martedì 28 maggio 2013

Grazie a ex-Ministro Passera, no risparmi in bolletta da 500 mln

Grazie a ex-Ministro Passera, no risparmi in bolletta da 500 mln

 (Fonte:ZeroEmission.it)
 
 
 
Il 24 aprile, giorno in cui Letta accettava l'incarico di Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano, Corrado Passera firmava un atto che impediva ai cittadini italiani di risparmiare 500 milioni di euro destinati agli incentivi alle cosiddette "fonti assimilate"
 
Nuovo, generoso, regalo ai produttori di energia da fonte assimilabile, da parte dell'ex Ministro Passera. Si chiamano "fonti assimilate" e sono state inserite dal Cip6 tra le beneficiarie di incentivi statali insieme alle fonti rinnovabili, pur non avendo nulla di "sostenibile", né tantomeno di "rinnovabile". Gli impianti individuati come fonti assimilate ricevono incentivi calcolati sulla base del costo del carburante o del gas riparmiato grazie al loro funzionamento, un costo basato fino ad oggi sul prezzo di gas e petrolio nei mercati internazionali attraverso contratti "take or pay". Nel 2012, però, l'Aeeg ha disposto che, a partire da ottobre 2013, i parametri per la definizione dei prezzi del gas all’ingrosso sarebbero stati individuati basandosi sul prezzo più conveniente tra quelli nei mercati spot, una modifica che avrebbe permesso un risparmio in bolletta per i cittadini italiani di circa 500 milioni di euro. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo, in quanto questo risparmio in bolletta si sarebbe tradotto in un taglio degli incentivi per gli impianti a fonti assimilate.

Come era opportuno aspettarsi, quasi fuori tempo massimo, il 24 aprile, giorno in cui Enrico Letta accettava l'incarico di Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano, l'ancora per poco Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, firmava un atto che di fatto impediva di fare riferimento al prezzo più conveniente nei mercati spot, o per lo meno, lo rimandava di almeno un anno, facendo un nuovo regalo alle lobby delle fonti fossili, che, per i propri impianti "assmilabili" avrebbero continuato a percepire incentivi più alti. Le motivazioni? Oltre al fatto che i tagli agli incentivi ci sarebbero già stati a seguito di un decreto del novembre 2012 - che, però, prevedrebbe la possibilità di diverse deroghe - secondo il Ministero dello sviluppo economico, un taglio retroattivo agli incentivi sarebbe stato scorretto per gli operatori, in quanto le compagnie avevano già concluso gli accordi per l'acquisizione del combustibile. Attualmente, degli incentivi destinati ogni anno ad energie rinnovabili ed assimilate, meno del 30% andrebbe davvero alle imprese che producono energia in modo sostenibile, mentre circa il 70% sarebbe destinato ad inceneritori, impianti che utilizzano sottoprodotti delle raffinerie e affini, ovvero, le fonti assimilate.

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