarda i veicoli elettrici, attualmente tra le forme di incentivo continua ad essere esente la più diffusa soluzione adottata anche da Francia, Cina e Stati Uniti, ovvero l‘erogazione di un incentivo diretto all’acquisto delle auto elettriche.

Secondo la Merkel, la strada da perseguire è invece la ricerca compiuta dalle case automobilistiche, per poter elaborare dei veicoli che effettivamente rispondano alle esigenze dei tedeschi, venendo incontro alle loro abitudini: “Non si può procedere – ha specificato la Merkel – danneggiando l’industria automobilistica tedesca, svantaggiata dalla produzione di modelli di cilindrata mediamente maggiore“.

mercoledì 12 giugno 2013

Merkel pronta a ridurre gli incentivi alle rinnovabili tedesche

Merkel pronta a ridurre gli incentivi alle rinnovabili tedesche

(Fonte:Rinnovabili.it)
 
 
La promessa della cancelliera tedesca in vista delle elezioni di settembre: “Occuparsi delle rinnovabili è la riforma più urgente da intraprendere in tema energetico”
La Germania ridurrà gli incentivi statali concessi alle energie rinnovabili in maniera tale da tenere sotto controllo l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e da potersi permettere l’ammodernamento della rete di distribuzione. Questa, in sintesi quanto promesso oggi dalla cancelliera Angela Merkel dal palco della conferenza del gruppo industriale BDEW.
In vista delle prossime elezioni il cancelliere tedesco ha presentato le sue priorità per la politica energetica nazionale a partire da quello che lei stessa definisce come il ridimensionamento necessario del sistema di sussidi governativi.

“Occuparsi dell’energia rinnovabile è la riforma più urgente da intraprendere in tema energetico, a mio avviso”, ha spiegato il numero uno della Germania. “Tutto il sistema deve essere sempre più integrato, dobbiamo raggiungere l’armonizzazione dello sviluppo delle eco-energie attraverso lo sviluppo dell’infrastruttura elettrica”. Una mossa impegnativa quella annunciata dalla Merkel qualora ottenesse il terzo mandato, soprattutto dopo l’annuncio di Berlino del piano per uscire dal nucleare.

A evidenziare la necessità di rivedere le tariffe green sono i prezzi dell’energia teutonica, destinati a divenire sempre più un tema caldo delle elezioni. “Se il supplemento alle rinnovabili dovesse continuare a salire come ha fatto negli ultimi anni, avremo un problema in termini di fornitura energetica”, ha affermato il cancelliere dopo aver indicato alcuni settori in cui dovranno essere raggiunti nuovi ed importanti progressi da parte del Governo a partire dal recupero del ritardo nel processo di ammodernamento ed ampliamento della rete elettrica nazionale. Inoltre, con o senza generosi incentivi di sostegno, le regioni del Nord del Paese - spiega Merkel – dovrebbero incrementare la capacità dell’energia eolica vista la loro particolare vocazione garantendo ala tempo stesso l’offerta al Sud del paese.

martedì 16 aprile 2013

Fotovoltaico: incentivi batterie in Germania, banche tedesche pronte

Fotovoltaico: incentivi batterie in Germania, banche tedesche pronte

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
 
Sugli incentivi alle batterie domestiche per accumulare l’energia fotovoltaica la banca statale tedesca KfW è pronta, il Governo di Berlino no. La situazione, quasi paradossale, si è venuta a creare dopo che il ministro dell’Ambiente Peter Altmaier ha annunciato l’arrivo degli incentivi agli accumuli per 50 milioni di euro.

L’idea di Altmaier era quella di erogare finanziamenti agevolati garantiti dalla banca KfW. Banca che, a sua volta, sarebbe stata garantita dalla copertura economica procurata dal Governo Merkel attingendo dagli introiti della vendita dei crediti di carbonio, cioè dalla tassazione sulle emissioni di CO2. Il problema, serio, è che il prezzo dei crediti di carbonio è crollato dai 30 euro a tonnellata del 2008 ai 4-5 euro di oggi, mettendo in forte dubbio la copertura degli incentivi.

Wolfram Schweickhardt, portavoce di KfW, afferma che in teoria non ci sarebbe alcuna ragione che vieterebbe alla sua banca di iniziare a erogare gli incentivi già il 1 maggio di quest’anno. Cioè tra un paio di settimane.

Ma il problema della copertura statale del prestito resta, tanto che ad oggi KfW non ha ancora ricevuto il via libera definitivo dal Governo. Lo stesso Altmaier non risponde a domande sugli incentivi alle batterie, anche perché metà della soluzione non dipende da lui ma dal collega alle Finanze Wolfgang Schäuble.

Se gli incentivi alle batterie dovessero realmente arrivare, a maggio o successivamente, la Germania farebbe un ulteriore passo avanti nella sua Energiewende. La rivoluzione energetica che la porterà ad abbandonare definitivamente il nucleare e a ridurre di molto lo sfruttamento delle fonti fossili di energia.

I finanziamenti agevolati, infatti, non sarebbero dedicati ai grandi impianti fotovoltaici o eolici (come gli esperimenti italiani di Terna, per capirci), ma ai titolari di impianti domestici di pochi KW.

lunedì 25 marzo 2013

Investire in rinnovabili, le assicurazioni tedesche chiedono certezza

Investire in rinnovabili, le assicurazioni tedesche chiedono certezza

(Fonte:QualEnergia.it)
 
 
 
Per investire nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture le società di assicurazione tedesche chiedono da subito al governo, attraverso il proprio organismo rappresentativo, GDV (circa 470 società membri), maggiori certezze normative. Secondo il direttore della GDV l’attività assicurativa a lungo termine si adatterebbe molto bene con investimenti in progetti di carattere ecologico, ma per investire di più e meglio nel settore serve maggiore stabilità normativa. Insomma, se questo è il problema in Germania, figuriamoci cosa si potrebbe affermare per l’Italia!

I rendimenti sui titoli tedeschi sui quali le società di assicurazione investono sono, come sappiamo, molto bassi e ciò spingerebbe a guardare investimenti alternativi in grado di fornire più elevati profitti. In effetti impiegare i propri capitali in impianti eolici o fotovoltaici, così come in altri investimenti energetici e nelle infrastrutture elettriche, oltre a dare un reddito stabile e più elevato, si incastra bene con gli impegni delle politiche energetiche e dello stesso business delle assicurazione che è di lungo termine. La più grande compagnia assicurativa europea, Allianz, ha impiegato finora circa 1 miliardo e mezzo di euro in parchi solari ed eolici, mentre la compagnia di riassicurazione Munich Re ha stanziato 2,5 miliardi di euro in progetti green fino al 2016.

Il comparto assicurativo chiede pertanto di mettere a punto la normativa di settore per spingere questi investimenti, evitando inoltre di intaccare il bilancio pubblico. La richiesta più impellente al governo è di pianificare con certezza gli impegni nel settore delle rinnovabili e di non procedere mai con atti retroattivi ai regolamenti già in vigore, un vero danno per tutti gli investitori.

Dopo l’annuncio della cancelliera Angela Merkel e del ministro dell’ambiente, Peter Altmaier, di voler frenare i prezzi dell’energia, che secondo il governo sono alti a causa della rapida crescita delle rinnovabili, l’associazione delle compagnie assicurative ha proposto ai regolatori europei del settore assicurativo addirittura di trattare l’energia e le infrastrutture di settore in una specifica classe di investimenti in capitali ad elevato rischio, secondo determinate regole che saranno fissate tra il 2016 e il 2017 (Solvency II).

Norme europee che separano gli investimenti nella produzione di energia e dei trasporti potrebbero facilitare il ruolo delle assicurazioni, senza compromettere l'obiettivo di mantenere la concorrenza nel mercato dell'energia, ha spiegato il GDV. Nel periodo preparatorio a Solvency II, gli assicuratori hanno tuttavia aumentato le loro capacità di gestione del rischio a tal punto che le norme che limitano gli investimenti in fondi per le infrastrutture potrebbero essere attenuate anche senza comprometterne la sicurezza. Questo – secondo l’organizzazione delle compagnie assicurative tedesche - aprirebbe nuove prospettive per gli investimenti da parte degli assicuratori di piccole e medie imprese.

La questione di gestire strumenti assicurativi capaci di tutelare gli investitori dai rischi dell'instabilità normativa e di favorire gli investimenti in rinnovabili non è nuova. Tre studi sono stati pubblicati di recente da Climate Policy Initiative (CPI) spiegano come vi siano già, sebbene ancora in fase di sviluppo, diversi progetti pilota per assicurazioni di “first loss protection”, che tutelano l'investitore da un determinato livello di perdita finanziaria. Queste clausole (all’inizio non sempre economiche), farebbero aumentare gli investimenti in rinnovabili, diminuendo il costo dei capitali nell'intero ciclo di vita del progetto. Se questi strumenti prendessero piede, si spiega, questo di rifletterebbe positivamente anche sui giudizi delle compagnie di rating, che ne terrebbero conto.

Tutti questi approcci dimostrano quanto stia diventando importante il ruolo delle assicurazioni nello sviluppo delle rinnovabili al fine di garantire una minore aleatorietà nei flussi di cassa non solo a causa della loro non programmabilità, ormai sempre più controllabile, ma soprattutto per i repentini e inaspettati cambi nelle politiche.

sabato 23 marzo 2013

Incentivi fotovoltaico Germania, niente tagli retroattivi

Incentivi fotovoltaico Germania, niente tagli retroattivi

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)
 
 
 
 
Nessun taglio agli incentivi già in essere per gli impianti fotovoltaici tedeschi, parola della cancelliera Angela Merkel. Il piano di riduzione dei costi dell’energia elettrica in Germania, su cui sta spingendo molto il ministro dell’Ambiente Peter Altmaier senza grossi risultati, continua a restare senza reali conseguenze.

L’ennesimo “energy summit” tra gli Stati federali e quello centrale ha portato a un nulla di fatto. O meglio: alla conferma che gli incentivi al fotovoltaico per ora non si toccano. Ha detto la Merkel:

Non ci saranno tagli nella nuova legge sugli incentivi per gli impianti già installati.

Pochissime parole, ma sufficienti a scongiurare il panico tra gli operatori, già non molto contenti per il piano Altmaier. Thorsten Albig, presidente dello Stato di Schleswig-Holstein, ha gradito molto le parole della Cancelliera, aggiungendo che non sono gli incentivi al sole e al vento a far salire la bolletta ma è l’intero sistema elettrico ad essere sbagliato.
Tutti quanti, nel frattempo, continuano a scommettere se la nuova legge sugli incentivi entrerà in vigore entro agosto, come vorrebbe Altmaier, o solo dopo le elezioni di fine settembre. Di sicuro ci sarà almeno un altro energy summit tra Governo centrale e Governi statali prima di entrambe le date: a maggio.

Secondo la Merkel questo periodo dovrebbe essere utilizzato per valutare bene il peso sulle bollette elettriche dei tedeschi sia degli incentivi alle rinnovabili che gli sconti fatti ai grandi clienti industriali energivori.

Tra le rinnovabili ad essere sotto osservazione sarà però più l’eolico che il fotovoltaico. Quest’ultima fonte, infatti, ha già visto scendere negli ultimi mesi gli incentivi e dovrebbe essere risparmiata dai futuri tagli.

lunedì 11 marzo 2013

Incentivi rinnovabili, in Germania la Merkel cerca il consenso

Incentivi rinnovabili, in Germania la Merkel cerca il consenso

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)



Tra dieci giorni, il 21 marzo, il comitato governativo tedesco incaricato di redigere la proposta di riforma degli incentivi statali al fotovoltaico presenterà alla cancelliera Angela Merkel la bozza di riforma delle tariffe per il solare. Il ministro dell’Ambiente Peter Altmaier, recentemente sconfitto nel suo tentativo di tagliare i sussidi dall’alto e senza la partecipazione delle associazioni di categoria, ora si mostra conciliante e aperto alla discussione.

Un primo summit governativo sull’energia, in realtà, c’è stato già il 7 marzo. La Merkel e i suoi ministri hanno parlato della cosiddetta “Energiewende”, la rivoluzione energetica verso le rinnovabili che dovrebbe accompagnare la graduale uscita della Germania dal nucleare. L’obiettivo è quello di realizzare la rivoluzione senza far crescere il costo dell’energia elettrica per aziende e consumatori.

Da questo punto di vista, però, in Germania c’è una grossa novità: il giorno prima della discussione dell’Energiewende, il 6 marzo, l’Alta Corte di Düsseldorf ha stabilito che lo sconto in bolletta ai grandi clienti industriali energivori è illegittimo. In Germania, più o meno come succede in Italia con la cosiddetta legge “Salva Alcoa”, i grandi consumatori di elettricità hanno uno sconto sul prezzo che, nel caso tedesco, consiste nel non pagare gli oneri di rete sui kWh consumati.

Si parla di circa 300 milioni di euro non incassati dallo Stato, che fanno crescere la bolletta media tedesca visto che in Germania il 20% del costo dell’elettricità è destinato proprio a ripagare gli oneri di rete. A fronte della decisione dei giudici, quindi, le grandi aziende pagheranno certamente di più e i piccoli consumatori forse di meno. Quei trecento milioni potrebbero però anche essere aggiunti al monte degli incentivi alle rinnovabili, fotovoltaico incluso.

Altmaier, a questo punto, si trova nelle mani una questione tanto scottante quanto difficile da risolvere. È il classico cerchio da far quadrare a tutti i costi: ridurre le bollette, tentare di non far fuggire dalla Germania le grandi industrie energivore, accontentare le associazioni del fotovoltaico e delle altre rinnovabili non tagliando troppo gli incentivi. Tutto questo con le elezioni di settembre ormai alle porte.

Il ministro dell’Ambiente afferma ora che c’è un grande consenso tra i membri del Governo e le associazioni sulla necessità di rimodulare le tariffe incentivanti. Ma non comunica né i dettagli né i tempi. La Merkel, da parte sua, afferma che i tempi per la transizione energetica devono essere brevi e che ci sarà dialogo tra ministri e portatori di interessi.

Aggiunge però anche che in futuro ci dovrà essere un incontro annuale alla Cancelleria per tracciare i risultati delle politiche intraprese in fatto di energia e un incontro ogni due anni per coordinare le politiche del Governo centrale con quelle dei Governi dei singoli Stati della federazione. La situazione, quindi, al momento è ancora fluida ed è sempre più probabile che prima delle elezioni politiche di settembre ci sarà solo un compromesso minimo e sarà il prossimo Governo a fare la vera riforma.