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mercoledì 2 ottobre 2013

Google acquista parco eolico da 240 MW in Texas

Google acquista parco eolico da 240 MW in Texas

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Google ha acquistato l'impianto eolico di Happy Hereford da 240 MW in Texas, portando la propria capacità eolica installata a 570 MW, sufficiente a dare energia a circa 170.000 famiglie americane. "Come parte del nostro piano per alimentare le nostre attività al 100% con energia rinnovabile, abbiamo deciso di acquistare l'Happy Hereford Wind Farm ad Amarillo - si legge nel blog di Google.
L'impianto, che essere allacciato alla rete a fine 2014, fornirà energia alla Power Pool Southwest (SPP), la rete regionale che serve il centro dati di Google a Mayes County, Oklahoma. Sarà sviluppato da Chermac Energy, una piccola azienda americana con sede in Oklahoma. All'inizio di quest'anno, Google ha acquisito la Spinning Spur Wind project a Oldham County, a circa 35 miglia da Amarillo, per circa 200 milioni di sollari. I termini dell'acquisto dell'Happy Hereford Wind park non sono ancora stati diramati, ma la società ha riferito di aver chiuso il 2012 con oltre 1 miliardi di euro investiti in fonti rinnovabili.

Secondo Matt Pfile, Senior Manager Data Center per Google, "Questo accordo rappresenta ancora il nostro impegno a lungo termine per le rinnovabili. Ora abbiamo contratti per più di 570 MW di energia eolica, che è energia sufficiente ad alimentare circa 170.000 famiglie statunitensi. La struttura del nuovo accordo per l'Happy Hereford Power Purchase (PPA) sarà simile a quello dei precedenti impegni che Google ha siglato in Iowa e Oklahoma. Infatti , a causa della struttura attuale del mercato, Google non può consumare l' energia rinnovabile prodotta dal parco eolico direttamente per i propri data center , ma l'impatto sulla nostra impronta globale di carbonio e la quantità di energia rinnovabile in rete è assolutamente sostenibile".

giovedì 4 luglio 2013

Google: nuovo quartier generale sostenibile a Londra dal 2016

(Fonte:GreenStyle.it-Giuseppe Cutrone)
 
 
 
 
È King’s Cross la zona di Londra scelta da Google per la realizzazione del suo nuovo quartier generale che si annuncia come una delle costruzioni più avveniristiche ed efficienti realizzate nella capitale inglese negli ultimi anni.

L’edificio si basa sul concetto di design sostenibile e punta a offrire ai dipendenti Google un ambiente di alta qualità, capace di accentrare i requisiti di dinamismo e flessibilità, oltre a voler ridurre al minimo l’impatto ambientale, sia durante le fasi di costruzione che durante l’utilizzo una volta che sarà stato messo a disposizione del gruppo americano.

Il nuovo quartier generale britannico di Google sarà un edificio con un altezza minima di sette piani da un lato, ma il progetto prevede di arrivare fino a undici piani complessivi nella parte esposta a Nord, sul Regents Canal. La struttura è studiata per offrire ampi spazi e un’abbondante quantità di luce, con tanto di giardino pensile, percorsi per ciclisti utili a collegare le diverse aree, un campus interno e servizi accessori che si affiancheranno agli uffici veri e propri.

Alla base della costruzione ci sarà spazio per una vasta gamma di negozi, compresi ristoranti e bar, mentre tra i materiali impiegati ci saranno pannelli di legno e componenti in acciaio. Google stima di contenere del 40% le emissioni di CO2 grazie alla nuova struttura le cui dimensioni totali arrivano a 92.900 metri quadrati, di cui oltre 67.350 destinati alle attività del popolare motore di ricerca americano.

I lavori di costruzione dovrebbero essere avviati all’inizio del prossimo anno, con la consegna prevista verso la fine del 2016 o, al massimo, nei primi mesi dell’anno seguente.

venerdì 31 maggio 2013

Se nel mega fotovoltaico sudafricano c’è lo zampino di Google

Se nel mega fotovoltaico sudafricano c’è lo zampino di Google

(Fonte:Rinnovabili.it)

 
 
 
 
Sborsata da Big G e SolarReserve l’ultima tranche dei 260 milioni di dollari per finanziare Jasper Power Project, il progetto solare di Kimberly
 
 Percorso finanziario concluso per il mega progetto fotovoltaico del Sud Africa, l’impianto solare da 96 MW che sorgerà nei pressi di Kymberly, nella Provincia del Capo Settentrionale. Google e SolarReserve hanno annunciato oggi il completamento dei 260 milioni di dollari di finanziamento per quello che a regime sarà uno dei più imponenti progetti del Paese.

Una volta completato, infatti, il Jasper Solar Energy Project coprirà ben 450 ettari di terra con oltre 325.000 moduli fotovoltaici riuscendo così a produrre un quantitativo di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico 30.000 famiglie.

L’impianto è stato selezionato insieme ad altri, a maggio 2012, nel South Africa Renewable Energy Independent Power Producer Procurement Programme (REIPPPP) la strategia governativa che mira a collegare alla rete nazionale 3.2 GW di energia rinnovabili entro il 2020. Kevin Smith, amministratore delegato di SolarReserve, società con sede a Santa Monica, in California, ha commentato alla stampa la notizia spiegando come la decisione del Governo sudafricano di puntare è stato un fattore primario nulle fonti energetiche pulite abbia rappresentato un forte stimolo per la propria azienda nella decisione se investire o meno nel Paese.

Nel progetto Big G ha investito ha investito una quota di 12 milioni di dollari, secondo investimento della società al di fuori degli Stati Uniti, e primo in assoluto in Africa. “Pensiamo che sia molto importante avere Google in questo progetto”, ha aggiunto Smith. ”Ciò dimostra che si tratta di un progetto solido e capace di attirare gli investitori di alto calibro e manda un messaggio chiaro al governo del Sud Africa”. Oltre a GoogleSolarReserve, fanno parte del progetto Intikon Energy e Kensani Group, sostenuti anche da istituti finanziari del calibro di Rand Merchant Bank, Public Investment Corporation, Development Bank of South Africa.

venerdì 24 maggio 2013

Google vuole sfruttare i venti d’alta quota

Google vuole sfruttare i venti d’alta quota

(Fonte:Rinnovabili.it)

Per produrre energia dai venti d’alta quota il progetto di Google punta ad un velivolo dotato di turbine

 
Google è sempre alla ricerca di nuove soluzioni energetiche e al momento sta sperimentando soluzioni per diminuire il proprio impatto ambientale e favorire la diffusione degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Stavolta la compagnia ha deciso di sviluppare dei dispositivi in grado di volare e catturare l’energia eolica d’alta quota per trasformarla in elettricità.

Il gigante di Mountain View ha infatti confermato che sta per divenire definitiva l’acquisizione della Makani Power, una società statunitense che si occupa dello sviluppo di dispositivi per lo sfruttamento dell’energia eolica d’alta quota. La società al momento sta testando un nuovo prodotto, un velivolo equipaggiato con turbine in grado di volare tra i 250 e i 600 metri di quota dove i venti sono generalmente più intensi con la prospettiva di produrre un dispositivo commercializzabile per la produzione di energia a basso costo. “Questo formalizza un’intesa lunga e produttiva tra le due aziende e l’intesa fornirà a Makani le risorse necessarie per accelerare il nostro lavoro e rendere il costo dell’energia eolica competitiva con i combustibili fossili” Makani detto in una dichiarazione sul suo sito web. “Siamo ansiosi di lavorare con i nostri nuovi colleghi di Google X per fare del vento una realtà economica.”

venerdì 26 aprile 2013

Tecnologia pulita: Google la più verde secondo Greenpeace

Tecnologia pulita: Google la più verde secondo Greenpeace

(Fonte:GreenStyle.it-Claudio Schirru)

 
 
Salvare la Terra grazie alle iniziative verdi delle società tecnologiche. Greenpeace ne è più che mai convinta e lo dimostra diffondendo l’ultimo rapporto del “Cool IT Challenge”. La sfida green delle aziende impegnate nel settore “Information Technology” è giunta alla sua sesta classifica, stilata in base alle 21 aziende maggiori dell’area tecnologica mondiale.

Le aziende sono state valutate da Greenpeace sulla base delle promesse mantenute, non soltanto per le intenzioni dichiarate. Questo spiega il motivo dell’ottimo primo posto di Google così come giustifica l’assenza di un gigante mondiale come Facebook: entrambe le multinazionali hanno assicurato nelle scorse settimane piani “verdi” per aumentare il loro impegno verso il clima, ma al momento della compilazione della classifica solo la prima ha davvero avviato significative politiche per arginare i cambiamenti climatici.

Primo piazzamento come detto per Google, con la Cisco che si posiziona subito dopo ed Ericsson che completa il podio. Subito dietro si trova Fujitsu (4°) mentre un terzetto occupata il quinto posto: Sprint, Wipro e HP. A completare la lista delle migliori dieci troviamo a pari merito Alcatel-Lucents e Vodafone seguite da Softbank.

Sviluppo verde delle società IT rallentato secondo Greenpeace dai monopoli energetici che da anni dominano alcuni importanti Paesi come gli USA (Duke Energy) e il Giappone (TEPCO). Buone notizie però arriverebbero anche su questo fronte, con Google che avrebbe convinto il monopolista statunitense a compiere un primo passo verso il rinnovamento (per ora limitato all’incremento di energia da fonti rinnovabili nel North Carolina). A sostenere la società del famoso motore di ricerca potrebbero essere presto anche altre società incluse nella classifica, tra queste AT&T, Cisco, IBM e Wipro, tutte attive in quello Stato.

Queste società potrebbero nei prossimi mesi anche scendere in campo contro il tentativo di rilanciare negli USA le politiche a sostegno dei combustibili fossili, di cui l’American Legislative Council Exchange (ALEC) rappresenta la minaccia maggiore. L’impegno dovrà però essere immediato, ricorda Greenpeace, o rischia di arrivare troppo tardi.