lunedì 3 giugno 2013

Fotovoltaico: nel 2013 gli USA toccheranno quota 4.3GW

(Fonte:GreenStyle.it-Francesca Fiore)

 
 
 
 
Il 2013 sarà un altro anno record per il fotovoltaico made in USA: i progetti pubblici su larga scala daranno uno slancio particolare al settore. L’analisi è di NPD Solarbuzz, società di ricerca specializzata in energia solare, che nel suo nuovo report prevede un incremento del 20% degli impianti rispetto al 2012, con l’obiettivo di arrivare a 4.3 GW complessivi di capacità nell’anno in corso e toccare quota 5GW nel 2014.

Malgrado la crescita continua del settore fotovoltaico, gli analisti di Solarbuzz sottolineano un’anomalia del mercato degli States: la domanda di energia solare è particolarmente dipendente da un piccolo gruppo di Stati, in cui sono presenti l’80% degli impianti. In particolare, nel secondo trimestre 2013, saranno California, Arizona, New Jersey, e North Carolina a detenere il 70% della potenza installata, che dovrebbe toccare complessivamente quota 1GW. I progetti di utility-scale copriranno il 68% della domanda, mentre il 14% sarà coperto da impianti medio-grandi su edifici commerciali e il restante 18% da piccoli impianti su edifici commerciali o residenziali. Attualmente, i maggiori progetti di utility-scale sono distribuiti fra Arizona, California, Nuovo Messico e Texas.

Chris Sunsong, analista di NPD Solarbuzz spiega così la composizione della domanda:

Il forte sviluppo del fotovoltaico pubblico in alcuni Stati dipende dai mandati specifici che le istituzioni danno, richiedendo energia solare per soddisfare determinati obiettivi. Nel frattempo, la domanda residenziale è guidata da nuovi modelli di proprietà per conto terzi, che permettono a proprietari di case e le imprese l’installazione di impianti fotovoltaici con gli impegni iniziali minimi.


Tuttavia Solarbuzz auspica un riequilibrio del settore, anche in virtù della stretta statale sugli incentivi, per evitare che alcuni Stati come New Jersey, Delaware e Pennsylvania si trovino in eccesso di offerta, cosa che rischia di “limitare i nuovi investimenti e bloccare un ulteriore sviluppo del settore”.

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