Fotovoltaico cinese, l’INTA chiede misure anti dumping urgenti
La Commissione per il commercio
internazionale (INTA) del Parlamento europeo ha criticato la lentezza della
Commissione europea nella scelta di misure per contrastare la concorrenza
sleale dei produttori cinesi di pannelli fotovoltaici e altre componenti per
l’energia solare.
Secondo l’INTA, infatti, la crisi del fotovoltaico che ha investito il mercato europeo e il conseguente clima negativo che si respira da diversi mesi richiedono un intervento urgente da parte delle istituzioni comunitarie, che qualche tempo fa hanno annunciato l’avvio di una indagine ufficiale sulle presunte scorrettezze del governo cinese.
In realtà, la situazione si presenta quanto mai complessa e di difficile gestione: se da un lato la Commissione per il commercio internazionale preme perché le iniziative anti dumping vengano prese al più presto, un recente sondaggio condotto da Research EuPD ha rivelato che la maggioranza degli addetti europei del fotovoltaico non condividerebbe l’introduzione di dazi doganali o altre misure compensative.
Quanto alla Cina, le autorità di Pechino non sembrano intenzionate a stare a guardare. In risposta all’indagine avviata dall’Ue, infatti, il ministero cinese del Commercio ha già annunciato imminenti contromisure, sostenendo che siano in realtà gli Stati membri a sovvenzionare illegalmente i propri produttori di fotovoltaico.
Secondo l’INTA, infatti, la crisi del fotovoltaico che ha investito il mercato europeo e il conseguente clima negativo che si respira da diversi mesi richiedono un intervento urgente da parte delle istituzioni comunitarie, che qualche tempo fa hanno annunciato l’avvio di una indagine ufficiale sulle presunte scorrettezze del governo cinese.
In realtà, la situazione si presenta quanto mai complessa e di difficile gestione: se da un lato la Commissione per il commercio internazionale preme perché le iniziative anti dumping vengano prese al più presto, un recente sondaggio condotto da Research EuPD ha rivelato che la maggioranza degli addetti europei del fotovoltaico non condividerebbe l’introduzione di dazi doganali o altre misure compensative.
Quanto alla Cina, le autorità di Pechino non sembrano intenzionate a stare a guardare. In risposta all’indagine avviata dall’Ue, infatti, il ministero cinese del Commercio ha già annunciato imminenti contromisure, sostenendo che siano in realtà gli Stati membri a sovvenzionare illegalmente i propri produttori di fotovoltaico.
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