mercoledì 30 marzo 2011

I benefici nascosti delle rinnovabili

Si riaccendono i riflettori sugli incentivi al fotovoltaico. Stando alle indiscrezioni, il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani dovrebbe varare domani il nuovo conto energia.
Il quarto, dopo la breve vita del terzo, approvato lo scorso agosto e cancellato all’inizio di marzo con il decreto “ammazza-rinnovabili” sulla scia di una campagna diffamatoria sui costi in bolletta dell’energia pulita. Alla vigilia della scadenza, SOS rinnovabili, l’associazione che ha dato vita alla mobilitazione contro il decreto Romani, ha divulgato uno studio realizzato da Pöyry Management Consulting per conto dell’Aper, l’associazione dei produttori.
“Uno degli effetti delle rinnovabili sul sistema elettrico – si legge in un comunicato – è che volumi crescenti di energia a costo marginale trascurabile (eolica e solare) o comunque limitato rispetto all’ammontare dell’incentivo (biomasse) spostano la curva di offerta e provocano una riduzione del prezzo di equilibrio. Tale effetto deve essere nettato dalle componenti tariffarie destinate a coprire i costi di incentivazione al fine di calcolare l’onere netto per i consumatori finali”.
Lo studio prende in esame il breve termine (2011-2013) per valutare il potenziale di sostituzione degli impianti convenzionali da parte delle rinnovabili. “I risultati mostrano come la crescita delle rinnovabili comporti un decremento dei prezzi medi annui significativo; al 2013 (nello scenario “ante Dlgs”) si prevedono risparmi pari a circa 660 milioni di euro con effetti diversi nelle varie aree geografiche italiane. Maggiore è la penetrazione dell’energia rinnovabile rispetto alla domanda, più alto sarà il risparmio in bolletta; tale effetto è particolarmente evidente nelle isole, dove l’incidenza è ulteriormente rafforzata da una minore interconnessione con il resto del mercato elettrico e da un parco di produzione meno efficiente della media nazionale (soprattutto in Sicilia)”.
“Il risparmio stimato – conlcude Sos Rinnovabili citando ancora lo studio – corrisponde a una percentuale significativa (circa il 20%) del costo degli incentivi ricevuti dalle fonti analizzate3 – elemento chiave per una valutazione compiuta degli effetti delle rinnovabili sul sistema elettrico e per le relative decisioni di politica industriale”.
A chiedere chiarezza sui reali costi delle rinnovabili è oggi anche la Confartigianto. Se si fermano gli incentivi al fotovoltaico, sottolinea il presidente Giorgio Guerrini, allora bisogna bloccare anche “gli sconti d’imposta su energia elettrica e carburanti di cui godono alcuni settori in italia e che valgono 3.315 milioni l’anno di minor gettito”.
“Gli incentivi a fonti rinnovabili come il fotovoltaico – aggiunge – costano ai cittadini molto meno di altre forme di finanziamento in campo energetico. Nel 2010 – spiega ancora – il fotovoltaico è stato finanziato con 826 milioni, vale a dire con un quinto delle somme prelevate dalle bollette elettriche degli italiani attraverso la componente a3. Ma gli incentivi alle rinnovabili hanno fatto nascere 85.000 Imprese e 150.000 posti di lavoro, a differenza di altre forme di agevolazione ben più costose che di fatto si traducono in meri sussidi senza generare né sviluppo economico né occupazione”.
http://gualerzi.blogautore.repubblica.it/2011/03/30/i-benefici-nascosti-delle-rinnovabili/

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