L’Ue registrerà i prodotti FV di importazione cinese
(Fonte:ZeroEmission.it)
La Commissione Europea ha dato inizio oggi alla registrazione di prodotti fotovoltaici di importazione cinese. Con effetto immediato, gli importatori di moduli, celle e wafer fotovoltaici sono obbligati a dichiarare in dogana se i prodotti sono stati importati dalla Cina o fabbricati prevalentemente in Cina. Nonostante la smentita da parte della Commissione Europea, secondo molti, è possibile che questa registrazione renda possibile, all'occorrenza, riscuotere a titolo retroattivo eventuali dazi antidumping. Da settembre dello scorso anno la Commissione Europea indaga su produttori cinesi, a seguito di una denuncia dell’industria fotovoltaica europea, rappresentata da EU ProSun. Al più tardi all’inizio di giugno la Commissione prenderà una decisione provvisoria in merito a tali misure: se i dazi dovessero essere introdotti, potrebbero avere effetto retroattivo fino a 90 giorni, cioè a partire da marzo.
“Il dumping è il vero problema del mercato solare europeo - ha detto Milan Nitzschke, Presidente dell’associazione dei produttori EU ProSun - la violazione giornaliera del diritto commerciale da parte della Cina distrugge migliaia di posti di lavoro nell’industria europea. Se si consentisse alla Cina di ottenere in questo modo un monopolio nel settore solare, le conseguenze sarebbero catastrofiche non soltanto per l’industria solare europea, ma anche per i subfornitori, i produttori di materiale e migliaia di installatori. Perché i monopoli non determinano certo la diminuzione, ma l’aumento dei prezzi. Gli effetti sull’industria e sui consumatori statunitensi (dove i dazi sono stati introdotti nel 2012: ndr) sono positivi. Ciò dimostra l’assurdità di tutte le accuse di parte cinese secondo cui l’introduzione di dazi antidumping determinerebbe la perdita di posti di lavoro. Il numero dei posti di lavoro nel settore solare statunitense dopo l’imposizione dei dazi è aumentato. La concorrenza leale è evidentemente migliore dell’economia pianificata”.
Alessandro Cremonesi, Presidente di Comitato Ifi, l’associazione che riunisce l’80% dei produttori italiani di moduli fotovoltaici è d’accordo con Nitzschke: “questo provvedimento è un passo importante che potrà garantire serenità ai produttori europei e italiani: è da oltre due anni che la Cina sta attuando pratiche scorrette di dumping nel mercato del fotovoltaico. Abbiamo fiducia che la decisione finale della Commissione Europea abbia un esito positivo e consenta a tutti i produttori di moduli fotovoltaici di operare da subito in un contesto di mercato di parità competitiva”.
“Il dumping è il vero problema del mercato solare europeo - ha detto Milan Nitzschke, Presidente dell’associazione dei produttori EU ProSun - la violazione giornaliera del diritto commerciale da parte della Cina distrugge migliaia di posti di lavoro nell’industria europea. Se si consentisse alla Cina di ottenere in questo modo un monopolio nel settore solare, le conseguenze sarebbero catastrofiche non soltanto per l’industria solare europea, ma anche per i subfornitori, i produttori di materiale e migliaia di installatori. Perché i monopoli non determinano certo la diminuzione, ma l’aumento dei prezzi. Gli effetti sull’industria e sui consumatori statunitensi (dove i dazi sono stati introdotti nel 2012: ndr) sono positivi. Ciò dimostra l’assurdità di tutte le accuse di parte cinese secondo cui l’introduzione di dazi antidumping determinerebbe la perdita di posti di lavoro. Il numero dei posti di lavoro nel settore solare statunitense dopo l’imposizione dei dazi è aumentato. La concorrenza leale è evidentemente migliore dell’economia pianificata”.
Alessandro Cremonesi, Presidente di Comitato Ifi, l’associazione che riunisce l’80% dei produttori italiani di moduli fotovoltaici è d’accordo con Nitzschke: “questo provvedimento è un passo importante che potrà garantire serenità ai produttori europei e italiani: è da oltre due anni che la Cina sta attuando pratiche scorrette di dumping nel mercato del fotovoltaico. Abbiamo fiducia che la decisione finale della Commissione Europea abbia un esito positivo e consenta a tutti i produttori di moduli fotovoltaici di operare da subito in un contesto di mercato di parità competitiva”.
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