Secondo indiscrezioni la bozza del Quarto Conto Energia, risultato delle trattative tra Governo e Regioni, prevede un taglio del 10% sulle tariffe incentivanti del terzo conto energia fino a tutto il 2011.
Per poi essere ancora diminuito di un altro 10% nel 2012, per arrivare a -15/20% a partire da gennaio 2013, inoltre ci sarà un tetto massimo per le installazioni, necessario secondo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia per arginare la speculazione sugli incentivi a favore degli impianti fotovoltaici.
Con l'approvazione del quarto conto energia, oltre 1.500 piccole e medie imprese avrebbero un calo degli investimenti già messi in atto, dato che il decreto che andrà in vigore a giugno ha effetto retroattivo. Gli investimenti globali in energia rinnovabile in Italia, nel 2010 hanno raggiunto il record di 243 miliardi di dollari, con un aumento del 30% rispetto all'anno precedente. Insomma il solare è il settore che fa registrare una crescita del 53% negli investimenti.
E proprio per questo che Assosolare, l'Associazione Nazionale dell’Industria Fotovoltaica, dopo il tavolo tecnico di Confindustria, riguardo ai punti irrisolti sul Quarto Conto Energia al quale ha partecipato, ha inviato delle proposte ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, Stefania Prestigiacomo e Paolo Romani ed alla stessa Confindustria:
1) consentire un passaggio graduale tra sistema attuale e nuovo sistema, tutelando almeno il 2011 per salvaguardare gli investimenti ed evitare effetti retroattivi;
2) definire il IV Conto Energia in modo da traghettare la crescita fino alla grid parity, con una riduzione graduale e progressiva degli incentivi, fino ad esaurimento previsto al 2016. Garantire quindi la stabilità del sistema incentivante, senza cambiamenti in corsa;
3) considerare particolari forme di tutela per la filiera industriale italiana emergente;
4) operare un controllo dei costi prevedendo un tetto di spesa di circa 6.9 miliardi di euro per un massimo di 20 €/MWh (nello scenario più costoso). Il tetto proposto di 6 miliardi €/anno al 2016 è ancora troppo basso;
5) no a tetti annuali che pregiudicherebbero la bancabilità degli investimenti, ma obiettivi annui indicativi di 3 GW fino al 2016, prevedendo riduzioni anticipate della tariffa in funzione della potenza installata, sempre nell’ottica del contenimento della spesa;
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