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giovedì 21 marzo 2013

Aspo Italia: "Illegittima una Sen varata a fine governo"

Aspo Italia: "Illegittima una Sen varata a fine governo"

(Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
 
La sezione italiana dell'Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio critica la Strategia energetica nazionale appena approvata dai Ministri Clini e Passera

Aspo-Italia, l'associazione per lo studio del picco del petrolio getta ombre sulla legittimità della Strategia energetica nazionale, recentemente varata dai Ministri Clini e Passera. "L'8 marzo, il governo Monti, in carica per l'ordinaria amministrazione, ha emanato con decreto interministeriale firmato dal ministro per lo Sviluppo Economico Passera e quello all'Ambiente Clini, la versione finale del documento sulla Strategia Energetica Nazionale. Ad una prima lettura nessuna delle osservazioni più significative, incluse quelle di Aspo-Italia, raccolte durante la consultazione con i cittadini è stata accolta - denuncia in una nota Luca Pardi, Presidente di Aspo-Italia - resta, in particolare, la cosiddetta produzione sostenibile di idrocarburi nazionali, un ossimoro che, tradotto, significa approvazione delle nuove trivellazioni in mare, realizzabili grazie all'allentamento dei vincoli ambientali, e in Basilicata, Sicilia, Abruzzo. Una decisione di fine mandato che sarà accolta con molto piacere dalle compagnie petrolifere".

"La vicenda - continua Pardi - ricorda sinistramente il famoso decreto CIP6 del 1992 confezionato in regime di ordinaria amministrazione dal governo Andreotti VII, un regalino costato agli italiani l'equivalente di diverse di quelle manovre finanziarie d'emergenza a cui siamo tristemente abituati, nonché un grave ritardo nello sviluppo delle nuove fonti onti di energia rinnovabile, resta il giudizio negativo sull'opportunità politica che un provvedimento così importante possa essere preso da parte di un governo a fine mandato".

mercoledì 20 marzo 2013

Ecco perché servirebbe un Ministero dell'Energia

Ecco perché servirebbe un Ministero dell'Energia

(Fonte:QualEnergia.it-Valerio Rossi Albertini)
 
 
 
 
Qualenergia.it ha chiesto a diversi esperti del settore energetico, dell’ambientalismo, dell’informazione specializzata, di commentare l’attuale intricata situazione politica post-elezioni e il quadro della attuale questione energetico-ambientale, indicando i propri auspici per il nostro paese. Qui riportiamo il parere di Valerio Rossi Albertini, fisico e ricercatore presso il CNR, oltre che divulgatore scientifico.

Il governo Monti, in articulo mortis, ha emanato il decreto sulla SEN, la Strategia Energetica Nazionale. Qui non c'è spazio per entrare nel merito, ma una riflessione può essere fatta. Con la SEN, seppure in modo blando, lacunoso e controverso, si è finalmente prodotto un embrione di quel piano energetico per l'Italia, tanto invocato e mai realizzato. Un esercizio lodevole, per quanto insufficiente. Il timore è che resti, appunto, un esercizio.

Il decreto è interministeriale, frutto di un accordo, o piuttosto di una mediazione, tra Clini e Passera. C'è quindi da domandarsi se i loro due ministeri fossero davvero gli unici interessati alla questione energetica. Niente affatto! Il problema dell'energia investe, o almeno lambisce, gran parte dei ministeri, nelle rispettive competenze. Il ritardo nella stesura di un piano energetico nazionale coerente e organico è dovuto anche, se non soprattutto, allo sparpagliamento di attribuzioni tra i vari soggetti interessati.

In un Paese dove i provvedimenti sull'energia vengono assunti e poi sconfessati perfino dalla medesima istituzione proponente, addirittura con effetto retroattivo, è impensabile che un ganglio vitale dello sviluppo economico e della salute dell'ambiente sia affidato a soluzioni estemporanee (e velleitarie, considerando che il governo era in scadenza).

Io dico che non se ne esce in altro modo: serve un Ministero dell'Energia, magari anche con altre competenze, ma che sia soprattutto concentrato su questo obiettivo. Che studi, elabori, emani e poi vigili, apportando tutte quelle correzioni richieste dal mutare delle condizioni, non da grossolani errori di valutazione iniziali, come accaduto in passato. I tempi sarebbero maturi, come la SEN tenta di dimostrare.

Negli Stati Uniti, il Segretario di Stato all'Energia, l'equivalente di un nostro ministro, è il premio Nobel per la fisica del 1997. Dove il problema è riconosciuto in tutta la sua portata, c'è un Dipartimento dedicato, quello dell'Energia appunto, e se ne affida la conduzione ad un luminare. Un esperto che coordina una squadra di esperti è in grado di individuare soluzioni non convenzionali e di precorrere le tendenze future. Certo, non è necessario che il ministro sia l'esperto, ma che consulti e si affidi ad esperti, sì. Da noi, è capitato che un neoministro dell'ambiente abbia esordito dicendo “io di ambiente non so nulla”, il che non è tanto preoccupante per l'ingenua ammissione, ma per la dimostrazione del criterio e della sensibilità (o meglio, della sua mancanza) con cui a volte sono stati affidati incarichi di importanza strategica. Una spia evidente della sottovalutazione dei problemi con cui ci si deve confrontare.

Con queste premesse, c'è da meravigliarsi piuttosto di come, nonostante tutto, l'Italia sia riuscita a conseguire il successo nella conversione al fotovoltaico. Da meravigliarsi e, forse, da rammaricarsi. Se il percorso, anziché accidentato e spesso incoerente, fosse stato spianato da un progetto di ampio respiro, quanto sarebbe stato più facile arrivare al traguardo? E quanto saremmo più avanti nella costruzione di una rete elettrica intelligente, che esalterebbe il risultato raggiunto e ricompenserebbe appieno dello sforzo compiuto?

Quel che è stato è stato. Adesso abbiamo maturato l'esperienza e sappiamo, ancor meglio di prima, quello che andrebbe fatto. Tutte le forze politiche oggi gridano al rinnovamento? Ecco, che comincino da qui. Hic Rhodus, hic salta ...

mercoledì 19 dicembre 2012

Gifi/Anie: "Basta provvedimenti dell'ultima ora"

 Gifi/Anie: "Basta provvedimenti dell'ultima ora"

 (Fonte:ZeroEmission.it)


Alla luce dell’ultimo emendamento approvato in Commissione al Senato Anie/Gifi si appellano ai Ministri Passera e Clini

Presentato un emendamento per prorogare l’attuale termine del 31 dicembre 2012 al 31 ottobre 2013 per godere delle tariffe del Quarto Conto energia per tutti gli impianti fotovoltaici installati su edifici e terreni della PA. Due relatori del Ddl Sviluppo sembra abbiano presentato l'emendamento nel contesto dei lavori parlamentari per il ddl stabilità. a dirlo è Anie/Gifi, secondo cui, questa pratica comporterebbe il rischio che con l'apposizione della fiducia si scateni un ulteriore scossone al mercato fotovoltaico. L'emendamento che prorogherebbe il termine per le tariffe del Quarto Conto energia, ben più generose delle attuali, non avrebbe, secondo Anie/Gifi, una copertura finanziaria garantita. "Il risultato - si legge nel testo diramato dall'associazione - è che si andrebbero ad intaccare le scarsissime risorse rimaste a disposizione con il Quinto Conto energia a beneficio di pochi. Inoltre molti terreni potrebbero essere ceduti a titolo gratuito alle PA per poter godere di questo beneficio".

"Non vorremmo che dietro questi provvedimenti si celino tentativi di speculazione - dichiara Valerio Natalizia Presidente Anie/Gifi - che danneggerebbero l'immagine e l'imprenditorialità di un settore industriale che opera seriamente e con etica professionale. Ci domandiamo se chi ha firmato l’emendamento ne abbia comprese fino in fondo le pesanti conseguenze sul piano occupazionale. La crisi attuale richiede sì fermezza, ma anche estrema chiarezza nel quadro regolatorio. Provvedimenti di questo tipo invece creano nell'opinione pubblica un'immagine negativa del nostro settore e ne accelerano la caduta”.

"Come Anie/Gifi - conclude Natalizia - prendiamo le distanze da questo emendamento e chiediamo che i Ministri Passera e Clini intervengano urgentemente in sede di discussione d’aula. La fine della legislatura e i tempi accelerati di questi giorni non giustificano gli errori e sarebbe difficile comprendere un loro silenzio su un settore così importante”