mercoledì 23 novembre 2011

Rinnovabili e incentivi: una storia senza fine

(FONTE, www.reuters.com)

Quattro miliardi dal 2012 al 2020 per incentivare la produzione di calore da fonti rinnovabili e per incentivare il risparmio energetico. Dieci miliardi all'anno per il sostegno alla produzione elettrica da fonti rinnovabili, in gran parte solare, fino al 2020. Poi i costi di adeguamento della rete: altri 7 miliardi per consentirle di sostenere la generazione diffusa che già nel 2012 potrebbe raggiungere i 97 tWh (terawattore), pari all'incirca un terzo dei consumi nazionali e all'intero obiettivo previsto dal Piano di azione nazionale per il 2020. Sono questi i dati che gli addetti ai lavori si ritrovano fra le mani e che probabilmente provocheranno a breve nuove polemiche come quelle dell'autunno inverno 2010/2011. Il governo Berlusconi ha lasciato in eredità due bozze di decreto per l'ultima revisione degli incentivi che varranno a partire dal 2012. Due provvedimenti di cui si dovrà occupare il ministero dello Sviluppo economico di Corrado Passera e che sono attesi dagli operatori per programmare gli investimenti. Ma che avranno impatti non secondari sulle bollette dei consumatori. ONERI ANCHE SULLA BOLLETTA DEL GAS In attesa di una firma del ministro è il decreto ministeriale che regola i Contributi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni. Prima di lasciare il ministero, il sottosegretario Stefano Saglia lo aveva completato con l'accordo anche del ministero dell'Ambiente. Fino al 2020, per finanziare la produzione di calore da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica, si prevede un costo complessivo di 3,7 miliardi che sfonderanno i 4,2 miliardi l'anno successivo, secondo quanto Reuters ha potuto leggere in documenti del ministero. La bozza di decreto prevede una riduzione degli incentivi del 20% ogni 3 anni ciò nonostante il costo crescerà dai circa 120 milioni di euro all'anno del 2012 ai 650 milioni all'anno del 2020. Il ministero ha stimato che l'impatto sulla bolletta media del gas per una famiglia tipo di circa 5 euro/anno nel 2012 e di circa 25 euro/anno al 2020 (+2,6% della bolletta media). La voce più sostanziosa però riguarda ancora una volta la produzione di elettricità da rinnovabili. La bozza di provvedimento che dovrebbe introdurre i nuovi incentivi a partire dal 2012 non è riuscita ancora a trovare un'intesa con il ministero dell'Ambiente. "Lo scontro riguardava il sostegno per la produzione da impianti, grandi o piccoli, di trattamento per i rifiuti (biomasse). L'Ambiente li voleva più alti, ma [l'ex sottosegretario Stefano] Saglia non ha voluto cedere", dice una fonte del settore sottolineando quanto già grava sulle bollette. ACCORDO IN ALTO MARE Le cifre del sostegno al settore come è noto sono da capogiro. Al ministero di via Veneto le ultime stime disponibili utilizzate per metter a punto il decreto sugli incentivi per l'anno prossimo davano un onere "a fine 2012 da 10 miliardi: 3,5/4 miliardi per la produzione da fonte non solare (vento, biomasse, idro e geotermnia) e 5,5/6 miliardi all'anno per l'elettrictà da impianti solari", secondo quanto è scritto in alcuni documenti che Reuters ha potuto visionare. Un costo che nel prossimo triennio, malgrado il tentativo di abbattere il valore del contributo ai produttori, salirà a 12,5 miliardi nel 2015: 5,5 miliardi l'anno per le fonti diverse dal fotovoltaico e 7 miliardi per il solare e questo solo fermando ogni ulteriore incentivo "senza fare un 5° conto energia e facendo cessare il 4° conto al raggiungimento dei 7 miliardi l'anno". Fin qui quello che in parte era già noto. L'ultima novità l'ha paventata l'Autorità per l'energia e il gas che con un comunicato un po' criptico la settimana scorsa ha fatto sapere che c'è il rischio di un'ulteriore esplosione dei costi per l'adeguamento della rete al funzionamento con la generazione diffusa. "In mancanza di un adeguamento complessivo del sistema, gli impatti potranno essere rilevanti sia in tema di sicurezza, sia per i costi sostenuti dai consumatori elettrici, in particolare per gli accresciuti costi per il reperimento delle risorse per il dispacciamento", si legge nella nota. L'Autorità, che sul tema lancerà una consultazione pubblica, chiede di regolare la produzione delle fonti rinnovabili ipotizzando anche interventi di blocco: "Nell'ambito della revisione della disciplina del dispacciamento l'Autorità valuterà anche la possibilità che Terna,con cadenza periodica, quantifichi la massima penetrazione della generazione da fonte rinnovabile non programmabile (con particolare riferimento agli impianti eolici e fotovoltaici) compatibile con l'assetto del sistema". Interrogato sul senso di questi possibili interventi in occasione di un convegno, Guido Bortoni non è voluto entrare nel merito dei possibili provvedimenti e non si è sbilanciato sulle cifre ma ha fatto capire che se si vuole proteggere i consumatori bisogna rendere più ordinata la produzione. "Faremo un documento di consultazione per Natale e solo allora daremo un ordine di grandezza del problema", ha risposto ai giornalisti. Secondo quanto ha riferito una fonte del settore però "si tratterebbe di una cifra che ruota intorno ai 7 miliardi di euro". Soldi necessari ad aumentare le capacità di accumulo dei produttori, a rendere intelligenti le reti e introdurre sistemi per la stima della produzione da rinnovabili studiando il meteo. Un'altra montagna di soldi che si aggiungerebbe agli incentivi già in bolletta.

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