Fotovoltaico, UE apre procedura antidumping contro il vetro dalla Cina
Come era prevedibile, l’Unione Europea ha aperto una procedura ufficiale per accertare se la Cina stia facendo concorrenza sleale all’Europa nel settore del vetro per pannelli fotovoltaici. La procedura nasce dalla denuncia di Eu Prosun Glass, lobby brussellese che rappresenta gli interessi di circa la metà dei produttori europei di questo tipo di vetro.
Come nel caso dell’indagine sulle celle e i moduli fotovoltaici, che sembrerebbe sul punto di sfociare in dazi preventivi contro la Cina, anche questa procedura durerà 15 mesi. Cioè entro il 28 maggio 2014. Entro nove mesi però, cioè entro novembre, la Commissione Europea potrebbe decidere di imporre le tariffe in ingresso a scopo precauzionale.
Da notare che, nel comunicato stampa di annuncio dell’apertura della procedura antidumping, la Commissione Europea ammette di essere a conoscenza delle notizie di stampa su una possibile protesta contro i sussidi al vetro cinese. Dichiara però anche di non aver ricevuto al momento alcuna protesta ufficiale.
Afferma invece di essere obbligata ad aprire l’indagine in seguito alla denuncia da parte di Eu Prosun Glass, che rappresenta più del 25% della produzione del bene soggetto al sospetto dumping. Cioè la percentuale oltre la quale si ha diritto a chiedere all’Europa di interessarsi alla questione. Cosa che ha fatto Eu Prosun ritenendo che:
- Ci sia stato dumping sul prezzo da parte dei Paesi produttori extra UE;
- L’industria europea ha tratto un danno;
- C’è un possibile collegamento tra il dumping e il danno;
In base alle informazioni raccolte la Commissione stabilirà se imporre o meno i dazi in ingresso al vetro fotovoltaico. Eventualmente anche i dazi preliminari dopo i primi nove mesi di indagine. Altra cosa che l’UE tiene a precisare è che l’Europa è l’unico membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che in casi del genere provvede a fare i cosiddetti “interest test”.
Test che servono a stabilire se le eventuali misure antidumping non possano danneggiare l’economia europea ancor più che la situazione di partenza, senza i dazi. Anche questa precisazione non è affatto casuale, vista la recente polemica tra Eu Prosun (che ritiene chei dazi porteranno un beneficio netto all’economia europea) e AFASE (che ritiene al contrario che l’UE ha solo da perderci).
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