Rinnovabili e risparmio energetico: la Cina al top
(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
La Cina è il Paese in cui negli ultimi anni c’è stato il massimo sviluppo delle energie rinnovabili, nonché il risparmio energetico più significativo. Lo sostiene un rapporto intitolato “The sustainable energy for all global tracking framework” e realizzato dalla Banca Mondiale insieme all’Agenzia internazionale per l’energia e ad altre 13 agenzie.
Il report ha preso in esame una ventina di Paesi ad alto impatto, che insieme consumano l’80% dell’energia globale, inclusi naturalmente Cina e India. Il documento riferisce che nel 2010 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 18% del mix energetico globale, ma secondo il World Energy Council (WEC), che ha contribuito alla stesura del rapporto, questa percentuale dovrebbe per lo meno raddoppiare.
Un obiettivo ambizioso, almeno quanto quello di raddoppiare il grado di efficienza energetica mondiale entro il 2030 e il raggiungimento dell’accesso universale all’energia elettrica. Si tratta dei target fissati dalla campagna “Sustainable energy for all initiative” lanciata nel 2011 dalle Nazioni Unite.
Monitorare il grado di raggiungimento di questi traguardi è uno degli obiettivi del rapporto, che richiedono, secondo gli esperti che hanno lavorato alla sua stesura, “un pacchetto globale di misure politiche e fiscali, incentivi economici e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili”.
I governi del mondo, in altri termini, dovranno impegnarsi non poco se vorranno modificare il sistema energetico globale. Vivien Foster, responsabile del settore energia della Banca Mondiale, ha invitato tutti i paesi del mondo, gli investitori del settore privato e le organizzazioni internazionali ad aumentare gli investimenti nel settore energetico, precisando che per soddisfare gli obiettivi dell’Onu occorreranno almeno 600 miliardi di dollari l’anno fino al 2030 (attualmente, le stime parlano di 409 miliardi di dollari l’anno).
Più nel dettaglio, gli investimenti aggiuntivi dovrebbero essere così ripartiti: 174 miliardi per le energie rinnovabili, 45 per l’accesso all’energia elettrica, 394 miliardi di dollari per l’efficienza energetica e 4,4 per modernizzare le tecniche di cottura dei cibi, soprattutto nelle aree rurali.
Il report ha preso in esame una ventina di Paesi ad alto impatto, che insieme consumano l’80% dell’energia globale, inclusi naturalmente Cina e India. Il documento riferisce che nel 2010 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 18% del mix energetico globale, ma secondo il World Energy Council (WEC), che ha contribuito alla stesura del rapporto, questa percentuale dovrebbe per lo meno raddoppiare.
Un obiettivo ambizioso, almeno quanto quello di raddoppiare il grado di efficienza energetica mondiale entro il 2030 e il raggiungimento dell’accesso universale all’energia elettrica. Si tratta dei target fissati dalla campagna “Sustainable energy for all initiative” lanciata nel 2011 dalle Nazioni Unite.
Monitorare il grado di raggiungimento di questi traguardi è uno degli obiettivi del rapporto, che richiedono, secondo gli esperti che hanno lavorato alla sua stesura, “un pacchetto globale di misure politiche e fiscali, incentivi economici e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili”.
I governi del mondo, in altri termini, dovranno impegnarsi non poco se vorranno modificare il sistema energetico globale. Vivien Foster, responsabile del settore energia della Banca Mondiale, ha invitato tutti i paesi del mondo, gli investitori del settore privato e le organizzazioni internazionali ad aumentare gli investimenti nel settore energetico, precisando che per soddisfare gli obiettivi dell’Onu occorreranno almeno 600 miliardi di dollari l’anno fino al 2030 (attualmente, le stime parlano di 409 miliardi di dollari l’anno).
Più nel dettaglio, gli investimenti aggiuntivi dovrebbero essere così ripartiti: 174 miliardi per le energie rinnovabili, 45 per l’accesso all’energia elettrica, 394 miliardi di dollari per l’efficienza energetica e 4,4 per modernizzare le tecniche di cottura dei cibi, soprattutto nelle aree rurali.
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