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martedì 12 marzo 2013

Associazioni ambientaliste: "Su Sen un colpo di mano"

Associazioni ambientaliste: "Su Sen un colpo di mano"

 (Fonte:ZeroEmission.it)




Questa l'accusa che Greenpeace, Legambiente e Wwf lanciano oggi, dopo le dichiarazioni del ministro Clini durante la presentazione del rapporto ambientale dell'Ocse sull'Italia.

"Una sorta di 'colpo di mano' sarebbe in atto da parte di un governo dimissionario, con il varo della Strategia energetica nazionale che tutela, in larga parte, le fonti fossili". Questa l'accusa che Greenpeace, Legambiente e Wwf lanciano oggi, dopo le dichiarazioni del ministro Clini durante la presentazione del rapporto ambientale dell'Ocse sull'Italia. Il ministro dell'Ambiente, infatti, ha detto di aver firmato, insieme al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, un decreto interministeriale col quale si approva la Strategia energetica nazionale. Secondo le associazioni ambientaliste si tratterebbe di un atto illegittimo, adottato da un governo in carica solo per gli affari correnti, su una materia di programmazione strategica che tutto rappresenta fuorchè "ordinaria amministrazione".

La Sen, infatti, chiariscono le associazioni, "è un documento che definisce lo sviluppo energetico dell'Italia da qui al 2020: un periodo troppo limitato per una strategia, ma sufficiente per ipotecare il futuro del Paese con il delineato impulso alla trasformazione in hub del gas e il via alle trivellazioni selvagge". Le associazioni rilevano inoltre una sostanza piú esplicitamente 'politica' di questa vicenda: "la linea dell'esecutivo Monti è uscita chiaramente sconfitta dalla competizione elettorale, e ciò indebolisce ulteriormente il ruolo dell'attuale governo quando si tratta di provvedimenti di programmazione da adottare per il futuro del Paese" Secondo le associazioni, "il testo che il ministro dell'Ambiente e quello dello Sviluppo Economico promuovono è peraltro un mistero, dal momento che dopo un processo di consultazione su una prima bozza, processo al quale hanno partecipato anche le associazioni ambientaliste, rilevando numerose debolezze, nessuno ha potuto leggere la versione definitiva che ora sarebbe stata approvata. Greenpeace, Legambiente e Wwf si riservano di impugnare gli atti di approvazione della Sen presso i fori competenti, per contrastare con ogni strumento un piano che non garantirebbe al Paese alcuno sviluppo e costituirebbe, invece, un atto di grave miopia, profondamente in conflitto con ogni istanza di sviluppo sostenibile.

lunedì 28 gennaio 2013

Incentivi fotovoltaico e Conto Termico: come sfruttarli al meglio

Incentivi fotovoltaico e Conto Termico: come sfruttarli al meglio

(Fonte:GreenStyle.it-Peppe Croce)

Mentre tutta la politica italiana e parte del suo Governo sono in piena campagna elettorale per le elezioni 2013, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini si appresta a girare l’Italia per spiegare tutte le misure fino a ora varate per favorire le energie rinnovabili, il risparmio energetico e l’efficienza. Clini, che non è candidato, da febbraio a marzo girerà il paese con Confindustria e Formez PA per parlare di Quinto Conto Energia, Conto Energia Termico, Titoli di Efficienza Energetica e fondi europei per le Regioni Obiettivo Convergenza. Cioè Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

Secondo Clini, che ha presentato il suo “road show” questa mattina in conferenza stampa nella sede romana di Confindustria, gli strumenti per far fiorire la green economy anche in Italia ci sono ma non tutti li conoscono. Spiega il ministro:

Ho suggerito al Formez Pa di rendere disponibili le informazioni sulle misure che già si possono adottare, ci sono alcune parti della normativa ambientale che abbiamo modificato che sono oggetto di controverse, come nel caso del regolamento sulle terre e le rocce da scavo, misura più importante della riduzione delle tasse perché in Italia ci sono miliardi di investimenti fermi in opere pubbliche e infrastrutture a causa di un’interpretazione della norma che sostanzialmente ha paralizzato infrastrutture strategiche e investimenti di grande rilievo

Alcune delle novità che Clini presenterà agli imprenditori sono i nuovi “bandi per l’occupazione giovanile nella green economy e per il carbon footprint“, da venerdì scorso in Gazzetta Ufficiale e disponibili per la consultazione anche sul sito del Ministero dell’Ambiente. Il resto, invece, è tutto già noto. Almeno a noi dell’informazione di settore che seguiamo queste vicende quotidianamente.

E sappiamo, ad esempio, che il Ministero dell’ambiente presenterà in in giro per l’Italia un Quinto Conto Energia già quasi finito e un Conto Energia Termico con appena 700 milioni di budget per i privati e altri 200 per la Pubblica Amministrazione.

Di contro per i bandi sull’occupazione giovanile, quindi per le misure riservate alle imprese e non ai normali cittadini, ci sono 460 milioni da spendere in finanziamenti agevolati allo 0,5% che potranno essere usati per incentivare anche

ricerca, sviluppo e produzione mediante bioraffinerie di prodotti intermedi chimici da biomasse e scarti vegetali

È assai probabile, quindi, che almeno una fettina di quei 460 milioni finiscano a Eni e al suo progetto di bioraffineria a Marghera da 100 milioni di euro. Alle Regioni Obiettivo Convergenza, invece, andranno 380 milioni di euro:

Il ministero dell’Ambiente promuove interventi di efficientamento di edifici e utenze energetiche pubbliche o a uso pubblico e piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili nelle aree naturali protette e nelle isole minori. Una linea specifica di attività è dedicata all’efficientamento energetico di cluster di imprese

Altri soldi andranno nelle bonifiche, con un occhio di riguardo al caso Taranto che da sola avrà 30 dei 90 milioni stanziati, ai Siti di Interesse Comunitario (SIC) e alla lotta al dissesto idrogeologico.

Tra le misure che saranno presentate c’è anche un decreto a hoc per il CSS, cioè il Combustibile Solido Secondario. Per decreto alcuni tipi di “mondezza” vengono classificati come prodotto e non più come rifiuto ma solo

qualora siano utilizzati in alcune tipologie di impianti industriali che, per le garanzie fornite in campo ambientale e tecnico, sono particolarmente idonei;

Queste tipologie di impianti industriali particolarmente idonei non sono altro che i cementifici, che attualmente divorano pet coke per far funzionare i forni. Il pet coke altro non è che uno dei peggiori scarti della lavorazione del petrolio, a sua volta convertito magicamente da rifiuto in prodotto nel 2002 dal Governo Berlusconi.

L’idea è quella di bruciare meno pet coke sostituendolo con il nuovo “rifiuto non rifiuto”. Se questo sarà un vantaggio per l’ambiente (potrebbe esserlo: peggio del pet coke c’è veramente poco altro) lo si vedrà solo con il tempo e, soprattutto, appena sarà chiaro quali requisiti tecnici e sistemi di filtraggio dovranno avere i cementifici e gli altri impianti autorizzati a bruciare CSS.

L’unica cosa certa è che, bruciando rifiuti al posto del pet coke, i cementifici risparmiano. Il che vuol dire che il decreto Clini sul CSS non sembrerebbe un favore all’ambiente (anche se potrebbe esserlo) ma è di sicuro un favore al ciclo del cemento. Che, diciamola tutta, in Italia qualche problema all’ambiente l’ha già creato.

giovedì 10 gennaio 2013

Bonelli (Verdi): "Clini? La sua è un'agenda nera"

Bonelli (Verdi): "Clini? La sua è un'agenda nera"

(Fonte:ZeroEmission.it)

 
 
"Il ministro Clini vuole dare consigli green per l'Agenda Monti? Mah forse saranno consigli sull'Agenda Black visto che il governo Monti proprio grazie al ministro del non ambiente Clini è riuscito a smontare la maggior parte delle politiche ambientali italiane. - Commenta così l'offerta di consigli che ha fatto Clini a Monti, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli - Dal decreto incostituzionale sull'Ilva che ha commissariato la magistratura e umiliato le ragioni dei cittadini di Taranto che si ammalano e muoiono a causa dell'inquinamento alla cementificazione 'semplificata' che introduce il silenzio assenso addirittura nelle aree vincolate alla demolizione del principio europeo 'chi inquina paga', passando per trivelle selvagge di Passera e per l'attacco al settore delle rinnovabili che ha messo a rischio 140 mila posti di lavoro e centinaia di imprese fino ai tagli della spending rewiew ai Parchi nazionali, il governo Monti si ha portato all'ambiente un attacco senza precedenti. L'agenda Monti è stata è e sarà molto black perché risponde alle logiche economiche delle lobby dei costruttori, dei petrolieri e di chi inquina. Le politiche ambientali del governo Monti sono state in perfetta continuità con quelle, disastrose, del governo Berlusconi e il ministro Clini è stato il principale interprete di un governo che ha demolito la nostra legislazione ambientale portandola indietro di trent'anni".

Per rafforzare la propria tesi, Bonelli ha reso nota una lista delle principali politiche "contro l'ambiente" messe in campo dal Governo Monti. Bonelli parte dal caso Ilva: "Il governo per la prima volta nella storia della Repubblica ha annullato i provvedimenti dell’autorità giudiziaria per decreto - ha detto Bonelli - per decreto è stata sospesa la legge in materia di tutela della salutee dell’ambiente a Taranto. L’emergenza ambientale e sanitaria di Taranto dimostra che la priorità dell’esecutivo era quello di sostenere le ragioni dell'azienda e non difendere la salute e la vita dei cittadini. Il decreto salva-Ilva è incostituzionale sotto più profili (viola gli articoli 3-9-32-112 della Costituzione). Il governo ha rilasciato un AIA ( autorizzazionne integrata ambientale) che non applica le migliori tecnologie in assoluto per abbattere l’inquinamento ma solo le migliori tecnologie disponibili economicamente per l’azienda, che non prevede limiti prescrittivi per gli inquinanti altamente cancerogeni ma solo conoscitivi. Sempre il governo ha volutamente reso pubblici i gravissimi dati sulla mortalità a Taranto solo dopo il rilascio dell’autorizzazione 22 ottobre 2012, nonostante questi dati fossero già noti dal marzo 2012".

Altro punto caldi, il dissesto idrogeologico. "Il governo Monti ha aggravato la drammatica situazione del territorio italiano dando il via libera alla cementificazione 'semplificata' per decreto: ricordiamo il provvedimento che introduce il silenzio assenso addirittura nelle aree vincolate. Mentre in Italia si continua a morire sotto il fango e ci sono 500 mila frane il governo butta soldi in mega opere inutili come la Tav in Val di Susa". Anche le rinnovabili non sarebbero state trattate, secondo il Prwsidente dei Verdi, nel modo corretto. Il governo ha affossato il comparto delle energie rinnovabili mettendo in pericolo più di 140 mila posti di lavoro. Non solo le agevolazioni sono state drasticamente ridotte ma si è introdotta un'estrema burocratizzazione per l’accesso incentivi e si è creata l'incertezza sulle possibilità d'erogazione degli stessi. Contestualmente all’affossamento delle energie rinnovabili il governo Monti pres.enta un piano energetico che si basa sul ritorno al petrolio e al carbone e l’aumento delle trivellazioni .Si tratta di un attacco freddo e pianificato alle energie del futuro per favorire le lobby delle fonti fossili come petrolio. l’Art. 35 del Decreto Sviluppo (Disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi) da' il via libera alle trivellazioni selvagge nei nostri mari, consentendo le proroghe a concessioni scadute e l'autorizzazione di domande che non hanno concluso l'iter autorizzativo".

E ancora, il ponte sullo stretto di Messina: "Il governo ha riattivato le procedure per il Ponte sullo Stretto di Messina, che, tradotto, significa buttare 8,5 miliardi di euro. Un vero e proprio regalo alle lobby del cemento che non aspettano altro per fare i loro affari con i soldi degli italiani per un’opera inutile e dannosa dal punto di vista ambientale". Altro fronte critico, il cemento: "Mentre tutti gli italiani hanno dovuto fare i conti con l’Imu che si è 'magiata' le tredicesime per i signori del cemento il governo ha fatto un bel regalo di natale: l'esenzione dell'Imu (Decreto Sviluppo) sulle case invendute dei costruttori. Approvazione delle procedure semplificate in materia edilizia". E poi i pericoli per i mari italiani: "Nei nostri mari sarà far-west trivelle per l’estrazione petrolifera anche per aree prossime alla aree marine importanti come quelle delle Tremiti, delle Egadi dove insistono domande per trivellare su una superficie massima di 750 Km quadrati. Sono 120 le autorizzazioni già rilasciate che minacciano il territorio italiano per un totale di 42.500 Kmq".

Pessima la gestione del Governo Monti, sempre secondo Bonelli, sul fronte del trasporto pubblico. "Sono state tagliate le risorse a Regioni e comuni. Il risultato? Nelle nostre città il trasporto pubblico è al collasso mentre lo smog è diventata un’emergenza ambientale e sanitaria. Con gli 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto si potrebbero realizzare 90 km di metropolitana o 621 Km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre città e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica". E la Tav? "Una nuova intesa con la Francia. Torino-Lione quando mentre a pochi chilometri dal tracciato che si vuole costruire esiste già una linea ferroviaria per il trasporto merci potenziata di recente e che viene utilizzata solo per 2,5 milioni di tonnellate quando ha una capacità di 20 milioni di tonnellate. Oltre 10 mld di euro per grandi opere che producono solo debito e disastri ambientali". Anche i parchi sono finiti sotto la scure del Governo Monti: "Ultimo atto per il sistema delle aree protette nazionali. I tagli del governo Monti (spending review) mettono in ginocchio i Parchi nazionali. L'attacco ai Parchi nazionali è ormai una drammatica certezza cominciata dal DPEF del 2008 con cui Tremonti provava a dichiarare gli Enti Parco enti inutili. A luglio dello stesso anno il ministro Prestigiacomo ne propose la privatizzazione mentre nel 2011 il rischio chiusura (i finanziamenti erano stati dimezzati a 25 milioni per tutti i parchi) solo grazie ad una fortissima mobilitazione. Le aree naturali protette oltre ad avere un valore inestimabile dal punto di vista naturalistico rappresentano una realtà economica ed occupazionale importantissima con 86 mila occupati così suddivisi: 4 mila occupati diretti; 17 mila nell'indotto dei servizi; 65 mila nell'indotto del turismo dell'agricoltura dell'artigianato e del commercio". E infine, secondo Bonelli, sarebbe stato demolito il principio di "Chi inquina, paga": "Nel decreto semplificazioni, proposta dal ministro Clini, c’è una norma che demolisce il principio previsto dalle direttive europee e dalla legislazione italiana che inquina paga. La norma introdotta prevede che le bonifiche e la messa in sicurezza delle falde inquinate dovranno essere realizzate da chi ha prodotto il danno ma se gli interventi sono "economicamente sostenibili". Un favore vergognoso agli inquinatori".

martedì 2 ottobre 2012

Clini conferma l'efficianza energetica

Clini conferma sostegno per efficienza energetica a edilizia

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
Il ministro dell’Ambiente ha sottolineato che “L’ecoefficienza nell’edilizia è uno dei punti di riferimento anche della strategia e della crescita. Abbiamo confermato gli incentivi per gli investimenti nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici”.
L’efficienza energetica in edilizia sta particolarmente a cuore del governo Monti. Lo ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini in un recente convegno organizzato a Trieste. Per questo, ha rilevato, sono già previsti incentivi e non solo. Sottolineando il valore determinante dell’ecoefficienza nell’edilizia, definito dallo stesso Clini “uno dei punti di riferimento anche della strategia e della crescita”, il ministro ha infatti evidenziato la conferma già avvenuta degli incentivi per gli investimenti nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici e ha spiegato che “siamo anche impegnati a fare in modo che l’Italia recepisca la nuova direttiva europea per l’efficienza energetica nel settore abitativo".

Parlando a proposito dell’edificio presentato in occasione di Trieste Next, salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica, ha fatto un doveroso accenno al progetto innovativo Panorama Giustinelli: "Questo edificio a Trieste è un punto di riferimento che consideriamo con grande interesse come uno degli esempi utili per le strategie nazionali. Così come sono molto contento che la provincia di Trieste stia preparando un progetto per una nuova scuola che avrà come caratteristiche quella della ecoefficienza. Panorama Giustinelli rappresenta a tutti gli effetti un passo in avanti nella ‘cultura dell’abitare’: nessun edificio multiresidenziale di dimensione simile nel nostro Paese oggi riunisce in modo così compiuto due aspetti fondamentali: una struttura involucro di legno appunto dai risultati straordinari per isolamento termico e acustico, un’ingegneria d’impianti per l’autoproduzione d’energia che unisce geotermia, fotovoltaico ed eolico”.

venerdì 14 settembre 2012

10 regole per lo sviluppo Green Economy.

Stati generali green economy: dieci regole per lo sviluppo

 
(Fonte: ZeroEmission.it)
 
Secondo gli Stati generali della green economy, è possibile puntare al 2030 al 30% dell'energia necessaria al Paese prodotta da fonti rinnovabili. Ma solo puntando fortemente sul settore.

Pochi giorni fa, il Ministro Clini aveva lanciato la sfida: soddisfare entro il 2014 il 30% della domanda energetica con le rinnovabili. Oggi, sulla questione, si esprimono i membri dell'assemblea programmatica degli Stati generali della green economy, che, invista della prossima riunione che si terrà il 7 e l'8 novembre, lanciano nuovi dati e un decologo per un obiettivo più realistico: raggiungere il 30% sì, ma nel 2030 e con giusti investimenti e giusti provvedimenti per rilanciare il settore. Secondo i dati dell'Assemblea, infatti, attualmente in Italia circa il 10% del consumo finale lordo di energia viene soddisfatto dalle fonti rinnovabili, con un taglio annuo delle emissioni di circa 56 Mt di CO2, e un risparmio nelle importazioni di combustibili fossili di 8-10 miliardi di euro. Centrando l'obiettivo del 30% al 2030, le emissioni evitate potranno crescere a oltre 150, con una minore dipendenza da combustibili fossili che permetterà un risparmio sulle importazioni di 26-30 miliardi euro all'anno al 2030.

Per centrare questi obiettivi, gli Stati generali della green economy propongono un decalogo di azioni e strategie:

  1. Approvare la strategia energetica nazionale e vigilare sulla sua attuazione con un osservatorio
  2. Semplificare le procedure e ridurre i costi burocratici; 3. Sostenere gli investimenti per arrivare a un progressivo superamento del sistema degli incentivi
  3. Creare un fondo per la Ricerca di Sistema Energetico e promuovere la creazione di un fondo per la ricerca privata autofinanziato dalle imprese green;
  4. Varare un programma ambizioso per lo sviluppo delle reti energetiche
  5. Prevedere misure per la generazione distribuita e a sostegno dei piccoli e medi investimenti
  6. Definire roadmap a medio-lungo termine per lo sviluppo delle tecnologie per le rinnovabili;
  7. Promuovere una azione specifica per il sostegno allo sviluppo delle rinnovabili termiche
  8. Predisporre una strategia nazionale per il rilancio della filiera delle biomasse
  9. Ridefinire il ruolo del termoelettrico in un sistema a forte penetrazione di rinnovabili

giovedì 13 settembre 2012

Clini:"Manca poco, ora siamo al 27%"

Clini: "Entro due anni 30% di energia da fonti rinnovabili"


 (Fonte:ZeroEmission.it)


Risultati positivi e obiettivi ambiziosi per l'energia in Italia grazie alle aziende della green economy. Ne è convinto il Ministro dell'ambiente Corrado Clini, che, in un appuntamento organizzato all'Ambasciata britannica a Roma. "Puntiamo a raggiungere il 30% di energia proveniente da fonti rinnovabili entro due anni e attualmente siamo al 27% - ha ammesso il Ministro - tutte le imprese italiane che stanno operando nel framework della green economy stanno ottenendo risultati positivi. Sono la parte sana dell'economia italiana" Ma come incentivare questo passaggio? Ovviamente con le politiche nazionali, che secondo lo stesso Clini hanno "in parte aiutato le aziende italiane della green economy". In particolare, ha sottolineato il Ministro "si tratterebbe di 12 miliardi all'anno per 20 anni, per supportare un settore che tra il 2009 e il 2011 ha creato oltre 120 mila nuovi posti di lavoro".

E poi c'è il Tax Credit, ossia il credito d'imposta agli investimenti nelle infrastrutture e nell'innovazione, che, a detta di Cini, sarà discusso nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri venerdì: "E' una delle riforme strutturali che mira a rendere il sistema fiscale funzionale alla crescita e non solo al pareggio di bilancio" ha concluso.