In Germania 6 miliardi di spesa in meno, grazie all'effetto fotovoltaico
(Fonte:QualEnergia.it)
Il fotovoltaico sta tagliando i prezzi dell'elettricità in Borsa e sta mettendo in seria difficoltà chi ha investito negli impianti convenzionali più costosi, come i cicli combinati a gas. In Italia il PUN, il prezzo unitario nazionale dell'energia, in questo ultimo anno è calato del 20%, scendendo soprattutto nelle ore del picco diurno, proprio per il contributo del fotovoltaico. Per i lettori di QualEnergia.it la cosa non è una novità, ma è comunque interessante andare a guardare il report di Renewable Analytics, società di consulenza americana che si occupa di fotovoltaico, che quantifica il fenomeno nel paese in cui il FV ha avuto la maggior penetrazione, la Germania.
Lo studio mostra come la spesa elettrica tedesca nel 2012 sia stata di 6,145 miliardi di euro inferiore rispetto al 2008, prima del boom solare (ma anche della crisi). Il merito, si spiega, è del contributo crescente delle energie rinnovabili, che, producendo a costi marginali nulli, hanno agito abbassandoli sui prezzi dell'elettricità spot alla Borsa elettrica.
A contribuire tantissimo è soprattutto il solare: i prezzi dell'elettricità in Borsa nel 2012 hanno avuto i cali maggiori nei mesi più assolati e nella fascia diurna. Lo si vede bene nei grafici due grafici sotto: il primo mostra la distribuzione dei risparmi tra giorno e notte nei diversi mesi; nel secondo si mette a confronto dicembre 2008 e dicembre 2012.
Quindi, regolarmente in Germania i prezzi l'anno scorso sono crollati ogni qual volta usciva il sole, per poi risalire quando tramontava o era coperto. Al contrario, nel 2008, il picco del prezzo si verificava sempre in fascia diurna, in corrispondenza con la maggior domanda. Eccezione hanno fatto alcune notti, come quella del 26 dicembre scorso, in cui, grazie alla scarsa domanda e alla grande produzione da eolico, che ha pesato per il 33% dell'offerta, si sono toccati addirittura prezzi negativi (i picchi negativi della linea rossa nel secondo grafico, clicca per ingrandire).
L'apporto massiccio di energia pulita, se ha dato un grande beneficio a livello di prezzi però ha fatto non pochi danni alla generazione convenzionale: i bassi costi di produzione del solare, si legge nel report, “stanno portando effetti negativi sui margini e sui volumi di elettricità venduti dai grossi produttori centralizzati. I produttori da fonti convenzionali si sono accorti di questa minaccia al loro business model ma non hanno trovato il modo di reagire e stanno facendo una pesante azione di lobbying contro la generazione distribuita”. Ed è quello che sta accadendo anche da noi.
Lo studio mostra come la spesa elettrica tedesca nel 2012 sia stata di 6,145 miliardi di euro inferiore rispetto al 2008, prima del boom solare (ma anche della crisi). Il merito, si spiega, è del contributo crescente delle energie rinnovabili, che, producendo a costi marginali nulli, hanno agito abbassandoli sui prezzi dell'elettricità spot alla Borsa elettrica.
A contribuire tantissimo è soprattutto il solare: i prezzi dell'elettricità in Borsa nel 2012 hanno avuto i cali maggiori nei mesi più assolati e nella fascia diurna. Lo si vede bene nei grafici due grafici sotto: il primo mostra la distribuzione dei risparmi tra giorno e notte nei diversi mesi; nel secondo si mette a confronto dicembre 2008 e dicembre 2012.
Quindi, regolarmente in Germania i prezzi l'anno scorso sono crollati ogni qual volta usciva il sole, per poi risalire quando tramontava o era coperto. Al contrario, nel 2008, il picco del prezzo si verificava sempre in fascia diurna, in corrispondenza con la maggior domanda. Eccezione hanno fatto alcune notti, come quella del 26 dicembre scorso, in cui, grazie alla scarsa domanda e alla grande produzione da eolico, che ha pesato per il 33% dell'offerta, si sono toccati addirittura prezzi negativi (i picchi negativi della linea rossa nel secondo grafico, clicca per ingrandire).
L'apporto massiccio di energia pulita, se ha dato un grande beneficio a livello di prezzi però ha fatto non pochi danni alla generazione convenzionale: i bassi costi di produzione del solare, si legge nel report, “stanno portando effetti negativi sui margini e sui volumi di elettricità venduti dai grossi produttori centralizzati. I produttori da fonti convenzionali si sono accorti di questa minaccia al loro business model ma non hanno trovato il modo di reagire e stanno facendo una pesante azione di lobbying contro la generazione distribuita”. Ed è quello che sta accadendo anche da noi.
Nessun commento:
Posta un commento