Centrali nucleari: regole più severe in Europa
(Fonte:GreenStyle.it-Guido Grassadonio)
È solo un’anticipazione giornalistica, ma le informazioni nella mani del quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine” sembrano sicure. A Bruxelles stanno riflettendo seriamente sulla creazione di un regolamento molto più rigido per le centrali nucleari dei Paesi membri.
In Europa sono attive qualcosa come 145 centrali atomiche. Il commissario europeo all’Energia, Guenther Oettinger, dovrebbe presentare a breve un piano articolato che prevede come punto principale l’istituzione di stress test periodici per i reattori. Stress test che dovranno essere molto più radicali di quelli messi in atto nel periodo post-Fukushima.
Altro punto fondamentale del piano riguarda l’obbligo per ogni Paese di comunicare alle istituzioni comunitarie competenti ogni incidente nucleare. Conseguentemente, lasciare visitare gli impianti nei sei mesi successivi ad un team ispettivo inviato dall’UE.
Le associazioni ambientaliste, giustamente, non possono ritenersi soddisfatte al 100%. Ma se il Consiglio dei ministri dovesse approvare il piano, sia per le lobby nucleariste, sia soprattutto per alcuni Paesi membri sarebbero guai seri.
Nei Paesi dell’est-Europa (con le dovute eccezioni virtuose, come la Slovenia), così come in Francia, esistono parecchie centrali che potrebbero non superare i test voluti dal commissario tedesco. In alcuni contesti, come quello francese, lo scossone politico energetico potrebbe essere più radicale di quanto non si pensi a prima vista.
In Europa sono attive qualcosa come 145 centrali atomiche. Il commissario europeo all’Energia, Guenther Oettinger, dovrebbe presentare a breve un piano articolato che prevede come punto principale l’istituzione di stress test periodici per i reattori. Stress test che dovranno essere molto più radicali di quelli messi in atto nel periodo post-Fukushima.
Altro punto fondamentale del piano riguarda l’obbligo per ogni Paese di comunicare alle istituzioni comunitarie competenti ogni incidente nucleare. Conseguentemente, lasciare visitare gli impianti nei sei mesi successivi ad un team ispettivo inviato dall’UE.
Le associazioni ambientaliste, giustamente, non possono ritenersi soddisfatte al 100%. Ma se il Consiglio dei ministri dovesse approvare il piano, sia per le lobby nucleariste, sia soprattutto per alcuni Paesi membri sarebbero guai seri.
Nei Paesi dell’est-Europa (con le dovute eccezioni virtuose, come la Slovenia), così come in Francia, esistono parecchie centrali che potrebbero non superare i test voluti dal commissario tedesco. In alcuni contesti, come quello francese, lo scossone politico energetico potrebbe essere più radicale di quanto non si pensi a prima vista.
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