Fotovoltaico: installatori italiani favorevoli ai dazi sui pannelli cinesi
(Fonte:GreenStyle.it-Silvana Santo)
La maggioranza degli installatori italiani di pannelli fotovoltaici approva il procedimento giudiziario della Commissione Europea contro il dumping cinese e sarebbe d’accordo anche sull’introduzione di eventuali dazi compensativi. Il dato emerge da un sondaggio condotto nel mese di marzo dal servizio d’informazione tedesco Europressedienst.
Nel dettaglio, il 76,3 % degli intervistati italiani ritiene legittimo il procedimento avviato dall’Ue, mentre il 78,5 % degli installatori concorda anche con la possibile introduzione di dazi anti-dumping. Il dato è superiore rispetto alla media europea, con solo il 65 % del campione che giudica legittime le tariffe protettive.
Se la Commissione optasse per i dazi, circa un decimo degli installatori cercherebbe di vendere un minor numero di moduli fotovoltaici cinesi, mentre il 4,3 % proverebbe a ridurre altre voci di costo per contenere il prezzo finale dei prodotti. Il 5,4 % degli installatori, purtroppo, si dice pronto a prendere in considerazione anche il licenziamento del personale e, in caso di misure protettive, il 7,5 % sarebbe addirittura costretto a chiudere l’azienda.
Nel dettaglio, il 76,3 % degli intervistati italiani ritiene legittimo il procedimento avviato dall’Ue, mentre il 78,5 % degli installatori concorda anche con la possibile introduzione di dazi anti-dumping. Il dato è superiore rispetto alla media europea, con solo il 65 % del campione che giudica legittime le tariffe protettive.
Se la Commissione optasse per i dazi, circa un decimo degli installatori cercherebbe di vendere un minor numero di moduli fotovoltaici cinesi, mentre il 4,3 % proverebbe a ridurre altre voci di costo per contenere il prezzo finale dei prodotti. Il 5,4 % degli installatori, purtroppo, si dice pronto a prendere in considerazione anche il licenziamento del personale e, in caso di misure protettive, il 7,5 % sarebbe addirittura costretto a chiudere l’azienda.
Il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane) ha accolto senza sorpresa il risultato del sondaggio, sottolineando che l’indagine è stata condotta su operatori che stanno operando nel mercato delle installazioni già da diversi anni e in paesi che rappresentano oltre il 75% dell’installato mondiale. Secondo l’associazione, in altri termini, gli operatori interpellati apprezzano da tempo la qualità dei prodotti made in Europe e non “dipendono”, per così dire, dai materiali di fabbricazione cinese.
Commenta il Comitato:
In realtà nel corso di questi anni la manifattura europea ha saputo farsi apprezzare dagli operatori non solo per la qualità intrinseca del prodotto ma anche per quei cosiddetti intangibili dati dal crescente rapporto di fiducia con le manifatture comunitarie, l’affidabilità dei prodotti, la disponibilità e la qualità dei servizi, la tempestività di intervento in caso di risoluzione di problematiche. Tutti valori che rappresentano il vero asset della manifattura europea rispetto a quella cinese.
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