Il
settore del fotovoltaico spera in una proroga per la CEI 0-21
(Fonte: Qualenergia.it-Leonardo Berlen)
Per la carenza dei dispositivi di
interfaccia a norma della CEI 0-21 gli operatori chiedono all'Autorità per
l'Energia una proroga che non porti a bloccare tantissimi impianti ormai
completati. Il rischio però è quello di creare un nuovo decreto 'Salva Alcoa',
anche se alla fine forse sarebbe il male minore. Ne abbiamo parlato con il
presidente GIFI.
“Stiamo cercando una soluzione
che accontenti un po’ tutti. Le proroghe sono un rischio, ma è anche vero che
non si può penalizzare chi oggi ha l’impianto pronto e non può collegarsi alla
rete solo perché sul mercato manca un unico componente. Il problema però
esiste. Come si fa a valutare chi è pronto oggi o lo sarà la prima o la seconda
settimana di settembre? Siamo di fronte a altro problema per il nostro settore
che sembra essere bersagliato da diversi fronti. Facciamo fatica a stare dietro
a tutti questo ostacoli”. Questo ha detto a Qualenergia.it il presidente
ANIE-GIFI, Valerio Natalizia, che ci spiegava peraltro che l’associazione aveva
già mandato due lettere all’Autorità per evidenziare come la situazione fosse
molto grave e gli operatori a rischio di cause e ricorsi.
In queste settimane tutti stanno
correndo come pazzi per completare il proprio impianto e metterlo in rete con
le tariffe del IV CE, ma i nuovi dispositivi di interfaccia previsti dalla
norma CEI 0-21 non ci sono. Il rischio è di bloccare tantissimi impianti nella
loro parte finale, impianti che potrebbero anche non accedere alla tariffa del
V CE.
Come molti sanno stiamo parlando
dell’obbligo, per gli utenti attivi che collegano un impianto fotovoltaico con
potenza superiore a 6 kW alla rete elettrica in bassa tensione (BT), di installare
la protezione di interfaccia (SPI) dedicata ed esterna all’inverter dal 1° di
luglio. Un termine fissato dall’Autorità per l’energia con la delibera 84/2012
per la norma CEI 0-21.
“Sono ormai centinaia gli
annullamenti di ordini di moduli e inverter registrati dalle aziende a causa
dell’impossibilità di trovare le interfacce necessarie per la connessione alla
rete. Di conseguenza molti impianti di piccola taglia rischiano di non essere
collegati entro il 27 agosto (data di entrata in vigore del V Conto Energia).
Non è proprio il caso di aggiungere ai problemi creati dall’introduzione
del nuovo Conto Energia un ulteriore ostacolo al mercato del fotovoltaico
italiano”, scriveva ieri in un comunicato ANIE-GIFI.
“Siamo fiduciosi che l’Autorità
non resterà impassibile di fronte a questa grave criticità – dice Natalizia nel
comunicato dell’associazione di categoria. - Come ANIE-GIFI abbiamo già da
tempo chiesto e recentemente ribadito la necessità di una deroga temporale
all'entrata in vigore della Norma CEI 0-21 e dell'allegato A70 del Codice di
Rete di Terna nelle parti che riguardano i sistemi di protezione di interfaccia
per gli impianti da connettere in bassa tensione.”
Natalizia ci spiegava al telefono
che la richiesta di deroga a questa normativa inoltrata all'Autorità nasceva
dopo un’indagine di ANIE-GIFI tra costruttori di interfaccia. “Abbiamo
riscontrato che la maggior parte dei dispositivi saranno pronti per settembre.
Ma a quella data significa poter accedere solo al V conto energia. E chi era già
pronto oggi rischia non solo di perdere il valore della tariffa ma, con
impianti sopra una certa taglia, rischia di perdere anche l’incentivo, vista la
presenza del registro. Diventerebbe un massacro per il settore.”
“Una soluzione potrebbe essere
quella di chiedere una deroga e, per esempio, consentire
l’installazione di dispositivi di interfaccia DK5940, cioè quelli previsti
prima della CEI 0-21 – ha detto il presidente dell’Associazione - ma
anche questi componenti sembrerebbero non disponibili perché ormai non più in
produzione. Anche con questo tipo di deroga non ci sarebbero quantitativi
sufficienti e in tempi rapidi per soddisfare la domanda. In magazzino c’è
pochissimo e per rimettere in commercio la nuova produzione servirebbero
almeno 2-3 settimane. Comunque il problema della tempistica resterebbe”.
L'altra strada è richiedere una
proroga per la quale servirebbe una delibera specifica dell’Autorità. “Questo
ci spaventa perché tutto ciò che rimette in discussione i termini in Italia
potrebbe diventare un escamotage del tipo ‘salva Alcoa’. Potrebbero entrarci
giustamente quelli che hanno terminato l’impianto, ma anche qualche furbo che
non ne avrebbe diritto”, ci diceva Natalizia, aggiungendo però che tale
soluzione, a questo punto, potrebbe essere il male minore.
Sappiamo anche che le industrie
per partire con la produzione dei nuovi interfaccia hanno dovuto attendere le
ultimissime disposizione sulla normativa che sono arrivate solo a giugno e non
hanno avuto quindi il tempo per mettere sul mercato sufficienti quantità di
nuovi prodotti.
Qualcuno ha accusato le aziende
di inverter e di interfaccia di avere accelerato nei primissimi mesi dell’anno
la vendita di prodotti che loro sapevano sarebbero stati considerati presto
obsoleti. Natalizia, che è anche amministratore delegato SMA Italia, risponde
che “ciò non è assolutamente vero, anche perché a inizio anno
nessuno sapeva della scadenza di giugno; come produttori di inverter e
come Associazione avevamo chiesto di posticipare la scadenza dell’obbligo nella
seconda parte dell’anno e ora ci troviamo anche a dover fare i miracoli per
certificare queste nuove macchine”. In effetti alcuni prodotti che non erano
aggiornabili sono stati sostituiti con prodotti completamente nuovi, con
perdite e costi aggiuntivi per le aziende costruttrici.
Intanto, il settore attende
con fiducia un feedback dall’Autorità e soprattutto una proroga ‘equilibrata’,
ma soprattutto si spera in una decisione rapida.
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