venerdì 10 maggio 2013

Rinnovabili e la gestione condivisa dell’energia: nascono le comunità energetiche

Rinnovabili e la gestione condivisa dell’energia: nascono le comunità energetiche

(Fonte:Ecqualogia.it)
 
 
 
 
La mutualità e la gestione condivisa di beni, è sicuramente stata, nel nostro Paese, uno dei cardini sui quali la società italiana ha basato la propria “resistenza” positiva, per far fronte a momenti di crisi, indotti da eventi bellici o gravi recessioni.

In questo tempo, in cui tali valori, passati in secondo piano per troppi anni, in nome di profitti facili ed individualismi che hanno tentato di subordinare il concetto di comunità, le energie rinnovabili, anche per le loro forti connotazioni etiche e di territorialità, possono fornire interessanti chiavi di lettura, affinché contribuiscano, oltre che nella forma anche nella sostanza, a quel processo di democratizzazione dell’energia che gli viene attribuito in questa transizione di modello energetico.

In Italia, le realtà virtuose in tal senso sono, ad oggi, legate essenzialmente ad iniziative in cui sono state spesso le amministrazioni locali a fare da catalizzatore. La cosa, specialmente in paesi come la Germania, sta prendendo forma anche in comunità di cittadini, che stanno muovendo tanti micro investitori. Un fenomeno, quello tedesco, che vedeva, già nell’oramai remoto 2006, preistoria per le rinnovabili, 2 pionieristiche cooperative energetiche, divenute ben 111 a fine 2011, dato che le porterebbe a 500 se consideriamo anche quelle piccolissime, nate solo per la realizzazione di impianti fotovoltaici anche di pochi kW. Impianto a biomasse, centrali fotovoltaiche, piccole centrali eoliche vedono così la propria realizzazione da parte di cittadini che si consociano per evitare costi iniziali altrimenti non sostenibili per il singolo.

Ma il successo delle iniziative, e non potrebbe essere diversamente, vede il coinvolgimento dei cittadini anche nel successivo iter progettuale, contribuendo anche a superare l’ostracismo della popolazione nei confronti dell’impianto, come siamo troppo spesso abituati in Italia, innescando un circolo virtuoso dal basso davvero fecondo, anche dal momento che, nel caso in cui la popolazione locale resti contraria al progetto, molto aspetti critici dell’iniziativa possono essere rivisti collegialmente. Un approccio, anche questo, che può richiedere tempi anche lunghi e ripetuti incontri anche senza il coinvolgimento dell’azienda interessata all’installazione, ma che alla fine determina un progetto capace di avere ritorni molteplici per i cittadini, che vanno oltre il ritorno economico a remunerazione del loro iniziale impiego di denaro, dando la possibilità agli stessi di fornire la propria esperienza tecnica e il lavoro, anche di imprese del posto, spesso il coinvolgimento degli agricoltori, che tante affinità hanno con le rinnovabili, o delle banche locali, tutte opportunità aggiuntive, capaci di creare nuovi posti di lavoro e flussi di reddito per la comunità, che non sarebbero arrivati se il progetto o la centrale energetica fosse stata imposta dall’alto.

In calce al documento alleghiamo breve documento descrittivo di questo nuovo approccio dell’associazione dell’eolico tedesca BWE, che tratta gli aspetti economici e metodologici di questo nuovo approccio al business che sta prendendo piede in Germania e riflessioni su come replicarlo in contesti diversi. Tra le esperienze virtuose citate nel documento, quella di Ingersheim nello Stato di Baden-Württemberg, dove un gruppo di cittadini hanno costituito, nel marzo 2010, una sorta di cooperativa (Energiegenossenschaft Ingersheim und Umgebung) con l’obiettivo di realizzare l’installazione di una grande turbina eolica da 2 MW (alta 138 metri e con un rotore di un diametro di 82), un progetto assolutamente non trascurabile, che coniuga valenze economiche ed ambientali. La cooperativa energetica riesce a limitare l’indebitamento e l’esposizione bancaria, coprendo quasi l’80% della quota investita inizialmente nel progetto eolico.

I soci della neonata cooperativa in questo caso riescono a non indebitarsi più di tanto, riuscendo quasi a coprire (80%) pari a circa 3,6 milioni di euro, con proprie risorse. In quella realtà la quota minima per persona è di 2.500 €, con un ammontare finale di quote vendute, sono pari a 22.920 del valore di 125 € ciascuna. La turbina è stata inaugurata ad aprile di quest’anno ed oggi la cooperativa ha 360 soci, quasi tutti (75%) di Ingersheim e zone limitrofe, che percepiscono un dividendo annuale della durata di 15 anni, composto da due diverse voci, di cui una legata al rimborso dell’investimento iniziale e in una integrazione aggiuntiva. La cooperativa ha aderito poi all’Associazione delle Cooperative che oggi gestisce l’esercizio e la manutenzione dell’impianto ed ora monitora e gestisce il progetto come fosse un gruppo esterno. Un processo, quello del progetto tedesco, lungo ed articolato, di quasi 2 anni, che ha permesso di rendere operativo un impianto capace di produrre energia pulita per 1.200 famiglie nei prossimi 20 anni.

Un processo virtuoso, quello trattato, che sta uscendo anche dai confini tedeschi, arrivando fino al Regno ed anche nel nostro Paese, nonostante il quadro normativo continuamente incerto ed instabile a livello di incentivi. Ai già esistenti gruppi di acquisto solari cominciano a prendere forma vere progettualità, come, per esempio, quella in atto, nell’evoluto Alto Adige, dove a Prato allo Stelvio in Val Venosta, gli abitanti, riuniti in una cooperativa, riescono a coprire ed andare oltre al fabbisogno energetico elettrico e termico del paese (reso ancor più importante dalla latitudine) con un mix di fonti rinnovabili, riuscendo così a conseguire risparmi dell’ordine del 30-35% in meno sulla bolletta elettrica e del 50% in meno sulle spese di riscaldamento. Un’altra esperienza italiana è quella di Retenergie, cooperativa cuneese di Racconigi ad azionariato popolare, che ha già realizzato un numero ragguardevole di impianti. Sicuramente un altro elemento fondamentale di approccio ad una produzione di energia sempre più vicina al cittadino ed in continua evoluzione.

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