Installatori rinnovabili, Realacci: “Riconoscere l'esperienza maturata sul campo”
(Fonte:Casa&Clima.com)
Presentata alla Camera un'interrogazione che chiede di rinviare l'entrata in vigore della norma contestata ampliando i requisiti per la qualifica
Intervenire con urgenza sulla questione dell'accesso alla professione per gli installatori di impianti da fonti rinnovabili, riconoscendo l'esperienza professionale maturata sul campo negli anni.
La richiesta è contenuta in una interrogazione (AC 4-00277) al ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, presentata alla Camera dall’On. Cenni e firmata anche dal presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici di Montecitorio Ermete Realacci e dagli On. Dallai, Bobba, Nardella e Bini.
Realacci: richiesta giusta e condivisibile
La richiesta, che arriva dagli installatori di impianti da fonti rinnovabili, di riconoscere l'esperienza professionale maturata negli anni sul campo, esercitando lavoro specializzato e continuativo, “è giusta e condivisibile”, dichiara Ermete Realacci all'AgenParl.
“Dal prossimo primo agosto – ricorda Realacci - circa 80 mila imprese del settore rischiano di restare fuori dal mercato perché il decreto legislativo n. 28 del 2011, che recepisce una direttiva europea, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l'abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche. In particolare l’art.15 del decreto 28/2011 limita l'abilitazione di responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili a coloro che hanno conseguito una laurea, un diploma di scuola secondaria con inserimento in azienda o un titolo di formazione professionale, mentre lo nega a quanti hanno maturato negli anni, con lavoro specializzato e continuativo, una comprovata esperienza professionale sul campo”.
Il presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera osserva che “anziché tutelare e valorizzare la professionalità in un settore strategico della nostra green economy come quello delle rinnovabili e incentivare la diffusione delle fonti energetiche pulite, la normativa che dovrebbe entrare in vigore ad agosto escluderebbe dalla professione tutti gli installatori che fino ad oggi hanno svolto questo lavoro grazie alla loro comprovata esperienza, creando un evidente problema occupazionale, un ostacolo alla libera concorrenza e un impoverimento della qualità della professionalità del settore”.
Rinviare l'entrata in vigore della norma e cambiare le regole
Per tutti questi motivi, l'interrogazione evidenzia la necessità, spiega Realacci, di “assumere iniziative urgenti per rinviare l'entrata in vigore della normativa contestata ed elaborare, consultando anche le associazioni di categoria, un nuovo testo di legge che ampli i requisiti riconosciuti per poter ottenere la qualifica di responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili”.
Incontro Cna-parlamentari
“Il Governo ed il Parlamento garantiscano a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nel settore delle energie rinnovabili”, chiede il presidente nazionale di CNA Installazione Impianti Carmine Battipaglia, che assieme a Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato e per la Cna il Segretario generale, Sergio Silvestrini e il presidente nazionale, Ivan Malavasi, ha incontrato ieri parlamentari dei diversi schieramenti politici: l'onorevole Giancarlo Sangalli (Pd), primo firmatario al Senato della mozione per modificare la norma, il senatore Enrico Cappelletti (M5S), l’onorevole Raffaello Vignali (Pdl), Susanna Cenni (Pd) e Camilla Fabbri, ex segretaria della Cna di Pesaro Urbino oggi senatrice del Pd, Matteo Bragantini (Lega), Chiara Braga (Pd) e Piergiorgio Carrescia (Pd).
Dubbi di incostituzionalità
“Riteniamo evidente – ha detto il presidente degli impiantisti della CNA - la lesione del principio comunitario di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta. L'assurdità è che, qualora non venisse fatta chiarezza sull'applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un Responsabile Tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell'entrata in vigore dei nuovi requisiti”.
Intervenire con urgenza sulla questione dell'accesso alla professione per gli installatori di impianti da fonti rinnovabili, riconoscendo l'esperienza professionale maturata sul campo negli anni.
La richiesta è contenuta in una interrogazione (AC 4-00277) al ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, presentata alla Camera dall’On. Cenni e firmata anche dal presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici di Montecitorio Ermete Realacci e dagli On. Dallai, Bobba, Nardella e Bini.
Realacci: richiesta giusta e condivisibile
La richiesta, che arriva dagli installatori di impianti da fonti rinnovabili, di riconoscere l'esperienza professionale maturata negli anni sul campo, esercitando lavoro specializzato e continuativo, “è giusta e condivisibile”, dichiara Ermete Realacci all'AgenParl.
“Dal prossimo primo agosto – ricorda Realacci - circa 80 mila imprese del settore rischiano di restare fuori dal mercato perché il decreto legislativo n. 28 del 2011, che recepisce una direttiva europea, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l'abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche. In particolare l’art.15 del decreto 28/2011 limita l'abilitazione di responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili a coloro che hanno conseguito una laurea, un diploma di scuola secondaria con inserimento in azienda o un titolo di formazione professionale, mentre lo nega a quanti hanno maturato negli anni, con lavoro specializzato e continuativo, una comprovata esperienza professionale sul campo”.
Il presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera osserva che “anziché tutelare e valorizzare la professionalità in un settore strategico della nostra green economy come quello delle rinnovabili e incentivare la diffusione delle fonti energetiche pulite, la normativa che dovrebbe entrare in vigore ad agosto escluderebbe dalla professione tutti gli installatori che fino ad oggi hanno svolto questo lavoro grazie alla loro comprovata esperienza, creando un evidente problema occupazionale, un ostacolo alla libera concorrenza e un impoverimento della qualità della professionalità del settore”.
Rinviare l'entrata in vigore della norma e cambiare le regole
Per tutti questi motivi, l'interrogazione evidenzia la necessità, spiega Realacci, di “assumere iniziative urgenti per rinviare l'entrata in vigore della normativa contestata ed elaborare, consultando anche le associazioni di categoria, un nuovo testo di legge che ampli i requisiti riconosciuti per poter ottenere la qualifica di responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili”.
Incontro Cna-parlamentari
“Il Governo ed il Parlamento garantiscano a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nel settore delle energie rinnovabili”, chiede il presidente nazionale di CNA Installazione Impianti Carmine Battipaglia, che assieme a Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato e per la Cna il Segretario generale, Sergio Silvestrini e il presidente nazionale, Ivan Malavasi, ha incontrato ieri parlamentari dei diversi schieramenti politici: l'onorevole Giancarlo Sangalli (Pd), primo firmatario al Senato della mozione per modificare la norma, il senatore Enrico Cappelletti (M5S), l’onorevole Raffaello Vignali (Pdl), Susanna Cenni (Pd) e Camilla Fabbri, ex segretaria della Cna di Pesaro Urbino oggi senatrice del Pd, Matteo Bragantini (Lega), Chiara Braga (Pd) e Piergiorgio Carrescia (Pd).
Dubbi di incostituzionalità
“Riteniamo evidente – ha detto il presidente degli impiantisti della CNA - la lesione del principio comunitario di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta. L'assurdità è che, qualora non venisse fatta chiarezza sull'applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un Responsabile Tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell'entrata in vigore dei nuovi requisiti”.
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