Rinnovabili USA, sgravi fiscali per 150 milioni di dollari
Il Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti ha appena messo a disposizione 150 milioni di dollari per coprire il credito fiscale per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. In realtà, però, non si tratta di nuovi fondi ma della rimanenza di un precedente programma di incentivazione.
L’American Recovery and Reinvestment Act, emanato nel 2009, prevedeva un credito fiscale al 30% con una copertura complessiva di 2,3 miliardi di dollari per 183 progetti in totale. Questi 150 milioni, in pratica, sono la parte non ancora utilizzata di quel fondo.
Il meccanismo che il DOE utilizzerà per erogarli sarà quello delle aste competitive. Ricevute le richieste di sgravio fiscale, il Dipartimento analizzerà i progetti e sceglierà in base a vari parametri: creazione di nuova occupazione, fattibilità economica, innovazione tecnologica, velocità attesa della realizzazione del progetto e riduzione degli inquinanti e delle emissioni di gas serra derivanti dall’opera.
A poter essere incentivati non sono solo i nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche gli interventi di risparmio energetico, gli accumuli di energia e persino cattura e stoccaggio della CO2 (CCS). Neal S. Wolin, segretario aggiunto al Tesoro, spiega la logica del tax credit:
Per continuare a far guarire l’economia, il presidente ha ben chiaro che dobbiamo fare tutto il possibile per far crescere oggi la creazione di nuovi posti di lavoro e costruire fondamenta più sostenibili per il futuro. Produrre l’energia pulita dell’America del futuro creerà subito buoni lavori per il ceto medio e aiuterà a porre le basi per una elasticità di lungo termine della nostra economia.
L’American Recovery and Reinvestment Act, emanato nel 2009, prevedeva un credito fiscale al 30% con una copertura complessiva di 2,3 miliardi di dollari per 183 progetti in totale. Questi 150 milioni, in pratica, sono la parte non ancora utilizzata di quel fondo.
Il meccanismo che il DOE utilizzerà per erogarli sarà quello delle aste competitive. Ricevute le richieste di sgravio fiscale, il Dipartimento analizzerà i progetti e sceglierà in base a vari parametri: creazione di nuova occupazione, fattibilità economica, innovazione tecnologica, velocità attesa della realizzazione del progetto e riduzione degli inquinanti e delle emissioni di gas serra derivanti dall’opera.
A poter essere incentivati non sono solo i nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche gli interventi di risparmio energetico, gli accumuli di energia e persino cattura e stoccaggio della CO2 (CCS). Neal S. Wolin, segretario aggiunto al Tesoro, spiega la logica del tax credit:
Per continuare a far guarire l’economia, il presidente ha ben chiaro che dobbiamo fare tutto il possibile per far crescere oggi la creazione di nuovi posti di lavoro e costruire fondamenta più sostenibili per il futuro. Produrre l’energia pulita dell’America del futuro creerà subito buoni lavori per il ceto medio e aiuterà a porre le basi per una elasticità di lungo termine della nostra economia.
Seppur con molta enfasi e retorica, quindi, il governo americano sta cercando di raschiare il barile dei fondi pubblici per mettere in atto una scelta intelligente: usare la green economy come volano dell’economia generale statunitense.
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