Aper, associazione dei produttori di rinnovabili, attacca il Ministro Romani e annuncia un esposto alla Commissione Europea
01/04/2011 - Ieri la Conferenza delle Regioni si è riunita per esaminare le problematiche relative al Decreto Rinnovabili. “Dopo l’incontro con i Ministri competenti - ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione -, attendiamo la bozza del decreto; quando vedremo il testo proporremo i nostri emendamenti”.
Non è ancora pronta, quindi, la bozza del provvedimento attuativo, benchè la scorsa settimana il Governo avesse assicurato che lunedì 28 le Regioni avrebbero ricevuto “i primi elementi utili per cominciare ad elaborare le modifiche al decreto” .
Tuttavia, la Conferenza delle Regioni intende mediare con il Governo sul tema degli incentivi al fotovoltaico. Lo ha reso noto il vicepresidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani. Le Regioni - si legge in comunicato - chiedono al Governo di mantenere fino al 31 dicembre 2011 gli incentivi per gli impianti fotovoltaici, pianificando una riduzione graduale, che porti solo nel medio periodo all’allineamento con gli standard europei.
La Conferenza considera necessario un riallineamento del sistema degli incentivi, in relazione sia all’uso del territorio per l’installazione degli impianti fotovoltaici a terra, sia per allineare il sistema al resto d’Europa. Non è quindi strategico, secondo le Regioni, bloccare gli incentivi in maniera drastica e immediata, anche per rispondere alle esigenze del settore produttivo, che si è strutturato con posti di lavoro e investimenti legati proprio agli incentivi.
La modifica del sistema di incentivazione - prosegue il comunicato - dovrà dunque essere graduale, nell’ordine di alcuni anni: la Conferenza delle Regioni ha indicato il 2016 come momento ultimo di allineamento con gli standard europei. La Conferenza ritiene infine opportuno limitare gli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra: l’intensità degli aiuti andrà modulata, favorendo aree già compromesse dal punto di vista ambientale e tutelando le utilizzabili per altri scopi.
APER, associazione italiana dei produttori di energia rinnovabile, presenterà un esposto alla Commissione Europea per denunciare la grave violazione dei principi contenuti nella Direttiva 2009/28/CE che impone agli Stati Membri di promuovere le rinnovabili.
Lo fa sapere la stessa associazione in un comunicato stampa nel quale annuncia che le imprese associate sono in procinto di avviare anche azioni giurisdizionali interne e di attivare i rimedi giuridici offerti dal Trattato sulla Carta dell’energia.
La lesione del legittimo affidamento e la retroattività del decreto di recepimento italiano (Dlgs 28/2011) - spiega APER - si pongono in netto contrasto sia con la disciplina comunitaria, sia con la Carta Costituzionale. Ribadendo la necessità di norme nazionali chiare ed affidabili, APER torna a chiedere al Governo che vengano applicate misure di salvaguardia tariffaria per la filiera, senza porre limiti alla crescita delle rinnovabili attraverso l’applicazione di tetti di potenza massima incentivabile.
Come evidenziano diverse analisi - sottolinea APER -, tra cui anche la recentissima dell’ufficio Studi di Confartigianato, ribadiamo che la bolletta elettrica pagata dagli italiani contiene oneri ben superiori rispetto a quelli destinati alle fonti rinnovabili, le cui finalità peraltro andrebbero chiarite e discusse con trasparenza tra tutti gli attori del mercato.
Il coordinamento SOS Rinnovabili ha lanciato su Facebook una raccolta firme per chiedere al Capo dello Stato, al Governo, al Parlamento e alle Regioni di sospendere il Dlgs 28/2011, che “varato con inspiegabile fretta, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico”.
Tuttavia, la Conferenza delle Regioni intende mediare con il Governo sul tema degli incentivi al fotovoltaico. Lo ha reso noto il vicepresidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani. Le Regioni - si legge in comunicato - chiedono al Governo di mantenere fino al 31 dicembre 2011 gli incentivi per gli impianti fotovoltaici, pianificando una riduzione graduale, che porti solo nel medio periodo all’allineamento con gli standard europei.
La Conferenza considera necessario un riallineamento del sistema degli incentivi, in relazione sia all’uso del territorio per l’installazione degli impianti fotovoltaici a terra, sia per allineare il sistema al resto d’Europa. Non è quindi strategico, secondo le Regioni, bloccare gli incentivi in maniera drastica e immediata, anche per rispondere alle esigenze del settore produttivo, che si è strutturato con posti di lavoro e investimenti legati proprio agli incentivi.
La modifica del sistema di incentivazione - prosegue il comunicato - dovrà dunque essere graduale, nell’ordine di alcuni anni: la Conferenza delle Regioni ha indicato il 2016 come momento ultimo di allineamento con gli standard europei. La Conferenza ritiene infine opportuno limitare gli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra: l’intensità degli aiuti andrà modulata, favorendo aree già compromesse dal punto di vista ambientale e tutelando le utilizzabili per altri scopi.
APER, associazione italiana dei produttori di energia rinnovabile, presenterà un esposto alla Commissione Europea per denunciare la grave violazione dei principi contenuti nella Direttiva 2009/28/CE che impone agli Stati Membri di promuovere le rinnovabili.
Lo fa sapere la stessa associazione in un comunicato stampa nel quale annuncia che le imprese associate sono in procinto di avviare anche azioni giurisdizionali interne e di attivare i rimedi giuridici offerti dal Trattato sulla Carta dell’energia.
La lesione del legittimo affidamento e la retroattività del decreto di recepimento italiano (Dlgs 28/2011) - spiega APER - si pongono in netto contrasto sia con la disciplina comunitaria, sia con la Carta Costituzionale. Ribadendo la necessità di norme nazionali chiare ed affidabili, APER torna a chiedere al Governo che vengano applicate misure di salvaguardia tariffaria per la filiera, senza porre limiti alla crescita delle rinnovabili attraverso l’applicazione di tetti di potenza massima incentivabile.
Come evidenziano diverse analisi - sottolinea APER -, tra cui anche la recentissima dell’ufficio Studi di Confartigianato, ribadiamo che la bolletta elettrica pagata dagli italiani contiene oneri ben superiori rispetto a quelli destinati alle fonti rinnovabili, le cui finalità peraltro andrebbero chiarite e discusse con trasparenza tra tutti gli attori del mercato.
Il coordinamento SOS Rinnovabili ha lanciato su Facebook una raccolta firme per chiedere al Capo dello Stato, al Governo, al Parlamento e alle Regioni di sospendere il Dlgs 28/2011, che “varato con inspiegabile fretta, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico”.
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